Nuovi bandi per l’energia, le novità per le aziende italiane

Nuovi bandi per l’energia sono richiedibili per le imprese che vogliono migliorare la loro efficienza energetiche, tutte le novità in merito.

Nuovi bandi per l’energia, più efficienza e più sviluppo

Le bollette energetiche, in questi mesi, sono lievitate sia per le famiglie che per le imprese e piccole imprese. Alcune purtroppo hanno anche dovuto chiudere le loro porte e licenziare molte persone. Tuttavia il fotovoltaico sembra essere la scelta migliore su cui molte regioni puntano, soprattutto quello del Sud dove si ha il solo praticamente tutto l’anno. Ma ciòa cui si deve puntare è la più efficienza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili, per coprire almeno un quinto di tutti i consumi, e forte accelerazione nella riduzione delle emissioni gas serra.

Dunque sono questi gli obiettivi che la Regione Emilia-Romagna punta a raggiungere nei prossimi tre anni. Un investimento previsto pari a 8,5 miliardi di euro, di cui 4,6 miliardi sono risorse pubbliche. Si tratta più che altro di tre possibili bandi su cui contare all’interno di un Piano triennale di attuazione 2022-2024 del Piano messo in atto dalla Regione Emilia Romagna.

I tre nuovi bandi per le imprese

La Regione ha già varato tre nuovi bandi che contengono tutte le misure per il miglioramento energetico, e sono:

  • un primo bando da 13 milioni di euro a fondo perduto rivolto alle imprese manifatturiere e dei servizi. Società che investono per la riqualificazione energetica degli edifici e nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili destinate all’autoconsumo. Ma anche per il miglioramento ed adeguamento sismico degli edifici nei quali si svolge l’attività aziendale;
  • un secondo bando destina 30 milioni di euro sempre per la riqualificazione energetica e impianti di produzione di energia fa fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo e per interventi finalizzati al miglioramento e adeguamento sismico, ma destinati agli edifici pubblici;
  • il terzo bando ha lo scopo di sostenere la costituzione e la progettazione delle Comunità energetiche rinnovabili. Mette a disposizione 2 milioni di euro a copertura dei costi per l’avvio.

Le  informazioni sui bandi

Per tutte le informazioni sul bandi è possibile rivolgersi ai seguenti dati di riferimento. Sportello imprese aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13.00. Per il recapito telefonico  tel. 848.800.258 (chiamata a costo tariffa urbana, secondo il proprio piano tariffario). Ed infine per l’indirizzo mail dedicato: infoporfesr@regione.emilia-romagna.it.

Per fortuna sono molte le Regioni che si stanno movendo in questo senso, cercando di promuovere il più possibile il miglioramento energetico delle imprese. Perché, dove possibile, l’auto produzione permette anche di staccarsi dalla rete elettrica tradizionale, o magari risparmiare limitandone i consumi.

 

 

Assegno maternità dei Comuni 2023: i nuovi importi

L’assegno di maternità erogato dai Comuni aumenta, a rendere nota la notizia è il Dipartimento Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un comunicato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 febbraio 2023. Ecco i nuovi importi dell’assegno maternità Comuni.

Assegno maternità dei Comuni 2023: a chi viene riconosciuto?

L’assegno di maternità erogato dai Comuni è previsto dall’articolo 74 del decreto legislativo 151 del 2001. Come noto, il 2022 ha fatto registrare un elevato tasso di inflazione, cioè aumento dei prezzi. Le erogazioni provenienti dal settore pubblico hanno quindi visto un aggiornamento in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, rilevata dall’Istituto di statistica, soggiace a tale regola anche l’assegno di maternità dei Comuni.

Ricordiamo che l’assegno di maternità Comuni 2023 spetta in caso di parto, adozione o affidamento preadottivo.

Si eroga ai cittadini residenti italiani, comunitari o stranieri in possesso di titolo di soggiorno che però non abbiano un’altra copertura previdenziale, insomma se si percepisce l’assegno di maternità in “qualità” di donna lavoratrice, non si può percepire l’assegno maternità dei Comuni 2023. Sono però previsti dei limiti di reddito, infatti l’Isee deve avere un valore pari o inferiore, per il 2023, a 19.185,13 euro ( per il 2022 il limite era 17.747,58 euro ).

