Rottamazione quater, chi decade può chiedere la rateizzazione?

Il 1° febbraio, nel corso di Telefisco 2024 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito i limiti in merito alla possibilità di rateizzazione degli importi delle cartelle fiscali per le quali si sia decaduti dalla rottamazione quater.

Rottamazione quater, in caso di decadenza si può chiedere la rateizzazione?

Mentre si lavora alla possibilità di riammettere alla rottamazione quater per i decaduti (emendamento presentato al decreto Milleproroghe) l’Agenzia delle Entrate chiarisce i limiti delle regole ora in vigore e lo fa nel corso di Telefisco.

Sappiamo che la rottamazione quater ha consentito a molti contribuenti di sanare i rapporti sospesi con il Fisco attraverso la misura di pace fiscale che prevede l’eliminazione i sanzioni e interessi. La normativa però prevede che nel caso in cui si saltino i pagamenti si decada dal beneficio.

Già nelle scorse settimane è stata data la possibilità di recupero a chi aveva saltato la prima rata. In caso però di decadenza ricordiamo che rivive il vecchio debito fiscale. Sono sorti dubbi sulla possibilità per il contribuente di rateizzare gli importi. L’articolo 1, commi 231 e seguenti della Legge di Bilancio 2023 (n. 197/2022 che disciplina la rottamazione quater), non prevedono il venir meno di future rateizzazioni per chi decade dalla definizione agevolata per omesso o insufficiente versamento delle somme dovute. Perché allora sorgono dubbi?

Perché non si può chiedere la rateizzazione in caso di decadenza dalla rottamazione quater?

Osta al beneficio della rateizzazione in seguito a decadenza dalla rottamazione quater l’articolo 15 bis, comma 2 della legge 50 del 2022 che va a modificare il Dpr 602 del 1973. In base alla nuova formulazione:

  • è possibile chiedere la rateazione delle cartelle esattoriali per un numero massimo di 72 rate;
  • le rate sono ulteriormente prorogabili in caso di peggioramento (da dimostrare) della situazione economica del contribuente;
  • La richiesta di rientro agevolato viene tuttavia meno se nel corso del piano di pagamento si saltano un totale di 8 rate;
  • venuto meno il beneficio della rateizzazione, l’importo deve essere versato in unica soluzione.

In base all’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate le cartelle esattoriali emesse dopo l’entrata in vigore della nuova formulazione, nel caso in cui siano state oggetto di rottamazione quater, dalla quale si sia poi decaduti, non possono beneficiare di un’ulteriore rateizzazione. Il contribuente “non può nuovamente rateizzare questi debiti, non per effetto dell’inefficacia della definizione ma della decadenza dalla vecchia dilazione”. Praticamente rivive il vecchio debito così com’era.

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Bonifici fine anno, come devono essere trattati fiscalmente?

Febbraio 2024, le scadenze fiscali previste questo mese

Febbraio 2024 è un mese impegnativo dal punto di vista contributivo, pertanto ecco una carrellata degli adempimenti previsti.

Febbraio 2024, un mese abbastanza caldo

Arriva febbraio e con esso una serie di adempimenti fiscali, basta considerare che solo nella giornata di venerdì 16 febbraio ne sono previsti ben 50. Ma andiamo con ordine, iniziando dai primi giorni di questo mese invernale. I primi giorni sono tutto sommato sereni. Oggi i soggetti tenuti al pagamento delle tasse annuali sulle Concessioni Governative devono versarle, con Modello F23.

Mentre entro il 9 febbraio le attività commerciali dovranno procedere con l’invio della dichiarazione sostitutiva se hanno svolto investimenti pubblicitari nel 2023. E quindi ha richiesto di accedere al credito d’imposta. Infine il 15 febbraio i gestori delle piattaforme digitali dovranno inviare all’Agenzia delle entrate i dati relativi alle prestazioni e alle vendite dei propri servizi e prodotti acquistati attraverso i loro siti.

