Fondo impresa donna alle partite Iva, tutto ciò che c’è da sapere

Cosa fare per accaparrarsi i contributi a fondo perduto per iniziare una nuova attività al femminile o consolidarla? Per le imprese e le partite Iva c’è la possibilità di beneficiare del Fondo impresa femminile. La dotazione è di 200 milioni di euro, ma servono determinati requisiti per ottenere gli aiuti sulle spese ammissibili. Ecco quale iter seguire per presentare domanda dei nuovi incentivi economici per le nuove imprese al femminile e per la crescita di quelle già esistenti.

Imprenditoria al femminile, quali sono le risorse stanziate per la nascita e la crescita delle imprese?

I contributi a fondo perduto a favore dell’imprenditoria al femminile rientrano nei pacchetti di incentivi del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). In parte, le risorse sono a valere sul Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), oltre ai fondi messi a disposizione dalla legge di Bilancio 2021. La misura è operativa dal mese di maggio 2022 con la possibilità di presentare domanda seguendo la procedura degli sportelli on line. Alle risorse si possono aggiungere ulteriori incentivi per altri 200 milioni di euro. Derivano da altre due misure:

  • Smart & Start Italia per 100 milioni di euro;
  • On, Oltre nuove imprese a tasso zero per altri 100 milioni di euro.

Entrambe le misure sono gestite da Invitalia.

Quali sono gli incentivi per l’imprenditoria al femminile?

Gli incentivi per l’impresa al femminile consistono in un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti a tasso agevolato. I settori di investimento per i quali si possono richiedere i contributi riguardano:

  • l’industria;
  • l’artigianato;
  • la trasformazione dei prodotti agricoli;
  • il commercio;
  • i servizi;
  • il turismo.

Quali sono i requisiti richiesti alle partite Iva e alle società per richiedere gli incentivi dell’imprenditoria al femminile?

I finanziamenti a tassi agevolati e i contributi a fondo perduto per l’imprenditoria al femminile spettano sia alle partite Iva individuali che alle società. In particolare, risultano potenziali beneficiarie degli incentivi:

  • le partite Iva, organizzate in lavoratrici autonome o in imprese individuali con titolare donna. Solo dopo aver avuto la conferma dell’ottenimento degli incentivi, è necessario il cambiamento in società;
  • le società di capitali purché almeno i due terzi delle quote e dei componenti degli organi di amministrazioni siano di genere femminile;
  • le cooperative e le società di persone, con almeno il 60% di socie.

Inoltre, la sede legale o operativa deve essere presente sul territorio italiano. Le condizioni devono sussistere nel momento in cui si presenta la domanda. Nono sono richiesti specifici requisiti su fatturato annuo dell’impresa richiedente e sul numero dei dipendenti.

Quali sono i requisiti per richiedere i finanziamenti dell’impresa al femminile per le partite Iva e i professionisti?

Secondo quanto spiegato dal ministero per lo Sviluppo Economico, le associazioni tra professionisti non sono incluse nella definizione di impresa al femminile. Tale definizione segue quanto contenuto nel decreto ministeriale del 30 settembre 2021 al capo I, articolo 1. Il provvedimento è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 dicembre 2021. Sulla base dello stesso decreto, la definizione di impresa al femminile esclude gli studi professionali associati dalla richiesta di finanziamenti. Pertanto, le lavoratrici autonome possono presentare domanda come libere professioniste con partita Iva.

Quanto spetta di incentivo per l’imprenditoria al femminile?

Gli incentivi finanziano la nascita e il consolidamento delle imprese femminili. Non vi sono limiti minimi di spesa. Quindi, anche un piccolo progetto può essere sostenuto purché vengano rispettati i requisiti richiesti. I progetti della imprese devono essere conclusi nell’arco dei 24 mesi. Per le nuove imprese e per quelle costituite da non oltre i 12 mesi da quando si presenta la domanda, i contributi a fondo perduto coprono l’80% delle spese ammissibili per un investimento fino a 100 mila euro e un tetto massimo di 50 mila euro di contributo. Il contributo può arrivare al 90% per investimenti di donne disoccupate. Per progetti del valore di 250 mila euro di investimento, l’agevolazione dei contributi a fondo perduto sale a 125 mila euro. In questo caso, il tetto dell’agevolazione è del 50%. Oltre ai contributi si può richiedere la copertura dei servizi di assistenza tecnica e gestionale fino al limite di 5 mila euro.

Quali contributi a fondo perduto sono richiedibili per imprese al femminile di oltre 12 mesi?

Per progetti di impresa al femminile esistenti da oltre 12 mesi, è previsto un mix di finanziamenti e di contributi a fondo perduto. Per progetti fino a 400 mila euro, l’incentivo copre l’80% delle spese fino a un massimo di 320 mila euro tra contributi a fondo perduto e finanziamenti da restituire in otto anni a tasso zero. Le imprese operanti da oltre 36 mesi al momento della domanda possono ottenere solo il contributo al capitale circolante, totalmente a fondo perduto. Anche per queste imprese è previsto un contributo per assistenza tecnica e gestionale fino a 5 mila euro.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti impresa al femminile, come si presenta la domanda?

Per la presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tassi agevolati delle imprese al femminile è necessario far riferimento a Invitalia, gestore della misura. La procedura da seguire è quella dello sportello on line. Per l’accesso è occorrente avere un’identità digitale attiva, ovvero lo Spid, la Carta nazionale dei servizi (Cns) o la Carta di identità elettronica (Cie). Risulta necessaria anche la firma elettronica della titolare dell’impresa individuale oppure del legale rappresentante, oltre a un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec).

Quando presentare le domande dei contributi per le imprese femminili e con quali scadenze?

Per la richiesta di contributi a fondo perduto e finanziamenti dell’impresa al femminile per realtà nuove, la domanda si potrà iniziare a compilare a partire dalle ore 10:00 del 5 maggio 2022. Giornalmente la piattaforma rimane a disposizione fino alle ore 17:00. Le imprese già esistenti potranno procedere con il precaricamento della domanda a partire dalle ore 10:00 del 24 maggio 2022. La fase di precaricamento della domanda, in entrambi i casi, si conclude con l’ottenimento di un codice di predisposizione della domanda. L’invio vero e proprio della domanda si potrà effettuare dalle ore 10:00 del 19 maggio 2022 per le nuove imprese; quello delle imprese già esistenti sarà possibile dalle ore 10:00 del 7 giugno 2022. Non sono previste scadenza per la presentazione della domanda: l’unico vincolo nella richiesta è rappresentato dall’esaurimento delle risorse a disposizione.

