Rottamazione quater: tutti i vantaggi connessi alla presentazione della domanda

Entro il 30 aprile 2023 i contribuenti che hanno dei carichi fiscali pendenti e che non rientrano nello stralcio delle cartelle esattoriali, possono presentare una domanda per accedere alla rottamazione quater che permette di definire la propria posizione con il fisco con varie agevolazioni. Ci chiediamo ora quali sono gli effetti della presentazione della domanda per la rottamazione quater?

Rottamazione quater: quali vantaggi per chi propone istanza?

La rottamazione quater è stata disciplinata dalla legge di bilancio 2023 (legge 197 del 2022), la stessa prevede tutta una serie di vantaggi connessi alla richiesta di accesso all’agevolazione che si estendono ad eventuali pignoramenti presso terzi. La legge 197, oltre a prevedere lo stralcio delle cartelle fino a 1000 euro affidate all’agente di riscossione tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 ( in questo caso cancellazione automatica) consente anche di pagare in modo “facilitato” con varie modalità le altre cartelle esattoriali emesse nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. La presentazione dell’istanza e l’inizio del piano di pagamento portano ulteriori vantaggi. In particolare:

  • il divieto di avviare procedure esecutive in relazione alle cartelle esattoriali per le quali il contribuente ha presentato istanza per la rottamazione quater;
  • il divieto di iscrizione di nuovi fermi amministrativi e ipoteche;
  • possibilità di ottenere il rilascio del Durc ( Documento Unico Regolarità Contributiva) essenziale per poter partecipare ad appalti pubblici e in molti casi anche per ottenere ulteriori agevolazioni come l’accesso a bonus e aiuti per le imprese.

Estinzione delle procedure esecutive e rientro per rottamazione ter e saldo e stralcio

Il pagamento della prima o unica rata della “nuova cartella esattoriale” comporta ulteriori vantaggi, infatti permette di ottenere l’estinzione delle procedure esecutive già avviate.

Deve inoltre essere ricordato che proporre l’istanza per la rottamazione quater consente anche di sanare la propria posizione nel caso in cui si sia decaduti da un precedente piano di rientro dai debiti fiscali, come il saldo e stralcio e la rottamazione ter.

Leggi anche: Cartelle esattoriali 2023, come richiedere la rottamazione

Definizione agevolata anche per la dichiarazione Lipe. Precisazioni

Ravvedimento speciale per la regolarizzazione degli errori sostanziali nelle dichiarazioni fiscali

Come sanare un DURC irregolare?

Oggi ci addentreremo nel mondo delle imprese ed andremo a vedere di cosa si tratta quando si parla di DURC e cosa occorre fare quando bisogna sanare un DURC irregolare. Scopriamolo assieme, in questa rapida guida sulla questione.

DURC, di cosa si tratta

Innanzitutto, partiamo col dire cosa si intende con l’acronimo DURC e di cosa si tratta.

Con DURC si fa riferimento al Documento Unico di Regolarità Contributiva ed esso ha la funzione di attestare la regolarità contributiva di un’impresa per quanto concerne gli adempimenti previdenziali, assicurativi e assistenziali INPS, INAIL e Cassa Edile.

Il DURC risulta necessario fornirlo (da parte dell’azienda) in tutti casi in cui l’impresa va a stipulare un contratto di servizio con enti pubblici o privati, ma anche per beneficiare di agevolazioni da parte di enti e pubblica amministrazione. In pratica questo documento certifica che l’impresa sia in regola con le norme in materia di normativa previdenziale in proprio e verso i propri dipendenti.

DURC irregolare, cosa succede

Quando un DURC può dirsi irregolare, dunque? E cosa accade in tal caso, lo scopriamo con la prossima risposta.

Dunque, qualora il DURC non è “regolare” le conseguenze sono pesanti: Nel caso di lavori privati in edilizia, il Ministero del Lavoro ha chiarito che il titolo abilitativo viene sospeso (i lavori non possono essere eseguiti). Qualora il DURC non fosse regolare le somme non possono essere erogate ma scatta l’intervento sostitutivo.

Va aggiunto che la presenza di un DURC negativo, o irregolare, per i lavoratori privati comporta la sospensione del titolo abilitativo relativo alla concessione edilizia o alle DIA e quindi dell’attestazione da parte delle SOA.

