Novità per le imprese, arrivano nuovi contributi per la zona Zes

È stato pubblicato il 19 settembre 2023 in Gazzetta Ufficiale il decreto legge 124 che prevede l’istituzione dal 1° gennaio 2024 della zona Zes Mezzogiorno che prevede misure volte allo sviluppo di 8 regioni del Sud.

Contributi alle imprese con la nuova zona Zes ( Zona economica speciale)

La zona Zes istituita con il decreto Sud comprende 8 regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna. In applicazione del PNRR per queste regioni saranno previsti interventi mirati allo sviluppo, l’obiettivo è superare il gap che da sempre separa il Nord dal Sud. Prevede la predisposizione di un piano triennale per perseguire una politica di sviluppo individuando i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari per lo sviluppo della Zes unica, anche in modo differenziato per le Regioni che ne fanno parte

Con la zona Zes prende il via la cabina di regia presso il Consiglio dei ministri per lo sviluppo delle aree interne a questa saranno attribuite funzioni di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio della nuova Zona.

Tra le misure previste vi sono agevolazioni fiscali per le nuove imprese e le imprese già costituite che decidono di effettuare investimenti. Le stesse possono essere fruite per l’acquisto, anche con contratto di leasing, di macchinari, impianti e attrezzature varie, destinati a strutture produttive di nuovo impianto o già esistenti sul territorio.

Il credito di imposta si ottiene anche per l’acquisto di terreni o di fabbricati e per l’ampliamento di fabbricati già esistenti.

Limiti alla zona Zes: quali imprese non possono usufruirne

Per la zona Zes vi sono dei limiti specifici: per le imprese impegnate in agricoltura, pesca e dell’acquacoltura e nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura le agevolazioni per l’acquisizione di beni strumentali sono concesse nei limiti e alle condizioni previsti dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico.

Non possono invece accedere al contributi le imprese che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera e lignite, trasporti e relative infrastrutture, produzione, stoccaggio, trasmissione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, banda larga, nonché creditizio, finanziario e assicurativo.

Infine, non sono agevolabili progetti di valore inferiore a 200 mila euro. Per le imprese che vogliono avere informazioni su tutti gli incentivi e le agevolazioni previste per la zona Zes a breve sarà attivato un sito web dedicato.

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Sport Bonus 2023: prorogati i termini per la domanda

Lo Sport Bonus 2023 prevede che le imprese che effettuano donazioni in favore di associazioni sportive dilettantistiche ed altri enti che si occupano di manutenzione, restauro e realizzazione di impianti sportivi pubblici, possano ottenere un credito di imposta. Inizialmente la disciplina prevedeva che la domanda per ottenere il riconoscimento del credito di imposta si inoltrasse entro il 30 giugno 2023. Tale termine è ora oggetto di proroga ed è possibile procedere all’inoltro entro il 15 luglio 2023.

Sport Bonus 2023, cos’è?

Lo Sport Bonus 2023 vuole essere un incentivo alle imprese alla donazione nei confronti di soggetti che si occupano di mantenere attivi gli impianti sportivi. Lo sport  si considera un’attività in grado di migliorare il benessere psico-fisico della persona e aumentare la socialità in modo sano. Proprio per questo c’è una tutela particolare attraverso interventi mirati che hanno l’obiettivo di creare spazi per poter effettuare la pratica sportiva.

Il Bonus 2023 consente di avere una credito di imposta pari al 65% della donazione effettuata e finalizzata a interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e alla realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche. È previsto un limite massimo di spesa agevolabile pari al 10 per mille dei ricavi annui della stessa impresa, si deve fare riferimento ai ricavi del 2022.

Il credito di imposta una volta riconosciuto può essere utilizzato con il modello F24.

Come chiedere il credito fiscale con proroga dei termini

Per chiedere il bonus Sport 2023 è necessario utilizzare la piattaforma https://avvisibandi.sport.governo.it/en-US in questo caso si presenta istanza per essere ammessi a effettuare l’erogazione liberale in favore dell’ente scelto e ottenere il credito di imposta. Ottenuta l’ammissione si effettua la donazione e in seguito si può utilizzare il credito di imposta.

