5 bonus alle famiglie per pagare le bollette di luce e gas

Sono cinque i sostegni a favore delle famiglie italiane e dei lavoratori per il pagamento delle bollette di luce e gas introdotti o confermati dal decreto legge “Aiuti bis”. Si va dal potenziamento del bonus alle famiglie economicamente svantaggiate (ma anche ai malati grave), ai prezzi calmeriati sul gas, dal sospensione delle modifiche dei prezzi per i prossimi 9 mesi, all’abbassamento dell’Iva e degli oneri di sistema ai contributi maggiorati sui fringe benefit. Ecco, nel dettaglio, di quali misure si tratta.

Pagamento bollette luce e gas, arrivano i bonus alle famiglie in difficoltà

La prima misura di sostegno alle famiglie nel pagamento delle bollette di luce e gas è la conferma del bonus energia. Si tratta di un sostegno, già in vigore dall’entrata in vigore della legge di Bilancio 2022, sul pagamento delle bollette. Il sostegno va a favore delle famiglie svantaggiate, con Isee entro i 12 mila euro. Ma anche le famiglie nelle quali vivano componenti in gravi condizioni di salute. Il decreto Aiuti bis ha stanziato ulteriori risorse che andranno a coprire i consumi dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022.

Prezzi calmerierati sulle bollette del gas per categorie di cittadini che vivono in disagio economico e fisico o che abbiano più di 75 anni

Il decreto “Aiuti bis” ha provveduto anche a ridefinire i limiti dei clienti vulnerabili a vantaggio dei quali vanno applicati prezzi calmierati sul gas. Tra i soggetti beneficiari, rientrano coloro che vivono un disagio fisico ed economico, i cittadini disabili, coloro che vivono nelle isole minori e i soggetti ultrasettantacinquenni. Per tutte queste categorie, i fornitori di gas devono applicare una tariffa calmierata che “riflette il costo effettivo di approvvigionamento al mercato all’ingrosso”. La misura verrà applicata per i consumi di gas a decorrere dal 1° gennaio 2023.

Bollette luce e gas, per 9 mesi non sono ammesse le variazioni delle condizioni contrattuali al rialzo sul prezzo

Per i prossimi 9 mesi, ovvero fino al 30 aprile 2023, le imprese fornitrici di luce e gas non potranno procedere con modifiche unilaterali nei confronti delle famiglie agendo sul prezzo della fornitura stessa. Il decreto “Aiuti bis”, infatti, prevede che debba essere sospesa ogni modifica e clausola unilaterale nella fornitura di gas e di energia elettrica derivante dalla unilaterale modifica delle condizioni generali del contratto. Viene sempre riconosciuto alle famiglie la possibilità di recedere. Sono inoltre inefficaci anche le modifiche fatte pervenire alle famiglie prima dell’entrata in vigore del decreto.

Iva al 5% sulle bollette e fatture del gas per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022

Anche per i mesi da ottobre a dicembre del 2022 saranno azzerati gli oneri di sistema delle bollette di gas e confermata l’Iva al 5%. E, dunque, nel quarto trimestre dell’anno l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, annullerà le aliquote degli oneri generali di sistema elettrico. A beneficiarne saranno sia le famiglie per le utenze fino a 16,5 kW che le utenze  per potenze superiori. Sulle bollette del gas, inoltre, il provvedimento conferma l’Iva al 5% per l’ultimo trimestre dell’anno, anziché le aliquote del 10% o del 22% a seconda degli utilizzi, civili o industriali.

Bonus energia elettrica e gas, raddoppia il contributo per il fringe benefit

Infine, il provvedimento del governo ha previsto l’estensione dei contributi per le bollette esenti fino a 516,46 euro. Si tratta del raddoppio, da 258,23 euro, del valore di esenzione del fringe benefit. Il tetto maggiorato, già utilizzato nei due precedenti anni per l’emergenza Covid, mira nel 2022 a elevare il limite sulle iniziative prese dalle aziende per favorire i propri dipendenti nel pagare le bollette più care di energia elettrica e gas.

 

Stipendi, taglio del cuneo fiscale fino a 35mila euro in arrivo

È in via di approvazione il decreto “Aiuti bis” che contiene alcune misure a sostegno dei redditi dei lavoratori e delle famiglie italiane. Primo tra tutti, il taglio del cuneo fiscale per i redditi entro i 35 mila euro. Il testo è atteso nella giornata di oggi, 4 agosto, in Consiglio dei ministri. Oltre al taglio contributivo, è atteso il contributo per tagliare le bollette contro il caro energia, il bonus 200 euro e gli sconti sui fringe benefit.

Stipendi dei lavoratori in aumento con il taglio del cuneo fiscale: quanto si risparmia?

