Errore nella dichiarazione, c’è tempo fino al 31 ottobre per sanarli

La legge di bilancio 2023 all’articolo 1, commi da 166 a 173, ha previsto la possibilità di regolarizzare entro il 31 ottobre 2023 gli errori formali presenti nelle dichiarazioni commessi fino al 31 ottobre 2022. Per chi aderisce salta l’irrogazione delle relative sanzioni amministrative, da parte dell’Agenzia delle entrate. Vediamo come funziona la regolarizzazione dell’errore nella dichiarazione fiscale.

Cosa fare per sanare un errore nella dichiarazione fiscale?

Come risaputo la legge di bilancio 2023 ha previsto una serie di misure di pace fiscale, tra queste le più conosciute sono la rottamazione quater e lo stralcio delle cartelle di importo fino a 1.000 euro, ma non sono le uniche due, vi è infatti anche la possibilità di regolarizzare gli errori formali contenuti nelle dichiarazioni senza l’applicazione delle sanzioni amministrative, ma versando 200 euro per ciascun periodo d’imposta a cui si riferiscono.

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Deve essere precisato che la procedura non può essere utilizzata per regolarizzare qualunque errore, ma solo nel caso in cui gli stessi:

  • non siano rilevanti sulla determinazione della base imponibile;
  • non incidano sulla liquidazione e sul pagamento di Iva, Irap, imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive, ritenute alla fonte e crediti d’imposta.

L’adempimento va eseguito utilizzando il modello F24, nel quale deve essere riportato il codice tributo “TF44”, istituito con la risoluzione n. 6/2023.

Per perfezionare la procedura, bisogna anche rimuovere irregolarità, infrazioni od omissioni entro il termine fissato per il versamento della seconda rata, cioè entro il 31 marzo 2024.

Quali errori formali possono essere sanati?

A definire gli errori che possono essere sanati sono gli esperti dell’Agenzia delle Entrate che hanno individuato una casistica, ad esempio:

  • dichiarazioni annuali redatte e presentate non in conformità ai modelli approvati ovvero con errata indicazione o incompletezza dei dati relativi al contribuente;
  • l’omessa o irregolare presentazione delle liquidazioni periodiche Iva (non sanabile se la violazione ha inciso sulla determinazione del quantum del tributo);
  • l’omessa, irregolare o incompleta presentazione degli elenchi Intrastat;
  • irregolare tenuta delle scritture contabili;
  • la mancata restituzione dei questionari inviati dagli uffici fiscali o dalla Guardia di finanza ovvero loro restituzione con risposte incomplete o non veritiere;
  • irregolare applicazione dell’inversione contabile;
  • omessa comunicazione della proroga o della risoluzione del contratto di locazione soggetto a cedolare secca;
  • mancata iscrizione al Vies
  • irregolarità compiute dagli operatori finanziari;
  • tardiva trasmissione delle dichiarazioni da parte degli intermediari;
  • omissione, incompletezza o inesattezza della dichiarazione d’inizio o variazione dell’attività ovvero della dichiarazione per l’identificazione ai fini Iva
  • violazione del principio di competenza fiscale.

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Rottamazione quater, non ho ricevuto i bollettini per il pagamento, dove li trovo?

Tregua fiscale, arriva la non punibilità per i reati tributari

Con il decreto 34 del 2023 arriva la non punibilità per molti reati per i quali è prevista la tregua fiscale attraverso la definizione agevolata. Anche in caso di dilazioni molto lunga i contribuenti potranno beneficiare della depenalizzazione. Ecco i reati coinvolti.

Reati tributari per i quali non c’è la punibilità penale

Con il decreto 34 del 2023 è prevista una nuova causa di non punibilità per alcuni reati tributari. In particolare si tratta di:

  • articolo 10 bis del decreto legislativo 74 del 2000, cioè omesso versamento di ritenute;
  • articolo 10 ter del decreto legislativo 74 del 2000, quindi omesso versamento Iva;
  • articolo 10 quater comma del decreto legislativo 74 del 2000 indebita compensazione con utilizzo di crediti non spettanti.

