Nuova era per BlackBerry

BlackBerry torna alla ribalta con nuovi e grandi progetti.
Quando sembrava che l’azienda fosse stata soppiantata dalla stretta concorrenza, ecco che ritorna ad essere protagonista puntando, ancora una volta, sul suo target preferito, ovvero le aziende.

Diego Ghidini, Business Sales Director di BlackBerry, ha illustrato così i nuovi progetti del brand: “Immaginate di essere direttore dei sistemi informativi di una media azienda e dovete dotare con strumenti di mobilità i vostri lavoratori. Prima domanda da porsi sarà se scegliere un preciso Smartphone o se lasciarlo scegliere agli utenti, aderendo al BYOD (Bring Your Own Device). La seconda riguarda il sistema operativo che deve garantire sicurezza dei dati, la gestione di una VPN aziendale e quindi trovare un partner per l’acquisto, gestione e manutenzione. Con Bes 12 siamo sicuri che la miglior offerta sul mercato sul lato sicurezza, manutenzione e gestione ce l’abbiamo noi”.

La versione 12 del BlackBerry Enterprise Service, il cui arrivo è previsto per l’estate, aiuterà le imprese a sviluppare applicazioni “Enterprise-grade” veloci da implementare sugli smartphone BlackBerry e sugli altri dispositivi mobili.
La piattaforma sarà compatibile con le soluzioni precedenti e future, unendo il BES10 e il BES5 in un’unica piattaforma. Flessibile e scalabile, l’architettura di BES12 proporrà ai clienti anche la possibilità di lavorare in sicurezza e con semplicità grazie al Cloud.

BlackBerry ha anche annunciato nuovi prezzi per BES e una nuova organizzazione delle licenze con due nuovi tipi di proposte: Silver e Gold.
Silver include il supporto completo del device, dell’applicazione, dell’email e della sicurezza per BlackBerry, iOS e Android, includendo BlackBerry Balance, la tecnologia che separa la vita privata da quella lavorativa sugli smartphone BlackBerry 10.
Gold aggiunge BlackBerry Secure Work Space per iOs e Android, funzioni dedicate alla gestione e alla sicurezza dei dispositivi BlackBerry10, ed è pensata per le aziende per cui la sicurezza e tra i principi più importanti, come i governi, i servizi finanziari e la sanità.

Le novità non riguardano solo i servizi sui server, perché, da sempre, anche la comunicazione tra utenti ha avuto un ruolo di primo piano per BlackBerry, a cominciare da BlackBerry Messenger, BBM, che per le aziende aggiunge una “e” minuscola, diventando eBBM.

Si tratta di una nuova famiglia di prodotti e servizi che si integra con gli smartphone e le soluzioni BlackBerry per le imprese, BES e BlackBerry Enterprise Service 10, per fornire un servizio di messaggistica istantanea professionale che unisce il meglio di BBM con caratteristiche pensate per le aziende. Tra queste, c’è BBM Protected, la soluzione che offre alle imprese un servizio di messaggistica mobile sicuro e affidabile.

Vera MORETTI

Startup italiane hi-tech a Wall Street

Un’impresa italiana, proveniente da Trieste, è approdata a Wall Street, con lo scopo di utilizzare quella prestigiosa piazza come vetrina per attirare investimenti e poter, dunque, crescere ancora.

L’azienda si chiama Athonet ed è arrivata a New York con altre 14 startup selezionate da Italia Camp per presentare l’eccellenza dell’hi-tech Made in Italy, dopo aver toccato Scandinavia e Friuli.
Confondatori di Athonet sono Gianluca Verin e Karim El Malki, papà egiziano e mamma veneta, entrambi ingegneri, conosciutisi in Svezia dove lavoravano nel dipartimento di ricerca e sviluppo di Ericsson.

Proprio lì è nata l’idea di portare in Italia qualcosa che ancora mancava, ovvero una rete veloce 3G e 4 G LTE, per le emergenze e per lo sviluppo delle città intelligenti del futuro.
Il primo atto della startup si è svolto nel 2005 e nel 2009 è stata sperimentata una rete mobile privata dell’Area Science Park, l’incubatore di Trieste che ha ospitato Athonet sin dalla culla.

