Superbonus, ultimi mesi di detrazioni. Tutti i bonus

Ultimi mesi per completare i lavori del Superbonus con percentuale di detrazione al 90% a sottolineare che sta per scadere l’incentivo è la Cassa dei ragionieri. Ecco a cosa prestare attenzione.

Superbonus al 90%, ecco chi può ancora usufruirne

Dal 2024 il Superbonus vedrà ancora scendere la percentuale di detrazioni fiscali di cui si può usufruire, la stessa sarà al 70%, nel frattempo è bene ricordare che ancora per pochi mesi è possibile avere le detrazioni fiscali al 90% per i lavori di efficientamento energetico realizzati sullo stabile.

Ricordiamo che con l’introduzione delle nuove norme rispetto al Superbonus 110% sono cambiate numerose regole, non solo infatti è stata ridotta la soglia di detrazione fiscale e non è possibile utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura ma sono previsti nuovi limiti.

Il Superbonus può essere sfruttato solo per immobili di proprietà o sui quali ci sia un diritto reale di godimento, utilizzati come abitazione principale, le vecchie norme prevedevano la possibilità di utilizzare il Superbonus 110% anche per le seconde case.

Non finiscono qui i limiti, infatti, si può usufruire del Superbonus al 90% per i lavori eseguiti nel 2023 solo nel caso in cui si abbia un reddito calcolato con il sistema del Quoziente familiare, non superiore a 15.000 euro.

Incentivi fiscali per i lavori edili

Visti tutti i limiti previsti dalla normativa sul Superbonus al 90%, ricordiamo che chi vuole eseguire lavori di ristrutturazione e ottenere delle detrazioni fiscali, può sfruttare altri incentivi fiscali con percentuali meno elevate, ma di fatto con pochissimi limiti. Ad esempio è ancora possibile ottenere il bonus ristrutturazioni al 50%, questo consente di avere detrazioni fiscali pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, non è necessario ottenere il miglioramento di 2 classi per quanto riguarda le prestazioni energetiche, non vi sono limiti di reddito.

Un’altra opportunità riguarda il bonus barriere architettoniche che permette di avere detrazioni fiscali, ancora con cessione del credito e sconto in fattura, per lavori di eliminazione delle barriere architettoniche, tra questi rientrano l’installazione di ascensori e servoscale, ma anche la sostituzione degli infissi, in alcuni casi sostituzione di pavimentazioni, rifacimento bagni, naturalmente seguendo le direttive previste per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Buone possibilità di detrazioni fiscali vi sono anche per quanto riguarda l’eco-bonus, si distingue dal Superbonus perché è necessario migliorare le prestazioni energetiche, ma non vi è il vincolo delle due classi energetiche. La percentuale di detrazione fiscale dipende dalla tipologia di lavoro eseguito.

Infine, resta la possibilità di avvalersi del sismabonus che prevede detrazioni fiscali a fronte di interventi volti a migliorare la stabilità degli edifici.

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Tutti i bonus edilizi: superbonus, ecobonus, bonus sicurezza e ristrutturazioni

Negli ultimi mesi si sono susseguite le norme riguardanti i bonus edilizi e nonostante molti ritengano che il Superbonus non esista più in realtà non è così, ecco quali agevolazioni fiscali si possono ottenere per le ristrutturazioni edilizie.

Superbonus: è ancora in vigore anche se con cambiamenti

Per realizzare lavori edilizi ci sono ancora numerose opportunità, infatti il Superbonus non ha cessato di esistere, semplicemente sono cambiate alcune condizioni per poterne usufruire.

Resta la possibilità di accedere a detrazioni fino al 90% degli importi, non si potrà optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura, ma resta la possibilità di detrazione dalla imposte per un periodo massimo di 10 anni. Per ottenere il 90% è necessario che dai lavori derivi il recupero di almeno due classi energetiche e che siano eseguiti i lavori trainanti.

Ricordiamo che il Superbonus può essere un buon aiuto per raggiungere gli obiettivi fissati dalla direttiva case Green.

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Ecobonus: ecco quanto si può ottenere con i bonus edilizi

Nel caso in cui dai lavori di ristrutturazione non dovesse derivare il recupero di due classi energetiche vi sono comunque altre possibilità da sfruttare i bonus edilizi sebbene con agevolazioni ridotte. La prima detrazione fruibile è l’Ecobonus. In questo caso in base alla tipologia di lavoro la percentuale di detrazione da sfruttare varia dal 65% al 50%. Anche in questo caso i lavori devono essere finalizzati all’efficientamento energetico.

Ad esempio per la realizzazione del cappotto termico si può ottenere una detrazione del 65%. Per la sostituzione degli infissi con modelli che assicurino un maggiore isolamento termico e per l’installazione di una pompa di calore si può ottenere il 50%. Trattandosi di lavori che devono avere la finalità di migliorare le prestazioni energetiche, entro 90 giorni dal completamento degli stessi deve essere inviata la comunicazione all’Enea. La trasmissione dei documenti avviene online e deve contenere l’asseverazione di un tecnico abilitato che deve certificare i lavori eseguiti.

