Compenso servizio civile universale è tassato?

Il servizio civile è un’opportunità per molti giovani per fare la prima esperienza nel mondo del lavoro/sociale e per guadagnare un po’ di denaro, ma gli importi sono soggetti a tassazione? A porre il quesito all’Agenzia delle Entrate è un contribuente. Ecco come sono tassati gli importi percepiti per lo svolgimento del servizio civile universale e se permettono di ottenere le detrazioni fiscali per figli a carico.

Detrazioni fiscali per il figlio che svolge il servizio civile

Un contribuente ha posto questo quesito all’Agenzia delle Entrate, in particolare chiede se è possibile richiedere le detrazioni per il figlio che svolge il servizio civile.

L’Agenzia delle Entrate attraverso la rubrica FiscoOggi sottolinea che con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 40/2017, che ha istituito il “Servizio civile universale”, gli assegni attribuiti agli operatori per tale servizio rientrano tra i redditi esenti da imposizioni tributarie e non sono imponibili ai fini previdenziali.

Ne consegue che i compensi erogati in favore di coloro che prestano il servizio civile universale non rilevano più nel calcolo del limite massimo di reddito complessivo, previsto dall’articolo 12 del Tuir, per essere considerati familiari a carico.

Visto che tali importi non rientrano nel calcolo per considerare fiscalmente non più a carico il figlio, il genitore può continuare a far valere in dichiarazione dei redditi le detrazioni per le spese sostenute in favore del figlio, ad esempio le spese sanitarie, spese di trasporto spese per affitto per gli studenti universitari.

Naturalmente se il giovane percepisce altri redditi questi devono essere assoggettati alla relativa disciplina. Si ricorda che un soggetto è considerato fiscalmente a carico:

  • reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili.
  • Figli di età inferiore a 24 anni sono considerati fiscalmente a carico con un reddito complessivo uguale o inferiore a 4.000 euro, al lordo degli oneri deducibili.

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Modello 730/2023 precompilato, attenti a questo errore

L’Agenzia delle Entrate risponde attraverso la rubrica FiscoOggi a contribuenti che manifestano perplessità e dubbi inerenti il fisco. Tra i quesiti posti vi è quello di una contribuente che ha notato nel modello 730/2023 precompilato un errore nella compilazione del prospetto dei familiari a carico.

Modello 730/2023 precompilato, in molte dichiarazioni vi è un errore

Il modello 730/2023 precompilato presenta un’anomalia, infatti, sottolinea l’istante, nel quadro dei familiari a carico la figlia risulta a carico solo per due mesi, gennaio e febbraio 2022, mentre il figlio nato ad aprile 2022 non risulta nel prospetto. La contribuente chiede quindi se ha effettivamente diritto alle detrazioni per le spese sostenute per entrambi i figli e se di conseguenza deve modificare il prospetto dei familiari a carico.

Sottolinea l’Agenzia delle entrate che effettivamente questa anomalia è stata denunciata da diversi contribuenti. Si tratta quindi di un vero e proprio errore che però non va ad incidere “sull’esito contabile della dichiarazione, se non per i contribuenti residenti in alcune regioni (Campania, Puglia, Piemonte, Sardegna) e nella provincia di Bolzano, per i quali il valore riportato nel campo “mesi a carico” può incidere sull’ammontare dell’addizionale regionale dovuta”.

L’errore nasce dal fatto che in alcune CU (Certificazioni Uniche) del 2023, che costituiscono la fonte principale per il modello 730 precompilato, nel campo mesi a carico si riporta solo il dato inerente i mesi di gennaio e febbraio 2022 per i quali si usufruiva anche dell’assegno nucleo familiare venuto meno poi nel mese di marzo 2023 con l’entrata in vigore dell’assegno unico. Evidentemente i datori di lavoro hanno tralasciato il fatto che pur non percependo più l’assegno per il nucleo restavano in vigore le detrazioni.

Come correggere l’errore nel modello 730/2023 precompilato?

L’Agenzia delle entrate invita quindi i contribuenti a modificare il quadro indicando per la figlia il numero di mesi a carico in 12, mentre per il figlio nato nel mese di aprile 2022 deve indicare 8 mesi a carico. Potrà per entrambi avvalersi delle detrazioni e deduzioni previste, ad esempio la detrazione per le spese sanitarie.

L’Agenzia invita la contribuente a comunicare la nascita del figlio al datore di lavoro in modo che possa aggiornare i dati nel modello CU per l’anno successivo in modo che non si ripresenti il problema.

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Detrazione coniuge a carico 2022: come ottenerla, limiti e importo

Sappiamo che con l’entrata in vigore dell’Assegno Unico sono venute meno numerose misure di welfare tra cui gli assegni per il nucleo familiare, inglobando anche  l’assegno per il coniuge. Ciò che invece non è venuto meno sono le detrazioni per i familiari a carico e tra queste la detrazione per il coniuge a carico. Ecco come funziona, i limiti e quanto si può ottenere.

Detrazione coniuge a carico

Le detrazioni sono un modo per riuscire a diminuire le imposte da pagare in modo legale. Il nostro ordinamento ne prevede numerose e spesso le persone non le conoscono perdendo così dei benefici. Al termine dell’articolo sarà quindi presente una lista delle varie detrazioni che è possibile sfruttare. Ritorniamo però alla detrazione per il coniuge a carico.

La normativa prevede la possibilità di ottenere la detrazione per i familiari a carico, sono considerati fiscalmente a carico i componenti del nucleo che abbiano un reddito annuo inferiore a 2.840,51 euro. Nel caso in cui si tratti di figli con meno di 24 anni, sono considerati a carico se hanno un reddito inferiore a 4.000 euro. Si ricorda che è considerato a carico anche il figlio che non vive più in casa con i genitori. Tali importi devono essere considerati al lordo degli oneri deducibili. Gli oneri deducibili sono le voci di spesa che devono essere sottratti al reddito al fine di ricavare l’imponibile, cioè la base su cui viene calcolata l’imposta.

Come determinare se il coniuge è fiscalmente a carico?

Per quanto riguarda il coniuge a carico si applica la detrazione nei limiti visti per gli altri familiari fiscalmente a carico, cioè nel caso in cui abbia maturato un reddito inferiore a 2840,51 euro.

Nel calcolo per determinare il reddito del coniuge devono essere compresi:

  • i redditi da lavoro dipendente ( anche se prestato in zone di frontiera o all’estero), redditi da impresa o lavoro autonomo;
  • i redditi da fabbricati e da terreni;
  • le retribuzioni corrisposte da enti e organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari, Missioni, Santa Sede…

Per ottenere la detrazione per il coniuge a carico è necessario compilare nel modello 730/2022 nella prima pagina, il riquadro “Familiari a Carico” barrando la casella “C”. E’ necessario quindi indicare il codice fiscale del coniuge e i mesi per i quali è a carico.

A quanto ammonta la detrazione per il coniuge a carico?

Sappiamo che la detrazione è una quota che va sottratta all’imposta Irpef calcolata, la detrazione per il coniuge a carico dipende dal reddito del contribuente.

  • Per redditi fino a 15.000 euro la detrazione è di 800 euro;
  • per redditi da 15.000 a 29.000 euro la detrazione ammonta a 690 euro;
  • da 29.001 a 29.200 la detrazione è di 700 euro;
  • da 29.201 a 34.700 euro la detrazione è di 710 euro;
  • da 34.701 a 35.000 euro è di 720 euro;
  • da 35.001 a 35.100 euro è di 710 euro;
  • da 35.101 a 35.200 euro è di 720 euro;
  • da 35.201 a 40.000 euro è di 690 euro;
  • da 40.000 a 80.000 euro la detrazione deve essere calcolata con la formula: 690- (80.000 – reddito complessivo)/40.000.
  • Superati gli 80.000 euro di reddito non vi è il diritto alla detrazione per il coniuge a carico.

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Buste paga più leggere a marzo, perché?

Le buste paga dei lavoratori pubblici e privati a marzo 2022 sono più leggere di quanto ci si aspettasse e, indubbiamente, se rapportate allo stesso mese del 2021. E nonostante sia stato introdotto l’Assegno unico per i figli in pagamento dall’Inps. Solo una famiglia su due riceverà l’assegno unico entro la fine del mese. Tutte le altre famiglie, invece, vedranno nell’immediato i soli tagli delle misure in vigore fino a poco tempo fa, come ad esempio l’Assegno per il nucleo familiare (Anf). Inoltre, la partenza dell’assegno unico per i figli coincide con la revisione delle aliquote e degli scaglioni dell’Irpef.

Confronto tra busta paga del 2022 e 2021: ecco quali sono le differenze

Prendendo in considerazione la busta paga di un operaio con coniuge e due figli minori a carico, secondo i calcoli effettuati da Il Sole 24 ore, si può calcolare su una retribuzione base di marzo 2021 pari a 1750 euro, le seguenti voci incluse nel cedolino:

  • la festività non goduta per 67 euro;
  • gli straordinari al 25% pari a 215 euro;
  • l’Assegno per il nucleo familiare (Anf) per 200 euro;
  • il contributo Ivs per meno 187 euro;
  • il contributo Cigs per 6,10 euro;
  • l’imponibile Irpef è pari a 1.840 euro al quale corrisponde un’aliquota Irpef del 24,28% pari a 447 euro, una detrazione per il lavoro dipendente di 95 euro, una detrazione per il coniuge di 57 euro e una detrazione per i figli a carico di 125 euro;
  • il totale delle ritenute Irpef è pari a 167 euro;
  • il trattamento integrativo della legge numero 21 del 2020 è corrispondente a 102 euro;
  • in totale il reddito netto del mese di marzo 2021 è uguale a 1.974 euro.

Busta paga marzo 2022: scompaiono l’Anf, le detrazioni per i figli e il trattamento integrativo L. 21 del 2020

La busta paga del mese di marzo 2022 è invece molto più ristretta rispetto a quella dello stesso mese di un anno fa. Scompaiono l’Assegno per il nucleo familiare (Anf), le detrazioni per i figli e il trattamento integrativo della legge numero 21 del 2020. Pertanto si avrà:

  • una retribuzione base di 1.798 euro;
  • straordinari al 25% pari a 234 euro;
  • i contributi Ivs pari a meno 187 euro;
  • il contributo Cigs pari a meno 6,10 euro;
  • l’esonero della quota di contributi previdenziali legge numero 234 del 30 dicembre 2021, comma 121, per oltre 16 euro, col segno positivo;
  • l’imponibile Irpef è di 1.856 euro;
  • l’Irpef lorda, ad aliquota del 23,65%, è pari a 439 euro;
  • le detrazioni per il lavoro dipendente sono pari a 193 euro;
  • detrazioni per il coniuge pari a 57 euro;
  • le ritenute Irpef pari a meno 188 euro.

Quale differenza della busta paga di marzo 2022 rispetto a quella di un anno fa?

Complessivamente, dunque, l’operaio riceverà a marzo di quest’anno un mensile netto inferiore di 305 euro rispetto a quello che ha percepito nella busta paga di marzo 2021. Tuttavia, se ha presentato domanda all’Inps dell’Assegno unico per i figli prima della fine di febbraio, l’operaio percepirà un’indennità pari a 350 euro. L’assegno viene corrisposto per la presenza di due figli minori a carico tramite accredito sul conto corrente bancario dell’operaio, oppure tramite carta prepagata o libretto postale.

Assegno unico per i figli, quando vengono pagate dall’Inps le indennità?

In merito al pagamento dell’Assegno unico per i figli, c’è da osservare che dallo scorso 23 marzo sono iniziati gli accrediti degli stipendi per circa 3,2 milioni di lavoratori del pubblico impiego. Da oggi, 29 marzo, iniziano i pagamenti degli stipendi dei lavoratori dei settori privati. In tutto circa 14,5 milioni di lavoratori. La busta paga con mensile più basso rispetto a un anno fa riguarda, dunque, i circa 3,5 milioni di contribuenti che non hanno presentato la domanda all’Inps per l’Assegno unico per i figli entro la fine dello scorso mese. Per chi percepisce il Reddito di cittadinanza, l’accredito dell’Assegno unico per i figli avverrà non prima del prossimo mese. È attesa una circolare Inps che faccia chiarezza sulle modalità di accredito dell’assegno.

 

 

Assegno unico e detrazioni per spese mediche e sanitarie sono compatibili?

L’introduzione dell’Assegno Unico per i figli a carico ha portato numerose novità in Italia per quanto riguarda il complessivo sistema delle imposte. Molti si chiedono: se percepisco l’assegno unico per i figli a carico, possono usufruire delle detrazioni per spese mediche e sanitarie sostenute per loro?

Assegno Unico e detrazioni per spese mediche e sanitarie

L’Assegno Unico fa venire meno tutta una serie di misure del welfare, ad esempio gli Assegni Per il Nucleo Familiare, il bonus nascita e la detrazione per figli a carico ex articolo 12, comma 1 lettera C del TUIR. Proprio per questo molte persone si sono chieste se vengono meno anche le detrazioni per le spese sostenute in favore dei figli.

Il chiarimento è arrivato attraverso il decreto Sostegni Ter che va a completare il coordinamento tra il decreto legislativo 230 del 2021 e istitutivo dell’Assegno Unico e il TUIR. Il Sostegni Ter  introduce il comma 4 bis nell’articolo 12 del TUIR che stabilisce che ai fini delle detrazioni fiscali diverse da quelle previste in modo specifico per i figli a carico, non rileva la percezione o meno dell’Assegno Unico. Questo implica che tutte le detrazioni fiscali diverse rispetto a quelle previste dall’articolo 12, comma 1 lettera C del TUIR continuano ad essere valide indipendentemente dal fatto che si percepisca o meno l’Assegno Unico (detrazione di 950 per ciascun figlio a carico, aumentato a 1.220 per figli di età inferiore a 3 anni…).

Detrazioni per spese mediche e Assegno Unico sono compatibili

Siccome la detrazione per le spese mediche e sanitarie del 19%, con franchigia di 129,11 euro, è diversa rispetto alle detrazioni per i figli a carico prevista dall’articolo 12, comma 1 lettera C del Tuir, si evince da questo chiarimento contenuto nel decreto Sostegni Ter che in sede di dichiarazione dei redditi ( i termini sono aperti da maggio) è possibile allegare le fatture, le ricevute e gli scontrini parlanti attestanti le spese mediche sostenute per tutti i familiari a carico, compresi i figli che percepiscono l’Assegno Unico. Si potrà così ottenere un risparmio di imposta notevole.

Per approfondimenti sulle detrazioni per spese mediche e sanitarie leggi l’articolo: Detrazioni per spese mediche: quali sono e casi particolari

Deduzioni per spese mediche: quali sono e quando si possono ottenere