Modello 730 semplificato, cambia la dichiarazione dei redditi addio al precompilato

Il modello 730 precompilato è stato una rivoluzione nel modo delle dichiarazioni dei redditi perché ha permesso a molti contribuenti di inviare la dichiarazione dei redditi senza doversi rivolgere a professionisti e quindi con un risparmio economico. A questo vantaggio si è unita la possibilità di ottenere i rimborsi fiscali in breve tempo. Ora si fa un ulteriore passo e dal modello precompilato per pensionati e lavoratori dipendenti si passa al modello 730 semplificato, ma cosa cambia?

Il modello 730 semplificato

Il decreto legislativo n°1 del 2024 recante norme per la “Razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari” prevede la possibilità per lavoratori dipendenti e pensionati di accedere a un’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate e attraverso questo compilare, in maniera semplificata la propria dichiarazione dei redditi. Le informazioni già disponibili all’Agenzia delle Entrate, ad esempio redditi percepiti, spese sostenute che danno luogo a detrazioni e deduzioni, dati inerenti i beni immobili, potranno essere direttamente confermate o modificate mediante un percorso guidato e con un linguaggio semplificato.

L’aspetto positivo è determinato dal fatto che le voci potranno essere modificate in modo autonomo e senza dover utilizzare le istruzioni per la compilazione del modello redditi semplificato.

Questa procedura di compilazione semplificata inizialmente sarà in uso solo per i contribuenti e non anche per gli intermediari.

Il modello 730 semplificato è disponibile?

Dal punto di vista pratico, affinché l’articolo 1 del decreto legislativo 1 del 2024 sia operativo è necessario un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, sentito il Garante per la protezione dei dati personali. Non è dato sapere quindi se anche per il 2024 sarà disponibile tale opzione.

L’articolo 1 citato conferma che l’esclusione dei controlli formali prevista per la presentazione del modello precompilato senza modifiche vale anche per la dichiarazione semplificata.

Il sistema adottato per la dichiarazione semplificata che si avvale anche del supporto dell’intelligenza artificiale è simile a quello previsto dal modello tedesco.

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Dichiarazioni 2024, tutti i modelli online

Sebbene manchino ancora dei mesi all’inizio della stagione dichiarativa, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le bozze di tutti i modelli per le dichiarazioni 2024. Ecco cosa cambia.

Disponibili le bozze per le dichiarazioni 2024, le novità

La prima cosa da sottolineare è che si tratta di bozze, non si tratta dei modelli definitivi che d’altronde potrebbero subire degli aggiustamenti nei prossimi mesi, cosa che è successa praticamente tutti gli anni.

Sono pubblicate sul sito dell’Agenzia delle Entrate le bozze per i modelli: modelli Cu, 730, 770, Redditi persone fisiche, enti non commerciali, società di capitali, società di persone, Consolidato, Iva e Irap 2024, con le relative istruzioni.

Le principali novità riguardano il modello 730 e modello redditi persone fisiche. Ricordiamo che già dal 2024 si amplia la platea dei soggetti che possono usare il modello 730/2024. Le principali novità riguardano le modifiche alla tassazione dei lavoratori sportivi che dal 1° luglio non percepiscono redditi qualificabili come “diversi”, ma redditi da lavoro dipendente assimilato. La seconda novità importante riguarda la flat tax incrementale prevista per il solo 2023. Infine, trova spazio la tassazione agevolata delle mance per i lavoratori dipendenti delle strutture ricettive del settore privato.

Nel modello Redditi per le imprese la prima novità importante è il recupero dell’imposta sostitutiva su utili e riserve di utile, l’imposta sul valore delle cripto-attività e gli aggiornamenti previsti dalla disciplina del Superbonus.

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La certificazione Unica 2024

Tra le bozze pubblicate vi è anche quella per la Certificazione Unica 2024. In questo caso la principale novità riguarda la tassazione delle mance l’innalzamento a 3.000 euro dei fringe benefit erogati a favore dei lavoratori dipendenti con figli a carico, l’indicazione del trattamento integrativo speciale erogato ai lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale e la rideterminazione della riduzione Irpef spettante al comparto sicurezza e difesa. Ricordiamo che la Certificazione Unica deve essere consegnata dai sostituti di imposta entro il 16 marzo e si tratta della prima importante scadenza dell’anno fiscale.

Naturalmente insieme ai modelli sono state pubblicate le istruzioni, ma anche in questo caso si tratta solo di bozze.