Non si tratta di una depenalizzazione generalizzata, cioè non sarà valevole in tutti i casi in cui siano commessi questi reati e per sempre ma solo, come precisa il decreto “quando le relative violazioni sono correttamente definite e le somme dovute sono versate integralmente dal contribuente secondo le modalità e nei termini previsti dall’art. 1, commi da 153 a 158 e da 166 a 252, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, purché le relative procedure siano definite prima della pronuncia della sentenza di appello”.

Si tratta dei casi in cui il contribuente abbia richieda la definizione agevolata per “Le somme dovute dal contribuente a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni relative ai periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2021” con istanza da produrre entro il 30 settembre 2023.

L’adesione alla pace fiscale, con il pagamento degli importi dovuti anche con dilazione, viene quindi parificata all’estinzione del debito tributario prima del dibattimento. Ipotesi già prevista dallo stesso decreto legislativo 74 del 2000 articolo 13.

Questo scudo penale ha l’obiettivo di incentivare i contribuenti ad aderire alle misure di pace fiscale e quindi anche a snellire i processi tributari attraverso questo che può essere considerato un vero e proprio strumento deflattivo di liti tributarie.

Attenzione alla non punibilità in caso di pagamento rateale

Precisa l’Agenzia delle entrate che sebbene l’articolo 13 del decreto legislativo 74 del 2000 preveda la non punibilità solo nel caso in cui il pagamento anche rateale, con conseguente estinzione, sia avvenuto prima dell’apertura del dibattimento, in materia è intervenuta la Corte di Cassazione pronuncia n. 28031 del 28 giugno 2023 che dà rilevanza all’avvenuto pagamento rateale sebbene completato dopo l’apertura del dibattimento, nel caso in cui il fatto appaia caratterizzato da una particolare tenuità e nel caso in cui il comportamento appaia non abituale.

Nel caso in cui non ricorrano queste circostanze, cioè particolare tenuità del fatto e comportamento non abituale, il contribuente per poter ottenere l’applicazione della causa di non punibilità deve prima versare integralmente le somme.

Questo perché la Corte di Cassazione ha sempre ritenuto che la richiesta “gli effetti della causa di non punibilità si producono soltanto al momento dell’integrale pagamento del debito e degli accessori, non essendo dunque sufficiente la sottoscrizione di un accordo con l’Ufficio (…) o comunque una istanza volta a dichiarare la propria volontà ad aderire ad una specifica definizione agevolata cui consegua un pagamento dilazionato, posto, peraltro, che l’interessato, una volta ammesso alla rateazione, ben potrebbe restare inadempiente”.

Precisa quindi l’Agenzia delle Entrate che per ottenere la non punibilità il contribuente deve:

  • proporre domanda di definizione agevolata entro il 30 settembre 2023;
  • eseguire il pagamento integrale delle somme dovute prima dell’apertura del dibattimento di primo grado;
  • invocare l’applicazione della circostanza attenuante.

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Tregua fiscale, nel decreto bollette prorogate le scadenze per conciliarsi con il Fisco

Con il decreto Bollette cambiano i termini temporali per la tregua fiscale. Ecco i nuovi termini per aderire e pagare la prima rata.

Tregua fiscale arrivano i nuovi termini

La tregua fiscale era uno dei provvedimenti più attesi e con la legge di bilancio 2023 è prevista una disciplina complessa, con diversi istituti che consentono di risolvere i problemi con il fisco in maniera agevolata. Le principali scadenze cadevano nel giorno 31 marzo 2023, ora molte di queste sono posticipate e con esse anche il termine previsto per il pagamento della prima rata o rata unica. Ecco cosa cambia ora.

Per le Violazioni formali inerenti imposta sui redditi, Iva e Irap scadenza prima rata al 31 ottobre 2023 e successiva il 31 marzo 2024.