Commercio al dettaglio: aperta la piattaforma per accedere agli aiuti

Dal giorno 3 maggio 2022 è aperta la piattaforma per chiedere gli aiuti destinati a chi si occupa di commercio al dettaglio. Ecco chi può presentare la domanda, i termini e le modalità.

Chi può accedere ai fondi destinati al commercio al dettaglio?

Le agevolazioni in favore del commercio al dettaglio sono previste all’interno del decreto Sostegni Ter, naturalmente tra la previsione di un aiuto e il momento in cui lo stesso si concretizza, passa spesso molto tempo. Ora siamo arrivati al momento in cui è possibile chiedere gli aiuti. Gli stessi sono rivolti al commercio al dettaglio con codice Ateco: 47.19, 47.30, 47.43 e le attività dei gruppi 47.5 e 47.6, 47.71, 47.72, 47.75, 47.76, 47.77, 47.78, 47.79, 47.82, 47.89 e 47.99 .

Non basta il codice Ateco, che può essere definito requisito soggettivo, occorre anche il requisito oggettivo cioè avere registrato nel 2021 una perdita del 30% rispetto ai ricavi del 2019. Inoltre i ricavi non devono essere eccedenti i 2 milioni di euro.

Come presentare la domanda per all’accesso ai fondi destinati al commercio al dettaglio?

La domanda per accedere ai fondi destinati al commercio al dettaglio può essere presentata dalle ore 12:00 del giorno 3 maggio 2022 fino alle ore 12:00 del giorno 24 maggio 2022 utilizzando al piattaforma di Invitalia. Le risorse disponibili sono 200 milioni di euro.

La domanda deve essere presentata attraverso la piattaforma https://misedgiaicommerciodettaglio.invitalia.it

La domanda deve essere presentata dal rappresentante legale dell’impresa come risultante dal certificato camerale dell’impresa. Il rappresentante legale può conferire delega ad altro soggetto incaricato di presentare la domanda, ma ciò è possibile dopo un accesso alla piattaforma. Una volta compilata la domanda ed inoltrata, il sistema consente di scaricare la ricevuta della stessa in formato pdf, a questa deve essere apposta la firma digitale e dopo aver compiuto questo passo il documento deve essere nuovamente caricato sul sistema.

Per le richieste di contributo di importo superiore a 150.000 euro è necessario trasmettere anche l’autocertificazione per la richiesta della documentazione antimafia.

A quanto ammontano i contributi?

I contributi che si possono ottenere dipendono dall’ammontare dei ricavi del 2019 e quindi dalla perdita prodotta.

  • Per le imprese che nel 2019 hanno avuto ricavi non superiori a 400 mila euro il contributo può arrivare al 60% delle perdite;
  • per le imprese con ricavi nel 2019 tra 400.000 euro e un milione di euro, il contributo può arrivare al 50% delle perdite;
  • per ricavi da 1 a due milioni di euro il contributo può arrivare al 40% delle perdite.

Tali importi sono comunque potenziali, infatti molto dipende dalle domande che saranno presentate e dal limite visto di 200.000 euro.

Hai mai sentito parlare dei workers buyout? Scopriamo insieme chi sono

I workers buyout sono una figura sempre più spesso incontrata anche se non ancora sufficientemente conosciuta nel panorama economico italiano. Si tratta di lavoratori acquirenti che decidono di investire nell’azienda in cui lavorano al fine di mantenere il posto di lavoro.

Azienda in crisi? I Workers Buyout possono essere la soluzione

Negli ultimi anni i tavoli di crisi aziendale sono stati davvero numerosi. Perdere un’impresa per l’Italia vuol dire perdere posti di lavoro, con tutto ciò che ne consegue in termini di PIL, occupazione, sussidi  e tutto ciò che ruota intorno al welfare. Proprio per questo si tende a favorire soluzioni alternative rispetto alla chiusura. Tra le soluzioni possibili vi è l’investimento effettuato dagli stessi lavoratori che si trasformano in questo modo in proprietari. Nella maggior parte dei casi le aziende che nascono dagli investimenti effettuati dai lavoratori si trasformano in cooperative di lavoro che offrono lavoro prevalentemente agli stessi soci lavoratori.

La disciplina degli aiuti alle cooperative Workers Buyout

Questa tipologia di intervento è resa possibile dalla Legge Marcora, cioè la legge 49 del 1985. La normativa ora citata si inserisce nell’ambito delle politiche attive per il lavoro. Nasce con l’obiettivo di rigenerare un’impresa in crisi economica, ma non solo. Le misure previste dalla stessa consentono l’accesso agli aiuti anche ai lavoratori che intendano dare continuità ad un’azienda che deve affrontare il passaggio generazionale, ciò nel caso in cui pur essendo un’azienda solida non c’è interesse da parte degli eredi alla continuità aziendale, oppure non vi sono eredi.

I lavoratori possono accedere ai fondi previsti e alle agevolazioni investendo la NASPI maturata e trasferendo nella nuova società/azienda il TFR.

La Legge Marcora ha istituito il CFI Cooperazione Finanza Impresa che a sua volta gestisce il Fondo destinato alla salvaguardia dell’occupazione. In questo fondo confluiscono le risorse rese disponibili dal Ministero dello Sviluppo Economico, inoltre dal 2019, in seguito alla firma di un accordo con il FEI (il Fondo Europeo degli Investimenti), nel fondo del CFI confluiscono anche le risorse Fondo EaSI, il Programma dell’Unione Europea per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale. L’obiettivo di questi fondi è aiutare i Workers Buyout a rendere possibile il salvataggio delle imprese attraverso l’acquisizione della stessa azienda e quindi divenendone proprietari.

La legge Marcora dal 2014, con il Decreto Ministeriale n°4, è stata affiancata dalla C.D. Nuova Marcora. Infine, con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 4 gennaio 2021 fanno il loro ingresso nuove agevolazioni che si applicano alle società cooperative di produzione e lavoro e cooperative sociali che già beneficiano della legge Marcora.