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Rimborso 730 senza sostituto di imposta: guida Agenzia delle entrate

Come sempre l’Agenzia delle Entrate cerca di fornire delucidazioni ai contribuenti su questi spinose e di interesse comune. Attraverso la rubrica FiscoOggi l’Agenzia ha fornito deludicazioni in merito al rimborso 730 senza sostituto di imposta. Ecco i chiarimenti.

Come ottenere il rimborso 730 senza sostituto?

Terminata la stagione dichiarativa per molti sorge l’interesse a ottenere nel più breve tempo possibile l’eventtuale rimborso delle eccedenze versate. L’Agenzia delle Entrate attraverso la rubrica Fisco Oggi ha risposto a un contribuente che ha posto tale quesito: Come mi verrà rimborsato il credito risultante dal mio 730/2023, nel quale ho barrato la casella “Mod. 730 dipendenti senza sostituto” nella parte “Dati del sostituto d’imposta che effettuerà il conguaglio”?

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che in caso di presentazione del modello di dichiarazione dei redditi, ordinario o precompilato, da cui emerge un credito in favore del contribuente senza sostituto di imposta, l’Agenzia provvede a effettuare il rimborso entro l‘anno della presentazione della dichiarazione stessa. Le modalità sono diverse a seconda delle disposizioni del contribuente.

Il modo più semplice e veloce per ottenere il rimborso è indicare nel cassetto fiscale del contribuente il codice Iban del conto intestato al contribuente sul quale è possibile accreditare le somme.

Come comunicare il codice Iban per il rimborso 730

Per chi non avesse ancora comunicato il codice Iban, ecco le istruzioni per poterlo fare.

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è necessario accedere al proprio profilo personale. Questa operazione deve essere compiuta attraverso l’identificazione con un codice Spid, Cie o Cns. Effettuata questa operazione si deve selezionare la voce Servizi per Richiedere Accredito rimborso e altre somme su c/c”. A questo punto basta inserire il proprio codice Iban e il gioco è fatto.

Per chi non riesce a compiere questa operazione l’alternativa è comunicare il codice Iban per richiedere il rimborso utilizzando il modello disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il modello una volta compilato potrà essere inoltrato solo con l’uso della PEC ( Posta Elettronica Certificata). La PEC deve essere indirizzata a qualunque ufficio dell’Agenzia, ma è preferibile inviarla all’ufficio di competenza territoriale.

Infine, il contribuente può consegnare il modello compilato presso l’ufficio dell’Agenzia.

I contribuenti che non comunicano il codice Iban per l’accredito delle somme ricevono invece il rimborso tramite titoli di credito a copertura garantita emessi da Poste Italiane S.p.A. (assegno vidimato).

Leggi anche: Non presento la dichiarazione dei redditi, quali sanzioni?

Modello 730/2023, approvato il nuovo modulo definitivo

Il modello 730/2023 è disponibile.  Il Direttore dell’Agenzia che approva la versione definitiva e i contribuenti dovranno utilizzarlo per dichiarare i redditi maturati nel 2022.

Modello 730/2023, disponibili le istruzioni

Il modello 730/2023 è online e scaricabile anche dal sito dell’Agenzia delle entrate. I contribuenti dovranno così utilizzarlo per fare la dichiarazione dei redditi per l’anno 2022. Nella nuova versione trovano spazio diverse novità tra cui la rimodulazione degli scaglioni di reddito e la ridefinizione delle detrazione per i redditi di lavoro dipendente, pensione e per i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Nel modulo previsto anche lo spazio dedicato all’assegno unico universale per i figli gli a carico e quindi nel relativo prospetto della dichiarazione dei “Familiari a carico“.

Inoltre ci sono tutti gli spazi dedicati ai tantissimi bonus che sono previsti dalla legge di bilancio degli anni scorsi e che quindi devono essere dichiarati quest’anno. Insieme alle eventuali detrazioni per i bonus dove non è previsto lo sconto in fattura, ma le detrazioni annuali, come ad esempio il bonus verde o il bonus facciate.

Chi può presentare il modello 730/2023?

Possono utilizzare il modello 730 i contribuenti che nel 2022 hanno percepito redditi che derivano da:

  • lavoro dipendente;
  • redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (per esempio contratti di lavoro a progetto);
  • dei terreni e dei fabbricati;
  • di capitale;
  • redditi di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita Iva (per esempio prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente);
  • redditi diversi (per esempio, redditi di terreni e fabbricati situati all’estero);
  • alcuni dei redditi assoggettabili a tassazione separata (per esempio, i redditi percepiti dagli eredi – a esclusione dei redditi fondiari, d’impresa e derivanti dall’esercizio di arti e professioni).

