Anziani da accudire? C’è il franchising Sanitel

I franchising di assistenza anziani sono delle realtà sempre più presenti in Italia, in virtù del crescente invecchiamento della popolazione e del fatto che il pubblico sempre più difficilmente riesce a far fronte alle crescenti esigenze assistenziali della popolazione più avanti negli anni. Ecco perché un franchising in questo settore può essere una interessante opportunità di business.

In questo campo opera Sanitel, marchio dedicato all’assistenza socio-sanitaria domiciliare alla persona, attivo 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, che lavora con una rete di franchising assistenza anziani e servizi di assistenza sanitaria attraverso filiali denominate Sanitel Point. Inoltre come comunica l’azienda, “ha realizzato un innovativo sistema di teleprenotazione attraverso un portale web, denominato SanitelClic, per l’elaborazione di dati statistici, semplificazione, organizzazione e contabilizzazione delle prestazioni erogate che viene concesso a titolo gratuito a tutti gli affiliati”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: almeno 25 mq

Bacino d’utenza: almeno 150mila abitanti

Investimento iniziale: almeno 15mila euro

Fatturato medio annuo: non specificato

Fee d’ingresso: 10mila euro

Royalties: 2,50%

Durata del contratto: non specificata

Per maggiori informazioni Sanitel Group

CoLAP, a novembre un evento a Roma

Torna in pista il CoLAP con “RIPARTE L’ITALIA con la Road Map del CoLAP”. Il Coordinamento Libere Associazioni Professionali organizza infatti un evento speciale a Roma il 13 novembre 2015 all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum a partire dalle 9:30.

L’iniziativa romana costituisce la tappa centrale del roadshow “RIPARTE L’ITALIA con la Road Map del CoLAP”, nato per presentare ai diversi interlocutori politici e istituzionali la Road Map elaborata dal CoLAP, un documento contenente proposte riguardanti Previdenza, Formazione e Politiche Attive, Fisco e Lavoro e il ruolo delle Regioni e dell’Europa nel sistema delle Libere Professioni.

La Road Map del CoLAP è stata presentata per la prima volta nel seminario “RIPARTE L’ITALIA con la Road Map del CoLAP” svoltosi nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati il 23 luglio scorso, evento che ha costituito la fase preparatoria dell’appuntamento centrale del 13 novembre prossimo.

L’accesso all’iniziativa è gratuito e aperto a tutti. Durante il talk show che si terrà alla mattina, a partire dalle 10, è prevista la partecipazione di importanti esponenti del Governo e delle istituzioni, oltre a rappresentanti del mondo delle professioni, associative e ordinistiche, del mondo della scuola e dell’informazione.

Nella fascia pomeridiana invece, a partire dalle 14:30, si svolgeranno workshop e attività dimostrative tenute dalle singole associazioni sponsor di “RIPARTE L’ITALIA con la Road Map del CoLAP”.

Delega fiscale, alcune novità – Parte I

Come abbiamo visto ieri, il via libera ottenuto dalla Delega fiscale con l’approvazione degli ultimi 5 decreti delegati da parte del Consiglio dei ministri ha portato parecchie novità in ambito tributario. Particolarmente interessante è il decreto sul contenzioso tributario, che ha arricchito la Delega fiscale di novità in parte favorevoli al contribuente. Vediamone alcune.

I punti salienti del decreto in oggetto sono il rafforzamento del contraddittorio tra fisco e contribuenti, la revisione dello strumento dell’interpello e l’estensione della mediazione a tutte le controversie, indipendentemente da quello che è l’ente impositore. Tutti punti che hanno arricchito la Delega fiscale di spunti di interesse.