Febbraio 2024, il 16 è un giorno pieno di versamenti

Venerdì 16 febbraio, come indicato anche del sito dell’Agenzia delle entrate sono previsti ben 50 adempimenti. Tra questi c’è il pagamento della Tobin tax dovuta su operazioni su strumenti finanziari e valori immobiliari. Dovranno anche versare le ritenute, come sostituti d’imposta, banche e poste, datori di lavoro e i condomini. In pagamento anche i contributi INPS per artigiani, commercianti e autonomi con il classico modello F24.

Ed ancora autoliquidazione per i datori di lavoro soggetti all’obbligo di assicurazione INAIL. Anche l’IVA si versa con liquidazione mensile e trimestrale. Versamento dell’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali sulle somme erogate ai dipendenti, nel mese precedente, in relazione a incrementi di produttività redditività, qualità, efficienza ed innovazione.

Le altre scadenze del mese

Il 20 febbraio è prevista la Comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati di dettaglio relativi al canone TV addebitato, accreditato, riscosso e riversato nel mese precedente. Mentre il 28 febbraio è il termine ultimo per l’invio del modello legato al Bonus Acqua potabile. Sempre lo stesso giorno i contribuenti che hanno scelto il pagamento rateale al momento dell’adesione alla Rottamazione quater, devono provvedere al versamento della 3° rata del debito residuo, nell’ambito della “definizione agevolata” dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Il mese di febbraio quest’anno è bisestile, quindi il 29 febbraio sono previsti anche degli adempimenti. Ad esempio ccade il termine per effettuare il conguaglio tra le ritenute operate e l’imposta dovuta ai fini IRPEF sui redditi di lavoro dipendente ed assimilati e per la determinazione delle addizionali regionale e comunale all’IRPEF. I proprietari di autoveicoli con oltre 35 Kw con bollo scadente a gennaio 2024 devono effettuare il pagamento delle tasse automobilistiche (bollo auto), da pagare tra il 1° e il 29 febbraio 2024. Ed infine la presentazione all’INPS delle domande di CIGO per eventi oggettivamente non evitabili verificatisi nel mese precedente.

 

Detrazione telecamera, in quali casi si può ottenere?

Si possono portare in detrazione le spese per l’installazione di una telecamera o sistemi di video-sorveglianza collegati a centro di vigilanza privata? Questa la risposta dell’Agenzia delle Entrate.

Contribuente chiede: posso portare in detrazione le spese per la telecamera?

L’Agenzia delle Entrate risponde ai contribuenti attraverso la rubrica Fisco Oggi, la stessa vuole essere un punto di riferimento per i contribuenti che hanno sempre curiosità e dubbi su norme fiscali. Si sa che per tutti la sicurezza è un cruccio e sempre più spesso si è vittime di ladri e malviventi in genere, soprattutto ora che passiamo molte ore della giornata fuori casa. Proprio per questo motivo un contribuente ha chiesto delucidazioni in merito alla possibilità di portare in detrazione le spese sostenute. In particolare il contribuente chiede: Per motivi di sicurezza personale ho intenzione di installare nella mia abitazione una fotocamera con collegamento a un centro di vigilanza privato. Se pago con il bonifico parlante previsto per le ristrutturazioni edilizie posso detrarre le spese per l’installazione e per la vigilanza?

Quando spetta la detrazione al 50% per la telecamera di video-sorveglianza?

L’Agenzia delle Entrate nel rispondere al contribuente sottolinea che trova applicazione l’articolo 16 bis, comma1, lettera f del Tuir. Lo stesso prevede di portare in detrazione le spese sostenute per l’impianto di video-sorveglianza. Questo rientra nelle spese per il recupero del patrimonio edilizio e, in particolare, tra i lavori finalizzati alla prevenzione del rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi. Ne deriva che si può ottenere la detrazione delle spese al 50%.

Sottolinea l’Agenzia delle Entrate che non rientrano tra le detrazioni le spese per l’istituto di vigilanza.

La stessa detrazione può essere utilizzata anche per l’installazione di porte e portoni blindati, grate di sicurezza, persiane blindate. Anche in questo caso per potersi avvalere dell’agevolazione fiscale è necessario che il pagamento sia effettuato con strumenti tracciabili come bonifici, assegni, pagamenti telematici.