Deve essere ricordato anche che l’assegno è in realtà erogato dall’Inps, anche se la concessione formalmente proviene dal Comune di residenza.

Qual è il nuovo importo dell’assegno maternità dei Comuni 2023?

Fatta la premessa, ricordiamo che in base al Comunicato del Dipartimento Politiche della Famiglia, l’importo previsto per l’assegno maternità concesso dal Comune per il 2023 è di 383,46 euro per cinque mensilità (nel 2022 l’importo era pari a 354,73 euro). La rivalutazione adottata è stata dell’8,1%. La domanda deve essere presentata presso il Comune di residenza a cui spetta anche la valutazione dell’esistenza dei requisiti per l’accesso alla prestazione. Possono presentare domanda di integrazione coloro che percepiscono l’assegno di maternità, ma l’importo dello stesso sia inferiore al limite ora visto, in questo caso si dispone l’integrazione.

A fini fiscali e previdenziali l’assegno di maternità non costituisce reddito imponibile. Infine, si ricorda che lo stesso è compatibile con la percezione dell’Assegno Unico e Universale erogato dal 7° mese di gravidanza.

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Invalidità civile 2023: quando diventa definitiva?

L’assegno di invalidità civile viene erogato a coloro ai quali viene riconosciuta da una commissione un’invalidità con percentuale compresa tra il 74% al 99%. Una volta ottenuta l’invalidità civile, la stessa non è però per sempre, infatti in sede di riconoscimento può comunque essere predisposta una revisione, oppure la stessa può essere richiesta successivamente, ma molti si chiedono: l’invalidità civile 2023 quando diviene definitiva? Può diventare definitiva? Ecco come funziona.

Il riconoscimento dell’invalidità civile 2023 può essere definitivo?

L’invalidità civile è disciplinata dalla legge 698 del 1994, questa prevede che dopo 3 riconoscimenti consecutivi della minorazione, l’assegno di invalidità viene confermato in modo automatico. Le revisioni possono essere predisposte con una distanza temporale che dipende dalla tipologia di patologia, ad esempio dopo un anno, due o tre anni.

Questo principio però non vale nel caso in cui a generare l’invalidità sia una patologia comunque suscettibile di miglioramento. In questo secondo caso non vi sono limiti alle revisioni periodiche. Questo vuol dire che non dovrebbero più essere predisposte visite per chi ha patologie non suscettibili di miglioramento e per costoro e non vi è più il rischio di sospensione dell’erogazione. Vi è però una piccola postilla, infatti la stessa norma dice “salvo facoltà di revisione”, la norma è stata inserita per contrastare il malcostume dei falsi invalidi che purtroppo in Italia è abbastanza diffuso. La stessa però non elenca una casistica o non detta punti di riferimento da tenere in considerazione al fine di predisporre ulteriori controlli dopo la terza revisione, cioè dal momento in cui l’assegno di invalidità civile dovrebbe essere definitivo.

Chi può predisporre i controlli successivi al terzo?

A rispondere a questa domanda è l’articolo 5 comma 4 della legge 698, questo stabilisce che gli organi preposti alla concessione dei benefici economici dell’invalidità civile hanno facoltà in ogni tempo di accertare la sussistenza delle condizioni per il godimento dei benefici previsti.

Cosa succede se in seguito a revisione non viene riconosciuta la percentuale di invalidità civile necessaria per l’erogazione?

Nel caso in cui in seguito a revisione la commissione dovesse valutare che le condizioni di salute sono migliorate o che comunque non sussistono le condizioni per il riconoscimento dei benefici economici, l’erogazione viene immediatamente sospesa in modo cautelativo. La decisione viene naturalmente notificata alla parte entro 30 giorni dal provvedimento di sospensione dell’erogazione. Viene quindi adottato il provvedimento di revoca del beneficio a partire dalla data in cui è stata accertata la decadenza del beneficio. Non finisce qui, infatti se la commissione dovesse ritenere esservi gli estremi per danno erariale, il prefetto dovrà inviare una copia del provvedimento alla Corte dei Conti al fine di accertare la sussistenza del danno erariale e le responsabilità.

