Procedura di infrazione Reddito di cittadinanza e Assegno Unico. L’Unione Europea bacchetta l’Italia

Mentre l’Italia si appresta a limitare la percezione del reddito di cittadinanza con norme più stringenti e controlli, l’Unione Europea avvia una procedura di infrazione contro l’Italia in merito all’applicazione del Reddito di Cittadinanza e dell’Assegno Unico in quanto sarebbe discriminatoria. Ecco cosa sta succedendo.

Procedura d’infrazione Reddito di Cittadinanza

Perché l’Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione con l’Italia in merito all’applicazione della normativa sull’Assegno Unico e sul Reddito di Cittadinanza? La risposta dal punto di vista tecnico può essere difficile da comprendere, ma di fatto la Commissione ritiene che i sussidi del welfare a sostegno di reddito “dovrebbero essere pienamente accessibili ai cittadini dell’Ue che sono lavoratori subordinati, autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro storia di residenza”.

La normativa italiana inerente il Reddito di Cittadinanza prevede che i cittadini non italiani possano percepire questo aiuto economico se soddisfano il requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni. La Commissione Europea sostiene che per poter accedere a queste prestazioni debba essere prevista la sola condizione che risiedano legalmente in Italia da almeno 3 mesi o che siano soggiornanti di lungo periodo nel caso in cui abbiano la cittadinanza extra UE.

Inoltre l’Italia viola le norme sul reddito minimo nel momento in cui non lo riconosce ai cittadini che godono di protezione internazionale.

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Avviata la procedura d’infrazione su Assegno Unico e Universale

Per quanto riguarda invece la procedura di infrazione contro l’Italia per le norme inerenti l’Assegno Unico e Universale, la disciplina italiana prevede che dal mese di marzo 2022 possano percepire gli importi solo coloro che risiedono in Italia da almeno due anni e che risiedono nella stessa abitazione dei loro figli. Anche in questo caso vi è una discriminazione perché non sono trattati allo stesso modo i cittadini dell’Unione Europea che risiedono in Italia da un tempo inferiore. La Commissione sottolinea che il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale vieta l’applicazione del requisito di residenza per il riconoscimento delle prestazio di sicurezza sociale come appunto sono i sussidi alle famiglie.

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Cosa succede dopo l’avvio della procedura ?

Con l’avvio della procedura di infrazione l’Italia non è tenuta immediatamente ad adeguarsi ai rilievi provenienti dall’esecutivo dell’Unione Europea, ma ha due mesi di tempo per inviare all’Unione Europea una relazione in cui in teoria spiega perché le norme interne non violerebbero il diritto dell’Unione Europea. Nel caso in cui l’Italia non dovesse inviare tale relazione, L’Unione Europea può inviare un ulteriore parere motivato, fino ad applicare infine delle sanzioni.

Assegno Unico: ampliata la platea dei beneficiari. Messaggio 2951 Inps

L’Assegno Unico è stato introdotto con il decreto legislativo 230 del 2021, le erogazioni sono iniziate nel mese di marzo 2022, ma nel frattempo sono state introdotte numerose novità aventi l’obiettivo di rendere la disciplina armonica e chiarire punti oscuri. A oltre 5 mesi dall’entrata in vigore non cessano di essere necessari chiarimenti e l’ultimo arriva con il Messaggio 2951 del 2022 da parte dell’INPS che va ad ampliare la platea dei beneficiari. Ecco chi ne avrà diritto.

I beneficiari dell’Assegno Unico

L’Assegno Unico prevede la corresponsione di denaro per i nuclei familiari in cui siano presenti figli minori e in alcuni casi per figli di età compresa tra 18 e 21 anni. L’ammontare dipende da numerosi fattori tra cui età del figlio, maggiore età, reddito e la possibilità di percepire maggiorazioni. Per conoscere le maggiorazioni in vigore, leggi l’articolo:

Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal decreto legislativo 230 del 2021

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Chiarimenti dell’INPS sulle maggiorazioni Assegno Unico e genitori lavoratori

I requisiti soggettivi per poter accedere all’assegno unico sono specificati nell’articolo 3 comma 1, specifica però l’Inps che ai fini della corretta individuazione dei potenziali beneficiari è necessario avere come punto di riferimento la normativa dell’Unione Europea e in particolare:

direttiva 2011/98/UE (attuata con il D.lgs 4 marzo 2014,n. 40), dal decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, recante “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”

L’articolo 3 comma 1 lettera a del decreto legislativo 231 specifica che possono usufruire dell’assegno unico:

  • cittadini italiani;
  • cittadini di uno Stato Membro dell’Unione Europea o familiari titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
  • cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione Europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o sia titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o sia titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi.