Bonus sicurezza e bonus ristrutturazioni: differenze

Chi vuole semplicemente aumentare la sicurezza del proprio edificio, può invece optare per il Bonus Sicurezza. Si applica per la sostituzione degli infissi con modelli con vetro antisfondamento, installazione di portoni blindati, sistemi di videosorveglianza, allarme, grate di sicurezza e tutto ciò che può servire a diminuire il rischio di intrusioni. In questo caso la detrazione massima è al 50% con tetto massimo di spesa di 90.000 euro. La detrazione si può ottenere in 10 rate costanti di uguale importo.

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Infine, resta la possibilità di avvalersi delle detrazioni fiscali con il Bonus ristrutturazioni. In questo caso non vi sono vincoli inerenti i lavori da eseguire, insomma non devono essere finalizzati a migliorare le prestazioni termiche o la sicurezza. Il limite massimo di spesa che può fruire delle detrazioni fiscali è di 96.000 euro, mentre la detrazione è al 50% sempre fruibile in 10 anni.

Superbonus 110%: cosa succederà dopo il voto del 25 settembre?

Uno dei provvedimenti cardine fortemente voluto dal M5S e che ha caratterizzato questi anni di governo Conte/Draghi è il Superbonus 110%. Questo consente di effettuare lavori di efficientamento energetico a costo zero.

Superbonus 110%: tanti intoppi e fondi terminati

Il Superbonus 110% è uno dei provvedimenti del Governo targato Conte più discusso. La disciplina ha avuto più volte modifiche e di chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Di fatto consente di realizzare lavori trainanti, come il cappotto termico e il rifacimento del tetto e lavori trainati, ad esempio impianti di riscaldamento, con la possibilità di ottenere fino al 110% degli importi spesi. Tra i lavori trainati vi sono inoltre quelli per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Il principale problema a cui è andato incontro sono le truffe, più volte denunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi, inoltre i crediti risultano spesso incagliati perché le imprese sono incapienti, idem per gli istituti di credito. Più volte è stata inoltre modificata la disciplina della cessione dei crediti, infine, sono terminati i fondi. Attualmente per i progetti non ancora approvati non vi sono stanziamenti.

Naturalmente un nuovo finanziamento non può arrivare dal governo Draghi che è in carica solo per gli affari correnti, inoltre è necessario reperire i fondi, cosa non certo facile.

Da più parti si è detto che il Superbonus 110% è una misura utile al risparmio energetico, inoltre è una misura che può aiutare le imprese edili in un periodo di forte crisi economica. Si calcola che solo in questo settore grazie al Superbonus 110% ci siano stati 630 mila nuovi occupati e sembra che sia riferibile a questa misura anche il 6,6% in più di PIL.

Le dichiarazioni delle coalizioni sul Superbonus 110%: cosa succederà dopo il voto?

Cosa ne sarà dopo il voto del Superbonus 110%? Il M5S fautore di questo provvedimento naturalmente vuole confermare il Superbonus 110%, ma attualmente le speranze che possa avere una solida maggioranza sono limitate, c’è da dire che probabilmente una solida maggioranza non l’avrà nessuno e quindi la coalizione risultante “maggioranza” potrebbe chiedere l’aiuto del M5S che potrebbe ottenere in cambio proprio la conferma del provvedimento, insieme ovviamente al reddito di cittadinanza.

Occorre però ricordare che le dichiarazioni delle altre coalizioni non lasciano particolare spazio a speranze, infatti il centro- destra ha ribadito di essere sulla stessa linea d’onda di Draghi che ha più volte dichiarato di considerare il Superbonus 110% la più grande truffa mai realizzata in Italia. D’altronde a luglio a Parma si è scoperta una truffa per 110 milioni di euro e non è la prima truffa milionaria scoperta.

L’idea del centro- destra è ritornare gradualmente al vecchio regime previsto per le ristrutturazioni che in fondo era comunque generoso con la possibilità di recuperare il 50% delle spese, oppure il 65% nel caso di interventi di efficientamento energetico. In base alle dichiarazioni i progetti approvati dovrebbero comunque trovare finanziamento, mentre non sono previsti ulteriori stanziamenti.

Ricordiamo che fino al 2026 risultano prenotate opere per 33,7 miliardi di euro.

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Sulla stessa linea sono anche il centro-sinistra e il terzo polo di Calenda e Renzi. Questo implica che con molta probabilità non vi saranno ulteriori stanziamenti per il Superbonus 110%, ma si ritornerà al vecchio regime di bonus ristrutturazioni.

Bonus ristrutturazione 2022, è ancora richiedibile oppure no?

Il bonus ristrutturazione 2022 è un’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia, ma è ancora richiedibile?

Bonus ristrutturazione 2022, cos’è?

L’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia è disciplinato dall’art. 16-bis del Dpr 917/86. Consiste in una detrazione dall’IRPEF del 36% delle spese sostenute. Tuttavia prevede un ammontare complessivo non superiore a 48 mila euro. Inoltre la detrazione spetta nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia.

E’ anche vero che per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2021 la detrazione è superiore e corrisponde al 50% ed il limite massimo è elevato a 96 mila euro. Tuttavia la detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo, e scaricabili nel modello 730.

Bonus ristrutturazione 2022, quali sono i lavori ammessi?

