Previsioni mercato immobiliare 2022: aumenti dei prezzi al Nord e Centro

La casa di proprietà è il sogno di ogni italiano e con tassi di interesse che sono rimasti bassi per molto tempo e prezzi al ribasso per il settore edile, gli anni passati sicuramente hanno assicurato buone occasioni. Cosa ci aspetta invece nel mercato immobiliare 2022?

Le città in cui i prezzi nel mercato immobiliare 2022 aumenteranno

Dai dati raccolti da Immobiliare.it emerge che nel 2022 comprare casa costerà di più praticamente in quasi tutta Italia, anche se ovviamente ci saranno oscillazioni di prezzo diverse in base alle varie zone. Le città dove nel mercato immobiliare 2022 si aspettano aumenti più vistosi per metro quadro sono Torino, Milano e Bari, ma la città dove il prezzo al metro quadro è più alto, e resterà più alto anche nel 2022, è Milano. Proprio qui nel 2021 il costo al metro quadro era di 4.900 euro, mentre per il 2022 il prezzo atteso sarà 5.107 euro con un incremento del 4,2%. L’andamento del prezzo è determinato anche dal fatto che vi sono palazzi in cui il prezzo di un appartamento è anche di 4 milioni di euro, come nel Bosco Verticale progettato da Boeri.

A Torino il prezzo al metro nel 2021 era di 1.893 euro, mentre per il 2022 ci si attende una media di 1.994 euro a metro con un aumento in punti percentuale del 5,3%.

A Roma i prezzi saranno quasi identici al 2021, ma di fatto il costo non è basso, infatti nel 2021 comprare casa a Roma costava in media 3.256 euro a metro, mentre nel 2022 costerà 3.265 euro con un aumento dello 0,3%. Leggermente meno cara di Roma è Bologna dove il prezzo nel 2021 era 3.089 euro mentre nel 2022 sarà 3.126 euro.

Le città in cui i prezzi nel mercato immobiliare 2022 diminuiranno

Non solo aumenti, deve essere registrato che per il 2022 si attendono riduzioni di prezzo, le stesse sono concentrate soprattutto al Sud. Tra le città più economiche ci sono quelle della Sicilia, ad esempio comprare casa a Catania nel 2021 costava 1.229 euro, mentre nel 2022 costerà 1.170 euro con una riduzione del 4,8% del prezzo.

Palermo è poco più cara, ma anche in questo caso l’andamento dei prezzi è negativo, infatti comprare casa nel 2021 costava 1.295 euro e si attende un prezzo medio di 1.254 euro. La Regione attualmente meno cara è la Calabria con solo 924 euro al metro quadrato è possibile comprare casa.

I prezzi visti sono medi, ma occorre sottolineare che in base all’ubicazione, ad esempio scegliendo la periferia, in base alla tipologia di abitazione ci possono essere delle oscillazioni di prezzo anche importanti e naturalmente si può risparmiare. Scegliere i paesini delle varie Regioni porta ulteriori risparmi. L’andamento dei prezzi è determinato da vari fattori e in primo luogo dalla domanda, infatti le città del Sud tendono a spopolarsi, le città universitarie invece sono le più care, inoltre devono essere considerate altre variabili come la mobilità, l’accesso ai servizi, la qualità della vita.

Tassi di interesse sui mutui attesi per il 2022

Ciò che invece è uguale in tutta Italia è il tasso di interesse per i mutui. Oggi la maggior parte delle persone che decide di comprare casa stipula un mutuo, negli anni passati a causa del mercato stagnante, della crisi economica, del costo del denaro mantenuto basso dalla BCE, era possibile stipulare mutui a tasso di interesse davvero basso. Attualmente il Tasso di Interesse Effettivo Globale (TAEG) del mutuo a tasso fisso è poco sopra l’1% (dipende dalla banca a cui ci si rivolge), più basso nel caso in cui si sceglie il tasso variabile.  Naturalmente deve anche essere considerato che per l’acquisto della prima casa sono previste agevolazioni fiscali.

