Incentivi auto ecologiche: dal 2 novembre partono le prenotazioni

Dal 2 novembre 2022 alle ore 10:00 sarà possibile accedere alla piattaforma per prenotare l’acquisto del proprio veicolo ecologico. Gli i Incentivi auto ecologiche arrivano fino a 7.000 euro per chi ha un reddito inferiore a 30.000 euro.

Indicazioni operative per fruire degli incentivi auto ecologiche

Il 4 ottobre 2022 è stato pubblicato il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri con le indicazioni operative per poter fruire del bonus auto ecologiche. A meno di un mese da tale pubblicazione, il Ministero per lo Sviluppo Economico ha comunicato che la piattaforma per le prenotazioni sarà aperta a partire dal 2 novembre 2022 alle ore 10:00 sul sito https://ecobonus.mise.gov.it/area-rivenditori .

I contributi previsti sono:

  • importo massimo di 6.000 euro, innalzato a 7.500 euro nel caso di rottamazione dei veicoli inquinanti, per l’acquisto di un veicolo con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/km CO2 (elettrico). Gli incentivi sono riconosciuti a fronte dell’acquisto di un veicolo con prezzo di listino ufficiale del costruttore non superiore a 35.000 euro, Iva esclusa;
  • ammontare massimo di 3.000 euro, aumentato fino a 6.000 euro in caso di rottamazione di un veicolo vecchio, per l’acquisto di un veicolo con emissioni comprese nella fascia 21-60 g/km CO2. Si tratta di veicoli con motore ibrido, diesel o benzina, ma di nuova generazione. Il prezzo di listino dei veicoli agevolabili non deve essere in questo caso superiore a 45.000 euro, Iva esclusa.

Requisiti per la rottamazione

Questi sono gli importi per gli incentivi auto ecologiche previsti per soggetti appartenenti a nucleo familiare con reddito inferiore a 30.000 euro, in caso di reddito superiore i contributi visti sono dimezzati. L’obiettivo è favorire il rinnovamento del parco auto circolante in Italia andando ad eliminare soprattutto i veicoli maggiormente inquinanti generalmente in possesso di coloro che hanno minore capacità economica.

L’incentivo per la rottamazione si riconosce a fronte della consegna al concessionario di un veicolo omologato alle classi comprese tra euro 0 ed Euro 4. Affinché possa essere riconosciuto tale contributo, l’auto da rottamare deve essere intestata da almeno 12 mesi al soggetto che intende intestare il nuovo veicolo.

Ricordiamo che il fondo disponibile per il 2022 è di 650 milioni di euro.

Leggi anche: Ecobonus moto e bici elettriche, ripartono le prenotazioni

Contributi per le imprese dell’economia sociale: chi può presentare domanda?

Nasce “imprese dell’economia sociale” il progetto del MISE che mira ad aiutare gli enti che realizzano obiettivi di interesse pubblico. Le domande potranno essere presentate dal 13 ottobre 2022.

Il progetto imprese dell’economia sociale: cosa si può finanziare?

Il progetto nasce con l’obiettivo di realizzare progetti di alto valore sociale, che abbiano una ricaduta positiva sul territorio, tra cui una ricaduta occupazionale. I soggetti interessati devono presentare un progetto rientrante tra questi obiettivi:

  • avere una ricaduta occupazionale positiva in favore di categorie di lavoratori svantaggiati;
  • inclusione sociale di soggetti vulnerabili;
  • raggiungimento di specifici obiettivi, tra cui è possibile citare rigenerazione urbana e turismo sostenibile, decarbonizzazione, riuso dei materiali riciclati;
  • salvaguardia e valorizzazione di beni di valore storico-culturale.

I progetti ammissibili devono prevedere spese di valore minimo 100.000 euro e massimo di 10 milioni di euro. L’incentivo consiste in un finanziamento a tasso corrente per una durata massima di 15 anni, l’obiettivo quindi è facilitare l’accesso al credito.

Le spese possono riguardare anche l’acquisto di terreni, suolo, fabbricati, macchinari e programmi informatici.

