Carta Dedicata a te, arrivano i nuovi importi con il decreto attuativo

La legge di Bilancio per il 2023 prevede la carta “Dedicata a te”, si tratta di una carta ricaricata pre-pagata che i nuclei familiari a basso reddito (Isee inferiore a 15.000 euro) hanno ricevuto nel mese di luglio. La carta poteva essere utilizzata per l’acquisto di beni alimentari. L’articolo 2 comma 1 secondo periodo del DL n. 131/2023 ha poi modificato la norma e ora la carta Dedicata a te sarà nuovamente caricata, vediamo con quali importi.

I nuovi importi nella carta Dedicata a te

Il decreto legge 131 del 2023 ha previsto un incremento dei fondi disponibili per la carta “Dedicata a te”. In questo caso gli importi caricati sulla carta già recapitata ai cittadini con reddito Isee inferiore a 15.000 euro potranno essere utilizzati per l’acquisto di carburanti per auto. Gli importi caricati saranno pari a 77,20 euro e potranno essere utilizzati per acquisto di gasolio, benzina, metano e Gpl per il trasporto. In alternativa può essere utilizzata per l’acquisto di abbonamenti a mezzi di trasporto pubblico.

Ricordiamo che le carte inviate sono state 1 milione e 300 mila, ma per non perdere gli importi, il primo acquisto con la carta doveva essere effettuato entro il 15 settembre 2023. Nel caso di mancato uso, la carta è annullata e le somme introitate nuovamente al sistema. Questo implica che ad oggi le carte “dedicata a te” attive potrebbero essere meno di quanto previsto.

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Decreto attuativo, arrivano le nuove somme per acquisto carburanti

Dopo l’introduzione del nuovo contributo, il Mimit, di concerto con il MEF e con il Masaf ha emanato il decreto che reca le disposizioni attuative ed applicative della social card, di conseguenza a breve saranno disponibili le somme aggiuntive rispetto ai 382,50 euro precedenti.

Per coloro che non sono riusciti a ritirare le Carte o a effettuare il primo pagamento entro il 15 settembre scorso, Poste Italiane provvederà a consegnare la Carta attraverso gli uffici postali. In questo caso saranno caricate entrambe le somme (382,50 euro + 77,20 euro).

I soggetti che ricevono ora la carta acquisti Dedicata a Te dovranno fare il primo acquisto/pagamento entro il 31 gennaio 2024, pena la decadenza del beneficio.

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Isee 2024, ecco cosa non deve essere più dichiarato

Come cambia l’Isee nel 2024? Novità importante per i risparmiatori che possono accedere a nuove prestazioni.

L’Isee è l’Indicatore della situazione economica equivalente e tiene conto delle risorse economiche/patrimoniali del nucleo familiare in base anche alla sua composizione. Da gennaio 2024 ci sarà una vera rivoluzione perché, in base all’articolo 39 della legge di Bilancio, dal suo calcolo fuoriesce un’importante voce cioè i Titoli di Stato, molto apprezzati dai risparmiatori italiani.

Perché è così importante il nuovo calcolo Isee 2024?

L’Isee è il principale punto di riferimento per le famiglie che vogliono ottenere prestazioni sociali legate al reddito. L’Isee incide sul calcolo delle tasse universitarie, sulla possibilità di avvalersi di numerosi benefici fiscali, ad esempio il bonus occhiali da vista, ma non solo. In base all’Isee è stata emessa la Carta Dedicata a Te  e sulla stessa saranno caricati nuovi bonus, come il  bonus carburante  e ulteriori somme stanziate per la spesa alimentare.

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Isee 2024, esclusi dal calcolo i Titoli di Stato, perché?

Il 2023 ha visto diverse emissioni di BTP valore, Titolo di Stato destinato soprattutto ai piccoli risparmiatori con  rendimento legato all’inflazione. L’emissione ha avuto un discreto successo, attraverso queste operazioni lo Stato raccoglie liquidità dagli investitori.

Per il 2024 è prevista l’emissione ulteriore di BTP per un valore di 480 miliardi di euro e in un certo senso il Governo vuole attirare investitori. In questa ottica si colloca l’articolo 39 della bozza di legge di Bilancio 2024 presentata al Parlamento che esclude dal calcolo dell’Isee i Titoli di Stato indicati nell’articolo 3 del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di debito pubblico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 2003, n. 398.

Quanto incide la misura?