Attualmente l’inflazione è in crescita e di conseguenza dovrebbe esservi un rialzo degli stessi. A mettere un freno a queste paure è in realtà Christine Lagarde che in una nota alla BCE ha fatto sapere che in realtà l’inflazione, se anche è in salita, si assesterà nel 2022, sebbene vi saranno picchi al rialzo, ma di breve periodo, e che proprio per questo è “molto improbabile” un aumento dei tassi di interesse nel 2022. Secondo Lagarde l’accomodamento monetario è ancora necessario affinché l’inflazione si stabilizzi al 2%.

In sintesi, nel 2022 potrebbe ancora essere conveniente comprare casa, stando naturalmente attenti a tutte le variabili.

Mercato immobiliare 2021: come stanno combiando i prezzi

Il mercato immobiliare 2021 nel primo trimestre dà segnali di ripresa. Ecco la situazione nelle maggiori città italiane sia per il residenziale che non.

Mercato immobiliare 2021: i segnali di ripresa

Nonostante tutto, cresce la voglia degli italiani di comprare casa. Segnali di ripresa per i volumi di vendita nel mercato immobiliare italiano nel primo trimestre 2021. Secondo quanto dichiarato dall’Agenzia delle entrate, con comunicato dell’ 8 giugno 2021, il mercato degli immobili è in ripresa. Gli acquisti di abitazioni sono aumentati del 38,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Mentre quello del comportato terziario e commerciale è cresciuto del 51,3%. Registra anche un segnale positivo (+43,6) il settore produttivo. Sono timidi segnali di ripresa che però non devono ingannare. Anche perché se da una parte aumentano il numero delle compravendite, dall’altro diminuiscono i prezzi di vendita rispetto agli anni precedenti. Ma andiamo con ordine.

Mercato immobiliare 2021: circa 45 mila compravendite in più

Il primo trimestre fa registrare una crescita nei volumi d’affari di compravendita del settore residenziale. Per settore residenziale si fa riferimento a tutti quegli immobili che sono destinati ad abitazione. Tra cui appartamenti, ville, villini e case indipendenti. Sono oltre 45 mila in più le compravendite di questo settore, rispetto allo stesso periodo del 2020. Considerate che però l’anno scorso, nello stesso periodo, si era in pieno lockdown e quindi molti rogiti notarili sono stati rinviati ai mesi successivi. La quota totale degli scambi è pari a 162.258. Numeri che fanno decisamente ben sperare, anche se sembra che già nel secondo semestre si stia registrando un rallentamento. La crescita è più evidente nei comuni minori +43%, mentre nei capoluoghi la crescita è intorno al 30%. L’incremento riguarda tutte le aree geografiche con massimo rialzo nei comuni non capoluogo del Nord Est, circa il 46,8%.

La situazione nelle maggiori città italiane

In generale la situazione delle maggiori città italiane, per comporto residenziale, vedono una variazione positiva rispetto lo scorso anno. A Genova si registra il valore massimo di crescita +36,7%. Mentre per la città eterna Roma. Torino e Napoli il tasso scende intorno al 30%. La culla della lingua italiana Firenze, Bologna e Milano registrano un aumento rispettivamente del 14,4%, 14,9% e 17,3%. Ed infine scendiamo al Sud dove Palermo e Catania si ha un valore di aumento del 20% circa. Valore positivo anche per gli scambi di depositi pertinenziali come cantine e soffitte. In questi casi i valori sono anche raddoppiati rispetto lo scorso anno. Mentre i garage e i posti auto triplicano, passando dal 10% del 2020 al 41% nei primi tre mesi del 2021.

Il mercato non residenziale

In netta esplosione il mercato del non residenziale. Il comparto terziario e commerciale ha realizzato nel primo trimestre del 2021 un incremento del +51.3%. Un vero e proprio boom considerando che la fine del 2020 aveva portato un calo del 16,5%. Dando un’occhiata più attenta ai valori, per uffici e studi privati le compravendite sono cresciute del 50,7%. Mentre i negozi, e laboratori del 34,4% con una distribuzione territoriale abbastanza uguale su tutto il territorio nazionale. Infine crescono anche le compravendite di depositi commerciali e autorimesse, +61.6%, capannoni e industrie +43% ed il settore agricolo produttivo +53.2%.

