Pannelli solari per fotovoltaico: scarica qui il Modello Unico Semplificato

Come risparmiare sulla bolletta energetica? Questa è la domanda che si stanno ponendo tutti e una risposta è arrivata dal Ministero per la Transizione Ecologica con il decreto attuativo per la liberalizzazione dell’installazione dei pannelli solari di potenza fino a 200 kW. Il Ministero ha provveduto ora a rilasciare anche il Modello Unico Semplificato da utilizzare per l’avvio della procedura.

Modello Unico Semplificato per la realizzazione di impianti fotovoltaici

L’applicazione di pannelli solari sulla propria abitazione può portare alla produzione dell’energia necessaria per il fabbisogno della famiglia e allo stesso tempo consente di “vendere” l’energia al gestore di rete. Se i pannelli solari per fotovoltaico sono applicati su larga scala consentono di ridurre la necessità di produrre energia elettrica da altre fonti e in particolare dal metano. Proprio per questo il Governo sta sostenendo in modo deciso la loro installazione in vista di un inverno difficile con prezzi alle stelle e minacce di interruzione del flusso da parte della Russia come misura controffensiva alle sanzioni applicate dall’Unione Europea alla Russia.

Tra i provvedimenti che vanno in questa direzione vi è proprio la semplificazione delle procedure necessarie per l’installazione di pannelli solari sui tetti. La nuova normativa prevede comunque che prima dell’inizio dei lavori sia inviato telematicamente il Modello Unico Semplificato al gestore di rete che deve valutare la compatibilità dell’impianto rispetto alle condizioni previste dalla legge.

Una volta verificato ciò, il gestore di rete invia la proposta contrattuale al richiedente e provvede alla comunicazione al Comune, al gestore dei Servizi Energetici e invia i dati alla Regione o provincia autonoma.

Scarica il Modello Unico Semplificato

Il modello, che è possibile scaricare in fondo all’articolo, si compone di due parti, di queste una deve essere trasmessa prima dell’inizio dei lavori e l’altra al termine degli stessi. Questo implica che il soggetto che ha provveduto all’installazione di pannelli solari per il fotovoltaico al termine dei lavori dovrà completare la seconda parte e procedere nuovamente all’invio della documentazione al gestore di rete.

Lo stesso modello Unico semplificato può essere utilizzato anche per la modifica, il potenziamento e la connessione di impianti già esistenti.

All_1_Mod_unico

Leggi anche: Impianti fotovoltaici per aziende agricole: inoltro delle domande dal 27 settembre

Proroga del taglio delle accise sui carburanti fino al 5 ottobre: le ultime novità

Buone notizie per gli automobilisti almeno sul fronte del taglio delle accise sui carburanti, infatti ci sarà la proroga fino al 5 ottobre.

Pressioni su Draghi per adozione di provvedimenti: arriva la proroga del taglio delle accise sui carburanti fino al 5 ottobre

La proroga del taglio delle accise sui carburanti attualmente in vigore scade il 20 settembre 2022. La stessa ha avuto luogo con decreto interministeriale proprio perché l’attuale situazione, con il Governo in carica solo per gli affari correnti ed elezioni il 25 settembre, non consente grandi manovre. Da più parti però è stato lanciato l’allarme del caro prezzi. Proprio per questo  il premier Draghi, ancora in carica, ha ricevuto sollecitazioni affinché comunque adotti dei provvedimenti che aiutino gli italiani a far fronte a tutti i rincari in questo ultimo periodo prima delle formazione del nuovo Esecutivo.

In seguito a tali sollecitazioni qualcosa si sta muovendo e tra i primi provvedimenti annunciati c’è un decreto interministeriale congiunto tra il MEF (Ministero Economia e Finanze) e il Mite ( Ministero Transizione Ecologica) per prorogare di ulteriori 15 giorni e quindi fino al 5 ottobre, data nella quale molto probabilmente già ci sarà il nuovo esecutivo che agirà quindi con pieni poteri, il taglio delle accise sui carburanti.

Prezzi dei carburanti alla distribuzione

Ad oggi il prezzo del carburante è di nuovo in rialzo, con la benzina verde che costa al self service circa 1,77 euro al litro e il diesel che ha effettuato il sorpasso e costa circa 1,80 euro. La proroga del taglio delle accise dovrebbe aiutare a mantenere tali prezzi costanti anche se si annuncia un autunno bollente. Nel frattempo c’è chi chiede riforme strutturali per evitare il continuo ricorso alla proroghe temporanee al taglio delle accise, ma di fatto si tratta di un provvedimento che non può più adottare il governo Draghi.

Un ulteriore punto debole è la tassazione degli extra-profitti delle società energetiche che ad oggi è incagliata a causa dei troppi ricorsi da parte delle imprese che hanno proposto ricorso contro la norma.

Per saperne di più leggi l’articolo: Tassa sugli extra-profitti: quali imprese sono interessate?