Il software della startup, che si chiama Primo, rete mobile compatta e trasportabile Umts/Hspa/Lte, è stato utilizzato dalla protezione civile del Friuli Venezia Giulia durante la gestione del post terremoto a Mirandola.
Per questa collaborazione Athonet è stata insignita della medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica.

Gianluca Verin ha dichiarato: “Questa è la nostra nicchia di mercato, portare banda larga ultraveloce, anche in 4G Lte, in zone di emergenza, dove i grandi operatori non hanno ancora sviluppato, per ragioni di costi, reti alternative a quelle commerciali. Le smart city del futuro saranno delle piazze aperte dove tutte le cose dialogheranno tra loro e si scambieranno dati. Per sostenere questo flusso di comunicazioni ci vogliono infrastrutture e noi ci candidiamo a offrire questo servizio“.

La via americana potrebbe portare in casa nuovi investitori. Perché negli Usa c’è fame di idee e non mancano i soldi per i finanziamenti.
Ad esempio, nel 2013 l’ecosistema delle start up europeo ha raccolto 36 miliardi di dollari. Una cifra ragguardevole. Ma se comparata agli investimenti a stelle e strisce nello stesso periodo in star up, pari a 1.777 miliardi di dollari, fa emergere tutto il gap tecnologico e innovativo che separa le due sponde dell’Atlantico.

L’Italia giovane e hi-tech che fa impresa può finalmente fare i primi passi, approfittando anche delle agevolazioni fiscali previste dal Governo.
Le nuove startup nate negli ultimi 12 mesi e iscritte al registro sono state invece 752: in pratica ne nascono 2 al giorno.

Al top delle iscrizioni ci sono la Lombardia con 328 startup, seguita a debita distanza da Emilia Romagna con 176 iscrizioni e dal Lazio con 169. Sotto il podio Veneto (140) e Piemonte (131).
In coda il Molise con 9 startup, la Basilicata con 8 e la Valle D’Aosta con 5 iscrizioni nel Registro.

Vera MORETTI

Niente ribassi, i carburanti sono stabili

Dopo un timido ribasso dei carburanti registrato venerdì scorso, la nuova settimana è iniziata con una brusca frenata, dovuta ad un’impennata dei mercati internazionali.
Per questo motivo, i prezzi sono oggi stabili, a parte un aumento delle no-logo che, come sempre, risultano più sensibili all’andamento dei mercati esteri.

Le medie nazionali, dunque, vedono oggi benzina e diesel rispettivamente a 1,802 e 1,713 euro/litro (Gpl a 0,743).
Le punte in alcune aree sono per la verde fino a 1,855 euro/litro, il diesel a 1,753 e il Gpl a 0,765.

A livello Paese, in modalità servito, il prezzo medio praticato della benzina va oggi dall’1,780 euro/litro di Eni all’1,802 di Shell e Tamoil (no-logo a 1,666).
Per il diesel si passa dall’1,696 euro/litro di Esso all’1,713 ancora di Shell e Tamoil (no-logo a 1,570).
Il Gpl, infine, è tra 0,728 euro/litro di Eni e 0,743 di Esso (no-logo a 0,704).

Vera MORETTI

Biotecnologia innovativa al BioInItaly investment forum

Si è svolta a Milano il 2 e 3 aprile presso Palazzo Besana l’edizione 2014 del “Bioinitaly investment forum & Intesa SanPaolo start-up initiative“.

L’evento, organizzato da Assobiotec, Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative e Innovhub-SSI, in collaborazione con Fondazione Filarete, si è posto come obiettivo quello di presentare ad un qualificato gruppo di investitori italiani e internazionali 8 imprese biotech selezionate, sette italiane e una brasiliana.

Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, ha dichiarato a proposito: “Il BioInItaly Investment Forum si conferma anche quest’anno un evento di riferimento per le imprese biotech del nostro paese e per gli investitori interessati a questo settore. Registriamo infatti numeri in crescita dal lato delle presenze, con un parterre importante di investitori, e non solo italiani”.