Nuovi termini per il ravvedimento speciale

Per il Ravvedimento speciale per violazione inerenti dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e ai periodi di imposta precedenti, la scadenza della prima rata cambia dal 31 marzo 2023 al 30 settembre 2023. Le successive rate avranno scadenze al 31 ottobre 2023, 30 novembre 2023, 20 dicembre 2023, 31 marzo 2024, 30 giugno 2024, 30 settembre 2024 e 20 dicembre 2024.

In merito alle violazioni sanabili, il decreto approvato il 28 marzo 2023 prevede che non debbano essere fatte rientrare nella regolarizzazione le violazioni rilevabili con i controlli automatici e le violazioni di natura formale che possono essere definite con procedure diverse rispetto al ravvedimento speciale. Sono inoltre escluse dalla regolarizzazione con il ravvedimento speciale le violazioni degli obblighi sul monitoraggio fiscale, mentre sono ricomprese le violazioni relative ai redditi di fonte estera, all’IVAFE e all’IVIE che non siano rilevabili con i controlli automatici.

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Liti tributarie: nuovi termini per la definizione agevolata

Cambiano anche i termini previsti per la rinuncia alle liti tributarie e la conciliazione.

Per la definizione delle liti tributarie pendenti il termine per proporre la domanda viene posticipato dal 30 giugno 2023 al 30 settembre 2023.

L’eventuale mancata accettazione dell’istanza per la definizione agevolata deve essere comunicata dall’Agenzia delle Entrate entro il 30 settembre 2024, il termine inizialmente previsto era il 31 luglio 2024.

Per quanto riguarda la rinuncia agevolata alle liti pendenti in Corte di Cassazione, l’iniziale termine del 30 giugno 2023 slitta al 30 settembre 2023.

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Rottamazione quater: cosa succede a multe stradali e bollo auto?

La legge di bilancio 2023 prevede diversi provvedimenti di pace fiscale, tra questi due sono i principali: la rottamazione quater e lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, molti si stanno però chiedendo se questi provvedimenti riguardano anche le multe stradali e il bollo auto.

Stralcio e rottamazione quater

Per capire quali cartelle esattoriali rientrano nei benefici dello stralcio e della rottamazione quater è necessario fare una premessa. Le misure di pace fiscale previste nella legge di bilancio 2023 si applicano in modo automatico alle cartelle esattoriali provenienti dalle agenzie fiscali e degli enti pubblici previdenziali. Per gli atti provenienti da altri soggetti è, invece, necessario che questi comunichino entro il termine del 30 aprile (prorogato con il decreto Milleproroghe) la volontà di aderire allo stralcio e alla rottamazione quater.

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Bollo auto non pagato: rientra nella rottamazione quater e nello stralcio delle cartelle?

Per quanto riguarda i bolli auto dobbiamo ricordare che si tratta di un tributo regionale, ma riscosso dallo Stato, proprio tale figura ambivalente sta portando difficoltà interpretative, infatti se il bollo auto si considera un tributo erariale si applicano le norme previste per le cartelle esattoriali emesse dalle agenzie fiscali e di conseguenza:

  • le cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 di importo fino a 1.000 euro sono soggette allo stralcio automatico;
  • per le cartelle esattoriali superiori a 1.000 euro affidate all’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 e per quelle di qualunque importo fino al 30 giugno 2022, si applica la definizione agevolata della rottamazione quater che consente di liberarsi del debito fiscale versando, anche a rate, gli importi del capitale, spese di notifica e riscossione. Escluse quindi le sanzioni e gli interessi di mora.

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Nonostante vi siano perplessità da parte dei giuristi, la Corte Costituzionale ha più volte sottolineato che il tributo ha natura erariale e di conseguenza dovrebbero essere senza dubbio applicate le norme previste per la tregua fiscale.

