Per le imprese ecco cosa cambia dal 2 giugno con il portale dedicato

Peri lavoratori autonomi a prescindere dai settori, e salvo alcune eccezioni, questi ultimi due anni non sono stati certamente i migliori della storia. Prima la pandemia, con la gravissima emergenza, prima sanitaria e poi economica, e poi la guerra in Ucraina. Emergenza su emergenza, che significa una crisi profonda dal punto di vista economico. Il governo per questo non ha lesinato aiuti alle imprese in questi anni. Sostegni in base al calo di fatturato, fondo perduto, incentivi, sconti e così via. Magari sono stati insufficienti, ma qualcosa hanno certamente rappresentato. E proprio in questa direzione che va una novità di cui ha parlato il titolare del Ministero dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Una novità in partenza il prossimo 2 giugno.

Un portale tutto nuovo per le imprese

Si chiamerà “Incentivi.gov”, e sarà il punto di riferimento per le imprese italiane. Un portale tutto nuovo che farà capolino dal prossimo 2 giugno. Come ha spiegato proprio Giancarlo Giorgetti del Mise, il portale sarà un punto di riferimento per le attività imprenditoriali. Infatti al suo interno ci saranno tutte le informazioni inerenti per esempio, le misure a sostegno dell’imprenditorialità che il governo ha deciso di mettere in campo. Dagli avvisi ai bandi, con tutte le relative istruzioni per partecipare, i benefici previsti, la platea degli interessati e così via dicendo.

Anche chi deve avviare una impresa troverà le soluzioni nel portale

Il nuovo sito dedicato al mondo dell’auto-imprenditorialità, sarà attivo da 2 giugno. Oltre a bandi e benefit vari, ci saranno le aree tematiche di interesse per chi per esempio, vuole avviarsi al lavoro autonomo. Secondo il Ministro Giorgetti che ha parlato del nuovo portale direttamente in Parlamento presentando la novità, si tratta di un passo importante verso l’idea del governo di spingere all’auto-imprenditorialità. La data in cui si è deciso di far partire il programma coincide con la festa della Repubblica del 2 giugno. Il governo punta forte sulle imprese quindi, spronando e suggerendo, tramite il nuovo portale, le idee utili a chi decide di rischiare in proprio nonostante il periodo di crisi ed incertezza. Infatti sembra che nel portale verranno illustrate tutte le iniziative che si possono sfruttare per poter avviare una propria attività.

Imprese: agevolazioni per giovani e donne con ON Oltre Nuove Imprese

Al fine di sostenere micro e piccole imprese nasce ON Nuove Imprese a tasso 0, il finanziamento ha sostituito il vecchio NIT0 (Nuove Imprese a Tasso Zero), apportando delle novità inerenti l’ambito di applicazione, l’ammontare degli importi e la tipologia di aiuto. Si tratta di un programma di agevolazioni per le imprese a prevalente o totale partecipazione di giovani e donne gestito da Invitalia e promosso dal Ministero per lo Sviluppo, ma in cosa consiste esattamente e chi può accedere?

Ambito di applicazione delle agevolazioni ON Oltre Nuove Imprese a tasso 0

La prima cosa da dire è che il programma ON Oltre Nuove imprese a tasso zero viene inserito nell’ambito degli aiuti de minimis, di conseguenza gli importi non sono elevati, gli aiuti non devono essere comunicati alla Commissione Europea e devono essere registrati nell’apposito Registro nazionale.

Puoi trovare un approfondimento sugli aiuti de minimis nell’articolo: aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli

Per quanto riguarda la definizione di piccole imprese e micro imprese, occorre ricordare che sono considerate micro imprese quelle che hanno un numero di dipendenti pari o inferiore a 10 unità, fatturato o bilancio inferiore a 2 milioni di euro. Si definiscono invece piccole imprese quelle che hanno un numero di dipendenti pari o inferiore a 50 unità e un fatturato/bilancio inferiore a 10 milioni di euro.

Le agevolazioni concesse con ON sono finanziamenti a tasso 0 che possono arrivare al 90% delle somme ammissibili, l’investimento da realizzare non deve comunque superare 3 milioni di euro, in passato la somma massima ammissibile era dimezzata.