Intanto, con il decreto delegato esce radicalmente rinnovato l’istituto dell’interpello, che vede potenziata la fase di contraddittorio tra fisco e contribuenti, in modo che questi ultimi abbiano una maggiore certezza riguardo i tempi di risposta da parte dell’amministrazione tributaria. Il decreto attuativo della Delega fiscale individua quattro categorie di interpello: ordinario, probatorio, antiabuso e disapplicativo. Inoltre, prevede che i tempi di risposta per gli interpelli ordinari si abbassino da 120 a 90 giorni e introduce come limite massimo per tutte le altre tipologie di interpello il tetto di 120 giorni.

La nuova Delega fiscale dà valore alla regola del silenzio-assenso: se la risposta dell’amministrazione tributaria non perviene entro il termine fissato, resta valida la soluzione prospettata da colui che ha inoltrato l’interpello. Se, invece, la risposta dell’amministrazione non perviene a causa di una carenza nei documenti allegati dal contribuente, gli uffici dovranno richiedergli di integrarla, con la conseguente riduzione a 60 giorni del termine della risposta.

Altra novità legata alla Delega fiscale riguarda l’allargamento della tutela cautelare a tutte le fasi del procedimento tributario. Con questo ampliamento, il contribuente può chiedere in qualsiasi momento la sospensione dell’atto impugnato, qualora ritenga di essere in presenza di un danno grave. Allo stesso modo, ora sarà possibile, per ciascuna delle parti chiedere la sospensione degli effetti della sentenza, sia essa di primo grado o di appello, in ottemperanza a quanto prevede il codice di procedura civile.

Vedremo domani le altre novità introdotte dagli ultimi decreti esecutivi della Delega fiscale.

I consulenti del lavoro sul “caso Colosseo”

Ha suscitato scalpore e indignazione in molti, ma soprattutto in coloro i quali hanno a cuore l’immagine dell’Italia e considerano il lavoro una missione e non un hobby, la chiusura al pubblico per alcune ore del Colosseo a causa di un’assemblea sindacale, avvenuta nei giorni scorsi.

Episodi analoghi si erano susseguiti anche agli scavi di Pompei, tanto che il governo ha deciso una svolta dichiarando anche i musei e i siti archeologici servizi pubblici essenziali. La Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha provato a capire che cosa significa nel concreto questa misura e quali conseguenze avrà per visitatori e lavoratori.

Con un approfondimento ad hoc, i consulenti del lavoro spiegano che “la questione nasce dal diritto per i lavoratori di libertà sindacale e di sciopero. Si tratta di diritti fondamentali riconosciuti dalla costituzione. Lo sciopero non risulta compiutamente regolamentato con una specifica legge attuativa del principio costituzionale contenuto all’articolo 40, con conseguente rischio anche di improvvise chiusure di attività o luoghi di lavoro, a causa di lavoratori che decidono di esercitare tale diritto“.

Tuttavia – prosegue la nota dei consulenti del lavoro -, una legge del 1990, allo scopo di contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con il godimento di altri diritti fondamentali della persona, prevede precise regole e procedure da seguire in caso di conflitto collettivo, per assicurare comunque il funzionamento di alcuni servizi ritenuti essenziali“.

Ed è proprio sulla legge n.146/1990 – continuano ancora i consulenti del lavoroche interviene l’esecutivo inserendo anche i musei ed i siti archeologici tra i servizi ritenuti essenziali per la persona. Vediamo quali sono le conseguenze“.

Per proclamare uno sciopero – scrivono i consulenti del lavorooccorre preventivamente comunicarlo per iscritto sia alle imprese o amministrazioni che erogano il servizio. Il preavviso è fissato dai contratti collettivi per un periodo comunque non inferiore a 10 giorni. La comunicazione del preavviso deve contenere la durata, le modalità di attuazione e le motivazioni dell’astensione collettiva dal lavoro. Ma la comunicazione dovrà essere indirizzata anche alla Commissione di Garanzia dello Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali che si dovrà esprimere sulla legittimità dello stesso. L’Authority può decidere anche la sospensione o il differimento dell’astensione o arrivare anche alla precettazione dei lavoratori interessati, nel caso di effettuazione dello sciopero“.

