Addio obbligo vaccinale e nuove regole su mascherine e Green pass dal 16 giugno

Da diversi mesi ormai anche le notizie di cronaca e le altre notizie riportate da tutti i siti e i quotidiani, non sono più incentrate sul Covid. La pandemia con la sua emergenza sanitaria per ben due anni è stata il problema principale in Italia come nel resto del mondo. Adesso il conflitto in Ucraina e il calo dei contagi ha portato a cambiare le priorità dell’informazione. Certo il Coronavirus è ancora in circolazione, ma come dimostrano i provvedimenti recenti del governo, l’emergenza se non proprio alle spalle sembra quantomeno limitata. In questi casi la cautela è sempre un fattore predominante. A maggior ragione se si pensa che anche l’estate 2021 e l’estate 2020 sono passate in maniera più leggera in fatto di Covid rispetto alle stagioni fredde. Ma come riporta il quotidiano Repubblica, stavolta sembra che qualcosa sia seriamente cambiato. Dopo questa specie di via libera che si sta vivendo oggi, alcuni provvedimenti del governo che verranno, sembrano indirizzati sulla stessa via dello stop alle limitazioni. La via di restrizioni ridotte all’osso.

Anche l’obbligo vaccinale via

Da 15 giugno è assai probabile che gli italiani diranno addio all’obbligo vaccinale. Si tratta dell’obbligo imposto dal governo per gli over 50. Quella dell’obbligo per chi aveva più di 50 anni di età è stata una decisione che ha fatto tanto discutere. A maggior ragione dopo che si è deciso di provvedere a comminare  le multe comminate dall’Agenzia delle Entrate sono arrivate a casa agli over 50. Come si legge sul quotidiano prima citato pare che ci sarà l’addio all’obbligo vaccinale dal 15 giugno.  La data è importante perché proprio il 15 giugno è quella della scadenza dell’obbligo vaccinale. L’intenzione del governo sembra quella di non ripristinarlo e quindi non prorogarlo più.

Quali misure resteranno in materia di restrizioni per il Covid

Come dicevamo l’obbligo vaccinale è stato imposto per le persone sopra i 50 anni di età. Si tratta della fascia che comunemente è stata quella più a rischio per le conseguenze più gravi in materia di Covid. Ad oggi oltre 3 milioni sono gli over 50 che non sono ancora in regola con la vaccinazione. Resta il fatto che per gli over 50 l’obbligo di vaccinazione resta in vigore fino al 15 giugno. Dopo tale data nessun obbligo perché il governo pare intenzionato a non prorogarlo. Il 12% del totale quindi è privo di vaccini e di conseguenza assoggettato a quella multa da 100 euro che ha fatto così tanto discutere. Ma la multa riguarda anche chi ha fatto solo una dose, o chi entro febbraio non aveva completato ancora il ciclo con la dose booster. Naturalmente ci saranno sempre delle eccezioni. Per alcune categorie infatti l’obbligo vaccinale resterà in atto. Non sarà così per la scuola, per i militari, per le forze dell’ordine. Solo per i lavoratori del settore sanità quelli più a diretto contatto con le problematiche del Coronavirus, l’obbligo resterà fino al 31 dicembre prossimo.

Dalle mascherina al Green pass,  cos’altro cambia?

Oltre che sull’obbligo vaccinale il governo è chiamato ad intervenire anche sulle altre misure di sicurezza che in questi mesi hanno fatto da corollario alla vita di milioni di Italiani. In primo luogo mascherine e Green pass. Infatti il Governo è chiamato a decidere anche sul proseguo dell’esperienza con i dispositivi di sicurezza e con il certificato verde. Ad oggi per esempio le mascherine sono ancora obbligatorie per gli eventi sportivi e per gli spettacoli al chiuso, oltre che per i mezzi di trasporto pubblici. Anche in seno al governo le posizioni sono differenti. Ci sono quelli che vorrebbero maggiore cautela mentre altri che vorrebbero addirittura il liberi tutti. La direzione dovrebbe essere quella di mantenere la cautela almeno nei posti dove inevitabilmente i rischi salgono. Nei trasporti per esempio, le regole dovrebbero continuare con lo stesso trend. In pratica mascherine sui mezzi di trasporto pubblici anche in estate. Diverso il caso di cinema teatri e palazzetti, dove l’uso delle mascherine potrebbe essere revocato. Una decisione spinta probabilmente dal fatto che in estate si tratta di strutture poco utilizzate che lasciano il campo alle strutture all’aperto.

E per le multe come funzionerà?

Ricapitolando l’obbligo vaccinale dovrebbe terminare come da previsione. Discussioni da questo punto di vista non esistono come dice Repubblica, perché è un passaggio quasi scontato vista la situazione emergenziale. Il risultato dell’obbligo vaccinale è stato raggiunto, o almeno,  lo è stato più o meno. Infatti una grande fetta di quelli over 50 che sembravano restii alla vaccinazione alla fine l’hanno effettuata. Certo restano sempre i più rigidi, quelli che nonostante la multa da 100 euro hanno mantenuto ferma la loro posizione. Va ricordato anche che il limite per completare la vaccinazione era fissato per il 15 febbraio. Di conseguenza anche coloro che hanno fatto qualche dose, ma senza completare il ciclo, adesso sono assoggettati a sanzione. Al momento, degli oltre 3 milioni di over 50 non vaccinati più o meno la metà hanno già ricevuto la lettera con l’avviso di pagamento. Fare che in questi giorni l’agenzia delle entrate completerà la procedura inviando le missive anche agli altri.

Covid: dal 1° maggio arrivano nuove regole per mascherine e green pass

Dal 1° maggio entrano in vigore le nuove regole per il contenimento dei contagi Covid contenute nell’ordinanza firmata dal Ministro della Salute Speranza. Ecco cosa cambia per gli italiani con mascherine e green pass.