Chi può beneficiare dei finanziamenti agevolati ON?

I finanziamenti agevolati ON Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero sono rivolti a società che siano formate dal 51% dei soci o delle quote da persone che non abbiano superato i 35 anni di età (fino al compimento del 36° anno e/o donne (senza limiti di età).

La platea dei possibili beneficiari comprende diverse soluzioni, in particolare sono previste due linee di finanziamento: una per le imprese costituite da non più di 3 anni e una per le imprese nate in un arco temporale tra i 3 e i 5 anni.

Per le imprese costituite da non più di 3 anni o ancora da costituire è ammesso un finanziamento massimo di 1,5 milioni di euro da rimborsare entro 10 anni. Le somme ammesse possono godere del tasso zero, inoltre possono ottenere fino al 20% di contributo a fondo perduto. Per le spese ammissibili inferiori a 250.000 euro non è prevista la sottoscrizione di alcuna garanzia. Per le società ancora da costituire è previsto che l’iter di costituzione debba concludersi entro 45 giorni dalla comunicazione di ammissione al beneficio, in caso contrario, l’agevolazione sarà persa.

Quali progetti possono essere finanziati

I finanziamenti sono riconosciuti per :

  • realizzazione acquisto e ristrutturazione dell’edificio che accoglie l’attività (30% dei fondi ammessi);
  • Macchinari, impianti e attrezzature;
  • programmi informatici ;
  • Servizi per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione ;
  • brevetti, marche e licenze;
  • spese connesse alla stipula del contratto;
  • consulenze specialistiche tra cui quelle inerenti l’impatto ambientale nel limite del 5% dei fondi ammessi;
  • per il settore del turismo è ammesso il finanziamento agevolato anche per l’acquisto dell’immobile, ma il limite è del 40% della spesa ammessa al finanziamento.

Per le imprese che sono nate da 3 o 5 anni precedenti rispetto alla richiesta del finanziamento agevolato, l’importo massimo ammissibile è di 3 milioni di euro. Questi devono essere spesi per settori manifatturiero, tessuto e commercio e finalizzare a:

  • realizzare nuove attività;
  • ampliare le attività precedentemente esistenti.

Come presentare la domanda per le agevolazioni ON Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero

I fondi ammessi alle agevolazioni dovranno essere utilizzati nell’arco di 24 mesi dalla comunicazione dell’ammissione, per i fondi a tasso 0 la restituzione avviene secondo un piano di ammortamento decennale, in passato il piano aveva durata di 8 anni. In base alla circolare 117378 del 2021 le domande devono essere presentate esclusivamente online e prevedono la compilazione della domanda con allegati il business plan e il progetto per il quale di vuole ottenere il finanziamento agevolato. Per poter presentare la domanda è necessario essere muniti di SPID, di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) e di una firma digitale.

Per l’ammissione non vengono formate graduatorie, ma si procede all’analisi delle domande in ordine di arrivo e fino a esaurimento fondi

Nel caso in cui i fondi ammessi abbiano un valore superiore a 250.000 euro è previsto che sui beni della costituenda società o della costituita società sia iscritta un’ipoteca/ privilegio speciale. Questo vuol dire che in caso di di “crisi d’impresa” ricordiamo che con il nuovo codice d’impresa con si parla più di fallimento, l’ente che ha erogato il finanziamento potrà vantare un privilegio, rispetto ad altri creditori, sui beni che sono stati ammessi al finanziamento.

Attualmente le domande ammesse sono 583 con agevolazioni pari a 132 milioni di euro e la creazione di oltre 3000 posti di lavoro. Gli importi finanziabili disponibili a luglio 2021 sono di 16 milioni di euro.

Agevolazioni per giovani imprenditori: tutte quelle in vigore

Agevolazioni per giovani imprenditori sono chance che spesso non si possono perdere. Ecco quelle che sono a disposizione attualmente.

