Tax credit Società Benefit: confermato il credito di imposta nel DL Aiuti convertito

Il decreto Aiuti convertito in legge prevede la conferma della tax credit o credito di imposta in favore delle società che optano per la trasformazione in Società Benefit e per la costituzione di nuove società che sfruttino tale schema sociale. Ecco i costi ammissibili e le modalità operative.

Nella conversione del decreto Aiuti confermato il credito di imposta per Società Benefit

Le società benefit sono una realtà abbastanza recente che però sta avendo un discreto successo in Italia a fronte di agevolazioni di tipo fiscale. Il tratto saliente di questa tipologia è il doppio scopo, da un lato quello di lucro, dall’altro uno scopo altruistico consistente nell’impatto positivo sull’ambiente e sulla società civile attraverso azioni volte a trasparenza e sostenibilità.

Per conoscere i dettagli della società benefit, leggi l’articolo: Società Benefit: cosa sono, come funzionano e quali vantaggi portano.

L’agevolazione fiscale in oggetto non era presente nella stesura iniziale del decreto Aiuti. Essa ha trovato inserimento con un emendamento del deputato e presidente di Assobenefit Mauro Del Barba approvato poi in Commissione e in sede di conversione all’articolo 52-bis. Il credito di imposta previsto nel decreto aiuti è in realtà una conferma di benefici fiscali che erano stati già riconosciuti in passato per le spese sostenute per la trasformazione in Società Benefit o per la costituzione di una nuova società con tale schema sociale dal 19 luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Con il decreto Aiuti sono invece agevolate le operazioni compiute entro il 31 dicembre 2022. Il meccanismo è molto simile a quello già proposto in passato. Sono quindi ammissibili al credito di imposta:

  • le spese notarili e per l’iscrizione nel Registro delle Imprese;
  • le spese inerenti l’assistenza professionale e le consulenze sostenute e destinate alla costituzione e trasformazione delle Società Benefit.

Il credito di imposta viene riconosciuto nel 50% delle spese ammissibili e nei limiti dei fondi disponibili.

Modalità operative per ottenere tax credit

Si precisa che attualmente è necessario attendere il decreto con le indicazioni operative per richiedere il credito di imposta per le Società Benefit. È molto probabile che le modalità operative siano molto simili a quelle già messe a disposizione nel precedente “turno”. Sarà quindi necessario presentare la domanda attraverso la piattaforma messa a disposizione dal Mise, nel precedente turno la piattaforma era gestita da Invitalia.

Una volta inoltrata l’istanza, molto probabilmente sarà aperta una finestra della stessa durata della precedente ( 19 maggio 2022- 15 giugno 2022). Ottenuto il riconoscimento del credito di imposta lo stesso potrà essere utilizzato attraverso il modello F24.

Per avere dei riferimenti sulle modalità operative leggi l’articolo: Credito di imposta Società Benefit: c’è tempo fino al 15 giugno per la domanda

Turismo, contributi a fondo perduto per strutture e agenzie: arriva anche l’accessibilità

Vari sono i contributi a fondo perduto a favore delle imprese operanti nel settore del turismo. L’ultima misura riguarda gli aiuti alle strutture ricettive per essere più accessibili, permettendo la diversificazione dell’offerta turistica alle persone con disabilità. Il relativo decreto è stato firmato dai ministri del turismo e della disabilità, rispettivamente Massimo Garavaglia ed Erika Stefani. Inoltre, novità sono arrivate sui fondi messi a disposizione per la digitalizzazione delle imprese turistiche del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr): agli aiuti possono partecipare anche le agenzie turistiche e i tour operator.

Contributi a fondo perduto per i servizi alla disabilità del turismo, quali spese sono finanziate?

Il decreto del turismo per rendere le strutture alberghiere e ricettive più accessibili è previsto dalla legge di Bilancio 2022 e finanzia la realizzazione di lavori che permettano alle persone con disabilità di beneficiare di una più ampia offerta turistica. Le risorse destinate alla misura sono pari a 6 milioni di euro sia per il 2022, che per ciascuno dei prossimi due anni. La misura finanzia, in particolare, i servizi di rilascio delle certificazioni.

Chi può beneficiare dei contributi a fondo perduto per la disabilità nel turismo?

Possono beneficiare dei contributi a fondo perduto per i servizi volti ad aumentare l’offerta turistica ai soggetti disabili i seguenti destinatari:

  • gli alberghi compresi nel Codice Ateco 55.10.00;
  • esercizi extra alberghieri dei Codici Ateco 55.20.10; 55.20.20; 55.20.30; 55.20.40; 55.20.51; 55.20.52; 55.23.50; 55.30.00; 55.90.10; 55.90.20;
  • le strutture che garantiscono lo svolgimento delle attività sportive maggiormente inerenti alla fruizione turistica, sia private che pubbliche.

Quali sono le strutture turistiche che possono beneficiare dei contributi per le certificazioni per la disabilità?

In particolare, il 35% delle risorse disponibili andrà a favore degli alberghi e il 20% agli stabilimenti balneari e termali. Per gli altri soggetti del settore turistico non vi sono limiti di risorse. Le spese ammissibili ai contributi sono quelle del rilascio delle certificazioni. In particolare, le certificazioni:

  • Uni Iso 21902:2022 per il turismo accessibile;
  • l’Uni Cei En 17210:2021 per l’usabilità e l’accessibilità dei servizi turistici;
  • Uni Pdr 92:2020, relativo agli stabilimenti balneari, alle Linee guida sulla sostenibilità ambientale, all’accessibilità, alla qualità e alla sicurezza dei servizi.

