Bonus edilizi, beneficiario diverso da chi effettua il bonifico

Si possono ottenere le agevolazioni fiscali legate a bonus edilizi se il beneficiario della detrazione è diverso rispetto a colui che effettua il bonifico? Questa la domanda che un contribuente ha posto all’Agenzia delle Entrate che ha risposto attraverso la rubrica FiscoOggi.

Detrazioni bonus edilizi, si possono ottenere se l’ordinante bonifico è diverso dal beneficiario?

I bonus edilizi portano sempre un po’ di confusione nei contribuenti che di fatto hanno paura di perdere i benefici fiscali a causa di errori di tipo “burocratici” complice una normativa spesso nebulosa, caratterizzata da notevoli cambiamenti e fonti normative, anche di grado diverso, che si sovrappongono.

Nel caso in oggetto il contribuente sottolinea che i genitori devono eseguire lavori di recupero del patrimonio edilizio e di conseguenza intendono sfruttare le agevolazioni fiscali.

I genitori però non hanno un conto corrente, ma un libretto di risparmio, di conseguenza non possono effettuare bonifici. Si ricorda che per poter ottenere le agevolazioni fiscali è assolutamente necessario effettuare i pagamenti con strumenti tracciabili, come, appunto, i bonifici.

Il contribuente quindi chiede se è possibile effettuare il bonifico dal proprio corrente sebbene il beneficiario delle detrazioni fiscali sia il genitore.

Indicazioni dell’Agenzia delle entrate sul bonifico per detrazioni bonus edilizi

L’Agenzia delle Entrate risponde positivamente. Sottolinea che per poter ottenere le agevolazioni fiscali legate ai bonus edilizi, non è necessario che coincidano il beneficiario e l’ordinante del bonifico. Occorre però prestare attenzione nella compilazione e inserire tutti i dati che consentono di ottenere le detrazioni fiscali. In particolare nella circolare 17 del 2023 dell’AdE sono indicati i dati da inserire nel bonifico, cioè:

  • causale del versamento (da essa deve evincersi che il pagamento è effettuato per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che danno diritto alla detrazione);
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione (che può essere anche diverso dall’ordinante il bonifico);
  • la partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.

Sottolinea l’Agenzia delle Entrate che “il requisito richiesto dalla norma sulla titolarità del sostenimento della spesa risulta soddisfatto anche quando l’ordinante il bonifico è una persona diversa da quella indicata come beneficiario dell’agevolazione, ma solo quest’ultima potrà chiedere la detrazione” .

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Cessione del credito, una banca acquista i crediti incagliati

I crediti incagliati per il Superbonus e altri bonus edilizi ammontano a circa 30 miliardi di euro e l’obiettivo è aiutare famiglie e imprese che hanno effettuato lavori facendo affidamento su cessione del credito e sconto in fattura. Buone notizie sono però in arrivo perché si stanno liberando nuove risorse grazie a Intesa Sanpaolo.

Partono nuove cessioni del credito con Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo è l’istituto di credito che più di altri si sta impegnando in operazioni di ricessione del credito, l’obiettivo è liberare capienza fiscale vendendo i crediti già acquistati, in questo modo è possibile acquistare nuovi crediti.

L’ultima operazione annunciata è la ricessione di crediti per un contro valore di 29 milioni di euro in favore di Piva Group, azienda leader nella produzione e distribuzione di infissi. L’operazione arriva dopo le ricessioni già effettuate in favore dell’Università Luiss Guido Carli e nei confronti di Sacef Group.

Il particolare successo delle operazioni di ricessione dei crediti sviluppate da Intesa Sanpoalo è dovuto al fatto che i crediti prima di essere acquistati dall’Istituto di credito sono sottoposti a meticolosi controlli dalla società Deloitte. Questo implica che i crediti sono verificati e chi li riacquista da Intesa Sanpaolo può avere la certezza di utilizzarli come credito di imposta.

Dal punto di vista pratico l’accordo di Intesa Sanpaolo, consente all’istituto di credito di liberare 29 milioni di euro di crediti fiscali, che saranno nuovamente acquistati da imprese che hanno problemi di crediti incagliati da Bonus edilizi.