Agevolazioni per giovani imprenditori: Resto al Sud

Il Bando Resto al Sud è sempre stato rivolto agli imprenditori che volessero aprire un’attività nel Mezzogiorno. Infatti, sostiene la nascita e la crescita di attività con sede in Sicilia, Calabria, Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Puglia, Molise e Campania. I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro. Nel 2021 a differenza degli altri anni è stato la platea dei richiedenti si è ampliata. Infatti, possono richiedere accedere a questo bando, gli imprenditori fino a 55 anni di età. Questa è una vera e propria novità perché ha innalzato il valore età da 45 a 55 anni. Le agevolazioni coprono tutte le spese relative allo start-up e cioè all’avvio dell’idea imprenditoriale. Comunque, si tratta del 50% del totale dell’investimento a fondo perduto. Mentre l’altra metà è erogato con prestito a tasso zero, garantito dal Fondo per le PMI. Online è disponibile l’app di Resto al Sud per conoscere tutte le informazioni  come procedere alla richiesta del Fondo. Infine il fondo è gestito da Invitalia.

Agevolazioni per giovani impreditori: Smart e Start

Rispetto al Bando precedente, questo potremmo definirlo più settoriale. Infatti, è rivolto principalmente alle imprese che operano nel settore della tecnologia. Oggi, più che mai, vi è proprio bisogno di maggiore tecnologia, perché stiamo vivendo l’era della digitalizzazione. Meno contatti fisici e decisamente più pc, connessioni online, smartphone e social. Quindi, le attività che possono accedervi sono quelle che si occupano di offrire bene e servizi:

  • ad alto contenuto innovativo e tecnologico;
  • possono essere considerati come parte integrante dell’economia digitale;
  • la ricerca e sviluppo è essenziale, anche con uso di spin-off.

Per il bando Smart e Start la risorsa finanziaria a disposizione è pari a 200 milioni di euro. Mentre le spese finanziabili vanno da 100 mila ad un tetto massimo di un milione e mezzo di euro. Rientrano quindi sia le spese per i macchinari, ma anche quelli di gestione dell’attività stessa. Grazie ai finanziamenti europei, tutti gli Stati stanno sfruttando la possibilità di crescere in questo settore, che come si è sempre più dimostrato in questi periodi di pandemia, è diventato fondamentale. Il digitale unisce ciò che fisicamente non è possibile.

Agevolazioni per giovani imprenditori: il Bando Cultura Crea

Tre le altre agevolazioni per giovani imprenditori vi è il bando Cultura Crea. La nuova versione del bando è partita il 26 aprile 2021. Tutto è contenuto nel Decreto Ministeriale del Mibact del 10 Dicembre 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 40) il 17 febbraio scorso, che va a modificare il vecchio DM dell’11 Maggio 2016, introducendo modifiche ed integrazioni all’incentivo. Questo bando è rivolto al sostegno di idee imprenditoriali nel campo dell’industria  culturale-turistica. Possono pertanto richiedere l’accesso al bando tutte le micro, piccole e medie imprese dell’industria cultuale e creativa. Sono inclusi i team di spettacolo, della promozioni di prodotti tipici, offerta turistica e valorizzazione di idee dei soggetti facenti parte del terzo settore. Anche se in questo caso si parla di un settore fortemente colpito, in questo periodo, va sostenuto. Iniziative di questo tipo possono appunto stimolare il turismo sopratutto delle regioni del Sud Italia.

Bando Garanzia Giovani: Selfiemployment

Questo bando è un pò particolare. E’ rivolto ai NEET, acronimo che sta per Not in Education, Employment or Training. In altre parole tutti i disoccupati  che hanno una forte attitudine al lavoro autonomo e che hanno voglia di iniziare un’attività. Si tratta di un finanziamento agevolato, al tasso dello 0%, fino a 50 mila euro. Possono chiedere i finanziamenti:

  • imprese individuali; società di persone; società cooperative/cooperative sociali, composte al massimo da 9 soci:
    • costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda, purché inattive
    • non ancora costituite, a condizione che vengano costituite entro 90 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni
  • associazioni professionali e società tra professionisti costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda, purché inattive.