Multe stradali: attenzione non tutte rientrano nella pace fiscale

Abbiamo visto che la tesi prevalente è che il bollo auto, sebbene sia diretto alle Regioni, debba essere considerato un tributo erariale. Diversa è invece la natura delle multe stradali. In questo caso, come stabilito nella legge di bilancio 2023, al fine di non mettere i Comuni in difficoltà economiche, è previsto che siano proprio questi a dover deliberare se aderire o meno ai provvedimenti di tregua fiscale e di conseguenza se debbano essere applicate le norme sullo stralcio e sulla rottamazione quater oppure, se si debba provvedere al pagamento.

In particolare Comuni, Province e Regioni entro il 30 aprile 2023 ( termine prorogato con il decreto Milleproroghe) dovranno deliberare e quindi comunicare all’Agenzia Entrate e Riscossione se hanno intenzione di aderire alle misure di pace fiscale. Per lo stralcio (cartelle di importo inferiore a 1.000 euro) è previsto che nel caso in cui l’ente non aderisca, ci sia comunque lo stralcio delle somme aggiuntive rispetto al capitale (interessi, sanzioni e aggio). Nel caso in cui l’infrazione sia stata accertata da Carabinieri, Polizia o altri agenti statali, scatta lo stralcio automatico anche della sanzione. Di conseguenza, lo stralcio non si applica nel caso in cui le multe siano state emesse dalla Polizia Locale.

Per la rottamazione quater invece vi è la stessa applicazione prevista per le cartelle provenienti da agenzie fiscali ed enti previdenziali, in questo caso l’ente (Comune, Regione, Provincia) potrà riscuotere la somma capitale, spese di notifica e riscossione.

Non ho pagato le rate della rottamazione ter, cosa succede?

Nella nota diramata il 10 febbraio 2023 l’Agenzia delle Entrate e Riscossione ha chiarito alcuni punti sulla nuova pace fiscale disciplinata con la legge di bilancio 2023, legge 197 del 2022. In particolare ha sottolineato che le nuove misure si applicano anche a coloro che sono decaduti da altri provvedimenti di pace fiscale, come la rottamazione ter e il saldo e stralcio. Vediamo i dettagli della Nota.

Definizione agevolata anche per i decaduti dalla Rottamazione Ter

La disciplina della Rottamazione Ter prevedeva che coloro che avevano chiesto la rateizzazione degli importi da versare al Fisco, nel caso in cui non rispettassero le varie scadenze predisposte, decadevano dal beneficio. La decadenza dal beneficio aveva come conseguenza il ripristino della situazione debitoria antecedente rispetto all’adesione alla rottamazione Ter. Nel frattempo è intervenuta al pandemia e di conseguenza i vari pagamenti hanno subito la sospensione, ripresi con nuove date e scadenze.

I contribuenti hanno quindi avuto difficoltà economiche da un lato, visto che la pandemia ha bloccato molti lavoratori, e allo stesso tempo anche difficoltà a stare dietro alle varie scadenze. Molti contribuenti sono quindi decaduti non avendo pagato tutte le rate, anche per loro arriva quindi una maxi sanatoria. Ovviamente sono molti i contribuenti un po’ titubanti di fronte a questa possibilità, proprio per questo l’Agenzia Entrate e Riscossione ha più volte precisato i termini della nuova pace fiscale.

Nella Nota si legge: “La Legge di Bilancio per il 2023 (Legge n. 197/2022) consente anche a coloro che hanno aderito alla Rottamazione-ter, a prescindere se in regola con i pagamenti, di presentare domanda per accedere alla nuova Definizione agevolata (Rottamazione-quater) che prevede, oltre alla cancellazione delle sanzioni e degli interessi di mora, anche la cancellazione degli interessi iscritti a ruolo e dell’aggio”.

Come faccio ad ottenere accesso alla nuova Definizione Agevolata-Rottamazione Quater?