I risultati delle operazioni di salvataggio di CFI

Per poter accedere è necessario proporre domanda al CFI che valuterà istanza e progetto e deciderà se intervenire sottoscrivendo una quota di partecipazione di minoranza. La durata massima dell’intervento in partecipazione è di 10 anni. Il CFI, all’interno dell’azienda salvata dai workers buyout, ha una partecipazione di minoranza e mette a disposizione diversi strumenti, come finanziamenti a tasso zero, finanziamenti a tasso agevolato, investimenti e una vera e propria azione di sostegno che ha l’obiettivo anche di aiutare i lavoratori a compiere la loro missione con l’assistenza burocratica e professionale di esperti del settore.

Deve essere sottolineato che, sebbene questo strumento sia poco pubblicizzato e di conseguenza poco conosciuto, si tratta di un mezzo che ha particolare successo. Questo vuol dire che le aziende salvate attraverso i Workers Buyout sopravvivono, riescono ad essere produttive e quindi a restare sul mercato. I dati ufficiali dicono che dal 2011 al 2019 sono stati effettuati 110 interventi su 79 progetti che a loro volta hanno portato a impiegare 1820 persone. Tra i partner del programma ci sono Invitalia, Ubi Banca, Banca Etica e numerosi investitori.

Occorre ricordare che dal 4 aprile le cooperative create da Workers Buyout possono proporre domande per partecipare al bando per i finanziamenti agevolati per piccole cooperative.

Partite Iva, quali finanziamenti e contributi a fondo perduto si possono richiedere?

Per le partite Iva sono a disposizione vari finanziamenti, contributi a fondo perduto e agevolazioni. Su tutti, gli aiuti per i giovani possessori di partite Iva e per le donne assicuranti dallo sportello On – Oltre nuove imprese a tasso zero e Resto al Sud. Peraltro, lo sportello On ha ricominciato ad assicurare i finanziamenti da poco più di una settimana (il 24 marzo 2022). Possono presentare domanda i giovani (che detengono il maggior numero delle nuove aperture di partita Iva nell’ultimo trimestre del 2021, pari al 46,1%) e le donne (con il 36% delle nuove aperture). Per chi presenterà domanda è possibile beneficiare di un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti a tasso zero. I fondi a disposizione stanziati dalla legge di Bilancio 2022 sono pari a 150 milioni di euro.

Partite Iva, chi può richiedere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti di Oltre nuove imprese a tasso zero?

Le partite Iva che possono richiedere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati della misura Oltre nuove imprese a tasso zero sono quelle che puntano a creare e a sviluppare micro e piccole imprese. In prevalenza si tratta di realtà giovanili, da 18 a 35 anni oppure da donne, a prescindere dall’età. In ogni caso, la prevalenza nelle imprese di giovani e di donne si costituisce in base al numero di componenti donne o giovani sia per le quote di capitale detenute che come compagine sociale.

Come si viene ammessi ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti di Oltre nuove imprese a tasso zero?

Pertanto, per ottenere i contributi a fondo perduto o i finanziamenti è necessario che vi sia maggioranza di giovani o di donne nella micro e piccola impresa. Ad esempio, se una impresa è composta da un uomo di oltre 35 anni e da una donna o da un under 35 anni, per la richiesta del finanziamento è necessaria una terza persona che possegga i requisiti richiesti. E dunque che sia un giovane under 35 o una donna. Inoltre, per procedere con la richiesta le imprese devono essere costituite da non oltre i cinque anni. Anche le persone fisiche possono presentare richiesta purché si impegnino a costituire una nuova società dopo l’ottenimento dell’agevolazione.

Per cosa si possono richiedere i contributi a fondo perduto?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti possono essere richiesti per le società dei settori del manifatturiero, dei servizi, del commercio e del turismo. I progetti possono essere richiesti per idee su tutto il territorio nazionale e hanno un limite di spesa di tre milioni di euro. La percentuale di copertura dei contributi può arrivare al 90% dei costi ammissibili. I finanziamenti ottenuti devono essere utilizzati entro i due anni successivi alla stipula del contratto.

Quali sono i costi ammissibili che possono essere finanziati dalle partite Iva?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti possono coprire le spese necessarie per:

  • l’acquisto di impianti, di attrezzature e di macchinari;
  • di programmi e servizi informatici;
  • di brevetti;
  • di spese per costituire la micro o piccola impresa.

È previsto un doppio ambito di copertura delle spese. Il primo riguarda le imprese costituite da non oltre i 36 mesi al momento della domanda; il secondo dai tre ai cinque anni. Per le imprese entro i 36 mesi si arriva a finanziare le spese fino al 20% con i contributi a fondo perduto. Per le altre imprese, il fondo perduto arriva al 15%.

Come presentare domanda della misura Oltre nuove imprese a tasso zero?

La procedura per la presentazione delle domande delle partite Iva è gestita in via telematica da Invitalia. L’incentivo è a sportello e non ha scadenza. Ma nei limiti delle risorse disponibili. Non ci sono graduatorie e le domande vengono gestite in base all’ordine cronologico di arrivo. È dunque necessario accedere al portale di Invitalia con le credenziali Spid, Carta nazionale dei servizi (Cns) o Carta di identità elettronica (Cie). Vengono richieste al richiedente sia la firma digitale che un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). La valutazione delle domande prevede un colloquio dei candidati ai finanziamenti per approfondire le competenze tecniche e gestionali. Al superamento del colloquio è necessario fornire maggiori dettagli del progetto dal punto di vista economico e finanziario.

Resto al Sud, quali finanziamenti per le partite Iva?

L’altra misura a disposizione delle partite Iva è quella relativa ai finanziamenti di Resto al Sud. La misura ha risorse più alte rispetto alla prima misura (1,25 miliardi di euro per il 2022) e mira a sostenere la nascita e il consolidamento delle nuove attività imprenditoriali e dei liberi professionisti. Ma non è richiedibile in tutto il territorio nazionale. Infatti, i finanziamenti possono essere richiesti nelle regioni di Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Abruzzo. Inoltre, rientrano tra i territori ammissibili anche le aree del cratere sismico di Umbria, Marche e Lazio e le isole minori lagunari, marine e lacustre del Centro e del Nord Italia.

Resto al Sud, quali partite Iva possono presentare domanda dei contributi?