In altre parole, se nessuno ti dà il lavoro, è ora di costruirtelo da te. Infatti, i campi di applicazione sono tra i più svariati, dalla produzione di prodotti per la cura della persona, al risparmio energetico e risorse rinnovabili. Ed ancora dal settore manifatturiero a quello dei servizi. Gli unici che sembrano esclusi sono i settori della pesca, agricoltura e gioco come lotterie, scommesse e similari. Se si vuole ripartire, è ora il momento di farlo.

Agevolazioni e finanziamenti in arrivo per le imprese sociali

Per garantire e supportare la crescita e lo sviluppo delle imprese sociali, delle cooperative sociali e delle Onlus, sono stati messi a disposizione 200 milioni di euro a valere sul Fri, il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca.

La misura è stata decisa da un decreto interministeriale concordato tra i ministeri dello Sviluppo economico, dell’Economia e del lavoro che risale al 14 febbraio scorso ed è stata presentata da Luigi Bobba, sottosegretario al lavoro con delega al Terzo Settore, insieme a Carlo Sappino, direttore generale per gli incentivi alle imprese del ministero dello Sviluppo economico.

Possono beneficiare del finanziamento le imprese sociali costituite in forma di società, le cooperative sociali e i consorzi, e ovviamente le società cooperative Onlus. Il 60% delle risorse annue è destinato a imprese di piccole e medie dimensioni. Una quota pari al 25% di questa riserva è riservata alle micro imprese.

Si tratta di un intervento che prevede la concessione di aiuti che verranno erogati sottoforma di finanziamenti agevolati per la realizzazione di programmi di investimento, che presentino spese ammissibili comprese tra i 200 mila e i 10 milioni di euro. Il finanziamento prevede un tasso di interesse annuo pari allo 0,50% e restituibile in 15 anni.
E’ finanziabile fino al 70% del totale, mentre la quota del finanziamento bancario è pari al 30%

Per accedere al finanziamento agevolato, le imprese devono aver ricevuto una valutazione positiva del merito di credito da parte di una delle banche finanziatrici scelte tra l’elenco degli istituti bancari aderenti alla convenzione stipulata tra ministero dello Sviluppo Economico, Cassa Depositi e Prestiti e Abi.

Alla convenzione possono aderire le banche italiane e le succursali delle banche estere operanti in Italia, se autorizzate all’esercizio dell’attività bancaria in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti: utilizzo di sistemi e criteri di valutazione specifici per l’ammissione al credito di cooperative e imprese sociali volti a valorizzare le caratteristiche economico-finanziarie e sociali delle stesse; la consistenza del finanziamento erogato negli ultimi 5 esercizi finanziari a cooperative ed imprese sociali deve essere pari ad almeno il 50% del credito complessivamente erogato dalla banca.

La domanda, da parte delle imprese, va presentata al ministero dello Sviluppo economico a decorrere dalla data di apertura dei termini e con le modalità determinate con successivo provvedimento a firma della direzione generale per gli Incentivi alle imprese.

Dopo una valutazione da parte del Comitato tecnico che dovrà tenere conto dell’ammissibilità delle singole iniziative, il ministero procederà alla concessione delle agevolazioni, la cui validità rimane comunque subordinata alla stipula del contratto di finanziamento.

Vera MORETTI

Le imprese di immigrati hanno fame di credito

Le imprese di immigrati in Italia, lo abbiamo visto nei giorni scorsi, sono centinaia di migliaia, creano posti di lavoro e ricchezza tanto per il nostro Paese quanto per le terre d’origine degli imprenditori. Però, come le imprese italiane, anche quelle di immigrati sono spesso alle prese con problemi di accesso al credito, in questi anni di spietato credit crunch.

Se n’è accorto anche il governo, particolarmente sensibile, in questi giorni di tragedia, a tutto ciò che ha a che fare con il tema immigrazione. Tanto che il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi ha sottolineato come servano più soldi per le imprese di immigrati, liquidità da erogare sotto forma di prestiti bancari o di agevolazioni fiscali concesse dallo Stato.

L’intervento del ministro Guidi è avvenuto davanti Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen. Una presa di coscienza tardiva ma importante, perché non si può fingere di ignorare che su 6 milioni di imprese in Italia, quasi 400mila sono imprese di immigrati extracomunitari, il 9,5% in più da 5 anni a questa parte.