Appare quindi evidente che l’assegno  l’invalidità civile 2023 difficilmente può essere considerata definitiva

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Turbine e pale eoliche, hanno bisogno del permesso del comune?

Turbine e pale eoliche possono essere costruiti direttamente sui tetti e balconi di casa. Ma c’è bisogno del permesso da parte del Comune?

Turbine e pale eoliche, dove si installano?

L’energia eolica sfrutta la forza del vento per produrre energia elettrica. Energia pulita, rinnovabile e che permette di risparmiare sulla bolletta dell’energia. Proprio in questo momento sono molti gli ingegneri che stanno lavorando alla messa a punto di sistemi sempre più potenti e di dimensioni limitate, proprio per permetterne l’installazione anche su balconi e tetti di casa.

Ad esempio la turbina domestica produce energia elettrica anche quando c’è poco vento. Ha un design molto leggere e può essere posizionata sul tetto di casa, come ad esempio l’antenna per il segnale della tv. riesce a produrre circa 300Wh di energia attivandosi al minimo soffio di vento. La turbina è alta circa 1.30 metri e larga 1.20 m d un peso di circa 15 Kg.

C’è anche l’eolico sul balcone, microturbine eoliche, cioè piccoli aerogeneratori che sono capaci di generare una potenza fino a 3kw. In giro per tutta Italia cresce la presenza di pale eoliche verticali oppure orizzontali che comunque, per funzionare hanno bisongo di altri sistemi:

  • aerogeneratore formato da turbine eoliche;
  • contatore;
  • inverter
  • batteria di accumulo.

Installazione di un impianto eolico orizzontale da 1-3 kW va da € 1.000 a € 10.500. Mentre l’installazione di un impianto eolico verticale da 1-3 kW varia da € 2.000 a € 13.500.

Occorre il permesso del Comune per installarli?

Per installare un impianto mini eolico domestico occorre avere lo spazio per farlo. Quindi avere un terrazzo, un giardino o un balcone che permette di accogliere il kit. Tuttavia a parte questo aspetto tecnico che cura l’impiantistica, ci si chiede se c’è bisogno di un’autorizzazione da parte del Comune. In realtà non occorre nessuna autorizzazione o permesso. Ma occorre comunicare la realizzazione dell’impianto eolico.

Dunque è chiaro che la struttura deve rispettare le regole urbanistiche del Comune e la struttura del palo di sostegno non dovrà superare i 10 metri. Ma attenzione, solo in determinate zone, occorre chiedere il parere da parte della soprintendenza. Per questo motivo è sempre consigliabile chiedere al Comune di riferimento se ci sono delle indicazioni specifiche. La Comunicazione preventiva al Comune serve per poter iniziare subito i lavori per la realizzazione del proprio impianto microeolico domestico. Questa comunicazione infatti non è altro che un titolo autorizzativo non molto differente da quello per le attività di edilizia libera e, dunque, si applica nei casi più semplici e modesti.

 

 

 

 

 

Rottamazione quater: cosa succede a multe stradali e bollo auto?

La legge di bilancio 2023 prevede diversi provvedimenti di pace fiscale, tra questi due sono i principali: la rottamazione quater e lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, molti si stanno però chiedendo se questi provvedimenti riguardano anche le multe stradali e il bollo auto.

Stralcio e rottamazione quater

Per capire quali cartelle esattoriali rientrano nei benefici dello stralcio e della rottamazione quater è necessario fare una premessa. Le misure di pace fiscale previste nella legge di bilancio 2023 si applicano in modo automatico alle cartelle esattoriali provenienti dalle agenzie fiscali e degli enti pubblici previdenziali. Per gli atti provenienti da altri soggetti è, invece, necessario che questi comunichino entro il termine del 30 aprile (prorogato con il decreto Milleproroghe) la volontà di aderire allo stralcio e alla rottamazione quater.

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Bollo auto non pagato: rientra nella rottamazione quater e nello stralcio delle cartelle?