La proroga dei termini per richiedere lo Sport Bonus 2023 è prorogato al 15 luglio 2023 in quanto il Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche è stato chiuso nel periodo intercorrente tra il 26 giugno 2023 e il 1° luglio, di conseguenza molte imprese che volevano aderire non hanno potuto farlo.

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Sistemi di accumulo: qual è la percentuale di credito di imposta riconosciuto?

La legge di bilancio 2022 ha previsto il riconoscimento di un credito di imposta per l’installazione di sistemi di accumulo collegati a impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Non era prevista una percentuale di credito di imposta riconosciuto, ma un fondo da ripartire in base all’ammontare delle domande presentate. Ora l’Agenzia delle Entrate ha reso nota tale percentuale e purtroppo è molto bassa rispetto alle previsioni.

Sistemi di accumulo: bassa la percentuale di credito riconosciuta

L’Agenzia delle Entrate con la determinazione del 6 aprile 2023 ha reso nota la percentuale di credito di imposta che è possibile far valere nella prossima dichiarazione dei redditi.

L’agevolazione fiscale viene riconosciuta a chi ha presentato una regolare domanda nel periodo compreso tra il 1° e il 31 marzo 2023. viene riconosciuta a coloro che hanno installato sistemi di accumulo integrati a impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022. La percentuale di credito di imposta riconosciuta è del 9,1514 per cento.

Il fondo stanziato per il credito di imposta per i sistemi di accumulo era di 3 milioni di euro, sono state presentate istanze per un valore complessivo dei lavori pari a 32.781.559 euro.

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Si può ottenere il bonus sistemi di accumulo per installazioni del 2023?

Deve essere ricordato che l’agevolazione non  si riconosce per le installazioni del 2023, quindi di fatto solo pochi fortunati che hanno provveduto all’installazione nell’anno precedente possono avvalersi del beneficio fiscale.

Vi sono ultime possibilità per coloro che inseriscono l’installazione di sistemi di accumulo in altri interventi edilizi come il Superbonus.

Come utilizzare il credito di imposta?

Per verificare l’ammontare del credito di imposta riconosciuto, basta andare nel proprio cassetto fiscale identificandosi con la propria identità digitale. In base all’articolo 4 del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 6 maggio 2022, il credito di imposta è utilizzabile a partire dalla dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta in cui è avvenuta l’installazione.

Di conseguenza è possibile avvalersene nella dichiarazione 2023 relativa ai redditi 2022. La determinazione però precisa che l’eventuale eccedenza di credito di imposta rispetto alla propria capienza fiscale può essere portata in compensazione nei periodi di imposta successivi.

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Bonus impianti di compostaggio, al via le domande. Modulo

La legge di Bilancio 2022, legge 234 del 2021, ha previsto il credito di imposta per l’installazione di impianti di compostaggio. Ora è finalmente pronto il modello e sono state indicate dall’Agenzia delle Entrate le finestre temporali nelle quali è possibile produrre la domanda per accedere al bonus impianti di compostaggio.

Bonus impianti di compostaggio: cos’è?

Il compostaggio è una delle tecniche per ridurre l’inquinamento ambientale, mira al recupero dei rifiuti della frazione umido al fine di trasformarli in concime ecologico, tra i vantaggi legati agli impianti di compostaggio vi è nella maggior parte dei casi la riduzione dei costi legati allo smaltimento dei rifiuti solidi-urbani.

Il bonus impianti di compostaggio previsto nella legge di bilancio 2022, articolo 1 commi da 831 a 834, prevede il riconoscimento di un credito di imposta per la progettazione e installazione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari delle regioni Puglia, Campania, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia. Per poter ottenere il bonus è necessario che l’impianto sia in grado di smaltire almeno il 70% dei rifiuti organici prodotti e quindi ci sia una considerevole riduzione dell’impatto ambientale dell’azienda.

Come richiedere il Bonus Impianti di compostaggio

La comunicazione delle spese sostenute deve essere inviata telematicamente tramite software “CreditoImpiantiCompostaggio”, disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

La comunicazione telematica dovrà essere inviata all’Agenzia:

  • dal 20 aprile al 31 maggio 2023, con riferimento alle spese sostenute nel 2022
  • dal 22 aprile al 31 maggio 2024, con riferimento alle spese sostenute nel 2023.