Considerando che, stando ai dati relativi al 2013, la richiesta di credito da parte delle imprese di immigrati è stato dell’11% rispetto al totale del credito chiesto dalle imprese italiane, la Guidi ha affermato che “un primo, importante intervento è quello relativo alla facilitazione per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Si rende necessario vigilare con attenzione per evitare sovra-indebitamenti o il ricorso a canali di finanziamento meno controllabili, legati ad attività poco tracciabili e quindi di natura illecita“.

Detto questo, che è un discorso che vale tanto per le imprese gestite da italiani quanto per le imprese di immigrati, il ministro auspica poi che da parte degli imprenditori stranieri siano attivati “processi di aggregazione anche con imprese autoctone, al fine di evitare una competizione al ribasso tramite il contratto di rete, strumento molto apprezzato dalle imprese, in particolare di micro e piccole dimensioni“.

Non manca un riferimento alle start up, molto diffuse tra gli immigrati: “Un ulteriore efficace strumento – ha concluso la Guidi – potrebbe essere rappresentato dall’estensione delle agevolazioni previste per le start up anche alle ‘Nuove imprese di cittadini extra Ue’, al fine di favorire la diffusione e la crescita di competenze e innovazione, non solo di processo e di prodotto, ma anche commerciale, finanziaria e organizzativa“.

Bonus per le imprese che investono in ricerca e sviluppo

All’interno della Legge di Stabilità, e precisamente nell’articolo 7, vi sono progetti per agevolazioni destinate alle imprese che investono in ricerca e sviluppo.

Nel dettaglio, si tratta di un credito d’imposta pari al 25% delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti effettuati nel triennio 2012-2014 in ricerca e sviluppo.

A poter accedere al bonus, che avrà durata triennale con scadenza al 31 dicembre 2019, sono tutte le imprese, e non soltanto pmi, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore di attività o dal regime contabile adottato.

Per quanto riguarda le schede finanziabili, devono necessariamente ammontare almeno a 30mila euro. In ogni caso, il bonus è riconosciuto fino ad un importo massimo annuale di 5 milioni di euro a beneficiario.

Il credito d’imposta, che va indicato in dichiarazione dei redditi, non concorre alla formazione del reddito, né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Contestualmente, dal primo gennaio 2015, cessano le agevolazioni per le assunzioni altamente qualificate.
Tuttavia, le spese per personale altamente qualificato in possesso di un titolo di dottore di ricerca, iscritto a un dottorato, o in possesso di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico, continuano a godere di una detrazione d’imposta al 50%, così come le spese relative a contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca ed organismi equiparati.

Vera MORETTI

Patto anticrisi a favore delle imprese pesaresi

Per agevolare l’accesso al credito delle pmi che operano nella zona di Pesaro Urbino, la Camera di Commercio della provincia ha deciso di attivare un patto anticrisi con la partecipazione di banche e Confidi locali.

Le imprese pesaresi che si trovano costrette a ricorrere a finanziamenti per ritrovare liquidità, dunque, riceveranno un sostegno che possa agevolarle per rimanere competitive ed effettuare investimenti a sostegno della loro attività.

Il Patto si basa sulla concessione di alcune agevolazioni per l’erogazione dei finanziamenti garantiti per almeno il 50% da un Confidi, con tempo di rientro compreso tra i 5 e i 7 anni.
Il tasso applicato sarà pari all’Euribor + spread massimo del 6%.
Per quanto riguarda l’istruttoria, sono previsti tempi rapidi e costi contenuti rispetto agli standard normali, e non superiori all’1% del finanziamento richiesto.

Tempi ridotti anche per garanzie e spese, limitate in questo caso da tagli fino allo 0,50% sulla percentuale applicata normalmente.

Vera MORETTI

Dall’ex Governo un decreto per le imprese energivore

Un decreto varato quando ormai il mandato era agli sgoccioli, ma che farà piacere alle imprese, soprattutto quelle particolarmente “energivore”.
Corrado Passera, ormai ex ministro dello Sviluppo Economico, ha infatti approvato il decreto pro-energivori che non dovrebbe più vedere penalizzate le imprese il cui consumo energetico supera i 2,4 GWh all’anno.