Il Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) ricerca esperti. Candidature entro il 4 luglio

Il MiTE ( Ministero per la Transizione Ecologica) per la realizzazione dei progetti del PNRR facenti capo al ministero è alla ricerca di numerosi professionisti. La presentazione delle domande deve avvenire entro il 4 luglio 2022. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Il Ministero per la Transizione Ecologica è alla ricerca di esperti

Il MiTE è alla ricerca di 92 super esperti per la realizzazione dei progetti collegati all’uso delle risorse PNRR, si tratta di incarichi particolarmente interessanti, infatti i compensi previsti posso no arrivare a 90.000 euro l’anno.

La prima cosa da sottolineare è che le specifiche per ogni bando sono disponibili alla pagina https://www.manpower.it/azienda/ministero-della-transizione-ecologica non si tratta quindi di una piattaforma ministeriale, la gestione è affidata a un’agenzia.

Chi sono i professionisti ricercati dal Ministero per la Transizione Ecologica MiTE?

Le figure professionali ricercate sono:

  • 3 program manager PNRR M2C1
  • 3 program manager PNRR M2C2;
  • 2 program manager PNRR M2C3;
  • 2 program manager PNRR M2C4;
  • 35 project manager;
  • 8 area manager;
  • 5 area manager coordinator PNRR M2C2- M2C3;
  • 2 area manager coordinator PNRR M2C4- M3C2;
  • 2 esperti aiuti di Stato;
  • 5 esperti in procedure di gara e contrattualistica pubblica;
  • 1 esperto giuridico normativa ambientale/ DNSH;
  • 3 esperti giuridici pareri e autorizzazioni ambientali;
  • 3 esperti finanza e gestione dei finanziamenti;
  • 2 esperti ufficio stampa;
  • 1 esperto digital marketing;
  • 2 esperti supporto ITC;
  • 2 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C1;
  • 1 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C2;
  • 1 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C3;
  • 3 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C4;
  • 2 tecnici esperti in monitoraggio ambientale;
  • 2 esperti politiche finanziate con fondi UE;
  • 1 esperto ambito economico mercato elettrico e/o energia;
  • 1 esperto ambito economico territorio e risorsa idrica.

Requisiti per diventare esperti del MiTE

Per poter partecipare è necessario avere una laurea nei settori di rispettiva competenza, in molti casi è richiesta anche l’iscrizione all’albo dei professionisti. Inoltre, viene richiesta esperienza pluriennale nel settore e per tutti i profili è necessario  avere una conoscenza certificata della lingua inglese.

Tra i titoli preferenziali, oltre all’esperienza che risulta essere un requisito fondamentale, vi sono eventuali master e certificazioni. Si tratta di contratti a tempo determinato, scadenza 31 dicembre 2023, per ogni profilo sulla piattaforma attraverso la quale è possibile presentare la propria candidatura è indicato anche il compenso che si potrà ottenere e la città presso la quale sarà necessario svolgere il lavoro.

Come si svolge la selezione

Per poter inoltrare la propria candidatura è necessario allegare il curriculum.

Terminata questa fase della procedura, il candidato entro 24 ore riceverà di attestazione di corretta compilazione della domanda e sarà invitato, seguendo il link contenuto nella e-mail, a compilare una scheda con dichiarazione dei requisiti obbligatori. Dal momento della ricezione della e-mail ci sono 24 ore di tempo per completare questa parte della procedura.

I candidati ammessi a questo punto riceveranno una e-mail con un link per la compilazione di auto-valutazione dei titoli preferenziali (il punteggio riconosciuto ad ogni titolo viene indicato nella pagina del singolo profilo professionale per il quale si intende candidarsi).

Si procederà quindi a stilare una graduatoria e in seguito i candidati potranno sostenere un colloquio tecnico di selezione finale.

Per ulteriori opportunità lavorative, leggi: Concorso OSS con licenza media: requisiti. Scadenza 11 luglio

 

Aumenti carburanti:la Guardia di Finanza indaga. Sentito il ministro Cingolani

Gli aumenti del costo dei carburanti arrivati a oltre 2,30 euro al litro anche in modalità self service e che hanno portato i prezzi del diesel e della benzina ad essere quasi pari, hanno generato molto allarme nei consumatori. Sono in molti ad aver sostenuto che in passato con prezzi al barile simili a quelli odierni, il prezzo del carburante comunque non ha avuto le flessioni attuali e di conseguenza gli aumenti carburanti delle settimane scorse sono ingiustificati e quindi speculativi. Ora la Guardia di Finanza vuole vederci chiaro.

Sospiro di sollievo per gli italiani con il taglio delle accise sui carburanti per un mese

Nelle settimane appena trascorse gli italiani hanno dovuto far fronte ad aumenti dei costi dei carburanti spropositati. Questo ha costretto il Governo a intervenire applicando un taglio delle accise di 30,5 centesimi. Ad essere precisi il taglio è di 25 centesimi a cui si accumula un risparmio sull’IVA di 5,5 centesimi. Questa applicazione porta nuovamente i carburanti sotto la soglia dei 2 euro al litro sia per la benzina sia per il diesel. Questa misura per ora avrà la durata di 30 giorni.