I vantaggi della presentazione

Il modello 730/2023 è quindi il modello per la dichiarazione dei redditi. E’ un modulo molto importante perché prevede diversi vantaggi. Il contribuente non deve eseguire calcoli e ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione a partire dal mese di luglio. Invece se si deve versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione o dalla pensione direttamente nella busta paga, senza troppi pensieri.

Inoltre l’Agenzia delle entrate mette a disposizione il 730 precompilato anche nella sua nuova versione del 2023. Come il vecchio modello si può accedere al sito utilizzando lo Spid, il Cie o una carta nazionale dei servizi. Inoltre il modulo va inviato entro il 30 settembre del 2023 con tutte le informazioni relative ai redditi percepiti e alle agevolazioni alle quali si ha diritto.

 

 

Modello Red: cos’è, chi deve presentarlo e i termini da rispettare

I pensionati che usufruiscono di prestazioni previdenziali e assistenziali correlate al reddito devono annualmente presentare il modello Red. Ecco i termini da rispettare per l’anno 2023.

Chi deve presentare il modello Red

Il modello Red e un modello dichiarativo di redditi, si tratta però di redditi particolari, generalmente non dichiarati in altri modelli. Deve essere presentato entro il 28 febbraio 2023 da pensionati:

  • presentano il modello 730 o il modello Persone Fisiche ma possiedono anche altri redditi che non vanno indicati in dichiarazione;
  • presentano il modello redditi 730 o Persone Fisiche e sono titolari di pensioni estere o redditi da lavoro autonomo;
  • persone che non hanno fatto la dichiarazione dei redditi.

In particolare in base alle precisazioni fornite dall’Inps, devono presentare il modello Red:

  • tutti i pensionati che nell’anno di verifica hanno avuto delle variazioni reddituali percependo redditi ulteriori rispetto a quelli da pensione;
  • persone titolari di prestazioni previdenziali e assistenziali correlate al reddito che nell’anno di verifica hanno percepito redditi che non devono essere dichiarati nei modelli generalmente predisposti, ad esempio redditi da lavoro autonomo prestato all’estero, interessi bancari, postali, da BOT o altri titoli di Stato, proventi di quote di investimento, redditi sottoposti a ritenuta d’acconto. Insomma trattasi di redditi che vengono tassati separatamente e che quindi possono non essere dichiarati, che di fatto vanno ad incidere sulla misura di prestazioni previdenziali o sul diritto a percepire queste prestazioni;
  • devono presentare il modello Red anche soggetti che non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi e che percepiscono un reddito ulteriore, ad esempio da abitazione;
  • Infine, l’Inps ha precisato che devono presentare la dichiarazione Red i titolari di tipologie di redditi che devono essere dichiarati in maniera diversa ai fini fiscali, ad esempio redditi derivanti da collaborazione coordinata e continuativa.

Leggi anche: Tassazione separata: cos’è, come si calcola e quando si applica

Come presentare il modello Red

Attualmente sono attive due campagne per il modello Red, la prima ordinaria ed è relativa a coloro che nel 2021 hanno ricevuto tali prestazioni.

La seconda campagna è definita “solleciti” ed è riservata a coloro che nel corso del 2021 non hanno provveduto alla comunicazione ordinaria relativa al 2020 e quindi hanno ricevuto un sollecito da parte dell’Inps.

La presentazione può avvenire da parte del pensionato utilizzando il sito Inps e accedendo con:

  • codice Spid;
  • Carta di identità digitale;
  • CNS.

Occorre seguire il percorso “Prestazioni e servizi” e selezionare la voce “Dichiarazione Reddituale – RED Semplificato” (per la dichiarazione RED).

In alternativa è possibile presentare il modello attraverso il Contact Center Inps utilizzando i numeri:

  • 803 164 da rete fissa e gratuito;
  • 06 164 164 da rete mobile e con tariffa del proprio operatore.

Infine è sempre possibile rivolgersi a Caf e patronati.

Modello 730, i conguagli senza sostituto d’imposta

Il Modello 730 può essere presentato anche senza sostituto d’imposta. Ecco chi può farlo e le istruzioni per operare in tal senso.

Modello 730 chi può farlo senza sostituto d’imposta

Il modello 730 prevede la possibilità di barrare la casella in cui vi è assenza del sostituto d’imposta. Questo capita quando al momento della presentazione del modello non esiste alcun rapporto di lavoro tra il contribuente ed un terzo. Quindi non essendoci un rapporto di lavoro non c’è nessun sostituto d’imposta da scegliere.