Dal 20 gennaio 2023 è attiva la procedura per poter richiedere l’accesso alla nuova definizione agevolata. La stessa procedura può essere utilizzata anche da coloro che vogliono portare in Rottamazione Quater gli importi che erano stati già oggetto della Rottamazione Ter. Nel proporre la nuova istanza non devono essere indicati i motivi per i quali si è decaduti dal precedente provvedimento di agevolazione, infatti questo è indifferente per il Fisco.

La domanda deve essere presentata attraverso il sito dell’Agenzia Entrate Riscossione entrando utilizzando le proprie credenziali Spid, Cie o Cns. Effettuato l’accesso deve essere compilato il form nel quale indicare le cartelle per le quali si chiede l’accesso alla definizione agevolata. Occorre prestare attenzione ad indicare l’esatto codice. Nel form deve essere indicato anche il numero di rate in cui si vuole dilazionare il pagamento o se si preferisce il pagamento in unica rata.

La domanda può essere presentata anche senza accesso al sito, ma in questo caso è necessario allegare un documento di riconoscimento e indicare l’indirizzo di posta elettronica presso il quale si vogliono ricevere comunicazioni.

Le domande devono essere presentate entro il 30 aprile 2023. Successivamente a tale data, entro il 30 giugno 2023, l’Agenzia provvederà a comunicare l’esito della domanda, le somme dovute e i bollettini per effettuare il pagamento.

Ricordiamo che l’adesione alla Rottamazione Quater permette di regolare la propria posizione con il Fisco versando le somme dovute a titolo di capitale, spese per le procedure esecutive e per le notifiche. Sono invece eliminate sanzioni, aggio e interessi di mora.

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Rottamazione quater: tutti i vantaggi connessi alla presentazione della domanda

Cartelle esattoriali 2023, come richiedere la rottamazione

Rottamazione quater: tutti i vantaggi connessi alla presentazione della domanda

Entro il 30 aprile 2023 i contribuenti che hanno dei carichi fiscali pendenti e che non rientrano nello stralcio delle cartelle esattoriali, possono presentare una domanda per accedere alla rottamazione quater che permette di definire la propria posizione con il fisco con varie agevolazioni. Ci chiediamo ora quali sono gli effetti della presentazione della domanda per la rottamazione quater?

Rottamazione quater: quali vantaggi per chi propone istanza?

La rottamazione quater è stata disciplinata dalla legge di bilancio 2023 (legge 197 del 2022), la stessa prevede tutta una serie di vantaggi connessi alla richiesta di accesso all’agevolazione che si estendono ad eventuali pignoramenti presso terzi. La legge 197, oltre a prevedere lo stralcio delle cartelle fino a 1000 euro affidate all’agente di riscossione tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 ( in questo caso cancellazione automatica) consente anche di pagare in modo “facilitato” con varie modalità le altre cartelle esattoriali emesse nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. La presentazione dell’istanza e l’inizio del piano di pagamento portano ulteriori vantaggi. In particolare:

  • il divieto di avviare procedure esecutive in relazione alle cartelle esattoriali per le quali il contribuente ha presentato istanza per la rottamazione quater;
  • il divieto di iscrizione di nuovi fermi amministrativi e ipoteche;
  • possibilità di ottenere il rilascio del Durc ( Documento Unico Regolarità Contributiva) essenziale per poter partecipare ad appalti pubblici e in molti casi anche per ottenere ulteriori agevolazioni come l’accesso a bonus e aiuti per le imprese.

Estinzione delle procedure esecutive e rientro per rottamazione ter e saldo e stralcio

Il pagamento della prima o unica rata della “nuova cartella esattoriale” comporta ulteriori vantaggi, infatti permette di ottenere l’estinzione delle procedure esecutive già avviate.

Deve inoltre essere ricordato che proporre l’istanza per la rottamazione quater consente anche di sanare la propria posizione nel caso in cui si sia decaduti da un precedente piano di rientro dai debiti fiscali, come il saldo e stralcio e la rottamazione ter.