Ad oggi Intesa Sanpaolo ha siglato contratti di ricessione del credito per 7,7 miliardi di euro aiutando così molte imprese ad evitare il fallimento.

Per chi è interessato alle operazioni la strada è l’inserimento in piattaforma dei propri crediti.

Nel frattempo è bene ricordare che la piattaforma di Enel X sebbene annunciata da tempo, molto probabilmente riaprirà alle cessioni del credito non prima di settembre.

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Bonus edilizi, le nuove proposte dei costruttori edili (Ance)

L’Associazione italiana costruttori edili arriva al dialogo con il Governo con proposte innovative per i bonus edilizi, sembra prendere il via una nuova strada che andrà incontro anche alle richieste dell’Unione europea per quanto riguarda la direttiva Case green.

Addio Superbonus, arriva il testo unico dei bonus edilizi

Archiviato il Superbonus è arrivato il momento di nuove normative per i bonus edilizi. Continuano i controllo serrati volti a trovare le truffe, ripristinate le detrazioni al posto di cessioni del credito e sconto in fattura ed effettuati gli interventi per sbloccare i crediti incagliati, non resta che cambiare strada e a proporre nuove soluzioni è l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

Il Governo nel frattempo è impegnato nella mappatura delle detrazioni dell’Agenzia delle entrate in modo da predisporre un testo unico ordinato e schematico che renda più semplice fruire delle varie agevolazioni fiscali. L’obiettivo della mappatura e della successiva realizzazione di un testo unico per le detrazioni è quello di andare incontro alle esigenze di chi deve adeguare il proprio immobile in vista dell’entrata in vigore della direttiva Case Green.

Con molta probabilità si riparte dalle agevolazioni per la riqualificazione degli edifici maggiormente energivori con particolare favore per coloro che hanno un reddito più basso.

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Le proposte Ance

La proposta di Ance è quella di favorire maggiormente gli interventi di un certo spessore economico e che prevedono efficientamento energetico e adeguamento antisismico.

Tra le strutture da tenere in particolare considerazione, secondo l’Ance, ci sono i condomini, in questo caso occorre pensare soluzioni mirate che possano contemperare gli interessi anche degli inquilini che hanno basso reddito e che di conseguenza potrebbero avere problemi ad adeguarsi alle esigenze dell’intero condominio.

Per evitare ricadute sui condomini con bassi redditi e con capienza fiscale ridotta o nulla, che non potrebbero quindi usufruire delle detrazioni fiscali, l’Ance propone una copertura delle spese da parte dello Stato dei costi che sarebbero a carico dei contribuenti a basso reddito.

Al fine di evitare pesanti ricadute sul sistema fiscale, come avvenuto con il Superbonus, l’Ance propone di creare un apposito fondo a esaurimento, di conseguenza, non accesso limitato, fino al termine degli stanziamenti predisposti, in questo modo non si mette a rischio l’intero sistema della spesa pubblica.

Tra le proposte vi è anche lo sconto Iva al 50% per l’acquisto di case nuove da società, queste infatti sono generalmente già adeguate alle normative recenti in materia di efficientamento energetico e di conseguenza non necessitano di interventi edilizi.

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Bonus edilizia, arrivano i codici tributi da parte del Fisco

I bonus edilizia sono sempre messi in discussione e riservano sempre delle sorprese. Arrivano i codici da utilizzare per la dichiarazione dei bonus, eccoli.

Bonus edilizia, superbonus e tutti gli altri

La legge di bilancio 2022 ha prorogato l’agevolazione del superbonus prevedendo scadenze diverse in funzione dei soggetti che sostengono le spese ammesse. In particolare, il Superbonus spetta:

  1. fino al 31 dicembre 2025, nelle seguenti misure
  • 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023
  • 70% per le spese sostenute nel 2024
  • 65% per le spese sostenute nel 2025

per i condomini e le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte e professione, per gli interventi su edifici composti da due a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche. Inoltre sono compresi gli interventi effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all’interno dello stesso condominio o dello stesso edificio, nonché quelli effettuati su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione.