Dal 1° maggio potrò togliere la mascherina?

La prima domanda che tutti si pongono è: dal primo maggio potrò finalmente togliere la mascherina? Per oltre due anni la mascherina è stata la nostra fedele compagna di viaggio. Ne abbiamo acquistate di ogni tipologia: con filtro, senza filtro, chirurgica, FFp2 ed FFp3, fashion, o con copri mascherina e ora forse potremo dirle addio. La realtà non è proprio questa, infatti l’obbligo di mascherina dal primo maggio non cadrà ovunque in quanto i contagi Covid sono ancora rilevanti e continuano a registrarsi morti per corona virus.

Sarà necessario continuare a indossarla nei luoghi in cui vi è un più elevato rischio di contagio e quindi dove sono presenti numerose persone in luoghi chiusi, cioè mezzi di trasporto locali e a lunga percorrenza, cinema, teatri, ospedali e scuole. Per quanto riguarda in particolare i mezzi di trasporto, è previsto l’obbligo di indossare la mascherina FFp2 su metropolitana, treni regionali, treni ad alta velocità, aerei e traghetti. Tale obbligo vige fino al 15 giugno 2022.

In cinema e nei teatri invece l’obbligo è previsto fino al 31 maggio. É obbligatorio l’uso della mascherina anche nei palazzetti dello sport e ai concerti. Non sarà invece necessaria allo stadio.

Chi continuerà a usare le mascherine per proteggersi dal Covid?

In tutti gli altri luoghi chiusi, pubblici e privati, resta vigente la raccomandazione di usare dispositivi di protezione dal Covid. D’altronde sono numerose le persone che hanno già deciso di continuare a usarla anche se non obbligatoria, soprattutto dove si notano assembramenti.

Naturalmente gli abitanti della Campania stanno aspettando che il governatore De Luca pronunci il suo verbo, infatti in questi due anni non sono mancati periodi in cui pur se nel resto d’Italia si poteva togliere la mascherina nei luoghi aperti, in Campania No.

Ricordiamo che nella prossima dichiarazione dei redditi è possibile portare in detrazione le spese sostenute per l’acquisto di mascherine, infatti si tratta di dispositivi medici. Per sapere come fare, leggi l’articolo: Detrazione mascherine: le modalità operative indicate dal MEF

Cosa succede nei luoghi di lavoro?

Per i luoghi di lavoro non è previsto l’obbligo di indossare la mascherina. Per le aziende private è però prevista la possibilità per il datore di lavoro di mantenere i protocolli vigenti, tra cui appunto l’uso della mascherina.

Nel luoghi di lavoro pubblici è invece raccomandato, ma non obbligatorio, l’uso dei dispositivi di protezione. La raccomandazione è rivolta in modo peculiare ai dipendenti che lavorano in uffici dove non sono presenti barriere di protezione, a coloro che lavorano in uffici in cui è prevista la presenza di utenti in fila e nei casi in cui si condivida l’ufficio con personale fragile. L’uso della mascherina è raccomandato anche in ascensore.

Il green pass sarà ancora obbligatorio?

No vax e Pro vax per oltre un anno hanno discusso sul green pass e ora ne resta un’applicazione limitata. Il certificato verde introdotto mesi fa per poter accedere a luoghi pubblici, esercizi commerciali (tranne poche esenzioni), uffici, mezzi di trasporto, ora non dovrà più essere richiesto.

Permane l’obbligo di mostrare il green pass sono per l’ingresso in ospedale ed RSA, cioè in tutti quei luoghi in cui è necessario preservare la salute di persone fragili. In queste strutture sarà necessario presentare il super green pass cioè il certificato emesso in seguito a somministrazione di vaccino oppure in seguito a guarigione da contagio.

Il green pass nella versione base, cioè rilasciato in seguito a esito negativo di tampone, potrà invece ancora essere richiesto per i viaggi all’estero. In questo caso è bene fare riferimento alle normative previste dai Paesi di approdo.

Fino al 31 maggio è necessario presentare il green pass, almeno nella versione base anche per entrare in Italia, questo vale sia per i cittadini che rientrano, sia per gli stranieri che arrivano in Italia.

Contagi, mascherine, green pass, lavoro e scuola: cosa cambia da oggi, 1° aprile

Da oggi, 1° aprile 2022, scattano le nuove disposizione su contagi, mascherine, green pass, lavoro e scuola per arginare l’emergenza Covid. Le disposizioni sono incluse nel decreto legge numero 24 del 2022 sulle riaperture. Non si potranno ancora mettere da parte mascherine e green pass, ma cambiano le regole che dovranno essere osservate. Leggiamo nel dettaglio cosa si può fare e cosa necessita ancora di specifici adempimenti.

Cosa fare se si è contagiati dal Covid?

Se si è contagiati dal covid rimane l’obbligo di isolarsi. Chi invece ha avuto contatti stretti con altre persone risultate contagiate deve rispettare l’autosorveglianza. Ciò significa che deve mantenere la mascherina Ffp2 al chiuso o in presenza di assembramenti. L’obbligo vige fino al 10° giorno successivo all’ultimo contatto stretto.

Mascherine, chi deve utilizzarle e quando?

Rimane l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine, almeno chirurgiche, in tutti i posti al chiuso. Inoltre, la mascherina va utilizzata su tutti i mezzi di trasporto e quindi:

  • sugli aerei;
  • sulle navi e sui traghetti;
  • sui treni, sugli autobus interregionali e sugli scuolabus;
  • per l’accesso alle funivie, alle cabinovie e alle seggiovie;
  • nei cinema, nei teatri, nelle sale da concerto, nelle sale per l’intrattenimento, durante le competizioni sportive (in tutti questi casi è richiesta la mascherina Ffp2);
  • nelle discoteche fino al 30 aprile 2022 è necessario tenere la mascherina, tranne quando si balla.

