Carta acquisti 2023: ecco i nuovi moduli per la richiesta

I cittadini over 65 e i genitori di minori con età inferiore a 3 anni possono richiedere la carta acquisti 2023 utile a sostenere spese alimentari e sanitarie. I moduli sono già disponibili .

A chi spetta la carta acquisti 2023?

La carta acquisti 2023 spetta a coloro che si trovano in una situazione economica particolarmente svantaggiosa.

In particolare per coloro che hanno superato 65 anni di età è richiesto di :

  • non essere titolari di trattamenti pensionistici o assistenziali di importo superiore a 7.640 euro, limite innalzato a 10.186 euro per gli over 70;
  • inoltre è necessario avere un Isee inferiore a 7.640 euro.

Per i genitori con minori di età inferiore a 3 anni i requisiti previsti sono:

avere un ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), in corso di validità, inferiore a 7.640,18 euro .

In entrambi i casi sono previsti ulteriori requisiti:

non essere, singolarmente, né con il/la sottoscritto/a e con l’altro esercente la potestà genitoriale/soggetto affidatario:

    1. intestatario/i  di più di una utenza elettrica domestica;
    2. intestatario/i di più di una utenza elettrica non domestica;
    3. intestatario/i di più di due utenze del gas;
    4. proprietario/i di più di due autoveicoli;
    5. proprietario/i, con una quota superiore o uguale al 25%, di più di un immobile ad uso abitativo;
    6. proprietario/i, con una quota superiore o uguale al 10%, di immobili non ad uso abitativo o di categoria catastale C7;
    7. titolare/i di un patrimonio mobiliare, come rilavato nella dichiarazione ISEE, superiore a 15mila euro.

Si tratta quindi di requisiti piuttosto stringenti e non facili da avere.

Come richiedere la Carta Acquisti 2023

La Carta Acquisti 2023 ha il valore di 40 euro, caricati ogni due mesi per un ammontare pari a 80 euro. Può essere utilizzata esclusivamente per gli acquisti in negozi convenzionati e comunque per prodotti/beni di prima necessità, come prodotti alimentari, spese sanitarie, spese per utenze.

Sul sito del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è possibile scaricare i moduli che sono allegati anche in fondo all’articolo. I moduli compilati devono essere consegnati presso un Ufficio Postale con fotocopia e originale di documento di identità del richiedente e attestazione Isee valida, anche in formato copia. In alternativa è possibile presentare la richiesta un’attestazione provvisoria rilasciata dal Caf.

Modulo-carta-acquisti-anziani-2023

Modulo Carta Acquisti minori

 

ISEE Università, cos’è, perché serve e come si richiede

È già il tempo di fare le nuove iscrizioni per i nuovi anni accademici presso le Università. Ed è il momento di produrre la documentazione richiesta per il pagamento delle tasse scolastiche sia per la frequenza che per le iscrizioni agli anni di studio universitari. Tra questi documenti molto importante è l’ISEE. L’Indicatore della situazione economica equivalente di una famiglia serve anche per il diritto allo studio universitario. Spesso gli Atenei hanno scaglioni di tassazione differenti in base all’ISEE di un nucleo familiare. Altrettanto spesso però (quasi sempre),  non serve l’ISEE ordinario, bensì l’ISEE cosiddetto universitario.

ISEU, cos’è la versione particolare dell’ISEE per gli studenti

L’ISEE è l’acronimo di indicatore della situazione economica equivalente e si tratta di un certificato che permette di avere accesso a numerose misure assistenziali o benefit vari, come previsto dal nostro ordinamento. L’ISEE nella versione originale è basato su una autocertificazione da parte del richiedente. In altri termini il richiedente l’ISEE non fa altro che andare a dichiarare i propri redditi e i propri patrimoni oltre a quelli di tutti i componenti della propria famiglia. Il calcolo dell’ISEE è basato proprio su tutti i dati che il richiedente indica in quella che viene chiamata dichiarazione sostitutiva unica o meglio DSU. È proprio sulle regola di calcolo che c’è la differenza sostanziale tra l’ISEE ordinario e quello che invece serve agli studenti universitari.

Come ottenere l’ISEE Università

L’ISEU, altrimenti detto ISEE università, non è altro che un ricalcolo dell’ISEE ordinario. Infatti per la versione dedicata agli studenti universitari l’ISEE tiene conto di parametri differenti rispetto a quelli ordinari. Per esempio in presenza di fratelli e sorelle redditi e patrimoni di questi ultimi incidono per l’ISEE in misura ridotta del 50%. La procedura di richiesta è la medesima della versione ordinaria della certificazione. Infatti bisognerà accedere all’area riservata tramite SPID, CNS o CIE, e compilare la DSU. Occorre indicare inizialmente le motivazioni per cui viene richiesto l’ISEE. Nello specifico va indicato che è l’ISEE necessario è quello universitario. Senza le credenziali di accesso ai servizi digitali dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Italiano (INPS), ci sono sempre CAF e Patronati che possono assistere i richiedenti nella richiesta.

Bonus centri estivi INPS: chi può presentare la domanda?

C’è tempo fino al 20 giugno 2022 per presentare la domanda per ottenere il bonus centri estivi dell’INPS, una misura agevolativa per le famiglie che hanno difficoltà nella conciliazione dei ruoli o che comunque vogliono regalare ai figli un’esperienza educativa, divertente e che favorisce la socialità.

Chi può presentare la domanda per il bonus centri estivi dell’INPS?