Aumentano le compravendite, ma diminuiscono i prezzi

Uno dei fattori che ha permesso l’aumento del numero delle compravendite è stato la diminuzione dei prezzi degli immobili. Analizzando il report sul primo trimestre, dei uno dei maggiori siti che operano sul mattone, Idealista, ecco cosa è emerso. Le macro aree vedono una diminuzione dei prezzi nelle varie regioni. Ad esempio Lazio (-2,4%) e Lombardia (-1,2%), Puglia (-0,9%) e Veneto (-0,7%). Calo dei prezzi dello 0,3 per Liguria, Emilia-Romagna, Sicilia e Campania. Si scende ancora in Piemonte e Basilicata con lo 0,2%. In questo caso non vi è una netta separazione tra le aree del Sud, Nord e centro. Una diminuzione dei prezzi abbastanza omogenea, che la pandemia ha accentuato. Probabilmente a causa dell’aumento del numero di immobili offerti sul mercato, pronti o meno per essere compravenduti.

Cosa succede in città?

L’andamento generale dei prezzi nei capoluoghi di provincia è stabile.  I maggiori incrementi spettano a Urbino (6,7%), Alessandria (2,7%) e Udine (2,5%). Di contro, le maggiori percentuali di ribasso spettano a Lecco (-2,2%), Frosinone ed Enna (-2,3%) e Isernia (-2,4%). Tra i mercati principali tengono in terreno positivo Firenze (0,3%), Milano (0,2%) e Bologna (0,1%). Stabile Torino, prezzi giù a Palermo (-0,1%), Bari (-0,6%), Roma (-1%) e Napoli (-2%). Invece i prezzi di vendita, vedono Venezia (4.441 euro/m²) confermarsi al top dei valori, subito davanti a Milano (4.00 euro/m²) e Firenze (3.980 euro/m²). Nella parte bassa della graduatoria i capoluoghi più economici restano Ragusa (799 euro/m²), Caltanissetta (778 euro/m²) e Biella (716 euro/m²).

Quali gli immobili più richiesti dal mercato italiano 2021

Analizzando la maggior parte delle compravendite, cambia anche il tipo di immobile richiesto della famiglie italiane. La crescita investe le abitazioni di maggiori dimensioni tra i 115mq e i 145 mq (+41%). Mentre per le abitazioni oltre i 145mq la crescita è pari a +48,5%. Questo perché durante il lockdown gli spazi vitali dentro casa hanno avuto un’altra valenza. La possibilità  di lavorare in smart working ha aumentato l’esigenza di avere una stanza da dedicare a questo scopo. Ma anche riorganizzare gli spazi per dedicarsi ad attività nuove per far trascorrere il tempo durante la chiusura nelle abitazioni. Anche se crescono anche le esigenze di balconi, terrazzi e giardini, perché gli spazi aperti sono stati riscoperti e diventati di importanza essenziale.

Novità sull’immobiliare dal Re Italy Winter Forum 2018

Mercoledì 24 gennaio si è svolto a Milano, presso Palazzo Mezzanotte, si è svolto l’evento Re Italy WInter Forum 2018, dedicato al settore immobiliare.
Durante lo svolgimento dei lavori, Fiaip, ovvero la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, insieme a Confedilizia, Confassociazioni Immobiliare e Finco, ha presentato il Manifesto per il rilancio del settore, che, come ben sappiamo, ha passato, negli anni della crisi economica, momenti di vera difficoltà.

Per riuscire, dunque, ad uscire definitivamente da questo periodo critico, le Associazioni del comparto immobiliare hanno avanzato le loro proposte, che ovviamente hanno saputo riscuotere molti interesse tra gli operatori e i politici presenti.
Tra queste, sicuramente apprezzata la richiesta di ridurre il carico fiscale che grava sul settore, ma anche estendere la cedolare secca, favorire la liberalizzazione delle locazioni commerciali, nonchè la stabilizzazione degli incentivi per le ritrutturazioni e l’approvazione di misure di stimolo alla riqualificazione urbana.