Gli italiani sono un popolo di risparmiatori e soprattutto amano i Titoli di Stato. Nel 2023 con l’emissione di BTP Valore sono stati acquistati Titoli di Stato per un valore complessivo di 35,2 miliardi di euro, 18 miliardi raccolti nella prima emissione e 17,2 miliardi nella seconda emissione.

A questi si devono aggiungere i Titoli di Stato acquistati precedentemente. Un vero tesoretto che esce dalle dichiarazioni Isee degli italiani e porta a una notevole riduzione dell’Indicatore della situazione economica equivalente con accesso alle prestazioni sociali per molte famiglie che prima rischiavano di essere escluse.
Ricordiamo inoltre che tra i Titoli di Stato non rientrano solo i BTP, ma anche altri, ad esempio:

1) Bot, ( Buoni ordinari dello Stato) titoli a breve termine, ossia con durata non superiore a un anno;
2) Btp, (Buoni del tesoro poliennali) caratterizzati da cedole fisse semestrali;
3) CCTeu, Certificati di Credito del Tesoro Indicizzati all’euribor con cedola variabile;
4) Ctz, Certificati del Tesoro Zero Coupon titoli a 24 mesi privi di cedola.

Isee 2024, il nuovo calcolo è iniquo e penalizza i poveri

Naturalmente non sono mancate critiche da parte dell’opposizione a questa scelta, infatti eliminare i Titoli di Stato dal calcolo dell’Isee 2024 vuol dire favorire l’accesso alle prestazioni sociali da parte di famiglie che hanno comunque dei risparmi investiti e quindi che potenzialmente hanno risorse rispetto a famiglie che invece non riescono a risparmiare. Proprio per questo il nuovo calcolo dell’Isee 2024 è da considerarsi iniquo.

Assegno Unico, importi ridotti a settembre. Cosa fare?

A settembre molte famiglie rischiano di perdere parte dell’assegno unico e universale e vedersi riconosciuti solo gli importi minimi. A renderlo noto è l’Inps con il Messaggio 2856 del 1° agosto 2023. Ecco perché e come evitare che questo accada.

Assegno Unico, perché sarà ridotto a settembre 2023?

L’Assegno unico ha fatto il suo ingresso nel nostro sistema welfare nel mese di febbraio 2022, è ormai una realtà consolidata. L’obiettivo era eliminare vari bonus e contributi e dare alle famiglie con figli un supporto economico costante e mensile calibrato su reddito Isee, età e numero dei figli. È l’Inps a erogare l’Assegno Unico e Universale.

Nel Messaggio si precisa che “La domanda di Assegno unico e universale è istruita e liquidata dall’INPS sulla base dell’attestazione ISEE, ancorché recante omissioni/difformità (c.d. ISEE difforme), relativamente ai dati del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali dichiarati.” Specifica però che “A partire dalla competenza di settembre 2023, la presenza di omissioni/difformità nell’attestazione ISEE comporterà l’attribuzione degli importi minimi previsti dall’articolo 4, commi da 1 a 8, del decreto legislativo n. 230/2021.”

L’Inps, come risaputo ha una banca dati da cui emergono i dati dei contribuenti quindi anche semplicemente interrogando il sistema si palesano omissioni e difformità. Questo implica che il beneficiario avrà lo stesso trattamento previsto per coloro che decidono di presentare istanza per l’Assegno unico ma non allegano alla domanda il reddito Isee.

Cosa fare per evitare la riduzione dell’Assegno Unico a settembre 2023?

Si sottolinea che non vi sarà semplicemente una decurtazione sull’assegno di settembre. L’Inps attraverso i contatti che sono presenti nella scheda dei vari utenti, provvederà ad inviare una comunicazione tramite SMS o tramite e-mail nella quale si conferma la presenza di omissioni o errori. Naturalmente l’utente può correggere l’errore e di conseguenza non perdere gli importi.

La nuova DSU ( Dichiarazione sostitutiva Unica) può essere presentata entro il termine di scadenza della stessa DSU che presenta difformità o errori. In questo caso è prevista anche la corresponsione delle integrazioni eventualmente dovute per il periodo in cui l’assegno unico è stato corrisposto al minimo. Si ha lo stesso effetto anche nel caso in cui il beneficiario produca documentazione probante la regolarità dell’Isee, validata dalla struttura Inps territorialmente competente o presenti un Isee di rettifica rispetto alle precedenti dichiarazioni.