Il bonus INPS centri estivi è rivolto al personale dipendente della pubblica amministrazione e pensionati della pubblica amministrazione iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e alla gestione dipendenti pubblici. Possono inoltrare la domanda coloro che hanno figli di età compresa tra i 3 e i 14 anni compiuti alla data del 30 giugno. Si può ottenere il beneficio anche per i figli orfani o per i figli regolarmente affidati.

Chi presenta la domanda può ottenere un rimborso di importo massimo di 100 euro a settimana per un periodo fino a 20 giorni, quindi tre settimane circa. I periodi possono essere anche non consecutivi. Il bonus centri estivi INPS può essere richiesto a fronte dell’iscrizione a centri diurni estivi. I servizi devono però essere erogati da un unico fornitore scelto autonomamente dal richiedente.

Cosa copre il Bonus Centri Estivi INPS?

Il contributo comprende le spese per:

  • mensa/vitto;
  • attività ludiche e ricreative;
  • attività sportive;
  • altre attività previste all’interno del centro estivo diurno;
  • coperture assicurative;
  • eventuali gite.

Per poter presentare la domanda è necessario avere un codice di identità digitale per potersi “identificare” sul sito INPS. Si può accedere con SPID, CIE e CNS. Una volta effettuato l’accesso è necessario andare all’area “Domande Welfare in un click” e selezionare “Centri Estivi 2022”.

Affinché la domanda possa andare a buon fine, sul sito dell’INPS deve essere già stato caricato il modello ISEE oppure la DSU, non vi sono limiti relativi al reddito Isee, ma le graduatorie saranno formate anche tenendo in considerazione tale dato. In alternativa all’Isee tradizionale può essere inserito l’Isee minorenni.

Per conoscere cos’è l’Isee minorenni e quando viene rilasciato, leggi l’articolo: ISEE minorenni: cos’è, quando si usa e come viene compilato.

Come viene formata la graduatoria?

Deve essere sottolineato che nel limite delle risorse disponibili viene riconosciuta preferenza a orfani e disabili, i posti riservati in loro favore sono 500. Gli altri candidati invece saranno collocati avendo come punto di riferimento l’Isee crescente.

Nell’arco dei 100 euro a settimana, la percentuale massima erogabile è stabilita in riferimento all’Isee.

  • I nuclei con Isee fino a 8.000 euro possono ottenere il 100%, quindi 100 euro;
  • con Isee da 8.000 euro a 24.000 euro si ottiene il 95% della somma spesa (massimo 95 euro, cioè il 95% di 100 euro);
  • con Isee da 24.000 a 32.000 euro viene riconosciuto il 90%;
  • da 32.000 a 56.000 euro l’85%;
  • oltre 56.000 euro viene riconosciuto un importo dell’80% sempre entro il massimo di 100 euro.

La domanda per accedere al Bonus Centri Estivi INPS 2022, come anticipato, può essere presentata fino al giorno 20 giugno. Terminata questa fase inizia l’istruttoria e la graduatoria sarà resa nota il 20 luglio. Coloro che sono stati ammessi, entro il 14 ottobre 2022 devono caricare sul sito dell’INPS i documenti comprovanti la spesa effettuata, le date in cui i servizi sono stati fruiti, indicazione del centro presso il quale il servizio è stato erogato ( ricordiamo si può fruire in modo frazionato, ma con un unico fornitore). Infine, deve essere indicato il codice Iban per poter ricevere il versamento dell’INPS.

Il rimborso delle spese avverrà invece in un momento successivo, ma entro il 31 dicembre 2022.

Assegno unico: c’è tempo fino al 30 giugno per ricevere gli arretrati

Sono milioni le famiglie italiane che hanno già chiesto l’Assegno Unico, ma all’appello secondo l’INPS mancano ancora molti contribuenti e ci sarà tempo fino al 30 giugno 2022 per proporre la domanda e ottenere anche gli arretrati.

L’Assegno Unico: importi e aventi diritto

L’Assegno Unico è una delle novità introdotte nel 2022 che ha destato maggiore interesse ed è una vera e propria rivoluzione nel mondo del welfare italiano perché sostituisce numerose misure prima vigenti, come gli assegni per il nucleo familiare, il bonus bebè, il premio alla nascita. Si tratta di un assegno riconosciuto per ogni figlio fino al compimento del 18° anno di età e a determinate condizioni, cioè se il figlio segue un corso di studio, è impegnato nel servizio civile universale, è disoccupato ma impegnato nella ricerca di un lavoro, impegnato in forme di apprendistato. Per conoscere le condizioni previste per il riconoscimento dell’Assegno Unico, leggi l’articolo: Assegno Unico per maggiorenni: partono i controlli dell’Inps sui maggiorenni

L’ammontare dell’assegno dipende dalla situazione del singolo soggetto beneficiario, dal reddito Isee della famiglia e alla sussistenza di fattori che prevedono maggiorazioni, ad esempio le maggiorazioni sono riconosciute alle famiglie numerose, quelle in cui lavorano entrambi i genitori, in caso di disabilità.

Per conoscere tutte le maggiorazioni leggi l’articolo: Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal decreto legislativo 230 del 2021

Per coloro che già percpiscono il reddito di cittadinanza la normativa prevede che il beneficio sia riconosciuto d’uffico considerando la condizione Isee già nota all’INPS, vuol dire che costoro non hanno dovuto presentare la domanda.

Termini per la presentazione della domanda: fino al 30 giugno si possono avere gli arretrati

La domanda per l’Assegno Unico poteva essere presentata all’INPS tramite il portale o avvalendosi dell’assistenza di un Caf o di un professionista già dal 2 gennaio 2022, ma di fatto le prime erogazioni ci sono state nel mese di marzo 2022. Al fine di far in modo che le famiglie potessero disporre del tempo necessario per informarsi, chiedere l’Isee e presentare la domanda, la normativa prevede che le famiglie che effettuano l’istanza entro il 30 giugno 2022 percepiranno l’Assegno Unico dal mese successivo, ma con gli arretrati dal mese di marzo 2022.