Il controllo della regolarità contributiva di tale documento deve essere svolto in modalità telematica e in tempo reale tramite il servizio “Durc On Line“, indicando il codice fiscale del soggetto da verificare. Se il soggetto è regolare, viene generato un documento in formato pdf dal nome file Durc On Line, per l’appunto.

Ma come risolvere tale sgradevole situazione?

Dunque, se il richiedente del DURC online risulta avere una posizione contributiva irregolare nei confronti dell’INPS, la risposta per sanare la situazione è presto data. Il sistema andrà ad inoltrare entro 72 ore i motivi di tale posizione, dando la possibilità di risanare la situazione entro 15 giorni e ottenere il certificato.

Impresa non soggetta a DURC: quando accade?

Ci sono, tuttavia, casi in cui un’impresa può non essere soggetta a DURC. Scopriamo, in breve, quali sono.

Per dirla molto brevemente, le aziende che non occupano lavoratori dipendenti in rapporti di subordinazione e che dunque non sono tenuti ad aprire nessuna posizione assicurativa nei confronti di tali Istituti, si trovano nell’impossibilità di ottenere il regolare rilascio del DURC.

In sostanza, dal lontano 13 febbraio 2012 la richiesta del DURC non può più essere avanzata da ditte appaltatrici o subappaltatrici ma solo da Stazioni Appaltanti pubbliche o Amministrazioni procedenti.

Dunque, cari contribuenti, aziendalisti ed impresari, questo è quanto vi fosse di più necessario e incombente da sapere in merito alle funzioni, agli oneri ed alle irregolarità del DURC.

Come aggirare il Durc?

Per molte imprese avere il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) non in regola è un grosso problema. In quanto significa non riuscire poi a stipulare ed a perfezionare contratti di servizio con enti pubblici o privati. In pratica l’impresa è sostanzialmente tagliata fuori dal mercato in cui opera. Ragion per cui quando il Durc è negativo o irregolare bisogna correre subito ai ripari. Ed allora, sul Documento Unico di Regolarità Contributiva c’è qualche scappatoia? In altre parole, come aggirare il Durc? E ci sono davvero dei modi per poterlo fare?

Come aggirare il Durc? O, comunque, come si fa a sbloccarlo?

Per aggirare il Durc, o comunque su come sbloccarlo, uno dei casi più frequenti riguarda il pagamento di debiti pregressi. In altre parole, quando ci sono in ballo delle cartelle esattoriali spesso l’impresa opta per l’adesione alla rottamazione. Ovverosia, ad una delle misure di definizione agevolata vigenti, ma con una brutta sorpresa.

L’adesione alle rottamazione, come peraltro è stato in passato segnalato dall’INPS su chiarimenti chiesti dai consulenti del lavoro, è solo una dichiarazione di intenti. Che non basta a sbloccare il DURC. Affinché sia di nuovo attestata la regolarità contributiva, sbloccando così più velocemente il DURC, la soluzione è infatti quella di combinare la rottamazione con la rateazione del debito. In quanto la luce verde sul Documento Unico di Regolarità Contributiva arriverà solo dopo aver pagato la prima rata. Condizione che attesta, da parte dell’impresa, l’intenzione reale di voler davvero sanare il debito iscritto a ruolo.

Sblocco del DURC con la rateazione del debito, ecco come fare

Dopodiché, la rateazione del debito per lo sblocco del DURC deve essere poi rispettata. Altrimenti l’aggiramento dell’irregolarità, pagando la prima rata dovuta, avrà una durata davvero breve. Senza dimenticare che l’attivazione del piano di rateazione è semplice e veloce quando gli importi non superano la soglia dei 100.000 euro. In tal caso, infatti, la rateizzazione si ottiene direttamente online dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione accedendo tramite le credenziali.

Cosa succede con il Documento Unico di Regolarità Contributiva che è irregolare?

Come sopra accennato, per un’impresa avere il Documento Unico di Regolarità Contributiva irregolare irregolare è un grosso problema. In quanto trattasi di una condizione che, inesorabilmente, può portare non solo alla sospensione di autorizzazioni. Ma anche alle sospensione dei pagamenti e fino ad arrivare, con danni economici anche rilevanti, alla risoluzione di rapporti in essere.