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Bonus centri estivi Inps 2023, domande fino al 20 giugno. Guida

C’è tempo fino al 20 giugno per presentare attraverso il sito Inps la domanda per il bonus centri estivi Inps 2023. A chi è rivolta e cosa serve per poter partecipare al bando?

Bonus centri estivi Inps 2023

Annualmente l’Inps pubblica il bando per accedere al bonus centri estivi, si tratta di una misura rivolta ai figli dei dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione che abbiano età compresa tra i 3 e i 14 anni.

Affinchè si possa ottenere l’agevolazione è necessario essere iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e alla Gestione dipendenti pubblici.

Il bonus centri estivi Inps 2023 prevede il rimborso fino a un importo massimo di 100 euro a settimana, per un periodo massimo di 20 giorni/ 4 settimane, delle spese sostenute per l’iscrizione dei ragazzi presso centri estivi. Si può usufruire dell’agevolazione anche per periodi frazionati non continuativi, ad esempio una settimana a luglio, un altra ad agosto.

Come presentare la domanda?

La domanda per poter accedere al beneficio può essere presentata fino al giorno 20 giugno 2023 e la graduatoria finale degli aventi diritto sarà pubblicata sullo stesso sito Inps il giorno 20 luglio 2023.

Per poter presentare la domanda è necessario accedere al sito Inps con l’uso delle proprie credenziali Spid, Cie o Cns. A questo punto deve essere seguito il percorso:

  • Sostegni, sussidi e indennità;
  • Credito e welfare dipendenti pubblici;
  • Soggiorni – Centri estivi: contributi per minori fino a 14 anni.

Entrati nella sezione si prosegue con le voci “approfondisci”, “Utilizza il servizio”, “Domande Welfare in un click”.

Per inoltrare la propria domanda per accedere al bonus centri estivi è necessario allegare l’Isee ordinario o l’Isee minorenni (generalmente si presenta in caso di genitori non coniugati).

Chi decide di usufruire Bonus centri estivi Inps 2023 non potrà accedere a Estate INPSieme in Italia o all’estero.

Graduatorie e limiti bonus centri estivi Inps 2023

Le graduatorie dei beneficiari saranno pubblicate il giorno 20 luglio 2023, le stesse sono stilate avendo in considerazione le risorse disponibili e i dati Isee. L’Inps ha però previsto una quota di riserva di 500 posti in favore orfani ed equiparati e in favore di disabili.

Il rimborso non può comunque superare le somme effettivamente spese, nel limite di 100 euro a settimana. Inoltre sono previste soglie di rimborso in base al reddito Isee.

  • Fino a 8.000 euro: 100%;
  • da 8.000,01 a 24.000 euro: 95%;
  • da 24.000,01 a 32.000 euro: 90%;
  • da 32.000,01 a 56.000 euro: 85%;
  • oltre 56.000 euro o in caso di mancata presentazione Isee: 80%.

Dopo la prima fase con pubblicazione della graduatoria, si potrà usufruire del bonus centri estivi Inps 2023. A questo punto fino al 13 ottobre 2023 sarà possibile caricare sul sito Inps i dati relativi a iscrizione, costo del centro estivo, durata e l’IBAN per il versamento.

In questa fase è necessario indicare:

  • i dati del centro estivo e le singole settimane in cui si è usufruito del centro estivo con il relativo costo sostenuto;
  • copia di un documento, firmato dal fornitore e dal richiedente, che attesti l’iscrizione presso un centro estivo idoneo e completo di una dichiarazione che certifichi il possesso dei requisiti;
  • occorre allegare la fattura completa di tutti i dati (nella fattura deve essere indicato il costo globale sostenuto e quello delle singole settimane);
  • codice Iban.

I pagamenti saranno effettuati entro il 31 dicembre 2023.

Bonus occhiali da vista 2023, le domande frequenti

Il bonus occhiali è un voucher del valore di 50 euro corrisposto per l’acquisto di occhiali da vista e lenti a contatto correttive. È stato introdotto con la legge di bilancio 2021, ma solo nel mese di maggio 2023 è stato attivato, proprio per questo sono molti i dubbi dei potenziali utilizzatori.

Può essere richiesto per acquisti effettuati dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023, da persone che appartengono a un nucleo familiare con Isee inferiore a 10.000 euro.

Il bonus occhiali 2023 ha creato molte perplessità, si cerca quindi di rispondere alle domande frequenti in merito.