Bonus edilizia, i codici tributi dell’Agenzia delle entrate

Con la risoluzione del 2 maggio 2023 dell’Agenzia delle entrate ha comunicato i codici da utilizzare per l’utilizzo in compensazione dei crediti d’imposta relativi al bonus barriere archiettoniche, sismabonus o superbnus, a partire dall’opzione del primo aprile 2023. Ebbene per la cessione del credito per i vari bonus i codici tributo sono i seguenti:

  • “7709” denominato “CESSIONE CREDITO – SUPERBONUS art. 119 DL n. 34/2020 – art. 121 DL n. 34/2020 – OPZIONI DAL 01/04/2023”
  • “7719” denominato “SCONTO – SUPERBONUS art. 119 DL n. 34/2020 – art. 121 DL n. 34/2020 – OPZIONI DAL 01/04/2023”
  • “7738” denominato “CESSIONE CREDITO – SISMABONUS art. 16 DL n. 63/2013 – art. 121 DL n. 34/2020 – OPZIONI DAL 01/04/2023”
  • “7739” denominato “SCONTO – SISMABONUS art. 16 DL n. 63/2013 – art. 121 DL n. 34/2020 – OPZIONI DAL 01/04/2023”
  • “7710” denominato “CESSIONE CREDITO – ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE art. 119-ter DL n. 34/2020 – art. 121 DL n. 34/2020– OPZIONI DAL 01/04/2023”
  • “7740” denominato “SCONTO – ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE art. 119-ter DL n. 34/2020 – art. 121 DL n. 34/2020 – OPZIONI DAL 01/04/2023

La rateizzazione in 10 anni dei bonus

I bonus possono anche essere portati in dichiarazione dei redditi attraverso la rateizzazione in quote costanti in 10 anni. Tuttavia in questo caso i codici tributo da utilizzare sono:

  • “7771” denominato “SUPERBONUS art. 119 DL n. 34/2020 – art. 121 DL n. 34/2020 – FRUIZIONE IN DIECI RATE – art. 9, c. 4, DL n. 176/2022”
  • “7772” denominato “SISMABONUS art. 16 DL n. 63/2013 – art. 121 DL n. 34/2020 – FRUIZIONE IN DIECI RATE – art. 9, c. 4, DL n. 176/2022”
  • “7773” denominato “ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE art. 119-ter DL n. 34/2020 – art. 121 DL n. 34/2020 – FRUIZIONE IN DIECI RATE – art. 9, c. 4, DL n. 176/2022.

Infine si ricorda che i codici devono essere usati per la compilazione del modello F24 e la quota non può essere ceduta a terzi o ripartita in modo differente.

 

 

Bonus edilizi e cessioni del credito? Ci pensano gli enti locali

Bonus edilizi e cessioni del credito potrebbero avere una soluzione per evitare il disastro degli ultimi mesi, e a pensarci potrebbero essere gli enti locali.

Bonus edilizi e cessioni, occorre svuotare i cassetti fiscali

Il superbonus 110%  è l’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Oggi la percentuale è passata al 90%. Ma in ogni caso il nemico numero 1 dei bonus edilizi è stata la cessione del credito.

Infatti se da una parte i contribuenti hanno ottenuto uno sconto in fattura o hanno ceduto il credito alle imprese che si sono occupati della realizzazione dei lavori; dall’altro queste ultime sono ora in difficoltà. Il motivo è ormai noto. Le imprese non riescono a svuotare i loro cassetti fiscali pieni di crediti, proprio perché non c’è nessuno pronto a comprarli. Questo sta fermando piano piano gli effetti benevoli tanto decantati dal Governo precedente.

Bonus edilizi e cessioni, la novità degli enti locali

La situazione di stallo potrebbe essere risolta dagli enti locali. Infatti molte Regioni, Province ed enti locali si stanno mettendo a disposizione per acquistare i crediti fiscali derivanti dalla prima cessione. Tuttavia al momento non esiste alcuna norma contraria a questa iniziativa. Anche se la precedenza è sempre stata data a banche, Poste italiane e società di intermediazione creditizia.