Soggetti beneficiari del programma “imprese dell’economia sociale”

La misura prevista dal MISE è rivolta a:

  • imprese sociali;
  • cooperative sociali e loro consorzi;
  • società cooperative con qualifica di Onlus;
  • imprese culturali e creative costituite sotto forma di società di persone o di capitali.

Per conoscere i dettagli sull’attività delle imprese sociali, leggi l’articolo: Impresa sociale: cos’ è quali sono i vantaggi della sua costituzione.

Come si può notare i beneficiari sono tutti enti non commerciali, questi affinché possano ricevere l’aiuto previsto nella misura “imprese dell’economia sociale” devono essere regolarmente costituiti, iscritti nel Registro delle Imprese, inserite in elenchi e albi previsti per le singole categorie tra cui il RUNTS.

Per poter accedere ai fondi di “imprese dell’economia sociale” devono trovarsi nel pieno della loro attività e quindi non essere in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali, devono avere sede legale e operativa in Italia, in regola con la normativa edilizia e urbanistica e avere il DURC regolare, essere in regime di contabilità ordinaria, non aver operato delocalizzazione nei due anni precedenti, inoltre c’è il vincolo di non operare delocalizzazioni per i successivi due anni dal riconoscimento del beneficio.

Si ricorda che le domande possono essere presentate attraverso la piattaforma che sarà a breve messa a disposizione dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) a partire dal 13 ottobre 2022. La domanda dovrà essere presentata in formato elettronico e firmata digitalmente dal legale rappresentante del soggetto proponente.

I progetti possono essere presentati anche in forma congiunta con un numero massimo di co-proponenti di 6 è però necessario che nel progetto sia presente la suddivisione di compiti e spese. Con atto pubblico o scrittura privata autenticata deve essere concessa la qualità di soggetto capofila.

Intelligenza artificiale, blockchain e Internet of things: perché servono alle imprese?

Si sente sempre più spesso parlare di blockchain, intelligenza artificiale e internet of things e non si tratta solo di termini strani, ma di tecnologie che possono fare la differenza e soprattutto tecnologie alle quali sono connessi benefici fiscali e aiuti alle imprese che decidono di investirvi e allora diventa essenziale provare a capire di cosa si sta parlando.

Intelligenza artificiale benefici e limiti per le imprese

Sicuramente tra i 3 termini visti il più conosciuto e utilizzato è “Intelligenza Artificiale”, la cui sigla internazionale è  AI.

La definizione ufficiale è: capacità di una macchina di mostrare capacità umane, quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. L’Intelligenza Artificiale non è una novità, trova applicazione da decenni, ma negli ultimi anni il consumo è diffuso e praticamente quotidiano da parte di imprese e persone. L’intelligenza artificiale è divenuta particolarmente “sensibile” nel senso che è in grado di analizzare in millesimi di secondi quantità enormi di dati e fornire soluzioni efficienti.

Si è arrivati al punto che qualche settimana fa un ingegnere di Google ha dichiarato che l’intelligenza artificiale di una macchina (LaMDA) avrebbe sviluppato la coscienza di un bambino di 8 anni. Questo gli è costato abbastanza caro, considerato che molti di un’intelligenza artificiale senziente hanno paura, infatti Google ha concesso all’ingegnere Blake Lemoine il congedo retribuito, insomma è stato allontanato. Blake Lenoine ha definito la macchina un ragazzo dolce che vuole solo aiutare il mondo a essere un posto migliore.

Campo di applicazione dell’Intelligenza Artificiale

Fatta questa breve digressione, l’intelligenza artificiale è ormai alla base di molti processi produttivi. Si usa in tutti gli uffici pubblici e privati ed è in grado di velocizzare molte operazioni, renderle più economiche e soprattutto gli errori sono praticamente inesistenti e questo agevola molto le operazioni più complesse.

L’intelligenza artificiale si divide in due settori, il primo è quello della robotica, che un po’ affascina tutti, ed è applicata in veicoli autonomi, droni, in questo caso si parla anche di intelligenza incorporata. Il secondo settore comprende i software, come gli assistenti virtuali, i software di riconoscimento facciale, con impronte o vocali, si tratta solo di alcuni esempi naturalmente, ma si capisce subito che tutti noi ogni giorno facciamo un massiccio uso di AI.