Deve essere utilizzato il modello pubblicato dall’Agenzia delle Entrate con il provvedimento del 14 marzo 2022 e che può essere scaricato in fondo all’articolo. Il bonus impianto compostaggio consente di ottenere un credito di imposta del valore fino al 70% delle spese sostenute. Il credito può essere utilizzato in compensazione e quindi utilizzando il modello F24 per il pagamento delle imposte. Nel caso in cui il credito fruibile abbia un valore superiore a 150.000 euro sarà necessario effettuare le verifiche antimafia preliminari.

Per poter ottenere il credito è necessario dichiararlo nel quadro RU della dichiarazione dei redditi.

Scarica il Modello_14032022_v2

Bonus acqua potabile, si può richiedere a febbraio 2023

Il bonus acqua potabile è un contributo riconosciuto a chi adotta sistemi per il filtraggio dell’acqua in modo da renderla potabile. Può essere richiesto dal 1° febbraio 2023 al 28 febbraio 2023.

Bonus acqua potabile: cos’è, importo e aventi diritto

Il bonus acqua potabile nasce con l’obiettivo di incentivare l’uso dell’acqua del rubinetto per fini domestici, e quindi per cucinare e da bere, in modo da ridurre il ricorso all’acqua in bottiglia e quindi il consumo di plastica che, come noto, è altamente inquinante. Questo particolare bonus prevede la possibilità di ottenere un credito di imposta del 50% a fronte delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi per:

  • filtraggio;
  • mineralizzazione;
  • raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare .

L’importo massimo di spesa per cui viene riconosciuto il beneficio è:

  • 1.000 euro per ciascun immobile, per le persone fisiche
  • 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.

Possono richiedere il bonus acqua potabile:

  • persone fisiche
  • esercenti attività d’impresa, arti e professioni
  • enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore
  • enti religiosi civilmente riconosciuti.

Come richiedere il bonus acqua potabile

Dal 1° febbraio 2023 al 28 febbraio 2023 è possibile richiedere il credito di imposta esclusivamente per le spese sostenute nel 2022. Le spese devono essere documentate con strumenti di pagamento tracciabili. In particolare, dalle istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate emerge che il pagamento deve avvenire con “fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito” . Sottolinea inoltre che per i privati e per le imprese che non usano il regime di contabilità ordinaria, il pagamento deve essere effettuato versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti.

La richiesta deve essere effettuata utilizzando i servizi telematici disponibili al sito https://iampe.agenziaentrate.gov.it/sam/UI/Login?realm=/agenziaentrate e dopo essersi autenticati è necessario seguire il percorso: sezione Servizi, nella categoria Agevolazioni, alla voce Credito di imposta per il miglioramento dell’acqua potabile.

Una volta ottenuto il bonus, lo stesso può essere utilizzato al momento del pagamento delle imposte attraverso il modello F24. In alternativa per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus. Per il 2022, quindi per le domande che devono essere presentate in questo mese, i fondi stanziati sono 1,5 milioni di euro, meno di quanto disponibile un anno fa, questo però non dovrebbe essere un problema, infatti il bonus acqua potabile è uno di quelli per i quali non sono state utilizzate tutte le risorse visto che le domande per accedere non sono state numerose.

Per effettuare la richiesta si può utilizzare il modello disponibile QUI.

Bozze modelli dichiarazioni redditi 2023, le novità dell’Agenzia delle Entrate

Come ogni anno, anche questo l’Agenzia delle Entrate ha provveduto alla pubblicazione delle bozze della dichiarazione dei redditi per il 2023, relativa ai redditi 2022. Trattandosi di bozze, i definitivi arriveranno solo tra qualche settimana, ma già è possibile notare qualche differenza rispetto all’anno passato e dovuta alle nuove normative fiscali. Ecco le novità.

Modelli dichiarativi 2023: le novità

La prima cosa da ricordare è che i modelli disponibili sono diversi e devono essere scelti in base alla condizione del contribuente che effettua la dichiarazione. Le pubblicazioni hanno riguardato le bozze dei modelli:

  • 730;
  • 770;
  • redditi società di capitali;
  • redditi società di persone;
  • redditi persone fisiche;
  • redditi enti non commerciali;
  • consolidato nazionale e mondiale;
  • Irap.