Coloro che invece presentano l’istanza dal primo luglio 2022 potranno ricevere l’Assegno Unico a partire dal mese successivo, ma senza più poter richiedere gli arretrati. Al fine di aiutare le famiglie nel compiere tutti gli adempimenti, la normativa ha inoltre previsto la possibilità di richiedere l’Assegno Unico anche senza presentare l’Isee, in questo caso si ottiene la misura minima prevista in favore di coloro che hanno un Isee superiore a 40.000 euro l’anno. La stessa è di 50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli di età compresa tra 18 anni e 21 anni.  Ricordiamo che la misura base dell’Assegno Unico prevista in favore dei nuclei familiari che hanno un reddito Isee fino a 15.000 euro è di 175 euro per ogni figlio.

Entro il 30 giugno chi già percepisce la misura minima e presenta l’Isee ottiene gli arretrati

Nel momento successivo in cui la famiglia presenta l’Isee, o meglio carica l’Isee sul sito dell’INPS, la domanda torna in lavorazione. Si procede al calcolo degli importi da corrispondere e gli stessi sono versati dal mese successivo, ma comprensivi anche degli arretrati. Gli arretrati anche in questo caso si possono ottenere solo nel caso in cui l’Isee si presenta entro il 30 giugno 2022. Proprio per questo motivo non resta che affrettarsi a richiedere il proprio Assegno Unico.

C’è anche un altro motivo per affrettarsi, infatti l’ISEE per i richiedenti è gratuito, ciò grazie a una convenzione i Caf (Centri di Assistenza Fiscale) ricevono dallo Stato 16 euro per ogni modello compilato e i contribuenti non pagano. I Caf hanno però lanciato l’allarme: i fondi disponibili basteranno a coprire solo i primi giorni di giugno, dopo i contribuenti dovranno pagare. Di conseguenza coloro che vogliono il modello Isee gratuito devono affrettarsi.

Ricordiamo anche che l’Assegno Unico viene corrisposto a partire dal settimo mese di gravidanza e quindi prima della nascita del bambino e che nel caso di figli maggiorenni, la domanda può essere presentata da questi indicando però il codice iban di un conto a loro intestato. In ogni caso il codice Iban indicato deve essere sempre intestato al richiedente

Guida alla componente patrimoniale dell’Isee, tutte le cose da sapere su immobili e conti correnti

L’Isee è il documento che ogni famiglia deve avere nel momento in cui richiede una qualsiasi prestazione a carico dello stato tra sussidi, assistenzialismo e bonus. E deve essere in corso di validità, nel senso che ogni anno l’Isee va rinnovato. Infatti la certificazione fa riferimento ad un determinato anno fiscale. Quella del 2021 per esempio, riguardava l’anno fiscale 2019. Quella del 2022 invece fa riferimento all’anno fiscale 2020 e così via.

La validità della dichiarazione

La certificazione ha validità per l’intero anno, salvo casi di variazioni che vanno per tempo comunicate all’Inps. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale infatti, è l’ente preposto al rilascio della certificazione Isee. Ma deve essere il contribuente a richiederla presentando la Dsu, cioè la Dichiarazione Sostitutiva Unica. Si tratta di una autocertificazione del contribuente dove vanno indicati tutti i redditi prodotti nell’anno fiscale di riferimento della certificazione e per ogni componente la famiglia. Ma vanno indicati anche i patrimoni, sia immobiliari che frutto di depositi bancari e simili.

Cosa va indicato nella DSU per ottenere l’Isee

Come dicevamo, per l’Isee 2022 occorre provvedere ad indicare i dati del 2020. Quindi, tutti i redditi prodotti da ciascun componente il nucleo familiare. In pratica, vanno riportati i dati delle certificazioni uniche 2021, del 730/2021 o del modello Redditi PF dello stesso anno. I dati di dichiarante, coniuge, figli e chiunque sia presente nel nucleo familiare sommati danno la componente reddituale che viene passata per i coefficienti dettati dalla scala di equivalenza in base alla composizione del nucleo familiare. Lo stesso accade per la componente patrimoniale, con il patrimonio mobiliare ed immobiliare che si deve sommare tra tutti i componenti la famiglia e che incide sul valore dell’Isee.

Perché è importante l’Isee

Un Isee entro determinati limiti, ma anche una componente reddituale entro altrettanti determinati limiti e pure i patrimoni, sono i fattori da considerare. L’Isee come dicevamo, è necessario  per l’accesso alle prestazioni sociali e assistenziali più diffuse. E l’Isee è lo strumento principale attraverso il quale gli Enti e gli organismi  che erogano prestazioni assistenziali, sociali, bonus e benefit, utilizzano per determinare sia il diritto che la misura di queste agevolazioni. Tramite l’Isee questi Enti valutano la reale situazione economica di una famiglia.

Perché sono importanti i patrimoni

Rispetto alle dichiarazioni dei redditi dove, come dice la stessa parola, l’oggetto principe sono i redditi, l’Isee guarda alla componente patrimoniale. Quindi beni immobili quali case, terreni e fabbricati, detenuti da ciascun componente di un nucleo familiare. E lo stesso vale per i soldi in banca o alle Poste. Conti correnti, carte di credito, carte di debito, buoni fruttiferi, libretti di risparmio, titoli di deposito e tutte le altre forme di risparmio. Da un Isee escono fuori:

  • Ise, indicatore della situazione economica;
  • Isr, indicatore della situazione reddituale;
  • Isp, indicatore della situazione patrimoniale;
  • Isee, Indicatore dellasituazione economica equivalente.