Per la presentazione delle domande si dovrà attendere il termine di 60 giorni dalla registrazione del provvedimento. In tale termine, il ministero del Turismo pubblicherà, sul proprio portale istituzionale, l’avviso pubblico per l’invio delle istanze.

Contributi a fondo perduto del Pnrr al Turismo, partecipano anche le agenzie turistiche e i tour operator

Alle risorse a favore del turismo previste dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) parteciperanno anche le agenzie di viaggio e i tour operator. In particolare, il ministero ammetterà le domande dei contributi dei due soggetti del settore per i 100 milioni di euro di risorse aggiuntive relative ai contributi a fondo perduto per le strutture turistiche e al credito di imposta, anche per la digitalizzazione delle imprese. La misura rientra nelle domande presentate per l’obiettivo del bonus digitalizzazione, anche a favore dunque di agenzie di viaggio e di tour operator, rientranti nel Pnrr M1 C3 Investimento 42.2.2.

Contributi e credito di imposta per il miglioramento delle infrastrutture turistiche: aiuti anche alle agenzie di viaggio

I contributi a fondo perduto sosterranno le domande presentate anche dalle agenzie di viaggio e i tour operator a partire dal 4 marzo 2022. Il maggior numero di beneficiari alla misura va a integrarsi all’altro obiettivo, con risorse corrispondenti a 98 milioni di euro, del decreto legge numero 152 del 2021, relativo alla digitalizzazione delle imprese. Si tratta della misura che finanzia il miglioramento delle infrastrutture turistiche attraverso il credito di imposta, già destinato, tra gli altri soggetti, agli alberghi, agli agriturismi, e alle strutture balneari e termali. L’inclusione delle agenzie di viaggio e dei tour operator si legge nel testo del provvedimento recante misure urgenti per l’attuazione del Pnrr, firmato nella giornata del 22 aprile dal presidente del Consiglio dei ministri.

Cosa finanziano i contributi a fondo perduto per il turismo?

Nel dettaglio, gli incentivi per il settore del turismo, in merito alle infrastrutture, sogno garantiti da un mix di interventi relativi a:

  • un credito di imposta che può arrivare all’80% delle spese ammissibili. Il credito di imposta può anche essere ceduto a terzi, ovvero a banche e ad altri intermediari finanziari;
  • un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili per un limite massimo di 40 mila euro, elevabili a 100 mila euro per determinati requisiti legati alla localizzazione delle imprese del Mezzogiorno, alle imprese al femminile e alla transizione digitale.

La misura mira soprattutto al miglioramento delle strutture turistiche dal punto di vista infrastrutturale e dell’efficienza energetica, punto al quale è destinato il 50% dei fondi.

Contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle imprese turistiche: di cosa si tratta?

Ulteriori contributi a fondo perduto sono destinati alle imprese del turismo per la digitalizzazione. Anche in questo caso le domande sono partite dal 4 marzo scorso. Il bonus riconosce il 50% del credito di imposta per le spese sostenute e ammissibili per la transizione digitale. L’importo massimo finanziabile è pari a 25 mila euro. La misura è compresa nel decreto legge numero 152 del 2021 che, all’articolo 4, stabilisce le modalità di fruizione degli incentivi delle agenzie di viaggio e dei tour operato. Il credito di imposta si può utilizzare in compensazione mediante modello F24.

Contributi a fondo perduto turismo, si può già compilare il fac-simile della domanda

Le imprese che operano nel settore del turismo potranno presentare dal 28 febbraio 2022 le domande per i contributi a fondo perduto e per i crediti di imposta legati al Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Si tratta di contributi messi a disposizione per la riqualificazione dell’offerta turistica prevista dal decreto legge numero 152 del 2021. La misura del Pnrr interessata è la M1 C3, relativa al punto 4.2.1 “Miglioramento delle infrastrutture di ricettività attraverso lo strumento del tax credit”. Intanto è già possibile compilare il fac simile della domanda, prima dell’invio dell’istanza a partire dalla fine del mese.

Aiuti alle imprese del turismo, quali sono le tipologie di contributi ottenibili?

Gli aiuti alle imprese operanti nel settore del turismo si attueranno mediante:

  • un credito di imposta che può arrivare fino all’80% delle spese sostenute per i lavori inerenti il miglioramento della qualità delle strutture ricettive. I lavori devono essere realizzati entro al termine del 2024;
  • contributi a fondo perduto ottenibile fino al limite di 60 mila euro.

Quali imprese del turismo possono presentare domanda dei contributi a fondo perduto per la riqualificazione?

Le imprese operanti nel settore del turismo che possono presentare domanda per i contributi a fondo perduto e il credito di imposta per la riqualificazione sono:

  • le imprese alberghiere,
  • gli agriturismi;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • i porti turistici;
  • le imprese operanti nei comparti turistici, ricreativi, fieristici e congressuali;
  • i parchi tematici,
  • gli stabilimenti balneari;
  • i complessi termali.

Contributi a fondo perduto turismo, quali spese sono ammissibili?

I contributi a fondo perduto per le imprese operanti nel settore del turismo si possono ottenere per finanziare le seguenti tipologie di spese:

  • gli interventi che mirano a incrementare l’efficienza energetica delle strutture e la riqualificazione antisismica;
  • i lavori per l’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • gli interventi di realizzazione delle piscine termali;
  • l’acquisto di attrezzature per svolgere le attività termali;
  • le spese di digitalizzazione.

Quali tipologie di incentivi sono previsti alle imprese operanti nel turismo?

Per le imprese del settore del turismo che presenteranno la domanda dei finanziamenti, in caso di spese ammissibili, saranno concessi i seguenti incentivi:

  • il credito di imposta che può arrivare all’80% delle spese ritenute ammissibili. Le spese devono essere state sostenute per lavori realizzati a decorrere dal 7 novembre 2021 ed entro il 31 dicembre 2024. Sono ammissibili anche gli interventi iniziati dopo il 1° febbraio 2020 e non ancora arrivati a essere ultimati. In quest’ultimo caso è necessario che le spese inerenti gli interventi siano state sostenute a iniziare dal 7 novembre 2021;
  • contributi a fondo perduto che possono arrivare al 50% delle spese sostenute a partire dal 7 novembre 2021 e fino al termine del 2024. L’importo massimo dei contributi può arrivare a 40 mila euro.

Contributi a fondo perduto ulteriori per le spese ammissibili sostenute dalle imprese del turismo

I contributi a fondo perduto per le spese ritenute ammissibili e sostenute dalle imprese operanti nel settore del turismo possono beneficiare di ulteriori importo, in aumento dei 40 mila euro, nel caso di spese di digitalizzazione e innovazione tecnologica ed energetica delle strutture per almeno il 15% dell’importo totale degli interventi. In tal caso si possono ottenere contributi aggiuntivi per 30 mila euro.

Come si possono ottenere ulteriori contributi a fondo perduto di 20 mila euro aggiuntivi per le imprese del turismo?

Inoltre si possono ottenere ulteriori 20 mila euro di contributi a fondo perduto nei casi di:

  • imprenditoria femminile;
  • società cooperative;
  • di società di persone costituite per almeno il 60% da giovani;
  • società di capitali con quote di partecipazione di giovani di almeno i 2/3 detentori dei 2/3 anche degli organi di amministrazione;
  • imprese individuali di giovani.

I requisiti dei giovani comprendono l’età che deve essere compresa tra i 18 e i 35 anni. Quest’ultimo limite anagrafico non deve essere compiuto al giorno in cui viene presentata la domanda dei contributi. Si possono ottenere altri 10 mila euro di contributi a fondo perduto nel caso in cui l’impresa turistica abbia la sede operativa nelle regioni dell’Abruzzo, della Basilicata, della Calabria, della Campania, della Puglia, del Molise, della Sicilia e della Sardegna.

Domanda di contributi a fondo perduto imprese del turismo: come scaricare il fac simile?

Le imprese del settore turistico potranno presentare la domanda di contributi a fondo perduto e di credito di imposta a partire dal 28 febbraio 2022. La piattaforma per presentare le istanze è presente sul sito di Invitalia. Sullo stesso portale, già a partire dal 21 febbraio, è possibile scaricare il fac simile della domanda.

Come utilizzare il credito di imposta in caso di ammissibilità delle spese del turismo?

I contributi a fondo perduto alle imprese operanti nel turismo, in caso di accettazione delle spese e della domanda, sono erogati a mezzo di bonifico bancario. È necessario indicare nella domanda l’Iban per l’accredito. Il credito di imposta può essere utilizzato in compensazione dall’anno susseguente a quello nel quale gli interventi siano stati realizzati. Non si può andare comunque oltre il 31 dicembre 2025.

Tax credit, manifesti pubblicitari al via le domande per il credito d’imposta

Tax credit c’è tempo fino al 10 marzo per presentare al domanda. Ecco cos’è e chi può richiederlo attraverso la seguente guida.

Tax credit, cos’è?

Il tax credit “manifesti pubblicitari” è un credito di imposta. E’ stato introdotto con il Decreto sostegni bis (Dl 73/2021). Con una risorsa finanziaria pari a 20 milioni di euro circa di favorire la riprese nel mercato della pubblicità. Inoltre è destinato ai titolari di impianti pubblicitari privati che hanno versato il canone patrimoniale dovuto per il 2021 per l’affissione di manifesti commerciali in aree aperte al pubblico ed aree pubbliche.

Del resto come è noto la pubblicità è l’anima del commercio. E sono molte le imprese che pubblicizzano, a diversi livelli, i propri prodotti e servizi. La pubblicità non è solo quella che siamo abituati a vedere in tv, ma anche quella dei cartelloni pubblicitari. Ma in una situazione pandemica, se le aziende non investono in questo tipo di pubblicità, è chiaro che anche i titolari di impianti pubblicitari privati ne risentono.

Come usufruire del credito d’imposta?

Il tax credit è utilizzabile solo in compensazione. Tuttavia dal 10 febbraio e fino al 10 marzo 2022 c’è la possibilità di richiederlo comunicando l’importo versato per lo scorso anno tramite i canali dell’Agenzia delle entrate. Inoltre il credito d’imposta è proporzionale al canone versato per non più di 6 mesi. Mentre se il versamento è effettuato per un periodo superiore, il canone deve essere ricalcolato.

E’ la stessa Agenzia delle entrate che fornisce lo schema per il ricalcolo del canone:

  • canone versato per un periodo inferiore a 6 mesi dell’anno 2021, il contribuente prenderà in considerazione l’intero importo versato;
  • in caso di canone versato per più di 6 mesi, il contribuente dovrà dividere l’importo pari al canone versato per i mesi di versamento e moltiplicare il risultato ottenuto per 6. Dunque se l’importo è versato per 10 mesi, l’importo andrà diviso per 10 e moltiplicato per 6 mesi;
  • se il canone è stato versato per l’intero anno, questo sarà diviso per 12 e moltiplicato per 6.

Come effettuare la richiesta per il tax credit

A disposizione sul sito dell’Agenzia è possibile utilizzare il software per la richiesta del credito d’imposta. Il software Comunicazione Canone Patrimoniale consente la compilazione della Comunicazione dell’importo dovuto a titolo di canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria. Ciò permette la fruizione del credito d’imposta in favore dei titolari di impianti pubblicitari privati o concessi a soggetti privati, destinati all’affissione di manifesti e ad analoghe installazioni pubblicitarie di natura commerciale.

Il software è possibile utilizzarsi compatibilmente ai seguenti sistemi operativi:

  • Windows 10, Windows 8.1
  • Linux (garantito sulle distribuzioni Ubuntu, Fedora e Red-hat 9)
  • Mac OS X 10.8.3 e superiori.

È richiesta l’installazione di un software per leggere e stampare i file prodotti in formato PDF.

 

 

 

 

 

 

 

Bonus manifesti pubblicitari: ecco come accedere alla tax credit: istruzioni

Fino al 10 marzo 2022 è possibile richiedere il bonus manifesti pubblicitari, anche conosciuto come tax credit, ecco come fare.

Cos’è il Bonus manifesti pubblicitari

Il Bonus manifesti pubblicitari vede la luce con il decreto 73 del 2021 con stanziamento complessivo di 20 milioni di euro. Con circolare firmata dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, i potenziali beneficiari hanno ottenuto i chiarimenti per poterlo richiedere e sugli importi ottenibili in forma di compensazione.

A chi è rivolto il bonus manifesti pubblicitari?

Al fine di favorire la ripresa del mercato pubblicitario che ha subito l’effetto della pandemia, nasce il fondo per la tax credit di 20 milioni di euro. Questo è rivolto ai proprietari di impianti pubblicitari privati o concessi a soggetti privati destinati all’affissione di manifesti pubblicitari. Si tratta dei classici cartelloni che troviamo spesso per strada.

Ci sono però dei requisiti da rispettare, infatti spetta a coloro che nel 2021 hanno versato il canone patrimoniale previsto per tale tipologia di affissione. Spetta anche nel caso in cui l’avente diritto ha provveduto in ritardo al versamento. In questo caso è essenziale che abbia pagato anche le sanzioni e gli interessi. Gli importi tengono però in conto solo il pagamento principale e non sanzioni e interessi.

Gli importi riconosciuti come tax credit possono essere utilizzati esclusivamente a compensazione delle imposte. Possono essere richiesti dal 10 febbraio 2022 al 10 marzo 2022 comunicando gli importi dei canoni pagati nel 2021.

Come calcolare il credito di imposta, tax credit, per il settore pubblicitario?

Vediamo ora come devono essere calcolati gli importi  del bonus che si possono portare in detrazione per la compensazione di altre imposte.

  • Se il canone è stato versato per un periodo di imposta inferiore a 6 mesi nell’arco del 2021, può essere preso in considerazione l’intero importo versato;
  • Nel caso in cui il beneficiario abbia pagato il canone per un periodo di imposta superiore a 6 mesi, l’importo totale va diviso per il numero di mesi per i quali il pagamento ha avuto luogo, ad esempio 8. Il risultato di tale operazione deve essere moltiplicato per 6.
  • Nel caso di versamento del canone per tutto il 2021, gli importi devono essere divisi per 12 e il risultato moltiplicato anche in questo caso per 6.

In un secondo momento, entro il 21 marzo 2022, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate renderà nota la percentuale per la quale gli importi che ora abbiamo visto devono essere moltiplicati. La somma risultante indica il proprio credito di imposta per la tax credit o Bonus manifesti pubblicitari. Il credito di imposta potrà essere utilizzato a compensazione dal giorno lavorativo successivo rispetto alla pubblicazione di tale provvedimento.

Bonus investimenti, come funziona il credito di imposta beni Industria 4.0?

Si amplia il credito di imposta sul bonus investimento per i beni Industria 4.0 secondo quanto dispone la legge di Bilancio 2022. L’agevolazione durerà fino a tutto il 2025, ma occorre prestare attenzione al fatto che il bonus rientra anche nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr): potrebbero nascere incompatibilità con altre agevolazioni fiscali. I beni oggetto di credito di imposta sono quelli materiali e immateriali 4.0, ai quali vanno aggiunte le disposizioni relative ai beni ordinari. Ovvero fuori dalle tabelle A e B di applicazione del bonus investimenti.

Credito fiscale del bonus investimenti su beni Industria 4.0: le scadenze della misura

Le agevolazioni fiscali del bonus investimenti in beni Industria 4.0 sono state modificate dalla legge di Bilancio 2022 al comma 44. Infatti le imprese, nell’applicare le detrazioni del credito di imposta relative al bonus investimenti, dovranno verificare che le agevolazioni non contrastino con le misure previste dal Pnrr. Il bonus investimenti rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2025. La proroga al 30 giugno 2026 avverrà con la prenotazione che deve essere confermata dal venditore di beni. Risulta necessario l’acconto di minimo il 20%. La regola del primo semestre dell’anno successivo vale per la maggior parte dei bonus.

Bonus investimenti su beni materiali 4.0: quali sono?

Le agevolazioni del bonus investimenti su beni materiali dell’Industria 4.0 risultano dalla tabella A allegata alla legge 232 del 2016. In particolare i beni che sono stati prenotati entro il 31 dicembre 2021 e che vengano consegnati entro il 30 giugno prossimo, prevedono il credito di imposta del:

  • 50% fino al valore di 2,5 milioni di euro;
  • 30% tra 2,5 e 10 milioni di euro;
  • 10% tra 10 e 20 milioni di euro;
  • il massimale risulta fissato a 20 milioni di euro.

Credito di imposta su beni materiali 4.0 dal 2022 al 1° semestre 2026

Per i beni materiali 4.0 acquistati nel 2022 e per quelli prenotati entro il 1° semestre del 2023 le percentuali si riducono, rispettivamente, al 40%, al 20% e al 10% con massimale di 20 milioni di euro. I beni acquistati nel 2023, 2024, 2025 e prenotati entro il 30 giugno 2026 hanno le percentuali di credito di imposta rispettivamente: del 20%, del 10% e del 5% con massimale di 20 milioni di euro.

Credito di imposta su acquisto software 4.0 rientranti nel bonus investimenti: quali sono le percentuali dal 2022 al 2026?

Per i beni immateriali e, in particolare, per l’acquisto di software è necessario consultare la tabella B della legge 232 del 2016. In particolare, la legge di Bilancio 2022 ha stabilito le percentuali di credito di imposta sull’acquisto di questi beni nel per i beni acquistati entro il 31 dicembre 2023 e per quelli prenotati entro il primo semestre del 2024 del 20%. Il massimale di acquisto è fissato in un milione di euro. Per i beni acquistati nel 2024 e prenotati entro il 30 giugno 2025 il credito di imposta si riduce al 15%; per i beni acquistati nel 2025 e per quelli prenotati entro il 30 giugno 2026 il credito di imposta è del 10%. Il massimale di spesa rimane fissato a un milione di euro.

Credito di imposta su altri beni rientranti nel bonus investimenti ma non 4.0

Per quanto concerne il credito di imposta ordinario applicato per l’acquisto di beni materiali non rientranti nelle tabelle A e B – e dunque non rientranti nell’Industria 4.0 – con beneficio anche per i liberi professionisti, le percentuali (in riduzione) sono le seguenti:

  • il 6% del credito di imposta per i beni acquistati nel 2022 e prenotati nel 1° semestre del 2023. La percentuale fino al 31 dicembre 2021 (e valida per i beni consegnati o ultimati entro il 30 giugno 2022) è del 10%. Si applica il 15% per i dispositivi utili al lavoro agile;
  • per gli anni 2023, 2024 e 2025 non è previsto alcun credito di imposta su questi beni Industria 4.0;
  • i limiti di spesa sono fissati a 2 milioni di euro per gli acquisti sia del 2022 che del 2023.

Acquisto di beni immateriali ordinari non rientranti nell’Industria 4.0: quale credito di imposta dal bonus investimenti?

Per l’acquisto di beni immateriali ordinari, non rientranti tra quelli Industria 4.0, l’applicazione del bonus investimenti permette i seguenti crediti di imposta:

  • per i beni immateriali ordinari del 2021 e prenotati entro il 30 giugno 2022, il credito di imposta è del 10% con un massimale di un milione di euro;
  • l’acquisto dei beni nel 2022 e fino e prenotati entro il 30 giugno 2023 la percentuale si riduce al 6% con massimale di spesa di un milione;
  • per gli acquisti degli anni 2023, 2024 e 2025 non è previsto alcun credito di imposta per l’acquisto di questi beni.

Cumulabilità bonus investimenti dei beni Industria 4.0 con altri benefici fiscali

Sulla cumulabilità dell’acquisto dei beni rientranti nel bonus investimenti dell’Industria 4.0 con altri benefici fiscali vale la regola generale fissata dalla legge di Bilancio 2021 (ultimo comma dell’articolo 1059). Nel dettaglio, il beneficio del credito di imposta del bonus investimenti risulta cumulabile con altri benefici fiscali sugli stati costi purché tale cumulo rientri all’interno del limite del costo sostenuto.

Cumulabilità bonus investimenti dei beni Industria 4.0 con le misure del Pnrr

Per quanto concerne la cumulabilità del credito di imposta del bonus investimenti dei beni Industria 4.0 con le misure del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è necessario rifarsi alla circolare del ministero dell’Economia e delle Finanze numero 21 del 2021 che recepisce il Regolamento Ue numero 241 del 2021. In particolare, l’articolo 9 del Regolamento comunitario prevede il divieto di cumulo delle misure del Pnrr con le risorse ordinario del bilancio statale.

Cumulabilità credito di imposta beni 4.0 con le disposizioni del Pnrr: i codici tributo da utilizzare

Nel dettaglio, la cumulabilità del credito di imposta del bonus investimenti deve integrarsi con le disposizioni contenute nella misura “Investimento 1, Transizione 4.0 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (M1 C1-1). Tale misura prevede il credito di imposta per l’acquisto di beni materiali e immateriali 4.0 e di quelli standard da non cumulare con il credito di imposta del bonus investimenti. Nella compilazione del quadro RU, in particolare, è necessario prestare attenzione agli errori o alle omissioni di difficile risoluzione. I codici tributo da utilizzare sono contenuti nella risoluzione numero 68/E del 2021.

Cumulabilità beni materiali e immateriali bonus ordinario con beni immateriali Pnrr

Sulla cumulabilità del bonus ordinario sul credito di imposta per l’acquisto di beni materiali e immateriali previsti dal codice tributo 6935 (ovvero i beni non rientranti nelle tabelle A e B, perciò ordinari), la quota finanziata dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza è unicamente quella relativa ai beni immateriali ordinari. Tuttavia, quanto descritto deve integrarsi con la circolare del ministero dell’Economia e delle finanze numero 33 di fine 2021. Tale comunicazione ha chiarito che le diverse misure, quella comunitaria e quella nazionale, possono finanziare l’acquisto di uno stesso bene purché i due incentivi non si sovrappongano e riguardino quote diverse di costi senza superare il 100% del costo relativo all’acquisto stesso.

Pagamenti, limite di contante a 1000 euro dal 1° gennaio 2022, addio al cashback

Cambia la politica antievasione del governo a partire dal 2022. Dal prossimo 1° gennaio il limite dei pagamenti in contante scende a 1000 euro. Anche sugli incentivi relativi ai pagamenti con le carte cambiano le regole: non ci sarà più il cashback e modifiche sono in corso di studio anche per la lotteria degli scontrini.

Pagamenti con contanti: dal 1° gennaio 2022 il limite scende a 1000 euro

Dal 1° gennaio 2022 per i pagamenti in contanti la soglia sarà di 1000 euro. L’attuale limite dei 2000 euro nell’utilizzo delle banconote verrà pertanto dimezzato. La misura è contenuta nel decreto fiscale del governo nell’ambito di un progetto più ampio partito con la legge di Bilancio 2020 del secondo governo Conte. Già dal 1° luglio del 2020 infatti il limite di utilizzo dei contanti nei pagamenti era sceso da 3000 a 2000 euro.

Utilizzo carte di credito e moneta elettronica al 37% a fine 2021

Il limite dei 1000 euro nei pagamenti in contanti pareggia quello di Mario Monti nel 2011 con il decreto “Salva Italia”. In questi dieci anni il modo di pagare degli italiani è cambiato con l’utilizzo della moneta elettronica in continua ascesa (entro la fine del 2021 i pagamenti con carta saranno del 37% rispetto al 33% del 2020 e al 29% del 2019, secondo il Politecnico di Milano). Ma rimane un’ampia fascia di pagatori che utilizzano ancora il contante per le transazioni.

Con Draghi addio al cashback di Stato, non sarà rinnovato nel 2022

Sul fronte degli incentivi all’utilizzo delle carte per i pagamenti, la legge di Bilancio 2022 non confermerà il cashback di Stato. Il premio del 10% sugli acquisti (fino a 150 euro di bonus corrispondenti a una spesa di 1500 euro a semestre pagata con le carte di credito e applicazioni) era stato introdotto durante il secondo governo Conte ed è stato attuato in due periodi. Il primo, dall’8 dicembre al 31 dicembre dello scorso anno; il secondo dal 1° gennaio al 30 giugno 2021. Draghi ha sospeso il cashback di Stato a partire dal 1° luglio 2021 con l’intenzione di ripristinarlo nel 2022. Ma così non sarà, a meno di novità entro la fine di quest’anno.

Lotteria degli scontrini, la novità potrebbe essere quella delle vincite istantanee

Il governo potrebbe invece continuare a puntare sulla lotteria degli scontrini anche nel 2022. Ma con un profondo restyling e la novità dei premi istantanei. Tuttavia, per questi ultimi è necessario che i commercianti adeguino tecnicamente i propri sistemi. Attualmente anche gli esercenti ricevono incentivi per l’utilizzo della carta di credito.

Credito di imposta sugli acquisti e utilizzi nuovi Pos degli esercenti

Si tratta dell’elevazione dal 30 al 100% del credito di imposta derivante dalle commissioni pagate dai commercianti per l’utilizzo dei Pos dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022. Tuttavia la tax credit sull’acquisto dei dispositivi, o sul noleggio e utilizzo, segue un doppio binario. La discriminante è l’acquisto di un dispositivo di tipo tradizionale o Pos di tipo “smart”. Per questi ultimi modelli la tax credit scatterà solo a partire dal prossimo anno.

Contributi a fondo perduto nel turismo, in arrivo pacchetto di misure per 1,7 miliardi

Contributi a fondo perduto, superbonus, fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. È in arrivo un pacchetto di misure per gli operatori del turismo per 1,7 miliardi di euro dal Pnrr. Le misure dovrebbero entrare in vigore già prima del 31 dicembre 2021. Per fare in fretta, nei prossimi giorni il governo dovrebbe varare il decreto Pnrr destinato agli operatori di alberghi, stabilimenti balneari, imprese femminili e aziende gestite da giovani. L’obiettivo è la riqualificazione di circa 3500 strutture nei prossimi quattro anni.

Dai contributi a fondo perduto al credito di imposta, quali sono le misure attese per il turismo

Nel pacchetto di misure attese per il turismo dovrebbero rientrare:

  • il superbonus fino all’80% per la riqualificazione di alberghi, strutture ricettive e stabilimenti balneari;
  • un fondo di garanzia delle piccole e medie imprese, comprese misure per l’imprenditoria femminile e per i giovani fino a 35 anni;
  • un fondo di rotazione a garanzia degli investimenti nel settore;
  • contributi alle attività del Sud Italia;
  • una tax credit consistente nel credito di imposta per agenzie di viaggi e tour operator.

Misure per il turismo: il superbonus 80%

Una delle misure più attese è il superbonus 80% per le imprese del settore. Dovrebbero rientrare tra i beneficiari gli alberghi, le terme e gli stabilimenti balneari, gli agriturismi, i porti turistici, i congressi e le fiere, i parchi a tema. Il superbonus 80% dovrebbe essere applicato al rinnovamento delle strutture dal punto di vista dell’efficienza energetica e della riqualificazione per le barriere architettoniche e lavori antisismici.

Chi può accedere al superbonus 80% turismo?

I lavori ammessi al superbonus 80% dovranno essere effettuati e conclusi entro la fine del 2024. Tuttavia, il superbonus potrebbe finanziare anche interventi già svolti e terminati prima dell’entrata in vigore del decreto Pnrr, purché l’inizio dei lavori sia avvenuto a partire da febbraio 2020.

Come si può utilizzare il superbonus 80% con il credito di imposta?

Il superbonus 80% per i lavori effettuati su strutture turistiche potrà essere usato come credito di imposta destinato a coprire contributi e tasse. Il limite temporale di utilizzo dovrebbe essere l’anno di imposta 2025. Il credito di imposta potrà essere anche ceduto a soggetti terzi.

Fondo perduto per le imprese turistiche

I contributi a fondo perduto per le imprese del turismo dovrebbe arrivare a un importo limite di 40 mila euro. A questi dovrebbero aggiungersi ulteriori 30 mila euro se le spese per la digitalizzazione e per l’innovazione tecnologica dovessero ammontare ad almeno il 15% dell’intero intervento previsto per la struttura. Ulteriori incrementi sono previsti per le imprese gestite da giovani under 35 o da donne (20 mila euro aggiuntivi di fondo perduto). Per le imprese operati nelle regioni del Sud Italia l’incremento si attesterebbe a 10 mila euro. L’importo massimo spettante per ciascuna impresa è pari a 100 mila euro. Il contributo verrà erogato solo al completamento degli interventi, con un anticipo massimo del 30% di quanto previsto.

Turismo, atteso il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese

Il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese del turismo dovrebbe supportare oltre 24 mila investimenti. Il totale delle garanzie dovrebbe attestarsi intorno ai 2,7 miliardi di euro con un accantonamento presunto di 358 milioni di euro. Le categorie riservate sono, anche per questo strumento, le imprese operanti nel Sud Italia e quelle gestite da donne o da giovani.

Fondo di rotazione: garanzia del 35% delle spese ammissibili per digitalizzazione e riqualificazione

Un ulteriore strumento di garanzia per gli investimenti fatti nel settore del turismo sarà il fondo di rotazione. È prevista la garanzia delle spese ammissibili del 35%. Per il fondo verranno stanziati 40 milioni di euro nel prossimo anno e 50 milioni negli anni susseguenti. Gli interventi ammessi sono soprattutto quelli di digitalizzazione e di riqualificazione energetica.

Aiuti al turismo, la tax credit ai tour operator

Per i tour operator e le agenzie di viaggi è prevista la tax credit. Si tratta di un credito di imposta a copertura delle spese per la digitalizzazione dei servizi. Si può arrivare al 50% del credito di imposta sulle spese sostenute e ammissibili, fino al tetto massimo di 25 mila euro. Tra i lavori ammessi al credito di imposta risultano l’acquisto di siti web e la gestione delle prenotazioni di pernottamenti attraverso la digitalizzazione dei servizi stessi. Il fondo godrà di uno stanziamento di 98 milioni di euro da assegnare agli anni dal 2022 al 2025.

Tax credit vacanze ad agenzie e tour operator fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Sostegni bis ha aperto ad agenzie di viaggio e a tour operato per la tax credit sulle vacanze. In particolare, si tratta dei pacchetti con destinazione delle vacanze in Italia. Il maggior numero dei beneficiari della tax credit è assicurato dal comma 3, dell’articolo 7, del decreto legge numero 73 del 2021. Il decreto Sostegni bis va dunque a modificare il comma 1 dell’articolo 176 del decreto legge numero 34 del 2020.

