Il lusso degli yachts Azimut-Benetti all’Hainan Rendez-Vous

Il lusso degli yacht Made in Italy ha spopolato all’edizione 2013 dell’Hainan Rendez-Vous, che dal 30 marzo fino ad oggi ha animato la Rivera cinese.
All’evento, infatti erano presenti i quattro brand del Gruppo Azimut-Benetti, azienda leader nella produzione di barche di lusso dalla firma 100% italiana.

In occasione di questo importante appuntamento, il gruppo ha presentato una serie di yacht realizzati “su misura” per la clientela cinese, che hanno ispirato il filone Azimut Dragon China.
I primi modelli di questa nuova linea sono 64 Dragon China, 70 Dragon China, 80 Dragon China e 88 Dragon China, ovviamente tutti uniti da un solo progetto ma diversi per caratteristiche e funzioni, che vogliono puntare alla soddisfazione delle esigenze locali.

I progetti per il futuro di Azimut Yachts non si fermano a queste creazioni che strizzano l’occhio al Paese del Sol Levante, perché entro il 2013 altri due modelli verranno svelati al pubblico: si tratta dell’80 e il 95RPH, realizzati da Stefano Righini e Achille Salvagni, le cui immagini in anteprima sono state mostrate proprio all’Hainan Rendez-Vous.

Durante la manifestazione, ha fatto il suo debutto in terra cinese anche il brand Atlantis by Azimut, la collezione di sport-cruiser che comprende 6 modelli, dai 34 ai 60 piedi.
Atlantis 38 è stato scelto per rappresentare l’intera collezione, di cui interpreta perfettamente il concept: stile sportivo e ottima vivibilità, sia all’interno sia all’esterno, grazie alla convertibilità degli spazi.

Dopo il successo del 120SL, premiato come “Best Motor Yacht over 30 metres” al 2013 “Hurun Best of the Best”, in questa edizione dell’Hainan Rendez Vous, Azimut Grande ha presentato l’Azimut Grande 116’.

Benetti, che festeggia quest’anno il 140° anniversario di attività, ha illustrato il progetto Benetti Design Innovation: a 16 fra i più noti designer internazionali è stato chiesto di sviluppare nuovi concept per i Benetti custom yachts, nella fascia da 50 a 90 metri e oltre, utilizzando una precisa lista di piattaforme e architetture navali esistenti.

Vera MORETTI

Il futuro del Made in Italy è nell’e-commerce

Le imprese italiane che hanno deciso, anche in tempi di crisi, di puntare sull’export sono state ricompensate: i loro redditi godono di maggior salute rispetto a quelle che, invece, hanno concentrato i loro commerci sul mercato interno.
Ora, però, è il momento di fare un’ulteriore passo avanti, e cavalcare l’onda dell’e-commerce, che piace molto soprattutto agli asiatici.

Le cifre, a questo proposito, parlano chiaro: adesso l’e-commerce muove un giro d’affari di 1 miliardo di dollari in tutto il mondo, ma secondo il rapporto “Asia B2C eCommerce Report 2013” in Cina questo business crescerà addirittura del 30% entro il 2016.
Non saranno solo i cinesi, ma anche indonesiani e sudcoreani che cercheranno online la qualità e la fama dei prodotti Made in Italy, perché in questi tre Paesi stanno aumentando i consumatori ricchi che quindi possono permettersi le grandi griffe italiane.

Per poter raggiungere i clienti orientali, occorre creare siti ad hoc, ovvero più vicini ai gusti della clientela dagli occhi a mandorla, anche dal punto di vista della lingua.
Inoltre, oltre ai settori più “gettonati”, come abbigliamento ed automobili, bisogna permettere anche all’agroalimentare di farsi strada, poiché è il settore, in questo momento, dal maggior potenziale.
Tutta la produzione del Made in Italy trarrebbe giovamento, infine, se fosse presentata su un portale web destinato alla promozione dei prodotti in Cina.