Cos’è la tecnologia Blockchain e come trova applicazione?

La nozione forse più difficile da comprendere è quella di blockchain a cui però sono legati maggiori investimenti pubblici e quindi maggiori possibilità per le imprese di ottenere agevolazioni a fronte di investimenti nel settore. Per blockchain si intende una catena di blocchi che va a formare un registro digitale condiviso e immutabile. In questa catena ci sono diversi utenti e in questa rete ci sono dei nodi di rete dai quali è possibile immettere dati che però devono essere validati.

Generalmente la tecnologia blockchain viene utilizzata per le transazioni in criptovalute le cui transazioni sono validate da una rete decentralizzata e non da autorità centrali. Il sistema dei nodi di rete dovrebbe garantire la sicurezza delle transazioni, il blockchain assicura la tracciabilità di tutte le operazioni, il contenuto sempre visibile del registro assicura invece trasparenza. Una volta formato il registro, i dati sono immutabili e solo con il consenso della rete dei nodi possono esservi modifiche. Le imprese che più di tutte possono avvalersi della tecnologia Blockchain sono quelle che operano nel campo delle assicurazioni e della finanza. Sempre più spesso  le aziende impegnate nella registrazione dei dati la usano, ad esempio Coca Cola utilizza le tecnologie blockchain per una migliore gestione della distribuzione del prodotto tra i vari fornitori.

Contrasto alla contraffazione: scopri come accedere gratuitamente alle risorse del blockchain

Internet of Thing: l’internet delle cose a uso quotidiano

L’ultimo concetto è Internet of Things (IoT) internet delle cose. Può sembrare una locuzione strana, in realtà è la tecnologia che ad oggi tutti noi utilizziamo di più. L’internet of Things si basa sul concetto di dispositivi connessi tra loro, che comunicano in modo che possano scambiare informazioni ed elaborare dati. Una delle applicazioni più comuni riguarda la casa domotica, il cloud, la condivisione di piattaforme di lavoro tra vari dispositivi.

Perché lo sviluppo di queste tecnologie è importante per le imprese?

L’insieme di queste tecnologie portano ad agevolazioni come credito di imposta, oppure accesso a finanziamenti nel momento in cui il loro sviluppo porta a un miglioramento dei processi produttivi. I finanziamenti arrivano soprattutto dal Ministero dello Sviluppo Economico ( MISE)

Per conoscere le opportunità che possono arrivare dagli investimenti in Blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things, leggi i relativi articoli.

Intelligenza Artificiale e Blockchain: incentivi dal Mise. Guida

Piano Industria 4.0 e finanza agevolata. Benefici per le imprese

Come saranno le aziende del futuro? Analisi e aiuti sull’impresa 4.0

Intelligenza artificiale e blockchain: incentivi dal Mise. Guida

La dotazione iniziale è di 45 milioni di euro: prende il via il fondo del Mise ( Ministero dello Sviluppo Economico) per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale (AI), blockchain e Internet of Things (IoT).

Decreto Mise: dal 14 settembre è possibile presentare domande per accedere ai fondi Blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things

Dal 14 settembre 2022 sarà possibile accedere alla piattaforma per la pre-compilazione della domanda, mentre la richiesta delle agevolazioni prenderà il via il 21 settembre 2022. Possono ottenere il beneficio:

  • le imprese che esercitano attività contemplate nell’articolo 2195 del codice civile;
  • imprese agro-industriali che svolgono prevalentemente attività industriale;
  • imprese che esercitano attività ausiliarie;
  •  i centri di ricerca.

Tali soggetti sono ammessi al beneficio sia che svolgano attività in forma singola, sia in forma associata. L’obiettivo è realizzare progetti di ricerca che cadano all’interno del programma transizione 4.0.

Leggi anche Piano di transizione 4.0 per ricerca e sviluppo: come accedere ai fondi

Come sono divisi i fondi destinati a blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things

Il ministro Giorgetti ha dichiarato che l’obiettivo è favorire la modernizzazione dei sistemi produttivi italiani andando a dare supporto anche alle imprese che da sole non riescono a sostenere i costi legati alle nuove tecnologie informatizzate. Ricordiamo che in Italia il panorama imprenditoriale è formato soprattutto da PMI e sono proprio queste per le loro ridotte dimensioni ad avere maggiori problemi e che allo stesso tempo se non si modernizzano rischiano di scomparire dal mercato ormai caratterizzato da un’elevata globalizzazione.