A questa disciplina devono poi aggiungersi le precisazioni dell’INPS con la circolare 23 del 2022. In essa viene sottolineato che possono beneficiare dell’Assegno Unico:

  • apolidi, rifugiati politici, titolari di protezione internazionale ;
  • titolari di carta blu, cioè lavoratori altamente qualificati;
  • lavoratori di Marocco, Algeria e Tunisia; lavoratori autonomi titolari del permesso previsto nell’articolo 26 del Testo Unico .

Ampliata la platea dei beneficiari dell’Assegno Unico

Con il Messaggio 2951 l’Inps specifica che possono inoltre accedere al beneficio:

  • gli stranieri con contratto di lavoro almeno semestrale;
  • lavoratori stagionali con contratto almeno semestrale;
  • permesso di soggiorno per assistenza minori rilasciato a familiari per gravi motivi connessi allo sviluppo psico-fisico del minore;
  • titolari di permesso per protezione speciale permessi rilasciati in casi speciali, ad esempio rilasciato a soggetti passivi di grave sfruttamento o violenza.

Sono invece esclusi dalla platea dei potenziali beneficiari:

  • gli stranieri in attesa di occupazione;
  • titolari di permessi per tirocinio e formazione professionale;
  • titolari di permesso studio;
  • studenti;
  • titolari di permessi per vacanze/affari, visite;
  • titolari di permessi per residenza elettiva.

Precisazioni per i cittadini del Regno Unito Sappiamo che il Regno Unito

per effetto della Brexit non è più parte dell’Unione Europea, quindi i cittadini del Regno Unito hanno perso la qualifica di cittadini dell’Unione Europea, l’Inps con il Messaggio 2951 ha sottolineato che coloro che sono cittadini del Regno Unito, devono essere considerati equiparati ai cittadini degli Stati Membri dell’Unione Europea se residenti nel territorio nazionale entro il 31 dicembre 2020. Negli altri casi sono invece applicate le norme per i cittadini extracomunitari.

Puoi scaricare il Messaggio completo seguendo il link Messaggio_numero_2951_del_25-07-2022


	

Assegno Unico e reddito di cittadinanza: modello RdC Com/AU con arretrati dopo il 30 giugno

Con circolare del 28 aprile 2022 l’Agenzia delle Entrate aveva reso noto che i percettori di reddito di cittadinanza aventi diritto a integrazioni inerenti l’assegno unico avrebbero dovuto presentare il modello RdC Com/AU. Secondo le indicazioni iniziali il modello doveva essere presentato entro il 30 giugno 2022 per poter ricevere le integrazioni con arretrati da marzo 2022. Ora rettifica tale decisione con il Messaggio 2537/2022 che ha invece eliminato questo limiti, ma vediamo cosa succede.

Percettori di Reddito di Cittadinanza: dal 30 maggio è disponibile il modello RdC Com/AU

Fin dall’inizio l’INPS ha sottolineato che i percettori di reddito di cittadinanza avrebbero percepito in modo automatico e senza dover presentare domanda l’Assegno Unico per i figli minorenni presenti nel nucleo familiare.

Vi sono però dei casi in cui le famiglie potrebbero avere diritto ad integrazioni ulteriori di cui l’Inps non è a conoscenza. In questi casi è necessario presentare il modello RdC Com/AU. Il modello è però stato pubblicato solo alla fine del mese di maggio ed è ovvio che non tutti siano stati in grado in un breve arco temporale di provvedere alla presentazione del modello, con il rischio quindi di perdere gli arretrati.

I vari ritardi sono dovuti al fatto che l’assegno unico può essere considerato una misura ancora in fase di rodaggio. Con il passare dei mesi sono emerse situazioni che il legislatore non era stato in grado di mettere in preventivo e questo ha richiesto delle correzioni in corso d’opera.

Chi deve presentare il modello RdC Com/ AU?

Fatta questa premessa si sottolinea che il modello RdC Com/AU deve essere presentato:

  • nel caso in cui nel nucleo familiare sia presente una persona maggiorenne, under 21, che abbia comunque diritto alla prestazione;
  • in caso di nuclei “complessi”, cioè se nello stesso Isee sono compresi rapporti di filiazione differenti;
  • presenza nel nucleo familiare di madre con meno di 21 anni;
  • richiesta di pagamento dell’Assegno Unico separatamente tra i due genitori;
  • affidamento di uno o più figli minori ( ad esempio nel caso in cui nel nucleo  del dichiarante siano presenti minori in affidamento);
  • per il riconoscimento di maggiorazioni ( ad esempio maggiorazioni spettanti quando entrambi i genitori lavorano e maggiorazione prevista per i nuclei familiare con Isee inferiore a 25.000 euro e che abbiano usufruito nell’anno antecedente rispetto alla presentazione del modello RdC Com AU dell’assegno per il nucloe familiare in presenza di minori).