Per quel che riguarda le modalità di compilazione della dichiarazione è necessario indicare la lettera “A” nella casella “730 senza sostituto” e nel riquadro “Dati del sostituto d’imposta che effettuerà il conguaglio” va barrata la casella “Mod. 730 dipendenti senza sostituto”.

Tuttavia può succedere che un contribuente abbia un credito da modello 730 maggiore di 4 mila euro. In questo caso specifico ad effettuare il conguaglio sarà la stessa Agenzia delle entrate. Infatti sarà l’ente a controllare che tutto sia corretto e se così fosse, provvederà al rimborso. In altre parole si sostituisce al sostituto d’imposta. Anche se questa operazione puà essere un pò più lunga tutti gli altri tipi di rimborso.

Modello 730 quando aspettare l’eventuale rimborso

Nel caso il cui il contribuente vanta un credito nei confronti del fisco, interviene l’Agenzia delle entrate. L’agenzia provvede ad effettuare l’accredito del rimborso IRPEF non prima del mese di novembre. Quindi rispetto a quando si ha un contratto di lavoro, la procedura è più lunga.

Tuttavia il pagamento avviene direttamente sul numero di Iban indicato nel proprio cassetto fiscale. Invece se non si ha a disposizione un iban è possibile ricevere le somme in altri due modi:

  • per importi inferiori a mille euro, il contribuente pruò presentarsi presso qualsiasi ufficio postale, su indicazione dell’agenzia delle entrate. Qui potrà mostrare la comunicazione ricevuta e ricevere la somma direttamente in contanti;
  • per importi superiori a mille euro, il rimborso viene eseguito tramite vaglia da parte della Banca d’Italia.

Come pagare l’eventuale debito?

Se ci si trova nella situazione opposta, cioè si ha un debito di imposte nei confronti del fisco, è possibile pagare le tasse in modo semplice. Basta fornirsi di un modello F24 ed effettuare i versamenti, presso gli sportelli di poste italiane o in banca.

Quando non vi è sostituto d’imposta la prima scadenza unica per pagare le imposte è il 30 giugno. Tuttavia è previsto la possibilità di effettuare il pagamento entro il 30 luglio, o il 22 agosto, termine ultimo previsto per quest’anno. Ma in questo caso si applica una maggiorazione dello 0,40 per cento. Si propone il calendario dei versamenti per chi vuole optare per il rateizzo:

 

 

 

 

 

 

 

 

Case e bonus tutto quello che si puo’ scaricare nel modello 730

Case e bonus sono uno dei temi più caldi della dichiarazione dei redditi. Ecco tutto quello che si può scaricare nel modello 730.

Case e bonus, il caso della locazione

Nel contratto di locazione una parte (detta locatore) concede ad un’altra parte (detta conduttore) l’uso di un immobile riscuotendone il pagamento di un canone. Il contratto deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle entrate. Solo così è possibile richiedere lo scarico delle spese sostenute.

In particolare le detrazioni sono di 300 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro. Mentre sono di 150 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 euro e 30.987 euro. Se invece si ha un contratto di locazione a canone concordato le detrazioni sono differenti. Si tratta di 496 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro e di 248 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 e 30.987 euro.

Se il contuttore è un giovane inquilino, con età compresa tra 20 e 30 anni per i primi tre anni ha diritto ad una detrazione di 992 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro.

Cosa può detrarre chi compra casa?

Se un soggetto compra casa ha diritto a detrarre le spese relative al mutuo o a quelle sostenute per essere ricorso ad un mediatore. Dunque accedendo ad un mutuo presso un istituto di credito, come qualsiasi prestito, devono essere corrisposti gli interessi passivi. In questo specifico caso è possibile detrarre il 19% sugli interessi passivi pagati fino ad un massimo di quattro mila euro per l’acquisto e fino a 2.582 euro per costruzioni o ristrutturazioni della casa principale.

E’ possibile comprare casa con compravendita tra privati, oppure con l’ausilio di un terzo. Se invece si è comprato casa attraverso la professionalità di un’agenzia immobiliare si può detrarre il 19% su una spesa minima di mille euro per l’acquisto dell’abitazione principale.