Tra le misure presenti figurano anche gli incentivi fiscali per le permute immobiliari, lo sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare privata e la creazione di un Ministero dello Sviluppo immobiliare, della casa e dell’edilizia.

Questo si legge all’interno del Manifesto: “Questo manifesto è aperto: a tutte le realtà del settore immobiliare che vorranno portare il proprio contributo alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo del real estate; alle forze politiche che si apprestano a guidare il Paese, perché la crescita del settore immobiliare si basi su un modello condiviso tra le forze di maggioranza e di opposizione; ai cittadini, perché la stabilità sociale delle famiglie e del singolo proviene anche da una maggior e facilità di accesso al bene casa“.

Vera MORETTI

Mercato immobiliare in crescita dopo la crisi economica

La crisi economica dovrebbe essere passata anche per il mercato immobiliare, poiché, come hanno confermato anche l’Agenzia delle Entrate e l’Abi, Associazione Bancaria Italiana, il settore sembra aver finalmente dimostrato di essere in ripresa.

Il Rapporto Immobiliare 2017 segnala, prima di tutto, che le compravendite sono in continuo aumento e sono passate a 533.741 unità vendute, cifra che segna un incremento del 18,9% in confronto al 2015. Cresce anche la superficie media degli immobili oggetto di compravendite: si passa da 105,2 a 106,6 metri quadrati.
Nel complesso si parla di un valore di scambio pari a 89 miliardi di euro, totale aumentato del 17,4% rispetto al 2015. In parallelo al mercato delle abitazione segna un incremento del 19% anche quello delle pertinenze, soprattutto nelle regioni del Nord.

I dati più incoraggianti arrivano dalla Lombardia, dove le compravendite sono aumentate, rispetto al 2015, del 21,4%. Questo significa che la regione rappresenta da sola un quinto di tutto il mercato italiano.
Seguono poi Veneto (+23,1%), Toscana (+20%), Emilia Romagna e Piemonte (+22,8%). Nel Lazio l’aumento è più contenuto e il numero delle compravendite sale del 13,2% per un totale di 55mila abitazioni scambiate, il 10% di tutto il mercato nazionale. Nessuna regione ha segnato decrescita, ma il minor aumento di compravendite si registra nel Molise (+7,8%) e in Calabria (+10,8 %).

Aumenta anche il numero delle transazioni effettuate tramite un mutuo ipotecario: si è registrato un +27,3% rispetto al 2015 e in questo caso l’area con la più alta concentrazione di compravendite di questo tipo è il Nord-Ovest, dove le transazioni mediante mutuo rappresentano il 36,7% del totale. La cifra media erogata per l’acquisto di una casa è di 120mila euro, valore che si alza a 153mila euro nei capoluoghi delle regioni centrali.
Nel 2016 il tasso di interesse medio dei mutui è sceso ancora dello 0,44%, arrivando al 2,31% a livello nazionale, per arrivare al record di 2,56% nelle regioni meridionali. Rimane stabile la durata media del mutuo, pari a 22,5 anni. Si abbassa la rata media corrisposta ogni mese che è passata da 592 euro a 570.

In aumento anche i contratti di locazione, con appartamenti di superficie media di 92 mq per un prezzo medio di 60,7 euro al metro quadro (+0,3%). Più del 50% dei contratti è di lungo periodo e di tipo ordinario; un quarto degli affitti è stipulato con contratti agevolati di oltre tre anni; il 17% ha un contratto di tipo transitorio, mentre è inferiore al 3% il peso dei contratti agevolati con studenti.

Vera MORETTI

Mercato immobiliare in crescita nel primo trimestre 2017

Dal sondaggio trimestrale condotto da Banca d’Italia, in collaborazione con Tecnoborsa, sull’andamento del mercato immobiliare e lo stato d’animo degli agenti che operano nel settore, per capire la situazione delle compravendite e degli affitti nel residenziale, è emerso che si è verificato un aumento della domanda tra gennaio e marzo.