Non occorre presentare il modello in presenza di figli con disabilità, infatti tale situazione è già “conosciuta” dall’INPS quindi l’integrazione è automatica.

Leggi anche: Assegno Unico disabili: cambiano gli importi. le novità nel decreto Semplificazioni

Messaggio 2537 dell’INPS: percettori RdC che presentano il modello RdC Com/AU dopo il 30 giugno avranno gli arretrati

L’INPS con il Messaggio 2537 del 22 giugno 2022 ha quindi precisato che i percettori di reddito di cittadinanza che hanno diritto a integrazioni, anche presentando il modello RdC Com AU oltre il termine inizialmente previsto del 30 giugno 2022, potranno ricevere gli arretrati dal mese di marzo.

Resta invece ferma la scadenza del 30 giugno prevista per tutti gli altri soggetti che ancora non hanno presentato la domanda per l’Assegno Unico che, come più volte sottolineato, sostituisce diverse misure di welfare tra cui bonus bebè, assegno per il nucleo familiare, detrazioni per figli a carico.

Assegno unico e ISEE: la scadenza del 30 giugno e perché riguarda entrambi

Il 30 giugno 2022 è una data da segnare in rosso sul calendario. Infatti questa data è quella che segna la scadenza di un adempimento importante per le famiglie italiane. Proprio il 30 giugno è il termine ultimo per chiedere l’assegno unico e universale sui figli a carico e recuperare gli arretrati di 4 mesi. Dopo la scadenza del 30 giugno le famiglie che non adempiono, rischiano di perdere molti soldi. Ma la scadenza diventa determinante anche per l’ISEE. E come si sa l’ISEE resta sempre fondamentale anche per l’assegno unico e universale sui figli sotto i 21 anni di età. Non tanto per il diritto a percepire l’assegno da parte delle famiglie, quanto piuttosto per gli importi dell’assegno a cui queste famiglie avranno diritto.

Isee e assegno unico, il 30 giugno il bivio, chi non si adegua rischia grosso

Per poter richiedere l’assegno unico, e recuperare tutto,  fin dalla data di ingresso della misura nel sistema assistenziale italiano, ci sarà tempo fino al 30 giugno prossimo. Per le domande presentate dopo farà fede la data di presentazione della domanda. In sostanza, una domanda presentata in ritardo farà perdere ai richiedenti il diritto alla prestazione dal primo marzo 2022. si perderanno marzo, aprile, maggio e giugno di assegno. Un danno elevato per chi non segue ciò che diremo adesso. Infatti è proprio dal primo marzo 2022 che la misura è entrata in funzione ma per i ritardatari la scadenza è ormai prossima. Chi non presenta domanda quindi entro i termini perderà diverse mensilità di assegno.

Anche l’ISEE deve essere a posto entro il 30 giugno 2022

Ma il 30 giugno prossimo non è solo la data di scadenza della domanda di assegno unico. O almeno, non rappresenta solo quella scadenza. Infatti entro il 30 giugno bisogna entrare in possesso anche di un ISEE in corso di validità. In altri termini, la domanda dell’assegno unico presentata entro i termini non garantisce la riuscita dell’istanza o quantomeno rischia di renderla non propriamente esatta. Infatti chi presenta la DSU per l’ISEE dopo il 30 giugno, se ha presentato la domanda di assegno unico entro tale data, si garantirà il diritto agli arretrati, ma solo per l’importo minimo di €50 al mese. L’interessato prenderà €200 di arretrati per le mensilità che vanno da marzo a giugno punto solo da luglio ho da quando riesce a ottenere l’ISEE in corso di validità, percepita l’importo effettivamente spettante in base alla propria condizione reddituale e patrimoniale.

Ecco cosa occorre sapere e come comportarsi

Ricapitolando, con domanda di assegno unico e ISEE in corso di validità già al 30 giugno 2022, il richiedente percepirà l’assegno spettante dal primo marzo 2022. Senza domanda di assegno unico al 30 giugno 2022, il richiedente perderà i primi 4 mesi di indennità. Con domanda di assegno unico ma senza l’ISEE, i primi 4 mesi verranno pagati con l’importo minimo previsto, mentre successivi si adegueranno alla cifra effettivamente spettante. Perderanno tra 700 ed 800 euro le famiglie inadempienti. Perché l’assegno di base è pari a 175 euro al mese a figlio. Senza considerare le maggiorazioni, chi non presenta domanda perderà almeno 700 euro a figlio. Cifra che scende se il problema è solo l’ISEE, dal momento che 50 euro al mese vengono comunque garantiti con domanda di assegno unico presentata. Tutti questi chiarimenti sono stati prodotti dall’INPS in risposta alle numerose FAQ giunte dagli interessati.

