Pagare bollette e versamenti con Cbill del circuito PagoPa: che cos’è e come si fa

Cbill è un sistema bancario innovativo che permette di pagare bollette e di effettuare versamenti alla Pubblica amministrazione utilizzando il servizio PagoPa. Si tratta pertanto di un canale di pagamento che mette d’accordo banche, imprese e Amministrazioni pubbliche. Il canale Cbill consente di semplificare i pagamenti perché si può utilizzare il servizio direttamente dall’area personale dell’Internet Banking.

Cosa si può pagare con Cbill?

Utilizzando il servizio innovativo Cbill si possono pagare le fatture, le bollette e le tasse. Il sistema consente i pagamenti in modo sicuro, semplice e veloce. Dall’area personale del proprio Internet Banking si possono pagare i bollettini di numerose Pubbliche amministrazioni, ma anche quelli delle imprese private. Il servizio consente inoltre di tenere tutto sotto mano, con la possibilità di poter avere in pochi istanti la ricevuta dell’avvenuto pagamento.

Il servizio di pagamento Cbill si trova nella propria area personale dell’Internet Banking?

Per poter verificare di avere accesso al servizio di pagamento Cbill è necessario scoprirlo nella propria area personale dell’Internet Banking. Per scoprire se la propria banca è attiva riguardo al servizio Cbill si può fare una ricerca nella Rete per nome della banca e codice Abi. In alternativa, sulla Rete si può scaricare l’elenco completo di tutte le banche che offrono il servizio Cbill e che aderiscono al servizio PagoPa. Con la ricerca della propria banca, è possibile verificare attraverso quali canali l’istituto offre questo servizio. Ad esempio, tramite Internet Banking, sportello o Atm.

Chi si può pagare con il servizio Cbill?

Per poter verificare che una Pubblica amministrazione o una impresa privata sia abilitata al pagamento attraverso il servizio Cbill, si può fare una ricerca in Rete. In questo caso è necessario inserire:

  • il nome;
  • oppure il codice Sia. Si tratta dei cinque caratteri alfanumerici (ad eccezione della lettera O di Otranto), che viene richiesto da una banca per conto di una società interessata. Una volta assegnato, il codice rimane associato alla società che può utilizzarlo a livello interbancario per propri flussi finanziari;
  • o, in alternativa, il codice fiscale del fatturatore.

Per semplificare la ricerca si può selezionare “PagoPa” o “Privati” a seconda che si tratti, rispettivamente, di una Pubblica amministrazione o una società privata.

Come utilizzare il servizio Cbill on line?

Per effettuare dei pagamenti on line è necessario verificare l’esistenza del logo Cbill oppure di quello del PagoPa sul bollettino. Con questi loghi si possono pagare gli avvisi emessi da molte Pubbliche amministrazioni che aderiscono al sistema PagoPa e di migliaia di imprese private aderenti a Cbill. Per utilizzare il servizio, è necessario accedere alla propria banca on line o all’app mobile. Se sul bollettino c’è il logo del servizio è dunque possibile procedere con il pagamento. Per molte applicazioni bancarie si può utilizzare il servizio selezionando “Pagamenti” o “Ricariche F24”. Una volta selezionato il pagamento, è necessario inserire il codice univoco e l’importo da pagare per poi confermare.

Servizio di pagamento Cbill, si paga?

Varie banche applicano delle commissioni sui pagamenti effettuati con il sistema Cbill. Per farsi un’idea, ecco quali sono le tipologie di costi che possono presentarsi e quali potrebbero essere gli importi approssimativi:

  • utilizzare Cbill via internet o attraverso l’applicazione mobile Internet Banking può costare interno ai 2,5 euro;
  • se ci si rivolge alla filiale si può procedere con l’addebito in conto corrente. In questo caso si pagano in media 3 euro;
  • il pagamento in cassa presso le filiali costa circa 5 euro;
  • il pagamento presso gli sportelli Atm abilitati al servizio costano in media 2 euro.

Come si possono fare i pagamenti alla Pubblica amministrazione con PagoPa?

Il servizio consente ai soggetti che accedano al servizio di pagamento Cbill di pagare direttamente dalla propria banca gli avvisi di pagamento emessi delle Pubbliche amministrazione con il sistema PagoPa. Cbill rappresenta proprio uno dei canali abilitati sul circuito PagoPa. In caso di avviso di pagamento da una Pubblica amministrazione, è necessario verificare che sull’avviso stesso sia presente il logo PagoPa. In questo caso, e se la propria banca è già attiva sul circuito, si può proseguire con il pagamento on line. Con Cbill si può pagare anche il bollo auto, entrando nella sezione apposita della propria area personale dell’Internet Banking e inserendo la propria targa.