Case e bonus, tutte le agevolazioni

Com’è noto è possibile detrarre la maggior parte delle agevolazioni relative alla ristrutturazione o al risparmio energetico attraverso il rimborso di 10 rate annuali. In dettaglio le detrazioni sono:

  • 90% dell’intera spesa sostenuta per gli interventi relativi al bonus facciate e agli interventi finalizzati al recupero degli esterni degli edifici esistenti;
  • 50% sulla ristrutturazione e su una spesa minima di 96 mila euro;
  • 80% sulla ristrutturazione su una spesa minima di 96 mila euro, ma che riduce anche il rischio sismico;
  • 65% sugli interventi di efficientamento energetico;
  • 50% per la sostituzione del gruppo elettronico di emergenza esistente con generatori a gas più moderni;
  • 36% su una spesa minima di cinque mila euro per la sistemazione a verde di giardini, arre, recinzioni, impianti di irrigazione, progettazione e manutenzione di aree verdi;
  • 50% per il bonus mobili per acquisti di grandi elettrodomestici di classe A+ fino a 16 mila euro e destinati ad una ristrutturazione tra il primo 2020 ed il 31 dicembre 2021;
  • 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare. Interventi finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. Si può risparmiare fino a 1.000 euro per ogni unità immobiliare.

Spese relative al condominio, anche quelle possono essere scaricate

In merito al condominio si possono detrarre il 50% per la manutenzione ordinaria e fino al 75% per la riqualificazione energetica in base la miglioramento della prestazione. Mentre il 36% per il bonus verde nelle aree condominiali e fino all’85% per gli interventi antisismici. Detrazione del 50% sui costi d’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche, a servizio di condomini o delle singole abitazioni.

Inoltre in merito al superbonus spetta una detrazione pari al 110% della spesa sostenuta. Gli interventi devono essere realizzati sotto la supervisione di un tecnico che si occupa di redigere e trasmettere le dovute asseverazioni ed è richiesta l’apposizione del visto di conformità da parte di un intermediario abilitato.

 

 

Detrazioni 730 tutto quello che si può scaricare per la famiglia

Le detrazioni 730 permetto al contribuente il rimborso delle quote spese.  Ecco tutto quello che si può scaricare per la famiglia.

Le detrazioni 730, cosa sono e a che servono

E’ il mese di giugno con esso arrivano le dichiarazione dei redditi. I lavoratori e i pensionati possono presentare la dichiarazione dei redditi attraverso l’utilizzo del modello 730. Attraverso un unico modello è possibile dichiarare i propri redditi, le detrazioni ed ottenere eventuali rimborsi, se spettanti, direttamente nella busta paga o nella rata di pensione.

Mentre se si devono versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione a partire da mese di luglio o dalla pensione dal mese di agosto o settembre. Tuttavia la compensazione permette di avere le agevolazioni dei vari bonus, le detrazioni fiscali, derivanti da particolari spese. Ma a partire dal 30 aprile, l’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei lavoratori dipendenti e dei pensionati il modello730 precompilato sul sito internet dell’Agenzia delle entrate www.agenziaentrate.gov.it.

Le detrazioni 730, ecco cosa si può scaricare per la famiglia

Durante l’anno sono molte le spese che incidono sul bilancio familiare. Spese che riguardano il nucleo familiare e che spesso possono essere scaricabili. Ad esempio si possono scaricare le spese mediche per farmaci, visite, ticket e ricoveri.

Ma sono anche scaricabile le spese che riguardano il mono dell’istruzione come le spese sostenute per le rette di asili, scuole ed università. Ma non solo sono possibili da detrarre:

  • le spese sostenute per il bonus musica, prodotto per redditi complessivi non superiori a 36 mila euro. Ma anche sostenute per figli di età compresa tra i 5 e i 18 anni per scuole di musica, conservatori o centri riconosciuti. L’importo massimo previsto per ogni figlio è di mille euro;
  • anche se spese di trasferimento della residenza per motivi di lavoro oltre 100 Km cambiando regione, sono scaricabili se il reddito non supera 30  mila euro complessivi;
  • le spese veterinarie per i propri animali sono scaricabili per un importo massimo di 550 euro;
  • gli abbobamenti per il trasporto pubblico, sono detraibili per il 19% su una spesa massima di 250 euro per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, locali, regionali e interregionali.

Altre spese da poter scaricare ed alcune precisazioni

Per i figli di età inferiore a 24 anni il limite di reddito per essere considerati a carico è di 4 mila euro. In merito all’istruzione si possono detrarre le spese sostenute per la scuola dalle’infanzia, primaria e secondaria per un importo massimo di 800 euro a figlio.

Mentre in merito all’università si può detrarre il 19% per la frequenza di corsi di laura-perfezionamento sull’intero importo per le università statali. Inoltre detrazione del 19% anche per il canone di affitto per gli studenti fuori sede, fino a un massimo di € 2.633.