Le sanzioni in caso di violazioni possono essere di natura pecuniaria per le associazioni sindacali e i responsabili delle imprese erogatrici. I lavoratori saranno invece esposti al rischio di sanzioni disciplinari anche pecuniarie ma comunque diverse dal licenziamento. È evidente che questa modifica garantisce maggiormente i visitatori dei musei e dei siti archeologici, considerato che di fatto viene impedita l’improvvisa proclamazione dello sciopero“.

Infatti – concludono i consulenti del lavoro nel loro approfondimento – la comunicazione preventiva dell’intenzione di astenersi collettivamente dalla prestazione lavorativa ha anche la finalità di consentire alle imprese o amministrazioni erogatrici del servizio di adottare le misure idonee ed effettuare le comunicazioni all’utenza, evitando così i disservizi che si sono creati nei giorni scorsi“.

Dalla Bei 50 milioni per le imprese agricole

Ancora una volta la Bei, la Banca Europea degli Investimenti, dimostra di avere un’attenzione particolare per le imprese agricole. Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha infatti reso noto che il Consiglio di Amministrazione della Bei ha autorizzato la concessione all’Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, una prima linea di credito di 50 milioni di euro da destinare alle imprese agricole italiane.

La somma messa a disposizione dalla Bei è destinata appunto alle imprese agricole e sarà utilizzata per finanziare start-up e ampliare le imprese agricole da parte di imprenditori under 40.

Largo il ventaglio delle iniziative finanziabili a favore delle imprese agricole. Si va dal capitale circolante delle aziende agli investimenti per migliorare l’efficienza aziendale, fino all’e-commerce e alle iniziative di internazionalizzazione da parte delle imprese agricole. La durata dei finanziamenti potrà arrivare a 20 anni.

Secondo il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martinasi tratta di un’opportunità importante per sostenere le idee innovative dei giovani che vogliono investire in agricoltura. Questi 50 milioni di euro costituiscono un patrimonio da utilizzare al meglio e si inseriscono nel piano di azioni del Governo per favorire il ricambio generazionale. Penso alle azioni di Campolibero come i mutui a tasso zero, le detrazioni del 19% per gli under 35 che affittano terreni, al credito d’imposta al 40% per gli investimenti nell’e-commerce fino a 50mila euro. Nei mesi scorsi abbiamo aumentato del 25% gli aiuti diretti dei fondi comunitari per le imprese agricole condotte da giovani e dato una corsia preferenziale agli under 40 con il nostro decreto TerreVive per affittare o acquistare i 5.500 ettari che lo Stato vuole far tornare all’agricoltura. Più del 65% delle prime assegnazioni sono andate a ragazzi. Vogliamo andare avanti, dobbiamo dare fiducia e credito ai nostri imprenditori under 40, sono loro a rappresentare il futuro del settore. Per questo voglio ringraziare la Bei del lavoro coordinato che in questi mesi stiamo portando avanti per il comparto agricolo nazionale”.

I decreti attuativi della Delega fiscale

La Delega fiscale approvata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri, lo abbiamo scritto, è sicuramente perfettibile, ma intanto c’è. L’approvazione definitiva degli ultimi cinque decreti attuativi della Delega fiscale ha infatti messo fine a un iter cominciato troppi anni fa e articolato in diversi punti che mettono ordine su differenti aspetti della fiscalità.

Uno dei più importanti decreti attuativi della Delega fiscale approvati la scorsa settimana riguarda le sanzioni e le soglie di punibilità dei reati tributari. Le prime troveranno applicazione a partire dal 1° gennaio 2017, mentre le seconde 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Di fatto con le nuove regole introdotte da questo decreto della Delega fiscale, l’esecutivo punta, sotto il profilo delle sanzioni amministrative, a rendere meno onerosi i costi per i contribuenti che si mettono in regola col Fisco, purché correggano le proprie omissioni o i propri errori il prima possibile. Mano più pesante sul lato delle pene in caso di frodi, ma, dall’altro lato, un innalzamento delle soglie per gli omessi versamenti di Iva (che passano da 50mila a 250mila euro) e ritenute (che passano da 50mila a 150mila euro) a favore di chi non dispone di sufficiente liquidità per pagare le imposte a causa di difficoltà indotte dalla crisi economica.