Il meccanismo di taglio del cuneo fiscale per far salire il reddito netto nella busta paga dei lavoratori si basa su una misura già in vigore con la legge di Bilancio 2022. I lavoratori, infatti, per tutto il 2022 sono agevolati dallo sconto contributivo in busta paga dello 0,8%. Il limite di applicazione è corrispondente a una busta paga lorda di 2.692 euro, pari a circa 35 mila euro per le tredici mensilità annuali. Lo stesso meccanismo è in via di approvazione nel decreto “Aiuti bis” che aggiungerebbe l’1% in più (per un totale di 1,8%) di sconto dei contributi nelle buste paga. L’effetto è quello di aumentare il reddito netto dei lavoratori del settore pubblico e privato.

Bonus 200 euro allargato a categorie finora escluse, per partite Iva e professionisti più soldi

Il provvedimento in arrivo dovrebbe, peraltro, prevedere l’estensione del bonus 200 euro contro l’aumento dei prezzi anche a categorie che sono rimaste escluse dal decreto istitutivo della misura. Si tratta, in particolare, dei lavoratori stagionali, dei cassintegrati a zero ore e dei collaboratori sportivi. Inoltre, sul fronte dei lavoratori autonomi (partite Iva e liberi professionisti), il governo dovrebbe aumentare la dote finanziaria del bonus 200 euro prevedendo l’incremento da 500 a 600 milioni di euro. Le risorse andranno a favore dei lavoratori autonomi e dei professionisti iscritti alle Casse previdenziali private. Solo per queste ultime si prevede una spesa pari a 80 milioni di euro. Tutti i lavoratori autonomi, in ogni modo, dovranno attendere l’emanazione del decreto attuativo che fisserà le procedure e le richieste per fruire del bonus.

Aiuti bis, atteso anche il taglio dei costi delle bollette di luce e gas e la riduzione dell’Iva

Tra le misure attese nel decreto “Aiuti bis” rientra anche il taglio dei costi delle bollette di luce e gas e la riduzione dell’Iva applicata al gas anche nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2022. Sul fronte imprese, il governo stanzierà risorse anche per far ritornare il credito di imposta sulle maggiori spese sostenute per l’approvvigionamento di gas e di energia elettrica. In tutto, le misure a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese costeranno allo Stato 7,7 miliardi di euro.

Governo, raddoppia la quota di esenzione dei fringe benefit

Atteso nel provvedimento anche il raddoppio delle esenzioni sui fringe benefit. La quota, infatti, dovrebbe passare dagli attuali 258 euro a 516 euro. Tra le voci di spesa esenti dalla tassazione (e dunque esclusi dall’imponibile) rientreranno anche i contributi da parte delle imprese per pagare le utenze domestiche.

Aumento delle spese? Le famiglie cambiano abitudini, ecco cosa tagliano

È davvero da troppi mesi ormai che la vita degli italiani è cambiata drasticamente per via degli aumenti del costo della vita. Tutto è aumentato, dalle bollette per le utenze domestiche di luce, acqua e gas, ai carburanti, dai beni di prima necessità e quindi anche da quelli alimentari, a quelli che possiamo definire hobby. E inevitabilmente sono cambiate le abitudini degli italiani. Infatti ciò che prima si poteva fare adesso per ovvie ragioni economiche non si può fare più. E gli italiani si stanno adeguando al cambiamento.

Per coprire le bollette cambiano le abitudini dei cittadini4

Non c’è momento di crisi in cui una persona non sceglie quali sono le priorità. Inevitabile che anche in questa fase di grave crisi economica partita ormai da oltre due anni con l’inizio della pandemia, gli italiani iniziano a tagliare il superfluo. L’aumento enorme delle bollette dell’energia elettrica, del gas metano e dell’acqua, impatta in maniera evidente sulle finanze di una famiglia. Stesso discorso i può fare anche per l’aumento del carburante che ha reso l’utilizzo della macchina un vero e proprio lusso. Se a questo aggiungiamo l’aumento del costo della vita anche per i beni di prima necessità, perché sono implementati i prezzi anche dei prodotti alimentari, è evidente che dove si può si stringe la cinghia. E le famiglie cambiano le loro classiche abitudini, eliminando il superfluo dal paniere delle spese mensili ed annuali.

Quali sono le spese che le famiglie adesso tagliano alla luce dell’aumento del costo della vita

Inevitabile che si parte dalle vacanze quando si parla di spese superflue. Molti storceranno il naso nel considerare le vacanze una cosa superflua. Infatti il meritato riposo dopo un anno di lavoro da molti era da sempre visto come una priorità. Oggi però alla luce di quello che abbiamo detto prima e quindi per la grave crisi economica, non sono pochi gli italiani che rinunceranno a questi periodi di relax per risparmiare soldi che serviranno per le esigenze primarie di un nucleo familiare. Anche gli hobby rientrano in questa categoria di spese superflue. È la Confcommercio per il tramite del suo ufficio statistico a mettere in luce questo aspetto della vita degli italiani a cui prima nessuno ci aveva pensato. Ormai sull’economia di un nucleo familiare le spese obbligatorie, cibo, bollente e carburante per esempio, incidono quasi per il 43%. Una percentuale enorme del budget complessivo annuale di una famiglia. E si taglia altrove.