Il bonus ristrutturazione 2022 prevede alcuni lavori che sono ammessi alle agevolazioni, tra cui:

  • manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia;
  • operazioni legali al risparmio energetico;
  • ripristino e ricostruzione degli immobili danneggiati a seguito di eventi calamitosi;
  • lavori per l’adozione di misure antisismiche;
  • realizzazione di autorimesse e posti auto;
  • riparazione di impianti per la sicurezza domestica;
  • bonifica dall’amianto;
  • istallazione di apparecchi di rivelazione del gas;
  • sostituzione di porte interne;
  • eliminazione di barriere architettoniche;
  • adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi;
  • montaggio di vetri anti-infortunio;
  • di installazione corrimano.

Chi può richiederlo e fino a quando?

Il bonus è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024 dalla Legge di bilancio 2022. Quindi ad oggi è richiedibile a seguito dei lavori eseguiti. Mentre possono beneficiare dell’agevolazione non solo i proprietari di casa, ma anche i proprietari o i titolari di diritti reali sugli immobili per i quali si effettuano i lavori e che ne sostengono le spese. Quindi rientrano anche l’inquilino o il comodatario. In particolare, hanno diritto alla detrazione:

  • il proprietario o il nudo proprietario
  • il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
  • l’inquilino o il comodatario
  • i soci di cooperative divise e indivise
  • i soci delle società semplici
  • gli imprenditori individuali, solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.

Inoltre hanno diritto alla detrazione, inoltre, purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture:

  • il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado) e il componente dell’unione civile
  • il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge
  • il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.

 

 

 

 

 

 

 

 

Bonus per sostituire il condizionatore o installarlo ex-novo: come fare?

Sono tre le tipologie di bonus che agevolano la spesa per l’acquisto di un condizionatore in un immobile che non ne aveva già uno o per sostituire quello precedente. Si tratta del bonus casa (o ristrutturazioni), dell’ecobonus e del super ecobonus. Con il sistema a pompa di calore, inoltre, si può beneficiare di una detrazione fiscale pari al 50%. Vediamo nel dettaglio quali sono le strade percorribili.

Sostituire il condizionatore con il bonus casa: come fare?

In primis, è necessario considerare che si può ottenere il bonus del 50% di detrazione fiscale, da fruire per 10 anni, installando un nuovo condizionatore per l’estate solo se vi è la pompa di calore. In questo modo, è possibile l’installazione di un sistema che non sia necessariamente ad alta efficienza. La detrazione del 50% è prevista dal bonus casa (o bonus ristrutturazione) per una spesa limite di 96 mila euro. Dunque, il tetto di detrazione ammissibile è pari a 48 mila euro. Per questa tipologia di installazione non è occorrente sostituire il vecchio sistema invernale. La tipologia di immobile sulla quale si può fare l’installazione è l’unità immobiliare residenziale.

Ecobonus per la sostituzione del climatizzatore: detrazione fiscale del 65% fino a 30 mila euro

In alternativa, si può fruire della detrazione prevista dall’ecobonus per sostituire o installare il condizionatore. In questo caso, la detrazione fiscale è pari al 65% della spesa sostenuta per un tetto di detrazione fiscale pari a 30 mila euro. La sostituzione può essere sia totale che parziale e riguarda i sistemi di climatizzazione invernale dotati di pompa di calore ad alta efficienza. L’alta efficienza si concretizza nell’indice di efficienza energetica EER, calcolato come coefficiente Cop/Gue. I valori da rispettare sono indicati nell’allegato F del decreto del ministero per lo Sviluppo Economico del 6 agosto 2020. Se l’intervento è cominciato dopo il 6 ottobre 2020, è necessario far riferimento alla guida dell’Enea del 25 gennaio 2021.

Bonus casa o ecobonus, quale per sostituire il climatizzatore?

La scelta del bonus casa o dell’ecobonus per la sostituzione del climatizzatore può dipendere anche dal fatto che la detrazione fiscale del 50% del primo si può applicare anche nel caso in cui non si intenda sostituire il vecchio impianto di climatizzazione invernale. Nel caso dell’ecobonus, invece, per fruire della detrazione fiscale del 65% è occorrente procedere con la sostituzione per lo meno parziale.

Super ecobonus con detrazione fiscale del 110%, quando si può usare?

Infine, è possibile dotarsi di un climatizzatore anche grazie al super ecobonus, con detrazione fiscale prevista del 110%. I lavori devono essere iniziati a partire dal 1° luglio 2020 e avere una scadenza diversificata che dipende dal soggetto beneficiario. Inoltre, la sostituzione del climatizzatore può rientrare tra i lavori trainanti o trainati. In genere questo tipo di intervento è ammissibile solo sulle unità residenziali.

 

Bonus mobili, quale detrazione fiscale è dovuta per gli elettrodomestici?

Qual è la detrazione fiscale prevista dal bonus mobili per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici? È necessario precisare che il beneficio fiscale del bonus mobili è collegato all’aver usufruito di interventi rientranti in altri bonus edilizi per lavori di recupero. La detrazione fiscale è del 50% della spesa sostenuta, da ripartire per 10 anni con importi costanti. Ammessi al beneficio sono gli acquisti di mobili e grandi elettrodomestici (per la dichiarazione del 2022 si fa riferimento alle spese sostenute durante l’anno 2021). Il tetto delle spese è fissato a 16mila euro per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2021.

Come beneficiare del bonus mobili e grandi elettrodomestici nella dichiarazione dei redditi?