In questo senso, ha dimostrato di essere particolarmente attivo il vitivinicolo, come ha dichiarato Giovanni Mantovani, direttore di Verona Fiere, la sede di Vinitaly, per il quale la Cina è la Mecca dei produttori di bottiglie: “Un paese che nel 2012 ha visto i propri consumi di vino crescere del 6% e che è ormai diventato il terzo mercato mondiale per i vini rossi. Per questo Vinitaly dedicherà proprio alla Cina uno spazio importante con la prima visita in Italia di una delegazione guidata dal ministro per il Commercio estero cinese e un seminario nel quale verrà approfondita la realtà del mercato cinese e verranno illustrate alcune best practices. Perché se è vero che abbiamo terreno da recuperare in Cina, questo non significa che non ci siano imprese made in Italy che abbiano avuto successo in Cina“.

Vera MORETTI

Il Made in Italy sfila a Pechino

E’ in corso da ieri, e terminerà domani, la 21esima edizione della CHICChina International Clothing & Accessories Fair di Pechino, la fiera che, come ogni anni, si rivolge ai produttori di abbigliamento uomo/donna/bambino, calzature ed accessori moda.
Tra i partecipanti, ben 73 aziende sono italiane e sono approdate alla CHIC nell’ambito della collettiva organizzata da ICE.
In tutto, i marchi italiani esposti sono 89 e presenteranno le collezioni autunno/inverno 2013-2014 e provengono dalla gran parte delle Regioni d’Italia.

Per essere presente con le creazioni Made in Italy per l’edizione 2013, l’Agenzia ICE aveva posto le fondamenta già nel 2002, attraverso azioni di immagine per favorire la penetrazione del mercato da parte dei produttori di fascia medio-alta, che fnalmente si sono trovati un posto in un mercato finora occupato quasi esclusivamente dai grandi marchi.

La CHIC è suddivisa in otto padiglioni di cui sei dedicati a abbigliamento uomo; casual e sportivo; pelle e pellicceria; bambino accessori e stampa di settore; donna; due padiglioni internazionali.
Le due Hall internazionali (W1-W2) accoglieranno la presenza dei padiglioni riservati a Italia, Francia, Korea, Germania, Stati Uniti d’America e Giappone.

La collettiva organizzata dall’Agenzia ICE è collocata nel padiglione Internazionale W2 su un’area di oltre 2.200 mq. L’area italiana comprende, oltre alla zona dove sono collocate le aziende, anche un’area animazione moda in cui cinque volte al giorno sfileranno a turno i capi delle aziende italiane espositrici.

Contemporaneamente alla CHIC, si sta svolgendo, sempre a Pechino, e sempre presso il China International Exhibition Centre, Milano Unica in Cina, il grande evento fieristico dedicato al settore dei tessuti INTERTEXTILE-PECHINO 2013.
La Fiera che si svolge con cadenza semestrale nelle due edizioni di Pechino (marzo) e Shanghai (ottobre) è organizzata dal 1995 dal “Sub-Council of Textile Industry CCPIT -China Council of Promotion of International Trade”, Messe Frankfurt HK e China Textile Information Centre e ha acquisito un’importanza sempre maggiore negli anni fino a diventare la più importante fiera del tessile a livello mondiale.

A questo appuntamento partecipano i produttori di materiali naturali e sintetici (cotone, seta, lino, tessuti a maglia, artificiali e spalmati), ma anche le aziende produttrici di accessori e forniture e imprese di servizi del settore.
Nel 2012 l’importazione di tessuti in Cina ha raggiunto 8.8 miliardi di USD e il nostro paese si è aggiudicato circa il 5.1% del mercato con vendite per 448 milioni di USD, in calo del 1.4% rispetto al 2011.

Vera MORETTI

I cinesi comprano casa in italia

I cinesi sono sempre più attratti dal Belpaese ma non si accontentano di comprare abbigliamento e calzature griffate Made in Italy o di soggiornare nelle nostre città per qualche giorno.
Ora vogliono diventare proprietari di immobili di pregio che si affacciano sulle più rinomate località turistiche italiane.