Per quanto riguarda i bolli auto dobbiamo ricordare che si tratta di un tributo regionale, ma riscosso dallo Stato, proprio tale figura ambivalente sta portando difficoltà interpretative, infatti se il bollo auto si considera un tributo erariale si applicano le norme previste per le cartelle esattoriali emesse dalle agenzie fiscali e di conseguenza:

  • le cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 di importo fino a 1.000 euro sono soggette allo stralcio automatico;
  • per le cartelle esattoriali superiori a 1.000 euro affidate all’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 e per quelle di qualunque importo fino al 30 giugno 2022, si applica la definizione agevolata della rottamazione quater che consente di liberarsi del debito fiscale versando, anche a rate, gli importi del capitale, spese di notifica e riscossione. Escluse quindi le sanzioni e gli interessi di mora.

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Nonostante vi siano perplessità da parte dei giuristi, la Corte Costituzionale ha più volte sottolineato che il tributo ha natura erariale e di conseguenza dovrebbero essere senza dubbio applicate le norme previste per la tregua fiscale.

Multe stradali: attenzione non tutte rientrano nella pace fiscale

Abbiamo visto che la tesi prevalente è che il bollo auto, sebbene sia diretto alle Regioni, debba essere considerato un tributo erariale. Diversa è invece la natura delle multe stradali. In questo caso, come stabilito nella legge di bilancio 2023, al fine di non mettere i Comuni in difficoltà economiche, è previsto che siano proprio questi a dover deliberare se aderire o meno ai provvedimenti di tregua fiscale e di conseguenza se debbano essere applicate le norme sullo stralcio e sulla rottamazione quater oppure, se si debba provvedere al pagamento.

In particolare Comuni, Province e Regioni entro il 30 aprile 2023 ( termine prorogato con il decreto Milleproroghe) dovranno deliberare e quindi comunicare all’Agenzia Entrate e Riscossione se hanno intenzione di aderire alle misure di pace fiscale. Per lo stralcio (cartelle di importo inferiore a 1.000 euro) è previsto che nel caso in cui l’ente non aderisca, ci sia comunque lo stralcio delle somme aggiuntive rispetto al capitale (interessi, sanzioni e aggio). Nel caso in cui l’infrazione sia stata accertata da Carabinieri, Polizia o altri agenti statali, scatta lo stralcio automatico anche della sanzione. Di conseguenza, lo stralcio non si applica nel caso in cui le multe siano state emesse dalla Polizia Locale.

Per la rottamazione quater invece vi è la stessa applicazione prevista per le cartelle provenienti da agenzie fiscali ed enti previdenziali, in questo caso l’ente (Comune, Regione, Provincia) potrà riscuotere la somma capitale, spese di notifica e riscossione.

Bonus pubblicità 2023, mancano pochi giorni per accedervi

Il Bonus pubblicità 2023 è a breve richiedibile. Ecco quindi quando sarà possibile farlo, il modo per presentare la domanda e tante curiosità.

Bonus pubblicità 2023, che cos’è?

Il bonus pubblicità consiste in un credito d’imposta proporzionato all’investimento, riservato ad imprese, professionisti ed enti non commerciali che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie. Il valore dell’investimento deve superare di almeno l’1% gli analoghi investimenti effettuati nell’anno precedente sugli stessi mezzi di informazione.

Il credito d’imposta è pari al 75% del valore degli investimenti effettuati ed è utilizzabile solo in compensazione, quindi attraverso il modello F24, indicando l’apposito codice tributo6900. Rientrano nel credito d’imposta gli investimenti fatti per l’acquisto di spazi pubblicitari e di inserzioni commerciali su giornali quotidiani e periodici anche online, purché registrati presso il Tribunale  presso il ROC e dotati del Direttore responsabile.

Bonus pubblicità 2023, da quando presentare la domanda

Dal primo al 31 marzo 2023 è possibile inviare la “Comunicazione per l’accesso” al credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali per l’anno 2023. L’accesso è possibile attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate, utilizzando l’apposita procedura disponibile nella sezione dell’area riservata “Servizi per” alla voce “Comunicare”, accessibile con SPID, CNS o CIE.

Dopo la ricezione di tutte le richieste, il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri stabilirà l’ammontare del credito effettivo da destinare a ciascun richiedente. La risorsa finanziaria a disposizione è paria 30 milioni di euro. La dichiarazione relativa agli investimenti effettuati nel 2023 andrà presentata dal primo gennaio al 31 gennaio 2024.