Ammessi alla presentazione delle domande di Resto al Sud sono le partite Iva con un’età minima di 18 anni e massima di 55 anni. Anche per questa misura non ci sono bandi, graduatorie e scadenze. Le candidature, infatti, vengono prese in carico in base all’ordine di arrivo delle domande. Le istanze possono essere presentate da chi ha già un’attività di impresa dal 21 giugno 2017. Ma possono essere ammesse anche le imprese di futura nascita, da costituire entro i due o i quattro mesi dall’esito positivo della domanda. Inoltre, è necessario non aver ottenuto altre agevolazioni per l’autoimprenditorialità (negli ultimi tre anni) e non essere in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

In quali aree si possono richiedere i finanziamenti Resto al Sud?

I finanziamenti Resto al Sud possono essere richiesti per finanziare investimenti nei settori:

  • delle attività produttive nell’industria, nell’artigianato, nella trasformazione dei prodotti agricoli e della pesca;
  • che forniscono servizi a imprese e persone;
  • nel settore del turismo e del commercio;
  • nelle libere professioni, sia individuali che in forma societaria. In tal caso, la partita Iva non deve essere stata movimentata nei 12 precedenti la presentazione dell’istanza.

Partite Iva, quali spese sono ammissibili con Resto al Sud?

Con Resto al Sud, le partite Iva hanno la possibilità di coprire fino al 100% delle spese ammissibili. Il finanziamento massimo può arrivare a 50 mila euro, tranne nel caso dell’impresa individuale con unico soggetto (finanziamento fino a 60 mila euro). Le spese ammissibili riguardano:

  • la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria dei beni immobili per un limite del 30% del totale delle spese;
  • l’acquisto di impianti, attrezzature e macchinari;
  • l’acquisizione di nuovi programmi informatici, servizi tecnologici e telecomunicazioni;
  • le spese per gestire l’impresa nel limite del 20% sul totale del progetto. Rientrano in queste spese quelle per le materie prime di di consumo, i canoni di locazione o di leasing, e le garanzie assicurative.

Partite Iva, con Resto al Sud coperto fino al 100% delle spese ammissibili

Gli incentivi possono arrivare al 100% delle spese ammissibili mediante due canali: un contributo a fondo perduto per il 50% e un finanziamento bancario per il restante 50%. Il finanziamento è garantito dal Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese (Pmi).

Come presentare domanda per Resto al Sud?

Le partite Iva interessate a presentare domanda per i finanziamenti e i contributi a fondo perduto di Resto al Sud devono utilizzare la piattaforma messa a disposizione da Invitalia. La valutazione della pratica avviene entro i 60 giorni susseguenti alla presentazione della domanda. Anche per questa istanza sono necessarie le credenziali di accesso a Invitalia (Spid, Cie o Cns), l’indirizzo di posta elettronica certificato (Pec) e la firma elettronica.

Bonus terme: nuova proroga al 30 giugno 2022. Chi può avvalersene?

Chi ha chiesto e ricevuto il Bonus Terme avrà un lasso di tempo maggiore per poterne usufruire. Con il decreto Sostegni Ter arriva la proroga del Bonus Terme al 30 giugno 2022.

Il Bonus Terme: come funziona

Nel pacchetto di emendamenti presentati al decreto Sostegni Ter c’è anche la proroga del bonus terme, che inizialmente doveva essere usufruito entro il 31 marzo 2022. Una breve digressione sul Bonus Terme ci aiuta a delimitare il campo di questa importante novità. Si tratta di un contributo del valore di 200 euro da utilizzare presso un centro termale accreditato. Era  inizialmente previsto nell’articolo 29-bis del decreto-legge n. 104 del 2020 con l’obiettivo di aiutare un settore in forti difficoltà a causa dell’emergenza epidemiologica.A cause delle condizioni legate all’emergenza pandemica, si è tardato ad attuare il provvedimento.

Per il finanziamento del Bonus Terme era previsto uno stanziamento di 53 milioni di euro e si trattava di un fondo a esaurimento. Quindi è stata prevista una procedura per la prenotazione del Bonus attraverso la piattaforma Invitalia. Gli interessati dovevano prenotare il servizio presso il centro termale accreditato scelto e la successiva procedura era a carico di quest’ultimo. La procedura è stata attivata dall’8 novembre 2021. Era poi previsto il termine per usufruire dei servizi, lo stesso coincideva con l’8 gennaio 2022, lo stesso prorogato già una volta al 31 marzo 2022.

Chi può beneficiare della proroga del Bonus Terme?

Con gli emendamenti presentati al decreto Sostegni Ter si va semplicemente a incidere sui termini per poter usufruire del Bonus Terme già ottenuto. Questo vuol dire che non è possibile inviare nuove richieste per poter accedere al beneficio, ma semplicemente chi ha già ottenuto il buono può utilizzarlo in un lasso di tempo più ampio. Oltre a non poter presentare nuove domande, non cambiano neanche gli importi, quindi il valore massimo è sempre di 200 euro, sarà poi la struttura a dover chiedere il rimborso del Buono. Il beneficiario non dovrà anticipare i costi. Nel caso in cui dovesse usufruire di servizi che hanno dato luogo a maggiori importi, dovrà pagare le eccedenze.

Perché è stata prevista la proroga del bonus terme al 30 giugno 2022?

I motivi per i quali si procede alla proroga del Bonus Terme sono prettamente tecnici. Purtroppo le varie ondate di contagi hanno portato molte persone a non poterlo utilizzare e di conseguenza molti sono rimasti senza riscossione. L’obiettivo è far in modo che l’impegno di chi lo ha richiesto e ottenuto non sia vano.

Ricordiamo che dal beneficio sono esclusi i trattamenti termali a carico del Servizio Sanitario Nazionale o di altri enti pubblici.

Contributi a fondo perduto vendita prodotti sfusi: domande fino al 30 aprile

Entro il 30 aprile 2022 devono essere presentate le domande per ricevere i contributi a fondo perduto per la vendita di prodotti alla spina e sfusi. Ecco i dettagli.

Contributi a fondo perduto per vendita prodotti sfusi

Ridurre il consumo di plastica è uno dei passi fondamentali per ridurre l’inquinamento ambientale e tra le abitudini che si stanno fortemente sostenendo vi è la riduzione degli imballaggi attraverso la vendita di prodotti alla spina. Per incentivare le aziende a offrire questo servizio sono stati messi a disposizione contributi a fondo perduto per le aziende e in particolare le attività commerciali che adeguano gli spazi interni alla vendita di prodotti sfusi o alla spina.