Protagonisti della quinta edizione della manifestazione sono stati farmaci innovativi, nuove soluzioni per le terapie avanzate e dispositivi biomedicali, ma anche nuovi additivi alimentari e biocarburanti: in una parola, tutte le nuove frontiere della biotecnologia.

Ha continuato Sidoli: “L’edizione 2014 arriva al termine di un anno importante sul fronte del ritorno finanziario rispetto agli investimenti in imprese biotecnologiche. I recentissimi casi di Okairos, Silicon Biosystem, EOS, Intercept e Gentium, dimostrano chiaramente che per gli investitori finanziari può essere molto redditizio investire in imprese biotech, ma anche confermano l’eccellenza della ricerca biofarmaceutica italiana e dimostrano la straordinaria capacità dei nostri manager e imprenditori di attrarre capitali dall’estero e di trasformarli in ulteriore valore, dopo aver sviluppato prodotti e tecnologie innovative“.

Livio Scalvini, responsabile del Servizio Innovazione di Intesa Sanpaolo, ha aggiunto: “Siamo molto contenti di confermare, con questa nuova edizione, la consolidata collaborazione con Assobiotec e Innovhub SSI. Per creare un ecosistema dell’innovazione è fondamentale saper fare rete, ottimizzare le risorse e mettere a fattor comune le diverse esperienze. Intesa Sanpaolo vede nel biotech italiano un settore tra i più brillanti e competitivi a livello europeo, come dimostrano anche i numerosi investimenti dei nostri fondi Atlante Ventures e Atlante Seed nel comparto. Siamo convinti che le start up, presentate dopo il coaching della nostra società di advisory INCube, possano rappresentare un’offerta attrattiva per tutti coloro – imprese, fondi d’investimento, business angels – che intendono puntare su realtà giovani e fondate sulla ricerca scientifica di alto profilo”.

Vera MORETTI

Legge 18 anche per chi ha problemi di liquidità

Le imprese bellunesi hanno ricevuto una buona notizia proveniente direttamente da Venezia.

Il Consiglio regionale, riunito per la discussione della Finanziaria 2014, ha approvato l’emendamento presentato dal consigliere Dario Bond che estende gli strumenti della legge 18 del 94 anche alle aziende che hanno problemi di liquidità.

In precedenza, la legge regionale 18 prevedeva diverse forme di credito agevolato destinato alle imprese della Provincia di Belluno, in particolare l’acquisto di terreni, l’acquisizione di stabilimenti, l’acquisto di arredi, macchinari e attrezzature di elevato contenuto tecnologico, l’acquisizione di programmi e tecnologie telematiche e informatiche delle attività d’impresa e la realizzazione di strutture e impianti con finalità di salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in connessione con l’attività delle imprese.

Dario Bond ha illustrato quali cambiamenti porterà questo provvedimento: “Con questo emendamento si fa un passo in avanti e si dà alla Provincia, quale ente gestore del Fondo, la possibilità di estendere gli aiuti anche sul fronte finanziario e non soltanto strutturale. La crisi che ha colpito il nostro tessuto economico ha creato molte difficoltà di liquidità per le ditte a causa dei mancati pagamenti, della tassazione elevata, del costo del lavoro e del calo nelle commesse. Per non parlare delle difficoltà a relazionarsi con le banche“.

Ora le aziende della zona potranno accedere al finanziamento agevolato per la ricapitalizzazione della propria azienda, e riequilibrare eventuali eccedenze di magazzino, ma anche per andare a coprire i conti correnti in rosso.
Maria Luisa Coppola, assessore regionale alle attività produttive, ha voluto ricordare il carattere straordinario dell’operazione quale risposta operativa ai disagi e ai danni causati dal maltempo alle imprese, turistiche e non, del territorio: “estendendo il Fondo anche agli interventi di supporto finanziario aggiorniamo la legge del 1994“.

Nel solo 2013 sono state 50 le aziende che hanno inoltrato domanda a dimostrazione dell’efficacia dello strumento.
Sempre nel 2013, con emendamento in Finanziaria di Bond, il Fondo aveva avuto una ulteriore iniezione di liquidità di 2 milioni di euro.