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Fisco 2024, nuovo concordato preventivo per le partite Iva

Fisco 2024 e nuovo concordato preventivo biennale per le partite Iva, ecco tutte le novità che sono state appena approvate.

Fisco 2024, le novità firmate dal Consiglio dei ministri

Il Consiglio dei ministri del 25 gennaio 202 ha approvato il nuovo strumento del concordato preventivo biennale per le partite IVA. Al termine, i Ministri Piantedosi (Interno), Calderone (Lavoro e Politiche Sociali) e Urso (Imprese e Made in Italy), con il Sottosegretario alla Presidenza Mantovano, e i Vice Ministri Bellucci (Lavoro e Politiche Sociali) e Leo (Economia e Finanze), hanno illustrato in conferenza stampa i provvedimenti adottati.

In merito al concordato preventivo biennale si tratta Più che altro si tratta di un accordo tra il fisco italiano, le piccole e medie imprese e gli autonomi possessori di partita Iva. Un “patto” che può essere aperto a tutti i possessori di partita IVA indipendentemente dal loro pregresso nei confronti dell’Agenzia delle entrate Riscossione. Ma una misura che coinvolge circa 4 milioni di partite Iva.

Fisco 2024, i punti del concordato preventivo biennale

Il nuovo concordato preventivo prevede dei punti che cercano di combattere l’evasione. Ma forse cerca anche di cambiare il volto del Fisco, nei confronti dei contribuenti. L’intento è quindi quello di avere un “fisco più amico” e meno “tiranno”. Tra l’altro uno degli obiettivi che l’attuale Governo vuole raggiungere, fin dalla campagna elettorale. Quindi l’accordo preventivo può essere riassunto nei seguenti punti:

  • la durata prevista è pari a 2 anni;
  • è possibile accedere entro il 15 ottobre;
  • si allarga la platea dei beneficiari eliminando il voto 8 nella pagella di affidabilità fiscale;
  • ampiamento da 5 a 8 anni per il recupero dell’indebito dei crediti d’imposta;
  • le persone coinvolte sono le partite Iva che applicano gli ISA  e coloro che hanno aderito al regime forfettario.

Quando cessa o decade il concordato preventivo biennale

La cessazione del concordato preventivo biennale è prevista nel caso in cui il contribuente modifica l’attività svolta nel biennio rispetto a quella esercitata nel periodo d’imposta precedente al biennio stesso. Oppure perché il contribuente dismette l’attività. Mentre il concordato decade nei casi in cui risulti “attività non dichiarate o l’inesistenza o l’indeducibilità di passività dichiarate”, di valore superiore al 30 per cento dei ricavi dichiarati.

Decadenza anche a seguito di modifiche integrazioni della dichiarazione dei redditi che comportano una quantificazione diversa dei redditi o del valore della produzione netta rispetto a quelli in base ai quali è avvenuta l’accettazione della proposta di concordato. Piano di pagamento anticipato cancellato anche in caso di omesso versamento delle imposte

Forfettario, superbonus, detrazioni, patrimoniale, le critiche dell’Ocse

L’OCSE critica l’Italia, eliminare il regime forfettario, limitare l’uso del contante e ritornare al Superbonus, ridurre detrazioni e deduzioni fiscali questi i rilievi.

Deduzioni, detrazioni limiti all’uso del contante: la strada segnata dall’Ocse

Si sa, i conti pubblici italiani sono sempre sotto la lente di ingrandimento e questa volta a dire la sua è l’OCSE, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

L’obiettivo per l’organizzazione è ridurre la pressione sui conti pubblici, in poche parole ridurre il debito pubblico italiano, problema ormai pluri-decennale. La strada per fare questo è segnata, la lotta all’evasione fiscale è il primo punto e tra i consigli vi è quello di limitare l’uso del contante e favorire i pagamenti digitali. Ricordiamo che con la manovra di bilancio del 2023 è stato eliminato il limite di 1000 euro all’uso del contante, innalzato a 5.000 euro.