Spesso, tra l’altro, il blocco del DURC per un’impresa arriva in maniera inaspettata. In tal caso, con tempestività, i consulenti del lavoro, delegati dall’azienda, andranno a rilevare sulla piattaforma previdenziale la causa di irregolarità. Con il professionista chiamato poi ad attivare un canale di dialogo con i funzionari dell’ente di previdenza.

Anche perché le cause di un DURC irregolare possono essere davvero tante. Da un pagamento effettuato, che poi in realtà non è andato a buon fine, al disconoscimento di un credito di imposta o alla fruizione di un’agevolazione non ammissibile. E passando magari per un verbale ispettivo non pagato o saldato solo in parte.

DURC non regolare: cosa fare? L’INPS chiarisce il caso dello scostamento non grave

Abbiamo visto in un precedente articolo: come controllare se il DURC risulta irregolare. Stavolta, ci addentriamo su quali sono le conseguenze e cosa si può fare nel caso il certificato che attesta la regolarità contributiva delle imprese nei confronti di Inail, Inps e Casse edili non sia regolare.

Ricordiamo che il possesso del Documento Unico di Regolarità Contributiva consente alle aziende di partecipare agli appalti pubblici, di beneficiare di incentivi, per la stipula di contratti, stato avanzamento lavori e liquidazioni finali, per l’attestazione SOA e per i lavori privati sottoposti al rilascio di concessioni edili.

DURC non regolare: le conseguenze

Con riferimento alla regolarità del DURC ci sono state varie note e circolari, ma anche diversi interpelli nel corso degli anni. Una delle cose chiarite è che la definizione di DURC irregolare non esiste, in quanto, il predetto certificato viene rilasciato solo in caso di esito positivo della verifica di regolarità contributiva dell’azienda.

Detto questo, è possibile affermare che l’assenza del DURC comporta la sospensione dell’efficacia del titolo abilitativo da parte dell’amministrazione concedente. Ciò, sia in caso di inadempienze riscontrate e comunicate dall’organo di vigilanza, sia in caso di inadempienze accertate dall’amministrazione concedente medesima.

In caso di “DURC negativo” per i lavoratori privati, il titolo di abilitazione viene sospeso relativamente alla concessione edilizia o alle DIA e di conseguenza dell’attestazione da parte delle SOA.

Cosa fare in caso di DURC negativo

Se il richiedente del DURC online risulta avere una posizione contributiva irregolare nei confronti dell’INPS, il sistema inoltra entro 72 ore i motivi di tale posizione, dando la possibilità di risanare la situazione entro 15 giorni e ottenere il certificato. Ciò vale anche per i contributi assicurativi non versati all’INAIL.

Il Consiglio di Stato ha precisato che l’assenza di regolarità contributiva (quindi, senza il rilascio del DURC) esistente alla scadenza del termine di presentazione dell’offerta, comporta l’esclusione dalla partecipazione alla gara. Questo, perché la regolarizzazione postuma riguarda esclusivamente la posizione contributiva del rapporto interno tra l’impresa e l’Inps.

In poche parole, il pagamento che avviene nel corso di una gara non consente a escludere la violazione del principio di continuità dei requisiti generali e speciali di partecipazione alla stessa.

I casi non ostativi al rilascio del DURC

Il decreto ministeriale del 30/01/2015 chiarisce alcuni casi particolari in cui avviene il rilascio del DURC:

  • Scostamenti ritenuti non gravi tra somme versate e dovute in ciascuna Gestione. Sono ritenuti tali se la differenza è poco rilevante, ossia fino a 150 euro. Tale importo comprende anche eventuali sanzioni e interessi legali;
  • esistenza di crediti in fase amministrativa, oggetto di compensazione, per i quali sia stato verificato il credito;
  • crediti in fase amministrativa in pendenza di contenzioso amministrativo;
  • crediti affidati all’azione di recupero da parte degli Agenti della riscossione, con sospensione della cartella di pagamento o dell’avviso di addebito a seguito di ricorso giudiziario;
  • sospensione dei pagamenti dovuta a provvedimenti normativi;
  • rateizzazioni concesse dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, dall’Istituto Nazionale contro gli infortuni sul lavoro, dalla Cassa edile o Agenti della riscossione.

Il messaggio INPS del 19/01/2021 n. 213 ha fornito ulteriori chiarimenti sull’applicazione dello scostamento non grave in tema di regolarità contributiva.