Franco Debortoli ha inoltre aggiunto: “È una cosa che abbiamo voluto fortemente come Confcommercio Belluno in accordo con Confcommercio Veneto. È un risultato fondamentale per le aziende (in provincia sono circa 3000), soprattutto per quelle del comparto turistico della montagna che si trovano in difficoltà non indifferente“ mentre Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, ha dichiarato: “Ringraziamo chi ha voluto recepire il nostro messaggio. Una richiesta di aiuto per una provincia che, oltre alla crisi, ha dovuto subire anche i contraccolpi del maltempo, i black-out, disdette dei turisti soprattutto nella fascia alta del Bellunese“.

Vera MORETTI

Vinitaly, non solo export

Nonostante il settore vitivinicolo si regga soprattutto sulle sorprendenti percentuali dell’export,come abbiamo abbondantemente dimostrato nei nostri approfondimenti settimanali dedicati all’inaugurazione della 48esima edizione di Vinitaly, ci sono cantine controcorrente che aumentano il proprio fatturato anche grazie al mercato interno.

La conferma arriva dai dati Istat sul consumo di vino all’interno dei confini nazionali. Nel 2012 le famiglie hanno speso 12 euro al mese per comprare vino, il 2,5% della spesa per alimentari di 468 euro e lo 0,48% della spesa totale mensile di 2.419 euro. Il vino resta la bevanda alcolica di riferimento. Da un punto di vista geografico, nel Nord si continua a spendere più che al Sud, ma le tendenze sono diverse. Nel Nord-Ovest la spesa sta calando di anno in anno ed è oggi uguale a quella del Nord-Est, poco meno di 14 euro per famiglia, dove invece c’è stata una crescita. Al centro si è stabilizzata al 10% circa sotto i livelli pre-crisi, mentre al Sud e nelle isole sembra essere incominciata una fase di crescita, passando da 8,8 euro nel 2009 a 9,56 nel 2012, cioè il livello pre-crisi del 2007.

In più, le aziende con più esperienza internazionale hanno cominciato in patria un lavoro molto puntuale sul marchio, con investimenti mirati e un affinamento dei rapporti commerciali interni, guardando in prospettiva agli effetti anche sulle piazze estere. Il ruolo del mercato interno come vetrina per gli acquirenti esteri è e resta del tutto fondamentale, ed è difficile che un importatore straniero voglia a tutti i costi un prodotto se questo non è ben presente nel mercato d’origine.

Vallarino Gancia: “La qualità risolleverà il mercato interno”

 

Dopo l’intervento di ieri del presidente di Unione Italiana Vini, Domenico Zonin, oggi abbiamo incontrato Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini in vista dell’edizione 2014 di Vinitaly in programma a Verona da domenica 6 aprile.

Inizierà domenica la 48esima edizione di Vinitaly, proiettata sul bio e sull’internazionalizzazione. Quanto sono fondamentali questi due settori per il futuro del vitivinicolo?
L’internazionalizzazione è un tema primario, così come dimostra la nostra storia del nostro Paese fatta da tantissimi produttori che hanno conquistato una grande fama a livello mondiale.
Il tema del bio ha grandissima valenza. Oltre ad essere una tipologia di produzione che trova un crescente interesse, va considerato come un orientamento della intera filiera – consumatore incluso – rispetto ai comportamenti ed alle azioni verso l’ambiente.
Nello scenario attuale quello che preoccupa è avere due grandi aree di riferimento, UE e Stati Uniti, con regole diverse in ambito bio e per questo sarà importante trovare anche accordi internazionali.

Nonostante tutto, nell’Italia del vino ci sono anche cantine controcorrente: l’export è da record, ma c’è chi cresce nel mercato interno…
Il mercato interno sta traversando complessità rilevantissime. Il settore vinicolo ha un numero di attori elevato, come nessun altro settore produttivo, ed è per questo che al suo interno esistono delle realtà produttive capaci di intercettare l’orientamento del consumatore e crescere di conseguenza anche perché c’è un chiaro orientamento a bere meno ma più di qualità.