La detrazione nel modello 730 della dichiarazione dei redditi del bonus mobili è consentita sull’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici a condizione che, sull’abitazione che accoglierà i nuovi acquisti, siano stati effettuati lavori di recupero del patrimonio edilizio. Tali lavori, dunque, fungono da “interventi trainanti”. I lavori devono iniziare nell’anno in cui si effettuano gli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici o in quello immediatamente precedente. Dunque, per gli acquisti di mobili nel 2021, i lavori di restauro devono essere stati iniziati nel 2021 o nel 2020. In ogni modo, il pagamento dei mobili deve essere avvenuto dopo l’inizio dei lavori. Con tale pagamento avvenuto nel 2021, si può effettuare la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi del 2022. Inoltre è necessario che il pagamento avvenga mediante il bonifico o bonifico parlante.

Quali sono gli interventi di ristrutturazione trainanti per il bonus mobili?

Ai fini della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi del bonus mobili delle spese su mobili e grandi elettrodomestici, gli interventi “trainanti” sono quelli per i quale si può beneficiare del bonus casa. Nel dettaglio:

  • le manutenzioni straordinarie (od ordinarie ma solo sulle parti comuni di un edificio o di un condominio);
  • il risanamento conservativo ed il restauro;
  • le ristrutturazioni edilizie;
  • le ricostruzioni e i ripristini degli immobili risultanti danneggiati da eventi calamitosi;
  • comprare un’abitazione che faccia parte di fabbricati totalmente ristrutturati dalle imprese di costruzioni (o ristrutturazioni immobiliari). In questo caso, è necessario che si sia beneficiato del bonus casa acquisti;
  • i lavori per la riduzione del rischio sismico mediante beneficio del bonus sisma ordinario o del super sisma bonus con detrazione del 110%. È ammissibile anche il sisma bonus acquisti;
  • i lavori per ampliare o per realizzare gli impianti fotovoltaici mediante l’utilizzo del bonus casa. Si tratta, in questo caso, di un lavoro rientrante nella manutenzione straordinaria ai sensi dell’interrogazione parlamentare numero 5 07599 dell’8 marzo 2022.

Super sisma bonus, intervento trainante per il bonus mobili

Dunque, anche gli interventi rientranti nel sisma bonus ordinario o super con detrazione del 110% permettono di beneficiare del bonus mobili. In primis, perché questi lavori rientrano pur sempre tra quelli volti a recuperare il patrimonio edilizio ai sensi delle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 380 del 2021. Per la disciplina generica di questi interventi si può fare riferimento all’articolo 16 bis del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Ai sensi di quest’ultimo articolo, l’allargamento del beneficio del bonus mobili alle tipologie di intervento di riduzione del rischio sismico con i bonus e superbonus relativi, investe anche i lavori per realizzare o per ampliare gli impianti fotovoltaico (mediante bonus casa del 50% di detrazione); l’installazione degli impianti fotovoltaici trainati con detrazione fiscale del 110% dal super ecobonus.

Quali sono gli interventi dei bonus edilizi che non danno diritto al bonus mobili?

Tra i bonus edilizi che non danno diritto a usufruire del bonus mobili si ritrovano quelli relativi al super ecobonus della detrazione del 110%. La limitazione opera nonostante il super ecobonus del 110% rientri, dal 1° giugno dello scorso anno, tra i lavori di manutenzione straordinaria. Il bonus mobili spetta, invece, anche nel caso in cui sia collegato al sisma bonus o al super sisma bonus e il beneficiario abbia scelto di beneficiare di quest’ultimo bonus mediante cessione del credito di imposta o con applicazione dello sconto in fattura. Lo stabilisce la circolare dell’Agenzia delle entrate numero 30/E del 2020.

Qual è il limite di spesa del bonus mobile e la detrazione fiscale?

La detrazione fiscale spettante per il bonus mobili e grandi elettrodomestici è pari al 50% della spesa sostenuta nei limiti di ammissibilità. Nel 2021, infatti, il limite di spesa era pari a 16 mila euro (nel 2020, invece, 10 mila euro, come per il 2022; per il 2023 e 2024 il tetto di spesa scenderà a 5 mila euro). Il limite del bonus mobili opera indipendentemente e autonomamente rispetto al limite fissato per le spese ricadenti nel bonus casa (96 mila euro per unità immobiliare o per lavori a parti comuni di un condominio). Il limite di spesa è interpretabile come tetto da applicare allo stesso immobile per lo stesso intervento.

Quali sono i metodi di pagamento ammissibili per il bonus mobili e grandi elettrodomestici ai fini della detrazione fiscale?

Ai fini dell’ammissibilità della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi del bonus mobili è necessario pagare i mobili ed elettrodomestici con il bonifico normale (o anche mediante quello “parlante”, a discrezione dell’acquirente). Si possono altresì utilizzare anche altre metodologie di pagamenti tracciabili come:

  • carte di debito;
  • bancomat;
  • carte di credito;
  • prepagate.

Non sono ammissibili i pagamenti con assegni postali o bancari, o con assegni circolari, tutti metodi consentiti per il bonus giardini.

Come detrarre il 50% del bonus mobili nel modello 730 di dichiarazione dei redditi?

Per la detrazione fiscale del 50% del bonus mobili e grandi elettrodomestici nel modello 730 di dichiarazione dei redditi è necessario:

  • utilizzare il rigo E 57 dove va indicata la detrazione Irpef del 50%;
  • la spesa sostenuta va indicata nelle colonne 2 e 4 nei limiti di 10 mila euro per il 2020 e di 16 mila euro per il 2021.