L’altro consiglio è lavorare sulla base imponibile, in questo caso si propone di ridurre il ricorso a deduzioni e detrazioni fiscali che riducono la base imponibile e le imposte dovute e di superare i regimi fiscali speciali. Il riferimento è al regime forfettario che prevede una flat tax al 15% e in alcuni casi al 5%. Si ricorda che proprio con la legge di bilancio 2023 è stata estesa la platea di coloro che possono ricorrere a tale regime fiscale semplificato.

Il consiglio è “eliminare gradualmente le onerose agevolazioni fiscali prive di giustificazione economica o distributiva”

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La critica al regime forfettario è abbastanza pesante in quanto oltre a ridurre, secondo l’Ocse le entrate fiscali, va ad impattare sulla progressività del sistema, prevista dalla Costituzione.

Arriva la patrimoniale?

Arriva poi un altro consiglio, cioè spostare l’imposizione fiscale dal lavoro al patrimonio, o meglio alle successioni e ai beni immobili.

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L’ultima stoccata è sul Superbonus, il consiglio in questo caso è spostare le agevolazioni fiscali agli immobili meno efficienti dal unto di vista energetico. Il nuovo superbonus dovrebbe inoltre essere integrato con nuove misure, come finanziamenti agevolati.

Bonus affitto giovani 2024, a chi spetta, limiti e a quanto ammonta

Autonomia e indipendenza questo il sogno di molti giovani e per aiutare gli under 31 a lasciare la casa dei genitori c’è il bonus affitto giovani 2024 per under 31. Si tratta di una misura prorogata di anno in anno e che anche per il 2024 ha trovato conferma.

A chi spetta il Bonus affitto giovani 2024

Il bonus affitto giovani è una detrazione fiscale di particolare importanza, più elevata della detrazione affitto prevista in genere, riservata a coloro che hanno un’età compresa tra 20 e 31 anni. Per avvalersene nel 2024 è necessario non aver compiuto 31 anni al 1° gennaio 2024. Nel caso in cui il 31° anno di età sia compiuto nel corso dell’anno, è possibile avvalersene in misura proporzionale alla parte dell’anno per la quale non è ancora spirato il limite anagrafico.

Il bonus affitto giovani prevede anche il verificarsi del requisito reddituale, infatti la misura è riservata a coloro che hanno un reddito inferiore a 15.493,71 € nell’arco dell’anno.

Il bonus affitto giovani può essere riconosciuto anche nel caso in cui il contratto di affitto sia intestato a più persone, in questo caso l’agevolazione viene riconosciuta solo per le quote spettanti a coloro che, risultando intestatari, rispettano i limiti previsti anagrafici e di reddito. Ad esempio se il contratto di locazione è intestato a 2 persone, ma solo una rispetta i requisiti il bonus affitto giovani viene riconosciuto solo al 50% in favore dell’unico soggetto che ha i requisti.

In cosa consiste il bonus affitto giovani 2024?

Il Bonus affitto giovani è una detrazione pari al 20% del canone di locazione annuale. Il bonus viene riconosciuto nel limite di spesa massima di 2.000 euro ed è pari a 991,60 euro.

Il bonus si riconosce come detrazione Irpef, di conseguenza è necessario indicare la spesa e la relativa detrazione nel Quadro E della dichiarazione dei redditi, con il codice “4” riservato a tale tipologia di detrazione/agevolazione fiscale.

Non viene riconosciuto nel caso in cui l’immobile per il quale è stato stipulato il contratto di locazione appartenga a una categoria catastale “di lusso”. Le categorie catastali di lusso sono: A/1, A/8 e A/9 (abitazioni di tipo signorile, abitazioni in ville e palazzi con pregi storici e artistici). Il beneficio fiscale non spetta neanche in caso di contratto avente ad oggetto un immobile appartenente all’edilizia pubblica.

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Bonus barriere architettoniche 2024 ristretto, tutte le novità

Con l’eliminazione della cessione del credito e lo sconto in fattura per la maggior parte dei bonus ristrutturazioni e con la riduzione dell’aliquota prevista per il Superbonus, chi aveva intenzione di eseguire lavori di ristrutturazione si era orientato sul bonus barriere architettoniche. Al fine di evitare abusi il legislatore con il decreto 212 del 2023 ha cambiato le regole. Ecco quali sono i limiti del bonus barriere architettoniche 2024.