L’evento fieristico è ancora utile per promuovere il settore?
Si, ma deve essere un evento capace di attrarre gli operatori esteri, con adeguate strutture organizzative capaci di offrire eccellenti servizi. Vinitaly ne è un bell’esempio.

Jacopo MARCHESANO

Incontro Fipe-TripAdvisor

Dopo lo scontro tra Fipe e TripAdvisor dell’estate 2012, le due realtà, che un tempo sembravano destinate a proseguire su poli opposti, ora hanno trovato un punto d’incontro.

L’ultimo incontro, infatti, avvenuto tra la Federazione Italiana Pubblici Esercizi e il portale che raccoglie i commenti e le recensioni dei viaggiatori su hotel, ristoranti e luoghi di svago in tutto il mondo, ha portato a galla molti punti in comune, anche se rimane spinosa la questione delle recensioni false, al centro di un vero e proprio mercato, e che rischia di arrecare danni anche gravi agli esercenti.

Il confronto ha avuto inizio a seguito delle numerose lamentele arrivate a Fipe da parte dei pubblici esercizi che avevano smascherato le recensioni false, semplicemente perché, nei commenti degli avventori, venivano descritte pietanze mai servite in quel ristorante o serate in un locale quando questo era chiuso.

Da qui, la richiesta di incontro con TripAdvisor, il quale ha riconosciuto in Fipe un interlocutore qualificato ed ideale con cui instaurare un rapporto di collaborazione e confronto costruttivi. Obiettivo di questa futura collaborazione è quello di preservare e valorizzare la ristorazione italiana, evitando che commenti falsi possano denigrarla.

La società, nell’ammettere l’esistenza di agenzie fittizie di web-reputation, ha rivendicato l’estraneità di rapporti dalle stesse e ha ribadito l’esistenza di filtri con cui individuare situazioni poco attendibili, ma si è mostrata ancora cauta sia sulla possibilità di rinunciare al ricorso all’anonimato da parte degli utenti, sia sulla possibilità di creare un sistema con cui dimostrare che il commento rilasciato sia frutto esclusivamente di un’opinione personale e del servizio effettivamente ricevuto.

Aldo Cursano, vicepresidente vicario Fipe-Confcommercio, ha dichiarato a proposito: “Pur riconoscendo gli enormi sforzi effettuati anche da parte di TripAdvisor e pur avendo intrapreso un percorso comune, non possiamo ancora dire di aver risolto tutti i problemi delle recensioni. I ristoratori debbono imparare a non subire il web, come spesso accade, ma a gestirlo meglio. TripAdvisor garantisce una vetrina globale nel mondo del web, dove la ristorazione può promuoversi e farsi conoscere a un pubblico più vasto di quello che si può raggiungere con i mezzi pubblicitari tradizionali. Anche su questo si fonda la scommessa fra TripAdvisor e Fipe. Nel combattere l’uso distorto della rete, dobbiamo porci assieme l’obiettivo di formare gli utenti e informarli sulle opportunità di creare un dialogo tra ristoratori e clienti e sulla possibilità di gestire la critica, perché, se autentica, diventa una spinta per migliorare l’offerta ed il servizio“.

Vera MORETTI

La tassazione delle rendite finanziarie

 

Si fa un gran parlare di tassazione iniqua delle rendite finanziarie, sopratutto se confrontate con l’aliquota marginale che ogni contribuente paga in base allo scaglione di  reddito cui appartiene. In realtà, la tassazione delle rendite finanziare non è al 20%, dipende da alcune variabili, e può salire di parecchio.

Seconda considerazione che mi viene da fare è che le “rendite finanziarie” sono generate da investimenti di risparmi, che quindi sono già stati tassati almeno una volta direttamente e una indirettamente. Quindi i proventi vengono tassati una terza volta.

Le variabili che influenzano l’aliquota effettiva sono tre: tipo di rendita (da capitale o da “redditi diversi”), tipo di aliquota applicata (20% su redditi da capitale e diversi, 12,50% per i titoli di Stato, imposta di bollo 0,20%, Tobin Tax) e regime di tassazione (dichiarativo, amministrato, gestito o polizza).