I dati dell’allert di Confcommercio su aumento e crisi

Secondo la Confcommercio quindi il primo impatto di questo cambio di abitudini delle famiglie riguarda sicuramente le vacanze estive. Molte le famiglie che hanno già rinunciato al viaggio organizzato in tempi non sospetti. E molte altre ci stanno pensando in questi giorni, con le rinunce e le disdette che fioccano mai come in questa fase. Ma è inevitabile che il cambio di questa esigenza porti molto famiglie anche a rinunciare a hobby che prima facevano parte della quotidianità. Parliamo della palestra per esempio piuttosto che dello sport. Ma se gli hobby e il superfluo che possono essere le vacanze, sono un aspetto del problema, bisogna allargare il campo anche ad altro. Perché una crisi di questo tipo finirà necessariamente con l’incidere anche sulle spese che tanto superflue prima non erano.

Cambiano le necessità e si rinviano acquisti già programmati

Per esempio piuttosto che cambiare auto senza pensarci troppo, non sono poche le famiglie che hanno rimandato a tempi migliori questo acquisto. Si propende a sistemare la vecchia auto piuttosto che comperarne una nuova. Un discorso simile che si può fare per un televisore, un frigorifero, la lavatrice e così via. Figuriamoci chi aveva programmato di cambiare la cucina di casa, oppure di sistemare il box auto e così via. I risvolti della crisi saranno davvero cosa comune in molti settori. Questo perché incideranno molto proprio su tutto il tessuto economico globale della nazione, con le famiglie che andranno ad ingessare interi settori lavorativi che prima erano funzionali e funzionanti. Ma la preoccupazione di molti è che questa grave situazione tenderà sempre ad andare peggio. Soprattutto dal momento che se i soldi non circolano, anche in cose non propriamente di primaria necessità, le ricadute anche a livello occupazionale sugli addetti ai lavori di questi settori saranno enormi e continueranno a far aumentare questo stato di necessità della nazione.

Gas: per le bollette in arrivo un nuovo salasso, ecco gli scenari

Viene prevista una nuova impennata delle bollette del gas e presto gli utenti se ne accorgeranno. Se le bollette di luce e gas da gennaio sono diventate troppo esose, ancora peggio andrà molto presto. Infatti si parla di nuovi aumenti in arrivo. Stavolta è sul gas che ci saranno nuovi incrementi del costo, con ricadute pesanti sulle bollette dei prossimi mesi. Ma ecco cosa accadrà presto in Italia. I provvedimenti di salvaguardia del governo non sono riusciti a detonare il surplus di spesa per i cittadini. E presto, se il trend è questo, ne serviranno altri.

Bollette del gas di riparte, ancora aumenti

A dire il vero parlare di aumenti per le bollette è ormai una costante. Da gennaio, ma forse da di e 2021, l’aumento delle bollette è stato costante. E si prepara adesso un altro incremento. Infatti, per via della grave crisi del conflitto in Ucraina, il flusso ridotto di gas dalla Russia porta inevitabilmente ad un incremento dei prezzi. E le bollette schizzeranno ancora una volta. Con buona pace degli utenti, famiglie, commercianti e imprese.

Un incremento del 9%, ecco i motivi

Le bollette del gas saliranno ancora. È inevitabile visto ciò che sta accadendo tra Russia e Ucraina. E le accise da parte della Germania, a Putin, reo di utilizzare il gas come arma, non sono campate in aria. Infatti è confermato direttamente dai vertici aziendali di Gazprom, colosso russo del settore energia, che la società ha posto il veto all’utilizzazione del gasdotto Yamal che finisce dritto in Germania. Putin tra le aziende finita nella sua black list, conta anche una società polacca. Si tratta di quella che gestisce l’impianto del gasdotto.
In termini pratici, meno gas e bollette in risalita. In pratica, sanzioni contro la Russia da parte dell’Occidente e replica di Mosca che chiude i rubinetti e inserisce contro-sanzioni. E gli effetti di queste reciproche penalizzazioni finiscono con l’essere pagate inevitabilmente dai cittadini.

Superbonus 110% e bonus edilizi, solo imprese certificate per i lavori

Si va verso la stretta delle imprese che potranno effettuare lavori rientranti nel superbonus 110% e nei bonus edili. Dal 1° gennaio 2023 potrebbe essere necessaria la certificazione Soa per i lavori di importo eccedente i 516 mila euro. Lo prevede un emendamento approvato al decreto legge “Energia” in Commissione Finanze del Senato.