Il bonus barriere architettoniche

Con la legge di bilancio per il 2023 era stato prorogato il bonus barriere architettoniche fino al 31 dicembre 2025. Questo particolare bonus prevedeva la possibilità di eseguire lavori di ristrutturazione volti ad agevolare l’accessibilità ai disabili con una detrazione al 75%. I lavori che potevano essere eseguiti con questa agevolazione erano numerosi, infatti vi rientrava non solo l’installazione di ascensori e montascale, eliminazione di scale, ma anche la sostituzione degli infissi con modelli che potessero migliorare la fruibilità, il rifacimento dei bagni e l’installazione di sistemi domotici.

Tra i vantaggi della disciplina vigente era previsto che per il bonus barriere architettoniche rimasse in vigore la possibilità di cessione del credito e sconto in fattura. Queste particolari norme hanno portato abusi e proprio per questo il decreto 212 del 28 dicembre 2023 le regole cambiano.

Le novità per il bonus barriere architettoniche 2024

La prima novità è rappresentata dal fatto che dal 1° gennaio 2024 sarà possibile avvalersi delle agevolazioni del bonus barriere architettoniche solo per interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi a oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

Addio quindi alla detrazione per il rifacimento dei bagni, per l’installazione di infissi e per sistemi domotici, tranne nel caso in cui siano collegati evidentemente ad ascensori, servoscale, rampe di accesso.

Questa non è l’unica novità del 2024, infatti dal 1° gennaio cambiano anche le regole per la cessione del credito e lo sconto in fattura strumenti non più generali, ma utilizzabili solo in determinati casi:

  • lavori eseguiti sulle parti comuni degli edifici condominiali a prevalente destinazione abitativa;
  • lavori eseguiti da singoli proprietari su appartamenti o edifici unifamiliari adibiti ad abitazione principale, ma a condizione che il reddito non superi 15.000 euro;
  • nucleo familiare in cui sia presente un soggetto disabile (in questo caso non si applica alcun limite di reddito).

In tutti gli altri casi è possibile avvalersi di detrazioni fiscali Irpef e Ires con rate divise in 5 anni. Restano invece anche per il 2024 i limiti di spesa previsti, più facili da rispettare visto che è stata ridotta notevolmente la portata del bonus barriere architettoniche:

  • 30.000 euro per gli edifici con oltre otto unità immobiliari, da intendersi per ogni unità immobiliare presente;
  • 40.000 euro per edifici composti da due a otto unità immobiliari, da intendersi per ogni unità immobiliare presente;
  • 50.000 euro per edifici unifamiliari o unità interne a edifici plurifamiliari indipendenti con uno o più accessi autonomi dall’esterno.

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Modelli fiscali 2024, pronti quelli dell’Agenzia delle entrate

I modelli fiscali 2024 sono pronti e disponibili sul sito dell’Agenzia delle entrate, con le relative istruzioni, per facilitare i contribuenti.

Modelli fiscali 2024,  ecco quali sono disponibili

Basta andare sul sito dell’Agenzia delle entrate ed avere a disposizione innumerevoli modelli da utilizzare nella prossima campagna dichiarativa. I modelli sono quelli della Certificazione Unica 2024, Dichiarazione 770 e modello 730. Ed ancora presente il modello di Dichiarazione redditi persone fisiche, Consolidato nazionale e mondiale. Per le aziende i modelli per la dichiarazione dei redditi società di capitali, enti non commerciali, redditi di società di persone. Non mancano le dichiarazioni Irap ed iva annuale. Eccoli in dettaglio con le novità introdotte e comunicate dalla stessa Agenzia delle entrate.

Modelli 730 e Redditi Persone fisiche – Nelle dichiarazioni dei redditi per l’anno d’imposta 2023 trovano spazio diverse novità. Tra queste c’è la tassazione agevolata delle mance per i lavoratori dipendenti delle strutture ricettive del settore privato, la ridefinizione dell’ambito fiscale del lavoro sportivo, la rideterminazione della detrazione spettante al personale del comparto sicurezza e difesa, la modifica del limite di spesa massimo su cui calcolare la detrazione per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici. I modelli recepiscono inoltre le novità relative alla disciplina di tassazione delle “cripto-attività”, quelle riguardanti il regime forfetario e il nuovo regime della tassa piatta incrementale (cd. flat tax incrementale).