Green pass, quando è necessario averlo dal 1° aprile 2022?

Basta il green pass base, a partire dal 1° aprile 2022, per andare in un ristorante al chiuso, al bar e per le consumazioni al banco o al tavolo. Non è necessario avere alcun green pass per i ristoranti all’aperto, i bar all’aperto e per il trasporto pubblico locale o regionale.

Super green pass, quando è necessario averlo ad aprile 2022?

Non scompare del tutto il super green pass. Il documento verde rafforzato è occorrente per entrare:

  • nelle piscine, nei centri natatori, nelle palestre;
  • per svolgere sport di contatto o di squadra;
  • per entrare nei centri di benessere, negli spogliatoi e nelle docce;
  • per poter entrare nei centri sociali, ricreativi e culturali al chiuso;
  • per la partecipazione alle feste, alle sale scommesse o da gioco, ai bingo e ai casinò;
  • per l’entrata nelle discoteche e sale da ballo;
  • per entrare in spettacoli, competizioni sportive ed eventi che si svolgono al chiuso.

Green pass e mascherine, cosa serve per andare a lavoro dal 1° aprile 2022?

Per accedere a lavoro, tutti, incluso chi ha già compiuto i 50 anni di età, devono avere il green pass base. Pertanto, se non si è vaccinati, basta il semplice tampone negativo. In ogni modo, l’obbligo vaccinale (e quindi almeno del green pass base con almeno il tampone) vige fino al 15 giugno 2022 per il personale scolastico e universitario, per i militari e per le forze dell’ordine.

Scuola, quali sono le nuove regole per l’emergenza Covid?

Cambiano le regole per la scuola in merito a didattica a distanza e utilizzo delle mascherine. Con quattro positivi tra gli alunni di una classe, le attività didattiche continuano in presenza, ma sia gli studenti (dai sei anni di età in su) che i docenti hanno l’obbligo di mantenere le mascherine Ffp2. Nelle scuole primarie, nelle secondarie di primo o e di secondo grado e negli istituti di formazione professionale, chi contrae la Covid e rimane dunque in isolamento, dovrà continuare le lezioni in Didattica digitale integrata. Il rientro in classe avviene con testa molecolare o rapido a esito negativo.

 

Green pass, super green pass e mascherine: cosa cambia dal 1° aprile

Nuove regole in arrivo con il decreto “Riaperture” in vigore dal 1° aprile 2022 per mascherine, green pass, green pass rafforzato e accesso nei luoghi chiusi o all’aperto. Per accedere al lavoro, fino al 30 aprile, sarà ancora necessario il green pass. Il super green pass verrà richiesto ancora per tutto il mese di aprile in determinati luoghi. Leggiamo tutte le nuove regole per il contenimento della pandemia da Covid-19.

Mascherine, dove servono e quali utilizzare

Rimane in vigore l’obbligo di utilizzare la mascherina Ffp2 su navi, traghetti, aerei, treni interregionali, Intercity, treni ad alta velocità, autobus interregionali, mezzi di noleggio con conducente, trasporti pubblici locali e scuolabus. La mascherina deve essere indossata anche per le funivie, le cabinovie e le seggiovie. Inoltre, la Ffp2 deve essere utilizzata anche per tutti gli spettacoli che si tengono al chiuso, nelle sale cinema, concerti, teatrali e nei locali di intrattenimento. Inoltre, va indossata anche per gli spettacoli di musica dal vivo e per gli eventi sportivi.

Chi può non utilizzare la mascherina?

Non cambia nulla in merito al non obbligo di indossare la mascherina. Non sono tenuti a mettere la mascherina i bambini al di sotto dei 6 anni; le persone disabili o con patologie; i soggetti che svolgono attività fisica.

Bar, negozi, banche, poste, supermercati: serve la mascherina ad aprile 2022?

Nei luoghi chiusi diversi da quelli nei quali c’è l’obbligo di indossare la Ffp2, si dovrà continuare a indossare la mascherina rimarrà fino a tutto il mese di aprile. Ma per i seguenti luoghi si potrà avere anche la mascherina chirurgica:

  • posti di lavoro;
  • uffici postali e bancari;
  • supermercati, centri commerciali e negozi;
  • bar e ristoranti;
  • uffici pubblici;
  • luoghi di culto.

L’obbligo di indossare la mascherina, almeno chirurgica, vige anche per i lavoratori domestici come colf, badanti e baby sitter. Si può derogare all’uso della mascherina solo se si sta in isolamento nei predetti luoghi in maniera continuativa.

Green pass base, che cos’è e quando serve

Il green pass base continuerà a essere richiesto per frequentare determinati luoghi o svolgere certe attività. Si tratta del certificato da vaccinazione, da guarigione o successivo al tampone negativo. Il green pass base continuerà a essere richiesto per:

  • accedere al luogo di lavoro, sia dei dipendenti privati che del pubblico impiego. Lo stesso obbligo vale per i magistrati (amministrativi, contabili, ordinari e contabili) e per i componenti di commissioni tributarie. Se sprovvisti di green pass base i lavoratori dipendenti pubblici e privati verranno considerati assenti ingiustificati dal lavoro fino al momento in cui presenteranno il certificato. Non sono previste conseguenze disciplinari e si ha diritto a conservare il posto di lavoro;
  • svolgere concorsi pubblici o corsi di formazione;
  • accedere alle scuole, ma non vi è obbligo per gli studenti e gli alunni;
  • accesso alle università, e l’obbligo è previsto anche per gli studenti;
  • accedere alle mense o ai colloqui con i detenuti.

Green pass in bar, ristoranti, stadi e mezzi di trasporto: quando serve?