L’Istituto conferma la definizione dello scostamento non grave fornita dal D.M. del 30 gennaio 2015. Inoltre, sostiene che:

  • Il criterio del predetto scostamento deve essere valutato prendendo in considerazione il valore rilevato all’atto della verifica online, con riguardo all’esito di regolarità contributiva definito per ciascuna Gestione nella quale l’omissione fino alla predetta misura è stata rilevata;
  • Nel caso in cui, a seguito della proposta di esito automatizzato irregolare, sia notificato al contribuente l’invito a regolarizzare, le esposizioni debitorie (escludendo l’ipotesi di annullamento, anche in parte delle stesse a seguito di delucidazioni date dall’interessato) dovranno essere versate interamente per la determinazione di un esito regolare;
  • La regolarizzazione parziale che determini un debito residuo fino a 150 euro, per tutte o solo alcune delle Gestioni previdenziali evidenziate nell’invito a regolarizzare comporterà la formazione di un DOL irregolare denominato “Verifica regolarità contributiva”, prescindendo dall’importo residuo non versato. Resta infatti esclusa in questa fase del
    procedimento l’applicabilità del criterio dello scostamento non grave.

L’intervento suddetto dell’INPS evidenzia una novità concernente lo svolgimento di annullamento che viene attivato d’ufficio su richiesta dell’interessato, del DURC già generato dal sistema. Esso prevede che alla sua conclusione, il sistema DURC online invii una notifica dell’annullamento del Documento a tutti i soggetti che hanno compiuto l’interrogazione sul sito INPS: con PEC, attraverso INPSCOMUNICA.

DURC in quali casi è richiesto e come controllare se è regolare

Il DURC è un documento che permette di attestare la regolarità dei pagamenti dovuti all’INAIL e all’INPS, sotto forma di contributi assistenziali e contributivi. Nell’ambito di applicazione dei contratti del settore edile, attesta la regolarità dei versamenti dovuti alle Casse edili.

Quando è richiesto il DURC

Il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) è richiesto per la partecipazione alle gare d’appalto indette dai vari enti di Pubblica Amministrazione. Ma serve anche per gestire servizi e attività per conto di enti pubblici. Tale certificato è necessario per ottenere l’iscrizione all’albo dei fornitori e l’attestazione SOA (Società Organismi Attestazione) che hanno il compito di verificare l’affidabilità dei soggetti esecutori dei pubblici lavori. Inoltre, il DURC è richiesto per lo svolgimento di attività edilizie, anche per conto di privati, per le quali è richiesta la DIA (Dichiarazione di Inizio Attività). Infine, consente di beneficiare di incentivi, agevolazioni e sovvenzioni, fermo restando che siano previsti dalla legge.

Puoi approfondire l’argomento leggendo: Chi ha l’obbligo del DURC e chi no. I soggetti tenuti al rilascio

Come controllare se il DURC è regolare

In tempo reale, si può verificare la regolarità contributiva di un’azienda, impresa o società nei confronti dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e dell’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Essa può essere verificata anche nei confronti delle Casse edili ma non per tutte le aziende. Infatti, quest’ultimo caso riguarda le imprese che rientrano ai fini previdenziali nel settore industria o artigianato alle attività dell’edilizia. Ma anche le imprese che applicano il relativo contratto collettivo nazionale sottoscritto dalle organizzazioni, per ciascuna parte, comparativamente più rappresentative. Scopriamo come.

Durc On Line per verificare la regolarità contributiva

Utilizzando il servizio Durc On Line è possibile verificare la posizione debitoria di un lavoratore autonomo o di un’azienda nei confronti dell’INAIL, dell’INPS e delle Casse edili. Basta indicare il codice fiscale del soggetto sottoposto a verifica e l’indicazione dell’indirizzo PEC al quale ricevere le informazioni sullo stato della richiesta. Si ricorda per accedere al suddetto servizio è necessaria l’autenticazione tramite le credenziali INPS oppure tramite SPID, CNS e CIE.

Se il soggetto è in possesso dei requisiti di regolarità contributiva, la durata di validità della verifica effettuata è pari a 120 giorni a partire dalla data dell’interrogazione. In tal caso, viene generato dal sistema un documento in Pdf (Durc On Line). Nel caso in cui, per il soggetto oggetto della verifica di regolarità è stato già emesso un Durc On Line ancora valido temporalmente, il servizio rinvia al documento ancora in corso di validità.