Nuove scadenze fiscali nel decreto Semplificazioni: ecco le novità

Il decreto Semplificazioni porta nuove scadenze fiscali per i contribuenti. Sono numerose le novità. Ecco le principali.

Aiuti di Stato: arriva la proroga dei termini per la presentazione della dichiarazione

La prima cosa da sottolineare è che la proroga per la presentazione dell’autodichiarazione Aiuti di Stato ha ottenuto l’approvazione proprio come richiesto dall’Associazione dei Commercialisti.

Ne avevamo già parlato nell’articolo: Arriva il 14 giugno la proroga termini per la dichiarazione Aiuti di Stato Covid.

Deve però essere sottolineato che non è stata indicata la data entro la quale si dovrà provvedere. Questo vuol dire che dovremo aspettare un altro decreto al fine di conoscere la data definitiva entro la quale sarà necessario adempiere. C’è un’elevata probabilità che la data sarà fissata al 31 ottobre proprio come richiesto dai diretti interessati. Spostato anche il termine previsto per la trasmissione da parte dell’Agenzia delle Entrate al Registro Nazionale Aiuti (RNA), tale adempimento dovrà essere effettuato entro il 31 dicembre.

Le nuove scadenze fiscali nel decreto Semplificazioni

Questa però non è l’unica novità: tra le proroghe approvate, infatti viene posticipata la data entro la quale coloro che hanno avuto delle variazioni devono provvedere all’invio della dichiarazione IMU. Fino al decreto Semplificazioni la dichiarazione IMU doveva essere presentata entro il 30 giugno, ora il termine è spostato al 31 dicembre 2022.

Cambia anche il termine per la presentazione della dichiarazione Lipe ( liquidazioni periodiche Iva) terzo trimestre, in questo caso la variazione è di sole due settimane e passa dal 16 settembre 2022 al 30 settembre 2022.

Infine, cambia il termine per la presentazione della dichiarazione per l’Imposta di Soggiorno, questa slitta dal 30 giugno 2022 al 30 settembre 2022.

Maggiore tempo a disposizione vi è anche per la trasmissione dei registri Intrastat all’agenzia delle Dogane, Accise e Monopoli per le operazioni intracomunitarie , in questo caso il contribuente potrà adempiere entro la fine del mese successivo rispetto al periodo di riferimento.

Queste non sono le uniche novità previste nel decreto Semplificazioni, infatti vi è un aumento anche degli importi dell’assegno unico per i disabili.

I dettagli nell’articolo: Assegno Unico disabili: cambiano gli importi. Le novità del Decreto Semplificazioni.

Assegno Unico disabili: cambiano gli importi. Le novità del decreto Semplificazioni

Il Governo ha approvato il decreto Semplificazioni che inizia ora l’iter per la conversione in legge entro 60 giorni. Sono molte le novità previste e tra queste vi è l’aumento dell’Assegno Unico per nuclei con disabili. Ecco le novità.

Assegno Unico: fino al 30 giugno si possono ricevere gli arretrati

Siamo ormai vicini alla scadenza del 30 giugno, questa è importante per tutte le famiglie che ancora non hanno presentato la domanda per ricevere l’Assegno Unico e che potranno farlo entro il 30 giugno 2022 ricevendo così gli importi dal mese di marzo, quindi con gli arretrati. Sempre entro il 30 giugno 2022 potrà essere presentato il modello Isee dalle famiglie che hanno proposto la domanda, non hanno presentato l’Isee e di conseguenza hanno avuto il riconoscimento solo degli importi minimi. Coloro che completano la domanda entro il 30 giugno anche in questo caso potranno ricevere gli arretrati.

Tutte le domande presentate dal 1° luglio consentiranno di ricevere gli importi dal mese successivo alla presentazione e senza arretrati.

Leggi anche: Assegno Unico: c’è tempo fino al 30 giugno per ricevere gli arretrati

Tutte le novità per l’assegno unico disabili nel decreto Semplificazioni

Le vere novità contenute nel decreto Semplificazioni sono nell’articolo 35, fortemente voluto dal ministro Erika Stefani, questo infatti stabilisce un aumento per le famiglie in cui sono presenti disabili.