I 45 milioni di euro del fondo stanziato per il 2022 sono così ripartiti:

  • 25 milioni per lo sviluppo di tecnologie a Intelligenza Artificiale AI;
  • 10 milioni di euro per progetti destinati allo sviluppo di blockchain;
  • 10 milioni di euro per progetti di Internet of Things IoT.

Il 34% delle risorse sarà inoltre destinato al Mezzogiorno.

Le spese agevolabili sono quelle sostenute per l’acquisto di strumentazione, spese per il personale, spese di ricerca, acquisizione di brevetti e licenze e spese supplementari. Le spese per il personale non potranno superare il 60% del totale.

In base a quanto già ora è noto saranno agevolate spese ammissibili per un importo compreso tra 500 mila e 2 milioni di euro. I settori interessati saranno:

  • industria e manifatturiero;
  • sistema educativo;
  • agroalimentare;
  • salute;
  • ambiente ed infrastrutture;
  • cultura e turismo;
  • logistica e mobilità;
  • sicurezza e tecnologie dell’informazione;
  • aerospazio.

Quali imprese possono accedere ai fondi del Mise?

Nel frattempo un decreto del 24 giugno 2022 ha provveduto a indicare i requisiti che devono avere le imprese e i centri di ricerca che vogliono ottenere gli incentivi per blockchain, internet of things e intelligenza artificiale.

Possono ottenere gli incentivi le imprese:

  • regolarmente costituite sotto forma di società e iscritte nel Registro delle Imprese;
  • che si trovino in contabilità ordinaria con almeno due bilanci approvati;
  • imprese che siano nel pieno esercizio dell’attività quindi non sottoposte a procedure concorsuali, liquidazione volontaria essere imprese in difficoltà in riferimento al Regolamento GBER;
  • che non siano tra le imprese tenute alla restituzione di aiuti risultati illegali o incompatibili;
  • in regola con le somme da restituire in seguito a provvedimenti di revoca delel agevolazioni concesse dal Ministero.

I progetti di ricerca dovranno essere avviati successivamente alla presentazione della domanda per l’accesso ai fondi e comunque non oltre tre mesi dalla data del decreto di concessione.

La domanda dovrà essere presentata esclusivamente per via telematica utilizzando la procedura che sarà disponibile al sito www.infratelitalia.it

Le domande sono accolte nei limiti della disponibilità finanziaria e di conseguenza diventa importante affrettarsi alal presentazione ed è consigliato provvedere alla predisposzione già dal 14 settembre in modo da inoltrare il 21 senza ulteriori perdite di tempo.

Per conoscere tutte le condizioni per l’accesso al fondo del Mise per blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things scarica il decreto.

Block_chain_-_DD_def_-_24giugno2022REV_2

Mise: rifinanziato il fondo per imprese che fanno ricerca e sviluppo

Con un comunicato del 28 giugno 2022 il Ministero dello Sviluppo Economico ( MISE) ha reso noto che sono previsti ulteriori 591 milioni di euro per le imprese impegnate in ricerca e sviluppo.

Rifinanziato dal Mise il fondo per ricerca e sviluppo

Il Mise ha annunciato con un comunicato stampa del 28 giugno 2022 l’imminente pubblicazione di un decreto del ministro Giancarlo Giorgetti in cui si dispone un ulteriore finanziamento di 591 milioni di euro, che si sommano a 500 milioni già previsti dal PNRR. Tali fondi sono destinati alle imprese che fanno ricerca e sviluppo. Grazie a questa ulteriore dotazione sarà infatti possibile agevolare un maggior numero di progetti volti allo sviluppo industriale.

Boom di domande per accesso ai fondi per ricerca e sviluppo

L’esigenza di questo ulteriore finanziamento deriva dal fatto che con il precedente bando che metteva a disposizione di fondi del PNRR il giorno 11 maggio le imprese hanno presentato un numero di domande sufficiente a coprire i fondi disponibili. La piattaforma era stata aperta proprio l’11 maggio e di conseguenza i fondi erano esauriti in poche ore.