Come posso ottenere il bonus occhiali per acquisti passati?

La piattaforma per richiedere il bonus occhiali è stata attivata solo il 5 maggio 2023, ma si è detto che il voucher può essere richiesto anche per acquisti effettuati prima di tale data, cioè dal 1° gennaio 2021. In questo caso è necessario chiedere un rimborso delle somme già pagate. Nel presentare istanza occorre quindi allegare i documenti che dimostrano l’acquisto. In particolare, secondo le indicazioni del Ministero della Salute, occorre inserire il giustificativo di spesa, indicare la Partita Iva del rivenditore, l’Iban del conto corrente del richiedente o beneficiario, la data e l’importo della spesa sostenuta (Iva inclusa).

Si può chiedere il rimborso solo per acquisti effettuati presso centri convenzionati.

Per chiedere il rimborso delle spese è necessario autenticarsi sul sito www.bonusvista.it usando le proprie credenziali digitali ( Spid, Cie o Cns).

Per gli acquisti successivi al 5 maggio, si può invece richiedere il voucher da spendere presso uno dei negozi convenzionati.

Leggi anche: Bonus occhiali da vista, pronta la piattaforma per le domande

Posso chiedere il bonus occhiali per acquisti online?

La risposta è positivi, l’importante è che si tratta di un negozio online presente nella lista messa a disposizione dal Ministero della Salute sul sito www.bonusvista.it

Entro quanto tempo deve essere speso il bonus?

Il bonus occhiali da vista deve essere utilizzato entro 30 giorni dall’emissione, nel caso di scadenza senza utilizzo è comunque chiedere un altro bonus.

Posso utilizzare il bonus occhiali da vista per l’acquisto di occhiali da sole?

Anche in questo caso la risposta è positiva infatti gli occhiali da sole se graduati rientrano tra i dispositivi medici e di conseguenza è possibile utilizzare il bonus occhiali da vista del valore di 50 euro per l’acquisto.

Gli occhiali costano molto di più di 50 euro, posso ottenere altri benefici?

Per le somme residue, cioè ulteriori rispetto ai 50 euro, è possibile ottenere le detrazioni previste per le spese sanitarie.

Leggi anche: Detrazioni 730/2023: l’elenco completo delle spese che si possono scaricare

In casa gli occhiali li indossiamo tutti, quanti voucher posso chiedere?

Per ogni membro del nucleo che ha bisogno di lenti correttive è possibile richiedere un bonus, questo vuol dire che se in casa due figli indossano gli occhiali è richiedibile un bonus per ciascuno. Occorre naturalmente rispettare i requisiti di reddito previsti dalla normativa.

 

 

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Aumenti Assegno unico e universale, ecco a chi spettano

In seguito all’introduzione di nuove norme nella legge di bilancio 2023, molte famiglie vedranno crescere l’importo dell’Assegno Unico, ecco le novità che attendono le famiglie.

Incrementi assegno unico per famiglie numerose

L’Inps ha precisato il quadro degli aumenti degli importi dell’Assegno Unico e Universale in seguito all’introduzione di nuove regole.

I nuovi importi prevedono una maggiorazione del 50% sugli importi riconosciuti per ogni figlio di età inferiore a 1 anno.

Per i figli di età compresa tra un anno e 3 anni di età la maggiorazione del 50% spetta alle famiglie con almeno 3 figli e un reddito Isee inferiore a 40.000 euro. In questo caso l’aumento Assegno unico viene riconosciuto per ogni figlio ricompreso in tale fascia di età.

Nel caso di famiglie con almeno 4 figli, l’incremento del 50% spetta indipendentemente dall’età del figlio.

Aumenti assegno unico per famiglie con disabili

Ai nuclei in cui sono presenti figli con disabilità, senza limiti di età viene corrisposto l’Assegno Unico con un importo massimo che può raggiungere 189,20 euro per ISEE inferiore o uguale a 16.215 euro per tutto il 2023.

Chi deve aggiornare l’Isee per avere gli aumenti Assegno unico

Ricordiamo che gli importi variano in base all’Isee questo implica che per avere importi aggiornati alla nuova situazione reddituale è necessario presentare una certificazione aggiornata. Se al momento dell’elaborazione della domanda per l’Assegno e universale l’ISEE non è stato ancora aggiornato la prestazione sarà erogata con gli importi al minimo di legge. Si ha però tempo fino al 30 giugno 2023 per presentare la certificazione senza perdere il diritto a ricevere eventuali maggiori importi arretrati.