Il contributo a fondo perduto in favore degli esercizi commerciali che adeguano gli spazi interni alla vendita di prodotti sfusi e alla spina è previsto nell’articolo 7 del decreto legge 111 del 2019. Attualmente possono presentare la domanda coloro che hanno sostenuto le spese nell’anno 2021 e il termine per la presentazione dell’istanza è il 30 aprile, la procedura deve essere eseguita sulla piattaforma Invitalia. Le risorse disponibili sono 20 milioni e saranno erogate in ordine cronologico, dopo le dovute verifiche, fino ad esaurimento dei fondi.

Chi può richiedere i contributi a fondo perduto

L’agevolazione è rivolta a negozi di vicinato, di media e di grande struttura e può essere richiesta sia dalle attività già presenti che sostengono costi di adeguamento, sia da nuove attività commerciali che si occupano esclusivamente di vendita di prodotti alla spina.

Gli aiuti sono stati previsti per due anni successivi, la tornata relativa ai costi sostenuti nel 2020 si è chiusa il 24 gennaio 2022, mentre il primo marzo 2022 è stata aperta la piattaforma per richiedere i contributi a fondo perduto per i costi sostenuti nel 2021, la piattaforma sarà chiusa il 30 aprile alle ore 23:59.

La normativa prevede che tali soggetti possano richiedere rimborsi delle spese per un massimo di 5.000 euro. Le spese rimborsabili sono quelle per:

  • adeguamento dei locali, ad esempio lavori per ricavare spazi per la vendita di prodotti sfusi;
  • acquisto di attrezzature funzionali allo svolgimento della vendita di prodotti sfusi, ad esempio erogatori per i detersivi, contenitori per detersivi o per alimenti;
  • iniziative volte a dare informazioni, comunicazioni e pubblicità.

La normativa prevede che possano essere rimborsate le spese considerate attinenti rispetto all’attività e questa caratteristiche deve essere attestata da:

  • presidente di collegio sindacale;
  • revisore legale iscritto all’albo;
  • professionista iscritto all’albo dei dottori commercialisti, degli esperti contabili, periti commerciali, consulenti del lavoro;
  • responsabile di un centro di assistenza fiscale.

Come presentare la domanda per accedere ai contributi a fondo perduto per la vendita dei prodotti sfusi

Per poter presentare la domanda è necessario andare al sito www.padigitale.invitalia.it e cliccare alla voce “bando prodotti sfusi (spese 2021)”.

A questo punto è necessario identificarsi con un codice SPID. É bene ricordare che le domande sono approvate fino  a esaurimento fondi e in ordine cronologico. Proprio per questo, nel caso in cui sulla piattaforma dovessero essere presenti contemporaneamente molti utenti, dopo l’accesso si viene messi in attesa. Il consiglio è di attendere senza lasciare la coda in modo da avere più possibilità di rientrare tra i beneficiari.

Si accede così a una procedura guidata, inserendo:

  • i dati anagrafici del richiedente;
  • tipologia di esercente (vicinato, negozio di media struttura o di grande struttura);
  • auto dichiarazione del possesso dei requisiti previsti per accedere al beneficio;
  • spese sostenute e loro finalità;
  • auto-dichiarazione di non aver usufruito per le stesse spese di altri aiuti e di rispettare le condizioni previste per gli aiuti del minimis;
  • si deve indicare la tipologia di contenitori utilizzati e se sono riutilizzabili. Se in essi devono essere contenuti prodotti alimentari è necessario certificare che rispettano la normativa prevista per i contenitori che devono essere a contatto con alimenti.

Alla domanda è necessario allegare dei documenti e in particolare documento di identità, fatture attestanti le spese sostenute affiancate da documenti che provano il pagamento. Infine, l’attestazione sulla effettività e attinenza delle spese. La domanda deve essere sottoscritta con firma digitale.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la guida del MiTE, da scaricare QUI

 

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Smart and Start per imprese femminili e giovani: cosa sono?

Il programma Smart and Start è una delle misure del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che prevede finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto a favore delle nuove attività. La misura va a favore soprattutto delle imprese gestite da donne e da giovani under 35. Sono varie le condizioni per accedere ai finanziamenti agevolati che prevedono prestiti fino al 90% a tasso zero con durata massima di 10 anni. Nel dettaglio, le tipologia di attività finanziabili.

Finanziamenti agevolati Smart and Start: quali sono gli ambiti di attività delle nascenti imprese per richiedere il prestito?

La misura Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico sostiene la creazione di nuove imprese innovative, purché l’attività sia ad alto contenuto tecnologico oppure sia volta a produrre soluzioni e servizi nell’ambito dell’economia digitale, dell’Internet of thing (IoT), dell’intelligenza artificiale e del blockchain. I progetti delle nuove imprese sono finanziabili per importi che vanno da 100 mila euro a 1,5 milioni di euro. Per le imprese gestite da donne, il finanziamento a tasso zero è del 90% dell’importo riconosciuto; per tutte le altre imprese il finanziamento arriva all’805.

Quali sono le condizioni dei contributi a fondo perduto alle imprese Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico?

I finanziamenti agevolati Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico hanno una durata limite di dieci anni. Per le imprese nascenti in alcune regioni italiane sono previsti anche dei contributi a fondo perduto. Infatti, per le imprese con sede in Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Molise il finanziamento ottenuto deve essere restituito solo in parte, pari al 70% dell’intero importo preso a prestito per e spese ammissibili. La differenza con quanto ottenuto realmente costituisce il contributo a fondo perduto.

Servizi tecnici e di tutoraggio per avviare un’impresa con il servizio Smart and Start

Oltre ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati, la misura Smart e Start prevede anche servizi di tutoraggio gestionale e tecnico. Le nuove imprese possono accedere a questo servizio per la durata di un anno. Per le imprese nate da non più di 12 mesi, il valore dei servizi di tutoraggio è pari a 15 mila euro purché la sede sia in una delle regioni agevolate (Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Molise). Se l’azienda è localizzata nelle altre regioni, il valore del tutoraggio scende a 7.500 euro.

Quali piani di impresa sono ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Smart and Start?