La provincia di Treviso è la prima tra gli enti locali italiani che ha varato un’operazione finanziaria per comprare crediti di imposta derivanti dai bonus edilizi come il superbonus. I crediti possono essere utilizzati in compensazione diretta dei propri oneri fiscali nel corso dei prossimi anni. Quindi la provincia offrirà liquidità in cambio di crediti da poter usare nei prossimi 9 anni grazie ad accordi stiupalti con istituti bancari come Banca Popolare Sant’Angelo e dalla Banca di Credito Cooperativo di Cherasco crediti per complessivi 14,5 milioni di euro. Le banche si sono avvalse, per la strutturazione dell’operazione, della consulenza di Phinance Partners S.p.A.,

Altre iniziative nel territorio nazionale

Altre iniziative sul territorio nazionale stanno prendendo piede. La Regione Sardegna  sta acquistando dalle imprese e dalle banche crediti che userà in compensazione dei propri debiti fino alla concorrenza della capienza fiscale. Sembrano avviarsi anche su questa strada le Regioni di Umbria e Lazio. Un’iniziativa che sta piacendo e che potrebbe addirittura approdare ad un fondo per la circolazione dei crediti e dar via ad accordi tra lo Stato e le Regioni.

Infine la ATS, società di servizio idrico integrato in 52 comuni fra le province di Treviso, Belluno e Vicenza, ha deciso di mettere a disposizione un totale di 2,5 milioni di euro per l’acquisto dei crediti d’imposta derivanti da bonus edilizi, maturati dai propri dipendenti e dai loro conviventi che vogliono ristrutturare casa o procedere con interventi di efficientamento energetico. Una nuova iniziativa che potrebbe essere la volta giusta per rimettere in moto il sistema dei bonus edilizi e del superbonus

 

 

Superbonus villette, bonus facciate e barriere architettoniche: c’è tempo fino al 31 dicembre

Scadenza al 31 dicembre 2022 per tre bonus e superbonus edilizi: le villette al 110%, il bonus facciate e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Nonostante manchino più di quattro mesi alla scadenza delle tre misure, è necessario attivarsi per intercettare i lavori che possono godere dei benefici fiscali. Per il bonus facciate, rispetto allo scorso anno, è già diminuita dal 90% al 60% la percentuale di detrazione fiscale; la misura dell’eliminazione delle barriere architettoniche è stata introdotta per il solo 2022 dall’ultima legge di Bilancio; per le villette unifamiliari indipendenti si è alle battute finali per ottenere la detrazione del 110%.

Superbonus 110% per le villette unifamiliari indipendenti: scadenza al 31 dicembre 2022, bisogna fare presto

Bisogna fare presto per agganciare il superbonus 110% entro la fine del 2022 per le unità unifamiliari indipendenti, le cosiddette “villette“. La regola è quella già in vigore: è necessario entro il 30 settembre arrivare a uno stato di avanzamento dei lavori (Sal) del 30% per poter beneficiare del 110% di detrazione fiscale. Dalla parte di chi voglia iniziare lavori in superbonus c’è la legge che non sancisce una data di presentazione dei titoli edilizi. È pertanto possibile iniziare i lavori anche successivamente al 30 giugno 2022 purché si faccia in fretta. Infatti, avvicinandosi il 30 settembre 2022, il tempo che rimane va sempre più diminuendo.

Villette e unità unifamiliari indipendenti: per il superbonus 110% è necessario il 30% di Sal entro il 30 settembre

Il raggiungimento dello stato di avanzamento dei lavori al 30% per ottenere il 110% di superbonus è facilitato dalle norme attuali. Infatti, ai fini del conteggio della percentuale si può considerare il complessivo dei lavori oppure solo gli interventi rientranti nel superbonus. In tal caso, il consiglio è quello di prendere in considerazione solo i lavori del superbonus che possono essere realizzati prima, facilitando il raggiungimento del 30% degli interventi. Si escludono, quindi, dal conteggio tutti gli altri interventi.

Quali sono gli adempimenti per dimostrare il 30% di Sal nel superbonus?