Ricordiamo infine che online è disponibile il simulatore Inps per il calcolo dell’Assegno unico e universale.

Bonus nido 2023: ora si può presentare la domanda. Tutorial dell’Inps

È possibile presentare istanza per ottenere il bonus nido 2023, ecco a chi spetta e a quanto ammonta.

Come richiedere il bonus nido 2023

Il bonus nido 2023 prevede la possibilità di ottenere il rimborso delle spese sostenute per la frequentazione dell’asilo nido per bambini da zero a 3 anni. Può essere richiesto dal genitore naturale, adottivo e affidatario che sostiene la spesa per il pagamento della retta. La domanda può essere presentata ogni anno dalla fine di febbraio fino al 31 dicembre, c’è tempo invece fino al 31 luglio 2024 per allegare la fattura dei pagamenti sostenuti nel 2023. Per presentare la domanda occorre allegare:

  • codice fiscale del richiedente;
  • codice fiscale del minorenne;
  • denominazione e partita Iva dell’asilo nido;
  • Iban intestato al richiedente.

La domanda deve essere presentata telematicamente sul sito Inps, naturalmente per accedere è necessario avere un codice di identità digitale (Spid, Cie o Cns).

Come compilare la domanda per il Bonus Asilo Nido?

Al momento dell’inserimento della domanda è necessario indicare anche i mesi per i quali si vuole fruire del bonus nido 2023, ricordiamo che si può fruire per un periodo massimo di 11 mesi nell’arco dell’anno solare.

Nella compilazione è necessario scegliere la modalità di pagamento preferita tra cui accredito su conto corrente (italiano o estero), su carta prepagata (con codice Iban), bonifico domiciliato, libretto bancario, libretto postale. Deve essere ribadito che il codice Iban deve corrispondere a quello di un conto/libretto, carta, intestati allo stesso soggetto che richiede il bonus nido, insomma se è la madre a presentare istanza, l’Iban deve essere intestato alla madre.

Occorre quindi allegare le fatture dei pagamenti effettuati in favore dell’asilo nido scelto. Si è detto che questa operazione può essere compiuta fino al 31 luglio 2024, ma la domanda deve essere presentata entro il 31 dicembre del 2023. Nel caso in cui nel corso dell’anno si cambi asilo, è necessario indicarlo quando viene inviato il giustificativo del pagamento, se nello stesso mese vi sono due fatture è necessario allegarle in un unico file.

Ricordiamo che le voci ricomprese nel bonus nido sono: retta mensile, pasti del mese, imposta di bollo. Non possono invece trrovare riscontro le spese di iscrizione all’anno scolastico, l’Iva ed eventuali corsi ulteriori tipo “post scuola” “pre scuola”.

A quanto ammonta il bonus asilo nido?

Il rimborso della retta prevede comunque dei limiti e gli stessi dipendono dal valore Isee. I limiti sono:

  • 3.000 euro con Isee pari o inferiore a 25.000 euro;
  • 2.500 euro con Isee superiore a 25.000 euro e con limite massimo pari o superiore a 40.000 euro;
  • 1.500 euro con Isee superiore a 40.000 euro o in caso di Isee non presentato.

Il bonus non è cumulabile con detrazioni fiscali per l’iscrizione presso asili nido. I pagamenti avvengono mensilmente e comunque solo in seguito all’allegazione della fattura giustificativa, è possibile controllare i pagamenti attraverso l’App IO e il cassetto previdenziale. Nel caso in cui in un anno siano stati prenotati meno di 11 mesi e si cambi idea e quindi si desideri fruire di ulteriori mensilità, per queste è necessario presentare un’altra domanda.

Per tutte le informazioni è possibile guardare il video tutorial rilasciato dall’Inps.

 

Assegno maternità dei Comuni 2023: i nuovi importi

L’assegno di maternità erogato dai Comuni aumenta, a rendere nota la notizia è il Dipartimento Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un comunicato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 febbraio 2023. Ecco i nuovi importi dell’assegno maternità Comuni.

Assegno maternità dei Comuni 2023: a chi viene riconosciuto?

L’assegno di maternità erogato dai Comuni è previsto dall’articolo 74 del decreto legislativo 151 del 2001. Come noto, il 2022 ha fatto registrare un elevato tasso di inflazione, cioè aumento dei prezzi. Le erogazioni provenienti dal settore pubblico hanno quindi visto un aggiornamento in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, rilevata dall’Istituto di statistica, soggiace a tale regola anche l’assegno di maternità dei Comuni.