Nuove detrazioni e credito di imposta nei modelli dichiarazioni redditi

Nei modelli 730 e persone fisiche è stata riconfermata la possibilità di detrazione per interventi edili, in particolare Superbonus, Sismabonus ed Ecobonus.

Nei vari modelli è prevista la possibilità di ottenere il riconoscimento del credito di imposta riferito alle donazioni effettuate in favore degli istituti ITS.

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Nei modelli Imprese, enti e società, fanno invece capolino le sezioni per ottenere i crediti di imposta riconosciute per far fronte alla spesa energetica.

Particolare attenzione viene posta per il bonus riconosciuto con l’installazione di sistemi di accumulo integrati in impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

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Superbonus: si può avere per l’installazione di sistemi di accumulo per fotovoltaico?

Bonus sistemi di accumulo fonti rinnovabili: quando presentare la domanda

Infine, trova spazio il credito di imposta riconosciuto per il bonus attività fisica adattata che mira a coprire i costi sostenuti per lo svolgimento di sessioni di attività fisica specifica per chi manifesta patologie croniche o disabilità fisiche.

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Dalla dichiarazione dei redditi 2023 relativa ai redditi prodotti nel 2022 entrano in pieno vigore le norme relative all’Assegno Unico Universale, questo infatti è stato introdotto nel 2022 ma non ha inciso nelle dichiarazioni del 2022 in quanto inerenti ai redditi e alle spese sostenute nel 2021. Ora invece potrà essere notato l’effetto, anche fiscale, dell’introduzione di questo particolare strumento.

Ricordiamo che le bozze dei modelli dichiarazioni redditi 2023 possono essere trovate nel sito dell’Agenzia delle Entrate. Oltre ai modelli sono disponibili le istruzioni.

Bonus edicole: dal 1° settembre è possibile inoltrare domanda

Negli ultimi giorni sono state attivate le procedure per la richiesta di numerose agevolazioni fiscali, tra queste vi è il bonus edicole. Dal giorno 1° settembre 2022 e per tutto il mese è possibile presentare istanza per riceverlo.

A chi è rivolto il bonus edicole

Il bonus edicole è rivolto agli esercenti che si occupano esclusivamente della vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici. Inoltre possono accedere a questo contributo le imprese di distribuzione della stampa che riforniscono le edicole situate nei comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti o con un solo punto vendita. Sono quindi escluse le varie attività commerciali che si occupano, tra le altre cose, anche della vendita dei giornali. In passato la misura consentiva l’accesso alla tax credit a una platea più ampia di beneficiari, con il decreto Sostegni Bis, è stato esteso il periodo di imposta in cui si può fruire del beneficio, ma è stata ristretta la platea.

Quali spese possono beneficiare del bonus edicole

Il credito previsto nel bonus edicole, consente di ottenere un credito di imposta a fronte di spese sostenute. Tra le spese che possono essere portate in compensazione ci sono anche quelle sostenute per l’acquisto o il noleggio di registratori di cassa o registratori telematici e di dispositivi Pos , rientrano inoltre le spese per l’energia elettrica, servizi telefonici e di collegamento a internet, tributi locali come Imu e Tari, spese per la consegna a domicilio dei giornali.

Come chiedere il bonus edicole

Il bonus edicole può essere chiesto telematicamente sul sito www.impresainungiorno.gov.it accedendo alla propria area personale con Spid, carta di identità elettronica o carta nazionale servizi. Presentata la domanda, si ottiene il riconoscimento del credito di imposta che potrà essere portato in compensazione con l’uso del modello F24 da presentare esclusivamente tramite i servizi informatici dell’Agenzia delle Entrate. Per portarlo in compensazione deve essere utilizzato il codice tributo “6913”.

 

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Bonus autotrasporti: dal 12 settembre attiva la piattaforma per richiedere il credito di imposta

Dal 12 settembre 2022 sarà attiva la piattaforma per la presentazione dell’istanza per accedere al credito di imposta previsto per il bonus autotrasporti. Si tratta di una misura in favore delle imprese del settore al fine di far fronte ai maggiori costi dovuti alla crisi in Ucraina.

Bonus autotrasporti: di cosa si tratta?