Nei confronti di questa decisione non sono mancate le proteste dei gestori che hanno sottolineato la necessità di intervenire con meccanismi di compensazione al fine di evitare perdite dovute alle accise già assolte. Forse però questa volta hanno esagerato perché nel frattempo sono partitre le indagini della Guardia di Finanza per verificare se gli aumenti applicati dai vari gestori fossero in linea con l’effettivo aumento del prezzo del petrolio oppure vi sono state manovre speculative alimentate dall’allarme generato dalla guerra in Ucraina.

Guardia di Finanza indaga sugli aumenti carburanti

Il fascicolo è stato aperto da diverse Procure, la Procura di Roma indaga con un fascicolo per manovre speculative su merci, l’indagine è guidata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e nella giornata di ieri, in qualità di persona informata sui fatti, è stato sentito il Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani che già nei giorni passati aveva sottolineato che gli aumenti applicati non erano in linea con gli effettivi aumenti del costo del petrolio. Il Ministro, da quanto si apprende, avrebbe reso dichiarazioni molto dettagliate sulla questione e consegnato un corposo fascicolo. Di conseguenza avrebbe aiutato a chiarire i meccanismi che hanno portato a questi vistosi aumenti.

Cartelli dei prezzi: precedenti sanzionati

Se i sospetti fossero confermati, si potrebbe configurare una grave truffa ai danni dei cittadini e delle imprese. Non solo, ricordiamo che dal 1990 in seguito all’entrata in vigore della legge 287 vige il divieto di “cartelli dei prezzi” contenuto nella legge Antitrust. I cartelli consistono in accordi tra le imprese che coordinano tra loro i prezzi andando così ad eliminare gli effetti della libera concorrenza. Ad esempio se i vari gestori della distribuzione dei carburanti si accordano al fine di tenere alti i prezzi, si ipotizza un cartello. La normativa prevede anche la possibilità per le imprese che collaborano di accedere a programmi di clemenza. Questi si applicano ad imprese che si autodenunciano e forniscono elementi probatori importanti al fine di rilevare l’infrazione delle regole Antitrust.

Non mancano casi passati. Ad esempio l’Antitrust (anni 2000) ha comminato una sanzione da 700 milioni di euro a un cartello assicurativo che compredeva tra le varie compagnie Generali, Ras, Sai, Lloyd Adriatico e altre compagnie condannate perché avrebbero stipulato un accordo per mantenere alti i prezzi delle polizze.

In seguito la Corte di Cassazione (con ordinanza 5327 del 2013 pronunciata dalla Sezione Civile VI-3) ha confermato la tutela per un assicurato che aveva stipulato la polizza con una delle compagnie sanzionate. In questo caso la Corte ha sottolineato che, visti i fatti già accertati e che non è possibile quindi porre nuovamente in discussione, in favore del ricorrente/consumatore vi è una presunzione che il premio corrisposto sia superiore al dovuto. Quindi l’assicurato non deve provare il danno, ma è la compagnia a dover fornire la prova liberatoria.

L’indagine sui prezzi dei carburanti è partita da un esposto presentato da Codacons a 104 Procure e all’Autorità Garante della Concorrenza. Per ora non c’è nessun soggetto iscritto nel Registro degli Indagati.

 

Grano e cereali, arriva il piano per aiutare i coltivatori. Campania aumenta la produzione

Due sono gli eventi che mettono in difficoltà le famiglie italiane in questo periodo. Il primo è l’aumento dei costi per l’energia e i carburanti legati alla guerra in Ucraina. Il secondo è l’aumento del prezzo di farina, e di conseguenza pasta e pane, alla base della dieta mediterranea. L’aumento del prezzo del grano e cereali è in realtà iniziato un anno fa a causa della scarsa produzione del Canada e altri eventi congiunturali. Ora l’Italia corre ai ripari con politiche mirate in accordo con le Regioni.

Grano e cereali: l’obiettivo è raggiungere l’autosufficienza. Dati della campagna 2022

L’aumento del prezzo di pane e pasta è legato alla scarsità della materia prima, cioè il grano, che porta la borsa del grano a picchi di prezzo molto elevati e allo stesso tempo a difficoltà di approvvigionamento che inducono i produttori di pasta e pane a lanciare l’allarme.

Alla crisi del grano determinata dalla scarsa produzione del Canada si uniscono gli effetti della guerra in Ucraina, infatti l’Italia importa grano e cereali anche da questa zona. L’obiettivo principale oggi per l’Italia è raggiungere l’autosufficienza sia per quanto riguarda il fabbisogno energetico, sia per quanto riguarda le altre materie prime.

I coltivatori italiani stanno rispondendo abbastanza bene a questa esigenza. Per la campagna di raccolta del 2022 già è stato implementato il terreno coltivato con cereali, tra cui appunto il grano tenero (produzione di pane, pizze, dolci, prodotti lievitati in genere). L’aumento di superficie coltivata a grano a livello nazionale è solo dello 0,5%, per un totale di 500.596 ettari investiti. Per la campagna 2021 gli ettari coltivati erano 498.105 con un incremento di 2.491 ettari. La sensibilità verso la tematica è però diversa nelle varie aree di Italia, infatti l’incremento è del 5,5% al Sud e nelle Isole. Si registra invece un calo nella semina del grano duro, necessario alla produzione di pasta.

In aumento la coltivazione degli altri cereali come l’orzo. Molto probabilmente a frenare la coltivazione è stato anche l’aumento dei prezzi di semi e di tutta la filiera necessaria alla produzione (concimi, carburanti).

Campania: il programma per arrivare all’autosufficenza nella produzione di grano e cereali

Buone notizie potrebbero esservi per la raccolta del 2023, infatti Coldiretti ha annunciato che alcune Regioni stanno già manifestando l’intenzione di stimolare le campagne di coltivazione dei cereali e in particolare di grano duro e tenero. Tra le prime ad aderire è la Campania. La stessa ha reso nota la disponibilità ad aumentare la produzione di 2 milioni di quintali per il 2023.

A dichiararlo è stato Gennarino Masiello, presidente Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale. La dichiarazione arriva a margine dell’incontro con il ministro dell’Agricoltura Patuanelli e il ministro per la Transizione Ecologica Cingolani. Nello stesso, alla presenza dell’assessore Caputo, sono state presentate proposte per aiutare il comparto dell’agricoltura in Campania. Particolarmente in difficoltà appare il settore bufalino a causa dell’aumento dei costi delle componenti della mescola dei mangimi. Tra le proposte portate vi è un aumento dei contributi in favore delle aziende agricole, diminuzione delle accise, versamento dei contributi sospesi e il posticipo dell’entrata in vigore della nuova PAC.

A fronte di questi aiuti vi è una disponibilità della Campania ad aumentare la produzione al fine di raggiungere l’autosufficienza. Questo potrebbe avvenire attraverso il recupero dei terreni incolti. La proposta prevede però anche la realizzazione di siti di raccolta di acqua piovana al fine di combattere la siccità che mette a repentaglio soprattutto la coltivazione di mais.

Tutelare i coltivatori con i contratti di filiera che evitano la svalutazione della produzione

Masiello sottolinea anche altri punti, infatti il recupero dei terreni da adibire alla coltivazione di grano tenero, duro e mais non solo potrebbe rendere la Regione autosufficiente, ma potrebbe legare le produzioni al territorio e favorire la biodiversità e, infine, aiutare le aziende agricole ad avere un reddito adeguato.

Coldiretti Campania propone di attivarsi subito per rafforzare il sistema dei contratti di filiera che darebbero ai coltivatori certezze circa il reddito che si può ricavare dalla coltivazione. Infatti i contratti di filiera consentono di avere un prezzo equo e di evitare gli effetti delle pratiche sleali che potrebbero indurre i coltivatori a svendere il raccolto. I contratti di filiera consentirebbero anche a chi ha piccoli appezzamenti di avere un reddito e mettere in produzione i terreni.

La buona notizia è che il Ministro Patuanelli ha accolto con favore le proposte di Coldiretti e ha sottolineato l’impegno a rimuovere il vincolo, previsto nella PAC, al non incremento della superficie irrigabile. Grazie a queste misure la Campania potrebbe tornare già dal 2023 ai livelli di produzione del passato e all’autosufficienza.

Per conoscere i dettagli della nuova PAC, leggi l’articolo: Aziende agricole: reso noto il piano strategico nazionale per la PAC

Contributi a fondo perduto vendita prodotti sfusi: domande fino al 30 aprile

Entro il 30 aprile 2022 devono essere presentate le domande per ricevere i contributi a fondo perduto per la vendita di prodotti alla spina e sfusi. Ecco i dettagli.

Contributi a fondo perduto per vendita prodotti sfusi

Ridurre il consumo di plastica è uno dei passi fondamentali per ridurre l’inquinamento ambientale e tra le abitudini che si stanno fortemente sostenendo vi è la riduzione degli imballaggi attraverso la vendita di prodotti alla spina. Per incentivare le aziende a offrire questo servizio sono stati messi a disposizione contributi a fondo perduto per le aziende e in particolare le attività commerciali che adeguano gli spazi interni alla vendita di prodotti sfusi o alla spina.

Il contributo a fondo perduto in favore degli esercizi commerciali che adeguano gli spazi interni alla vendita di prodotti sfusi e alla spina è previsto nell’articolo 7 del decreto legge 111 del 2019. Attualmente possono presentare la domanda coloro che hanno sostenuto le spese nell’anno 2021 e il termine per la presentazione dell’istanza è il 30 aprile, la procedura deve essere eseguita sulla piattaforma Invitalia. Le risorse disponibili sono 20 milioni e saranno erogate in ordine cronologico, dopo le dovute verifiche, fino ad esaurimento dei fondi.

Chi può richiedere i contributi a fondo perduto

L’agevolazione è rivolta a negozi di vicinato, di media e di grande struttura e può essere richiesta sia dalle attività già presenti che sostengono costi di adeguamento, sia da nuove attività commerciali che si occupano esclusivamente di vendita di prodotti alla spina.

Gli aiuti sono stati previsti per due anni successivi, la tornata relativa ai costi sostenuti nel 2020 si è chiusa il 24 gennaio 2022, mentre il primo marzo 2022 è stata aperta la piattaforma per richiedere i contributi a fondo perduto per i costi sostenuti nel 2021, la piattaforma sarà chiusa il 30 aprile alle ore 23:59.

La normativa prevede che tali soggetti possano richiedere rimborsi delle spese per un massimo di 5.000 euro. Le spese rimborsabili sono quelle per:

  • adeguamento dei locali, ad esempio lavori per ricavare spazi per la vendita di prodotti sfusi;
  • acquisto di attrezzature funzionali allo svolgimento della vendita di prodotti sfusi, ad esempio erogatori per i detersivi, contenitori per detersivi o per alimenti;
  • iniziative volte a dare informazioni, comunicazioni e pubblicità.

La normativa prevede che possano essere rimborsate le spese considerate attinenti rispetto all’attività e questa caratteristiche deve essere attestata da:

  • presidente di collegio sindacale;
  • revisore legale iscritto all’albo;
  • professionista iscritto all’albo dei dottori commercialisti, degli esperti contabili, periti commerciali, consulenti del lavoro;
  • responsabile di un centro di assistenza fiscale.

Come presentare la domanda per accedere ai contributi a fondo perduto per la vendita dei prodotti sfusi

Per poter presentare la domanda è necessario andare al sito www.padigitale.invitalia.it e cliccare alla voce “bando prodotti sfusi (spese 2021)”.

A questo punto è necessario identificarsi con un codice SPID. É bene ricordare che le domande sono approvate fino  a esaurimento fondi e in ordine cronologico. Proprio per questo, nel caso in cui sulla piattaforma dovessero essere presenti contemporaneamente molti utenti, dopo l’accesso si viene messi in attesa. Il consiglio è di attendere senza lasciare la coda in modo da avere più possibilità di rientrare tra i beneficiari.

Si accede così a una procedura guidata, inserendo:

  • i dati anagrafici del richiedente;
  • tipologia di esercente (vicinato, negozio di media struttura o di grande struttura);
  • auto dichiarazione del possesso dei requisiti previsti per accedere al beneficio;
  • spese sostenute e loro finalità;
  • auto-dichiarazione di non aver usufruito per le stesse spese di altri aiuti e di rispettare le condizioni previste per gli aiuti del minimis;
  • si deve indicare la tipologia di contenitori utilizzati e se sono riutilizzabili. Se in essi devono essere contenuti prodotti alimentari è necessario certificare che rispettano la normativa prevista per i contenitori che devono essere a contatto con alimenti.

Alla domanda è necessario allegare dei documenti e in particolare documento di identità, fatture attestanti le spese sostenute affiancate da documenti che provano il pagamento. Infine, l’attestazione sulla effettività e attinenza delle spese. La domanda deve essere sottoscritta con firma digitale.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la guida del MiTE, da scaricare QUI

 

Emergenza Gas: arriva il piano del governo. Sacrifici per tutti

Il Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani, intervenendo al programma Agorà Extra, ha dichiarato che saranno necessari 24-30 mesi per poter ottenere l’indipendenza energetica dalla Russia.

Ministro Cingolani: l’Italia deve diversificare le fonti per uscire dall’emergenza gas

L’Italia importa dalla Russia ogni anno 29 miliardi di metri cubi di gas, sono circa il 40% del totale fabbisogno e per sostituire una così imponente fornitura è comunque necessario del tempo. Il Ministro Cingolani ha sottolineato che dipendere da un solo Paese per il fabbisogno energetico è un errore e l’Italia più di altri Paesi paga in quanto non ha autonomia avendo poche fonti energetiche e non avendo sviluppato un buon piano di uso delle risorse rinnovabili.

Il ministro Cingolani ha dichiarato che già entro i prossimi due mesi si provvederà a circa 15-16 miliardi di metri cubi di gas con altre forniture. Sarà dimezzata l’importazione di gas dalla Russia. Nel frattempo si provvede anche ad accelerare sulle rinnovabili a breve termine eliminando anche visti, asseverazioni, autorizzazioni per gli impianti fotovoltaici. Inoltre l’Italia ha 3 rigassificatori che stanno lavorando al 60% e che saranno potenziati. Nel corso del 2022 è prevista anche l’installazione di un ulteriore rigassificatore galleggiante.

Potenziare le centrali a carbone attive

Si è parlato più volte nelle scorse settimane di ritorno al carbone e Cingolani ha sottolineato che l’obiettivo è potenziare il funzionamento delle centrali che funzionano a carbone e che sono già attive, come quelle presenti a Civitavecchia e Brindisi, mentre non saranno riaperte quelle che sono inattive. Questo infatti comporterebbe comunque eccessivi oneri. Solo in caso di emergenza maggiormente grave rispetto a quella di oggi, si provvederà a riaprire le centrali a carbone inattive, ma è una opzione che appare improbabile allo stato attuale.

Cingolani ha risposto anche alla domanda che molti si stanno ponendo, cioè cosa succederà nel caso in cui Putin dovesse decidere, in risposta alle sanzioni, di chiudere la fornitura di gas? Il ministro Cingolani ha sottolineato che l’Italia ha abbastanza riserve per arrivare alla bella stagione, quando il fabbisogno di gas sarà comunque ridotto. Il ministro ha però sottolineato che appare improbabile tale chiusura perché la Russia ha bisogno di fondi e la fornitura di gas all’Italia frutta quasi un miliardo di euro al giorno.

Il Piano emergenza gas che il governo sta varando

Nel frattempo il Governo sta però varando il piano di emergenza gas. Al centro delle attività c’è il NISP (Nucleo Interministeriale Situazione e Pianificazione), formato da ministri, tecnici e vertici dell’Intelligence. Uno dei problemi immediati da risolvere, come comunicato dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, è l’approvvigionamento di materie prime, concimi, mangimi e sementi con il rischio di bloccare la filiera produttiva in numerosi settori dell’economia italiana. Proprio per questo nel piano di emergenza, non ancora attuato, ma che si sta preparando, c’è il blocco dell’export.

Per quanto riguarda invece il fronte energia, già nelle prossime ore è prevista una riduzione dei consumi attraverso sospensione di ore e quantità di luce a monumenti e palazzi. Saranno normalmente illuminate le strade e i luoghi in cui generalmente è necessario avere un elevato grado di sicurezza. Ci avviamo inoltre verso una riduzione delle ore di accensione del riscaldamento e ad abbassare di un grado la temperatura degli impianti. Tale modifica dovrebbe entrare in vigore prima al Sud che proprio nelle ultime settimane è stato travolto da un’ondata di gelo anomalo.

Il Presidente del Consiglio ha anche annunciato l’intenzione di aumentare la produzione italiana di gas fino a 5 miliardi di metri cubi, questo sarà diretto a prezzi calmierati alle imprese. Alle PMI sarà destinato un terzo di questa produzione.

Nel medio e lungo periodo non viene inoltre escluso il ricorso al nucleare pulito con l’obiettivo di ridurre la sudditanza dell’Italia ad altri Paesi per il proprio fabbisogno energetico.

Cosa succede ai prezzi? Ci sono diminuzioni in vista?

Gli italiani sono giustamente preoccupati per gli aumenti dei prezzi, sia nel settore energetico che per gli alimentari. Su questo fronte purtroppo per ora non arrivano buone notizie perché di fatto la scarsità dei beni porta comunque il prezzo ad aumentare. Ognuno di noi sarà chiamato quindi a maggiore attenzione, riduzione dei consumi energetici e ulteriori sacrifici.

Nel frattempo arrivano incentivi per ridurre i consumi energetici, per saperne di più leggi: Agricoltura, per il caro energia incentivi a realizzare impianti. In cosa consistono?

Incentivi auto 2022: importanti novità nel Decreto Bollette

Dopo molte richieste cadute nel vuoto, dal Governo, con il Decreto Bollette, arrivano aiuti anche al settore automotive e alle famiglie, infatti è prevista una nuova ondata di incentivi auto 2022 che dovrebbe far ripartire il mercato e sostenere la transizione verso la mobilità sostenibile.

Incentivi auto 2022 nel Decreto Bollette

Con il Decreto Bollette è stato istituito il “Fondo unico pluriennale per l’automotive” che dovrebbe essere attivo e rifinanziato fino al 2030 con un miliardo di euro ogni anno.  Per il 2022 sono previsti 800 milioni di euro. L’obiettivo è rendere il fondo strutturale. Attualmente non si conoscono tutti i dettagli dell’operazione, in quanto è necessario attendere il decreto attuativo da emanare entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Bollette.

Dalle indiscrezioni che trapelano e dalle indicazioni date dal ministro Giorgetti, emerge che l’incentivo sarà volto all’acquisto di veicoli poco inquinanti e non solo elettrici, quindi molto probabilmente anche ibridi ed endotermiche ma a basso impatto ambientale. Come dichiarato dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, questa iniziativa serve a convincere tutti i soggetti della filiera, e quindi anche le case costruttrici, a investire in veicoli ecologicamente compatibili e quindi ad essere al fianco dello Stato nell’affrontare la sfida verso la transizione ecologica.

Quali vetture potranno godere dei vantaggi degli incentivi auto 2022?

Trapela che il bonus sarà diviso in base alle emissioni di CO2 prodotte dal veicolo. Le risorse non saranno dirette solo ai consumatori, ma divise tra produttori e consumatori. Per la scrittura del decreto attuativo sarà invece fondamentale la coordinazione tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Economia e Ministero della Transizione Ecologica.

Ricordiamo che il decreto Bollette ha previsto finanziamenti anche per la produzione in Italia di microchip, questa è necessaria per far fronte alla crisi dei microchip che sta mettendo in serie difficoltà le imprese dell’automotive e non solo, infatti in molte fabbriche la produzione è ridotta proprio a causa della mancanza di materiali per i dispositivi elettronici. Dal blocco derivano tante giornate di lavoro perse e quindi difficoltà economiche per le famiglie.

Per conoscere i dettagli della crisi dei microchip leggi l’articolo: La crisi dei microchip: difficoltà per le imprese di tutti i settori e prospettive

Per conoscere i contenuti del Decreto Bollette, leggi l’articolo: Decreto Bollette 2022: 8 miliardi per famiglie e imprese per il caro energia

Bonus idrico: dal 17 febbraio 2022 si possono inoltrare le domande. Guida

Dal 17 febbraio 2022 è possibile accedere alla piattaforma MiTE per la richiesta del rimborso del Bonus Idrico 2021. Ecco come fare.

Cos’è il Bonus idrico e chi può ottenerlo

Il Bonus Idrico è un contributo elargito in favore di coloro che hanno effettuato interventi per l’efficientamento idrico del proprio immobile. Può essere richiesto una sola volta per immobile per una spesa massima di 1.000 euro. La richiesta può essere inoltrata da soggetti maggiorenni residenti in Italia. La domanda riguarda spese sostenute nel 2021, infatti si tratta di un bonus del 2021 che però può essere richiesto solo ora a causa di ritardi del Ministero.

Possono usufruire del bonus idrico:

  • proprietari degli immobili;
  • titolari di diritti reali di godimento sull’immobile;
  • titolari di altri diritti reali sull’immobile.

Gli interventi che possono ottenere il riconoscimento del bonus idrico sono quelli che consentono di avere un risparmio di acqua, ad esempio sostituzione di rubinetteria con modelli che abbiano sistemi di riduzione del flusso idrico (portata uguale o inferiore a 6 litri al minuto), sanitari a scarico ridotto (scarico pari o inferiore a 6 litri), soffioni per la doccia (portata massima 9 litri al minuto).

Il bonus idrico viene riconosciuto per interventi eseguiti nel 2021 e non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali, ad esempio con il bonus ristrutturazioni, si tratta infatti di uno strumento alternativo rispetto a diverse agevolazioni fiscali. Possono essere computate nel calcolo dei 1.000 euro non solo le spese per l’acquisto di tali beni e per la loro posa in opera, ma anche eventuali spese edili necessarie per adeguare gli impianti.

Come presentare la domanda per ottenere il Bonus Idrico

La domanda per ottenere il bonus idrico può essere presentata dalle ore 12:00 del 17 febbraio 2022, si tratta di risorse a esaurimento quindi le domande sono accolte fino alla capienza dei fondi disponibili. Le domande devono essere presentate sul sito del Ministero per la Transizione Ecologica MiTE. La piattaforma è disponibile all’indirizzo https://www.bonusidricomite.it

Per poter presentare la domanda è necessario essere in possesso di un sistema di identificazione digitale, quindi SPID, CIE . Nella guida non viene menzionata la CNS.

Se non hai ancora un’identità digitale scopri come averla:

Carta di identità elettronica per accesso ai servizi PA senza SPID: guida

Lo Spid con Poste Italiane non è più gratuito: ecco quanto si paga

Il MiTE ha messo a disposizione anche un Numero Verde per ottenere chiarimenti e delucidazioni, il Numero Verde è: 800 090545

Il MiTE nel comunicato in cui avvisa della disponibilità della piattaforma ha anche chiarito che la compilazione della domanda con inserimento di allegati deve essere completata nell’arco di 30 minuti, nelle tre ore successive all’inserimento della domanda, sarà possibile eseguire un nuovo login e correggere i dati immessi in caso di errori. Il rimborso è escluso nel caso in cui la domanda sia incompleta.

Come compilare la domanda in 30 minuti

Ora qualche consiglio per riuscire a rispettare i 30 minuti. Cerca di avere al tuo fianco tutto ciò che serve:

  • dati del richiedente con codice fiscale. Devi indicare correttamente la “qualifica” (intestatario, comodatario, locatario, usufruttuario o titolare di altro diritto sull’immobile);
  • indirizzo e-mail valido;
  • dati catastali dell’immobile su cui vuoi usufruire del beneficio (comune, foglio, particella, sub…);
  • dati della fattura inerente i costi sostenuti;
  • devono essere inseriti i dati per l’accredito (codice IBAN), colui che chiede il beneficio deva avere anche l’intestazione del conto.

Chi chiede il beneficio deve indicare gli estremi e la data dell’atto da cui si evince il diritto. Ad esempio per il proprietario compravendita, successione…per il locatario gli estremi del contratto registrato.

La piattaforma avvisa nel caso in cui la procedura non sia completa.

Il MiTE ha anche previsto un importante flusso di persone pronte a richiedere il bonus idrico, quindi per evitare che il sistema vada in blocco, ha previsto una sala di attesa virtuale. Di conseguenza l’utente accede, se vi sono già troppi utenti si viene messi in fila.

Il consiglio, visto che comunque ci sono solo 30 minuti per completare la procedura, è di leggere attentamente la guida resa disponibile dal MiTE a questo indirizzo: https://www.mite.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/Acqua/BonusIdrico_ManualeBeneficiario.pdf e di tenerla a portata di mano mentre si esegue la procedura. In questo modo è più facile gestire le operazioni, visto che la guida è ricca di infografiche.

Per ulteriori informazioni sul bonus idrico, leggi la guida: Bonus idrico: da mercoledì 1° dicembreè attivo il numero verde

Bonus Idrico: da mercoledì 1° dicembre è attivo il numero verde

Tutelare l’ambiente in cui viviamo è essenziale e per farlo è necessario risparmiare le risorse naturali e in particolare l’acqua. Va in questa direzione il Bonus Idrico 2021 che dopo un lungo iter, finalmente sembra essere arrivato al momento clou, cioè quello della richiesta dei fondi. Le domande potranno essere presentate dal mese di gennaio 2022. Ecco tutti i dettagli.

Cos’è il Bonus Idrico

Il Bonus Idrico, anche conosciuto come bonus bagno e bonus doccia, è stato inizialmente previsto dalla legge di bilancio 2020, sono quindi passati 13 mesi per arrivare alla sua fruibilità. Consente di ottenere fino a 1.000 euro per la sostituzione di rubinetteria, colonne per la doccia, soffioni, sanitari in ceramica con sistemi di scarico e tutto ciò che è afferente a questo settore. Possono essere fatte rientrare nel bonus anche le spese effettuate per l’installazione di tali accessori. L’unica condizione per poter accedere è che i nuovi dispositivi consentano di ridurre il consumo di acqua. Non è richiesta invece la presentazione dellaa dichiarazione ISEE e quindi non vi sono limiti riguardanti il reddito.

Per la rubinetteria occorre che la portata massima sia di 6 litri al minuto, per la doccia la portata massima deve essere 9 litri al minuto, mentre per i sistemi di scarico il volume massimo di scarico deve essere di 9 litri. Attualmente la maggior parte dei rubinetti ha un’ erogazione di 11-12 litri al minuto, mentre con i nuovi modelli è possibile avere una risparmio notevole che si trasforma anche in risparmio economico sulla bolletta dell’acqua. Tutto senza però perdere in comfort, visto che la miscelazione di aria e acqua comunque permette di avere un servizio funzionale.

Numero Verde per informazioni sul Bonus Idrico attivo dal 1° dicembre 2021

Al presentarsi di tali caratteristiche è possibile inoltrare la richiesta per il Bonus Idrico. La piattaforma per poter inoltrare la richiesta, è in via di realizzazione da parte di Sogei e sarà gestita dal Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE). Attualmente la stessa ancora non è disponibile, sebbene a breve, dal primo dicembre, sarà attivo il numero verde per poter richiedere informazioni: 800 090545. Il numero verde è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle ore 15:00

Piattaforma online da gennaio 2022

La piattaforma per poter inoltrare le richieste sarà disponibile dal mese di gennaio 2022, si potrà richiedere il rimborso delle spese sostenute nell’arco del 2021, quindi c’è ancora un po’ di tempo per poter effettuare la sostituzione dei vecchi rubinetti. Possono richiedere il bonus i titolari di diritti di proprietà sull’immobile, ma anche coloro che hanno un diritto reale di godimento.

I pagamenti naturalmente dovranno essere tracciati, inoltre è molto importante la scheda tecnica dei prodotti acquistati, infatti questa è utile a dimostrare che la nuova rubinetteria montata, i sanitari, i soffioni e la colonna doccia, sono corrispondenti ai requisiti necessari per poter accedere al bonus idrico. Sarà necessario anche dichiarare che per gli stessi interventi non sono stati utilizzati altri bonus, incentivi o forme di detrazione fiscale.

Il fondo a disposizione per il bonus idrico è di 20 milioni di euro ed è a esaurimento, questo vuol dire che le domande saranno approvate in ordine cronologico fino al termine dei fondi. Per essere sicuri di rientrare è bene preparare tutta la documentazione, in modo da poter inoltrare fin dal subito la propria richiesta. In realtà non mancano voci di corridoio che indicano un possibile incremento dei fondi disponibili attraverso la legge di bilancio per il 2022. Naturalmente per poter inoltrare la richiesta sarà necessario avere un’identità digitale per potersi identificare sul sito. Basta avere un codice SPID, CIE o CNS.