Molto spesso le prestazioni assistenziali legate all’Inps prevedono limiti sia per la componente del patrimonio immobiliare che mobiliare, come per esempio succede con il reddito di cittadinanza,

Tra i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza o una determinata prestazione, ci sono da rispettare sia il limite Isee, che eventualmente quello Isp o Isr.

Quali patrimoni immobiliari incidono sull’Isee

Il patrimonio immobiliare come già detto riguarda case, terreni e fabbricati. Il valore da indicare nella Dsu è quello che si utilizza anche per il calcolo dell’Imu, cioè quello dell’Imposta Municipale Unica che si paga su determinate proprietà immobiliari.

Occorre indicare i valori utili ai fini dell’imposta  anche se si tratta di un immobili che non ricadono nel perimetro di applicazione della tassa. Per l’Isee incidono anche gli immobili detenuti al di fuori del territorio italiano. Per la casa di abitazione, c’è l’abbattimento che riduce l’impatto degli immobili sul calcolo dell’Isee. Lo stesso accade per il mutuo. Infatti se sulla casa da indicare grava un mutuo, il valore va indicato al netto del mutuo stesso. Il valore di riferimento è quello del mutuo residuo alla data del 31 dicembre dell’anno di riferimento.

Guida al calcolo della componente patrimoniale per case e terreni

L’immobile  gravato da un mutuo non incide sull’Isee in misura totale quindi. Taglio che riguarda solo gli immobili dove il valore al netto del mutuo è inferiore a 52.500 euro per nuclei familiari in cui sono presenti fino a due figli conviventi. Deve essere inferiore a 55.000 euro con  3 figli, o ancora a 57.500 euro con 4 figli. I valori sono quelli che emergono dalle visure catastali dell’Agenzia del Territorio. Per le case, la rendita catastale, mentre per i terreni il reddito dominicale. Gli importi vanno rivalutata del 5%, sia se si tratta della rendita catastale per una casa che del reddito dominicale per i terreni.

I soldi in banca o alle poste

Per quanto riguarda i soldi in banca o alle poste, occorre vedere la situazione al 31 dicembre 2020 per l’Isee 2022.Mentre, occorre vedere quella al 31 dicembre 2021 per l’Isee 2023 e così via. Sono necessari tutti i saldi e le giacenze medie. Documento utile per i conti correnti, carte di credito, carte di debito, libretti di risparmio e tutti gli altri strumenti di detenzione soldi in banca. Anche i soldi detenuti all’estero sono da indicare. Da non tralasciare i buoni fruttiferi. Infatti occorre indicarli al valore nominale del titolo. Stesso discorso per i titoli di risparmio, quelli di deposito, partecipazioni in società, o per le obbligazioni. Saranno da inserire nella Dsu anche le polizze vita o le polizze a capitalizzazione. In questo caso, solo per quanto riguarda i premi versati entro la fine del secondo anno precedente la dichiarazione sostitutiva.

Il calcolo dell’Isee tiene conto di queste voci del patrimonio mobiliare. La cifra che andrà ad incidere sarà quella maggiore tra saldo al 31 dicembre del secondo anno precedente la data di presentazione della dichiarazione sostitutiva e la giacenza media.

Bonus bollette, come richiedere lo sconto per le spese di energia elettrica e gas?

Come richiedere il bonus bollette per ottenere gli sconti sulle spese di energia elettrica e gas? Con l’ultimo provvedimento approvato dal governo, il cosiddetto decreto “Aiuti”, cambiano le regole alla base del bonus sociale. In particolare, è necessario prestare attenzione all’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), alla Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) e alla retroattività degli aiuti alle famiglie. Gli sconti sono stati estesi ai nuclei familiari disagiati anche al terzo trimestre del 2022. Ma entro il 30 giugno 2022 l’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente, dovrà ridefinire gli aiuti sulla base dei prezzi correnti.

Bonus sociale, quali aiuti per i pagamenti delle bollette di luce e gas delle famiglie?

Con il decreto “Aiuti” il governo ha provveduto a un restyling del bonus sociale per la copertura di parte delle spese delle bollette dell’energia elettrica e del gas delle famiglie. In attesa della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”, si può confermare che il contributo statale andrà alle famiglie economicamente svantaggiate e ai cittadini che versino in gravi condizioni di salute. In particolare, il pacchetto di aiuti andrà a coprire il terzo trimestre (per i mesi di luglio, agosto e settembre) dell’anno. Risultano coperti i trimestri precedenti dai passati decreti.

Bonus bollette energia elettrica e gas, come ottenere gli aiuti?

Per il riconoscimento dei beneficiari del bonus bollette energia elettrica e gas vige il sostegno automatico. Infatti, il bonus è stato disposto già a partire dal 1° gennaio 2021 per i consumi di gas, acqua ed energia elettrica in via automatica ai nuclei familiari e ai cittadini rientranti nei requisiti richiesti. Per ottenere il bonus bollette è necessario presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) anno per anno e possedere un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) al di sotto del limite stabilito. Fino a tutto il 2022, varranno le Dsu presentate dal 1° gennaio scorso al 31 dicembre prossimo. Hanno diritto al bonus anche i percettori del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza.

Chi può accedere al bonus bollette per gas ed energia elettrica?