Per l’accesso ai bar e ai ristoranti al chiuso basterà solo il green pass base (e non il super green pass). Il green pass base serve sia per il servizio ai tavoli che per quello al banco al chiuso. Per lo stadio e gli eventi sportivi all’aperto serve il green pass base. Per i mezzi di trasporto serve il solo green pass base e non più il super green pass. Pertanto, ai treni (interregionali, Intercity e ad alta velocità), per le navi e i traghetti (compresi quelli dello Stretto di Messina o per le Isole Tremiti), per gli autobus interregionali e gli autobus Ncc serve il solo green pass base. Peri mezzi pubblici di trasporto locale dal 1° aprile non servirà alcun green pass (fino al 31 marzo 2022 serve il super green pass).

Dove non serve più il green pass base?

Inoltre, dal 1° aprile 2022, il green pass base non serve più per usufruire dei servizi alla persona come parrucchieri, barbieri ed estetisti; per andare in albergo o in centri termali, per l’accesso in musei, mostre, fiere e sagre e per gli impianti di risalita.

Super green pass, dove sarà ancora richiesto fino al 30 aprile 2022?

Fino al 30 aprile 2022 il super green pass sarà ancora richiesto per determinati luoghi o attività. Ad esempio, per accedere alle piscine, alle palestre, ai centri natatori e di benessere. L’obbligo vige anche se questi centri sono all’interno di strutture alberghiere. Il super green pass è richiesto anche per praticare sport di contatto o di squadra. Inoltre, il super green pass verrà richiesto anche per frequentare congressi e convegni, centri culturali, ricreativi e sociali che si svolgano al chiuso; le feste comunque denominate susseguenti e non a delle cerimonie religiose e civili e a tutti gli eventi assimilati che si svolgano al chiuso. Sarà necessario il super green pass anche per le sala gioco o scommesse, i casinò, le sale bingo e le discoteche o sale da ballo. Per tutti gli eventi sportivi che si svolgono al chiuso, come nei palazzetti, è richiesto il super green pass.

Super green pass, richiesto nelle Rsa, hospice e reparti degenza ospedali fino a tutto il 2022

Il super green pass sarà richiesto fino a tutto il 2022 per accedere, come visitatori, alle Rsa e agli hospice. Servirà dunque la terza dose del vaccino. Chi ha solo il ciclo vaccinale primario oppure risulti guarito da Covid, dovrà presentare un tampone molecolare o rapido fatto nelle precedenti 48 ore. Fino al 31 dicembre 2022 le stesse regole dovranno essere rispettate per accedere ai reparti di degenza degli ospedali.

Dove non servirà più il green pass?

Il green pass base o quello rafforzato, non serviranno più pertanto:

  • per i servizi alla persona, i negozi, i servizi bancari e postali e gli uffici;
  • gli alberghi le strutture ricettive e i musei;
  • i centri termali, le fiere e le sagre;
  • gli impianti di risalita;
  • la partecipazione alle cerimonie pubbliche.

 

Green pass: il Tar Lazio accoglie ricorso, lo stipendio va pagato ai sospesi?

In via del tutto temporanea, al lavoratore che è stato sospeso perché privo del Super Green Pass e quindi non vaccinato, deve essere liquidato metà dello stipendio spettante per tutto il periodo di sospensione. Questo è ciò che ha stabilito il Tar del Lazio. Il Ministero in questione, sostituto di imposta del lavoratore che ha impugnato il provvedimento di sospensione, deve provvedere a pagare il 50% della retribuzione. Si tratta di uno dei primi provvedimenti, anche se non l’unico, in materia. Un provvedimento che di fatto manda per aria i decreti del governo. Anche se si tratta di un provvedimento del tutto provvisorio, come vedremo in seguito. Al momento però va sottolineato questo orientamento. L’importanza dell’atto è che va a minare la sicurezza con cui il governo ha imposto le regole del Green Pass per lavorare.

Anche l’Anief aveva sottolineato l’anomalia che adesso il Tar ha sancito come tale

Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio, ha promulgato una ordinanza  che di fatto ribalta l’indirizzo che il governo ha dato all’obbligo vaccinale sui posti di lavoro. Il Tar infatti ha accolto un ricorso promosso da un lavoratore della Polizia Penitenziaria contro la sospensione senza stipendio imposta dal Ministero e confacente a quanto stabilito dai decreti del governo.

Il Tar di fatto ha ordinato al Ministero di pagare lo stipendio al lavoratore ricorrente. Nello specifico,  il Tar ha ordinato di concedere al lavoratore la metà della retribuzione al personale sospeso. Un decisione temporanea,  in attesa dell’udienza pubblica di merito.

Resta il fatto che questa ordinanza mette in discussione più di qualcosa. Il 6 maggio verrà discusso il resto, compresa la presunta incostituzionalità del provvedimento. Potrebbe violare la costituzione la decisione che lascia senza stipendio i lavoratori per il fatto che non hanno voluto vaccinarsi.

L’ordinanza del Tar nel dettaglio, ok anche senza Green pass per i lavoratori?

Il Tar Lazio ha disposto il pagamento della metà della retribuzione al dipendente sospeso senza la cosiddetta dose booster, cioè senza la terza dose di vaccino, necessaria dopo i 6 mesi dalla seconda per continuare ad avere il Green Pass.

La sentenza del Tar, anche se non ancora definitiva, crea un precedente. E adesso tutti i lavoratori che sono stati costretti a rimanere senza stipendio, possono sperare. Lavoratori che per mesi e mesi per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale, sono rimasti privi di sostentamento. E che adesso potrebbero seguire la linea del ricorso. Forze dell’Ordine, sanitari e personale scolastico per esempio, sono tra le categorie assoggettate a questo obbligo.

Anche nella scuola ricorsi in arrivo?