Ai fini del raggiungimento del 30% dei lavori di superbonus per ottenere il 110% è necessario considerare che, ad oggi, non vi sono regole imprescindibili. Tuttavia, per portarsi avanti con il lavoro, e in attesa di ulteriori chiarimenti dell’Agenzia delle entrate, il direttore dei lavori potrebbe preparare l’attestazione dell’avvenuto avanzamento fino al 30% degli interventi previsti. Questo passaggio necessita di documentazione allegata e cioè:

  • le fatture;
  • copie dei pagamenti corrisposti;
  • il libretto delle misure.

Bonus barriere architettoniche 2022 al 75% di detrazione fiscale: scadenza del 31 dicembre

Ancora più di quattro mesi per beneficiare del bonus sull’abbattimento delle barriere architettoniche. La detrazione fiscale prevista è del 75% e si può beneficiarne mediante 5 quote annuali. Gli interventi previsti nell’ambito del bonus comprendono tutti i lavori per abbattere le barriere architettoniche e cioè:

  • montascale;
  • ascensori;
  • rampe;
  • servizi igieniche;
  • impianti domotici ed elettrici.

Bonus facciate e rimozione barriere architettoniche: si fa ancora in tempo prima della fine del 2022 per i lavori?

Sulle tipologie di interventi, tuttavia, è necessario fare in fretta. Mediamente, per il montaggio di un ascensore sono necessari 4 mesi, e dunque ci si approssima alla scadenza di fine anno. Le altre tipologie di interventi richiedono meno tempo: in questo caso si ha un margine di tempo più elevato prima del 31 dicembre 2022. Scadenza prossima anche per il bonus facciate al 60% di beneficio fiscale. Anche in questo caso è necessario verificare l’entità dei lavori per non perdere il bonus che non ha tetti massimi di spesa per la ristrutturazione.

 

 

 

Bonus barriere architettoniche: come funziona la detrazione del 75% al non residenziale?

Come funziona l’abbattimento delle barriere architettoniche e il bonus con detrazione fiscale del 75% nel non residenziale per l’anno 2022? I privati che siano proprietari di locali commerciali che volessero avvalersi del bonus di abbattimento delle barriere architettoniche potrebbero beneficiare del massimo della detrazione prevista per tutto l’anno in corso. Anche se i lavori vengono effettuati all’interno di immobili non residenziali. Ad esempio, un privato che voglia riqualificare un locale commerciale di sua proprietà, pure in virtù di interventi che assicurino l’efficientamento energetico.

Quando si possono effettuare lavori con detrazione del 75% per eliminare le barriere architettoniche?

I lavori che si possono effettuare all’interno dell’immobile non residenziale possono prevedere, ad esempio, la sostituzione del condizionatore invernale. E il rifacimento dei servizi igienici nel rispetto delle norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche. In tal caso, la legge di Bilancio 2022, al comma 42 dell’articolo 1, ha previsto la detrazione fiscale fino al 75% delle spese sostenute per l’eliminazione delle barriere architettoniche dal 1° gennaio fino a tutto l’anno in corso. La detrazione fiscale del 75% si può suddividere per 5 quote di importo pari per ciascuno degli anni nei quali si beneficerà della detrazione fiscale. Gli interventi sono ammissibili in immobili già esistenti rispettando i requisiti elencati dal decreto del ministero dei Lavori pubblici numero 236 del 14 giugno 1989.

Quali sono i lavori ammessi per la detrazione fiscale del bonus barriere architettoniche?

Ai fini del bonus del 75% delle barriere architettoniche, i lavori agevolabili sono quelli che permettono di realizzare gli strumenti utili affinché venga favorita la mobilità esterna ed interna delle persone che abbiano una disabilità grave. Tale disabilità deve rispettare quanto prescritto dal comma 3, dell’articolo 3, della legge numero 104 del 1992. Gli strumenti ammessi al beneficio fiscale possono comprendere anche la comunicazione, la robotica e ogni mezzo tecnologico.

Bonus edilizi per la riqualificazione di immobile non residenziale

Per quanto attiene all’utilizzo di altri bonus edilizi per la riqualificazione del locale commerciale, il privato ha la possibilità di procedere con la sostituzione dell’impianto di climatizzazione e di riscaldamento con l’ecobonus ordinario. La detrazione fiscale prevista è pari al 65%. In particolare, i requisiti richiesti per avvalersi dell’ecobonus sono da ricercare:

  • nel comma 37 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2022;
  • nell’articolo 14 del decreto legge numero 63 del 2013;
  • nella guida dell’Agenzia delle entrate in merito alla detrazione fiscale del 65%.