Le spese ammesse ai finanziamenti agevolati e ai contributi a fondo perduto per la nascita di nuove imprese possono essere classificate nelle seguenti:

  • quelle che abbiano contenuto innovativo e tecnologico;
  • le spese per sviluppare i servizi, i prodotti e le soluzioni in ambito di economia digitale, di intelligenza artificiale, di Internet of Thing, di blockchain;
  • i costi sostenuti per valorizzare economicamente i risultati della ricerca privata e pubblica.

I progetti, data l’elevato contenuto innovativo, possono essere portati a termine anche con organismi di ricerca, acceleratori di impresa, incubatori e Digital Innovation Hub (Dih).

Quali spese sono ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Smart and Start?

Per quanto attiene alle spese ammissibili ai fini dei finanziamenti agevolati e ai contributi, la misura Smart and Start prevede la copertura delle:

  • immobilizzazioni materiali, ovvero delle spese sostenute per macchinari, impianti e attrezzature tecnologiche. I beni devono essere nuovi di fabbrica e in linea con l’attività prodotta dalla nuova impresa;
  • le immobilizzazioni immateriali, nell’ambito delle quali sono agevolabili le spese per i marchi, i brevetti, le licenze, le certificazioni, i know how e le conoscenze tecniche. Anche per questi beni deve esserci correlazione con l’attività che andrà a svolgere la nascente impresa;
  • le spese per i servizi direttamente funzionali a realizzare l’attività dell’impresa in linea con il piano per il quale sia stato presentato il progetto. Sono ammissibili le spese per la progettazione, per lo sviluppo, per la personalizzazione e per il collaudo delle soluzioni informatiche, per gli impianti produttivi e tecnologici, per gli acceleratori di impresa, per il marketing e per le collaborazioni con le realtà di ricerca.

Quali spese del personale sono agevolabili per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti Smart and Start del Mise?

Risultano altresì agevolabili con finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto del Mise le spese del personale dipendente e dei collaboratori rientranti nei requisiti previsti dalla leggera h) del comma 2, dell’articolo 25, del decreto legge numero 179 del 2012. Nel dettaglio, si tratta delle “spese in ricerca e sviluppo uguali o superiori al 15 per cento del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili”.

Quali spese del personali sono comprese nei finanziamenti e contributi a fondo perduto del Mise?

Ai fini di questo provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai princìpi contabili, sono altresì da annoverarsi tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan, le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori, le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso. Le spese risultano dall’ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della start-up innovativa”.

Quali altre spese per il personale sono finanziabili con la misura Smart and Start?

Ulteriori spese per il personale dipendente e per i collaboratori sono finanziabili con i contributi Smart and Start. In particolare, ricorre l’ammissibilità della spesa nel caso in cui l’impresa start up per l'”impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale ai sensi dell’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 22 ottobre 2004, numero 270;

Ulteriori spese ammissibili per personale e collaboratori

Infine, risultano agevolabili con i contributi a fondo perduto o i finanziamenti agevolati le spese della start up che sia “titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa”.

Come inviare le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati Smart and Start?

Per l’invio della domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati per la nascita di start up innovative, anche al femminile e per giovani, è necessario utilizzare la procedura telematica. In particolare, la piattaforma informatica si trova sul portale internet di Invitalia, dove è presente anche la modulistica. Risulta necessario seguire gli schemi indicati sul portale e le modalità di invio. Le imprese ammesse al beneficio devono stipulare un contratto di finanziamento con il soggetto gestore.

Superbonus Turismo: 21 febbraio disponibili i moduli, dal 28 la piattaforma

Dal 21 febbraio su Invitalia saranno disponibili le istruzioni per poter accedere al Superbonus Turismo che prevede contributi a fondo perduto e credito di imposta per le imprese del settore turismo.

Cosa prevede il Superbonus Turismo?

Le regole per poter accedere al Superbonus Turismo sono contenute nell’Avviso Pubblico reso noto dal Ministero del Turismo il 23 dicembre 2021. Si tratta di incentivi volti a indurre le imprese che lavorano nel settore del turismo a migliorare l’offerta ricettiva.

Gli aiuti previsti sono di tre tipi:

  • contributo a fondo perduto;
  • credito di imposta;
  • finanziamenti a tasso agevolato.

Interventi coperti dal Superbonus Turismo

Il Superbonus Turismo è stato previsto con DL n. 152 del 2021 in attuazione del PNRR. Prevede incentivi per:

  • efficientamento energetico delle strutture;
  • eliminazione barriere architettoniche;
  • interventi antisismici;
  • manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento. Le operazioni devono però essere collegate agli interventi visti nei primi tre punti;
  • realizzazione di piscine termali e acquisto strumentazione per lo svolgimento delle attività termali;
  • digitalizzazione delle strutture;
  • acquisti arredamento e componenti di arredo connesse alle attività precedentemente viste.

Possono beneficiare di tali fondi numerose imprese, in particolare:

alberghi, agriturismi, stabilimenti balneari, parchi tematici, imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, stabilimenti termali.

Per poter beneficiare del Superbonus Turismo, l’impresa che richiede l’accesso ai fondi deve essere in possesso di un DURC, inoltre deve essere in regola con la normativa vigente antimafia  e con i versamenti fiscali. Non deve inoltre trovarsi in stato di liquidazione o fallimento. I requisiti devono essere posseduti al momento della presentazione dell’istanza ma soprattutto, affinché non siano revocati, devono essere mantenuti per ulteriori 5 anni.

Cosa si può ottenere con ul Superbonus Turismo?

Il Superbonus Tuirismo prevede :

  • un credito di imposta pari all’80% delle spese effettivamente effettuate nel periodo tra il 7 novembre 2021 e 31 dicembre 2024 (questo vuol dire che si potrà fruire del Superbonus anche per lavori non ancora iniziati). Inoltre il credito di imposta si potrà avere anche per i lavori iniziati dopo il 1 febbraio 2022, ma solo nel caso in cui ancora non siano conclusi;
  • contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese con tetto massimo di 40.000 euro.
  • Infine, è possibile accedere a finanziamento a tasso agevolato Fondo nazionale per l’efficienza energetica per spese non coperte dalle agevolazioni precedenti e che comunque ricadano nella riqualificazione energetica.