 

Bonus ristrutturazioni, come procedere con la detrazione fiscale?

Sui lavori relativi al bonus ristrutturazione (o bonus casa) si applica la detrazione fiscale nel modello 730 ai fini della dichiarazione dei redditi. Il vantaggio fiscale spetta per un tetto di spesa pari a 96 mila euro considerando le unità abitative separatamente ed escludendo le pertinenze inerenti. Pertanto, l’importo massimo detraibile ai fini dell’Irpef con il bonus casa al 50% è di 48 mila euro. Il complessivo della detrazione fiscale deve essere spalmato su dieci anni con quote di importo uguale. Lo stabilisce l’articolo 16 bis del Testo unico delle imposte sui redditi.

Limite di detrazione fiscale ai fini del bonus ristrutturazioni del 50%, gli interventi sulle singole unità

Stabilito il limite per ciascuna unità immobiliare, se un contribuenti possiede più abitazioni la detrazione fiscale si applica nel tetto dei 96 mila euro per ciascuna abitazione. Nel caso in cui l’abitazione è cointestata e tutti i cointestatari partecipano al sostenimento delle spese ai fini del bonus ristrutturazioni, il tetto dei 96 mila euro va suddiviso tra tutti i partecipanti alle spese.

Quando due interventi sono considerati separati e ottengono il doppio della detrazione fiscale del bonus casa?

Sia per il bonus ristrutturazioni che per il bonus sisma ordinario o super bonus 110%, il tetto di spesa di 96 mila euro può essere aggiornato a un nuovo limite (96 mila euro + 96 mila euro) solo nel caso in cui si procede a un nuovo lavoro di ristrutturazione che non costituisca la “mera prosecuzione di interventi iniziati successivamente al 1° gennaio del 1998”.

Limiti di detrazione fiscale delle spese per il bonus casa nel caso di interventi iniziati anni prima e proseguiti

Il tetto rimane fissato unicamente a 96 mila euro nel caso in cui per la stessa unità abitativa e per lo stesso anno si proseguano dei lavori iniziati anni prima. Congiuntamente possono iniziarsi anche altri interventi detraibili fiscalmente, ma l’importo massimo delle spese agevolabili rimane di 96 mila euro. Lo stesso avviene se gli altri lavori aggiuntivi rientrino nel bonus sisma ordinario oppure super.

Interventi in bonus ristrutturazioni sulle parti comuni di un edificio rispetto alle singole unità abitative

Nell’ambito dei lavori rientranti nel bonus ristrutturazioni (anche ecobonus, sisma bonus super e ordinario) si può avere la seguente situazione:

  • lavori che hanno ad oggetto parti comuni di edifici condominiali. Ovvero di un unico edificio che abbia più unità abitative appartenente a un unico proprietario;
  • interventi che interessino le parti comuni ma non condominiali.

In questo caso le agevolazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi vanno considerate parti di un autonomo intervento rispetto ai lavori che possono svolgersi sulle singole unità abitative dell’edificio. Dunque, l’autonomia delle spese sostenute per le parti comuni di un edificio ha come conseguenza che sui relativi lavori sia applicato un indipendente limite di spesa di 96 mila euro rispetto ai lavori delle singole unità abitative.

Lavori sismici agevolabili in regime di superbonus 100 e bonus sisma ordinario

Tale differenziazione (limite di spesa autonomo per i lavori del bonus ristrutturazione per le parti comuni di un edificio rispetto ai lavori delle singole unità abitative) è di più difficile applicazione per i lavori rientranti nel sisma bonus, sia ordinario che super al 110%. Infatti, risulta più complicato stabilire i benefici di riduzione del rischio sismico derivanti dai lavori sulle parti comuni o sulle singole unità abitative.

Sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza: la detrazione fiscale

Per la sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza la detrazione fiscale è pari al 50%. Il contribuente deve pagare le spese sostenute con il “bonifico parlante” ai fini della detrazione nella dichiarazione dei redditi. La sostituzione può avvenire con generazioni a gas più moderni secondo quanto prevede il comma 3 bis dell’articolo 16 bis, del Testo unico delle imposte sui redditi.

Come si procede per la detrazione fiscale del bonus casa del 50% nel modello 730 di dichiarazione dei redditi?

Per la detrazione fiscale del 50% del bonus casa nel modello 730 di dichiarazione dei redditi è necessario utilizzare i righi E 41, E 42 ed E 43. Il contribuente deve aver sostenuto le spese, ai fini della dichiarazione dei redditi 2022, nell’anno di imposta 2021. La sezione di riferimento è la III A – Spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio, per misure antisismiche, bonus facciate e superbonus.

Esempio di contribuente che ha sostenuto spese del bonus casa nella dichiarazione dei redditi

Si faccia l’esempio di un il contribuente che ha fatto eseguire interventi di ristrutturazione nel 2019 e li ha proseguiti nel 2020. Le spese sono state sostenute negli anni 2019 e 2020. Nel modello 730 di quest’anno dovrà indicare:

  • al rigo E 41, nella colonna 4 il codice “1” corrispondente agli interventi particolari e il relativo importo di spesa;
  • rigo E 42, il codice “1” e il relativo importo di spesa;
  • al rigo E 43, il codice “1” e il relativo importo di spesa.