A godere delle agevolazioni saranno anche le medie e piccole industrie, con costi dell’energia superiori al 2% del fatturato, che finora erano state poco considerate e che finalmente potranno risparmiare quasi il 15% sulle bollette elettriche.
Le bollette diventano più eque ma anche più vicine, per quanto riguarda le tariffe, a quelle degli altri Paesi Ue, nei confronti dei quali l’Italia era quasi sempre “maglia nera”.

Il regolamento prevede un abbattimento del 15% della componente A3 per le imprese con intensità energetica tra il 2 e il 6%, per passare al 30% per le imprese con intensità fino al 10%, al 45% per quelle con intensità tra il 10 e il 15%, mentre oltre quella soglia la riduzione sarà del 60%.
Rimangono le vecchie agevolazioni previste per le grandi imprese con consumi elevati in assoluto (oltre gli 8 GWh al mese), ma quelle che non risulteranno energivore sulla base del nuovo criterio dei consumi in proporzione al fatturato potrebbero subire un lieve aggravio.

Vera MORETTI

In Veneto per continuare a fare impresa

 

E’ ancora possibile fare impresa in Veneto? Quale sarà il futuro delle oltre 400 mila microimprese e 450 mila piccole imprese che hanno radici e tradizione in questa regione d’Italia?

E’ la domanda che noi di Infoiva ci siamo posti fin dall’inizio di questa settimana. Prima i numeri, poi le testimonianze di chi, valigia alla mano, ha alzato lo sguardo puntando a est, eleggendo la Carinzia nuovo eldorado degli imprenditori.

Ma la domanda che ci poniamo quest’oggi guarda all’Italia, e al Veneto in particolare: come la regione favorisce la nascita e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio?

Lo abbiamo chiesto a Giorgio Grosso, Presidente di Veneto Sviluppo, la società finanziaria, partecipata al 51% dalla Regione del Veneto, che contribuisce all’attuazione dei programmi economici della Regione attraverso l’attivazione e la gestione di strumenti finanziari specifici. Lo scopo è quello di assicurare alle piccole e medie imprese del territorio l’accessibilità agli strumenti finanziari messi a disposizione, favorendo la crescita del sistema produttivo e realizzando progetti di supporto allo sviluppo regionale in settori strategici.

Qual è la temperatura del mondo imprenditoriale in Veneto attualmente?
Senz’altro l’economia veneta sta attraversando un periodo di particolare difficoltà, che ha comunque stimolato, nel tessuto produttivo regionale, delle significative capacità di reazione. Anche dal nostro privilegiato “punto di osservazione” abbiamo avuto modo di registrare alcuni significativi segnali della crisi in atto: dall’inizio del 2012 ad oggi l’afflusso delle domande pervenute dalle piccole e medie imprese venete è rallentato in maniera anche sensibile, nell’ordine del 20-30%.

Quali sono gli incentivi che avete messo in campo per favorire la nascita e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio?
Veneto Sviluppo ha, come mandato della Regione, il compito di sostenere in via esclusiva la piccola e media impresa. L’intera attività della finanziaria regionale è volta al raggiungimento di questo obiettivo. In questo senso, nel corso del 2012 Veneto Sviluppo ha gestito complessivamente 923 milioni di euro. Questi i dati principali: 18 partecipazioni societarie dirette (oltre a 2 indirette) per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro, 11 partecipazioni nei fondi di capitale di rischio e di patrimonio destinato per 7,7 milioni di euro, quasi 6 milioni impiegati nel Fondo di Garanzia e 2.137 domande di agevolazione deliberate per i Fondi rotativi (+7,2% rispetto al 2011) per un importo complessivo annuo di 315,8 milioni (+5,6%). Una delle misure più importanti a concreto supporto alle imprese è la cosiddetta “Misura Anticrisi”, messa a punto nel 2009 ed ampliata nel 2012 dalla Regione Veneto, che ha dimostrato, in questo modo, una particolare attenzione per il momento storico ed economico che stiamo vivendo.