In alcuni casi è prevista anche un’integrazione dell’importo massimo del contributo a fondo perduto. Si possono ricevere fino a 20.000 euro per imprese che ricadano nei requisiti dell’imprenditoria femminile, a società cooperative in cui almeno il 60% dei soci abbiano un’età fino a 35 anni e società di capitali possedute per almeno 2/3 da giovani o i cui amministratori siano per almeno 2/3 giovani, infine per imprese individuali intestate a giovani.

Possono invece ottenere un incremento di 10.000 euro le imprese collocate in Calabria, Campania, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Sardegna, Molise e Sicilia. Si tratta di un ulteriore aiuto al fine di aiutare le regioni del Sud, generalmente con maggiori difficoltòà economiche, a sviluppare ulteriormente il settore del turismo.

Come presentare la domanda?

Le modalità operative per poter presentare la domanda, con fac simile, saranno disponibili sul sito www.invitalia.it dal giorno 21 febbraio. Dal 28 febbraio sarà invece aperta la piattaforma per poter presentare le domande. Da questo momento ci saranno 30 giorni di tempo per inoltrare le domande, la finestra si aprirà periodicamente in modo da dare la possibilità alle imprese man mano di accedere ai fondi. Il primo blocco sarà di 100 milioni di euro.

Già ora è però possibile indicare i documenti necessari per poter presentare la domanda si tratta di:

  • dati anagrafici del titolare dell’impresa, della società che deve accedere ai fondi;
  • tipologia di interventi previsti;
  • incentivi richiesti (credito di imposta e/o contributi a fondo perduto);
  • devono essere indicati in modo analitico costi di intervento, spese ammissibili;
  • data di inizio e di fine (prevista) per gli interventi;
  • spese per le quali è possibile richiedere ulteriori importi;
  • eventuali anticipazioni del 30% delle spese per i contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto Cultura CREA per regioni del Sud

Cultura CREA è il programma di Invitalia che sostiene la nascita e la crescita di imprese no profit e di imprese che operano nel settore turistico e culturale. Attualmente sono ancora disponibili 50 milioni di euro per accedere ai finanziamenti.

Chi sono i beneficiari

Possono beneficiare di Cultura Crea start up, reti di imprese, imprese sociali e imprese già consolidate.

In particolare possono ottenere sostegno, per quanto riguarda gli enti no profit le APS (Associazioni per la Promozione Sociale), ONLUS, organizzazioni di volontariato.

Per quanto riguarda invece i contributi rivolti alla nascita di nuove imprese impegnate nel settore del turismo e della cultura, possono accedere:

  • team di persone che vogliono costituire una nuova società, in questo caso la stessa deve essere costituita entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione all’agevolazione. Oppure imprese in forma societaria ma costituite da non oltre 36 mesi.

Per quanto invece riguarda l’incentivo rivolto allo sviluppo di imprese già esistenti, le stesse devono essere costituite in forma societaria e da oltre 36 mesi.

In entrambi i casi possono ottenere i contributi a fondo perduto o il mutuo agevolato anche le cooperative.

Deve essere sottolineato che per quanto riguarda le reti di imprese, la domanda deve essere presentata da ogni impresa facente parte delle rete e l’istanza deve riguardare il singolo settore di investimento dell’azienda della rete.

Cosa offre Cultura Crea

Il programma Cultura CREA ha già finanziato oltre 350 imprese ed è rivolto a: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il progetto è promosso dal Ministero della Cultura in attuazione del PON FESR “Cultura e Sviluppo”.

Offre: contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato (tasso di interesse zero). Le misure si diversificano a seconda che siano rivolte a imprese di nuova costituzione o imprese già costituite.

Per le nuove imprese sono finanziabili progetti di investimento del valore massimo di 400.000 euro. Entrambe queste misure sono sul 40% della spesa di investimento sostenuta dall’impresa. L’importo arriva al 45% nel caso in cui l’investimento sia sostenuto da donne e giovani.

Per le imprese già costituite il tetto massimo di spesa è di 500.000 euro. Il contributo a fondo perduto può però arrivare massimo al 20% delle spese di investimento, elevabile al 25% per giovani e donne. Mentre il tasso agevolato allo 0% copre il 60% dell’investimento, percentuale che sale al 65% per donne e giovani.

Aree tematiche degli investimenti

Deve però essere ricordato che gli investimenti devono riguardare determinate aree tematiche:

  • sviluppo o applicazione di tecnologie che consentano di archiviare, creare, organizzare dati e rendere facilmente fruibili prodotti culturali;
  • sviluppo o applicazione di modalità e processi innovativi per restauro, manutenzione, conservazione, recupero del patrimonio culturale;
  • realizzazione di prodotti che consentano una migliore fruibilità del patrimonio culturale e artistico, ad esempio software, piattaforme, format narrativi, servizi di prenotazione connessi a viaggi, assistenza ai visitatori, promozione turistica;
  • sviluppo di programmi, software per ingegnerizzare le attività di gestione di beni e attività culturali.

Cultura Crea per il settore No Profit

Per le imprese del settore No Profit il tetto di spesa è di 400.000 euro, in questo caso però l’aumento gli importi di cui si può beneficiare, nel limiti del regolamento de minimis è possibile ottenere l’80% di contributi a fondo perduto, elevato al 90% nel caso in cui gli enti del terzo settore siano gestiti da donne o giovani o in possesso di rating di legalità.

Per le imprese no profit cambiano anche gli interventi finanziabili. Si tratta di:

  • attività legate alla gestione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio;
  • attività collegate alla fruizione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio;
  • attività di animazione e partecipazione culturale.

Come presentare la domanda

Tra i vantaggi di questo contributo vi è la possibilità di ottenere il finanziamento fino al 15% anche per le opere murarie, inoltre si può ottenere un servizio di tutoring di valore fino a 10.000 euro. Si tratta di un modo per aiutare chi vuole fare impresa nel mondo del turismo ad avere successo attraverso un’adeguata preparazione curata da professionisti del settore.

Gli aiuti visti rientrano nel regime degli aiuti de minimis. per saperne di più, leggi: Aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli

Le imprese ammesse al beneficio possono rivolgersi alle banche che hanno stretto accordo con Invitalia, in questo modo e procedure per la gestione dei finanziamenti è facilitata.

La domanda deve essere presentata telematicamente attraverso la piattaforma di Invitalia. Per accedere è necessario avere l’identità digitale (Codice SPID, CIE, CNS), occorre caricare il business plan e compilare il modulo. Le domande sono vagliate entro 60 giorni.