Tutte le novità

Ci sono anche delle novità che devono essere precisate. Il credito d’imposta sarà riconosciuto solo per investimenti effettuati sulla stampa online. Quindi non sono più agevolati gli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti televisive e radiofoniche, come invece era previsto rispetto allo scorso anno.

Inoltre viene ripristinato il “regime agevolativo ordinario”, con il credito d’imposta concesso nella misura del 75 per cento del valore incrementale degli investimenti effettuati. Insieme al presupposto dell’incremento minimo dell’1 per cento dell’investimento pubblicitario, rispetto all’anno precedente. Infine l’agevolazione è soggetta al rispetto dei limiti della normativa europea sugli aiuti di Stato de minimis.

 

Bonus vacanze 2023: ecco a chi spetta e a quanto ammonta

Il bonus vacanze 2023 è un contributo per un soggiorno estivo in località montane, marine, culturali, termali, erogato dall’Inps nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre 2023. Ecco chi può richiedere il bonus vacanze 2023.

Cosa prevede il bonus vacanze 2023?

Il bando “Estate INPSieme Senior 2023” assegna risorse fino a 1.400 euro in favore di pensionati, coniugi e figli disabili. Sono disponibili per il 2023 ben 4.000 bonus vacanze 2023. Affinché i figli disabili possano usufruire del bonus vacanza, devono essere conviventi con il pensionato avente diritto ed essere parte dello stesso Isee devono quindi essere inseriti nello stesso nucleo familiare del pensionato.

Il contributo previsto come Bonus Vacanze 2023 è a copertura totale o parziale delle spese di soggiorno, lo stesso deve però avvenire in Italia e deve essere organizzato da soggetti terzi, cioè agenzie viaggi e tour operator. Il pacchetto dovrà comprendere:

  • spese per alloggio in strutture turistiche;
  • coperture assicurative;
  • vitto;
  • eventuali spese per escursioni, gite, attività sportive o ludiche.

L’ammontare del contributo viene stabilito in base all’Isee. Coloro che hanno un Isee di valore fino a 8.000 euro possono percepire la misura totale, per coloro che hanno un reddito maggiore gli importi sono ridotti fino al 60% con un Isee di 72.000 euro.

Chi può richiedere il bonus vacanze 2023?

Possono presentare istanza per accedere al Bonus vacanze 2023:

  • i pensionati iscritti alla gestione dipendenti pubblici o abbiano aderito gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali ai sensi del decreto ministeriale 7 marzo 2007, n. 45;
  • i pensionati a carico della gestione fondo ex Ipost ( fondo gruppo Poste Italiane).

La domanda deve essere presentata telematicamente attraverso il sito Inps, naturalmente è necessario prima autenticarsi utilizzando un codice di identità digitale (Spid, Cie o Cns).

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In seguito alla presentazione delle domande viene stilata la graduatoria, la stessa viene realizzata tenendo in considerazione la presenza di disabili e il valore Isee.

Bollette in discesa, ma le alternative non mancano

Bollette in discesa è così che si conclude il mese di febbraio, con questa buona notizia per le tasche degli italiani. Ma cresce l’interesse per le rinnovabili

Bollette in discesa, dimuniscono i costi

In un’economia in cui tutti è a rialzato, cominciano ed esserci deboli segnali di ripresa. L’inflazione sembra essersi fermata e i prezzi dell’energia stanno registrando una lieve diminuzione.  Sono previsti sensibili riduzioni per le tariffe del gas di febbraio e per quelle dell’elettricità del prossimo trimestre che potrebbero comportare un risparmio in bolletta fino a 600 euro annui a nucleo. A dirlo è il Codacons, che sul tema dichiara:

Con i prezzi del gas che da giorni si mantengono al di sotto dei 51 euro al megawattora, le tariffe in bolletta per il mese di febbraio sul mercato tutelato (che saranno comunicate da Arera a inizio marzo) dovrebbero scendere di circa il -17%, mentre quelle della luce per il secondo trimestre del 2023 potrebbe diminuire addirittura del 25%”.