Bonus edilizi e superbonus 110%, dal 1° gennaio 2023 obbligo di certificazione Soa per lavori sopra i 516 mila euro

In base all’emendamento, dunque, potrebbe scattare l’obbligo della certificazione Soa, finora necessaria per i lavori rientranti negli appalti pubblici, per gli interventi rientranti nel superbonus 110% e negli altri bonus edilizi. Da gennaio a giugno del 2023 sarà occorrente firmare un contratto con una Soa per poter iniziare il procedimento di attestazione. In altre parole, nel semestre transitorio basterà la domanda di certificazione. Dal 1° luglio 2023, invece, scatterà l’obbligo vero e proprio della certificazione Soa.

Superbonus 110%, contratti obbligati per interventi sopra i 70 mila euro, ma solo per le opere edilizie

La procedura riguarderà tutti gli incentivi fiscali previsti dagli articoli 119 e 121 del decreto legge numero 34 del 2020. E dunque i bonus edilizi e il superbonus 110%. Sempre in relazione agli emendamenti approvati al decreto nella giornata di ieri, è stata approvata la proposta che rimette un altro paletto ai lavori effettuati in regime di superbonus 110%. Si tratta del vincolo che impone di sottoscrivere un contratto dell’edilizia per le aziende che svolgano interventi del valore eccedente i 70 mila euro. L’emendamento chiarisce che a questo vincolo sono legati solo i lavori edili. Risultano escluse, invece, le altre lavorazioni come quelle relative agli impianti.

Contratti di lavoro in somministrazione, arriva la proroga al 2024 per le mansioni presso aziende utilizzatrici

Tra gli altri interventi in arrivo con il nuovo decreto, c’è una nuova proroga per i lavoratori somministrati assunti con contratti a tempo indeterminato dalle Agenzia per il lavoro ma indirizzati a svolgere la propria mansione presso altre aziende utilizzatrici con contratto a tempo determinato. La proroga sposta la scadenza di questo meccanismo al 30 giugno 2024. Entro tale data dovranno essere sottoscritti i contratti a tempo determinato presso l’azienda utilizzatrice e il vincolo dura per due anni.

Bollette, proroga fino al 30 giugno 2022 del pagamento di luce e gas a rate

Ulteriore intervento riguarda le famiglie in difficoltà e le agevolazioni per il pagamento delle bollette di energia elettrica e gas. È stata infatti estesa fino al 30 giugno 2022 (dal 30 aprile) la possibilità di rateizzare le bollette con le imprese che offrono i servizi. La rateizzazione può avere durata limite di dieci mesi.

Bonus bollette, come richiedere lo sconto per le spese di energia elettrica e gas?

Come richiedere il bonus bollette per ottenere gli sconti sulle spese di energia elettrica e gas? Con l’ultimo provvedimento approvato dal governo, il cosiddetto decreto “Aiuti”, cambiano le regole alla base del bonus sociale. In particolare, è necessario prestare attenzione all’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), alla Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) e alla retroattività degli aiuti alle famiglie. Gli sconti sono stati estesi ai nuclei familiari disagiati anche al terzo trimestre del 2022. Ma entro il 30 giugno 2022 l’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente, dovrà ridefinire gli aiuti sulla base dei prezzi correnti.

Bonus sociale, quali aiuti per i pagamenti delle bollette di luce e gas delle famiglie?

Con il decreto “Aiuti” il governo ha provveduto a un restyling del bonus sociale per la copertura di parte delle spese delle bollette dell’energia elettrica e del gas delle famiglie. In attesa della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”, si può confermare che il contributo statale andrà alle famiglie economicamente svantaggiate e ai cittadini che versino in gravi condizioni di salute. In particolare, il pacchetto di aiuti andrà a coprire il terzo trimestre (per i mesi di luglio, agosto e settembre) dell’anno. Risultano coperti i trimestri precedenti dai passati decreti.

Bonus bollette energia elettrica e gas, come ottenere gli aiuti?

Per il riconoscimento dei beneficiari del bonus bollette energia elettrica e gas vige il sostegno automatico. Infatti, il bonus è stato disposto già a partire dal 1° gennaio 2021 per i consumi di gas, acqua ed energia elettrica in via automatica ai nuclei familiari e ai cittadini rientranti nei requisiti richiesti. Per ottenere il bonus bollette è necessario presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) anno per anno e possedere un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) al di sotto del limite stabilito. Fino a tutto il 2022, varranno le Dsu presentate dal 1° gennaio scorso al 31 dicembre prossimo. Hanno diritto al bonus anche i percettori del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza.

Chi può accedere al bonus bollette per gas ed energia elettrica?