Pare che anche Anief sia sul punto di spingere i lavoratori ad aderire a questo genere di iniziativa, a chiedere quindi che quanto stabilito dalla recente ordinanza del Tar si applichi anche a loro. Metà stipendio quindi e non sospensione senza retribuzione come è stato fatto fino ad oggi.

I numeri non sono irrisori visto che secondo le stime si evidenzia che oltre 8.000 tra insegnanti, collaboratori scolastici e amministrativi, sono senza stipendio e sospesi da mesi.

Turismo: perché l’Italia rischia di essere ancora penalizzata col Green pass

Sul Green pass il governo si è diviso nuovamente nelle Commissioni Parlamentari. L’argomento certificato verde è sempre attuale, soprattutto da noi dove oggettivamente, vigono le regole più rigide praticamente da inizio pandemia. La Lega di Matteo Salvini si è vistare spingere un emendamento che chiedeva la fine del Green pass dopo il 31 marzo. La data è eloquente perché di fatto aprile segna il via alla stagione primaverile ed estiva che tanto importante è per il settore turistico che a sua volta è importante per il PIL italiano.

E con la Lega hanno votato a favore le opposizioni, quelle di Fratelli d’Italia e di Alternativa c’è. La maggioranza, PD, Italia Viva, Forza Italia e Movimento 5 Stelle hanno bocciato la proposta. Al momento nessuno stop per il Green pass, al contrario di altri Paesi dove in questi giorni si è deciso di porre fine a tutte le limitazioni.

Cosa succede in Italia con il Green pass

Per esempio, in Inghilterra stanno decidendo se porre lo stop perfino all’isolamento dei positivi da Covid, naturalmente asintomatici. I numeri dei contagi nel Regno Unito, nonostante da tempo ormai le limitazioni sono minime, continuano a scendere. Una politica diversa quella utilizzata oltre Manica rispetto a noi italiani. Da noi, notizia di ieri, si parla di aprire alla quarta dose di vaccino per i “fragili” dal primo marzo.

Gli scettici, non solo i tanto discussi no vax, già pensano che sia il preludio ad una nuova dose presto aperta a tutti. L’inizio di ogni dose è stata fatta così nei mesi scorsi, prima i fragili, poi le categorie lavorative particolari (sanitari, forze dell’ordine e così via) ed infine tutta la popolazione.

In Italia resta ancora in atto il Green pass obbligatorio in ogni luogo, lavorativo e non. In alcuni si può entrare con il certificato base, cioè anche con il tampone. In altri luoghi nemmeno con quello, serve il vaccino. Un obbligo mascherato, che vale però per gli over 50, su cui grava il rischio di ricevere a casa una multa da 100 euro se non si vaccinano e se non sono guariti dal Covid in passato.

Limitazioni ferree che minano tutte quelle attività legate anche al turismo oltre che alla ristorazione e alla ricettività. I questi mesi il calo di fatturato per tutte le attività è stato evidente, e adesso si è collegato ad un incremento delle spese tra bollette energetiche con aumenti esponenziale e aumenti dei costi delle materie prime, del carburante e così via.

Ma l’Italia non sembra indirizzata verso un allentamento delle misure, e questo rischia di essere un problema per le attività turistiche e similari.

 

Meglio aperture con limitazioni che le chiusure dei lockdown

Chi ha imposto queste regole e tutti gli opinionisti, giornalisti e così via che ogni sera litigano nei salotti dei talk show televisivi, che sono a favore del Green pass, mettono gli esercenti dinnanzi al fatto compiuto. Lo scorso anno eravate chiusi, vedete che il Green pass vi ha agevolato? Così rispondono al calo di fatturato che gli esercenti lamentano.

Con tutti i senza Green pass che non possono frequentare le attività, con la paura di tutti, anche dei vaccinati, che verte più verso le lungaggini burocratiche che verso il timore dei contagi, le attività non navigano nell’oro. E in Italia il turismo e la ristorazione sono elementi economici fondamentali per la salute dello Stato e per il nostro prodotto interno lordo. Quale turista oggi sceglierebbe l’Italia di fronte alla concorrenza di Paesi esteri dove già oggi c’è un liberi tutti o quasi?

Un dato di fatto oggettivo questo, soprattutto proseguendo in questa direzione delle limitazioni.

Bar e ristoranti, adesso contro il Green pass, ecco cosa chiedono

Eppure fu accolto bene, come una sorta di scialuppa di salvataggio il Green pass da parte di bar, ristoranti ed attività similari. La maggior parte dei pubblici esercenti videro nel Green pass lo strumento utile ad evitare le chiusure e i coprifuoco.

Anzi, molti di loro sposarono in pieno questo strumento, considerandolo utilissimo sia come salute pubblica che come salvaguardia delle loro attività. Nulla di più sbagliato, come dimostrano adesso le lamentele di molte associazioni di categoria come la Fipe Confcommercio.

Sarebbero dovuti scendere in piazza prima, questa la cosa che adesso viene fuori sentendo le dichiarazioni di molti addetti ai lavori. Il malcontento regna sovrano quindi, tant’è vero che si arriva a chiedere al governo un intervento.

Molti pensavano che il Green pass fosse la soluzione

Parliamoci chiaro, la maggior parte dei pubblici esercenti, baristi, ristoratori e così via, credevano di aver risolto tutto o quasi con il Green pass. Avevano ingoiato, pur tra malumori, il boccone amaro di dover essere i controllori dei Green pass per gli avventori. Si, perché il governo aveva imposto l’onere del controllo proprio a loro, con l’applicazione sul telefonino e con il controllo, via via maggiore da dover effettuare. Oggi anche all’aperto occorre controllare il Green pass a prescindere che l’avventore sia in piedi o seduto (altre regole assurde che sono state adottate in questi anni), ed a prescindere che il locale è all’aperto o al chiuso.