Se non è possibile attestare la regolarità contributiva del soggetto in tempo reale, l’Inps, l’Inail e le Casse edili trasmettono all’interessato o al soggetto da esso delegato, tramite PEC, l’invito a regolarizzare con indicazione analitica delle cause di irregolarità rilevate da ciascuno degli enti tenuti al controllo.

L’invito da parte dell’Inail alla regolarizzazione, comprende anche la richiesta di fornire ogni elemento utile per il risultato positivo della verifica. L’interessato può procedere alla regolarizzazione della propria posizione entro quindici giorni dalla notifica dell’invito.

Il suddetto invito non permette l’effettuazione di altre verifiche, con validità per tutte le interrogazioni effettuate antecedentemente il predetto termine di 15 giorni e comunque non oltre i trenta giorni dall’interrogazione che lo ha originato.

In caso di mancata regolarizzazione, e comunque entro il 30° giorno dall’interrogazione, l’esito negativo della verifica viene comunicato ai soggetti che hanno effettuato l’interrogazione con l’indicazione degli importi a debito e delle cause di irregolarità.

Chi ha l’obbligo del DURC e chi no. I soggetti tenuti al rilascio

Il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) è un certificato che attesta la regolarità contributiva e assicurativa di imprese, società e aziende nei confronti dell’INPS, dell’Inail e Cassa Edile. Il certificato costituisce anche uno strumento volto alla repressione del lavoro sommerso.

Chi sono i soggetti tenuti al rilascio del DURC

I soggetti che sono tenuti a rilasciare il DURC sono l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e gli atri istituti previdenziali che gestiscono forme di assicurazione obbligatoria; l’INAIL; gli altri istituti che gestiscono forma di assicurazione obbligatoria tramite convenzione con INPS e INAIL; le Casse edili in possesso dei requisiti previsti dalla legge n. 415/1998 (art.9, comma 77).

Da chi va richiesto il DURC

Il possesso del Documento Unico di Regolarità Contributiva è indispensabile per la partecipazione di aziende, imprese e società alle gare di appalto o subappalto di lavori pubblici, per la stipula di quest’ultimi, per attestare la regolarità dei pagamenti delle fatture della Pubblica Amministrazione e per i benefici contributivi INPS.

All’interno dei contratti pubblici, il DURC deve essere richiesto dall’Appaltatore e dalle imprese esecutrici per lavorare con la Pubblica Amministrazione. Ecco per quali motivi.

Dall’Appaltatore per:

  • Verificare la dichiarazione sostitutiva relativo al requisito di cui all’articolo 38, comma 1, lettera i, del Codice;
  • aggiudicarsi il contratto secondo quanto espresso dall’art. 11, comma 8, del Codice;
  • stipulare il contratto.

Dalle Imprese esecutrici, appaltatore e subappaltatore per:

  • pagare lo stato avanzamento lavori (SAL) o delle prestazioni relative a servizi e forniture (fatture);
  • certificare il collaudo, attestarne la regolare esecuzione, verificarne la conformità;
  • pagare il saldo finale;
  • rilasciare le concessioni per la realizzazione di opere pubbliche e gli affidamenti con procedura negoziata;
  • gestire i servizi e le attività pubbliche (concessioni e convenzioni);
  • lavori privati in edilizia (permesso a costruire o la denuncia inizio attività);
  • usufruire di benefici normativi e contributivi concessi da Enti pubblici (esclusi INAIL e INPS);
  • rilascio dell’attestazione SOA che è la certificazione obbligatoria per gli appalti di lavori pubblici;
  • iscrizione all’Albo dei fornitori;
  • beneficiare di finanziamenti e sovvenzioni per l’effettuazione di investimenti previsti dalle normative;
  • valutazione di pubblici lavori, per cui il committente non è tenuto all’applicazione del Codice e del Regolamento;
  • attestazione di qualificazione dei contraenti generale.

Per chi ricorre l’obbligo di richiesta del DURC

Entrando nel dettaglio, i soggetti obbligati a fare richiesta del Durc per lavorare con la Pubblica Amministrazione in materia di contratti pubblici, sono i seguenti:

  • I lavoratori autonomi che hanno dipendenti; che compiono un’attività per cui non è necessario iscriversi all’Albo professionale; che svolgono un’attività per soggetta al versamento contributivo all’INPS e all’INAIL.
  • I liberi professionisti iscritti alle apposite casse di previdenza volontarie che, non essendo soggetti alla gestione INPS e INAIL, non possono richiedere il DURC previo Sportello Unico Previdenziale ma che possono richiedere un documento equivalente che attesti la regolarità contributiva. Senza tale certificato, essi non possono stipulare contratti e ricevere pagamenti.