Detrazione fiscale, sconto in fattura o cessione del credito di imposta nella scelta di utilizzo dell’ecobonus

Il privato che svolga lavori di riqualificazione dell’immobile non residenziale ha dunque diritto al 65% di detrazione fiscale sulle spese sostenute fino al tetto dei 30 mila euro. La detrazione fiscale si può fruire suddividendone l’importo per dieci quote annuali di pari valore nelle dichiarazioni dei redditi degli anni susseguenti. Si può scegliere anche lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta.

Superbonus 110%: dal decreto ‘Aiuti’ cessione crediti allargata, proroga villette

Il decreto legge “Aiuti” è legge e, con esso, si amplia la platea per la cessione del credito di imposta del superbonus 110% e dei bonus edilizi. Arriva anche la proroga di tre mesi della scadenza previsa per realizzare lo stato di avanzamento dei lavori (Sal) del 30% sulle unità abitative delle persone fisiche. La soglia del Sal consente di utilizzare il superbonus 110% per tutto il 2022.

Cessione credito di imposta bonus edilizi e superbonus 110%: ulteriore vendita libera

Una delle novità attese per i bonus edilizi e per il superbonus 110% dalla conversione in legge del decreto numero 50 del 2022 riguarda l’allargamento della cessione del credito di imposta. Grazie alla norma, le banche e le società bancarie appartenenti al medesimo gruppo possono cedere i crediti di imposta derivanti dai bonus edilizi sempre a imprese e partite Iva. I crediti cedibili derivano da acquisti fatti dalle banche dai contribuenti o dalle imprese, anche in seguito all’applicazione dello sconto in fattura.

Bonus edilizi e superbonus, chi acquista il credito di imposta non può rivenderlo

Le banche, dunque, potranno procedere alla vendita dei crediti di imposta anche prima della seconda o della terza cessione. Può pertanto trattarsi di prima cessione a eccezione della vendita a soggetti che non svolgano attività di impresa o al di fuori di attività commerciali, artigianali e professionali (persone fisiche). Gli acquirenti dei crediti di imposta dei bonus e superbonus edilizi devono, tuttavia, avere un rapporto di conto corrente con la banca che cede il vantaggio fiscale. Inoltre, i soggetti che acquistano i bonus (cessionari) non possono, a loro volta, procedere con ulteriori cessioni ma dovranno utilizzare il credito acquisito mediante compensazione in detrazione fiscale.

Crediti di imposta bonus e superbonus edilizi: restano fuori quelli comunicati fino al 30 aprile 2022

Ulteriore paletto al sistema di cessione dei crediti di imposta dei bonus edilizi è quella prevista dal decreto legge “Aiuti” in merito al fatto che i crediti debbano essere comunicati a decorrere dal 1° maggio 2022. Pertanto, per i crediti comunicati all’Agenzia delle entrate fino al 30 aprile scorso non vi è possibilità di seguire la cessione libera delineata dal sistema del decreto 50 del 2022. Rimangono fuori, dunque, soprattutto i crediti comunicati nel 2021, ovvero i bonus edilizi che stanno riscontrando i maggiori problemi nella circolazione di moneta fiscale.

Decreto ‘Aiuti’: proroga superbonus 110% su villette e case a schiera

Un’ulteriore novità della conversione del decreto legge “Aiuti” riguarda la proroga del superbonus 110% su villette e case a schiera. La norma concede, infatti, tre mesi in più di tempo per arrivare allo stato di avanzamento dei lavori del 30% al fine di far rientrare i lavori nella detrazione fiscale del 110%. Pertanto, i pagamenti effettuati a decorrere dal 30 giugno 2022 al 30 settembre prossimo possono rientrare nel superbonus 110% se hanno raggiunto il 30% di Sal. Diversamente, in assenza del correttivo del governo, questi lavori sarebbero stati esclusi dalla detrazione fiscale massima.