I senza Green pass da vaccinazione o guarigione, il cosiddetto Super Green Pass, non possono per nulla accedere a questi luoghi. Anche se la campagna vaccinale in Italia è a livelli record rispetto agli altri Paesi, questo Super Green pass insieme ad altre beghe normative e burocratiche, hanno comunque ridotto di molto gli avventori.

E bar, ristoranti e simili, per il solo fatto di essere aperti, hanno perduto pure qualsiasi diritto a ristori, fondo perduto ed altri provvedimenti di aiuto.

Perché pochi clienti nei bar e nei ristoranti?

Che il Green pass sia strumento politico e non sanitario, usato solo per spingere le vaccinazioni non lo scopriamo noi. È sempre più evidente, anche perché adesso con la promessa di renderlo illimitato dopo la terza dose, anche governo e tecnici hanno dimostrato questo.

La comunità scientifica ha già confermato che il vaccino non dura in eterno e la sua copertura già dopo 4 mesi cala drasticamente. Questo valeva per la seconda dose, e pure se diranno che con la terza non è così, nessuno ci crede. Evidente che se il vaccino cala di copertura dopo qualche mese e il Green pass comunque diventa illimitato, quest’ultimo tutto è tranne che uno strumento sanitario.

E poi, tornando al bar o al ristorante, i senza Green pass sono clienti persi in partenza, ma anche molti di quelli “ligi al dovere” con la vaccinazione, non frequentano più queste attività. I perché sono da ricercare nelle astruse norme che il Paese ha adottato.

Le cause di una crisi per bar e ristoranti che si protrae nonostante il Green pass

Lasciamo stare il fatto che anche molti con la terza dose hanno preso il Covid, sarà anche in forma lieve come si sostiene, ma lo hanno preso. E con il Covid addosso, anche con la terza dose, anche se completamente asintomatici, si resta a casa. Perché rischiare di prendere il Covid andando al ristorante o al bar, sventolando il Green Pass, se poi rischiamo di restare chiusi in casa? Meglio evitare, sarà questo lo stato d’animo di molti vaccinati. Con buona pace di bar, ristoranti e simili vuoti.

Ma come, se i no vax non possono andare al ristorante si prende comunque il Covid? Altra anomalia questa di tutto un apparato di norme che hanno prodotto una crisi senza precedenti.

Cosa anno subito i pubblici esercizi in questi lunghi mesi

Quarantene più o meno lunghe, tamponi, segnalazioni alle Asl, pratiche burocratiche infinite per ritornare “liberi”. Vale la pena di fronte a tutto ciò uscire per mangiare una pizza? Possibile che anche i più fermi sostenitori del Green pass tra i pubblici esercizi non aveva considerato questo quando si sono schierati dalla parte del governo contro i non vaccinati senza alzare la voce?

Certo, nessuna colpa può essere loro fatta, perché venivano da periodi di chiusura e la paura di doverlo fare di nuovo ha fatto credere che con il Green pass si tornasse alla normalità. Ma la realtà è ben diversa, vero, Parenzo, Telese, Fusari, Cecchi Paone e tutti gli altri giornalisti, presentatori e opinionisti che quotidianamente in televisione continuano a tessere le lodi di Green pass e governo? I siparietti serali in Tv alimentano solo le perplessità.

Adesso la misura è colma, anche perché i pubblici esercenti sono stati il settore dove per la maggiore si sono viste le difficoltà in questi mesi.

Regole sempre più assurde

A loro è stato chiesto di fare tutto e il contrario di tutto, di spendere soldi per adeguarsi a regole via via diverse e a volte contraddittorie con le precedenti.

Prima i plexiglass, i sanificanti in ogni angolo del locale, i bicchieri monouso, la sanificazione degli ambienti. Poi si è passati ai dehors di cui tutti sono stati costretti a fornirsi per lavorare, cioè tavolini all’aperto, funghi riscaldanti, pedane e così via. Poi c’è stato da avere a che fare con la vivisezione degli avventori. Vietato servire al bancone il caffè ed obbligo di far sedere a tavolino gli avventori. Poi il contrario, perché a tavolino non era più lecito. Poi arrivarono i vaccini, e allora, il vaccinato seduto e il non vaccinato in piedi. Oppure, solo asporto, solo asporto dopo un certo orario, solo consegne a domicilio, distanziamenti tra i tavoli, massimo 4 persone a tavola, poi 6,poi illimitato se dello stesso nucleo familiare. Ma ancora, segnare nomi, cognomi e telefono degli avventori, poi passare al setaccio tutti con l’applicazione sul Green pass.

E adesso tra paure di essere contagiati, sia da chi considera grave la malattia che da chi non vuole finire dentro il vortice di queste assurde regole, i locali sono vuoti.

Cosa chiedono adesso gli esercenti

Adesso la Fipe a nome degli associati, ma anche a nome di tutta la categoria, chiede al governo che si cambi. Come per i negozi, è necessario che anche nel bar o nel ristorante, il controllo venga fatto a campione. Non tutta la clientela da “scannerizzare”, ma solo una parte di essa.

E poi si chiede di limitare il Green pass rafforzato. Infatti in Italia gli stranieri possono entrare con il Green pass base, ma nei pubblici esercizi serve il Green pass rafforzato. E naturalmente si chiede di provvedere a dare sostegno alle attività, con ristori o aiuti proprio alla luce del fatto che la situazione di crisi è lapalissiana. Ed anche perché il rincaro bollette e l’aumento del costo della vita si è abbattuto anche su queste attività.

Green pass da oggi le nuove regole per accedere ai locali

Green pass al vie le nuove regole per accedere ai locali e le altre attività. Tutte le novità tra proroghe, rinvii e durata del certificato.

Green pass proroga per l’obbligo di mascherina anche all’aperto

Arriva febbraio e con esso un nuovo decreto, il primo dopo la rielezione del Presidente Mattarella alla guida della Repubblica italiana. Pertanto a partire da oggi e fino al 15 giugno è vigore quanto disposto dal Governo nel Dpcm del 21 gennaio 2022. Ecco tutte le regole da seguire, sempre se non ci saranno altri provvedimenti fino al mese di giugno.