In questo periodo stanno spopolando online i portali dedicati al real estate internazionale, tra i quali spiccano Juwai.com, la più importante piattaforma dedicata al real estate internazionale in lingua cinese, e PropGoLuxury.com.
Ciò che accomuna questi siti sono gli immobili: tutti di alto pregio, tutti costosissimi.

A movimentare il mercato è l’imposizione fiscale sugli immobili di lusso, che sta persuadendo i ricchi proprietari a vendere. E la Cina è alla finestra, pronta a cogliere l’occasione.
A questo proposito, Oscar Pittini, presidente di Hèra International Real Estate (società di servizi immobiliari) ha confermato: “Circa 30 milioni di cinesi sono interessati a investimenti superiori ai cinque milioni di euro, perché ci sono significativi capitali in cerca di opportunità nel real estate, in Italia in particolare“.

L’inversione di tendenza della hig class cinese vede un minore interesse negli investimenti in aziende italiane e una maggiore attenzione agli immobili di pregio, che garantiscono una rendita costante e sottoposta a minori oscillazioni di valore.
Per il bene della nostra economia, si sera che non si tratti di vendite in saldo.

Vera MORETTI

Il Made in Italy veste anche l’iPhone

Il Made in Italy, dopo aver vestito le celebrities di tutto il pianeta, che sfoggiano look griffati italiani in occasione dei più importanti eventi mondani, ora ha deciso di proporre creazioni su misura anche per iPhone.

Per distinguere il proprio smartphone dagli altri, ora che tutti ne possiedono uno, si cerca di rivestirlo con una cover accattivante, colorata, spiritosa o, come in questo caso, preziosa.
Si chiama, non a caso, Gold Genie, la cover tutta Made in Italy che ricopre l’iPhone di un elegante e ricco coloro oro, illuminato da cristalli Swarovski.

Non passerà certo inosservata e farà impallidire tutti gli altri “abiti” che sono soliti avvolgere gli smartphone, ma la cosa che più inorgoglisce è che evochi il Belpaese per raffinatezza e per i colori italiani che fanno da cornice alla cover.
Non si tratta, ovviamente, di un accessorio accessibile a tutti ma, si sa, il lusso Made in Italy è davvero per pochi.

Vera MORETTI

L’Italia dell’arredo mira alla Cina

Se è vero che le aziende italiane che sentono meno la crisi sono quelle più esposte sull’export, tra i mercati sui quali puntare la Cina rappresenta senz’altro uno di quelli più vivi nello scenario internazionale. Per questo, Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha deciso di sviluppare nuove strategie per dare la possibilità, alle imprese italiane, di essere più efficaci sul mercato cinese.

In questa ottica è stato avviato “La Cina arreda Italiano“, un progetto organizzato in collaborazione con FederlegnoArredo, Cosmit, Cna e Confartigianato, con l’obiettivo di incrementare il numero delle aziende italiane del settore arredo operanti nel continente asiatico.

Nonostante una crescita del 2,1%, nei primi nove mesi del 2013, registrata dall’export italiano del settore mobili, elettrodomestici e apparecchi di illuminazione, la quota di mercato dell’Italia sulle importazioni cinesi è ferma al 4,8%, preceduta da Germania (19,8%), Giappone (17,1%), Corea del Sud (8,7%) e Stati Uniti (5,8%).

Riccardo Monti, presidente dell’Ice, ha infatti affermato: “La Cina ha circa 80 città con oltre 5 milioni di abitanti. Oggi, come Sistema Italia dell’abitare, presidiamo a stento una decina di città. Il potenziale è dunque di proporzioni vastissime. Il Paese sta vivendo un processo di urbanizzazione rapidissima; parliamo di centinaia di milioni di persone che nei prossimi vent’anni andranno a vivere in città. Ed è in corso un programma di upgrading, di miglioramento del patrimonio abitativo. Le abitazioni, cioè, diventano più grandi e meglio arredate. La gente spende sempre di più per la casa e per la filiera italiana si tratta di un’opportunità enorme che dobbiamo cominciare a sfruttare”.