L’accesso al bonus per le bollette del gas e dell’energia elettrica, per ciascun anno, è riconosciuto per un unico aiuto. Nello scorso anno, ciascuna famiglia o cittadino o percettore di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza aveva diritto a un unico bonus per ciascuna delle bollette:

  • del gas;
  • dell’energia elettrica;
  • dell’acqua.

L’accesso ai bonus è riconosciuto anche ai cittadini e alle famiglie (in condizioni di disagio economico) che vivano in condomini e che beneficino di forniture centralizzate.

Entro il 30 giugno 2022 l’Arera ridefinirà gli aiuti spettanti alle famiglie e ai cittadini sulle bollette

Tra le novità dei bonus per le bollette di gas ed elettricità in arrivo, c’è quella della ridefinizione degli aiuti da parte dell’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente. La revisione degli aiuti per l’anno 2022 dovrà essere stabilita in un decreto che dovrà essere approvato entro il 30 giugno prossimo.

Bonus bollette, quale Isee è necessario?

Ulteriore novità in arrivo è quella dell’aumento del tetto Isee per la richiesta del bonus bollette. Infatti, è previsto l’innalzamento dell’Isee fino a 12 mila euro. Finora il limite dell’Isee è stato di 8.265 euro. Per le famiglie con quattro figli o più l’Isee massimo sarà di 20 mila euro. Il nuovo tetto dell’Isee sarà valido nel periodo dal 1° aprile al 31 dicembre 2022. A stabilirlo è stato il decreto legge numero 21 del 2022 (il cosiddetto decreto “Ucraina 2”). L’aumento dell’Isee ha consentito di aumentare i cittadini e le famiglie beneficiarie del bonus bollette: infatti, si calcola che i cittadini che riceveranno l’agevolazione saranno circa 5,2 milioni per un totale di 1,2 famiglie. Il bonus bollette permette di compensare l’importo spettante detraendolo dalle bollette successive.

Bonus 300 euro per la banda larga famiglie: chi può ottenere il voucher?

Prende forma il bonus da 300 euro destinato alle famiglie per la fornitura di banda larga. Il ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ha messo a disposizione 407,5 milioni di euro per la banda ultralarga delle famiglie e dei condomini. A gestire le risorse sarà Infratel, la società in house del ministero incaricata di portare a termine le operazioni di distribuzione di banda larga e fibra ottica, oltre alla fornitura di servizi cloud. Al momento, si attende il decreto del Mise che destinerà le risorse dopo le osservazioni degli operatori del settore.

Voucher banda larga e fibra, quante risorse sono state stanziate?

Le risorse per la banda larga di famiglie e condomini, pari a 407,5 milioni di euro, derivano dal Fondo nazionale di sviluppo e coesione. Per l’80% andranno alle regioni del Sud Italia, soprattutto alla Sicilia (81,5 milioni di euro), alla Campania (75,9 milioni di euro) e alla Puglia (32,8 milioni di euro). Secondo i dati Infratel, inoltre, le altre regioni riceveranno risorse pari a:

  • Sardegna, 32,8 milioni di euro;
  • Calabria, 30,8 milioni;
  • Abruzzo, 17,7 milioni;
  • Lombardia, 16,8 milioni;
  • Basilicata, 14 milioni;
  • Piemonte, 11,9 milioni;
  • Lazio, 10,7 milioni;
  • Toscana e Veneto, 10,2 milioni;
  • Emilia Romagna, 8,8 milioni;
  • Molise, 8,4 milioni;
  • Marche, 4,8 milioni;
  • Liguria, 4,1 milioni;
  • Umbria, 3,9 milioni;
  • Friuli Venezia Giulia, 3,1 milioni;
  • Provincia autonoma di Bolzano, 2,1 milioni;
  • P. A. Trento, 1,4 milioni;
  • Valle d’Aosta, 800 mila euro.

Voucher banda larga, in cosa consiste il bonus per internet veloce alle famiglie?

Il voucher per le famiglie avrà il valore di 300 euro e nella domanda non vi saranno limiti di Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), a differenza dei requisiti richiesti per il bonus precedente, erogato a partire da novembre 2020. L’importo del bonus, come calcolato da Infratel, è basato su una valutazione dei prezzi di mercato degli operatori e serve a coprire, mediamente, almeno la metà dei costi del servizio internet ultraveloce per i primi due anni.

Quali famiglie potranno richiedere il bonus 300 euro per la banda larga?

Il bonus 300 euro per la banda larga potrà essere richiesto dalle famiglie fino a esaurimento delle risorse. Sono due i criteri di assegnazione:

  • l’assenza, al momento della domanda, di un servizio di connettività;
  • il passaggio da una connettività non eccedente i 30 megabit per secondo a una più veloce.

Nel caso in cui nell’edificio arrivi più di una rete ultraveloce, il contributo potrà essere richiesto solo per il gestore che offra la velocità maggiore tra le offerte disponibili. In ogni caso, ciascuna famiglia potrà chiedere al massimo un solo voucher. Non vi sarà un vincolo contrattuale, ma se si cambia gestore durate i primi due anni di erogazione del bonus, si perderà la quota residua dell’incentivo.

Voucher banda larga, la novità 2022 dei condomini

La fase 2 del voucher 300 euro per la banda larga prevede la partecipazione alle risorse anche dei condomini. Si tratta del cablaggio verticale dei condomini e della richiesta di servizi cloud. I condomini potranno richiedere il voucher per la fibra ottica che dovrà essere messa a disposizione per ciascuna unità abitativa. Per i condomini non vi è ancora una cifra del bonus.

Bonus banda larga, come andarono le domande del 2020 legate a computer e tablet?