Prorogato fino al 10 febbraio l’obbligo delle mascherina anche all’aperto. Mentre restano ancora chiuse sia le discoteche che le sale da ballo. La proroga entra in vigore da subito, anche se in settimana potrebbero cambiare ancora. Infatti sembra che a fine settimana potrebbero essere emanate altre regole. L’ottica è quella di rallentare le misure, soprattutto per quella parte della popolazione che ha completato l’iter vaccinale.

Cambia anche la durata del certificato verde

Cambia anche la durata del certificato verde per i vaccinati passa da 9 a 6 mesi. Mentre il certificato verde da guarigione avrà una durata di 4 mesi e dopo è possibile effettuare l’eventuale terza dose, qualora non fosse stata ancora fatta. Ad oggi gli italiani non vaccinati, sono circa 680 mila. Ci si riferisce a coloro che non hanno fatto nemmeno la prima dose.

Entra in vigore anche l’obbligo vaccinale per gli over 50. Infatti è prevista una multa pari a 100 euro per coloro che hanno più di 50 anni e non si sono vaccinati. Il discorso esclude tutti coloro che non possono vaccinarsi per motivi di salute. Per queste persone di consiglia di portare con se la presentazione di una certificazione medica che lo attesta. Altra data importante per gli over 50 è il 15 febbraio. Infatti entrerà in vigore il super green pass per tutti i lavoratori. Chi sarà sorpreso senza il certificato rischia una multa che va da 600 a 1.500 euro. Infine che non presenterà la documentazione necessaria sarà considerato assente ingiustificato con la sospensione dello stipendio. 

Green pass ed attività commerciali

Anche per entrare in alcune attività commerciali sarà obbligatorio avere il green pass. Ad esempio serve il green pass di base per profumerie, librerie, tabaccherie, ed uffici aperti al pubblico come banche e poste. Il green pass è quello base, quindi anche quello che si ottiene a seguito di esito negativo da tampone. Per questo molti stanno dotandosi di modi rapidi per effettuare i controlli sui green pass.

Tuttavia non vi è obbligo di certificazione verde per entrare in tutti i negozi alimentari e di prima necessità. Pertanto l’esenzione riguarda i supermercati, i discount, e minimercati e gli eserczi non specializzati di alimenti vari, inclusi quelli per prodotti alimentari destinati agli animali. Nessuna restrizione neanche per farmacie, strutture sanitarie e sociosanitarie nonché quelle veterinarie. Non sarà richiesto il Pass per accedere negli uffici aperti al pubblico delle forze di polizia e delle polizie locali e negli uffici giudiziari e uffici dei servizi sociosanitari esclusivamente per la presentazione di denunce o di richieste di interventi giudiziari a tutela di persone minori di eta’ o incapaci.

 

 

Ricorso avverso sanzione obbligo vaccinale over 50: come presentarlo

Sta facendo molto discutere l’obbligo vaccinale applicato agli over 50 e previsto dal decreto legge 7 gennaio 2022 n°1 “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19”, ma naturalmente per ogni provvedimento che prevede un obbligo e una sanzione c’è la possibilità di ricorso, ora vedremo proprio come si può proporre ricorso avverso sanzione obbligo vaccinale e quali sono le motivazioni che possono essere poste alla base di esso.

Obbligo vaccinale: in cosa consiste?

Il decreto del 7 gennaio stabilisce l’obbligo vaccinale per gli over 50 dall’entrata in vigore del decreto stesso, cioè dall’8 gennaio, fino al 15 giugno 2022, alcune indiscrezioni affermano che si sta pensando di estenderlo anche agli over 45, ma per ora questa ipotesi non ci riguarda. La normativa dice che possono essere sottoposti a sanzione gli over 50 che non abbiano:

  • ancora iniziato il ciclo primario;
  • completato il ciclo primario (cioè hanno fatto la prima dose, ma non hanno fatto il richiamo);
  • fatto la dose di richiamo successiva al ciclo primario entro i termini di validità del green pass ( o certificazione verde).

Dobbiamo sottolineare che questa sanzione, somministrata dal Ministero della Salute, attraverso l’Agenzia delle Entrate, deve essere tenuta distinta dalla sanzione applicabile agli over 50 che siano trovati sul luogo di lavoro senza green pass rafforzato (cioè rilasciato in seguito a Covid o a ciclo vaccinale) e che ha un valore minimo di 600 euro e un valore massimo di 1.500 euro, inoltre i lavoratori che non hanno il green pass rafforzato sono considerati assenti ingiustificati dal lavoro e non percepiscono lo stipendio.

Come sarà applicata la sanzione per obbligo vaccinale

Non è ancora chiaro come si procederà alla somministrazione delle multe, da quanto emerge ci saranno controlli agli elenchi detenuti dalle Aziende Sanitarie Locali e in seguito a riscontri sarà l’Agenzia delle Entrate ad avvisare, prima in modo bonario, il contribuente e in secondo momento comminerà la sanzione. In seguito al primo avviso il soggetto con obbligo vaccinale dovrà comunicare entro 10 giorni i motivi della mancata adesione al piano vaccinale. La risposta dovrà essere inoltrata alla ASL e all’Agenzia delle Entrate con allegati eventuali certificati di esenzione dall’obbligo vaccinale. L’ASL a questo punto dovrà verificare, anche con eventuale contraddittorio, la posizione del soggetto. In caso di esito negativo, entro 180 giorni sarà comminata la sanzione di 100 euro Una Tantum. E’ esclusa l’applicazione di sanzioni in seguito ad altre tipologie di controlli, ad esempio da parte di carabinieri, polizia o altri corpi.