Per questo, è fondamentale studiare strategie di comunicazione che puntino a diffondere la cultura dell’abitare italiano, anche attraverso alcune attività che verranno svolte in Italia e in Cina, con il coinvolgimento di media, decision maker, Vip e distributori cinesi.

Ice punta a far convergere architetti, designer e costruttori verso il mercato del Sol Levante, ma anche di far coincidere il design italiano con il gusto cinese. Per arrivare ad avere maggiori sintonia con quanto richiesto dal mercato, sono previsti corsi di formazione ad hoc, in modo da poter focalizzare le energie sulla realizzazione di prodotti più adatti.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha aggiunto: “Il mercato cinese è un mercato che potenzialmente può dare grosse soddisfazioni. La nostra federazione sta lavorando alacremente per fornire il proprio supporto alle imprese italiane. Nei progetti c’è l’apertura di un ufficio dedicato presso l’Ice di Shanghai e un grande evento fieristico per il prossimo anno. Mi auguro che la Cina possa presto arrivare in vetta alle graduatorie dei Paesi maggiormente utilizzatori del prodotto italiano, come lo sono già gli Usa, la Russia e la Germania”.

Vera MORETTI

Emirati Arabi: centro nevralgico dei mercati internazionali

L’Oriente rappresenta sicuramente il mercato del presente e del futuro.
Tutte le più importanti imprese, anche e soprattutto italiane, si dirigono a Est per ampliare i propri affari e, ormai, gli Emirati Arabi sono diventati un punto di approdo irrinunciabile, se si vuole puntare ad una internazionalizzazione importante.

Ferrari, da poco nominato marchio più potente al mondo, non a caso è già presente sul mercato, con due store rispettivamente a Dubai e ad Abu Dhabi, e a breve ne aprirà un terzo in Kuwait.

Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Ferrari, a proposito, ha dichiarato: “Gli Emirati sono un nostro partner commerciale strategico nei Paesi arabi e penso che ci sia ancora ampio margine per far crescere l’interscambio. Anche il resto dell’area del Golfo ha un grande potenziale, non limitato soltanto al settore dei beni di lusso ma anche a quello degli investimenti in infrastrutture e nei mezzi di trasporto“.

Gli Emirati Arabi non sono certo sconosciuti a Montezemolo, che ha rapporti stretti con la famiglia reale di Abu Dhabi, gli Al Nayan.
Attraverso il fondo sovrano Mubadala, guidato dal crown prince di Abu Dhabi, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, capo del governo e delle forze armate, Abu Dhabi è tra i principali investitori nel fondo di private equity Charme, la cui gestione fa capo a Luca e Davide Montezemolo.
Il fondo Charme, inoltre, controlla Poltrona Frau e Bellco, due aziende molto attive nell’area Gcc.

Vera MORETTI

E’ Ferrari il marchio più potente al mondo

Il brand per eccellenza di fama mondiale? Non è Google, né Coca-Cola, ma Ferrari, un marchio tutto italiano simbolo di lusso, design e potenza, qualità che la Casa di Maranello riesce da sempre a condensare nelle sue autovetture.

A decretare che è proprio quello del Cavallino Rampante il marchio più potente al mondo è stata Brand Finance, azienda leader nella valutazione dei marchi, che ha stilato la classifica annuale dei brand più potenti.
Dietro Ferrari, nella lista dei 500 marchi più famosi al mondo, ci sono i colossi Google, Coca-Cola ed Hermes.

Il risultato è di quelli insperati e prestigiosi, soprattutto se si considera che nella classifica dei marchi con più valore in assoluto Ferrari è al 324° posto ed è molto distante da Apple, il brand più “ricco” in assoluto con un valore di 87,3 miliardi di dollari, contro i 3,64 mld del Cavallino Rampante

Che cosa, dunque, ha fatto balzare il Gruppo modenese in cima alla classifica dei marchi più potenti?
Brand Finance, nella sua analisi, ha tenuto conto di una serie di fattori, come il margine netto, il ricavo medio per cliente, la spesa in marketing e pubblicità ma anche la simpatia e la fedeltà al marchio.
E secondo questi valori, Ferrari si è mostrata imbattibile, ancora di più di tante multinazionali internazionali.