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Definizione agevolata anche per la dichiarazione Lipe. Precisazioni

Ravvedimento speciale per la regolarizzazione degli errori sostanziali nelle dichiarazioni fiscali

Comuni e stralcio delle cartelle esattoriali a rischio. Cosa succede?

Brutte notizie per le persone che hanno ricevuto cartelle esattoriali per multe e sanzioni di competenza dei  Comuni, questi infatti non sono propensi a far applicare  lo stralcio per le cartelle esattoriali fino a 1000 euro previsto nella legge di bilancio 2022. E deve essere sottolineato che l’ultima parola spetta a loro.

La pace fiscale non piace ai Comuni: potrebbe saltare saldo e stralcio per importi fino a 1000 euro

La legge di bilancio 2023, all’articolo 46 ( prima formulazione 45), prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali affidate agli agenti di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 e che abbiano importo inferiore a 1.000 euro. Lo stesso sarà automatico dal 1° gennaio 2023 o altra data nel caso in cui non si riuscirà nell’impresa dell’approvazioe della legge di bilancio entro il 31 dicembre 2022. I Comuni hanno però lamentato che applicando questa misura le loro entrate potrebbero drasticamente diminuire, ciò anche considerando che nella maggior parte dei casi gli importi dovuti ai Comuni sono di entità inferiore ai 1.000 euro e potrebbero quindi cadere entrate da Imu e multe per violazioni al codice della strada.

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A lanciare l’allarme è l’Anci ( Associazione nazionale comuni italiani) che ha reso nota la decisione dei Comuni di non adottare la misura, cioè lo stralcio delle cartelle per importi inferiori a 1.000 euro. I Comuni potrebbero cambiare idea solo a fronte della destinazione di ulteriori risorse da parte dello Stato. Attualmente una tale soluzione sembra improbabile visto che le risorse disponibili non sono molte.

Saldo e stralcio cartelle esattoriali: i Comuni potrebbero avere attività bloccate da passivo elevato

Il problema è anche di tipo pratico, a parte il fatto che si tratta di enti di prossimità che devono far fronte a bisogni eterogenei dei cittadini e affrontare molte situazioni di difficoltà, deve essere anche considerato che le entrate da riscuotere sono iscritte tra i residui attivi anche quando non sono riscosse, con lo stralcio automatico delle cartelle esattoriali di importo inferiore a 1.000 euro, dovrebbero invece essere cancellate e di conseguenza potrebbero crearsi veri e propri buchi nelle casse dei Comuni con una crescita del passivo che precluderebbero molte possibilità, tra cui il turn over.

Dall’Anci arriva la proposta di stanziare 80 milioni di euro per ottenere  la pace fiscale da parte dei Comuni, questi andrebbero a coprire solo una parte delle perdite perché le stesse sono state stimate in 300 milioni di euro.

Dall’Anci arriva anche un altro allarme, siccome saranno i Comuni in autonomia a stabilire se approvare o meno lo stralcio, potrebbe capitare che i Comuni più vicini al voto potrebbero provare comunque ad aderire, mentre gli altri no. Si creerebbero quindi situazioni diverse nelle varie zone d’Italia.

Manovra finanziaria: tutte le misure in breve, sigarette, carburanti, benzina, pace fiscale

La manovra finanziaria appena varata e inviata alla Commissione Europea porta numerose novità, alcune sono state trattate sinteticamente, altre invece ancora no. Ecco una breve sintesi su tutte le novità della manovra finanziaria.