La fase 1 del voucher banda larga, riservata alle famiglie con Isee fino a 20 mila euro, non ha tenuto fede alle attese in termini di richiesta del bonus. A partire da novembre 2020, per un periodo di un anno, le richieste videro l’assorbimento di risorse per 107 milioni di euro rispetto ai 200 milioni di euro stanziati. I fondi residui vennero poi dirottati alle connettività delle piccole e medie imprese. L’erogazione dei bonus prevedeva anche la concessione di un computer o di un tablet. In questa tornata di domande saranno previsti anche servizi aggiuntivi come quelli cloud: si punterà a offrire alle famiglie tecnologie per la gestione e l’archiviazione dei contenuti digitali.

Pensione di cittadinanza: cos’è, a chi spetta e a quanto ammonta?

Al fine di adottare misure di contrasto alla povertà, accanto al reddito di cittadinanza è prevista la pensione di cittadinanza, ma quali sono i requisiti per potervi accedere?

Cos’è la pensione di cittadinanza?

La pensione di cittadinanza è prevista nel decreto legge n° 4 del 2019. Si tratta di una misura di sostegno economico rivolta a nuclei familiari con uno o più componenti aventi età pari o superiore a 67 anni. Può essere erogata anche in favore di nuclei familiari in cui siano presenti soggetti di età inferiore a 67 anni, ma in questo caso deve trattarsi di disabili o persone in condizione di non autosufficienza.

Deve essere sottolineato che il termine di 67 anni nel tempo è destinato a mutare infatti, come la pensione tradizionale, viene adeguato alla speranza di vita.

Requisiti soggettivi per l’accesso alla pensione di cittadinanza

Per quanto riguarda le condizioni alle quali è possibile accedere alla pensione di cittadinanza sono le medesime previste per il Reddito di Cittadinanza. Si tratta quindi di requisiti reddituali e soggettivi.

La pensione di cittadinanza spetta a:

  • cittadini italiani o dell’Unione Europea;
  • cittadini di Pesi terzi che abbiano il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • apolidi con permesso di soggiorno di lungo periodo;
  • cittadini di Paesi terzi che siano familiari di cittadini italiani o di cittadini comunitari titolari di diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente;
  • titolari di protezione internazionale.

Per poter ottenere la pensione di cittadinanza è altresì necessario essere residenti in Italia da almeno 10 anni di cui due continuativi.

Requisiti patrimoniali e reddituali

Chiarito chi sono, dal punto di vista soggettivo, i potenziali titolari del diritto alla pensione di cittadinanza devono essere chiariti i requisiti reddituali o economici per poter accedere a tale misura di sostegno al reddito.

La prima cosa da sottolineare è che la pensione di cittadinanza è una misura calibrata sul reddito del nucleo familiare e sono considerati come componenti dello stesso anche quelli che non fanno parte formalmente del nucleo, ma che sostanzialmente invece vi sono, ad esempio il coniuge legalmente separato che però abbia la residenza nella stessa abitazione, oppure il figlio che non è parte dello stato di famiglia, ma ha la stessa residenza e non è coniugato o non ha figli.

I requisiti reddituali sono:

  • Isee di valore inferiore a 9.360 euro;
  • patrimonio immobiliare detenuto in Italia e all’estero di valore non superiore a 30.000 euro. Nel patrimonio non viene considerato il valore della prima casa;
  • patrimonio mobiliare di valore non superiore a 6.000 euro . Lo stesso viene però aumentato di:
  1. 2.000 euro per ogni componente aggiuntivo rispetto al primo;
  2. 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo;
  3.  5.000 euro per ogni componente con disabilità media;
  4.  7.500 euro per ogni componente con disabilità grave o in condizione di non autosufficienza;

Dal reddito Isee deve essere distinto il reddito vero e proprio, cioè l’ammontare dei guadagni percepiti in un anno. In questo caso i limiti sono:

7.560 euro incrementati di 1.800 euro nel caso in cui l’abitazione sia in locazione. Tali importi devono essere moltiplicati per la scala di equivalenza, questa è:

  • pari a 1 per il primo componente del nucleo familiare;
  • incrementato di 0,4% per ogni componente del nucleo di età superiore a 18 anni;
  • maggiorato di 0,2% per ogni componente di età minore a 18 anni;
  • l’incremento massimo può arrivare a 2,1.

Nel caso in cui nel nucleo siano presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti l’incremento massimo è 2,2.

Attenzione all’auto

Per quanto riguarda il patrimonio deve essere posta attenzione anche al possesso di veicoli. Non è possibile accedere alla pensione di cittadinanza nel caso in cui si sia titolari di veicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi precedenti all’inoltro della domanda, oppure di veicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati per la prima volta nei due anni precedenti. Sono esclusi autoveicoli e motoveicoli per i quali è prevista l’agevolazione fiscale in favore di disabili.

Infine, non possono ottenere la pensione di cittadinanza coloro che sono titolari di navi e imbarcazioni da diporto.

Incompatibilità

Non è possibile percepire la pensione di cittadinanza in seguito a dimissioni volontarie (tranne nel caso in cui le stesse siano dovute a giusta causa).

Mentre possono ricevere tale sostegno economico coloro che sono titolari di trattamento NASpI, Dis-Coll.

Nel rispetto dei requisiti economici e reddituali visti, è possibile percepire la pensione di cittadinanza anche nel caso in cui uno dei componenti del nucleo abbia un’attività di lavoro.

Come presentare la domanda

La domanda può essere trasmessa all’INPS tramite patronato oppure avvalendosi del sito www.redditodicittadinanza.gov.it e potrà essere percepita dal mese successivo rispetto a quello dell’inoltro. Infine, può essere inoltrata tramite Poste Italiane utilizzando il modulo SR180.