In questo modo si tiene conto del limite massimo di spesa ai fini della detrazione fiscale del 50% (96 mila euro) per i costi sostenuti negli anni precedenti. Nella colonna 9, infatti, per l’anno 2020 l’importo corrispondente non può eccedere la differenza tra il tetto di 96 mila euro e i costi sostenuti dal contribuente negli anni prima.

 

Superbonus 110% e bonus casa: quali sono i controlli del Fisco?

Quali sono i controlli dell’Agenzia delle entrate sulle detrazioni fiscali, sulla cessione del credito di imposta o sullo sconto in fattura derivanti dal superbonus 110% e dai bonus casa? L’attività di verifica del Fisco si muove proprio su queste due direttrici. E i controlli a consuntivo durano al massimo 5 anni, a pena di decadenza. Dunque, chi beneficia delle detrazioni fiscali o chi cede il credito di imposta potrebbe ricevere un controllo anche nei prossimi anni. Anche se, al momento, non vi sono termini temporali certi. E il Fisco non ha ancora emanato determinati documenti sui quali rifarsi per i controlli.

Quali verifiche fa il Fisco sui bonus e superbonus edilizi?

I controlli dell’Agenzia delle entrate lungo le due direttrici, più nello specifico, saranno espletati nelle seguenti modalità:

  • la verifica della detrazione fiscale spettante sul 110% risultante nella dichiarazione dei redditi mediante avviso di accertamento;
  • il controllo dei crediti di imposta che siano stati ceduti, mediante un atto di recupero.

Controlli sulla dichiarazione dei redditi della detrazione fiscale spettante per i superbonus edilizi: cosa fa il Fisco?

Per la verifica della detrazione fiscale spettante sul superbonus 110% risultante dalla dichiarazione dei redditi, il Fisco può escludere, anche solo in parte, la detrazione di imposta qualora non sia spettante. Si tratta di una verifica sulla sussistenza dei requisiti per poter beneficiare del superbonus 110% e degli altri bonus edilizi. Per questa verifica, dunque, l’Agenzia delle entrate può richiedere la relativa documentazione ai contribuenti. È quanto prevede il comma 2, lettera b), dell’articolo 36 ter, del decreto del Presidente della Repubblica numero 600 del 1973. Il relativo accertamento può essere notificato entro il 31 dicembre del 4° anno susseguente all’anno della dichiarazione dei redditi.

Controllo formale dell’Agenzia delle entrate sulla detrazione fiscale del superbonus 110%

Si tratta, dunque, di un controllo formale dell’Agenzia delle entrate sulla detrazione fiscale spettante per gli interventi rientranti nel superbonus 110%. Ed è la medesima verifica che il Fisco compie per le deduzioni e le detrazioni fiscali, come quelle spettanti per i familiari a carico. In tema di bonus edilizi, tali controlli riguardano essenzialmente le detrazioni fiscali:

  • relative a lavori per il risparmio energetico, mediante eco-bonus del 50% o 65%;
  • inerenti il sisma bonus con percentuali del 50%, del 70%, del 75%, dell’80% e dell’85% per gli interventi che permettono di ridurre il rischio sismico;
  • relative al bonus ristrutturazione o bonus casa, con detrazione fiscale pari al 50%.

Cosa avviene se l’Agenzia delle entrate non riconosce la detrazione fiscale sui bonus e superbonus edilizi?

È dunque plausibile che l’Agenzia delle entrate non riconosca il diritto alla detrazione fiscale sul superbonus 110% e sugli altri bonus edilizi. Il disconoscimento della detrazione può avvenire anche con un atto di accertamento ordinario. Rispetto al precedente caso, che contemplava la sussistenza dei requisiti per usufruire dei bonus edilizi, in questa fattispecie il Fisco disconosce la detrazione stessa. Per questo tipo di controllo l’Agenzia delle entrate ha tempo fino al 31 dicembre del 5° anno susseguente a quello nel quale sia stata presentata la dichiarazione dei redditi. L’ipotesi è contemplata nel comma 1, dell’articolo 38, del decreto del Presidente della Repubblica numero 600 del 1973.

Cessione del credito di imposta e sconto in fattura su bonus e superbonus edilizi: quali sono i controlli dell’Agenzia delle entrate?

Sui controlli della cessione dei crediti di imposta e sullo sconto in fattura derivanti da operazioni rientranti nel superbonus 110% e negli altri bonus edilizi, l’Agenzia delle entrate svolge controlli sull’esercizio dell’opzione di scelta di uno dei due strumenti. In questo caso, il Fisco può emanare atti di recupero al termine delle verifiche. Si tratta degli strumenti previsti dai commi 421 e 422 dell’articolo 1, della legge numero 311 del 2004. Gli atti di recupero sopra citati, secondo quanto prevede la legge di Bilancio 2022, non potranno essere espletati nel caso in cui il beneficio fiscale avvenga sotto forma di detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Entro quando l’Agenzia delle entrate può notificare l’atto di recupero sulla cessione dei crediti di imposta o sullo sconto in fattura?

Pertanto, il recupero potrà essere effettuato dal Fisco solo nel caso in cui il contribuente si sia avvalso della cessione del credito di imposta o dello sconto in fattura. Inoltre, la legge di Bilancio 2022, sulla base del decreto legge numero 157 del 2021 (cosiddetto decreto “Antifrodi”), ha stabilito che l’Agenzia delle entrate potrà notificare l’atto di recupero nel termine del 31 dicembre del 5° anno susseguente all’anno nel quale si sia verificata la violazione. Oltre questo termine, l’atto di recupero decade.