Quindi se diminuiscono i  prezzi il peso per le bollette, nelle tasche degli italiani sarà minore. Da giovedì prossimo l’Arera ufficializzerà i prezzi per il mese di febbraio, ai minimi da dicembre 2021.

Cosa cambia per gli utenti

Se rimangono queste condizioni i prezzi per i consumatori si attesteranno intorno a 0,81 centesimi a metro cubo con una spesa annua di 1.141 euro, con un risparmio di 250 euro rispetto alle tariffe stimate. Spesa in discesa anche per  le bollette della luce, anche se il controllo trimestrale, impone di aspettare fino ad aprile. Intanto il Governo è sempre a lavoro sul piano energetico nazionale. In testa c’è il gasdotto Adriatico, è in cima alle priorità del PNRR.

Il rafforzamento della Linea Adriatica, l’allargamento del tubo tra Abruzzo e Umbria che può rimuovere il collo di bottiglia che ora limita il trasporto di gas dal sud al nord del Paese. Non solo, il l nuovo metano può arrivare dalla nuova produzione nazionale in Sicilia e da rigassificatori come Gioia Tauro e Porto Empedocle. Proprio in Sicilia si punta  come Hub del mediterraneo per portare poi il gas in tutta Europa.

Bollette in discesa, nel frattempo crescono le rinnovabili

Nel frattempo che i prezzi delle energie salgono e scendono cresce sempre di più l’interesse verso le rinnovabili. Ma anche la possibilità di risparmiare attraverso l’istallazione di sistemi domestici. Come ad esempio la turbina domestica, che sfrutta il vento per produrre energia. Airon, il nome della turbina, riesce a produrre circa 300Wh di energia attivandosi al minimo soffio di vento. La turbina è alta circa 1.30 metri e larga 1.20 m d un peso di circa 15 Kg. Oppure, sempre per restare in tema di vento, c’è il mini eolico portatile.

Ed ancora il fotovoltaico da balcone, che sfrutta la luce del sole per produrre elettricità. Di solito sono venduti in Kit che comprendono uno o due pannelli fotovoltaici di potenza variabile tra 350 e 400 watt. E chi ha magari più spazio installare i classici impianti fotovoltaici, magari usufruendo dei bonus messi a disposizione. Quindi sono tante le idee che stanno nascendo e l’attenzione degli italiani per cercare di risparmiare e magari produrre l’energia necessaria per il proprio appartamento.

 

Tik Tok sarà vietato? Perché molti governi stanno vietando l’uso del social?

La notizia è di quelle che possono far lanciare l’allarme censura, ad annunciare che il Governo sta lavorando al divieto di utilizzare tik tok, il noto social network è il ministro per la Pubblica Amministrazione Zangrillo. Tik Tok sarà vietato in Italia? Ecco il punto della situazione.

Tik Tok vietato negli Stati Uniti e dalla Commissione Europea

Tik Tok è uno dei social attualmente più apprezzato dagli utenti, ma è anche uno dei più temuti al punto che il governo federale americano ha chiesto ai suoi dipendenti di disinstallare l’app cinese sia dai dispositivi utilizzati per il lavoro, sia da quelli utilizzati a fini personali. Dopo pochi giorni a questa decisione è seguita quella della Commissione Europea che ha fatto ai suoi dipendenti la stessa richiesta.

Il motivo è inerente la sicurezza nazionale, infatti sembra che ai dipendenti del colosso cinese, che ha sedi in tutto il mondo e una sede anche in Irlanda, a cui si aggiungono le sedi in Brasile, Canada, Cina, Israele, Giappone, Malesia, Filippine, Singapore, Corea del Sud e Stati Uniti, sia concesso l’accesso ai dati dei cittadini europei e naturalmente l’accesso ai dati comunque gestiti da dipendenti pubblici può mettere a rischio la sicurezza. Dal lato suo il colosso cinese che detiene Tik Tok assicura che i dati dei cittadini europei sono trattati nel rispetto del Gdpr (General Data Protection Regulation), ma le autorità europee non sono dello stesso avviso.

In Italia Tik Tok sarà vietato?