I co.co.co non devono richiedere il DURC, in quanto le ritenute assistenziali e previdenziali sul reddito sono versate dai loro datori di lavoro alla Gestione Separata INPS, anche per la parte spettante il Collaboratore Coordinato Continuativo iscritto al suddetto fondo pensionistico.

Il DURC non è obbligatorio nemmeno per i lavoratori occasionali con reddito superiore ai 5.000 euro l’anno. Come i co.co.co, anche loro sono iscritti alla Gestione Separata INPS e sono i committenti a versare le ritenute previdenziali ed assistenziali sul fondo pensionistico, anche per la parte spettante il lavoratore.

Il contenuto del DURC

Il documento deve contenere la ragione sociale o la denominazione, sede legale e unità operativa, codice fiscale del datore di lavoro. L’iscrizione agli istituti previdenziali ed eventualmente alle Casse edili. La dichiarazione di regolarità contributiva o della irregolarità contributiva, in quest’ultimo caso va indicata la motivazione o la specifica scopertura. La data di effettuazione della verifica di regolarità contributiva. La data di rilascio del certificato e il nominativo del responsabile del procedimento.

Il Durc: cos’è e a cosa serve? Ecco la guida completa

Il Durc è un documento che serve a certificare la regolarità sul fronte contributivo. Vediamo cos’è e a cosa serve attraverso la seguente guida completa.

Il Durc: cos’è questo certificato?

Il Durc è la sigla di documento Unico di Regolarità contributiva. Questo documento è un certificato vero e proprio che attesta la posizione regolare di un soggetto in termini di contributi previdenziali e assistenziali. Anche le aziende possono richiedere il Durc e questo gli permette di avere un via libera in molte situazioni. Infatti, le aziende per partecipare a bandi pubblici, ad esempio, hanno bisogno che questo documento sia in regola. Ma lo stesso può valere anche per i singoli soggetti, che per accedere anche a bonus o contributi, hanno bisogno di aver pagato tutti i contributi obbligatori. La regolarità contributiva deve essere sia in termini di INPS, INAIL e le imprese tenute ad applicare i contratti del settore edili, le Casse edili appunto.

Quali sono i dati contenuti?

Quando si richiede il Durc si accede al sistema contributivo nazionale che permette di consultare gli archivi INPS, INAIL e casse edili. Il Durc non è altro che un documento in PDF inviato al richiedente che contiene i seguenti dati:

  • denominazione o ragione sociali del soggetto su cui effettuare la verifica;
  • la sede ed il codice fiscale dello stesso;
  • l’iscrizione INPS, INAIL e casse edili;
  • la dichiarazione di regolarità;
  • il numero identificativo;
  • la data di effettuazione della verifica;
  • la validità.

La disponibilità dell’esito è comunicata tramite l’indirizzo Pec registrato dal richiedente nel sistema, in fase di accesso al servizio Durc online. Se il Durc è positivo vuol dire che non ci sono pendenze, altrimenti si invita il soggetto a mettersi in regola.

Il Durc: come funziona?

A partire dal primo luglio 2015 con l’entrata in vigore del decreto ministeriale 30 gennaio 2015, la verifica della regolarità contributiva avviene con modalità telematica in tempo reale. L’esito positivo ha valore per circa 120 giorni dalla richiesta. Se questo non avviene nei tempi previsti  per lo meno non c’è regolarità, ciascuno degli enti provvede a trasmettere tramite pec al soggetto interessato. Quest’ultimo ha 15 giorni di tempo dalla notifica per regolarizzare la situazione. Il Durc è ormai richiedibile solo online e può essere richiesto sia in capo al datore di lavoro con tutti i contratti di lavoro previsti, che sia per i liberi professionisti. Spesso a richiederlo è proprio il commercialista che si occupa della vita contributiva del suo cliente. Il Durc positivo può essere utilizzato per tutti i procedimenti in cui viene richiesto.

Quando si richiede il Durc?