A confermarlo, sono stati gli operatori intervistati, che hanno visto aumentare sia i potenziali acquirenti sia gli incarichi di vendita, con un saldo tra chi percepisce un incremento e chi invece denuncia una diminuzione salito al 13,8%, contro il 12,6% di gennaio.

A contribuire a questo aumento sono state soprattutto le percezioni di chi opera nelle aree non urbane e non metropolitane.

Inoltre, i tempi di vendita si sono ridotti a 7,1 mesi, anche se risulta di poco positivo il saldo tra chi ha rilevato un aumento delle giacenze di incarichi e chi invece ne ha notato una diminuzione. Sale invece il saldo fra le attese positive e quelle negative, attestandosi sul 18,1%.

Conseguenza di ciò è un ottimismo crescente nelle aspettative per il medio periodo, che corrisponde ai prossimi due anni. Il 50% degli agenti immobiliari, infatti, è fiducioso, contro il 43,6% verificatosi nell’ultimo sondaggio dello scorso trimestre.
È aumentato di mezzo punto percentuale lo sconto medio sul prezzo di vendita chiesto inizialmente. Per quanto riguarda gli affitti, infine, sale la percezione di pressioni al ribasso per i canoni ma si attende il miglioramento del comparto.

Vera MORETTI

Investimenti immobiliari aumentati nel 2016

Il 2016 è stato un anno positivo per il mercato immobiliare, tanto da aver registrato un’impennata negli investimenti immobiliari che non si verificava dal 2008, ovvero da prima della crisi economica.
In particolare l’ultimo trimestre ha riportato cifre da record, con 3,8 miliardi di euro investiti, con una crescita annuale del 12,6% e una spesa complessiva che ammonta a 9,1 miliardi di euro.
A livello europeo, invece, i dati non sono altrettanto incoraggianti, poiché il volume delle transazioni degli ultimi 12 mesi è sceso del 10%, pari a 250 miliardi di euro.

I dati, divulgati dalla società di consulenza Cbre Italia. Mostrano anche un nuovo aumento di percentuale di capitale domestico sul totale degli investimenti. Il 2015, infatti, aveva chiuso con il 25%, mentre nel 2016 si è arrivati al 37%.
Se si considera solo l’ultimo trimestre, invece, la percentuale è addirittura al 40%, con capitali investiti provenienti dall’estero che rappresentano il 56% degli investimenti totali, peri a 2,1 miliardi di euro, con un incremento del 6%.

Gli investimenti maggiori sono stati registrati nel settore uffici, per un totale di 1,6 miliardi di euro, pari al 43% del totale e in aumento del 26% rispetto al 2015. Bene anche il retail (1 miliardo, 29% del totale investito), che dovrebbe essere il comparto più attivo per gli investitori in questo anno in corso, con Milano e Roma in testa.

Vera MORETTI

Un 2017 in ripresa per le transazioni immobiliari

La ripresa è un miraggio ancora per molti settori economici ma, a quanto pare, non per quello immobiliare. Lo conferma un’analisi di Tecnocasa, secondo la quale il mercato immobiliare nel 2016 ha vissuto un anno positivo soprattutto per l’aumento delle compravendite.

I dati, resi pubblici dall’Agenzia delle Entrate, evidenziano che nei primi nove mesi del 2016 c’è stato un incremento medio delle transazioni immobiliari del 20,4%. Un trend trainato soprattutto dalla diminuzione dei prezzi e dai mutui più accessibili: dal 2007, le abitazioni hanno ceduto il 39,7% del loro valore.

La domanda dinamica e l’offerta che inizia a diminuire, soprattutto sugli immobili di qualità, potrà determinare un’ulteriore contrazione delle tempistiche di vendita e un minor margine di trattativa soprattutto su queste tipologie immobiliari.

Se l’immobile è da ristrutturare o presenta degli elementi negativi si compravenderà solo dopo ulteriori ribassi di prezzo. Sia il segmento della prima casa sia quello ad uso investimento e casa vacanza saranno vivaci.