Fondo PMI Creative: cosa prevede e codici Ateco beneficiari

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 2 febbraio 2022 il decreto interministeriale che disciplina le modalità di attuazione del Fondo PMI Creative (Piccole e Medie Imprese Creative). A breve saranno comunicati i termini per la presentazione delle domande, ma vediamo fin da ora cosa prevede.

Il Fondo PMI Creative

Con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 18 novembre 2021 è stato creato il Fondo per le Piccole e Medie Imprese Creative, questo ha una dotazione di 40 milioni di euro per il 2021 e il 2022. L’obiettivo è aiutare le imprese che lavorano in questo settore ad affrontare le conseguenze della crisi pandemica. Gli aiuti vanno in due direzioni. In primo luogo sono attive agevolazioni per programmi di investimento che possono arrivare a copertura dell’80% delle spese sostenute, però in forma diversa:

  • 40% come contributo a fondo perduto;
  • un’ulteriore 40% come finanziamento agevolato con tasso allo 0% per un periodo di ammortamento massimo di 10 anni.

Gli investimenti finanziabili sono di diversa natura, ad esempio l’acquisto di nuovi macchinari. Vedremo tra poco che le attività che possono essere finanziate sono molteplici e quindi in base alle esigenze delle stesse possono essere riconosciute agevolazioni per investimenti di varia natura.

Condizioni per accedere alle agevolazioni

Come per ogni fondo rivolto alle imprese, anche in questo caso ci sono delle caratteristiche da rispettare. Naturalmente devono essere presentati dei progetti, gli stessi devono avere un ammontare massimo di 500 milioni di euro e devono essere realizzati entro 24 mesi dal momento della concessione. I progetti devono essere finalizzati:

  • all’avvio e allo sviluppo di un’impresa creativa (lo sviluppo riguarda imprese costituite da non più di 5 anni);
  • all’ampliamento e alla diversificazione dell’offerta, all’introduzione di innovazioni nel processo produttivo o di efficientamento dello stesso. Questa misura è rivolta a imprese costituite da più di 5 anni.

Le start up e le imprese innovative che operano in questi settori possono ottenere agevolazioni più elevate. In questo caso si può ottenere fino al 50% delle somme apportate da investitori terzi che hanno investito in equity. Vi sono però delle condizioni, cioè l’apporto degli investitori terzi deve essere in denaro. L’investimento deve inoltre essere effettuato entro 5 anni dal riconoscimento della concessione e di importo non inferiore a 20.000 euro. I terzi investitori in start up innovative non devono inoltre avere un capitale di maggioranza.

Contributi indiretti alle PMI Creative

I contributi previsti nel Fondo per le Piccole e Medie Imprese Creative non sono previsti solo in forma di contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato, ma anche in forma di Voucher per l’acquisto di determinati servizi. I voucher sono diretti a imprese di altri settori che però beneficino delle prestazioni delle imprese che hanno i codici Ateco che vedremo a breve. Tali aziende devono richiedere servizi:

  • servizi di marketing e sviluppo del brand;
  • servizi di design e design industriale;
  • innovazioni tecnologiche di particolare valore artigianale, culturale e creativo;
  • incremento del valore identitario dell’azienda (ad esempio attraverso campagne pubblicitarie).

Il Fondo per le Piccole e Medie Imprese Creative sarà gestito da Invitalia. Attualmente non è ancora possibile presentare istanza per accedere, si attendono gli ultimi chiarimenti. Nel frattempo sono indicati i codici Ateco dei potenziali beneficiari.

I Codici Ateco

Codice Ateco Descrizione attività
13.10.00 Preparazione e filatura fibre tessili
13.20.00 Tessitura
13.91.00 Fabbricazione tessuti a maglia
13.92.10 Confezionamento biancheria casa
13.92.20 Fabbricazione articoli in materia tessile
13.93.00 Fabbricazione tappeti e moquette
13.94.00 Fabbricazione spago, funi, reti
13.95.00 Fabbricazione tessuto non tessuto
13.96.10 Nastri, fibre tessili, passamaneria, etichette
13.99.10 ricami
13.99.20 Tulle, pizzi e merletti
14.11.00 Confezione abbigliamento pelle e similpelle
14.13.20 Sartoria, abbigliamento su misura
14.19.10 Accessori per abbigliamento
15.12.09 Borse, pelletteria, selleria
16.10.00 Taglio e piallatura del legno
16.2 Fabbricazione prodotti in legno, paglia, sughero, materiali da intreccio
16.29.19 Fabbricazione altri prodotti in legno (esclusi mobili)
16.29.20 Lavorazione sughero
16.29.30 Articoli in paglia e materiali da intreccio
16.29.40 cornici
17.29 Articoli in carta e cartone
18.1 Stampa e servizi connessi
18.13 Lavorazioni preliminari alla stampa
18.14 legatoria
18.14 Stampa e riproduzione stampa e registrazione su supporti registrati
23.19.20 Lavorazione vetro a mano e soffio artistico
23.41.00 Prodotti in ceramica per uso domestico e ornamentale
23.49.00 Altri prodotti in ceramica
23.70.20 Lavorazione artistica marmo e pietra
25.99.30 Produzione oggetto in ferro e altri metalli
26.52 Fabbricazione orologi
31.09.05 Finitura mobili
32.1 Produzione gioielli, bigiotteria, lavorazione pietre preziose e attività connesse
32.2 Produzione strumenti musicali
32.4 Produzione giochi e giocattoli
58.11 Edizione di libri
58.14 Edizione riviste e periodici
58.19.00 Altre attività editoriali
58.21 Edizione giochi per computer
59 Produzione cinematografica, televisiva, sonora
60.10.00 Trasmissioni radiofoniche
60.20.0 Trasmissioni televisive
62.01 Produzione software
63.12 Portali web
70.21 Pubbliche relazioni e comunicazioni
71.1 Studi di architettura/ingegneria
73.11 Agenzie pubblicitarie
74.1 Attività di design specializzate
74.20.1 Riprese fotografiche
74.20.2 Laboratori fotografici per sviluppo e stampa
90 Attività creative, artistiche, intrattenimento (escluso codice 90.03.01)
91.0 Biblioteche, archivi e musei
95.24 Riparazione mobili, tappezzeria
95.25 Riparazione orologi