Ricordiamo che l’assegno di maternità Comuni 2023 spetta in caso di parto, adozione o affidamento preadottivo.

Si eroga ai cittadini residenti italiani, comunitari o stranieri in possesso di titolo di soggiorno che però non abbiano un’altra copertura previdenziale, insomma se si percepisce l’assegno di maternità in “qualità” di donna lavoratrice, non si può percepire l’assegno maternità dei Comuni 2023. Sono però previsti dei limiti di reddito, infatti l’Isee deve avere un valore pari o inferiore, per il 2023, a 19.185,13 euro ( per il 2022 il limite era 17.747,58 euro ).

Deve essere ricordato anche che l’assegno è in realtà erogato dall’Inps, anche se la concessione formalmente proviene dal Comune di residenza.

Qual è il nuovo importo dell’assegno maternità dei Comuni 2023?

Fatta la premessa, ricordiamo che in base al Comunicato del Dipartimento Politiche della Famiglia, l’importo previsto per l’assegno maternità concesso dal Comune per il 2023 è di 383,46 euro per cinque mensilità (nel 2022 l’importo era pari a 354,73 euro). La rivalutazione adottata è stata dell’8,1%. La domanda deve essere presentata presso il Comune di residenza a cui spetta anche la valutazione dell’esistenza dei requisiti per l’accesso alla prestazione. Possono presentare domanda di integrazione coloro che percepiscono l’assegno di maternità, ma l’importo dello stesso sia inferiore al limite ora visto, in questo caso si dispone l’integrazione.

A fini fiscali e previdenziali l’assegno di maternità non costituisce reddito imponibile. Infine, si ricorda che lo stesso è compatibile con la percezione dell’Assegno Unico e Universale erogato dal 7° mese di gravidanza.

Leggi anche: Chi dovrà restituire l’Assegno Unico nei prossimi mesi?

Isee sotto i 15 mila euro, la lista completa dei bonus

Isee sotto i 15 mila euro da la possibilità a molte famiglie italiane di avere un aiuto per andare avanti, ecco quali sono i bonus richiedibili.

Isee sotto i 15 mila euro, il reddito di cittadinanza e bonus sociale

Avere un isee sotto i 15 mila euro vuol dire avere la possibilità di accedere a tantissimi bonus. Tra questi c’è il reddito di cittadinanza che spetta a tutti coloro che hanno un reddito inferiore a 6 mila euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto. Quindi il reddito di cittadinanza rappresenta un valido aiuto per le famiglie, in quanto è un sussidio mensile.

Anche il bonus sociale spetta a chi ha un reddito inferiore ai 15 mila euro. In particolare dal primo gennaio 2023 è possibile accedere al bonus sociale per le bollette di luce e gas. I beneficiari ottengono uno sconto diretto sulla fattura del servizio di fornitura di energia e gas presso le loro utenze domestiche.

Isee sotto i 15 mila euro, l’assegno unico e social card

Altra agevolazione importante è quella dell’assegno unico. In realtà l’assegno unico spetta a tutti i nuclei familiari con figli a carico. E’ richiedibile dal settimo mese di gravidanza fino a 21 anni del figlio. Spetta a tutti, anche a chi non fa Isee, ma se si ha un reddito sotto i 15 mila euro, spettano gli importi maggiori. In particolare l’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, riconosce, nel caso in cui “entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro”, una maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili per chi ha un Isee inferiore a 15 mila euro.

Altro bonus è quello della social card. Si tratta di una carta degli acquisti 2023 per le famiglie con bambini di età inferiore a 3 anni a carico, oppure per gli anziani con più di 65 anni. Per poter ottenerla è necessario avere un reddito annuale non superiore a 6.781,76 euro, che sale a 9.042,34 euro dai 70 anni in su. Infine la social card prevede il pagamento di un bonus pari a 80 euro ogni due mesi. Con la carta acquisti è possibile pagare la spesa nei supermercati, comprare le medicine oltre che pagare le bollette domestiche.

Tutti gli altri bonus richiedibili

Tra gli altri bonus a cui è possibile accedere c’è il superbonus 90% nel 2023 per le villette per nuclei familiari con Isee da 15 mila euro moltiplicato per il quoziente di famiglia.  Il superbonus da quest’anno è infatti passato dal 110% al 90%, ma diminuirà anche nei prossimi anni.