La misura massima è 780 euro viene calibrata in base a redditi e patrimonio mobiliare e immobiliare.

Isee 2022, dal primo aprile possibile correggere quello ordinario

La certificazione Isee ormai è diventata importante quasi quanto le dichiarazioni dei redditi. Una certificazione che nel 2022 e soprattutto da marzo, è diventata sempre più necessaria . Lo dimostrano le code che in questi giorni si registrano ai CAF (Centir di assistenza fiscale). Ormai devono farlo praticamente tutti, perché dallo scorso primo marzo è entrato in vigore l’assegno unico universale per i figli a carico. Una misura che ha sostituito anche gli assegni per il nucleo familiare che però non prevedevano l’Isee. Cosa che invece l’assegno unico universale sui figli adesso prevede. Molte persone e famiglie che prima non avevano mai avuto la necessità di chiedere l’Isee perché non avevano necessità di chiedere prestazioni assistenziali, adesso sono tenute ad adeguarsi. La novità degli ultimi giorni è che si può correggere l’Isee anche dal punto di vista patrimoniale, passando all’Isee corrente per chi ha riscontrato variazioni non indifferenti.

Isee 2022 in sintesi

L’Isee, ovvero l’Indicatore della situazione economica equivalente di una famiglia era già largamente utilizzato per le richieste di prestazioni assistenziali e agevolate. E come detto, dal primo marzo lo è diventato ancora di più. Per ottenere l’Isee che deve essere in corso di validità, occorre presentare all’Inps la Dsu, acronimo di Dichiarazione Sostitutiva Unica. Si tratta dell’autocertificazione che tutti gli italiani sono tenuti a presentare per ottenere l’Isee ed eventualmente, di rientrare in bonus, agevolazioni e prestazioni varie. Che sia il reddito di cittadinanza o lo sconto sulle bollette domestiche, che sia la riduzione  del costo della mensa scolastica per i figli o anche per il già citato assegno unico universale sui figli fino a 21 anni di età, la DSU è assolutamente necessaria. Nella DSU vanno indicati i redditi ed i patrimoni di tutto il nucleo familiare. E per il 2022 vanno indicati quelli posseduti nel 2020.

Isee 2022, come fare?

Per poter ottenere l’Isee si deve passare dalla DSU e questa va presentata all’Inps. Sarà poi sempre l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale Italiano a rilasciare la certificazione. L’operazione è telematica e si può fare anche in forma autonoma. Infatti per chi ha le credenziali di accesso ai servizi digitali dell’Inps, si può operare in autonomia. Basterà accedere al sito istituzionale dell’Istituto e poi entrare nell’area riservata ai servizi per il cittadino autenticandosi con le proprie credenziali di accesso che possono essere lo  Spid (Sistema Unico di Identità Digitale), la Cie (Carta di identità elettronica) o la Cns (Carta Nazionale dei Servizi). Si può utilizzare la versione precompilata o quella ordinaria.

Isee fai da te, tra versione precompilata e ordinaria

Per chi va di fretta, la versione precompilata è più veloce, dal momento che basterà autenticare i componenti del proprio nucleo familiare tramite il codice identificativo della tessera sanitaria di ognuno di essi e poi inserire le risultanze del 730 o del modello Redditi PF come spiegato nella procedura e il saldo al 31 dicembre di uno dei conti correnti, libretti o altri depositi bancari di cui è titolare o co-titolare il familiare.

Con la versione  precompilata dopo la verifica dei dati da parte dell’Inps, che è una questione di minuti, si può procedefre alla verifica di tutti i dati di ciascun familiare e sottoscrivere la dichiarazione. In poche ore l’Isee è già disponibile. Con il canale ordinario invece vanno via diversi giorni per ottenere la certificazione Isee. Lo stesso che accade utilizzando Caf e patronati. In quel caso occorre produrre al professionista che dietro delega chiede l’Isee per conto del richiedente, una lunga lista di documenti.

Quali documenti servono per l’Isee al Caf o al patronato

Servono il saldo e la giacenza media dei conti correnti, di deposito, carte prepagate, di debito o di credito, buoni fruttiferi e così via, di ogni componente il nucleo familiare. Serve lo stato di famiglia aggiornato, i libretti delle auto di proprietà di ciascun componente la famiglia, le dichiarazioni dei redditi o le certificazioni uniche, le visure catastali e così via dicendo.

Riepilogando, sono necessari:

  • Carta di identità in corso di validità del richiedente;
  • Tutte le tessere sanitarie con codice fiscale di tutti i componenti il nucleo familiare del richiedente;
  • Uno stato di famiglia aggiornato alla data del 31 dicembre 2020;
  • Certificazione comprovante lo stato di invalidità del dichiarante o dei componenti se in famiglia ci sono situazioni di disabilità certificata;
  • Copia delle dichiarazioni dei redditi, cioè del modello 730/2021, del modello Redditi PF/2021 o delle certificazioni uniche 2021;
  • Per gli autonomi il prospetto  del patrimonio netto;
  • Se ci sono eventuali  polizze assicurative sulla vita, la certificazione con valore di riscatto;
  • Saldo e giacenza media di libretti, conti correnti, carte di debito, carte prepagate, buoni fruttiferi  e credito al 31 dicembre 2020;
  • Libretto di circolazione di auto e moto sopra i 500 cc di ogni componente il nucleo familiare;
  • Libretti di eventuali  imbarcazioni possedute alla data di presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica);
  • Assegni periodici erogati a ex coniuge o ai figli nel corso del 2020;
  • Assegni ricevuti dall’ex coniuge;
  • Assegno di mantenimento e alimenti per i figli ricevuti dall’ex coniuge;
  • Visure catastali degli immobili posseduti da ciascun componente il nucleo familiare compreso il richiedente;
  • Contratto di affitto della casa di abitazione del nucleo familiare;
  • Contratto di affitto di qualsiasi immobile posseduto dal nucleo familiare e ceduto a terzi in locazione;
  • Quote capitali residue al 31 dicembre 2020;
  • Quota di ammortamento o certificazione bancaria per azioni e titoli.