Il Durc viene richiesto in determinati procedimenti. Ad esempio quando si chiede l’erogazione di sovvenzioni, sussidi, contributi, vantaggi economici. Tutti i casi sono previsti nell’art 1, comma 553 della legge 23 dicembre 2005 n. 266. Soprattutto nel periodo di pandemia che stiamo vivendo, viene spesso chiesto alle aziende destinatarie di contributi statali, l’esibizione della regolarità del documento. Comunque sia il documento contributivo è richiesto nell’ambito delle procedure di appalto di opere, forniture e servizi pubblici e nei lavori privati legati al settore dell’edilizia. Infine il Durc viene riesco anche ai fini dell’attestazione SOA per i lavori pubblici.

Chi può effettuare le ricerche di validità?

I soggetti abilitati alle ricerche di validità in merito al Durc sono vari. Pertanto, di seguito un elenco che può così riassumerli:

  • le pubbliche amministrazioni;
  • le Soa, Società Organismi di Attestazione e qualificazione delle aziende che hanno il compito istituzionale di accertare l’esistenza dei requisiti necessari per chi esegue lavori pubblici;
  • le amministrazioni aggiudicatrici, gli organismi di diritto pubblico, gli enti ed i soggetti aggiudicatori e le sezioni di appaltanti;
  • le amministrazioni pubbliche procedenti, i concessionari e i gestori di pubblici servizi che agiscono ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445;
  • gli intermediari finanziari e le banche con delega da parte del soggetto titolare del credito in relazione alla cessione dei crediti certificati;
  • l’impresa ed il lavoratore autonomo in relazione alla propria situazione contributiva.

Come fare domanda?

I soggetti sopra elencati accedono al servizio con le credenziali/abilitazioni rilasciate per l’applicativo Sportello Unico Previdenziale. Tale applicativo è operante sia sul sistema dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) che attraverso il portale dell’Istituto Nazionale di previdenza sociale (INPS). Le banche e gli intermediari finanziari accedono, solo previa delegata da parte del soggetto titolare del credito. La delega è un apposito atto che va comunicato dal delegante agli istituti e conservato dal delegato. Mentre il lavoratore autonomo o l’ impresa delegano l’adempimento a chiunque ne abbia interessi. Spesso è possibile richiedere la propria  posizione anche al consulente/commercialista o al consulente di lavoro di fiducia. Questi possono accedere nel sistema per conto dei soggetti da cui sono stati delegati.

Il Durc e la dichiarazione di Adesione agevolata

La dichiarazione di adesione agevolata è la possibilità di estinguere i debiti iscritti al ruolo contenuti nelle cartelle di pagamento. Inoltre, aderendo a questa agevolazione si versano le somme dovute senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. E’ quindi una vera e propria opportunità di rimettersi in regola e di avere per tanto un Durc regolare. Secondo quanto disposto dalla legge, l’intero procedimento si perfeziona con il pagamento delle somme in unica soluzione. Ma anche con il pagamento della prima rata, qualora si sia scelto un pagamento rateale. Ma attenzione, in caso di mancato o insufficiente pagamento delle somme stabilite comporta l’annullamento di tutti i Durc da tutti gli Enti preposti alla verifica. Infine, i documenti resi nulli sono pubblicati nella sezione apposita in sede di eventuale richiesta di nuovo documento.

Niente contributi per le zone colpite dal sisma

Sono arrivate da Inps nuove disposizioni per quanto riguarda le zone di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpite dal sisma nel 2016 e 2017.

Più precisamente, attraverso il DURC Online il responsabile unico del procedimento, il RUP, può verificare la regolarità contributiva delle imprese impegnate nella ricostruzione delle zone colpite dai terremoti e acquisisce dalla Cassa edile il DURC di congruità.

Inoltre, è previsto che non arrivino cartelle esattoriali e attività esecutive dell’agente di riscossione nei Comuni colpiti dai terremoti fino al 31 maggio 2018. Si tratta di una sospensione automatica che non richiede adempimenti da parte dei soggetti interessati.

Il RUP deve verificare:

  • per interventi di ricostruzione pubblica, al momento dell’aggiudicazione e alla stipula del contratto, il possesso della regolarità contributiva attestata con il DURC online;
  • per interventi di ricostruzione privata, al momento dell’adozione del provvedimento di concessione del contributo,in attuazione di quanto previsto nelle ordinanze adottate dal Commissario straordinario del Governo ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2, comma 2, del decreto legge 189/2016, il possesso della regolarità contributiva attestata con il DURC online.