La sintesi di tutte le misure della manovra finanziaria

  • – Taglio delle accise sui carburanti: non sarà più di 30,5 centesimi, ma scende a 18,3 centesimi, dal 1° dicembre il carburante aumenta di 12,2 centesimi;
  •  aumento del prezzo delle sigarette, in media un pacchetto da 20 sigarette costerà circa 20 centesimi in più;
  • criptovalute, diminuzione della tassazione;
  • pensioni, arriva Quota 103 e sono modificati i criteri per accedere a Opzione donna;
  • riduzione Iva su assorbenti al 5%;
  • riduzione Iva prodotti per l’infanzia al 5% (pannolini, seggioloni auto, biberon, omogeneizzati);
  • reddito di cittadinanza, restrizioni dei percettori occupabili che potranno fruirne solo per 8 mesi e non 12 ( dal 2024 totale riforma);
  • superbonus al 90% con riapertura dei termini per le unifamiliari in base al quoziente familiare;
  • aumenta a 15.000 euro l’Isee per accedere al bonus energia (sconto in bolletta);
  • aumenta il credito di imposta in favore delle imprese energivore;
  • incentivi per chi assume donne under 36 e percettori di reddito di cittadinanza;
  • Rivalutazione della pensione minima al 120%;
  • proroga dei termini per applicazione sugar tax e plastic tax;
  • proroga dei termini per l’aumento delle sanzioni per le violazioni al Codice della Strada;
  • pace fiscale, cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro per le cartelle affidate all’agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015;
  • aumento tassazione degli extra profitti, passa dal 25% al 35%;
  • aiuti alle Marche colpite dall’alluvione recente;
  • flat tax applicata fino a 85.000 euro;
  • commercio, cade l’obbligo di accettare i pagamenti con il Pos per importi inferiori a 30 euro ( già nei mesi scorsi erano caduti alcuni obblighi per i tabaccai);
  • aumento limite all’uso del contante fino a 5.000 euro;
  • istituito fondo di 500.000 euro per la social card destinata alle famiglie con reddito inferiore a 20.000 euro e utilizzabile per acquisto beni di prima necessità;
  • maggiorazione per l’assegno unico;
  • agevolazioni per l’acquisto della prima casa;
  • ripristinato il fondo per le scuole paritarie;
  • riattivazione della società Ponte-Stretto per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina;
  • detassazione delle mance ricevute dal personale impiegato nel settore ricettivo;
  • detassazione premi di produttività;
  • taglio del cuneo fiscale;
  • rifinanziamento  bonus decoder.

Salta invece l’ipotesi della Amazon tax o tassa verde che era stata ipotizzata. Ricordiamo che l’iter di approvazione della manovra finanziaria non è terminato, spetta ora al Parlamento l’ultima parola e non è detto che vi siano delle modifiche ulteriori.

Pace fiscale per le cartelle esattoriali: tutti i provvedimenti della manovra

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra finanziaria che ora passa al vaglio del Parlamento. Molti i punti di particolare inreresse e tra questi la pace fiscale con la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 1000 euro. Ecco chi riguarderà.

Cartelle esattoriali fino a 1.000 euro cancellate. Chi potrà approfittarne?

Sicuramente all’interno della manovra finanziaria ci sono molti punti di interesse per i cittadini in quanto andranno a incidere profondamente sulla loro vita, tra questi vi sono l’inserimento di Quota 103 per la pensione, ma anche la mini pace fiscale che porta alla cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro.

Occorre però sottolineare che le cartelle sottoposte a stralcio sono quelle fino al 2015. Come già sottolineato in passato la cancellazione di queste cartelle è dovuta anche al fatto che il costo di riscossione per questi pagamenti è più elevato rispetto al loro valore, sarebbe quindi controproducente continuare nel tentativo di riscuotere il pagamento.

In base a quanto sottolineato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo le cartelle esattoriali interessate sarebbero circa 13 milioni, alcune aventi anche importi davvero molto ridotti. Nei giorni scorsi era stato annunciato anche il dimezzamento del valore delle cartelle comprese tra 1.000 euro e 3.000 euro, ma questa misura non ha trovato spazio all’interno della manovra finanziaria, in fondo si tratta di un pacchetto che vale 35 miliardi di euro e c’è bisogno di fare cassa, come già accaduto con il dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti.