Sono anche deducibili le spese assicurative. Si tratta di detrazione del 19% per le assicurazioni contro eventi calamitosi. Sono deducibili anche tutti i bonus sulla casa e sulle ristrutturazioni. Attenzione perchè per questi, qualora siano stati eseguiti in parti comuni di un condominio, occorre il modello inviato dall’amministrazione ai condomini. Infine i costi spesi per le agenzie funebri, in caso di morte all’interno del nucleo familiare.

Detrazioni su donazioni al Terzo settore: quanto sono detraibili e deducibili?

Quanto sono detraibili le donazioni e le erogazioni liberali al Terzo settore? In sede di dichiarazione dei redditi, le erogazioni al Terzo settore costituiscono una quota crescente delle detrazioni, soprattutto in applicazione di quanto previsto dal decreto “Cura Italia” approvato in piena emergenza Covid. Pertanto, nelle dichiarazioni dei redditi successive si potrà avere consistenza delle donazioni effettuate verso gli enti del Terzo settore soprattutto nel periodo della pandemia di Covid-19. Tuttavia, le tipologie di donazioni sono varie e variano a seconda dell’ente ricevente, senza dimenticare il bonus art e le erogazioni a vantaggio delle popolazioni colpite da eventi dannosi.

Qual è la percentuale di detrazione fiscale spettante per le donazioni al Terzo settore?

In linea di massima, le erogazioni liberali a favore del Terzo settore danno diritto alle persone fisiche che le hanno effettuate a una detrazione fiscale dell’imposta sul reddito corrispondente al 30% dell’importo della donazione stessa. Il contribuente può aver provveduto a effettuare l’erogazione liberale sia in denaro che in natura. Il limite della detrazione fiscale è fissato in 30 mila euro, secondo quanto prevede il decreto “Cura Italia” all’articolo 66.

Detrazioni della dichiarazione dei redditi 2021 in virtù del decreto ‘Cura Italia’

Tuttavia, questa disciplina non trova applicazione nella dichiarazione dei redditi del 2022 (per i redditi prodotti nel 2021). Infatti, la percentuale di detrazione fiscale e i relativi limiti sono stati applicati alla dichiarazione dei redditi del 2021 per l’anno di imposta 2020. Per la dichiarazione dei redditi del 2022, pertanto, le persone fisiche beneficeranno delle detrazioni fiscali, delle deduzioni o dei crediti di imposta a seconda di chi beneficia delle erogazioni liberali e degli obiettivi perseguiti.

Detrazioni fiscali delle erogazioni liberali al terzo settore: cosa c’è da sapere per il modello 730?

Prendendo dunque a riferimento le varie donazioni effettuate nei riguardi di determinati enti, si può fare riferimento alle norme introdotte per la riforma del Terzo settore. L’articolo 83 del Codice del Terzo settore (Cts) permette a tutte le persone fisiche che abbiano provveduto a donazioni a vantaggio degli enti del Terzo settore di beneficiare della detrazione fiscale ai fini Irpef per una aliquota del 30% dell’importo della donazione stessa. Il limite massimo della detrazione spettante è fissato in 30 mila euro. La percentuale aumenta se riferita alle donazioni verso le Organizzazioni di volontariato (Odv) al 35%.

Deduzioni sulle donazioni fatte agli enti del Terzo settore del 10%

I contribuenti hanno, peraltro, la possibilità di scegliere tra la detrazione del 30 o del 35% e la deduzione. In quest’ultimo caso, si può effettuare la deduzione delle erogazioni liberate rispettando il tetto del 10% del reddito dichiarato. Sulle eventuali eccedenze è possibile effettuare la deduzione nei quattro periodi di imposta susseguenti. In ogni caso, nelle istruzioni del modello 730 viene indicato che queste agevolazioni possono essere utilizzate dai contribuenti per le dichiarazioni dei redditi del 2022 sulle somme donate a favore di:

  • Onlus;
  • associazioni di promozione sociale (Aps);
  • organizzazioni di volontariato (Odv);
  • associazioni di promozione sociale (Aps).

Come indicare nel modello 730 di dichiarazione dei redditi le somme concesse in donazione al Terzo settore?

L’indicazione delle somme date in donazione agli enti del Terzo settore nel modello 730 di dichiarazione dei redditi comporta l’iscrizione:

  • del codice 71 in corrispondenza dei righi E 8 ed E 10. Questo passaggio vale per le somme erogate a vantaggio delle associazioni di promozione sociale (Aps) e delle Onlus. La detrazione fiscale limite è pari a 30 mila euro;
  • il codice 76 in corrispondenza dei righi E 8, E 9 ed E 10. Questo passaggio riguarda le donazioni effettuate nei confronti delle organizzazioni di volontariato (Odv) con detrazione spettante del 35%.