L’accesso al bonus per le bollette del gas e dell’energia elettrica, per ciascun anno, è riconosciuto per un unico aiuto. Nello scorso anno, ciascuna famiglia o cittadino o percettore di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza aveva diritto a un unico bonus per ciascuna delle bollette:

  • del gas;
  • dell’energia elettrica;
  • dell’acqua.

L’accesso ai bonus è riconosciuto anche ai cittadini e alle famiglie (in condizioni di disagio economico) che vivano in condomini e che beneficino di forniture centralizzate.

Entro il 30 giugno 2022 l’Arera ridefinirà gli aiuti spettanti alle famiglie e ai cittadini sulle bollette

Tra le novità dei bonus per le bollette di gas ed elettricità in arrivo, c’è quella della ridefinizione degli aiuti da parte dell’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente. La revisione degli aiuti per l’anno 2022 dovrà essere stabilita in un decreto che dovrà essere approvato entro il 30 giugno prossimo.

Bonus bollette, quale Isee è necessario?

Ulteriore novità in arrivo è quella dell’aumento del tetto Isee per la richiesta del bonus bollette. Infatti, è previsto l’innalzamento dell’Isee fino a 12 mila euro. Finora il limite dell’Isee è stato di 8.265 euro. Per le famiglie con quattro figli o più l’Isee massimo sarà di 20 mila euro. Il nuovo tetto dell’Isee sarà valido nel periodo dal 1° aprile al 31 dicembre 2022. A stabilirlo è stato il decreto legge numero 21 del 2022 (il cosiddetto decreto “Ucraina 2”). L’aumento dell’Isee ha consentito di aumentare i cittadini e le famiglie beneficiarie del bonus bollette: infatti, si calcola che i cittadini che riceveranno l’agevolazione saranno circa 5,2 milioni per un totale di 1,2 famiglie. Il bonus bollette permette di compensare l’importo spettante detraendolo dalle bollette successive.

Ecco come risparmiare sulla bolletta del gas e tagliare i costi

In un periodo di enorme difficoltà per gli aumenti delle bollette e di crisi economica del paese, cerchiamo di scoprire alcune modalità per risparmiare sulla bolletta del gas e tagliare i costi mensili della nostra spesa in bolletta.

Bolletta del gas, alcuni consigli per risparmiare

Vediamo, dunque quali possono essere alcuni utilissimi consigli per risparmiare sulla bolletta del gas e tagliare un po’ i costi.

Sostanzialmente, la bolletta del gas è una delle numerose voci di spesa che ogni famiglia italiana si trova a sostenere ed in questo 2022 i costi sembrano lievitati un po’ per tutti.

I parametri che generano il consumo di gas sono essenzialmente quattro, li vediamo di seguito:

  • Zona geografica di residenza
  • Efficienza dell’impianto di riscaldamento
  • Superficie dell’abitazione
  • Isolamento termico

Ma cosa si può fare per sopperire a costi lievitati e risparmiare qualcosa sulla bolletta del gas?

Vediamo alcuni consigli che permetteranno di ridurre le spese, generando un sostanzioso risparmio di gas a tutto vantaggio della bolletta e dell’ambiente.

Ecco come risparmiare in bolletta con rapidi consigli

Risparmiare gas vuol dire anche verificare le condizioni della nostra casa in modo efficiente e costante. Se l’impianto o le tubature sono vecchie mal messe, ad esempio, il fabbisogno energetico sarà destinato a crescere anno dopo anno. Infiltrazioni nelle pareti o negli infissi possono causare brutti scherzi. A tal proposito, quindi avere un’attestazione del consumo energetico e dell’efficienza del condominio permette di capire se effettivamente è possibile risparmiare gas.

Quindi, possiamo dire che un impianto di riscaldamento mal funzionante farà peggiorare e aumentare i consumi. Stando a quanto previsto della legge, serve eseguire almeno un controllo annuale e la pulizia della caldaia.

Una manutenzione che è applicabile ai termosifoni anche. La loro manutenzione ordinaria è necessaria per eliminare le bolle d’aria, colpevoli della riduzione dell’efficienza del sistema di riscaldamento. Questa operazione va effettuata in estate, nel periodo in cui i radiatori sono in sospensione dal loro utilizzo.

Sempre prestando attenzione ai termosifoni, risultano molto preziose le valvole termostatiche.

Questo tipo di dispositivi, che sostituiscono le tradizionali valvole manuali, permettono di mantenere costante la temperatura andando ad agire sulla regolazione della quantità di acqua calda. Il  prezzo per l’installazione di una valvola termostatica oscilla tra i 40 e i 120 euro a termosifone, ma impostando le valvole su un valore da 1 a 3 si otterrà un considerevole risparmio.

Oltre a fare sempre attenzione alle offerte che propone il mercato, andando a comparare le tariffe, anche in maniera annuale, alla scadenza di ogni contratto, può essere un considerevole punto di svolta passare ad un impianto solare.