Il contenuto dell’articolo prevede:

1) l’importo previsto per i figli con disabilità maggiorenni viene parificato a quello dei minorenni, la misura dovrebbe riguardare 90.000 figli disabili.

2) le maggiorazioni previste in favore dei figli con disabilità che hanno tra 18 e 21 anni sono parificate a quelle previste per i minorenni, quindi:

  • 105 euro per i non autosufficienti;
  • 95 euro per i disabili gravi;
  • 85 euro per i disabili di media gravità.

Con la precedente disciplina la maggiorazione prevista in favore dei figli disabili maggiorenni era in misura fissa a 80 euro.

3) Infine sempre l’articolo 35 prevede che la maggiorazione ulteriore prevista per le famiglie con reddito Isee fino a 25.000 euro e che aveva l’obiettivo di consentire alle famiglie di recuperare la differenza tra quanto si percepiva con le detrazioni per figli a carico e Assegni per il Nucleo Familiare e quanto si percepisce con l’assegno unico, sia aumentata per il 2022 a 120 euro per le famiglie con disabili. Quest’ultima misura dovrebbe riguardare 37.000 nuclei familiari.

Gli aumenti previsti per l’assegno unico sono resi possibile da un fondo per le politiche in favore di persone con disabilità che ammonta a 122 milioni di euro.

Assegni per il Nucleo Familiare: nuovi importi e chiarimenti

L’Inps con la circolare 65 del 30 maggio 2022 ha reso noti i nuovi livelli reddituali applicabili dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023 per il calcolo e la corresponsione degli Assegni per il Nucleo Familiare ( ANF). Ecco tutte le precisazioni.

Adeguamenti Assegno per il Nucleo Familiare (ANF)

Annualmente l’Inps provvede alla rivalutazione dei redditi per il calcolo dell’ammontare degli Assegni per il Nucleo familiare. La rivalutazione si effettua avendo come punto di riferimento variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Questa per il periodo 2020 e 2021 è stata misurata nell’1,9%, di conseguenza gli importi saranno aumentati in misura corrispondente.

Sicuramente non mancano le perplessità sul metodo di calcolo, infatti l’attuale corsa dei prezzi rende l’aumento del’1.9% irrisorio. Resta però da sottolineare che attualmente la corresponsione degli assegni per il nucleo familiare è una misura residuale, infatti per le famiglie in cui sono presenti figli, anche di maggiore età, non è più prevista la corresponsione di questa misura, sostituita dall’Assegno Unico.

Chi percepisce gli ANF?

Si è detto che gli assegni per il nucleo familiare erogati dall’INPS sono una misura residuale, occorre però determinare chi potrà continuare a percepirli in seguito all’introduzione dell’Assegno Unico che ha sostituito numerosi strumenti di welfare familiare con l’obiettivo di semplificare il sistema.

I cittadini, come precisa l’INPS potranno presentare domanda per gli ANF solo in presenza di soggetti diversi dai figli, quindi in presenza di solo coniuge, cioè coppie senza figli. L’assegno per il coniuge è infatti assorbito dall’Assegno Unico percepito dai figli. Il coniuge legalmente separato, anche se non divorziato, comunque non può percepire ANF.

Inoltre si può presentare domanda nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti fratelli, sorelle, nipoti, altri soggetti fiscalmente a carico. Deve trattarsi di soggetti di età minore ai 18 anni, oppure maggiorenni che si trovino nell’assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi a un lavoro proficuo a causa di infermità, difetto fisico o mentale.

Per conoscere tutti gli importi è necessario controllare la circolare INPS  e scaricare l’allegato 1, qui sarà possibile prendere visione di tutti gli importi in base al reddito della famiglia e ai numero dei componenti il nucleo familiare.

Assegno unico col reddito di cittadinanza, invio domanda Inps entro il 30 giugno

Si potranno presentare fino al 30 giugno 2022 le domande per ottenere le maggiorazioni dell’assegno unico per i figli. Si tratta, principalmente dei nuclei dove sono presenti figli maggiorenni (e fino all’età di 21 anni) da parte di chi percepisce il reddito di cittadinanza (Rdc). La misura consente, dunque, ai nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza il diritto a fruire anche dell’assegno unico corrisposto d’ufficio. L’importo, dunque, va integrato, mediante presentazione della domanda all’Inps con modello integrativo.

Assegno unico per i figli e reddito di cittadinanza, a chi spetta?