Donazioni agli enti del Terzo settore, quando serve il pagamento tracciabile?

Ulteriore requisito per la detrazione fiscale delle liberalità effettuate verso le organizzazioni di volontariato (Odv), le Onlus e le associazioni per la promozione sociale è quello del versamento delle somme mediante mezzi tracciabili. Ad esempio, il versamento deve essere stato fatto attraverso la banca, la posta o con carta di credito.

Ulteriori formule di donazioni agli enti del Terzo settore: quali sono?

Oltre alle agevolazioni fiscale che abbiamo visto in precedenza, sono presenti anche altre formule di erogazioni. La prima è quella prevista dal comma 1.1 dell’articolo 15, del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir) che prevede la detrazione fiscale con aliquota del 26% sull’importo delle erogazioni in denaro a favore di iniziative;

  • religiose e laiche;
  • umanitarie;
  • di fondazioni, associazioni, enti e comitati.

Il limite per le persone fisiche delle donazioni è fissato in 30 mila euro; per i soggetti Ires vige lo stesso tetto oppure il 2% del reddito dichiarato. Lo prevede la lettera h, del comma 2, dell’articolo 100 del Tuir.

Donazioni a enti di ricerca scientifica e di beni culturali: quali sono?

Ulteriori donazioni possono essere fatte a favore degli enti di ricerca scientifica e di beni culturali. È infatti previsto che le persone fisiche possano elargire somme di denaro o in natura in donazione con la deduzione fiscale sul reddito complessivo dichiarato nel limite del 10%. La stessa agevolazione spetta ai soggetti Ires. Il tetto massimo di deduzione fiscale, in entrambi i casi, è pari a 70 mila euro. Questa agevolazione, che deriva dall’articolo 14 del decreto legge numero 35 del 2005, non è più valida dal 2018 per le donazioni a vantaggio delle associazione di promozione sociale e le Onlus. La stessa verrà disapplicata anche per le altre tipologie di enti beneficiari con l’entrata in vigore dei regimi fiscali relativi agli enti del Terzo settore (Ets). Si attende l’ok della Commissione europea.

Enti di cultura e di arte, detrazione fiscale alternativa del 19%

Le donazioni alternative per gli enti attivi nell’arte e nella cultura riguardano le detrazioni fiscali del 19% sull’importo delle erogazioni liberali. Gli enti che beneficiano delle donazioni sono obbligati a usare le somme donate nei termini fissati dalla lettera h) ed h bis) del comma 1, dell’articolo 15, del Tuir.

Bonus art ed erogazioni per calamità naturali, che cos’è e quale detrazione è prevista?

Un ulteriore beneficio fiscale sulle donazioni effettuate si può ottenere dal bonus art. Si tratta di una detrazione del 65% delle somme donate, con il tetto del 15% rispetto al reddito imponibile. Le donazioni devono prevedere somme per:

  • la manutenzione, il restauro, la protezione di beni culturali;
  • il sostegno a istituti di cultura pubblici;
  • orchestre ed enti concertistici;
  • festival, teatri e centri di produzione teatrale;
  • centri di danza e circuiti di distribuzione.

Inoltre, si possono detrarre le erogazioni effettuate per le popolazioni danneggiate dalle calamità straordinarie o da aventi dannosi. Per la detrazione fiscale è necessario utilizzare i righi E 8, E 9 ed E 10 del modello 730 di dichiarazione dei redditi. Il codice da usare è il 20.

Trattamento integrativo sul reddito (Tir) e bonus Irpef: cosa sono?

In virtù dell’abrogazione della normativa relativa al bonus Irpef, dal 1° luglio del 2020 il taglio delle imposte sul lavoro viene perseguito mediante il Trattamento integrativo del reddito (Tir) e la detrazione per i redditi tra i 28 mila euro e i 40 mila euro. Il datore di lavoro, in qualità di sostituto di imposta, provvede a riconoscere automaticamente tutte e due le misure di riduzione della tassazione a favore dei lavoratori dipendenti. Lo stesso riconoscimento avviene anche per alcuni redditi assimilati a quello del lavoratore alle dipendenze sulla base dei giorni effettivi prestati all’attività lavorativa.

Trattamento integrativo del reddito (Tir): a quanto ammonta?

La riduzione del carico fiscale mediante il Trattamento integrativo del reddito è pari a 100 euro mensili. Per la dichiarazione dei redditi del 2022, riferita ai redditi del 2021, il datore di lavoro procede con la verifica della capienza del reddito da lavoro per ciascun dipendente. Il che vuol dire che il reddito da lavoro pagato nello scorso anno – e la corrispondente imposta lorda calcolata su tale reddito – deve risultare di importo maggiore rispetto alle detrazioni spettanti.