Un altro decreto attuativo della Delega fiscale riguarda la riscossione con l’aggio sulle cartelle di Equitalia che cambia rispetto all’8% precedente. Il decreto stabilisce infatti una percentuale variabile, secondo questo schema: 1% per la riscossione spontanea, 3% o 6% per la riscossione coattiva, con il 3% applicato a chi provvede al pagamento entro 60 giorni dalla notifica della cartella e il 6% applicato a chi supera tale scadenza.

La Delega fiscale prevede poi un decreto su contenzioso e interpelli, con il quale si allarga lo strumento della mediazione tributaria (obbligatoria dal 2012 ma solo per le liti con l’Agenzia delle Entrate) a tutte le contestazioni fino a 20mila euro, comprese quelle sui tributi locali come Tari e Imu. Altra novità: la mediazione sarà ammissibile anche in secondo, mentre ora è ferma al primo.

Importante anche il decreto sulle agenzie fiscali, il cui obiettivo è quello di ottenere convenzioni tra Mef e amministrazione tributaria che favoriscano l’adempimento spontaneo dei contribuenti.

Infine, il decreto attuativo della Delega fiscale che affida al Governo la stesura di un programma che, di anno in anno, riordini le spese fiscali monitorando i risultati della lotta all’evasione. L’Esecutivo è infatti investito del compito importantissimo di controllare le agevolazioni fiscali ogni 5 anni dalla loro introduzione e di presentare, attraverso i documenti di finanza pubblica, un controllo annuale che consenta di calcolare i recuperi da evasione fiscale da destinare al fondo taglia-tasse. Un’azione finora sempre pubblicizzata ma non ancora messa in atto pienamente.

A Gallarate apre lo sportello franchising

Un nuovo sportello franchising sul territorio. Arriva a Gallarate, in provincia di Varese, “figlio” del progetto di attrazione di nuovi punti vendita all’interno dei Distretti Urbani per il Commercio avviato nei mesi scorsi dalla Regione Lombardia e da alcuni comuni per sviluppare e sostenere l’occupazione di spazi commerciali sfitti attraverso investimenti operati da catene di franchising. Lo sportello franchising della città, varato da comune e Ascom, servirà a far incontrare proprietari immobiliari e potenziali investitori.

A seguito del lancio della propria iniziativa, in Regione in sono arrivate, da parte dei franchisor, circa 100 manifestazioni di interesse, 23 solo per il centro storico di Gallarate e per l’area compresa nel Distretto Urbano “Gallarate Shopping”. Da qui l’importanza strategica dell’apertura di uno sportello franchising in città.

I franchisor interessati all’espansione in città rientrano principalmente nei settori merceologici della ristorazione, della parafarmacia, dei servizi di posta e logistica, della moda, delle agenzie di viaggi, della caffetteria, ma non mancano molte altre tipologie.

Si tratta di investitori che ricercano principalmente strutture medio-piccole, da 20 a 200 mq, con un totale di addetti impiegabili fino a 70 unità. I franchisor ricercano principalmente spazi ubicati in aree pedonali ma anche in zone di transito, vicine a centri commerciali o servite da parcheggi. L’auspicio è che lo sportello franchising cittadino possa far incontrare al meglio domanda e offerta.

Infortuni sul lavoro, importante sentenza della Cassazione

La Cassazione ha emesso una sentenza in materia di infortuni sul lavoro che è destinata, molto probabilmente a cambiare gli scenari relativi agli infortuni stessi e alle responsabilità giuridiche legate a questo tipo di accadimenti.