Cbill, come possono utilizzare il servizio le aziende private?

Il servizio di pagamento Cbill può essere utilizzato anche dalle aziende private. Si possono far pagare i bollettini on line ai propri clienti attraverso il canale Cbill che permette di semplificare i versamenti e abbreviare i passaggi per l’operazione. Infatti, anche nel business privato, Cbill permette di utilizzare un’infrastruttura on line condivisa dalle banche. In questo modo, i clienti possono pagare le bollette attraverso le modalità a disposizione di Cbill, qualunque sia la banca di appartenenza.

Pnrr, scade il 6 dicembre la candidatura dei professionisti per gli enti locali

La Pubblica amministrazione locale chiama i professionisti. Entro il 6 dicembre 2021 è possibile candidarsi per un incarico negli enti pubblici per l’attuazione dei progetti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Chiamati a raccolta soprattutto gli ingegneri. Ma anche altre professioni sono ricercate.

Pnrr, gli enti pubblici locali cercano soprattutto ingegneri

La richiesta degli ingegneri per attuare i progetti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza è quella prioritaria entro la scadenza del 6 dicembre prossimo. Riguarda soprattutto i campi dell’ingegneria civile, energetica e idraulica per il 38,5% delle richieste. In questa percentuale rientrano anche gli ingegneri informatici, ambientali, gestionali e chimici.

Pnrr, si cercano anche altri professionisti entro il 6 dicembre 2021

Oltre agli ingegneri, le richieste degli enti locali per l’attuazione del Pnrr riguardano anche altre figure professionali. Innanzitutto gli avvocati e gli esperti giuridici, con una percentuale di richiesta del 16% rispetto al totale. Incarichi e collaborazioni sono a vantaggio anche dei seguenti professionisti:

  • 79 architetti;
  • 71 geologi;
  • 23 agronomi;
  • 22 biologi.

Incarichi liberi professionisti nella Pubblica amministrazione per il Pnrr: come candidarsi?

Per la candidatura a una delle figure professionali ricercate, gli interessati possono utilizzare il portale implementato appositamente per la richiesta. È dunque necessario andare sul sito InPa per rispondere ai relativi avvisi di ricerca. La scadenza del 6 dicembre 2021 è relativa agli avvisi messi on line il 30 novembre scorso.

Come avviene la selezione dei professionisti tramite il portale InPa?

Le selezioni dei professionisti avverrà attraverso il colloquio, all’interno delle mini-rose di cui parla la norma. L’incarico a tempo determinato dovrà essere firmato entro la fine del 2021 per fare in modo che i professionisti inizino a lavorare nei primi giorni del 2022.

Linea Amica Digitale: canale diretto per aziende e cittadini verso la PA

Spesso siamo sopraffatti dagli impegni e non riusciamo a seguire con attenzione tutte le procedure che in realtà ci interessano nella quotidianità, ad esempio il rapporto con la Pubblica Amministrazione, l’accesso ai servizi tramite la rete gestiti da diversi siti e tutto ciò che ne consegue. Per aiutare Pubbliche Amministrazioni, cittadini e imprese, nasce Linea Amica Digitale anche conosciuta con l’acronimo LAD. Ecco di cosa si tratta.

Cos’è la Linea Amica Digitale e quali sono gli obiettivi

Linea Amica Digitale è un progetto afferente al Ministero per la Pubblica Amministrazione e voluto dal ministro Renato Brunetta. Si trova all’indirizzo internet www.lineamica.gov.it. Il progetto in realtà è una rivisitazione di Linea Amica, servizio che restò in vigore dal 2009 al 2015 e poi messo in cantina. Oggi torna in una versione innovativa e soprattutto digitale con l’obiettivo di fornire supporto costante ai cittadini attraverso la chatbot. Il servizio inoltre è rivolto alle aziende e alle Pubbliche Amministrazioni che hanno bisogno di aiuto e informazioni per districarsi nel nuovo modo di amministrare la cosa pubblica che punta molto, se non tutto, su servizi digitali e soprattutto più efficienti.

Nasce con l’obiettivo di rafforzare il rapporto tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione puntando su qualità dei servizi, innovazione e trasparenza, facilità di accesso e usability. Si tratta di un sito Multicanale e di conseguenza tramite esso sarà possibile accedere a servizi afferenti diversi comparti del sistema pubblico. Il sito è molto intuitivo, semplice da utilizzare, chiaro e allo stesso tempo utile.

I servizi offerti da Linea Amica Digitale

Linea Amica Digitale fornisce molti servizi utili, ad esempio andando alla sezione del sito Servizi Online è possibile accedere a tutti i siti della Pubblica Amministrazione. La sezione è divisa in diverse sottosezioni, sono:

  1. Istruzione e formazione: cliccando sulla relativa icona si potrà atterrare direttamente al sito ufficiale del MIUR (Ministero Istruzione Università e Ricerca), da qui si potrà accedere a tutti i relativi servizi destinati alle famiglie, agli studenti, agli insegnanti e a tutto il personale dipendente del Ministero.
  2. Tasse e Fisco: cliccando sull’icona si atterra al sito dell’Agenzia delle Entrate e quindi si potrà accedere con le proprie credenziali ai servizi online offerti ai cittadini, gestire la propria posizione, accedere al cassetto fiscale, effettuare pagamenti in sospeso e utilizzare tutti i servizi in genere messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
  3. Previdenza: in questo caso si accede a tutti i servizi dell’INPS, quindi al fascicolo previdenziale del cittadino, si potranno inoltrare le richieste per accedere a bonus gestiti dall’INPS e a tutti i servizi messi a disposizione di professionisti e aziende dall’INPS.
  4. Lavoro e politiche Sociali: in questo caso è possibile accedere direttamente a clic lavoro che fornisce supporto ad aziende e cittadini che hanno bisogno di servizi relativi al lavoro.
  5. Salute: da qui gli utenti possono accedere alla pagina dei servizi messi a disposizione dal Ministero della Salute. I servizi disponibili sono per cittadini, professioni sanitarie e aziende quindi tutti possono trovare la soluzione a piccoli e grandi problemi quotidiani.
  6. Immigrazione: cliccando sulla icona si arriva direttamente alla pagina dei servizi online del Ministero dell’Interno. Si può quindi controllare la pratica per il permesso di soggiorno, si possono trovare i codici per la fatturazione elettronica, si può accedere al commissariato di PS online, questi sono solo alcuni dei servizi.
  7. Servizi Consolari: da qui si accede al Ministero degli Esteri o Farnesina che fornisce supporto a cittadini italiani che si trovano all’estero e stranieri che si trovano in Italia.

Il dato positivo è che cliccando sulle icone non si accede alla homepage dei siti, ma alla pagina dove sono disponibili i servizi online e ciò facilita le operazioni da parte dei cittadini che non devono navigare nei vari siti per trovare ciò di cui hanno bisogno.

Altre sezioni del sito Linea Amica Digitale

Nella sezione del sito dedicata a News e Multimedia ci sono invece tutte le notizie inerenti bandi, novità che possono interessare cittadini e aziende, tutto ciò che riguarda la Pubblica Amministrazione e che va ad incidere direttamente sulla vita delle persone. Nel sito è presente anche un servizio di monitoraggio sui servizi pubblici offerti ed è presente un’area dedicata al Customer Satisfaction volta quindi a misurare la soddisfazione degli utenti e quindi a migliorare le criticità che dovessero presentarsi.

La Linea Amica Digitale è stata realizzata in collaborazione con Formez e proprio per questo motivo dal sito si può accedere direttamente all’area del sito Formez dedicata ai concorsi pubblici gestiti dalla stessa agenzia. Rappresenta quindi una grande opportunità per i cittadini. Ricordiamo che dal Formez si può accedere anche a tutti gli atti dei concorsi pubblici.

Infine, occorre ricordare che il servizio è diretto non solo alle aziende e ai cittadini, ma anche ai Comuni che dalla pagina Linea Amica Digitale possono in modo semplice trovare un punto di riferimento per l’uso delle risorse del PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) costruendo anche un percorso di formazione sulle procedure attuative del Piano.

Concorsi pubblici e incarichi nella PA, i professionisti riceveranno una notifica

I professionisti riceveranno una notifica per i concorsi pubblici e per gli incarichi nella Pubblica amministrazione. Il portale di reclutamento InPA, infatti, segnalerà ai professionisti iscritti al portale l’apertura di un bando pubblico che potrebbe risultare di loro interesse. Le notifiche verranno inviate per i requisiti riportati nell’avviso potenzialmente rientranti nelle competenze specifiche dei professionisti stessi.