Superbonus e cessione del credito: Cassa depositi e prestiti riapre la piattaforma

Dopo la sospensione di inizio anno, Cassa depositi e prestiti, Cdp, (società per azioni controllata dal ministero dell’Economia) riapre la piattaforma per la cessione del credito Superbonus 110% e non solo.

Nuove opportunità per le imprese: riapre la piattaforma per la cessione del credito di Cassa depositi e prestiti

Tradizionalmente i bonus edilizi possono essere recuperati attraverso detrazione fiscale, in 5 o 10 anni. Tale soluzione ha diversi inconvenienti, cioè la possibilità di recuperare le somme in molti anni, la difficoltà a recuperare tutto il credito maturato in caso di incapienza del proprio debito fiscale.

Proprio per questo negli ultimi anni i bonus per l’edilizia hanno cambiato volto e consentono di ottenere lo sconto in fattura del credito maturato, in questo caso chi ha venduto i prodotti, oppure chi ha eseguito i lavori, l’impresa edile, potrà recuperare tramite il suo credito fiscale, in alternativa potrà cedere il credito anche ad enti come banche e intermediari finanziari. Generalmente le banche accettano i crediti di imposta fino alla capienza del loro debito fiscale.

La disciplina è stata molte volte rivista in questi anni per evitare cessioni multiple che hanno dato adito a molte truffe. D’altronde lo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi negli ultimi mesi ha più volte detto che il Superbonus 110% è la più grande truffa della storia d’Italia. Tra gli intermediari che consentono di cedere il credito vi è Cassa depositi e prestiti che però nei mesi scorsi ha chiuso la piattaforma per la cessione del credito al fine di effettuare dei controlli, viste le numerose truffe emerse e il costante aggiornamento normativo che ha creato non poche difficoltà. Nel frattempo è continuata l’evasione delle pratiche già inserite in piattaforma. Da qualche giorno ci sono però delle novità.

Annuncio di Cassa depositi e prestiti: a breve la riapertura della piattaforma per la cessione del credito

Cassa depositi e prestiti sta inviando in questi giorni a banche e confidi una comunicazione in cui rende noto che è prossima alla riapertura della piattaforma per la cessione dei crediti in favore delle imprese. La cessione sarà effettuata al 91,5%, corrispondente al 100,6% del valore nominale per il Superbonus 110% e all’83,5% del valore nominale per gli altri bonus previsti dalla normativa italiana.

In base alle nuove normative, Cassa depositi e prestiti non è autorizzata all’acquisto di crediti per cessioni successive alla prima. Di conseguenza potrà acquistare solo crediti da imprese in prima cessione e attraverso sconto in fattura esercitato dal beneficiario della detrazione.

Dal 1° maggio deve inoltre essere segnalata l’eliminazione della possibilità di cessione parziale del credito, quindi si potranno cedere a Cassa Depositi e prestiti solo i crediti nella loro totalità.

In caso di Superbonus al 110% la cessione sarà possibile sia a lavori conclusi sia per singoli Sal (stato avanzamento lavori) mentre in caso di altri bonus casa, la cessione potrà avvenire solo a lavori conclusi.

Importi riconosciuti per la cessione del credito

Si è anche detto che cambiano gli importi, per le cessioni relative al Superbonus 110% la cessione si avrà sul valore nominale del 95% a questa deve essere sottratta una percentuale di 1,5% che sarà il compenso dell’intermediario. Questo implica che colui che effettua la cessione, impresa, del credito maturato non otterrà il 110% ma il 93,5%.

Per gli altri bonus vigenti, ad esempio il bonus ristrutturazioni al 50% oppure l’ecobonus al 65%, la cessione sarà effettuata all’85%, su quanto ovviamente maturato, ad esempio per un bonus ristrutturazione al 50% i cui lavori sono costati 20.000 euro, il credito dovrebbe corrispondere a 10.000 euro e con Cassa depositi e prestiti in caso di cessione si ottiene l’85% e a questa quota deve essere sottratto un ulteriore 1,5% di commissione, si ottiene quindi un rimborso finale dell’83,5%.

Occorre sottolineare che Cdp ancora non ha reso nota la data della riapertura della piattaforma per la cessione del credito.

Bonus casa, che cos’è e quali interventi si possono fare

Il bonus casa consente di effettuare lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria negli edifici. Sono numerosi gli interventi che si possono realizzare beneficiando delle detrazioni fiscali con un minimo del 50%. L’aliquota massima è pari all’85% per gli interventi che vengono realizzati anche in chiave antisismica. Ecco, nel dettaglio, quali sono gli interventi realizzabili, le scadenze e le aliquote di detrazione fiscale.

Bonus casa, le ristrutturazioni rientranti nella manutenzione straordinaria

Con il bonus casa è possibile procedere con la manutenzione straordinaria, il restauro, il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia sulle singole unità abitative residenziali. Non vi sono limiti sulle categorie catastali e gli interventi possono riguardare anche gli immobili rurali e le pertinenze. Sono previste anche le manutenzioni ordinarie sulle parti comuni degli edifici residenziali ai sensi dell’articolo 1117 del Codice civile. Rientrano tra gli interventi anche i lavori di:

  • ricostruzione o di ripristino degli immobili danneggiati dagli eventi calamitosi;
  • la realizzazione di autorimesse o di posti auto pertinenziali.