Per quanto riguarda invece gli stati di avanzamento lavori e il termine degli stessi, il DURC online va integrato con il DURC di congruità, che viene rilasciato dalla cassa edile competente e attesta la congruità dell’incidenza della manodopera impiegata dall’impresa nel cantiere interessato dai lavori.

L’Inps comunque sottolinea la distinzione fra i documenti necessari, il DURC Online e il DURC di congruità, ovvero la certificazione relativa alla manodopera impegnata nello specifico cantiere. Quest’ultimo documento è rilasciato dalla Cassa edile di competenza, in base ai criteri fissati sempre dall’ordinanza 41/2017.

Le modalità di rilascio del DURC di congruità saranno disciplinate da una specifica ordinanza del Commissario straordinario del Governo, che conterrà anche regole e sanzioni nei casi di inadempienza.

Vera MORETTI

Novità sul Durc

Novità in vista sul fronte del Durc. Il ministero del Lavoro ha infatti emanato un decreto ministeriale recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale con il quale introduce significative modifiche al decreto del 30 gennaio 2015 sulla semplificazione del Durc (documento unico di regolarità contributiva).

Il decreto ministeriale sul Durc modifica alcuni punti salienti della normativa:

  • all’art. 2, comma 1, primo periodo, dopo la locuzione “per l’attività edilizia”, il decreto aggiunge la seguente frase: “nonché, ai soli fini Durc, per le imprese che applicano il relativo contratto collettivo nazionale sottoscritto dalle organizzazioni, per ciascuna parte, comparativamente più rappresentative;
  • all’art. 5 i commi 2 e 3 vengono sostituiti rispettivamente con i commi:
  1. A) in caso di fallimento o liquidazione coatta amministrativa con esercizio provvisorio, l’impresa viene considerata regolare con gli obblighi contributivi nei confronti di INPS, INAIL e Casse edili scaduti prima della data di autorizzazione all’esercizio provvisorio;
  2. B) in caso di amministrazione straordinaria, viene considerata regolare con riferimento ai debiti contributivi nei confronti di Inail, Inps e Casse edili scaduti prima della data del decreto di apertura della procedura medesima.

Durc, la proposta dei commercialisti

I commercialisti italiani intervengono sul tema Durc e lo fanno con una proposta interessante: utilizzare il Durc on line nelle procedure di allerta previste dalla legge delega di riforma del diritto fallimentare.

Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha avanzato la propria proposta durante un convegno della categoria sulle tematiche del lavoro, nel quale è stato toccato l’argomento Durc, il Documento Unico di Regolarità Contributiva.

Come ha motivato il presidente dei commercialisti, Gerardo Longobardi, parlando del Durc, “uno dei cardini della riforma fallimentare sarà rappresentato dalle procedure di allerta, finalizzate a prevenire il più possibile le crisi delle nostre imprese. Il disegno di legge delega prevede che con la cosiddetta ‘allerta esterna’ andranno segnalati agli Organismi di composizione della crisi (Occ), dai creditori qualificati casi di ‘inadempimento di importo rilevante”.

Il sistema delle banche dati attualmente presenti in Italia – ha proseguito Longobardipuò rilevare immediatamente ed automaticamente gli inadempimenti di obblighi fiscali, contributivi o previdenziali. Per questo proponiamo una norma che imponga ai creditori istituzionali, tra cui, ovviamente, anche l’Inps, di segnalare quei fatti ad ‘automatica rilevabilità’, connessi a reiterati inadempimenti di importo rilevante da parte delle imprese di obblighi fiscali e previdenziali, come ad esempio l’omesso versamento dei contributi per un determinato periodo di tempo”.

In questa ottica – ha concluso Longobardi -, la previsione di un meccanismo automatico di segnalazione da parte dell’Inps agli Organismi di composizione della crisi di irregolarità rilevabili dalla banca dati utilizzata ai fini del rilascio del Durc potrebbe fornire con congruo anticipo informazioni determinanti su eventuali situazioni di difficoltà di un’azienda, evitando che la situazione precipiti con il passare del tempo sino a determinare il fallimento, con effetti negativi per i creditori e la collettività”.