A rendere nota la necessità di presentazione della domanda di integrazione è l’Istituto previdenziale con il messaggio numero 2261 del 2022. Operativo dallo scorso marzo, l’assegno unico per i figli fino all’età di 21 anni, prevede l’erogazione dell’indennità anche ai nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza per i figli di età fino ai 21 anni. Per questi nuclei non c’è stato bisogno di presentare domanda per l’assegno unico per i figli. L’indennità è stata corrisposta in automatico con il reddito di cittadinanza.

Assegno unico per i figli, i pagamenti effettuati finora nel 2022

Fino a questo momento, come specifica la circolare dell’Inps, sono stati pagati gli assegni unici alle famiglie nelle quali:

  • sono presenti tutti e due i genitori, limitatamente all’importo per i figli minorenni o maggiorenni disabili;
  • nelle quali è presente un unico genitore per i figli minorenni o maggiorenni disabili nei limiti del 50% dell’indennità spettante.

Chi dovrà presentare domanda integrativa dell’assegno unico per i figli?

Dovrà essere presentata specifica domanda per fruire delle maggiorazioni previste dal decreto legislativo numero 230 del 2021 che ha istituito l’assegno unico per i figli. In particolare, si tratta dei nuclei familiari che hanno a carico un figlio fino al compimento dell’età di 21 anni nelle condizioni attuali di:

  • frequentare un corso di formazione scolastica o di laurea;
  • seguire un corso professionale;
  • svolgere un’attività lavorativa con reddito complessivo non eccedente gli 8 mila euro all’anno.

Come si presenta la domanda integrativa dell’assegno unico per i figli per i percettori del Rdc?

In queste situazioni, i percettori del reddito di cittadinanza potranno utilizzare domanda di integrazione dell’assegno unico per i figli utilizzando il modello “Rdc Com/AU”. L’Inps aveva previsto l’adozione di questo modello nella circolare numero 53 del 2022. Tuttavia, solo dalla giornata del 31 maggio scorso il modello è a disposizione dei nuclei familiari per la richiesta delle maggiorazioni.

Quando si utilizza il modello Rdc Com/AU per la maggiorazione dell’assegno unico per i figli?

L’Inps, peraltro, nella sua circolare elenca altre situazioni nelle quali le famiglie devono utilizzare il modello Rdc Com/AU per la maggiorazione dell’assegno unico per i figli. Ad esempio, per la quota di maggiorazione che spetta nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di un reddito derivante dal lavoro. In questo caso, va utilizzata l’apposita autocertificazione contenuta nel modello Rdc Com/AU. Il modello si può utilizzare anche per le maggiorazioni spettanti alle famiglie che abbiano un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) entro i 25 mila euro. Tale fattispecie è riservata ai nuclei che, nel corso del 2021, avevano percepito l’assegno per il nucleo familiare.

Come si presenta il modello Rdc Com/AU per l’integrazione dell’Assegno unico per i figli?

Il modello Rdc Com/AU per la maggiorazione dell’Assegno unico per i figli si può presentare solo in via telematica. Per la presentazione, dunque, è necessario accedere al sito dell’Inps, nella sezione del “Reddito di cittadinanza” mediante autenticazione con Spid, Carta nazionale dei servizi (Cns) o Carta di identità elettronica (Cie). Si può procedere con la domanda anche mediante patronati. La presentazione della domanda entro il 30 giugno 2022 permette di ottenere gli arretrati con decorrenza a partire dallo scorso mese di marzo.

Assegno unico: c’è tempo fino al 30 giugno per ricevere gli arretrati

Sono milioni le famiglie italiane che hanno già chiesto l’Assegno Unico, ma all’appello secondo l’INPS mancano ancora molti contribuenti e ci sarà tempo fino al 30 giugno 2022 per proporre la domanda e ottenere anche gli arretrati.

L’Assegno Unico: importi e aventi diritto

L’Assegno Unico è una delle novità introdotte nel 2022 che ha destato maggiore interesse ed è una vera e propria rivoluzione nel mondo del welfare italiano perché sostituisce numerose misure prima vigenti, come gli assegni per il nucleo familiare, il bonus bebè, il premio alla nascita. Si tratta di un assegno riconosciuto per ogni figlio fino al compimento del 18° anno di età e a determinate condizioni, cioè se il figlio segue un corso di studio, è impegnato nel servizio civile universale, è disoccupato ma impegnato nella ricerca di un lavoro, impegnato in forme di apprendistato. Per conoscere le condizioni previste per il riconoscimento dell’Assegno Unico, leggi l’articolo: Assegno Unico per maggiorenni: partono i controlli dell’Inps sui maggiorenni

L’ammontare dell’assegno dipende dalla situazione del singolo soggetto beneficiario, dal reddito Isee della famiglia e alla sussistenza di fattori che prevedono maggiorazioni, ad esempio le maggiorazioni sono riconosciute alle famiglie numerose, quelle in cui lavorano entrambi i genitori, in caso di disabilità.