Le compravendite per il 2017 sono attese ancora in aumento (tra +6% e +8% a livello nazionale) e questo trend interesserà tutte le realtà territoriali. Sul versante prezzi ci si aspetta una chiusura dell’anno con un calo tra 2% e 0% e un leggero aumento (tra 0% e 2%) per il 2017 ma solo per le grandi città, mentre per i capoluoghi di provincia e per l’hinterland delle grandi città occorrerà aspettare il 2018.

Sul mercato del nuovo iniziano a ripartire progetti immobiliari finalizzati alla costruzione di immobili di qualità che garantiscano efficienza energetica e, alla luce degli ultimi eventi, che siano costruiti anche con criteri antisismici.

Sul versante delle locazioni ci si aspetta una sostanziale stabilità dei canoni, con leggeri ritocchi al rialzo in particolare nelle grandi città. Non si esclude che chi possiede i requisiti per accedere al mutuo possa abbandonare la locazione per scegliere l’acquisto, con conseguente riduzione della domanda.

L’andamento dell’economia e dell’occupazione, oltre al comportamento degli istituti di credito che rimarranno prudenti, contribuiranno a confermare o meno questo scenario di mercato. Scenario che vede nella consapevolezza “del reale valore dell’immobile” da parte degli acquirenti, dei venditori ma soprattutto da parte dei professionisti del settore real estate, un elemento importante per il corretto funzionamento del mercato.

Il mercato immobiliare italiano brilla nel 2016

Se c’è un settore in Italia che ha vissuto un 2016 d’oro è quello del mercato immobiliare. Un settore che viene da anni di pesante contrazione e per il quale ci vorrà parecchio tempo per tornare ai livelli di un tempo.

Un’analisi sull’andamento del mercato immobiliare italiano nel 2016 condotta dall’Ufficio Studi Tecnocasa conferma i dati resi pubblici dall’Agenzia delle Entrate nei giorni scorsi, che evidenziano come nei primi nove mesi del 2016 ci sia stato un incremento medio delle transazioni del 20,4%.

Un trend significativo quello del mercato immobiliare, trainato soprattutto dalla diminuzione dei prezzi e dai mutui più accessibili; dal 2007 le abitazioni, a livello nazionale, hanno ceduto il 39,7% del loro valore. Si torna dunque ad acquistare sia come prima casa sia come investimento.

Le grandi città vedono in testa Torino con un aumento del 26,9%, seguita a ruota da Genova (+26,8%) e da Milano (+26,7%). Fanalino di coda Palermo, il cui mercato immobiliare registra un modesto +8,1%.

A livello geografico i comuni del Nord (con +23,7%) corrono più dei comuni del Centro (+18,3%) e del Sud (+15,7%).

Questi dati – sottolinea Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Tecnocasa commentando l’andamento del mercato immobiliare – sembrano confortare la previsione che, per tutto il 2016, le transazioni chiuderanno intorno a 500mila. I prezzi invece continuano nel loro trend al ribasso, anche se meno rispetto al passato. Per la fine dell’anno prevediamo un ribasso dei prezzi compreso tra -2% e 0%“.

Mercato immobiliare ancora con il segno più

Prosegue il momento positivo per il mercato immobiliare residenziale, confermato sia dai dati divulgati dall’Agenzia delle Entrate (OMI) in merito alle compravendite nel III trimestre 2016, sia dalla rilevazione di Casa.it sulla domanda di abitazioni.

Secondo l’OMI, da gennaio a settembre nel mercato immobiliare residenziale si registrano 381.790 compravendite, in crescita del 20,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre dalla rilevazione di Casa.it, a ottobre 2016, rispetto all’inizio dell’anno, emerge l’aumento della domanda del +4,7%.

Se il mercato immobiliare residenziale lancia segnali positivi, cosa accade sul fronte dei prezzi e quali sono le previsioni per il 2017?

Per quanto riguarda i prezzi degli immobili residenziali in offerta sul mercato, a ottobre 2016, rispetto a gennaio, secondo i dati di Casa.it si conferma il processo di stabilizzazione (-0,7%) già analizzato nei mesi scorsi, anche se, rispetto a dieci anni, il calo è di ben il 18,5%.