Superbonus 110% su villette a schiera e unità unifamiliari: Sal al 30% entro il 30 settembre 2022

La norma, pertanto, consente alle persone fisiche che abbiano svolto lavori su villette e case a schiera o unifamiliari (ovvero a unità immobiliari che si trovano all’interno di edifici plurifamiliari purché funzionalmente indipendente) di beneficiare del 110%  per tutto il 2022 purché si raggiunga il 30% di stato di avanzamento dei lavori entro il 30 settembre prossimo. In questo modo, i pagamenti effettuati tramite bonifico dal 1° luglio 2020 al 30 settembre prossimo beneficiano del superbonus.

Superbonus 110%, si possono sostituire finestre e infissi?

Si può utilizzare il superbonus 110% per la sostituzione di finestre e infissi? La risposta è positiva ed è stata chiarita dall’interno dell’Agenzia delle entrate che ha risposto a un interpello, il numero 369 del 2022. Il chiarimento dell’Agenzia prevede, tuttavia, la condizione essenziale che la sostituzione delle finestre e degli infissi debba riguardare parti e componenti già esistenti. In altre parole, non è ammessa ai fini del superbonus 110% la nuova installazione.

Sostituzione finestre e infissi con il superbonus 110%: il quesito

Il chiarimento dell’Agenzia delle entrate sugli interventi alle finestre e agli infissi parte dall’agevolazione del superbonus 110% per la sostituzione dei serramenti, delle chiusure oscuranti e dell’installazione di schermature solari, come previsto dall’articolo 119 del decreto 34 del 2020. Il quesito sul quale si è espressa l’Agenzia delle entrate deriva dalla richiesta di un istante che intende realizzare, nell’abitazione di residenza, la sostituzione dell’impianto termico con un impianto a pompa di calore. L’intervento si configura come “trainante” di altri interventi (“trainati”) al fine di realizzare il miglioramento di 2 classi energetiche dell’abitazione.

Superbonus 110%, il quesito di sostituzione di finestre e infissi all’Agenzia delle entrate

Le finestre e gli infissi oggetto di sostituzione da parte dell’istante sono già esistenti, senza alterazione della superficie e della geometria dell’abitazione per due serramenti. Per altri due, invece, la superficie totale dell’immobile si amplierà. Inoltre, l’istante vorrebbe installare anche due velux nel sottotetto, ex novo. L’istante ritiene di poter effettuare i lavori in superbonus 110% sulla base delle risposte già fornite dall’Agenzia delle entrate numero 524 e 780 del 2021. Il bonus, secondo l’istante, spetterebbe per le due sostituzioni che non comportano ampliamento della superficie.

Quando si possono sostituire infissi e finestre in superbonus 110%?

In riferimento al quesito posto, l’Agenzia delle entrate chiarisce che, secondo il comma 2, dell’articolo 119, del decreto legge numero 34 del 2020, la maggiore aliquota si applica se i lavori (“trainati”) sono eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi “trainanti”. Questi ultimi devono essere di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale o di isolamento termico. Nel caso specifico, il comma 2 del medesimo articolo precisa che gli interventi su “finestre e infissi delimitanti il volume riscaldato verso l’esterno e verso vani non riscaldati” devono intendersi come sostituzione di componenti già esistenti e di loro parti.

Variazione superficie di finestre e infissi nel superbonus 110%

Si può utilizzare la detrazione del 110%, inoltre, anche se si sostituiscono le finestre e gli infissi esistenti, pure con spostamento e modifica delle dimensioni, purché la dimensione finale degli infissi abbia una superficie complessiva minore o uguale a quella inizialmente esistente.

Sostituzione finestre con bonus edilizi se aumentano la superficie dell’immobile o dell’unità abitativa

Dunque non è ammissibile, ai fini del superbonus 110%, la nuova installazione. Eventuali spese sostenute per comportino un incremento della superficie complessiva iniziale dell’immobile o dell’unità abitativa, possono essere oggetto di ulteriori bonus che prevedano la detrazione sul recupero del patrimonio edilizio. La misura della detrazione fiscale per detti interventi è pari al 50%. Inoltre, ai sensi del successivo comma 3 dello stesso articolo, è necessario che detti interventi producano un miglioramento di almeno 2 classi energetiche dell’immobile.