Dal giorno 3 settembre 2022 sul sito del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibilie, guidato da Enrico Giovannini, è presente l’avviso dell’apertura della piattaforma per inoltrare le richieste del credito di imposta per l’autotrasporto. La misura è prevista in favore del settore dell’autotrasporto delle merci per conto terzi e prevede un fondo di 497 milioni di euro.

L’obiettivo è aiutare le aziende che lavorano nel settore degli autotrasporti a far fronte ai notevoli rincari dei prezzi dei carburanti che stanno caratterizzando gli ultimi mesi. Allo stesso tempo si vogliono stimolare gli autotrasportatori a rinnovare il parco mezzi con modelli di nuova generazione che inquinano meno, per questo motivo si potrà accedere al beneficio solo per i consumi relativi a mezzi di categoria Euro 5 o superiorei.

Il 12 settembre 2022 e il giorno da segnare per chiedere il bonus autotrasporti

Il Bonus autotrasporti per le imprese che si coccupano di trasporto merci per conto terzi è pari al 28% delle spese sostenute nel primo trimestre del 2022, al netto dell’Iva, per l’acquisto di carburante impiegato nell’attività.
La piattaforma per l’inoltro dell’istanza sarà disponibile a partire dal 12 settembre 2022 e sarà possibile procedere all’inoltro per un mese.

La piattaforma è gestita dall’Agenzia Dogane e Monopoli, ricordiamo che è attiva la procedura per il concorso ADM. Una volta inoltrata la domanda sarà possibile utilizzare la piattaforma per accedere alla propria istanza e controllare lo stato della stessa.

Il credito di imposta riconosciuto potrà essere utilizzato attraverso il modello F24, cioè il modello generalmente utilizzato per versare le imposte, si tratterà di uno sconto sulle imposte da versare. A breve si potrà conoscere anche il codice tributo da utilizzare.

Per saperne di più leggi l’articolo: Credito di imposta autotrasporti nel decreto Aiuti: arriva il decreto attuativo

Stipendi, taglio del cuneo fiscale fino a 35mila euro in arrivo

È in via di approvazione il decreto “Aiuti bis” che contiene alcune misure a sostegno dei redditi dei lavoratori e delle famiglie italiane. Primo tra tutti, il taglio del cuneo fiscale per i redditi entro i 35 mila euro. Il testo è atteso nella giornata di oggi, 4 agosto, in Consiglio dei ministri. Oltre al taglio contributivo, è atteso il contributo per tagliare le bollette contro il caro energia, il bonus 200 euro e gli sconti sui fringe benefit.

Stipendi dei lavoratori in aumento con il taglio del cuneo fiscale: quanto si risparmia?

Il meccanismo di taglio del cuneo fiscale per far salire il reddito netto nella busta paga dei lavoratori si basa su una misura già in vigore con la legge di Bilancio 2022. I lavoratori, infatti, per tutto il 2022 sono agevolati dallo sconto contributivo in busta paga dello 0,8%. Il limite di applicazione è corrispondente a una busta paga lorda di 2.692 euro, pari a circa 35 mila euro per le tredici mensilità annuali. Lo stesso meccanismo è in via di approvazione nel decreto “Aiuti bis” che aggiungerebbe l’1% in più (per un totale di 1,8%) di sconto dei contributi nelle buste paga. L’effetto è quello di aumentare il reddito netto dei lavoratori del settore pubblico e privato.

Bonus 200 euro allargato a categorie finora escluse, per partite Iva e professionisti più soldi

Il provvedimento in arrivo dovrebbe, peraltro, prevedere l’estensione del bonus 200 euro contro l’aumento dei prezzi anche a categorie che sono rimaste escluse dal decreto istitutivo della misura. Si tratta, in particolare, dei lavoratori stagionali, dei cassintegrati a zero ore e dei collaboratori sportivi. Inoltre, sul fronte dei lavoratori autonomi (partite Iva e liberi professionisti), il governo dovrebbe aumentare la dote finanziaria del bonus 200 euro prevedendo l’incremento da 500 a 600 milioni di euro. Le risorse andranno a favore dei lavoratori autonomi e dei professionisti iscritti alle Casse previdenziali private. Solo per queste ultime si prevede una spesa pari a 80 milioni di euro. Tutti i lavoratori autonomi, in ogni modo, dovranno attendere l’emanazione del decreto attuativo che fisserà le procedure e le richieste per fruire del bonus.