Numerose aziende non avevano avuto accesso per i loro progetti a finanziamento alcuno sebbene i loro progetti risultassero idonei ad ottenere fondi. Da qui è arrivata la necessità di reperire nuovi fondi per il rifinanziamento degli incentivi per ricerca e sviluppo industriale attraverso una ricognizione dei fondi disponibili. È bastato poco più di un mese per reperire nuove risorse che saranno disponibili con le modalità indicate nel decreto a breve pubblicato. Non sarà possibile però presentare nuove domande, ma ci sarà lo scorrimento di quelle già presentate e in particolare dei progetti ammessi alla fase della valutazione. In questo modo si intende anche favorire un corretto rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione grazie a servizi celeri ed efficienti.

Inoltre il Ministro ha annunciato che già in autunno ci sarà una nuova tranche di 500 milioni di euro sempre destinati agli incentivi per ricerca e sviluppo economico.

Leggi anche: Legge di Bilancio 2022: confermati i Bonus Ricerca e Sviluppo

 

Nuova Sabatini: come presentare la domanda e ottenere l’agevolazione

Fare impresa richiede la capacità di essere innovativi, di proporre nuove idee e utilizzare al meglio le nuove tecnologie. Solo in questo modo è possibile essere competitivi sul mercato. L’Italia, consapevole di ciò, ha previsto agevolazioni per le PMI che fanno innovazione. Gli strumenti a disposizione sono numerosi e tra questi vi è la Nuova Sabatini. Vedremo ora come richiedere questo importante aiuto.

Cos’è la Nuova Sabatini

La Nuova Sabatini è la legge che consente a PMI di ottenere agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali e prodotti (tra cui hardware e software) che rientrano nel campo degli Investimenti 4.0. Nel tempo la disciplina contenuta nel decreto legge 69 del 2013 ha avuto diverse modifiche soprattutto per quanto riguarda le modalità di pagamento. Con la legge di bilancio 2022 è stabilito che per gli investimenti effettuati a far data dal 1° gennaio 2022 gli importi di valore non superiore a 200.000 euro saranno pagati in unica quota. I pagamenti di importo superiore saranno pagati in quote annuali per un periodo massimo di 5 anni. Ciò che molti vorrebbero capire è come funziona il meccanismo di richiesta per l’accesso alla Nuova Sabatini. Vediamo in sintesi come funziona.

Per conoscere i beni che si possono acquistare con la Nuova Sabatini e gli aspetti generali, si può leggere la guida: Nuova Sabatini, come si ottiene l’erogazione del contributo

Passo 1: rivolgersi alla banca/ finanziatore

Ricordiamo che in seguito alla modifica alla Nuova Sabatini contenuta nella legge di Bilancio 2022 è stata emanata anche un’ulteriore circolare del Ministero dello Sviluppo Economico, la 696 del 17 marzo 2022. Proprio in questa sono specificati i passi da compiere. Le PMI che vogliono fare nuovi investimenti devono in primo luogo recarsi presso una banca o finanziatore e chiedere l’accesso al credito. Contestualmente devono manifestare la volontà di avvalersi dei benefici della Legge Nuova Sabatini.

In questa fase la PMI deve attestare di avere i requisiti per poter accedere alla Nuova Sabatini. Il finanziatore, verificata la correttezza della domanda, procederà a chiedere attraverso la piattaforma messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico la disponibilità dei fondi per accedere alla Nuova Sabatini. Il Ministero insieme al provvedimento di concessione invia il piano dei pagamenti. A questo punto il finanziatore concede i fondi per il finanziamento degli investimenti, ricordiamo che si può trattare di acquisto di beni strumentali oppure di leasing.