Nei casi di risparmio gestito o della polizza vita, c’è un semplice calcolo della differenza di valore dell’investimento ad inizio e fine anno. Se positiva, viene tassata.

Nei casi invece di regime dichiarativo o amministrato, la faccenda si complica.

Nel dichiarativo, è l’investitore che deve contabilizzare tutti gli utili e tutte le perdite ed indicare nella dichiarazione dei redditi a quanto ammonta l’eventuale rendita. Sarà quindi tassato in base all’aliquota marginale di appartenenza.

Nell’amministrato, è l’intermediario finanziario che si occupa di fare i conteggi e di applicare la tassazione fissa del 20%, ma c’è una grave distorsione. Infatti gli utili e le perdite vengono classificate in maniera diversa, redditi da capitale e diversi, e non sempre sono compensabili tra loro.

L’anomalia più significativa riguarda i Fondi comuni di investimento e gli Etf, strumenti largamente usati dagli investitori: le plusvalenze sono considerate redditi da capitale, mentre le minusvalenze sono considerate redditi diversi, e compensabili solo con questi.

In pratica, se un Fondo o un Etf in deposito Titoli, e quindi in regime fiscale amministrato, viene venduto ad un valore superiore a quello di acquisto, questa differenza è considerata come plusvalenza e tassata. Però, se lo stesso Fondo o Etf, viene venduto ad un valore inferiore, generando quindi una minusvalenza, questa non è compensabile con altre plusvalenze generata da altri Fondi venduti in utile, ma solo con “redditi diversi”. In pratica una beffa ai danni degli investitori, in cui +1 e -1 non ha come risultato zero, ma fa +1! Vedremo prossimamente a quanto ammonta la tassazione reale sulle rendite finanziarie.

 Dott. Marco Degiorgis – Life Planner / Consulente indipendente per la gestione dei patrimoni familiari, Studio Degiorgis

Anie Confindustria in audizione al Senato

In occasione di un’Audizione presso il Senato della Repubblica, Anie Confindustria ha presentato una proposta di emendamento all’articolo 12 del DL 47/2014, riguardante la qualificazione per l’esecuzione di lavori pubblici.

Da mesi la Federazione si batte per difendere la specializzazione delle aziende Anie nel settore elettrotecnico ed elettronico, messa in pericolo dal recepimento del parere del Consiglio di Stato n. 3014/2013, che ha abrogato gli articoli 107, comma 2, e 109, comma 2, nonché il relativo Allegato A del Regolamento di esecuzione ed attuazione del Codice dei contratti pubblici.

Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di Anie Confindustria, ha dichiarato in proposito: “Queste due disposizioni rappresentano i due pilastri su cui si è sempre basato il sistema di qualificazione dei lavori pubblici. Appare necessario salvaguardare il principio, che permea tutto il sistema della contrattualistica pubblica, secondo cui chi esegue le prestazioni in oggetto di affidamento deve essere adeguatamente specializzato in tale attività, e quello che obbliga a costituire un raggruppamento temporaneo verticale di imprese in presenza di lavorazioni c.d. super-specialistiche. Dalla piena attuazione di tali principi dipende la tenuta di un vasto tessuto di imprese, in maggioranza di piccole e medie dimensioni, che nel corso degli anni hanno acquisito altissimi livelli di specializzazione“.

L’intervento presso la Commissione VIII (Lavori Pubblici, Comunicazioni) e la Commissione XIII (Territorio, Ambiente, Beni ambientali) è stato fatto per uscire da una situazione di stallo.

Ha aggiunto Portaluri: “Il testo è stato ispirato proprio dal principio della salvaguardia del principio di specializzazione, in base al quale il Decreto, che dovrà essere emanato dal Ministero delle Infrastrutture, dovrà individuare le categorie a qualificazione obbligatoria. È importante, infine, sottolineare che tale decreto dovrà avere carattere transitorio: la vera soluzione a questa situazione dovrà essere trovata di concerto con tutte le parti in causa, aziende specializzate comprese“.

Vera MORETTI