Stephen Bayley, critico d’arte di fama mondiale, dimostra di essere d’accordo con questa classifica: “Penso spesso che il genio italiano per il car design si trovi soprattutto nel linguaggio del loro saper fare. Il loro è un vocabolario fatto di parole che sulle caratteristiche di una vettura e altri dettagli semplicemente non esistono in inglese. Se si dispone di una parola per designarlo è una sola: la bellezza“.

La notizia ha fatto piacere anche a Luca Cordero di Montezemolo, presidente del gruppo: “È sempre un piacere essere in vetta a una classifica e lo è ancora di più quando la concorrenza è rappresentata dalle aziende più note al mondo, a testimonianza che l’Italia, anche in un momento economico così difficile, è in grado di presentare realtà d’eccellenza“.

Vera MORETTI

La lingerie di La Perla parla russo

Anche la lingerie mira ad est: Società Italia, azienda distributrice di numerosi brand del lusso, ha infatti stipulato un accordo con La Perla, il marchio di lingerie di lusso Made in Italy, con l’obiettivo di portare la griffe italiana ad espandersi nel territorio dell’ex Unione Sovietica.

Dalla stagione Autunno-Inverno 2013/14 tutti i più famosi marchi del brand, ovvero La Perla PAP, La Perla Villa Toscana, La Perla Black Label, Studio La Perla, Anna Club e Nero Perla, approderanno nelle migliori boutique multibrand presenti in Russia.

La Perla, dunque, conferma la sua fama di marchio di alta moda dedicato all’intimo, grazie ad una collaborazione proficua tra professionalità sartoriale, materiali preziosi e creatività sofisticata. Caratteristiche, queste, che da sempre rappresentano quel Made in Italy che in Oriente è molto apprezzato.

Tatiana Souchtcheva, CEO di Società Italia ha dichiarato: “E’ per noi un grande motivo di orgoglio professionale e personale il nuovo accordo con una griffe così prestigiosa. E’ il modo migliore per iniziare il 2013 e festeggiare i nostri vent’anni”.

Vera MORETTI

La nuova boutique di Armani a Hong Kong

Canton Road, ad Hong Kong, si è arricchita di una nuova boutique di lusso, quella di Giorgio Armani.

L’inaugurazione, alla quale ha partecipato, come padrona di casa, Roberta Armani, nipote dello stilista, è avvenuta alla presenza di oltre 400 ospiti, molti dei quali autentiche celebrità della zona, come Zhang Zi Yi, Choi Si Won, Sandra Ng, Zhang Zi Lin, He Sui e Pansy Ho, tutte vestite rigorosamente Armani.

L’evento ha celebrato anche la mostra “Eccentrico”, che rimarrà aperta al pubblico fino a domani, 17 marzo, e che rappresenta un viaggio tra le creazioni più rappresentative della maison e appartenenti alle collezioni Giorgio Armani e Giorgio Armani Privé.

Il nuovo store occupa oltre 950 metri quadrati, disposti su due piani e si presenta in tutto lo splendore che da sempre caratterizza la moda del maestro piacentino, il quale ha partecipato personalmente al progetto del punto vendita.
Al piano tetta ci sono le collezioni prêt-à-porter uomo e donna e gli accessori, comprese scarpe, borse e piccola pelletteria, mentre al secondo piano, oltre ad altre proposte prêt-à-porter, trovano posto le calzature per uomo e donna.

Le proposte in vetrina fanno capolino da una tela fatta di muri e soffitti in marmorino, con pavimenti di pietra silk georgette.
I pezzi di arredo, di puro design, colpiscono per la leggerezza e i giochi di luci e trasparenze, che conferiscono alla boutique un tocco di originalità tutta italiana.

Vera MORETTI