Quali lavori si possono effettuare in superbonus 110% su finestre e infissi?

In definitiva, il chiarimento dell’Agenzia delle entrate prevede che, per la sostituzione degli infissi e delle finestre senza che venga aumentata la superficie dell’immobile o dell’unità abitativa, si possa utilizzare il superbonus 110%. A tal fine, gli interventi devono configurarsi come sostituzione di finestre, infissi e componenti già esistenti o di loro parti. Non deve trattarsi, dunque, di nuova installazione.

Superbonus, Agenzia delle entrate chiarisce: sconto in fattura solo su imponibile, cessione dei crediti su Iva

Arriva il chiarimento dell’Agenzia delle entrate sul quesito relativo all’Iva sul superbonus 110%. In particolare, la questione riguarda la possibilità di cedere il credito di imposta derivante dagli interventi edilizi, l’alternativa dello sconto in fattura e la detrazione fiscale. La circolare n. 23 del 2022 fissa le procedure alle quali gli operatori e le banche dovranno attenersi sul credito di imposta. Infatti, sulla parte indetraibile dell’Iva non è possibile applicare lo sconto in fattura: si può unicamente procedere con la cessione del credito di imposta oppure detrarre fiscalmente gli importi nella dichiarazione annuale dei redditi. Tali procedure fanno riferimento ai lavori in superbonus effettuati a partire dal 22 maggio 2021.

Cessione dei crediti di imposta e sconto in fattura in superbonus: i chiarimenti dell’Agenzia delle entrate

Il prorata Iva suddivide il superbonus 110%: si può applicare lo sconto in fattura solo per la quota relativa all’imponibile. Per la quota di Iva non detraibile gli operatori possono procedere cedendo il credito di imposta ma anche mediante detrazione fiscale. In quest’ultimo caso, come chiarisce l’agenzia, è necessaria la presentazione della dichiarazione annuale Iva. Dalla dichiarazione, infatti, si ottiene la percentuale definitiva ammessa alla detrazione fiscale. Si segue questa procedura anche se si applica l’inversione contabile. A chiarire questo passaggio è il paragrafo 5.6 del documento dell’Agenzia delle entrate. La regola, come chiarisce l’Agenzia delle entrate, si applica ai lavori rientranti nel superbonus a partire dal 22 maggio 2021. Sono altresì esclusi gli altri bonus edilizi che prevedano l’agevolazione fiscale mediante vendita del bonus o sconto in fattura.

Superbonus quando si applica il 110% per la detrazione fiscale? Sconto in fattura limitatamente all’imponibile

Nel documento, l’Agenzia delle entrate chiarisce che, quando l’operatore emette la fattura per i lavori realizzati con agevolazione del superbonus 110%, non risulta di facile determinazione la parte dell’Iva indetraibile a carico del beneficiario.

In tutti questi casi, dunque, l’operatore non dovrà procedere applicando lo sconto in fattura per beneficiare del bonus sulla parte indetraibile. Ma il contribuente dovrà scegliere se vendere il credito di imposta o beneficiare della detrazione fiscale, andando a coprire pure l’Iva indetraibile. Ciò deriva dal fatto che l’Iva indetraibile può essere calcolata con certezza solamente quando si presenta la dichiarazione Iva annuale e non quando si emetta la fattura.

Superbonus 110%, come si procede con il beneficio fiscale ai fini dell’Iva?

Proprio il chiarimento dell’Agenzia delle entrate fornisce la regola generale da seguire per beneficiare del superbonus 110%. Lo sconto in fattura può essere ottenuto solo sulla parte imponibile dell’importo dell’intervento. Di conseguenza, è necessario considerare l’Iva al netto, che rimane in ogni modo a carico del committente. La quota Iva non detraibile può essere beneficiata mediante detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi oppure ceduta come credito di imposta. In quest’ultimo caso, il credito ceduto copre pure la quota indetraibile dell’Iva, ma il contribuente dovrà procedere con la comunicazione all’Agenzia delle entrate per via telematica nei termini previsti dalla normativa.