Decreto per gli elenchi dei professionisti per incarichi nella Pubblica amministrazione

Si tratta della novità più importante introdotta con l’avvio delle adesioni al portale InPa dei professionisti. Infatti, con questo meccanismo, la Pubblica amministrazione si rivolgerà ai professionisti per assegnare incarichi rientranti nelle competenze richieste dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il reclutamento dei professionisti è disciplinato dal decreto del ministero per la Pubblica amministrazione. Il provvedimento riporta al suo interno le modalità per l’istituzione degli elenchi dei professionisti che posseggano la specializzazione necessaria per portare a compimento i progetti rientranti nel Pnrr. Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 268 del 10 novembre 2021.

Professionisti: cosa fare se si riceve la notifica da InPa di un incarico di proprio interesse?

Una volta che il professionista riceve la notifica dell’incarico di proprio interesse, può confermare la disponibilità ad accettare l’incarico. Il portale InPA provvede anche a mettere a disposizione del professionista l’elenco delle amministrazioni pubbliche che selezionano le figure professionali. Il professionista, accettando la proposta, dà il via alla procedura finalizzata all’assunzione a tempo determinato o all’incarico. I colloqui devono essere svolti nel termine di 10 giorni dalla data di chiusura del periodo utile per aderire alla selezione stessa.

Cosa fa il portale InPa per gli incarichi e i concorsi pubblici del Pnrr?

Per concorsi pubblici e per gli incarichi nella Pubblica amministrazione i professionisti saranno sempre aggiornati dal portale InPa. E avranno la possibilità di candidarsi per le posizioni, gli avvisi e i concorsi pubblici che riterranno più in linea con le proprie competenze. Il portale, a chiusura del periodo di candidatura per un avviso, restituisce l’elenco dei candidati interessati alla selezione. Gli elenchi conterranno, per ciascun candidato:

  • il numero degli anni di esperienza nella professione;
  • eventuali titoli di specializzazione aggiuntivi rispetto a quelli richiesti per l’abilitazione all’esercizio della propria professione;
  • altri titoli eventuali rispetto a quelli richiesti dall’avviso, purché siano “strettamente conferenti”.

Posti di lavoro nella Pubblica amministrazione, la convocazione dei professionisti candidati

Al termine dei 10 giorni successivi alla chiusura delle candidature, le amministrazioni pubbliche devono convocare i professionisti per svolgere il colloquio selettivo. I selezionati, pertanto, saranno scelti dalla lista che si trova sul portale InPa. Il numero dei professionisti da chiamare per il colloquio deve essere pari ad almeno quattro volte le posizioni aperte. Nel momento in cui l’amministrazione pubblica termina i colloqui, si provvede all’assunzione dei candidati ritenuti meritevoli. L’assegnazione dell’incarico o l’assunzione deve avvenire mediante “provvedimento motivato”. Il portale InPa riporterà l’assunzione del candidato con annessa la durata dell’incarico.

Lo SPID con Poste Italiane non è più gratuito: ecco quanto si paga

Se hai bisogno dello SPID devi sapere che ci sono importanti novità in materia, infatti lo Spid presso Poste Italiane non è più gratuito. Ecco cosa cambia.

Spid: con Poste Italiane non è più gratuito

L’Italia va sempre più velocemente verso il digitale e per questo importante passaggio è previsto che siano utilizzati codici di identificazione unici per ogni soggetto e che consentano di accedere a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione. Fulcro di tale cambiamento è lo SPID (Sistema Pubblico di Identificazione Digitale). Per ottenere questo importante codice è possibile rivolgersi a diversi soggetti che offrono il servizio, come TIM, Infocert. Di fatto la maggior parte delle persone fino ad ora ha preferito utilizzare Poste Italiane che ha consentito per molto tempo di ottenerlo gratuitamente. Oggi però tutto è cambiato, infatti dal 1° novembre 2021 anche presso Poste Italiane sarà necessario pagare per avere il servizio. Il costo è di 12 euro.

A cosa serve l’identità digitale SPID

Il Codice SPID oggi è richiesto per molte funzioni, ecco perché ognuno dovrebbe averne uno. Ad esempio è richiesto a imprenditori, aziende, professionisti per poter accedere ai vari sistemi online pubblici, come INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, piattaforme per aziende. E’ richiesto a lavoratori e pensionati per verificare la propria posizione con l’INPS, ad esempio per controllare il cedolino della pensione, per gestire la propria posizione con la Gestione Separata INPS. Non sono esenti i più giovani, infatti il codice di identificazione digitale è richiesto per poter partecipare ai concorsi o per richiedere il Bonus Cultura.

Questi sono solo alcuni esempi in quanto un’altra importante novità entrerà in vigore dal 15 novembre del 2021, infatti i cittadini potranno scaricare online gratuitamente e quindi senza più la necessità di applicare/versare l’imposta di bollo, ben 14 certificati anagrafici, per poterlo fare è però necessario avere il codice SPID o un altro sistema di identificazione digitale.