Questa forma di consumo più ecologico ci permette un risparmio sul gas, grazie all’uso di impianti solari termici, che abbinati a una caldaia tradizionale, producono acqua calda anche nei mesi invernali garantendo un abbattimento dei costi delle bollette. Il loro principio di funzionamento è semplice e innovativo.

Conclusioni

In ultimo, ma non ultimo, un piccolo accorgimento che fa la differenza è mantenere e la temperatura di casa costante, quindi evitare di coprire i termosifoni e favorire il ricambio di aria.

Queste sono alcune precauzioni per contenere gli sprechi, che finiscono per evitare un sistematico rincaro delle bollette del gas.

Questo, dunque è quanto vi fosse di utile da sapere per prestare alcuni accorgimenti in modo da risparmiare sulle bollette del gas e tagliare i costi, soprattutto in un periodo di grossa crisi economica e di poderosi rincari come questo 2022 sta facendo verificare.

Bollette domestiche luce e gas, tutti i pro e i contro del mercato libero e di quello tutelato

La chiusura del mercato tutelato per le bollette di luce e gas è una cosa di cui si parla da anni. Di proroga in proroga ancora oggi esistono due tipologie di mercato. C’è quello libero e quello tutelato. Telefonate di sedicenti operatori di svariate imprese fornitrici che arrivano a ripetizione. Oppure visite domiciliari di ragazzi che vendono contratti di fornitura. Il mercato libero porta a questo, con la concorrenza che inevitabilmente porta a prezzi diversi da società a società. Ma non sempre l’obbiettivo risparmio viene portato a casa, perché occorre prestare attenzione a diverse cose. Non è raro infatti che ci siano famiglie che hanno cambiato fornitore cercando di trovare un risparmio sulle bollette, ma alla fine hanno avuto l’effetto contrario, cioè un rincaro.

Mercato libero luce e gas, ecco a cosa prestare attenzione

La principale domanda oggi diffusa per milioni di famiglie riguarda la convenienza tra mercato libero e mercato tutelato. Perfino il Corriere della Sera ha approntato una analisi dettagliata in cui si spiegano i pro e i contro del mercato libero e del mercato tutelato. La scelta non è delle più semplici e sbagliare significa rischiare di pagare molti più soldi con le bollette.

Mai come adesso le bollette energetiche casalinghe sono diventate di fondamentale importanza. Gli aumenti del costo dell’energia ha portato moltissime famiglie a guardarsi intorno, alla ricerca del risparmio per contenere l’impatto di aumenti esponenziali sulle bollette. A dire il vero, la situazione è differente da famiglia a famiglia, perché in alcuni casi gli aumenti hanno toccato l’80% ed in altri casi la bolletta non è aumentata di un centesimo. Molto dipende dai fornitori. Altro fattore è la tipologia di contratto, le eventuali fasce orarie e così via. Il mercato libero permette di cambiare fornitore in qualsiasi momento, senza limiti e senza particolari disservizi. Infatti non ci sarà bisogno di cambiare contatore, non ci saranno giorni di mancanza di corrente o di gas durante il passaggio da un fornitore all’altro. Anche lasciando il mercato tutelato per entrare in quello libero, non produce alcun problema. Addirittura, eventuali bollette non pagate con un vecchio gestore, passano al nuovo, perché gli arretrati vanno comunque pagati.

Il mercato tutelato e le garanzie per i clienti sulle bollette

Il mercato della maggior tutela è ancora oggi quello più utilizzato. Un po’ per via del nome, che sembra garanzia di correttezza ed un po’ per la paura di questi disservizi prima citati ma non presenti nella realtà dei fatti, le famiglie ancora oggi restano ancorate a questo mercato dove i prezzi li stabilisce una autorità. Infatti nel mercato della maggior tutela (Enel Servizio Elettrico Nazionale), alle famiglie viene imposto un prezzo calmierato ed identico in tutto il Paese. A deciderlo l’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. In base ai calcoli del Corriere della Sera, nel primo trimestre 2022, il kW per una familgia normale, con 2.700 kWh di consumo annuo e con 3 kW di potenza impegnata, è stato pagato poco più di 46 centesimi. Gli aumenti sono notevoli. Infatti lo stesso periodo, cioè il primo trimestre, dell’anno scorso, il kW era pagato 20,80 centesimi circa. Nel mercato tutelato l’aggiornamento è di tre mesi in tre mesi, in base ai prezzi all’ingrosso dell’energia ed in base all’andamento dei mercati. E sempre l’ARERA lo stabilisce. Da 73,42 centesimi a metro cubo a 123,62 centesimi a metro cubo invece, è l’aumento del prezzo del gas rilevato nel secondo trimestre 2022 rispetto al secondo trimestre 2021.