Per conoscere tutte le maggiorazioni leggi l’articolo: Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal decreto legislativo 230 del 2021

Per coloro che già percpiscono il reddito di cittadinanza la normativa prevede che il beneficio sia riconosciuto d’uffico considerando la condizione Isee già nota all’INPS, vuol dire che costoro non hanno dovuto presentare la domanda.

Termini per la presentazione della domanda: fino al 30 giugno si possono avere gli arretrati

La domanda per l’Assegno Unico poteva essere presentata all’INPS tramite il portale o avvalendosi dell’assistenza di un Caf o di un professionista già dal 2 gennaio 2022, ma di fatto le prime erogazioni ci sono state nel mese di marzo 2022. Al fine di far in modo che le famiglie potessero disporre del tempo necessario per informarsi, chiedere l’Isee e presentare la domanda, la normativa prevede che le famiglie che effettuano l’istanza entro il 30 giugno 2022 percepiranno l’Assegno Unico dal mese successivo, ma con gli arretrati dal mese di marzo 2022.

Coloro che invece presentano l’istanza dal primo luglio 2022 potranno ricevere l’Assegno Unico a partire dal mese successivo, ma senza più poter richiedere gli arretrati. Al fine di aiutare le famiglie nel compiere tutti gli adempimenti, la normativa ha inoltre previsto la possibilità di richiedere l’Assegno Unico anche senza presentare l’Isee, in questo caso si ottiene la misura minima prevista in favore di coloro che hanno un Isee superiore a 40.000 euro l’anno. La stessa è di 50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli di età compresa tra 18 anni e 21 anni.  Ricordiamo che la misura base dell’Assegno Unico prevista in favore dei nuclei familiari che hanno un reddito Isee fino a 15.000 euro è di 175 euro per ogni figlio.

Entro il 30 giugno chi già percepisce la misura minima e presenta l’Isee ottiene gli arretrati

Nel momento successivo in cui la famiglia presenta l’Isee, o meglio carica l’Isee sul sito dell’INPS, la domanda torna in lavorazione. Si procede al calcolo degli importi da corrispondere e gli stessi sono versati dal mese successivo, ma comprensivi anche degli arretrati. Gli arretrati anche in questo caso si possono ottenere solo nel caso in cui l’Isee si presenta entro il 30 giugno 2022. Proprio per questo motivo non resta che affrettarsi a richiedere il proprio Assegno Unico.

C’è anche un altro motivo per affrettarsi, infatti l’ISEE per i richiedenti è gratuito, ciò grazie a una convenzione i Caf (Centri di Assistenza Fiscale) ricevono dallo Stato 16 euro per ogni modello compilato e i contribuenti non pagano. I Caf hanno però lanciato l’allarme: i fondi disponibili basteranno a coprire solo i primi giorni di giugno, dopo i contribuenti dovranno pagare. Di conseguenza coloro che vogliono il modello Isee gratuito devono affrettarsi.

Ricordiamo anche che l’Assegno Unico viene corrisposto a partire dal settimo mese di gravidanza e quindi prima della nascita del bambino e che nel caso di figli maggiorenni, la domanda può essere presentata da questi indicando però il codice iban di un conto a loro intestato. In ogni caso il codice Iban indicato deve essere sempre intestato al richiedente

Assegno unico: come modificare la domanda, visualizzare i pagamenti e le anomalie?

Tre funzioni permettono ai contribuenti che richiedono l’assegno unico per i figli di poter gestire le procedure sul sito dell’Inps relative alla trasmissione della domanda. Si tratta delle funzioni di:

  • modifica della domanda;
  • visualizzazione dei pagamenti ovvero l’estratto conto;
  • evidenza delle posizioni con anomalie e incompletezze.

L’aggiornamento della procedura via web per la trasmissione delle domande riguarda la misura introdotta dal decreto legislativo numero 230 del 29 dicembre 2021 in base al quale le famiglie ricevono l’assegno unico per i figli a carico.

Assegno unico per i figli, come procedere con la modifica della domanda Inps?

Per modificare la domanda presentata telematicamente sul sito dell’Inps dell’assegno unico per i figli, è necessario accedere alla sezione “Consulta e gestisci le domande che hai presentato”. All’interno della sezione è presente il tasto “Modifica“, mediante il quale è possibile cambiare determinati valori relativi alle schede dei figli rispetto ai dati che sono stati già riportati.

Quali sono i campi che si possono modificare nella domanda per l’assegno unico per i figli?