Secondo i giudici della Suprema Corte, da un punto di vista giuridico, le responsabilità dell’azienda in caso di infortuni sul lavoro dei propri dipendenti restano tali anche in caso di comportamenti negligente da parte del lavoratore infortunato e anche, soprattutto, se gli incidenti che causano gli infortuni sul lavoro avvengono al di fuori dell’orario lavorativo.

La sentenza della Cassazione è stata emessa in merito al caso di un operaio edile caduto dall’impalcatura di un cantiere, infortunio per il quale l’impresa è stata ritenuta responsabile di lesioni personali colpose, nonostante l’operaio avesse commesso una serie di irregolarità, prime fra tutte il non aver indossato l’imbracatura di sicurezza e l’essersi presentato in cantiere al di fuori dell’orario di lavoro.

Secondo i giudici, infatti, le misure di sicurezza in cantiere non erano comunque sufficienti e il fatto di non aver indossato l’imbracatura di sicurezza fornita dall’azienda è sì motivo di negligenza da parte del lavoratore, ma non esclude le responsabilità del datore di lavoro per prevenire questo tipo di infortuni sul lavoro.

Per quanto riguarda invece l’orario di lavoro, la fattispecie rilevante nel caso in oggetto era che l’uomo, anche se al di fuori dell’orario di lavoro, stava comunque svolgendo le proprie mansioni.

Del resto, come ricordano gli ermellini, l’unico caso di irresponsabilità del datore di lavoro in caso di infortuni sul lavoro è rappresentato da una causa del tutto estranea al processo produttivo e alle mansioni attribuite al dipendente. Elementi che mancavano nel caso in oggetto.

Equitalia e tributaristi, alleanza in nome della semplificazione e dell’efficienza

di Davide PASSONI

Il convegno Equitalia – INT “Confronto e collaborazione per migliorare il rapporto fisco/contribuente”, che si è tenuto il 24 settembre scorso, a Milano è una di quelle occasioni che gli addetti ai lavori, come i tributaristi, i fiscalisti, i commercialisti o gli agenti della riscossione non avrebbero dovuto perdere. Ma sarebbe stata un’ottima occasione anche per imprenditori o professionisti che, sentendosi vessati dal Fisco, avrebbero potuto capire qualcosa in più e, forse, rivedere certe posizioni preconcette.

Basterebbero i nomi di tre delle voci di punta intervenute – Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, Vincenzo Busa, presidente di Equitalia e Giorgio Benvenuto, ex numero 1 della Uil, ex senatore ed ex deputato, attualmente presidente della Fondazione Bruno Buozzi – per far intuire la portata dei temi trattati nel convegno.

GUARDA LE INTERVISTE VIDEO DEL CONVEGNO EQUITALIA – INT

Dopo una prima parte più tecnica, affidata a Giuseppe Zambon, consigliere nazionale dell’Istituto Nazionale Tributaristi e coordinatore della Commissione fiscalità dello stesso, e ad Andrea Umberto Daglia, responsabile dell’Ufficio legale e contenzioso di Equitalia Nord, i quali hanno illustrato, rispettivamente, le diverse istanze di rateazione della cartella esattoriale e gli istituti amministrativi per la sospensione della riscossione coattiva, l’evento è entrato nel vivo con la tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Alemanno, Busa, Benvenuto e di Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni.

Una tavola rotonda per non addetti ai lavori, in un certo senso, dal momento che le parole chiave lungo la quale si è snodata sono state “semplificazione” e “buon senso”. Da un lato, Busa ha ricordato che trovare un equilibrio tra lotta all’evasione ed equità fiscale non è per nulla semplice; da qui il ruolo antipatico e impopolare che l’istituto da lui presieduto cercherà sempre più di mitigare con una mission ben precisa: dialogo con il contribuente per “tagliare” al meglio le esigenze sacrosante della riscossione fiscale con le esigenze di quest’ultimo, migliorando l’efficienza e l’efficacia dei processi riscossivi. Un proposito bello e facile a dirsi, molto più complesso da mettere in pratica.