In che cosa consiste la Misura Anticrisi?
Grazie a questo strumento si è potuto offrire alle imprese un ulteriore sostegno sotto l’aspetto della liquidità, in particolare a fronte di crediti commerciali insoluti, crediti scaduti verso la Pubblica Amministrazione, rimborsi di finanziamenti a medio/lungo termine attivati per investimenti aziendali e per anticipazioni di ordini o contratti di fornitura di beni o servizi. Non solo: particolarmente vicini alle esigenze delle Pmi venete sono, inoltre, i Fondi di rotazione riservati all’imprenditoria femminile e giovanile, che prevedono una quota di finanziamento a fondo perduto. Di recente, infine, è stato dato avvio al nuovo Fondo Energia, fondamentale strumento agevolativo che metterà a disposizione delle piccole e medie imprese venete 23,8 milioni di euro di risorse pubbliche, parte come finanziamento agevolato e parte come contributo in conto capitale, per dare una risposta rapida ed efficace all’innalzamento del costo energetico, che rappresenta una delle maggiori criticità attuali del sistema produttivo.

Esistono delle forme di incentivo che permettano di attrarre in Regione investimenti provenienti dall’estero?
I sostegni e i finanziamenti che la Regione Veneto eroga attraverso la finanziaria Veneto Sviluppo prevedono che le pmi beneficiarie abbiano la loro sede operativa nel nostro territorio. Questo indirizzo di politica economica adottato dalla Regione va sicuramente nella direzione di favorire l’attrazione di imprese fuori regione ed eventualmente straniere che intendono installare nel Veneto una loro sede operativa.

Perché quasi 10 imprese del Triveneto al giorno scelgono la Carinzia per sviluppare la propria attività?
I motivi principali hanno a che fare con aspetti legati alla fiscalità e ad una “presenza” meno pesante degli adempimenti burocratici nella conduzione di un’azienda. In questi casi, come è facilmente intuibile, si tratta di argomenti riguardo ai quali le Regioni non hanno alcun potere decisionale.

Cosa può fare la Regione per tamponare questa fuga “non più di cervelli ma di mani e braccia”?
In un contesto di caduta generale dei finanziamenti da parte del sistema bancario, l’impegno della finanziaria regionale si è concentrato soprattutto sul fronte dell’accelerazione dell’evasione delle domande provenienti dalle piccole e medie imprese venete: oggi il tempo tecnico di erogazione dei finanziamenti è contenuto in 40 giorni. Ma l’obiettivo per il prossimo futuro è di mettere a punto strumenti finanziari innovativi, come i “tranched cover”, o nuove forme di collaborazione con il sistema bancario e quello dei consorzi fidi di garanzia attraverso riassicurazioni di portafoglio, in grado di moltiplicare gli effetti sul territorio dei finanziamenti da noi erogati. In questo senso, sono già stati identificati due interventi che prevedono l’impiego di 4,5 milioni di euro di fondi regionali, a garanzia di finanziamenti complessivi per oltre 120 milioni.

Alessia CASIRAGHI

Agevolazioni per le startup che assumono

Le startup innovative rimangono al centro di importanti agevolazioni, anche per quanto riguarda le assunzioni di personale dipendente.

Se viene assunto a tempo indeterminato personale altamente qualificato, ciò determina un credito d’imposta fruibile dalla società o dal datore di lavoro pari al 35% del costo aziendale di tale personale, purché nel limite massimo di 200mila euro annui per impresa.

Le regole previste in questi casi sono, per le startup, ancora più semplificate: il personale altamente qualificato può essere assunto anche attraverso contratti di apprendistato.
Inoltre, tali assunzioni sono esenti dalle regole sui controlli da parte di un revisore contabile.

Per poter usufruire del bonus deve essere redatta un’istanza in forma semplificata secondo le modalità stabilite dal decreto del ministero dello Sviluppo economico.

Il contributo del credito d’imposta consta di 25 milioni di euro nel 2012 e 50 milioni a partire dal 2013, ma le startup hanno ancora una volta diritto ad una corsia preferenziale. Esse, infatti, sono destinatarie in via prioritaria rispetto alle altre imprese del credito d’imposta in oggetto, ferma restando la quota riservata alle imprese che operano in zone colpite dal sisma del maggio 2012.

Vera MORETTI