Nel dettaglio, i campi che si possono modificare dalla sezione “Modifica” della domanda per l’assegno per i figli presentata, riguardano:

  • la modifica della condizione di disabilità dei figli;
  • le modifiche relative alla dichiarazione di frequenza della scuola, o di corsi di formazione per i figli che siano già maggiorenni e fino all’età di 21 anni;
  • i cambiamenti relativi a un’eventuale separazione o coniugio dei genitori;
  • la modifica del codice fiscale dell’altro genitore. Questa variazione può essere fatta a condizione che l’altro genitore non abbia già inserito la modalità di pagamento dell’assegno e non abbia già percepito almeno un pagamento.

Quali altre modifiche possono essere apportate alla domanda?

Ulteriori modifiche che si possono effettuare rispetto alla domanda dell’assegno unico peri figli già presentata riguardano:

  • il cambiamento della modalità di ripartizione dell’indennità derivante da un provvedimento del giudice o da un accordo fra i genitori;
  • le modifiche della spettanza delle maggiorazioni di cui agli articoli 4 e 5 del decreto legislativo numero 230 del 2021. Riguardo a  questa funzionalità non sembrerebbe ancora possibile, tuttavia, inserire i figli maggiorenni, non aventi diritto all’Auu, ai soli fini del computo per le maggiorazioni per le famiglie numerose secondo quanto specificato dall’Inps nel messaggio numero 1714 del 2022;
  • i cambiamenti sulla modalità di pagamento scelta dal richiedente ed eventualmente dall’altro genitore.

Da quando decorrono i cambiamenti effettuati sulla domanda di assegno unico per i figli?

I cambiamenti apportati alla domanda di assegno unico per i figli hanno effetto dal momento nel quale sono state inseriti. Dunque, le modifiche non generano degli arretrati a conguaglio. Fa eccezione la variazione per la presenza in famiglia di figli in condizione di disabilità. Si ha diritto al conguaglio, e dunque agli arretrati, se la condizione di disabilità era preesistente alla modifica della domanda stessa.

Assegno unico per i figli, cosa fare in caso di figli con disabilità?

In questo caso, il sistema richiede la data a partire dalla quale decorre la disabilità. Peraltro, la condizione di disabilità deve risultare anche dall’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) del nucleo familiare. Nel caso la condizione di disabilità non fosse presente nell’Isee, è necessario richiedere la rettifica del quadro specifico della Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu). Tale rettifica è possibile farla presso un intermediario abilitato, ad esempio il Caf, che ha già provveduto a inviare la stessa Dsu. L’operazione consente di correggere la Dsu senza doverne presentare una nuova.

Assegno unico per i figli, come visualizzare l’estratto conto dei pagamenti?

Tra le funzionalità che si possono utilizzare sul portale dell’Inps nella sezione dell’assegno unico per i figli, c’è la possibilità di visualizzare l’estratto conto. Ovvero lo stato dei pagamenti dell’indennità. Per la visualizzazione è necessario accedere alla sezione “Consulta e gestisci le domande che hai presentato” ed entrare nella parte denominata “Pagamenti”. In questa sezione si può consultare la lista dei pagamenti già disposti. La suddivisione dei pagamenti è mensile, con l’indicazione della modalità di pagamento usata.

Domanda assegno unico per i figli, come visualizzare le anomalie e incompletezze?

Nella sezione “Consulta e gestisci le domande che hai presentato” è possibile visualizzare utilizzare un campo chiamato “Evidenze“. Il campo permette a chi ha inserito la pratica dell’assegno unico per i figli di poter prendere visione di eventuali anomalie, criticità e incompletezze emerse nella fase di invio della domanda. Si tratta, dunque, di motivazioni che non consentono alla domanda di risultare completata. Se le incompletezze sono più di 2, l’elenco può essere visualizzato mediante l’accesso al dettaglio della pratica. Si deve cliccare, in questo caso, il pulsante a destra degli estremi identificativi della pratica e poi selezionare il tab “Evidenze”.

Come sbloccare la domanda dell’assegno unico per i figli se sono presenti anomalie e incompletezze?

In questa situazione si può procedere solo con l’intervento del soggetto che ha provveduto a inviare la domanda dell’assegno unico per i figli. Infatti, solo in questo caso l’istanza può essere sbloccata. Può, ad esempio, essere richiesto dal sistema un supplemento di documenti per l’accertamento della sussistenza di uno specifico requisito. Ad esempio, può essere richiesta eventuale documentazione relativa ai requisiti di studio dei figli, o per la partecipazione a tirocini. Nella scheda dei figli sono presenti anche i provvedimenti di accettazione o di reiezioni, con le relative motivazioni.