Un’altra novità introdotta dal 2023 è il bonus lenti a contatto o occhiali da vista che si può ottenere, ma solo con un Isee non superiore a 10 mila euro. Si tratta di uno sconto per l’acquisto di lenti a contatto o occhiali da vista, ma non si applica agli occhiali da sole. Infine per contrastare il caro-affitto, inoltre, le Regioni e i singoli Comuni italiani hanno confermato anche il bonus affitto, erogato proprio dalle amministrazioni locali.

Per le famiglie con isee tra 10 e 15 mila euro sono stati anche confermati il bonus asilo nido 2023 ed il bonus maternità. Nel primo caso l’assegno mensile è utile per pagare le spese di iscrizione per la retta dell’asilo nido, per i genitori di bambini minori di 3 anni. Mentre con il bonus maternità le mamme in dolce attesa possono ottenere un contributo fino a 1.773, 65 euro dal proprio comune.

Sportello Unico Polis di Poste Italiane: tutti i servizi

Nel mondo di Poste Italiane sta arrivano una vera e propria rivoluzione che inizialmente coinvolgerà solo 18 comuni per poi essere ampliata in tutti i comuni sotto i 15.000 abitanti. Saranno infatti implementate le pratiche da poter svolgere presso gli uffici postali che diventeranno così una vera e propria succursale degli uffici della Pubblica Amministrazione e saranno disponibili per innumerevoli servizi tra cui richiesta e rilascio della Carta di Identità. Ecco i dettagli dell’operazione denominata Sportello Unico Polis.

Cosa si potrà fare allo Sportello Unico Polis di Poste Italiane?

Lo Sportello Unico Polis è un progetto finanziato con i fondi Pnrr, i primi tre sportelli saranno attivi nel mese di marzo nelle città di Fara in Sabina, in provincia di Rieti, San Felice in Circeo, in provincia di Latina, e Compagnano di Roma. I servizi dello Sportello Unico Polis saranno poi ampliati in altri 15 comuni e, infine, il progetto dovrebbe essere esteso in tutta Italia. Per la fine del 2023 dovrebbero essere attivi 1.500 sportelli dislocati in tutta Italia.

I servizi di Poste Italiane presso questi sportelli saranno implementati anche attraverso totem digitali dove ognuno in piena autonomia potrà operare. Ricordiamo che ad oggi Poste Italiane è al fianco delle persone per conti corrente, assicurazioni, pagamenti, spedizioni e tanti altri servizi. Ora il progetto è affiancare la Pubblica Amministrazione, proprio per questo si potrà:

  • richiedere la carta di identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile, certificati anagrafici, autodichiarazione di smarrimento dei documenti, denuncia di detenzione e trasporto di armi.
  • Certificati giudiziari;
  • atti del catasto, ad esempio planimetrie;
  • Isee;
  • documenti Inps, come l’estratto contributivo e il certificato Obis;
  • estratto conto posizioni debitorie, riemissione del codice fiscale;
  • rilascio patente nautica, denuncia e richiesta duplicati patente;
  • duplicato di tessera sanitaria e servizio CUP ( Centro Unico di Prenotazione) per la prenotazione di esami e visite mediche.

Grazie agli sportelli virtuali, il soggetto interessato potrà richiedere i documenti elencati e in pochi minuti ottenerli. Per poter effettuare le operazioni sarà necessario avere a disposizione uno Spid.

Sportello Unico Polis di Poste Italiane per postazioni co-working all’insegna del risparmio

Non solo lo Sportello Unico Polis, ma anche postazioni digitali attive h24 con cui sarà possibile usufruire in autonomia di numerose prestazioni. Saranno inoltre attivate postazioni per il co-working, cioè spazi in cui lavoratori autonomi e professionisti potranno allestire la propria postazione ufficio, condividendo gli spazi con altri lavoratori. Il co-working consente di risparmiare il denaro generalmente utilizzato per l’affitto dei locali perché gli spazi sono condivisi con altri professionisti. Nel caso degli spazi in co-working forniti da Poste Italiane ci sarà anche un basso impatto ambientale perché saranno alimentati con pannelli fotovoltaici.

L’obiettivo del progetto di Sportello Unico Polis è implementare i servizi nei piccoli comuni in modo che possano avere lo stesso livello di efficienza degli sportelli delle grandi città e dare una spinta allo sviluppo economico nazionale.