Ricorso avverso sanzione obbligo vaccinale

Ora che abbiamo sintetizzato la disciplina dell’obbligo vaccinale, chiariamo come è possibile fare ricorso contro sanzioni per obbligo vaccinale. Una volta notificata la sanzione il soggetto può entro 30 giorni proporre ricorso avverso sanzione obbligo vaccinale al giudice di pace territorialmente competente. Il soggetto deve dimostrare di essere esonerato dall’obbligo vaccinale e deve quindi presentare una relazione medica comprovante le condizioni di salute che ostano alla vaccinazione. Molto probabilmente anche il giudice di pace nominerà un CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) per confutare la tesi di parte. Naturalmente è possibile che siano a carico del ricorrente le spese di giudizio, mentre sicuramente dovrà versare il contributo unificato di 43 euro.

In quali casi si può essere senti dall’obbligo vaccinale?

I casi in cui si può ottenere un certificato di esenzione devono essere valutati singolarmente dal medico curante, in genere si tratta di grave compromissione del sistema immunitario, in presenza di malattie rare, malattie croniche, allergie particolari o ipersensibilità a componenti dei vaccini.

Green pass e super green pass: cosa si può fare e cosa no in zona bianca, gialla, arancione e rossa

Da lunedì 6 dicembre inizia la nuova stretta sulla mobilità e sul tempo libero con l’utilizzo del green pass e del super green pass. La novità è proprio il super green pass: solo chi ha fatto il vaccino o chi è guarito dal Covid può contare sul documento verde rafforzato. E con questo potrà accedere a luoghi, come cinema, teatri, discoteche e ristoranti a prescindere dalle restrizioni corrispondenti ai colori – bianco, giallo, arancione e rosso – delle regioni.

Cosa si può fare con il super green pass che non si può fare con il green pass?

Ristoranti, cinema, teatri e stadio: l’accesso che fino al 5 dicembre 2021 sarà consentito con il solo green pass, da lunedì 6 dicembre necessiterà del super green pass. Nel dettaglio:

  • ristoranti al chiuso, cinema, teatri e sale concerti, feste e cerimonie pubbliche e stadi necessiteranno del green pass rafforzato, quindi solo ottenuto con il vaccino o con la guarigione da Covid-19. Questa restrizione vale per tutti i colori delle regioni, anche con quello bianco. Con il rosso questi luoghi rimarranno chiusi al pubblico;
  • sarà consentito frequentare le palestre, le piscine e svolgere sport al chiuso con il solo green pass a condizione che il colore della regione rimanga bianco o al massimo giallo. Con la regione di colore arancione è necessario il super green pass. Con il rosso si chiude;
  • il solo green pass, analogamente, darà l’accesso ai parchi divertimento, ai congressi e alle fiere, ai musei, agli impianti sciistici e ai trasporti pubblici se la regione è di colore bianco o giallo. Con l’arancione serve il super green pass. Col rosso si chiude.

Chiusura dei locali in caso di zona arancione o rossa

Non basterà il green pass o il super green pass nel caso in cui i colori delle regioni saranno arancione o rosso in determinati casi. Il che significa che per determinati luoghi (prettamente al chiuso) i locali rimarranno chiusi. Succederà così per i ristoranti al chiuso: con il solo green pass si potrà accedere fino al colore giallo; con l’arancione con il solo super green pass; con il rosso sarà impossibilitato sia al green pass che al super green pass l’accesso con la consumazione al chiuso. Sarà permesso il solo asporto. Identica situazione perle palestre, le piscine e lo sport al chiuso: con la regione di colore rosso rimarranno chiusi.

Cinema, teatri, discoteche, feste e cerimonie, parchi divertimento, musei, fiere, scii e stadi: quando rimangono chiusi?

Il colore rosso determina la chiusura di locali e impianti, e non si potrà entrare nemmeno con il super green pass. Con il colore rosso della regione, non si potrà andare

  • ai ristoranti al chiuso;
  • nelle palestre, nelle piscine e praticare sport al chiuso;
  • nei cinema;
  • nelle sale concerto e nei teatri;
  • in discoteca;
  • a feste e a cerimonie pubbliche;
  • ai parchi divertimento;
  • nei musei;
  • ai congressi e alle fiere;
  • agli impianti sciistici;
  • negli stadi.

Si può continuare ad andare a lavoro con il solo green pass?

Si potrà continuare ad accedere al lavoro con il solo green pass. L’accesso è garantito con qualsiasi colore di regione, dal bianco al giallo, dall’arancione al rosso. Lo stesso avverrà per gli alberghi: serve il solo green pass, per qualunque colore della regione. Sul luogo di lavoro e negli alberghi, è ovvio, va bene anche il super green pass.

Super green pass: quando serve dal 6 dicembre 2021?

Il super green pass servirà soprattutto per i luoghi di svago e per determinate restrizioni nel caso di colore arancione o rosso della regione.  Il ristorante al chiuso, inaccessibile con il solo green pass, sarà permesso a chi è munito di super green pass. Con la zona rossa della regione, i ristoranti potranno fare solo asporto. Rispetto al solo green pass, nelle palestre, nelle piscine e per praticare lo sport al chiuso si potrà farlo anche in zona arancione con il super green pass. Lo stesso succede, in zona arancione, per i parchi divertimento, i musei, i congressi e le fiere e gli impianti sciistici. Anche sui mezzi di trasporto: in caso di zona arancione, si accede con il solo super green pass.

Dove il super green pass sostituisce il green pass per tutti i colori delle regioni?

Il super green pass sostituisce (cioè sarà il solo certificato ammesso) per l’accesso dal 6 dicembre a:

  • ristoranti al chiuso;
  • cinema;
  • teatri e sale concerto;
  • discoteche;
  • feste e cerimonie pubbliche;
  • stadi.