Modelli fiscali 2024, per le imprese, enti e società

I modelli e le istruzioni sono aggiornati per accogliere le modifiche in materia di Imposta sul reddito delle società. Nei modelli Redditi, in particolare, sono stati gestiti il recupero dell’imposta sostitutiva su utili e riserve di utile, l’imposta sul valore delle cripto-attività e gli aggiornamenti previsti dalla disciplina del Superbonus. Per quanto concerne il modello Redditi società di capitali, sono state apportate le modifiche relative all’imposta straordinaria applicata al margine degli interessi delle banche e relative alla nuova disciplina delle plusvalenze realizzate dalle società sportive professionistiche.

Tra le novità più importanti che hanno interessato la Certificazione unica si evidenziano la tassazione agevolata delle mance per i lavoratori dipendenti del settore turistico, la riorganizzazione del lavoro sportivo dilettantistico e professionistico, l’innalzamento a 3 mila euro dei fringe benefit erogati a favore dei lavoratori dipendenti con figli a carico, l’indicazione del trattamento integrativo speciale erogato ai lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale e la rideterminazione della riduzione Irpef spettante al comparto sicurezza e difesa.

Iva, Irap e 770

Per quanto riguarda il modello IVA è aggiornato per accogliere le novità normative del 2023. Rimodulati i righi dei quadri VE e VF, mentre nel quadro VO viene introdotta la possibilità per le imprese oleoturistiche di revocare l’opzione per la determinazione della detrazione Iva e del reddito nei modi ordinari.

Irap e 770 – Nel modello Irap è gestita la non imponibilità ai fini Irap dei compensi erogati ai collaboratori coordinati e continuativi nell’area del dilettantismo in ambito sportivo inferiori all’importo annuo di 85mila euro. Aggiornato anche il 770: tra le novità la sezione relativa all’affrancamento delle quote da Oicr, la nota per l’emergenza alluvionale nei Quadri ST e SV e la nuova colonna per la gestione del credito da Trattamento integrativo speciale nel Quadro SX.

 

 

Consulenza tributaria gratis, la novità dell’Agenzia delle Entrate

Per i contribuenti di minore dimensione è attivo il servizio di consulenza tributaria gratuita dell’Agenzia delle Entrate. Ecco come funziona e chi può utilizzare questo pratico strumento.

Consulenza tributaria gratis, il nuovo servizio dell’Agenzia delle Entrate

Il nuovo servizio messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate è denominato “consultazione semplificata”. Può essere utilizzato da persone fisiche, anche non residenti, e contribuenti di minori dimensioni, come le società di persone, che adottano regimi di contabilità semplificata.

Sono invece esclusi dal servizio le società in regime di contabilità ordinaria, le società di capitali e gli enti.

Il sistema è gestito attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, può essere utilizzato direttamente dal contribuente oppure tramite intermediario. Il contribuente potrà avere una consulenza presentando il caso concreto. Una volta inoltrato il quesito, il sistema farà una ricerca nella propria banca dati che comprende atti di prassi che esprimono indirizzi interpretativi fra i quali: risposte a istanze di interpello, risoluzioni, principi di diritto. Nel caso in cui tale ricerca non abbia successo, ad esempio perché il caso è prospettato in maniera errata, perché non è mai stato affrontato attraverso gli atti presenti nella banca dati o comunque non si può individuare una risposta univoca, il sistema provvederà a comunicarlo al contribuente invitandolo, nel caso, a presentare un’istanza di interpello.

La consulenza gratuita ha quindi lo scopo di evitare che siano presentate numerose istanze di interpello su questioni che sono già state risolte dall’Agenzia delle Entrate, ciò infatti porterebbe via tempo ai funzionari.

Come per l’istanza di interpello anche la risposta alla richiesta di consulenza gratuita è applicabile al solo caso presentato.