Agenzie di viaggi e tour operator si aggiungono alle strutture per l’utilizzo del bonus vacanze

Con la variazione introdotta dal decreto Sostegni bis, il governo ha inteso dare un “maggiore contributo all’obiettivo di rivitalizzare la domanda dei viaggi“. Infatti, le misure limitative introdotte per l’emergenza Covid hanno determinato un impatto al ribasso su tutto il turismo. Il settore comprende, da quanto si legge nella Relazione illustrative, oltre alle strutture ricettive, agli agriturismi e ai bed and breakfast, anche i tour operator e le agenzie di viaggio. Queste ultime due categorie hanno registrato riduzioni di oltre l’80% dei ricavi dall’inizio dell’emergenza Covid.

Bonus vacanze: da chi è stato richiesto dall’introduzione del Dl 34 del 2020

Nei numeri, alla fine del 2020 sono state 1.886.000 le famiglie che hanno prenotato il bonus vacanze per un impiego complessivo delle risorse pari a 820 milioni di euro. Ma meno della metà lo hanno effettivamente usato, per un numero di famiglie pari a 788mila.

Risorse del bonus vacanze nel 2020 e 2021: ancora 500 milioni da utilizzare

Le famiglie che non hanno ancora utilizzato il bonus vacanze (pari a circa 1,1 milioni) sono attese per l’utilizzo delle risorse pari a circa 500 milioni di euro. Potranno farlo entro il 31 dicembre 2021. In totale, i fondi stanziati dal decreto legge numero 34 del 2020 sono pari a 2,5 miliardi di euro, dei quali 1,67 miliardi per il 2020 e 733,8 per l’anno in corso. L’estensione della tax credit ai tour operator e alle agenzie di viaggi mira, pertanto, ad agevolare l’utilizzo delle risorse stanziate.

Chi può richiedere il bonus vacanze e con quali requisiti?

La domanda per l’utilizzo del bonus vacanze doveva essere presentata entro il 31 dicembre 2020. Il bonus, invece, può essere utilizzabile fino al 31 dicembre prossimo. L’inizio dell’utilizzo del bonus da parte di chi ha presentato domanda era fissato al  1° luglio del 2020. È necessario, per usufruire dello sconto, che almeno un giorno delle vacanze rientri tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021: ciò in vista delle vacanze natalizie con le quali si concluderà la possibilità di utilizzare il bonus. Il credito,  utilizzabile da uno solo dei componenti di un nucleo familiare, è determinato in:

  • 500 euro per ogni famiglia con un figlio a carico;
  • 300 euro per le famiglie composte da 2 persone;
  • 150 euro per le famiglie di una sola persona.

Chi paga deve essere lo stesso soggetto che utilizza il bonus vacanze?

È importante sottolineare che il componente del nucleo familiare Isee che paga può anche non coincidere con chi intende utilizzare il bonus vacanze. Il codice fiscale dell’utilizzatore, in ogni modo, deve essere riportato sulla fattura, sul documento commerciale, sullo scontrino o sulla ricevuta fiscale. Per la presentazione della domanda del bonus vacanze, scaduta a fine 2020 il valore dell’Isee non doveva superare i 40mila euro. La domanda si presentava in modalità telematica, utilizzando le credenziali Spid o Cie (Carta d’identità elettronica).

Detrazione del bonus vacanze nella dichiarazione dei redditi

La tax credit del bonus vacanze va utilizzato nella misura dell’80% come sconto e, per il restante 20%, come detrazione d’imposta nella dichiarazione dei redditi. La detrazione vale per il periodo d’imposta 2020 o 2021 a seconda dell’anno di utilizzo del bonus. Ciò significa che, per la detrazione da indicare nella dichiarazione dei redditi da parte della persona fisica che ha utilizzato il bonus vacanze (pari al 20% del bonus massimo), è necessario far riferimento alla data del pagamento. Se questa non supera il 31 dicembre 2020, la detrazione va effettuata nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2021 per l’anno di imposta 2020. Per i soggiorni pagati a partire dal 1° gennaio 2021, la detrazione d’imposta dovrà essere indicata nella dichiarazione dei redditi del 2022 per l’anno di imposta 2021.

Utilizzo del bonus vacanze: cosa c’è da sapere

Il bonus è utilizzabile dalle sole persone fisiche per il pagamento dei servizi di turistici usufruiti in Italia. I servizi devono essere resi da imprese del turismo e ricettive, da agriturismi, da bed and breakfast e, da ultimo, da tour operator e agenzie di viaggio.

Bonus vacanze, cosa deve fare l’esercente

Il fornitore del servizio turistico, che può essere la struttura ricettiva, l’agenzia di viaggio o il tour operator, per applicare lo sconto al momento dell’incasso, deve accedere all’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate con le credenziali di Fisconline o Entratel, oppure con lo Spid, Carta di identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi. Il fornitore dovrà inserire:

  • il Qr Code o il codice univoco associato al bonus vacanze che viene fornito dal cliente;
  • il codice fiscale del beneficiario (cliente) che deve essere indicato anche nella fattura, nel documento commerciale, nello scontrino o nella ricevuta fiscale;
  • l’importo totale del corrispettivo dovuto al lordo dello sconto da applicare.