Qual è il limite di reddito per ricevere il Trattamento integrativo del reddito (Tir)?

Inoltre, il datore di lavoro, oltre alla verifica descritta in precedenza, deve controllare l’ammontare del reddito totale di ciascun lavoratore. Ovvero, che anche gli altri redditi eventualmente ottenuti dal lavoratore, siano compresi nel calcolo. Pertanto, l’imposta lorda, considerando il reddito da lavoro e gli altri redditi, deve risultare di importo eccedente rispetto alle detrazioni spettanti. La verifica è utile perché il Trattamento integrativo del reddito, pari a 100 euro mensili, spetta solo se il lavoratore percepisca dei redditi da lavoro e degli altri redditi assimilati non eccedenti il tetto dei 28 mila euro. Al superamento di questo limite, infatti, il Trattamento integrativo del reddito non spetta più.

Ulteriori detrazioni per redditi da 28 mila euro a 40 mila euro

L’ulteriore detrazione spettante per soglie di reddito al di sopra dei 28 mila euro tende a decrescere all’incremento del reddito totale del contribuente. Tali detrazioni si azzerano in corrispondenza di redditi pari a 40 mila euro. Il datore di lavoro, anche in questo caso, applica la detrazione ulteriore in automatico sulla base delle informazioni in suo possesso.

Come considerare il reddito complessivo ai fini di Tir e detrazione per i redditi tra i 28 mila euro e i 40 mila euro?

Ai fini delle misure del Trattamento integrativo del reddito e delle detrazione per i redditi tra i 28 mila euro e i 40 mila euro è necessario considerare il reddito:

  • per intero, in particolare per i redditi agevolati dei ricercatori,  degli insegnanti e degli impatriati;
  • al netto del reddito dell’unità abitativa (come abitazione principale) e delle pertinenze inerenti;
  • integrando i redditi sui quali si calcola la cedolare secca per immobili dati in affitto.

Cosa devono fare i datori di lavoro per calcolare le due misure?

I datori di lavoro, pertanto, devono calcolare le due misure spettanti ai lavoratori dipendenti sulla base delle informazioni in loro possesso. In particolare, già nel corso del 2021 i datori di lavoro hanno riconosciuto sia il Trattamento integrativo dei redditi che le detrazioni tra i 28 mila e i 40 mila euro senza aver dovuto attendere che il dipendente ne facesse esplicita richiesta. La relativa verifica dell’effettivo godimento delle due misure è rinviata al conguaglio della fine dell’anno.

Si può richiedere di rinviare la spettanza delle detrazioni e del Tir?

Spesso, proprio per evitare di dover restituire delle somme non dovute in sede di conguaglio alla fine dell’anno o alla dichiarazione dei redditi, i contribuenti possono richiedere al proprio datore di lavoro di non applicare le due misure di detrazione fiscale. Il rinvio della spettanza delle detrazioni avviene al momento in cui si fa la verifica del diritto all’erogazione e, dunque, attendendo le tempistiche dell’assistenza fiscale.

Tir e detrazioni per redditi oltre i 28 mila euro nella dichiarazione dei redditi del 2022

Proprio in sede di dichiarazione dei redditi del 2022, l’assistenza fiscale ricalcola i totali delle agevolazioni fiscali che spettano al contribuente. La verifica, dunque, si fa sul Trattamento integrativo del reddito e sull’ulteriore detrazione fiscale spettanti. L’accertamento del diritto a beneficiare delle due misure si avvale dei redditi dichiarati e inseriti nel prospetto di liquidazione 730/3. Possono presentarsi due casistiche:

  • se il datore di lavoro (sostituto di imposta) non ha erogato, anche parzialmente, le agevolazioni spettanti al lavoratore, chi effettua l’assistenza fiscale ne riconosce il beneficio nel modello 730;
  • nel caso in cui, dai calcoli del 730, le agevolazioni non spettano al contribuente, anche parzialmente, gli importi che sono stati in precedenza riconosciuti dal datore di lavoro (sostituto di imposta) vengono recuperati nel modello 730.

Detrazioni fiscali e Tir: spettano se il contribuente non ha un sostituto di imposta?

Entrambe le misure (Trattamento integrativo dei redditi e detrazioni oltre i 28 mila euro) spettano al contribuente anche se non ha un sostituto di imposta. Inoltre, le stesse misure spettano al contribuente anche nel caso in cui egli stesso presenti il modello 730 precompilato personalmente.