Il mercato libero è diverso, ma i pericoli sono tanti se non si presta attenzione

Ormai largamente diffuso, il mercato libero ha prezzi che variano da fornitore a fornitore, e le variazioni dipendono più dal mercato reale che da quello finanziario cui invece guarda il mercato sotto la maggior tutela. Già questo è garanzia di potenziale risparmio, dal momento che le aziende (oggi sono 723 i rivenditori operanti in Italia), fanno i loro affari e stabiliscono ricarichi, utili e guadagni in base alle loro politiche. La prima cosa da considerare è la scelta del prezzo da pagare.

Ci sono aziende che vendono contratti a prezzo variabile, collegato a diversi fattori tra cui il mercato reale prima citato. Ci sono invece quelle che fermano il prezzo per un periodo certo, che può essere un anno, un biennio o un triennio. La seconda via è senza dubbio la preferibile, come dimostrano le notizie di oggi. Infatti solo chi ha stipulato questo tipo di contratto, almeno fino alla scadenza del termine fissato, non ha subito i rincari di questi mesi.

Occhio alle telefonate, alle visite a casa e ai dati richiesti

Come dicevamo il regime di libero mercato ha aumentato a dismisura la concorrenza. E tutte le aziende, che come detto sono oltre 700, hanno scatenato le loro squadre. Telefonate a tutte le ore e visite a casa sono all’ordine del giorno. Mai dare i codici PDR o POD a chi chiama al telefono. Perché si rischia di sottoscrivere un contratto via telefono. Mai far vedere una bolletta pregressa a chi si presenta a casa, magari chiedendo anche il documento di riconoscimento.

Le pratiche che adottano le compagnie che cercano clienti sono quasi sempre queste e sono piuttosto aggressive. Ci sono quelli che visionando la vecchia bolletta di una persona, offrono una tariffa che porta sicuramente a risparmiare, ma con clausole e particolarità che poi sortiscono l’effetto contrario. Basti pensare a quelle tariffe su fascia oraria che permettono si un risparmio, ma solo se la luce si accende dopo la mezzanotte, oppure se la lavatrice la si fa partire dopo le 20. Basti pensare che statistiche alla mano, visionando i siti Internet dei fornitori, su oltre 700 offerte, solo 120 erano, a parità di condizioni, migliori di quelle del mercato sotto la maggior tutela.

Occhio alle offerte e alle clausole per le bollette

In pratica, più facile imbattersi in un aumento che in un risparmio. Anche perché le componenti fisse della bolletta, come trasporto, Iva, oneri di sistema e così via (al netto di ciò che il governo temporaneamente ha fatto per contenere gli aumenti), sono identiche per tutti.

Le offerte ingannevoli pullulano. Basti pensare che rispetto la dato prima citato di circa 120 offerte migliori di quelle del servizio tutelato, si stima che oltre 613 offerte messe in campo da queste società, promettono risparmi che invece non esistono. Bisogna fare occhio anche alle clausole. Il risparmio a tempo per esempio. C’è chi vende per esempio una tariffa fissa a termine, magari della durata di 12 mesi. Oppure chi vende un pacchetto fino ad un determinato consumo. In pratica, fino a una certa soglia il kW costa un tot, ma se si supera, i prezzi diventano da salasso.

Cessioni dei crediti su bonus energia fino a tre operazioni per tutto il 2022

Si potranno fare fino a tre operazioni di cessione dei crediti di imposta sui bonus energia elettrica e gas naturale entro tutto il 2022. Ma servirà il visto di conformità. Nella Gazzetta ufficiale del 21 marzo scorso è stato pubblicato il decreto legge “Energia” (il decreto legge numero 21 del 2022) sui bonus per le imprese energivore e gasivore, ma anche per tutte le altre imprese che acquistano gas naturale o energia elettrica o a forte consumo di energia elettrica. Tutte le imprese devono aver subito un aumento dei costi di almeno il 30%. Oltre alla possibilità di detrazione diretta del bonus in compensazione, c’è la possibilità di far girare la moneta fiscale ma entro determinate regole.

Imprese energivore, quale credito di imposta matura sull’acquisto di energia elettrica ed energia?

Gli articoli 5 e 9 del decreto legge numero 21 del 2022 disciplinano il bonus sull’energia elettrica delle imprese energivore. Il credito di imposta è riconosciuto per un incremento del costo dell’energia elettrica per kilowattora del primo trimestre del 2022 di oltre il 30% rispetto a quello medio dei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2019. In queste condizioni, viene riconosciuto un credito di imposta del 25% sulla spesa sostenuta nel secondo trimestre del 2022, da usare in ogni modo entro il 31 dicembre 2022. Il credito di imposta è cedibile e cumulabile con altre agevolazioni relative alle specifiche spese purché il cumulo non ecceda il costo complessivo.