Responsabilità del contribuente in caso di errore determinato dalla consulenza tributaria gratuita

Cosa succede se il contribuente “utilizza” il consiglio fornito tramite questo sistema dall’Agenzia delle Enrate, ma poi si verifica un errore?

Ad esempio, il contribuente prospetta una determinata situazione e l’intelligenza artificiale fornisce una risposta. Nel caso concreto però il contribuente potrebbe avere omesso di fornire informazioni, oppure l’intelligenza artificiale potrebbe avere sbagliato nella ricerca di prassi e atti. Il contribuente, facendo affidamento comunque sulla risposta fornita dall’Agenzia compie l’atto sul quale ha chiesto delucidazioni, potrebbe essere, ad esempio, una questione inerente una detrazione di imposta. Dopo la presentazione della dichiarazione, si effettua un controllo (formale, automatico, accertamento) e si contesta al contribuente un errore nell’applicazione di quella stessa detrazione, cosa succede?

In questo caso il contribuente che commette un errore basandosi sulla consulenza gratuita fornita dall’Agenzia, non subisce sanzioni né versa  interessi di mora nei limiti in cui si sia conformato alla soluzione fornita dal nuovo servizio di consultazione semplificata.

Deve essere sottolineato che per i contribuenti ammessi all’uso di questo servizio, il preventivo uso di questo strumento di consultazione gratuita costituisce una condizione necessaria per presentare eventualmente un’istanza di interpello.

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Agevolazioni casa, come cambiano nel 2024

Il 2024 si presenta come un anno difficile per chi decide di acquistare casa, almeno per la prima parte dell’anno non sono previsti importanti cambiamenti per i tassi di interesse che molto probabilmente resteranno quasi fermi fino a primavera inoltrata ma, soprattutto, cambiano le agevolazioni per i mutui under 36, non è infatti stata confermata la defiscalizzazione.

Mutuo agevolato under 36 per acquisto prima casa

Con il decreto Sostegni Bis dal 2021 erano state introdotte agevolazioni per l’acquisto della prima casa per under 36. Le stesse venivano applicate l’acquisto della prima casa (non di lusso) a condizione che il reddito fosse inferiore a 40.000 euro. Le agevolazioni prevedevano la possibilità di accedere al fondo Consap per la garanzia sul mutuo, inoltre prevedevano la defiscalizzazione, questo implica che gli under 36 che rispettavano tutte le condizioni previste dall’agevolazione non erano tenuti a pagare imposta di registro, imposta ipotecaria e imposta catastale.

La misura era stata estesa fino al 31 dicembre 2023, molti si aspettavano una proroga al 2024, la stessa però non è arrivata. Resta quindi la possibilità di accedere al fondo Consap e viene meno la defiscalizzazione.

Nel frattempo la possibilità di accedere al fondo Consap è stata estesa alle famiglie numerose, indipendentemente da limiti di età.

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Quali imposte si pagano per l’acquisto della prima casa? Addio agevolazioni fiscali

La legge comunque prevede delle agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa, ma naturalmente sono ridotte rispetto alla defiscalizzazione.

Per l’acquisto della casa quindi sarà necessario versare:

l’imposta di registro del 2 per cento sul valore catastale dell’immobile (per immobili non rientranti nella categoria della prima casa è al 9%) l’importo comunque non può essere inferiore a 1.000 euro.

L’imposta catastale e l’imposta ipotecaria in misura fissa di 50 euro. Queste le imposte da versare nel caso in cui la compravendita avvenga da privato.

Nel caso in cui l’atto sia stipulato con un’impresa, ad esempio una società che si occupa di costruzione e vendita di immobili, la tassazione è agevolata, ma diversa.

In questo caso è necessario versare l’Iva al 4% ( per immobili non rientranti nella prima casa al 10%). Si aggiungono imposta ipotecaria e catastale in misura fissa a 200 euro.

Con le agevolazioni mutuo under 36 previste fino al 31 dicembre 2023 era possibile utilizzare l’Iva versata come credito di imposta. Anche questa agevolazione è caduta.

Dall’insieme di incentivi non confermati appare evidente che nel 2024 comprare casa potrebbe essere particolarmente oneroso.

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