Passo 2 Nuova Sabatini: compilazione moduli DUI e RU

Terminato l’investimento, sarà la PMI a dover completare la procedura. Dovrà accedere alla piattaforma messa a disposizione dal ministero dello Sviluppo Economico e compilare il modulo DUI, cioè la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante l’avvenuta ultimazione dell’investimento. Terminata la compilazione il sistema genera il PDF del modulo DUI su cui dovrà essere apposta la firma digitale del rappresentante legale o procuratore della PMI. Il modulo dovrà essere quindi nuovamente inviato. Questa procedura deve essere completata entro 60 giorni dal completamento dell’investimento e comunque non oltre 60 giorni dal termine ultimo previsto per la conclusione dello stesso.

Nel caso in cui non siano rispettati i termini vi è la revoca del provvedimento di concessione.

Entro 120 giorni dall’ultimazione dei lavori, la PMI deve compilare sempre telematicamente il modulo RU (Richiesta Unica di Erogazione).  La compilazione di questo modulo può avvenire contestualmente alla compilazione del RUI. Anche in questo caso, dopo la compilazione viene generato il modulo in PDF su cui deve essere apposta la firma digitale del legale rappresentante o del procuratore della PMI.

Nel caso in cui il contributo previsto dalla legge Sabatini sia superiore a 150.000 euro, nel modulo RU devono essere inserite le dichiarazioni in merito ai dati necessari per la richiesta delle informazioni antimafia. Inoltre, nel Modulo RU, nel caso in cui siano stati chiesti fondi per Investimenti 4.0, deve essere inserita la dichiarazione di interconnessione dei sistemi con i sistemi di fabbrica.

Passo 3: Erogazione fondi

Il Ministero entro 60 giorni dalla ricezione della documentazione dovrà erogare i fondi. Nel caso di unica quota, erogherà la stessa per intero. Nel caso in cui le agevolazioni siano ripartite in più quote invece provvederà a erogare la prima. La PMI in seguito, con cadenza ogni 12 mesi, dovrà inviare al Ministero attraverso la piattaforma il modulo RP (richiesta di pagamento). Al verificarsi di irregolarità dei pagamenti della PMI nei confronti del finanziatore, lo stesso può segnalare al Ministero l’accaduto. In questo caso la PMI decade dall’agevolazione a causa nella irregolarità negli adempimenti.

Bonus Chef: proroga al 31 dicembre 2022 per il credito di imposta

Il Bonus Chef era previsto dalla legge di bilancio per il 2021 ma di fatto non ha mai trovato attuazione. Molto probabilmente proprio al fine di superare la fase di stallo di una misura caduta nel dimenticatoio, nella legge di conversione del decreto Milleproroghe è stato prorogato il termine per maturare il credito di imposta a cui dovrebbe dare diritto il Bonus Chef. Vediamo di cosa si tratta.

La storia del Bonus Chef

Il comma 117 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2021 prevedeva che in favore dei soggetti esercenti la professione di cuochi professionisti presso alberghi e ristoranti, sia come lavoratori dipendenti che autonomi (partita IVA con codice A.TE.CO 5.2.2.1.0) si riconosce un credito di imposta fino al 40% del costo sostenuto per l’acquisto di beni strumentali durevoli e per la partecipazione a corsi di aggiornamento professionale sostenuti tra il primo gennaio 2021 e il 30 giugno 2021.

Il decreto attuativo di tale provvedimento del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro del Lavoro, avrebbe dovuto vedere la luce entro il 2 marzo 2021, ma di fatto non hanno mai provveduto, deludendo questa categoria di lavoratori particolarmente provata dalle conseguenze della crisi pandemica.

Al fine di non far cadere il Bonus chef,  l’articolo 18 quater della legge di conversione del DL 228 del 2021 (decreto Milleproroghe) ha sostituito la precedente data del 30 giugno 2021 con la data del 31 dicembre 2022. Questo implica che coloro che esercitano la professione di cuoco possono ancora oggi maturare il credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali durevoli e dei costi per i corsi di aggiornamento professionale.

Caratteristiche del credito d’imposta del Bonus Chef

Le spese che danno diritto a maturare il credito di imposta del Bonus Chef sono quelle inerenti l’acquisto di beni strumentali durevoli in classe energetica elevata per la conservazione, lavorazione, trasformazione e cottura dei prodotti alimentari, inoltre si possono acquistare strumenti professionali per il settore ristorazione. I corsi di aggiornamento devono naturalmente riguardare la professione.

Il Bonus Chef spetta per un limite di spesa massimo di 6.000 euro. Gli importi maturati potranno essere utilizzati in compensazione per il pagamento delle imposte mediante modello F24, è però escluso l’utilizzo per IRPEF e IRAP. Il credito di imposta può inoltre essere ceduto a banche, istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Naturalmente siamo in attesa del decreto attuativo che ora dovrebbe essere una priorità dei ministeri coinvolti vista la proroga dei termini e quindi la volontà di confermare il Bonus Chef. Solo in seguito sarà possibile utilizzare i crediti maturati in compensazione delle imposte.

Incentivi auto 2022: importanti novità nel Decreto Bollette

Dopo molte richieste cadute nel vuoto, dal Governo, con il Decreto Bollette, arrivano aiuti anche al settore automotive e alle famiglie, infatti è prevista una nuova ondata di incentivi auto 2022 che dovrebbe far ripartire il mercato e sostenere la transizione verso la mobilità sostenibile.

Incentivi auto 2022 nel Decreto Bollette

Con il Decreto Bollette è stato istituito il “Fondo unico pluriennale per l’automotive” che dovrebbe essere attivo e rifinanziato fino al 2030 con un miliardo di euro ogni anno.  Per il 2022 sono previsti 800 milioni di euro. L’obiettivo è rendere il fondo strutturale. Attualmente non si conoscono tutti i dettagli dell’operazione, in quanto è necessario attendere il decreto attuativo da emanare entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Bollette.

Dalle indiscrezioni che trapelano e dalle indicazioni date dal ministro Giorgetti, emerge che l’incentivo sarà volto all’acquisto di veicoli poco inquinanti e non solo elettrici, quindi molto probabilmente anche ibridi ed endotermiche ma a basso impatto ambientale. Come dichiarato dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, questa iniziativa serve a convincere tutti i soggetti della filiera, e quindi anche le case costruttrici, a investire in veicoli ecologicamente compatibili e quindi ad essere al fianco dello Stato nell’affrontare la sfida verso la transizione ecologica.

Quali vetture potranno godere dei vantaggi degli incentivi auto 2022?

Trapela che il bonus sarà diviso in base alle emissioni di CO2 prodotte dal veicolo. Le risorse non saranno dirette solo ai consumatori, ma divise tra produttori e consumatori. Per la scrittura del decreto attuativo sarà invece fondamentale la coordinazione tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Economia e Ministero della Transizione Ecologica.

Ricordiamo che il decreto Bollette ha previsto finanziamenti anche per la produzione in Italia di microchip, questa è necessaria per far fronte alla crisi dei microchip che sta mettendo in serie difficoltà le imprese dell’automotive e non solo, infatti in molte fabbriche la produzione è ridotta proprio a causa della mancanza di materiali per i dispositivi elettronici. Dal blocco derivano tante giornate di lavoro perse e quindi difficoltà economiche per le famiglie.

Per conoscere i dettagli della crisi dei microchip leggi l’articolo: La crisi dei microchip: difficoltà per le imprese di tutti i settori e prospettive

Per conoscere i contenuti del Decreto Bollette, leggi l’articolo: Decreto Bollette 2022: 8 miliardi per famiglie e imprese per il caro energia

Investimenti per le imprese dal MEF

Sono in arrivo, dal Ministero dello Sviluppo Economico, nuovi finanziamenti per le imprese, da investire nella ricerca e nello sviluppo, per un totale di 206 milioni di euro.
Si tratta di un investimento importante che prevede la formazione di accordi per l’innovazione tra imprese, centri di ricerca e amministrazione pubblica, a sostegno di progetti che abbiano un forte e rilevante impatto tecnologico.

Il contributo arriva direttamente dal Ministero, con il 20% dei costi ammissibili, in una quota equivalente di Regioni o Province autonome e in un finanziamento agevolato per un altro 20%. Sono ammesse imprese di qualsiasi dimensione, che abbiano almeno due bilanci approvati, purché appartengano ad uno di questi settori: industriali, di trasporto, agro-industriali, attività ausiliarie alle precedenti, centri di ricerca.

Si possono presentare anche progetti congiunti, per un massimo di cinque, che derivino da un contratto di rete o da altre forme di collaborazione.
Il contratto di rete o le altre formule devono configurare una concreta collaborazione stabile e coerente rispetto alla realizzazione del progetto proposto. In particolare:

  • suddivisione delle competenze, dei costi e delle spese a carico di ciascun partecipante;
  • definizione degli aspetti relativi alla proprietà, all’utilizzo e alla diffusione dei risultati del progetto di ricerca e sviluppo;
  • individuazione del soggetto capofila, che agisce in veste di mandatario dei partecipanti, attraverso il conferimento, con atto pubblico o scrittura privata autenticata, di un mandato collettivo con rappresentanza per tutti i rapporti con il Ministero.

I progetti, per essere ammessi, devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, inoltre devono trovarsi su territorio nazionale ed essere finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di quelli esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie identificate dal Programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione 2014–2020 Horizon 2020.
Il progetto dura al massimo 36 mesi, per un investimento minimo di 5 milioni di euro, e un massimo di 40 milioni.

Per definire l’accordo per l’innovazione, i soggetti proponenti presentano al ministero una proposta progettuale, che deve contenere i seguenti elementi: denominazione e dimensione di ciascun soggetto proponente, descrizione del profilo aziendale, piano strategico industriale aggiornato, descrizione di ciascun progetto, con indicazione di obiettivi, date di inizio e fine, unità produttive coinvolte e costi previsti, tipologia e importo dell’aiuto richiesto per la realizzazione di ciascun progetto.

Il Ministero poi fa le sue valutazioni, consulta le Regioni per verificare la disponibilità al cofinanziamento dei progetti e da infine partire l’accordo per l’innovazione, nel quale sono specificati:

  • finalità dell’Accordo;
  • amministrazioni che intendono cofinanziare l’iniziativa proposta;
  • imprese: bisogna indicare per ciascuna di esse gli impegni in merito all’attuazione dell’Accordo;
  • i progetti di ricerca e sviluppo: bisogna indicare costi previsti, quadro finanziario, misura e forma delle agevolazioni in relazione a ciascun progetto di ricerca e sviluppo, termini per la presentazione dei progetti e per la realizzazione dell’Accordo, modalità di versamento delle risorse delle regioni, delle province autonome e delle altre amministrazioni,
    l’istituzione di un Comitato tecnico per l’attuazione, il coordinamento e il monitoraggio degli interventi.

Vera MORETTI

Ddl concorrenza, incontro Cnf-Mise

Il ddl concorrenza continua a turbare i sonni di molti professionisti, dai notai agli avvocati. Proprio questi ultimi sono particolarmente attivi presso le sedi istituzionali per cercare di far apportare modifiche a un testo che non convince più di tanto in diversi punti.

Ecco perché questa settimana il ddl concorrenza è stata una delle portate più calde servite nel menu dell’incontro che c’è stato, nella sede del ministero dello Sviluppo Economico, tra il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, e il ministro Federica Guidi. Un incontro durato un’ora nel quale, fa sapere il Consiglio Nazionale Forense, “il ministro Guidi ha dimostrato grande disponibilità all’ascolto”.

Ascolto di cosa? Durante l’incontro Mascherin e Guidi hanno toccato diversi temi di attualità per la professione forense, partendo dal pieno riconoscimento da parte del ministro del ruolo costituzionale dell’Avvocatura.

Poi, come era prevedibile, il ministro e il presidente del Cnf si sono soffermati particolarmente sul ddl concorrenza, stabilendo di “collaborare allo studio di soluzioni riguardanti l’avvocatura volte a risolvere eventuali criticità”. Mascherin ha poi confermato al ministro Guidi il costante “contributo istituzionale del Cnf” al ministero dello Sviluppo economico.

Un incontro durante il quale, ricorda ancora il Cnf, “il presidente Mascherin ha molto apprezzato la disponibilità del Ministro ed il suo desiderio di trovare soluzioni idonee e rispettose del ruolo degli avvocati”, anche nell’ambito del ddl. Ora sta al ministero tradurle in fatti, a partire dal ddl concorrenza.