Imprese gasivore, quale bonus per il costo di acquisto del gas?

Per le imprese gasivore occorre far riferimento agli stessi articoli (5 e 9) del decreto legge numero 21 del 2022. In particolare, per beneficiare del credito di imposta, è necessario aver subito l’incremento di non meno del 30% del prezzo medio del gas nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019. A queste condizioni, il credito di imposta è pari al 20% sul costo sostenuto nel secondo trimestre del 2022, da utilizzare comunque entro il 31 dicembre 2022. Il bonus si può cedere e cumulare.

Imprese che acquistano energia elettrica: credito di imposta del 12% sulla spesa

Per le imprese che acquista energia elettrica è necessario far riferimento all’articolo 3 del decreto legge numero 21 del 2022. Si tratta di imprese che hanno in dotazione i contatori dell’energia elettrica di portata pari o superiore ai 16,5 kilowatt. Se l’incremento del costo dell’energia elettrica nel primo trimestre del 2022 risulta eccedente rispetto al prezzo a kilowatt dello stesso periodo del 2019, le imprese hanno diritto al bonus del 12% della spesa sostenuta. Il credito di imposta si può utilizzare per le spese sostenute nel secondo trimestre del 2022 e, in ogni modo, non oltre il 31 dicembre prossimo per la cessione del relativo credito. Il bonus si può cumulare e cedere.

Credito di imposta per le imprese che acquistano gas naturale: la percentuale è del 20%

Per le imprese che acquistano gas naturale il credito di imposta è pari al 20%. L’articolo di riferimento è il numero 4 del decreto legge numero 21 del 2022. In particolare si tratta di imprese che hanno subito un incremento del costo del gas naturale nei primi tre mesi del 2022 di almeno il 30% rispetto al prezzo praticato nel primo trimestre del 2019. Il credito di imposta si può utilizzare sulla spesa di gas naturale del secondo trimestre dell’anno e comunque non oltre il 31 dicembre 2022. Il bonus risulta cedibile e cumulabile.

Imprese a forte consumo di energia elettrica secondo il decreto legge numero 4 del 2022: quale credito di imposta?

Infine, l’articolo 15 del decreto legge numero 4 del 2022 disciplina le imprese a forte consumo di energia elettrica (energivore). Anche in questo caso, le imprese devono aver subito un aumento del costo del kilowatt per ora del 30% rispetto ai primi tre mesi del 2019. Il credito di imposta risulta pari al 20% delle spese sostenute nel primo trimestre del 2022. Si può cedere o cumulare il bonus.

Bonus energia elettrica e gas, come si può cedere il credito di imposta?

Per i crediti di imposta derivanti dal bonus energia elettrica e gas naturale, alle condizioni previste dalle norme dei decreti legge, c’è la possibilità di cessione. Questa operazione è stata uniformata per tutti i crediti di imposta, anche non derivanti dai bonus energia. La disciplina risulta, dunque, uniformata a quella dei crediti di imposta per i bonus edilizi e Covid. Ne consegue che le operazioni di cessioni dei crediti di imposta possono essere in numero massimo di tre. La cessione deve avvenire per l’intero importo. Il decreto legge 21 del 2022 precisa, inoltre, che la prima cessione è libera e può essere effettuata a qualsiasi tipo di soggetto, incluse le banche e gli altri intermediari finanziari.

Seconda e terza cessione del credito di imposta sui bonus energia elettrica e gas naturale: ecco i vincoli

Le novità insistono, invece, sulla seconda e sulla terza cessione del credito di imposta legato al bonus per l’energia elettrica e per il gas naturale. Infatti, le ulteriori ed eventuali cessioni devono essere effettuate a favore solo di banche e di intermediari finanziari riconosciuti dall’albo dell’articolo 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia. Sono comprese anche le società appartenenti a gruppi bancari iscritti all’albo secondo quanto prevede l’articolo 64 del Testo unico bancario. Risultano esclusi tutti gli altri soggetti, pertanto, nella seconda e nella terza cessione del credito di imposta. Le operazioni, in ogni modo, non possono andare oltre il 31 dicembre 2022.

Visto di conformità occorrente per la cessione del credito di imposta su energia elettrica e gas: come e a chi si richiede?

Propedeutico alla cessione del credito di imposta sul bonus energia elettrica e gas naturale è il visto di conformità delle spese. Più nel dettaglio, l’adempimento risulta essere soddisfatto nel momento in cui si forniscono i dati inerenti la documentazione che attesti la sussistenza dei requisiti che sono alla base del credito di imposta stesso. Per ottenere il visto di conformità delle spese è necessario rivolgersi:

  • ai dottori commercialisti o ai ragionieri;
  • periti commerciali e consulenti del lavoro;
  • ai responsabili dei Centri di assistenza fiscale (Caf).