Tra le città metropolitane, quella che ha sofferto maggiormente è Genova (-2,6%). Calo dei prezzi, seppur più contenuti, a Palermo (-0,8%) e Firenze (-0,5%), mentre crescono a Bologna e Napoli, entrambe del +2,1%, e a Roma (+0,9%). Stabile il mercato immobiliare residenziale di Milano e Torino.

Milano (3.900 euro/mq), Firenze (3.780 euro/mq) e Roma (3.650 euro/mq) sono le città più care. Nelle altre città metropolitane a Bologna e Napoli il prezzo è di 2.900 euro/mq, a Genova di 2.750, a Torino di 2.350 e a Palermo di 1.900 euro.

Secondo Alessandro Ghisolfi, responsabile del Centro Studi di Casa.it, “nonostante il mercato abbia perso un minimo di brillantezza rispetto ai primi tre mesi di quest’anno, il confortante aumento della domanda di abitazioni in acquisto su tutto il territorio nazionale, fa ben sperare che il 2017 si confermi come il terzo anno consecutivo di crescita degli scambi”.

C’è voglia di case

Gli italiani tornano ad amare le case (se mai hanno smesso di farlo…). L’Osservatorio di Casa.it sul mercato residenziale italiano, a ottobre 2016 rispetto all’inizio dell’anno, mostra alcuni segnali positivi per il settore, tra cui la crescita della domanda del 4,7%.

Per quanto riguarda i prezzi degli immobili residenziali in offerta sul mercato, si conferma il processo di stabilizzazione (-0,7%) già analizzato nei mesi scorsi, anche se, rispetto a dieci anni fa, il calo è di ben il -18,5%. Attualmente il valore medio di vendita al metro quadro delle case è pari a circa 1.900 euro.

Nella scelta dell’abitazione gli italiani si indirizzano prevalentemente su bilocali e trilocali situati in zone semicentrali o periferiche. Inoltre, sono disposti a investire, per un appartamento di 80 mq, circa 160mila euro, con un range che va, prendendo come riferimento i capoluoghi di regione, dai 128mila euro di Potenza e Perugia ai 312mila di Milano.

Per quanto riguarda la domanda di case (+4,7%), da gennaio a ottobre cresce in tutti i capoluoghi di regione, con valori più alti nelle città di Campobasso (+7,4%), Bologna (+6,9%), Milano (+6,4%), Roma (+6,3%), Napoli (+5,9%) e Torino (+5,9%).

Sul fronte dei prezzi degli immobili residenziali in offerta sul mercato (-0,7% a livello nazionale), tra le città capoluogo di regione segno positivo per Campobasso (+2,6%), seguita da Bologna, Napoli e Trieste, tutte con +2,1%. Soffrono invece Potenza (-3,6%), Venezia (-3,5%), Cagliari (-2,8%) e Genova (-2,6%).

Milano (3.900 euro/mq), Firenze (3.780), Roma (3.650) e Venezia (3.350) sono le città con le case più care, mentre Catanzaro (1.300 euro/mq), Potenza (1.600) e Perugia (1.600) le più economiche.

Il 2017 si presenta ancora positivo per il mercato italiano delle case, come conferma Alessandro Ghisolfi, responsabile del Centro Studi di Casa.it: “Nonostante il mercato abbia perso un minimo di brillantezza rispetto ai primi tre mesi di quest’anno, il confortante aumento della domanda di abitazioni in acquisto su tutto il territorio nazionale, fa ben sperare che il 2017 si confermi come il terzo anno consecutivo di crescita degli scambi. Le conferme di un mercato più equilibrato arrivano anche dall’andamento dei prezzi di vendita che a livello nazionale sembrano aver ormai innescato un processo di stabilizzazione che mancava da tempo. Non bisogna tuttavia dimenticare che sulle decisioni di acquisto delle famiglie pesa ancora il clima di incertezza generale di carattere socio economico che rimane di sfondo alle evoluzioni del mercato”.