Interventi rientranti nel bonus casa, ecco quali sono

Altri interventi sono possibili con il bonus casa. Ad esempio:

  • la prevenzione degli atti illeciti da parte di terzi;
  • il contenimento dell’inquinamento acustico;
  • la cablatura degli edifici;
  • le bonifiche dall’amianto;
  • la riduzione degli infortuni domestici.

Eliminazione delle barriere architettoniche con il bonus casa, come si fa?

Con il bonus casa è possibile svolgere anche dei lavori per abbattere le barriere architettoniche. Tali lavori possono essere fatti anche con il superbonus 110%, rispettando le varie scadenze a seconda dei casi. L’intervento può essere effettuato dal 2021 se “trainato” dal super ecobonus; dal 1° giugno 2021 pure se risulta “trainato” dal super sisma bonus. Il superbonus del 110% spetta per le spese dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2023; a partire dal 2024 la percentuale di detrazione fiscale scende al 70% e dal 1° gennaio 2025 al 65%.

Bonus casa, quando si può usare il superbonus 110% per lavori di abbattimento delle barriere architettoniche?

Si può utilizzare il superbonus 110% anche per lavori di abbattimento delle barriere architettoniche nei seguenti casi:

  • per i lavori fatti dai condomini nelle parti comuni dei condomini;
  • sugli interventi effettuati dall’unico proprietario a favore di edifici da due a quattro unità abitative. L’unico proprietario deve effettuare i lavori al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, di arti o di professioni;
  • per gli interventi “trainati” sulle singole unità immobiliari di un condominio effettuati dalle persone fisiche;
  • sui lavori delle Onlus, delle associazioni di promozione sociale (Aps) e dalle organizzazioni di volontariato (Odv).

Lavori di abbattimento delle barriere architettoniche in superbonus 110%: fino a quando si possono fare sulle villette?

In attesa di ulteriori novità sulla normativa del superbonus, la detrazione del 110% può essere ottenuta per interventi di abbattimento delle barriere architettoniche delle villette dalle persone fisiche entro il 31 dicembre 2022. A condizione che entro il 30 giugno 2022 sia stato effettuato il primo stato di avanzamento dei lavori di almeno il 30% dell’intero intervento.

Misure antisismiche con il bonus casa: ecco cosa si può fare per la detrazione fiscale

Più complessa è la normativa sugli interventi antisismici e sulla messa in sicurezza statica con il bonus casa. Gli interventi sono ammissibili nelle zone sismiche classificate come 1, 2 e 3. Il bonus casa spettante varia nelle percentuali del 50%, del 70%, del 75%, dell’80% e dell’85%. Gli interventi devono essere realizzati, per beneficiare di queste percentuali, entro il 31 dicembre 2024. Gli stessi interventi possono essere effettuati con il superbonus 110% a seconda dei casi.

Bonus casa, la detrazioni per le spese di interventi antisismici

A partire dal 2017 e fino al 31 dicembre 2024 si possono effettuare degli interventi antisismici con il bonus casa. La detrazione Irpef e Ires spettante è pari al 50% con un tetto di spesa pari a 96 mila euro per ogni unità abitativa. La detrazione fiscale deve essere ripartita in cinque anni. Il beneficio fiscale sale al:

  • 70%, se dai lavori ne deriva una riduzione di una classe del rischio sismico;
  • 75% per le parti comuni di un edificio, secondo quanto prevede il comma 1 quinquies dell’articolo 16, del decreto legge numero 63 del 4 giugno 2013;
  • 80% se dagli interventi ne deriva una riduzione del rischio sismico di almeno due classi;
  • 85% se la riduzione di due classi interessa le parti comuni di un edificio, ai sensi del comma 1 quater, dell’articolo 16, del decreto legge numero 63 del 4 giugno 2013.

Bonus casa, quando conseguire risparmi energetici?

Con il bonus casa è possibile fare interventi anche per conseguire risparmi energetici non qualificati, compresi quelli del fotovoltaico, ai sensi del comma 1 dell’articolo 16 bis del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Diversamente, i lavori di risparmio energetico si possono fare con il superbonus 110% nei casi di:

  • installazione degli impianti solari fotovoltaici connessi all’energia elettrica negli edifici. Il massimo della spesa ammissibile è pari a 48 mila euro (o entro i 2.400 euro per ogni kW di potenza);
  • sistemi di accumulo integrati negli impianti solari fotovoltaici spetta il superbonus 110% con massimale di spesa di 48 mila euro o 1.000 euro per ogni kW della capacità di accumulo.

Bonus casa, quanto spetta di detrazione?

A eccezione dei casi specifici dei lavori di riduzione del rischio sismico, gli interventi eseguiti beneficiando del bonus casa permettono di ottenere detrazioni fiscali pari:

  • al 50%, con un massimale di spesa pari a 96 mila euro e detrazione limite di 48 mila euro da ripartire in dieci quote annuali fino al 31 dicembre 2024;
  • al 36% di detrazione Irpef con massimale di spesa pari a 48 mila euro e detrazione limite di 17.280 euro a partire dal 1° gennaio 2025 (e da ripartire in dieci quote costanti annuali).