Ed è qui che interviene l’importanza dei cosiddetti “corpi intermedi”, intermediari fiscali incaricati di mediare tra amministrazione tributaria e contribuente; in importanza che Alemanno, per parte dei tributaristi, ha ribadito con forza. Così come ha ribadito la necessità del rispetto sommo per il loro operato, la cui complessità non è per nulla favorita dalla complessità del sistema fiscale, anzi. Come fare dunque, chiede Alemanno a nome dei tributaristi, per operare una semplificazione vitale, oltre che necessaria? Formule magiche non ce ne sono, e nemmeno si tratta di un processo a breve o medio termine; un passo iniziale sarebbe quello di utilizzare meno norme e più buon senso nell’approccio alle casistiche pratiche legate alla fiscalità.

Una posizione ampiamente condivisa sia da Busa sia da Giorgio Benvenuto. Specialmente quest’ultimo, che nei suoi 60 anni di vita sindacale e politica ne ha viste di tutti i colori, ha ricordato come la difficoltà tutta italiana di scrivere leggi semplici sia legata alla nostra tendenza a normare per fattispecie, sia a livello di leggi ordinarie sia a livello di normativa fiscale. Se l’amministrazione fiscale, in questo senso, collaborasse ad innescare un processo di semplificazione, saremmo già a metà dell’opera. Benvenuto ha poi ricordato come Equitalia nacque con il consenso di tutti i partiti politici insieme allo Statuto del contribuente, per creare un’alleanza tra cittadino e amministrazione tributaria. Fu una serie di errori politici che portarono alla sistematica violazione dello Statuto a distorcere progressivamente e in modo crescente la percezione del ruolo di Equitalia. Tempo perso, che va recuperato.

In questo senso, Busa, raccogliendo l’invito dei tributaristi, ha ricordato che il sistema fiscale italiano non sarà mai davvero semplificato fino in fondo se non perderemo il vizio di avere un approccio casistico alla disciplina delle fattispecie, invocando sempre una norma astratta per risolvere un problema concreto; è necessario smettere di creare normative in base ai principi e non ai casi concreti e, qualora si tratti di principi, vanno sempre applicati con il buon senso.

Parole sottoscritte in pieno da Deiana, che ha ricordato anche l’importanza del dialogo e del confronto tra associazioni professionali, istituzioni e amministrazione fiscale e tributaria. Le associazioni professionali, ha sottolineato Deiana, sono il filtro di competenza intermedia tra i vertici, composti dalle istituzioni, e la base, formata dai cittadini-contribuenti. Questi ultimi, in quanto azionisti del Paese, devono avere fiducia nelle istituzioni e devono dare il proprio contributo per migliorarle. In questo, ha sottolineato Deiana, le associazioni professionali, tra cui anche l’Istituto Nazionale Tributaristi, sono fondamentali.

Conclusione del convegno affidata ad Alemanno. Il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi ha invitato innanzitutto a non creare un clima di esasperazione intorno alle tematiche della fiscalità e della riscossione, ribadendo con forza la necessità di un alleggerimento della pressione fiscale. Tra i compiti ardui dei tributaristi, infatti, oltre a esserci la necessità di stare dietro a una normativa fiscale che cambia a ritmi parossistici, c’è anche la difficoltà a spiegare al contribuente il perché di una pressione fiscale che lo porta a mollare allo Stato oltre la metà dei propri redditi. In questo senso, maggiore semplificazione non significherà probabilmente minori tasse, almeno nell’immediato, ma sarebbe un segnale positivo. Quello del quale molti cittadini, ormai esasperati, avrebbero almeno bisogno.

Dal convegno Equitalia – INT sono dunque emerse visioni convergenti, buoni propositi e comuni intendimenti. Ora, il difficile, è tradurli in misure concrete. I tributaristi li conosciamo e sappiamo che ce la metteranno tutta per fare al meglio la loro parte. Ma l’amministrazione tributaria? Noi siamo qui e l’aspettiamo al varco.