L’Italia sta quindi pensando di adeguarsi alle scelte della Commissione Europea e il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha dichiarato che a breve ci sarà una decisione in merito al divieto di utilizzare Tik Tok per i dipendenti pubblici. Ad essere coinvolti potrebbero essere 3,2 milioni di persone, infatti il divieto dovrebbe essere esteso anche a insegnanti, personale Ata e chiunque rivesta cariche pubbliche.

Il Ministro ha dichiarato che già a gennaio è stata avviata un’indagine in merito alla pericolosità dell’uso del noto social Tik Tok. Non sappiamo come potrebbero prenderla i dipendenti pubblici, infatti il divieto di uso del social potrebbe essere esteso anche a tutti i dispositivi utilizzati a fini privati. Molti potrebbero quindi vedere tale decisione come una minaccia per la libertà di pensiero ed espressione. D’altronde gli attacchi hacker che hanno coinvolto siti istituzionali e di banche nei giorni scorsi, hanno messo in allarme molte persone e sembra inevitabile iniziare a pensare alla cybersicurezza e alla protezione dei dati.

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Stralcio cartelle rinviato e decreto milleproroghe approvato

Stralcio cartelle rinviato e decreto milleproroghe approvato e firmato, sono queste le novità che riguardano il Fisco, ecco tutti gli aggiornamenti.

Stralcio cartelle rinviato, ancora un altro mese

Lo Stralcio delle cartelle rinviato è questa l’ultima modifica del Decreto Milleproroghe. Infatti lo stralcio delle cartelle prevista dalla tregua fiscale è stato spostato al 30 aprile 2023. Tuttavia per la cancellazione dei debiti, slitta di un mese anche la sospensione della riscossione di tutte le pendenze condonabili. Ossia tutte le somme che potrebbero rientrare nel condono previsto dalla manovra di bilancio.

Si tratta dell’annullamento automatico delle cartelle esattoriali di importo fino a mille euro come previsto dalla normativa. Le cartelle devono anche fare riferimento al periodo compreso tra il 2000 e il 2015 e riguardanti i debiti verso lo Stato e l’Inps. Si ricorda anche che gli enti locali e di previdenza privata, come le casse professionali possono deliberare entro il 31 marzo 2023 la non applicabilità dello stralcio totale per i debiti di competenza o anche parziale. Anche in questo caso, la riscossione dei debiti stralciabili è sospesa fino al 30 aprile.

Decreto Milleproroghe firmato

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il Decreto Milleproroghe se pur con delle riserve. Queste ultime riguardano il problema delle concessione balneari. Secondo Mattarella infatti, non corrispondono alle direttive europee, e quindi si rischia una scontro sul tema. Senza considerare il fatto che l’Italia rischia di dover pagare delle sanzioni, visto che non rispetta l’impegno di mettere a gare gli spazi demaniali. Inoltre lo slittamento va contro anche il Divieto europeo di poter confermare proroghe sulle attuali concessioni demaniali.

Stralcio cartelle rinviato e gli interventi del Decreto Milleproroghe

Tra gli altri interventi ci sono la rinegoziazione dei mutui a causa dei costi eccessivi, lo stralcio delle cartelle esattoriali fino al 31 marzo 2023, il via libera del lavoro da remoto per i lavoratori fragili fino al 30 giugno per coloro che hanno figli fino a 14 anni nel settore privato. Mentre slitta fino al 30 giugno 2023 la proroga per le giovani coppie, con Isee fino a 40 mila euro, per richiedere mutui agevolati per l’acquisto della prima casa.

Per quanto riguarda la sanità, posticipato al 31 dicembre 2023 l’uso delle ricette elettroniche. Tra gli emendamenti del decreto, spicca anche quello che riguarda i medici di famiglia: potranno andare in pensione a 72 anni invece che a 70. Si tratta di una misura che coinvolge esclusivamente i medici di famiglia.

Estesa per tutto il 2023 la norma per la possibilità di creare Dehor per bar e ristoranti negli spazi aperti. Una soluzione che ha permesso a ristoranti e bar di accogliere i propri clienti durante le prime concessioni dopo il periodo delle restrizioni da Covid. Infine non rientra nel decreto milleproroghe le norme più stringenti sulle plusvalenze fittizie delle società sportive.