L’Isee corrente

Dal momento che l’Isee 2022 fa riferimento ai dati del 2020, pertanto, piuttosto lontani nel tempo, per chi ha avuto variazioni al riguardo, sia reddituali che patrimoniali, si può richiedere l’Isee corrente. Se nel 2020 erano presenti redditi oggi spariti, magari per la perdita del lavoro, ecco che si può intervenire presentando la DSU per Isee corrente. In pratica, si rende l’Isee più vicino nel tempo all’anno di dichiarazione. Dal primo aprile scorso, si può correggere l’Isee e quindi richiedere l’Isee corrente anche nel caso in cui la variazione sia di carattere patrimoniale, come possono essere dismissioni di immobili o l’azzeramento di conti in banca e simili.

La differenza tra Isee ordinario e Isee corrente oltre che per l’anno di riferimento, è nella durata. L’Isee corrente vale 6 mesi, al finire dei quali torna valido l’Isee precedente, ovvero l’ordinario riferito al 2020. Infatti non si può richiedere direttamente l’Isee corrente ma serve prima richiedere ed ottenere quello ordinario per poi passare alla versione corrente.

Assegno Unico: le richieste più bizzarre al vaglio del nucleo antifrode

In questi giorni hanno preso il via gli accrediti per l’Assegno Unico, ma si sa che gli italiani quando c’è una novità scatenano la fantasia e quindi i controlli dell’INPS sono abbastanza serrati. Come affermato in un’intervista al Sole24Ore rilasciata da Maria Sciarrino, Direttore centrale Inclusione e Invalidità civile dell’Inps, ci sono circa 18.000, per ora, domande che risultano non accolte. Si stanno vagliando le varie posizioni anche con l’aiuto del nucleo antifrode. Ma quali sono i motivi e gli errori alla base di questi mancati accoglimenti?

Nucleo antifrode indaga sulle richieste più strane per l’Assegno Unico

Il Direttore Maria Sciarrino ha precisato che questa settimana sarà reso operativo il nucleo antifrode. Le richieste più bizzarre per l’assegno unico che sono arrivate all’INPS, in realtà hanno odore proprio di frode e per questo motivo su 18.000 richieste saranno eseguiti controlli serrati. Si tratta di casi molto particolari. Ad esempio una famiglia ha presentato la richiesta di assegno unico per 17 figli. In realtà per un nucleo così composto ci si aspetterebbe un reddito ISEE non particolarmente elevato e proprio per questo per ricevere importi maggiori sarebbe stato opportuno presentare tale dichiarazione. Il fatto che essa manchi potrebbe nascondere una inesistenza del nucleo così formato e di conseguenza una impossibilità di presentare l’ISEE. Un’altra anomalia è rappresentata dalla richiesta per un nucleo famigliare composto da 10 figli dai cui codici fiscali emerge però una residenza anagrafica diversa.

Altre richieste che saranno al vaglio del nucleo antifrode riguardano ad esempio un centinaio di nuclei familiari che hanno dichiarato tutti la stessa residenza.

Il 98% delle richieste è già stato messo in pagamento

Per quanto riguarda invece i pagamenti effettuati già dall’INPS, il direttore Maria Sciarrino sottolinea che al 4 marzo l’INPS ha ricevuto 3 milioni di domande per un totale di 5 milioni di figli. Sono state messe in pagamento il 98% delle domande. Solo per una piccola quota delle stesse è stato necessario integrare l’istruttoria, cioè 200 mila domande. Sono invece rimaste per ora senza pagamento 18.000 richieste che come sottolineato saranno sottoposte al vaglio del nucleo antifrode. Lo stesso opererà attraverso l’incrocio di 12 banche dati. Naturalmente saranno possibili anche richieste di chiarimenti alle famiglie.

Il Direttore Maria Sciarrino ha anche sottolineato che si sta ponendo particolare attenzione alle richieste di assegno ripartito laddove dovesse emergere che in realtà vi è una sentenza che dispone l’attribuzione degli aiuti a uno solo dei genitori. L’INPS infatti non può essere a conoscenza di tali fatti e di conseguenza in tal caso presso gli uffici territoriali può essere presentata la sentenza stessa di attribuzione per evitare che l’altro genitore modifichi la domanda del primo e si veda attribuito il 50% dell’assegno unico.

Per chi non ha ancora presentato la domanda, ricordiamo che entro il 30 giugno è possibile inoltrare la richiesta e ottenere anche gli arretrati dal mese di marzo 2022. In ogni caso l’erogazione avviene nel mese successivo rispetto a quello in cui si presenta la domanda. Per presentarla non è necessario avere l’ISEE, in questo caso sono erogati gli importi minimi, ma fino al 30 giugno è possibile modificare la domanda già presentata e ottenere gli arretrati per le maggiori somme spettanti.

Per maggior informazioni sull’Assegno Unico, leggi le guide:

Online il sito per l’Assegno Unico: le Faq più importanti e casistiche

Assegno Unico: attenzione agli errori nella compilazione della domanda