Pace fiscale con rottamazione per le cartelle esattoriali tra 1.000 e 3.000 euro

Nonostante con la nuova pace fiscale non ci sia il taglio per le cartelle esattoriali di importo superiore a 1.000 euro, comunque c’è una novità positiva anche per i contribuenti interessati, infatti per queste è prevista la possibilità di rottamare il debito pagando l’imposta dovuta e una sanzione ultra ridotta del 5 per cento, inoltre è possibile richiedere la rateazione degli importi da pagare fino a 5 anni.

Resta, infine, un’ultima novità infatti nella manovra finanziaria c’è nuovamente l’innalzamento del tetto al limite del contante a 5.000 euro. Questa norma era già presente all’interno del decreto Aiuti Quater, poi cancellato perché il Presidente della Repubblica aveva rilevato come tale misura mancasse del requisito della necessità e urgenza che, in base alle previsioni della Costituzione, deve accompagnare ogni decreto legge, anche perché nella previsione del decreto Aiuti Quater la misura comunque sarebbe entrata in vigore dal 1° gennaio e già questa caratteristica palesava l’assenza del requisito dell’urgenza.

Pace fiscale, addio alle mini cartelle e non solo…

La pace fiscale è stata una delle voci del programma del nuovo Governo. Si potrebbe dire addio alle mini cartelle esattoriali, ed ecco il perché.

Pace fiscale, addio alle mini cartelle

Una misura molto importante del programma di Fratelli D’Italia prevede la pace fiscale  per le mini cartelle. Si tratterebbe di una grande operazione di stralcio totale delle mini cartelle. Una misura che servirebbe a dare aiuto alle famiglie che ancora risentono dei problemi provocati dal Covid, ed ora dalla crisi energetica che grava su famiglie ed imprese.

Tuttavia la pace fiscale sembra essere una delle misure più urgenti che il neo Governo guidato da Giorgia Meloni deve affrontare. Del resto si tratterebbe di dare vita ad uno dei punti focali su cui tutto il centro destra ha basato la campagna elettorale per le votazioni di settembre 2025. Si tratterebbe di uno stralcio totale di tutte le mini cartelle, questo è sicuro. Ma non ci sono i dettagli, pertanto ecco le potenziali ipotesi.

Pace fiscale, per quali cartelle è prevista?

La cancellazione potrebbe interessare tutte le cartelle esattoriali con importo compreso tra i 1.000 e i 2.000 euro. I limiti sono legati ai margini di finanza pubblica, cioè le coperture messe a disposizione del Governo. Non sono stati definiti i limiti temporali che riguarderanno lo stralcio. Ma facendo due conti, gli ultimi due interventi prendevano in esame le cartelle dal 2000 al 2010. Quindi nulla ostacolerebbe il periodo di cartelle maturati tra il 2011 e il 2021. In questo modo si darebbe continuità a tutte le misure messe in pratica dei precedenti esecutivi. E se vogliamo osare, si potrebbe parlare anche di giugno 2022.

Resta da definire anche la soglia di reddito del contribuente entro cui fare scattare il saldo e stralcio. Si considera che l’ultima edizione di rottamazioni prevedeva un reddito inferiore a 30 mila euro. Quindi il nuovo Governo potrebbe mantenere questa soglia di reddito, ma è solo un’ipotesi.

Possibile anche una rottamazione quater

Coma da programma del partito politico Fratelli d’Italia, è prevista una rottamazione quater. L’ipotesi prevede la formula del 5+5. Ossia il pagamento di una sanzione del 5% oltre all’imposta dovuta (cioè il valore del debito nei confronti dell’Erario). Inoltre si avrebbe una rateizzazione in 5 anni. Piccole rate che potrebbe essere pagate quindi più facilmente dal contribuente, in un lasso di tempo di cinque anni. Non resta che aspettare le decisioni dell’esecutivo e capire chi saranno i contribuenti fortunati che potranno godere della nuova pace fiscale.