Aiuti bis, atteso anche il taglio dei costi delle bollette di luce e gas e la riduzione dell’Iva

Tra le misure attese nel decreto “Aiuti bis” rientra anche il taglio dei costi delle bollette di luce e gas e la riduzione dell’Iva applicata al gas anche nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2022. Sul fronte imprese, il governo stanzierà risorse anche per far ritornare il credito di imposta sulle maggiori spese sostenute per l’approvvigionamento di gas e di energia elettrica. In tutto, le misure a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese costeranno allo Stato 7,7 miliardi di euro.

Governo, raddoppia la quota di esenzione dei fringe benefit

Atteso nel provvedimento anche il raddoppio delle esenzioni sui fringe benefit. La quota, infatti, dovrebbe passare dagli attuali 258 euro a 516 euro. Tra le voci di spesa esenti dalla tassazione (e dunque esclusi dall’imponibile) rientreranno anche i contributi da parte delle imprese per pagare le utenze domestiche.

Bonus barriere architettoniche: come funziona la detrazione del 75% al non residenziale?

Come funziona l’abbattimento delle barriere architettoniche e il bonus con detrazione fiscale del 75% nel non residenziale per l’anno 2022? I privati che siano proprietari di locali commerciali che volessero avvalersi del bonus di abbattimento delle barriere architettoniche potrebbero beneficiare del massimo della detrazione prevista per tutto l’anno in corso. Anche se i lavori vengono effettuati all’interno di immobili non residenziali. Ad esempio, un privato che voglia riqualificare un locale commerciale di sua proprietà, pure in virtù di interventi che assicurino l’efficientamento energetico.

Quando si possono effettuare lavori con detrazione del 75% per eliminare le barriere architettoniche?

I lavori che si possono effettuare all’interno dell’immobile non residenziale possono prevedere, ad esempio, la sostituzione del condizionatore invernale. E il rifacimento dei servizi igienici nel rispetto delle norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche. In tal caso, la legge di Bilancio 2022, al comma 42 dell’articolo 1, ha previsto la detrazione fiscale fino al 75% delle spese sostenute per l’eliminazione delle barriere architettoniche dal 1° gennaio fino a tutto l’anno in corso. La detrazione fiscale del 75% si può suddividere per 5 quote di importo pari per ciascuno degli anni nei quali si beneficerà della detrazione fiscale. Gli interventi sono ammissibili in immobili già esistenti rispettando i requisiti elencati dal decreto del ministero dei Lavori pubblici numero 236 del 14 giugno 1989.

Quali sono i lavori ammessi per la detrazione fiscale del bonus barriere architettoniche?

Ai fini del bonus del 75% delle barriere architettoniche, i lavori agevolabili sono quelli che permettono di realizzare gli strumenti utili affinché venga favorita la mobilità esterna ed interna delle persone che abbiano una disabilità grave. Tale disabilità deve rispettare quanto prescritto dal comma 3, dell’articolo 3, della legge numero 104 del 1992. Gli strumenti ammessi al beneficio fiscale possono comprendere anche la comunicazione, la robotica e ogni mezzo tecnologico.

Bonus edilizi per la riqualificazione di immobile non residenziale

Per quanto attiene all’utilizzo di altri bonus edilizi per la riqualificazione del locale commerciale, il privato ha la possibilità di procedere con la sostituzione dell’impianto di climatizzazione e di riscaldamento con l’ecobonus ordinario. La detrazione fiscale prevista è pari al 65%. In particolare, i requisiti richiesti per avvalersi dell’ecobonus sono da ricercare:

  • nel comma 37 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2022;
  • nell’articolo 14 del decreto legge numero 63 del 2013;
  • nella guida dell’Agenzia delle entrate in merito alla detrazione fiscale del 65%.

Detrazione fiscale, sconto in fattura o cessione del credito di imposta nella scelta di utilizzo dell’ecobonus

Il privato che svolga lavori di riqualificazione dell’immobile non residenziale ha dunque diritto al 65% di detrazione fiscale sulle spese sostenute fino al tetto dei 30 mila euro. La detrazione fiscale si può fruire suddividendone l’importo per dieci quote annuali di pari valore nelle dichiarazioni dei redditi degli anni susseguenti. Si può scegliere anche lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta.