L’Italia recepisce la Direttiva Copyright a tutela di artisti, autori, editori

Dal 12 dicembre 2021 è in vigore il decreto legislativo 177 del 2021 che introduce importanti novità sul diritto d’autore e funge da recepimento della Direttiva Copyright dell’Unione Europea 2019/790 del 2019. Ecco cosa cambia per gli autori, gli artisti e gli editori.

Perché nasce la Direttiva Copyright

La Direttiva Copyright risponde a una peculiare esigenza di tutela degli autori e degli editori di prodotti intellettuali di varia natura che attraverso il digitale solitamente vengono sfruttati senza che ci sia un’equa remunerazione del titolare dei diritti stessi.

Ormai le pubblicazioni avvengono prevalentemente online, articoli di cronaca o di approfondimento, articoli scientifici testi di poesie e canzoni, brani, insomma tutta la produzione intellettuale si diffonde in rete, questa però permette uno scarso controllo dei fruitori e di conseguenza spesso gli autori, e gli editori che hanno acquistato i diritti, perdono la remunerazione o gran parte della stessa. Ad esempio in passato per leggere gli articoli del giornalista “Sergio Rossi” era necessario comprare il giornale, oggi invece si possono ottenere gratuitamente. Diventa però necessario assicurare un equo compenso ai titolari dei diritti d’autore, inoltre è necessario proteggere la titolarità dei diritti.

I rapporti più tesi in questi anni sono stati tra gli editori/autori e le piattaforme di condivisione, ad esempio Google e Facebook, solo per citare i due colossi che più di altri contribuiscono alle circolazione delle opere senza retribuire chi delle stesse è legittimo proprietario. Non manca chi lancia un allarme opposto e cioè sostiene che la Direttiva Copyright potrebbe addirittura distruggere internet.

Quali sono i punti chiave del decreto che recepisce la Direttiva Copyright?

Sappiamo che le direttive dell’Unione Europea dettano disciplina quadro che solitamente non entra nei dettagli, ma lascia ampio spazi agli Stati Membri che hanno però un obbligo di adeguarsi. Anche in questo caso quindi è stato molto importante il lavoro degli “attori” italiani per cercare di contemperare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti.

I punti chiave della disciplina sono:

  • diritto all’equo compenso per lo sfruttamento online dei contenuti;
  • diritto a una remunerazione adeguata e proporzionata per alcune categorie di professionisti;
  • i contenuti possono essere caricati sulle piattaforme online solo previa autorizzazione del titolare dei diritti (solitamente è l’editore);
  • obbligo di produrre un rendiconto sullo sfruttamento dei diritti inerenti le opere pubblicate;
  • diritto alla risoluzione del contratto in caso di mancato sfruttamento dell’opera.

Come calcolare l’equo compenso nel giornalismo

Nel decreto viene riconosciuto un importante ruolo all’AGCOM che deve dettare i criteri per stabilire l’equo compenso.

Per quanto riguarda l’equo compenso questo è riconosciuto anche in favore degli editori, in particolare qualora tali opere siano riprodotte da altre piattaforme ( le maggiori sono Google e Facebook) deve essere riconosciuto un equo compenso all’editore. I criteri per determinare tale compenso è rimandato all’AGCOM, che però deve determinare gli stessi tenendo in considerazione:

  • il numero di visualizzazioni online degli articoli;
  • gli anni di esperienza degli editori;
  • i costi sostenuti per gli investimenti
  • i benefici economici che derivano alle parti;
  • il numero dei giornalisti impiegati;
  • la rilevanza dei contenuti sul mercato.

Su tale equo compenso previsto in favore degli editori deve quindi essere calcolato anche un ulteriore compenso per l’autore a cui spetta una percentuale compresa tra il 2% e il 5%.

Direttiva Copyright per il cinema

Le novità interessano non solo il giornalismo, ma anche il settore del cinema, infatti direttori artistici e traduttori acquisiscono di diritto la qualifica di “coautori” quindi hanno il riconoscimento del diritto d’autore. I doppiatori invece sono considerati alla stregua di “artisti”, di conseguenza autori, direttori artistici, adattatori dei dialoghi, doppiatori e altre figure professionali devono ottenere anche loro un equo compenso in proporzione agli incassi derivanti dalle proiezioni.

Per gli autori delle opere è previsto un compenso anche per le varie riproduzioni e diffusioni effettuate dalle emittenti.

Il rendiconto

Il soggetto (piattaforma o social network) che intende diffondere prodotti coperti dal diritto d’autore, prima di procedere deve chiedere l’autorizzazione al titolare. Sono però previste delle eccezioni nel caso in cui tale soggetti dimostri di aver fatto tutto il possibile per ottenerla senza esservi riuscito, provveda alla rimozione in caso di eventuale richiesta e dimostri di aver fatto il possibile per evitare nuovi caricamenti. E’ sempre considerato reponsabile chi pratica pirateria.

L’articolo 107 al comma 2 stabilisce che coloro che trasferiscono i diritti esclusivi per lo sfruttamento delle loro opere hanno diritto ad ottenere almeno ogni 6 mesi, informazioni aggiornate sullo sfruttamento dell’opera e sulla remunerazione dovuta. La remunerazione dovuta per lo sfruttamento dell’opera deve comunque essere proporzionata rispetto ai ricavi. L’AGCOM sarà chiamata a vigilare sull’esatto adempimento di tale obbligo e potrà anche irrogare sanzioni.

I compensi per lo sfruttamento delle opere sono definiti irrinunciabili e di conseguenza neanche per contratto sarà possibile deliberare in modo diverso.

Il provvedimento ha trovato l’apprezzamento dal ministro della Cultura Dario Franceschini che ha sottolineato come esso sia in grado di rafforzare la tutela di autori e artisti attraverso norme chiare e meccanismi trasparenti. Tra l’altro il testo è stato studiato e concordato con esponenti del settore, proprio per questo trova il plauso di Giulio Rapetti Mogol che presiede al SIAE e Ricardo Franco Levi presidente dell’AIE (Associazione Italiana Editori) e di altri esponenti del settore dell’arte e della cultura.

Infine deve essere ricordato che la nuova disciplina non si applica ad alcune categorie di prodotti, si tratta di:

  • enciclopedie online senza scopo di lucro (wikipedia);
  • raccolte scientifiche senza scopo di lucro;
  • piattaforme e software open source (libere).

Servizi energetici sempre più acquistati in mobilità

Sono sempre di più i servizi che vengono acquistati in mobilità, tra i quali anche quelli forniti dai gestori di energia. Ecco perché uno di questi gestori, Sorgenia, attraverso la app Opinion Rewards di Google, ha ritenuto utile effettuare un’indagine su un campione di 1000 persone per analizzare i comportamenti d’acquisto e le tendenze in atto nell’uso della multicanalità.

La ricerca è stata effettuata in Italia su un campione di popolazione – suddiviso in fasce d’età a partire dai 25 anni – abituata a servirsi di device tecnologici durante il processo di acquisto di prodotti e servizi.

Dalla ricerca è emerso che il 76,4% del campione è coinvolto nel processo di acquisto dei servizi per la casa, tra cui figura anche la fornitura di luce e gas. Il criterio che il 72,6% del campione segue nell’acquisto di prodotti e servizi è il miglior rapporto qualità-prezzo.

Circa il 60% usa pc e smartphone per prendere informazioni sui servizi ed eventualmente acquistarli, mentre internet è stato determinante come fonte nell’attivazione di un contratto telefonico o assicurativo per il 68,2%.

L’indagine evidenzia anche l’interesse a cambiare fornitore di energia a fronte di un risparmio economico (abbiamo parlato proprio ieri di switching economy), soprattutto da parte del target maschile (49% degli uomini), oltre alla propensione a prendere in considerazione un diverso fornitore a fronte di servizi aggiuntivi rispetto alla fornitura di elettricità e gas.

Nel caso di offerte presentate sul sito di un fornitore di luce e gas, la mancanza di un vantaggio di prezzo risulta essere il principale motivo di rifiuto o esclusione da parte dei consumatori (39,6%).

Infine, rispetto all’assistenza clienti si evidenzia la preferenza di strumenti digitali (Pc e smartphone), quindi self-care, che consentono un risparmio annuo sui servizi, soprattutto da parte del target più giovane (con meno di 45 anni). Il segmento che supera i 45 anni predilige invece il contatto telefonico.

Il digitale per far crescere le imprese e l’export

Si è svolto qualche giorno fa a Roma un interessante workshop dal titolo Digital4export, durante il quale si è cercato di fare il punto sulla relazione positiva tra digitalizzazione, internazionalizzazione ed esportazione. Una relazione particolarmente significativa per le piccole e medie imprese italiane, nelle quali il digitale può essere un facilitatore nei rapporti internazionali.

Il workshop ha visto la partecipazione del ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, del presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello, del Country Chairman Italia di UniCredit Gabriele Piccini e del responsabile Policy and government affairs di Google, Diego Ciulli.

La tavola rotonda ha sottolineato come oggi le Pmi possono trovare un valido supporto nella collaborazione tra enti pubblici e grandi aziende, chiamati a intercettare e comprendere come le loro caratteristiche possano essere utilizzate per rilanciare, attraverso l’export e una conversione decisa al digitale, la crescita economica del Paese. Queste le voci dei partecipanti.

Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali

La crescita economica, e la possibilità di creare nuovo lavoro di qualità, passa anche per l’aumento della capacità delle imprese di giocare un ruolo crescente sui mercati internazionali. Il digitale rappresenta una leva essenziale in questa direzione: in particolare, le pmi possono beneficiare delle opportunità offerte dall’innovazione per raggiungere nuovi clienti in tutto il mondo. Favorire la diffusione del digitale significa, naturalmente, dotare i giovani delle competenze necessarie, attraverso interventi mirati di formazione. La nostra sfida è quella di contribuire alla digitalizzazione del Paese puntando sui ragazzi di Garanzia Giovani. L’esperienza che abbiamo avviato con Crescere in Digitale, in collaborazione con Google ed Unioncamere, sta dando risultati positivi e testimonia il grande interesse dei giovani e delle imprese che, nel programma Go International di Unicredit, possono trovare un sostegno reale all’avvio di una strategia di internazionalizzazione”.

Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere

Tra il 2011 e il 2014, le ricerche in rete dei prodotti made in Italy sono cresciute del 22%. Ciò significa che la voglia di Italia è in continuo aumento sul web. A fronte di questo, solo una impresa manifatturiera italiana su 5 esporta. Per raggiungere i potenziali consumatori del mondo, il digitale rappresenta allora la via più rapida e praticabile per le nostre Pmi. Per attuare questa rivoluzione, insieme a Google abbiamo puntato sulla sensibilizzazione delle imprese e sulla formazione dei giovani circa i vantaggi della digitalizzazione in termini di competitività e occupabilità. Con il programma Crescere in digitale, realizzato all’interno dell’iniziativa Garanzia Giovani del Ministero del Lavoro, stiamo formando circa 50mila giovani, con l’obiettivo di portarne 6mila ad effettuare 3mila tirocini, in maniera che possano spendere, all’interno delle aziende che li ospitano, le competenze digitali acquisite. In questo contesto vedo la possibilità di sviluppare sinergie anche con Unicredit, valorizzando le opportunità offerte dall’iniziativa Go International! all’interno del progetto Crescere in Digitale per i giovani e per le imprese che vogliono sfruttare le potenzialità del web per esportare”.

Gabriele Piccini Country Chairman Italy di UniCredit

Siamo stati tra i primi a parlare alle imprese del rapporto tra export e digitalizzazione lanciando nel 2014 il programma di formazione Go International!. In poco più di un anno e mezzo quasi 6mila imprese hanno partecipato ai nostri corsi gratuiti usufruendo di 30mila ore di formazione, di cui oltre 10mila su temi di digitalizzazione, e-commerce, internazionalizzazione anche attraverso seminari realizzati in collaborazione con Google. Con UniCredit International abbiamo avviato percorsi di affiancamento e accompagnamento all’estero per le nostre imprese e organizzato incontri sia reali che virtuali tra buyer esteri e seller italiani. Dal 2009 ad oggi sono stati oltre 40 gli incontri B2B a cui hanno partecipato 3mila aziende di vari settori dal food&beverage, al sistema casa, alla moda, al turismo. Da metà 2015 abbiamo lanciato una nuova modalità virtuale di B2B con un primo pilota effettuato sul settore wine&food. Tutto questo ci ha consentito dal 2012 di accompagnare all’estero, oltre 22mila imprese e il nostro obiettivo è di accompagnarne altre 30mila al 2018”.

Diego Ciulli, responsabile Policy and government affairs di Google

L’Italia è per propria natura un Paese esportatore, ma ancora oggi soltanto una frazione del nostro sistema produttivo è internazionalizzata. Grazie alle piattaforme digitali le Pmi possono accedere a un mercato globale: analizzare i mercati, contattare i consumatori, e vendere in tutto il mondo. La principale barriera all’utilizzo del web da parte delle Pmi sta nelle competenze digitali. Per questo ci siamo impegnati a formare con competenze digitali 2 milioni di europei entro il 2017. In Italia lo facciamo anche scommettendo sui giovani disoccupati, con il programma Crescere in Digitale, insieme al Ministero del Lavoro e a Unioncamere”.

Made in Italy ed eccellenze digitali

I digitalizzatori del Made in Italy hanno fatto la loro scoperta: i prodotti italiani sono sempre più apprezzati e ricercati in rete ed è bene che le imprese sfruttino questo treno digitale che sta passando, aumentando nel proprio organico le figure con competenze digitali, per far sì che le medesime imprese possano crescere grazie al successo del Made in Italy.

È questo il succo di quanto emerso dalla presentazione, avvenuta nei giorni scorsi a Firenze, della nuova edizione del progetto Eccellenze in Digitale, promosso da Google e Unioncamere. Un progetto che ha interessato ben 20mila imprese, 1500 delle quali supportate nelle strategie di sviluppo digitale.

Secondo Diego Ciulli, public policy manager di Google Italia, “negli ultimi due anni sono cresciute del 22% le ricerche di prodotti Made in Italy online su Google. Nei Paesi in via di sviluppo di nuova digitalizzazione, c’è mercato aggiuntivo per i nostri prodotti: i nuovi ricchi di tante parti del mondo utilizzano Internet per accedere per la prima volta al Made in Italy, ma vediamo che le ricerche crescono anche nei Paesi industrializzati, come gli Usa la Germania e la Francia“.

Secondo i dati della ricerca, dei prodotti Made in Italy online attirano più le immagini (+41%) e i video (+32%) rispetto alle news (-7%). Incoraggiante la crescita dello shopping online, +57%.

Per quanto riguarda invece i Paesi che più di tutti amano i prodotti Made in Italy, almeno online, ci sono l’Australia, gli Usa e la Gran Bretagna; si difendono bene anche Grecia, Canada, Svizzera, Germania, Belgio e Olanda.

Chiusura all’insegna del buon senso da parte del vicepresidente di Unioncamere e presidente della Camera di Commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi: “La qualità è il nostro petrolio e chi cerca il Made in Italy la insegue disperatamente, per questo dobbiamo trovare ogni mezzo per far conoscere al mondo i nostri artigiani di qualità, digitalizzare le Pmi d’eccellenza è il modo più semplice ed economico per prendere al volo questa voglia mondiale e trasformarla in un motore potentissimo per la nostra economia”.

Italia, la più cliccata dai mercati stranieri

L’Italia e il Made in Italy piacciono ancora, anzi, sempre di più.
A testimoniarlo sono le percentuali delle ricerche su Google, che negli ultimi tre anni sono aumentate del 22%.

Questo dato è frutto di uno studio, il rapporto Italia – Geografie del nuovo Made in Italy, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison, presentato a Treia (Macerata) nella sessione di apertura del XIII seminario estivo.

Questo risultato fa capire come il Belpaese sia concepito all’estero, nonostante i sette anni di crisi: i mercati globali, infatti, hanno ancora un’idea di Italia innovativa, versatile, creativa, reattiva, competitiva e vincente.

Questo successo, comunque, è dovuto grazie ad un percorso che, in questi anni, si è deciso di percorrere, senza mai lasciare da parte la qualità, che da sempre contraddistingue, ad esempio, la nostra attività manifatturiera.

Proprio questo settore ha contribuito a far arrivare l’Italia tra le prime cinque potenze industriali, insieme a Cina, Germania, Giappone e Corea.
Non a caso dall’introduzione dell’euro l’Italia ha visto i valori medi unitari dei suoi prodotti salire del 39%, facendo meglio di Regno unito (36%) e Germania (23%).

Ma la qualità dei prodotti italiani non viene riconosciuta solo all’estero perché ben due italiani su tre sono disposti a pagare un sovrapprezzo per avere prodotti 100% italiani. E questa tendenza si riscontra anche in Giappone, Emirati Arabi, Usa, Russia e Brasile.

Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, ha dichiarato in proposito: “Mentre la crisi sembra finalmente allentare la sua presa sul Paese, è ancora più importante avere un’idea di futuro, capire quale posto vogliamo che l’Italia occupi in un mondo che cambia. Più che in passato, mi piace dire che l’Italia deve fare l’Italia, rispondendo ad una domanda che aumenta ed e’ confermata dai dati sull’innalzamento delle ricerche sul maggiore motore di navigazione internet, e puntare sui talenti che il mondo le riconosce: bellezza, qualità, conoscenza, innovazione, territorio e coesione sociale che sempre più incrociano la frontiera della green economy. Talenti che ci consegnano le chiavi della contemporaneità e delle sfide del futuro perchè assecondano la voglia crescente di sostenibilità dei consumatori e danno risposte ai grandi cambiamenti negli stili di vita e nei modelli di produzione”.

Vera MORETTI

Eccellenze in Digitale anche ad Avellino

Che le ricerche su Google relative al Made in Italy fossero aumentate del 22% già si sapeva ma, se gli utenti sono molto social e digitali, non lo sono altrettanto le aziende portabandiera della qualità italiana nel mondo.

Per incentivare, dunque, la digitalizzazione delle aziende, è tornato il progetto Made in Italy. Eccellenze in Digitale promosso da Google in collaborazione con Unioncamere e le Camere di commercio, nato proprio per aiutare l’artigianalità italiana,ad imporsi sui mercati internazionali.

Le imprese interessate ad acquisire competenze per il web e capire quali potenzialità nasconde, possono collegarsi ad una piattaforma digitale, Eccellenzeindigitale.it.

Inoltre, presso 64 Camere di Commercio, sono presenti 132 giovani disposti a dare consigli e a diffondere la cultura digitale e supportare le imprese nell’avvio di una strategia online.

La Camera di Commercio di Avellino ospiterà Eugenio Molinario, sviluppatore web e comunicatore digitale con laurea in Gestione dei Media presa all’USI di Lugano e Simona Palomba, filologa con passione per il Web Marketing e laureata fra l’Università di Siena e quella di Edimburgo e con esperienza nel settore e-commerce maturata in Cina.

Costantino Capone, Presidente della Camera di Commercio di Avellino, ha dichiarato a proposito: “La Camera di Commercio di Avellino da sempre investe nella digitalizzazione dei propri servizi ritenendo lo sviluppo del web un fattore di competitività del sistema imprenditoriale. Dopo le prime due esperienze, la prima nel 2013 con Distretti sul Web e la seconda l’anno scorso con la prima edizione di Eccellenze in Digitale, la nostra partecipazione si riconferma ancora una volta. Con il progetto di quest’anno, la Camera di Commercio di Avellino vuole ulteriormente supportare le aziende del settore vitivinicolo, alimentare e moda pelle nel percorso di crescita cogliendo tutte le opportunità di promozione e commercializzazione in Italia e all’estero che l’utilizzo adeguato della rete può offrire“.

Vera MORETTI

Eccellenze in digitale a Reggio Calabria

Il progetto Made in Italy: Eccellenze in digitale torna a fare il suo tour ed approda, per la seconda volta, a Reggio Calabria, con la promozione di Google e la collaborazione di Unioncamere.

I promotori hanno ribadito che l’innovazione digitale è molto importante per portare il Made in Italy in giro per il mondo, e soprattutto per dimostrare di essere al passo coi tempi e con i colossi con i quali ci si deve fronteggiare.

In particolare, hanno dichiarato: “L’iniziativa punta a valorizzare lo scambio di competenze tra le piccole imprese e i giovani nella transizione al digitale, per far conoscere anche all’estero le eccellenze produttive italiane”.

In questo particolare caso, a supportare le imprese nel percorso di avvicinamento al digitale, sono stati scelti 132 borsisti, formati da Google e Unioncamere, che per 9 mesi saranno ospitati in 64 Camere di commercio in tutta Italia.

Inoltre, presso la Camera di Commercio di Reggio Calabria, due giovani digitalizzatori svolgeranno attività di sensibilizzazione e supporto alle imprese del territorio per aiutarle ad avvicinarsi all’online,sfruttando così le opportunità offerte da Internet per far conoscere in tutto il mondo le eccellenze del Made in Italy.

Si tratta di Valeria Morabito, reggina 25 anni, specializzata in Web Design e Comunicazione Digitale, laureata in filosofia all’Università degli Studi di Bologna, e Rocco Sgroi, reggino 28 anni, esperto di Comunicazione Digitale e laureato in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Messina.

Giovanni Santoro, vice presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, ha asserito: “La Camera di Commercio di Reggio Calabria ha aderito anche quest’anno alla nuova edizione del progetto “Made in Italy: Eccellenze in digitale”, nella convinzione che sia indispensabile proseguire nel percorso avviato nella precedente edizione di assistenza sulle opportunità offerte dall’economia digitale, che ha registrato un significativo interesse e una diffusa partecipazione da parte delle imprese che hanno aderito all’iniziativa realizzata a Reggio”.

Vera MORETTI

Ecco i digitalizzatori per il made in Italy

Avevamo parlato nei mesi scorsi del progetto promosso da Google, Unioncamere e 64 Camere di commercio “Made in Italy: Eccellenze in digitale” per formare giovani digitalizzatori a sostegno delle imprese del made in Italy. Ebbene, il percorso formativo di questi giovani, 132, è terminato da poco enei prossimi 9 mesi opereranno a contatto con le imprese dei diversi territori per favorirne la digitalizzazione, e la promozione dei loro prodotti di eccellenza del made in Italy.

Le Camere di commercio che hanno aderito all’iniziativa “Made in Italy: Eccellenze in digitale”, sono, in ordine alfabetico: Agrigento; Alessandria; Ancona; Ascoli Piceno; Avellino; Bari; Biella; Cagliari; Caltanissetta; Campobasso; Caserta; Catania; Catanzaro; Chieti; Cosenza; Cuneo; Fermo; Firenze; Foggia; Frosinone; Genova; La Spezia; Latina; Lecce; Lecco; Livorno; Lucca; Macerata; Monza e Brianza; Napoli; Novara; Nuoro; Padova; Parma; Pavia; Perugia; Pesaro e Urbino; Pescara; Piacenza; Pisa; Pistoia; Pordenone; Potenza; Prato; Ragusa; Reggio Calabria; Reggio Emilia; Rieti; Roma; Rovigo; Sassari; Savona; Siracusa; Sondrio; Taranto; Teramo; Terni; Torino; Trento; Verbano Cusio Ossola; Vercelli; Verona; Vicenza; Viterbo.

I ragazzi della nuova infornata raccolgono il testimone degli oltre 100 digitalizzatori della precedente edizione, durata 6 mesi durante i quali hanno supportato oltre 1500 imprese del made in Italy nella loro strategia digitale. Un’avventura, questa dei digitalizzatori che lasciano, che non finirà probabilmente qui, visto che sono molte le Camere di commercio che continueranno a servirsi delle loro competenze per favorire la digitalizzazione delle Pmi italiane.

I settori di eccellenza del made in Italy che le Camere di commercio hanno deciso di supportare attraverso l’opera dei digitalizzatori sono soprattutto quelli dell’artigianato, del turismo e dell’agroalimentare. Non mancheranno comunque realtà nelle quali i ragazzi sensibilizzare alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie anche imprese del settore culturale, che hanno molto da offrire in termini di qualità e di italianità.

Digitalizzatori a sostegno del made in Italy

Che cosa c’è di più utile del web promuovere le eccellenze del made in Italy? Poco o nulla. Lo sanno bene Google e Unioncamere che, con il patrocinio del ministero dello Sviluppo Economico, promuovono anche per il 2015 la digitalizzazione delle imprese del made in Italy.

L’iniziativa è stata un successo già nel 2014, tanto che per il 2015 toccherà a 92 giovani “digitalizzatori” che aiuteranno le Pmi italiane nel difficile ma stimolante compito di sfruttare le opportunità offerte da internet per far conoscere i propri prodotti sul mercato locale e, soprattutto, su quello internazionale, dove c’è da sempre fame di made in Italy e c’è maggiore possibilità di spesa.

I “digitalizzatori” dell’edizione 2015 del progetto saranno selezionati da Unioncamere e ciascuno di essi avrà il sostegno di una borse di studio da 9mila euro della durata di 9 mesi, messa a disposizione insieme a Google.

Il bando dell’iniziativa è rivolto a giovani neolaureati o laureandi con competenze digitali orientate al web marketing, oltre a competenze in campo economico, di marketing e di management. Utile conoscere i processi di internazionalizzazione e padroneggiare almeno l’inglese.

I giovani destinati a lanciare sul web le eccellenze made in Italy delle Pmi italiane saranno selezionati attraverso una prova scritta e un colloquio. Una volta superati, accederanno a un periodo di training con Google, dopo il quale affiancheranno le imprese del territorio, attraverso le Camere di Commercio.

Le domande di adesione devono pervenire entro le 12 di giovedì 30 aprile e dovranno essere inviate esclusivamente online attraverso il modulo compilabile cliccando qui.

Eccellenze in Digitale in aiuto delle pmi

Il cammino dell’iniziativa Made in Italy: eccellenze in digitale prosegue, forte dell’impegno e della collaborazione di Google, Unioncamere, Fondazione Symbola e Università Ca’ Foscari.

Al centro delle iniziative proposte c’è sempre il desiderio di avvicinare le imprese italiane al digitale, attraverso una sempre più consolidata consapevolezza del potenziale economico che si cela dietro ad un utilizzo più continuativo del web per fare affari e per promuovere la propria attività soprattutto all’estero.

Sul sito Eccellenzeindigitale.it ci sarà prima possibile una sezione dedicata alle piccole e medie imprese, alle quali verranno date indicazioni per realizzare una strategia di internazionalizzazione.
Inserendo poche informazioni sarà possibile ricevere un piano con consigli utili per iniziare a muovere i primi passi.

A disposizione delle aziende, ci saranno validi strumenti, come Google Trends, Global Market Finder, Consumer Barometer e Translate, che aiuteranno ad avviare la propria attività anche all’estero.
Inoltre, grazie al sistema percorso Selfservice ideato da Unioncamere, gli imprenditori saranno aiutate a districarsi in tutte le principali formalità necessarie per esportare.

Altro dato interessante è sicuramente la possibilità, da parte delle imprese interessate, ad entrare in contatto con imprenditori che hanno già seguito queste linee per utilizzare il web come leva distintiva per promuoversi in nuovi Paesi e capire cosi come avviare o rafforzare la propria strategia di internazionalizzazione.

I nuovi strumenti saranno inoltre a disposizione dei 104 giovani digitalizzatori, formati da Google e Unioncamere, attivi nelle 51 camere di commercio in tutta Italia per avvicinare le imprese al web.

Fabio Vaccarono, Managing Director di Google in Italia, ha commentato così l’iniziativa: “L’Italia ha un potenziale enorme. L’eccellenza italiana, fatta di milioni di piccole e medie imprese, ha tutte le carte in regola per eccellere sul web. Grazie al digitale, infatti, anche quelle che possiamo definire vere e proprie micro-multinazionali, PMI con grandi potenziale di export, hanno la possibilità di far conoscere i propri prodotti e la propria eccellenza anche all’estero in maniera semplice e scalabile“.

Vera MORETTI