Naturalmente chi non ha provveduto a ottenere un codice SPID entro il primo novembre 2021 non riuscirà più a ottenerlo gratuitamente.

Poste Italiane specifica che lo SPID non è più gratuito in quanto si è avvertita l’esigenza di allinearsi con gli altri sistemi concorrenti che hanno sempre chiesto il pagamento per rilasciare il codice SPID. Il costo dell’operazione da fare presso un qualunque sportello di Poste Italiane è di 12 euro. Attualmente Poste Italiane è il gestore che ha rilasciato il maggior numero di SPID e questo grazie alla sua rete capillare sul territorio e grazie alla gratuità del servizio.

Una buona alternativa può essere il provider Infocert che si avvale delle ricevitorie Sisalpay e Money e quindi offre un servizio di riconoscimento di persona presente in modo capillare sul territorio. Il costo per il rilascio in questo caso è di 7.99 euro.

Documenti necessari per ottenere lo SPID con Poste Italiane o altro provider

Per poter ottenere lo SPID è necessario procedere al riconoscimento, questo può essere effettuato anche tramite webcam attraverso i sistemi messi a disposizione dai provider, tra cui poste italiane. In alternativa il riconoscimento si può fare di persona presso un ufficio di Poste Italiane oppure attraverso le sedi rese disponibili dagli altri provider. Molte attività commerciali ora offrono questo servizio attraverso l’adesione ai diversi provider che offrono il servizio. Per ottenerlo è necessario avere un documento di riconoscimento (carta di identità, patente, passaporto) un indirizzo e-mail e un numero di cellulare e la tessera sanitaria.

Si può ancora ottenere un’identità digitale gratuita?

La risposta è affermativa, infatti è possibile identificarsi attraverso la CIE (Carta di Identità elettronica,) e l’app CieID è necessario però averne una di ultima generazione, oppure attraverso la CNS (Carta Nazionale Servizi), entrambi questi metodi sono gratuiti.

Per sapere come si fa leggi le guide:

Carta di Identità Elettronica per accesso ai servizi PA senza SPID: guida

Carta Nazionale Servizi: come registrare la tessera sanitaria come CNS

Liberi professionisti che accettano incarichi PA: non è necessario rinunciare né alla Cassa né all’Albo

Arrivano novità per i liberi professionisti che accettino incarichi dagli enti della Pubblica amministrazione legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dal decreto approvato nella giornata del 27 ottobre. Infatti, i professionisti non dovranno rinunciare né alla Cassa di previdenza di appartenenza e nemmeno all’Albo professionale. Intanto, sempre in merito agli incarichi dei professionisti nella Pubblica amministrazione, nella giornata del 27 ottobre il ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta ha sottoscritto il protocollo di intesa con il Coordinamento Libere Associazioni Professionali (Colap).

Liberi professionisti e decreto Pnrr: cosa avviene se accettano incarichi?

La possibilità di mantenere la Cassa di previdenza e l’Albo per i liberi professionisti che accettino incarichi a tempo determinato nella Pubblica amministrazione è stata confermata dal decreto sul Pnrr del 27 ottobre 2021. All’articolo 27 del provvedimento si legge che ai professionisti assunti per gli incarichi “non è richiesta la cancellazione dall’Albo professionale”. Inoltre, anche una possibile assunzione non determinerebbe, in alcun caso, la necessità di cancellarsi d’ufficio dall’Albo stesso.

Liberi professionisti con incarichi nella Pubblica amministrazione, si può mantenere iscrizione alle Casse previdenziali

La norma, voluta fortemente dal ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta, riguarda anche l’iscrizione alle Casse di previdenza professionali. Anche in questo ambito, non è richiesto ai liberi professionisti che accettino incarichi nella Pubblica amministrazione, di cancellarsi dalle Casse.

I liberi professionisti non devono rinunciare alla Cassa e all’Albo anche per i concorsi pubblici

L’obiettivo del provvedimento relativo agli autonomi è quello di reperire il maggior numero di professionisti in grado di portare avanti i progetti e gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Proprio nell’ambito degli interventi da realizzare nel Pnrr, infatti, sono numerose le opportunità di incarichi riservati ai liberi professionisti. Nel provvedimento rientra anche il caso dei concorsi pubblici con assunzione al termine delle selezioni. Sarà così anche per il concorso già bandito relativo all’Ufficio del processo e per quello relativo alla gestione del Pnrr.

Reclutamento liberi professionisti nella Pubblica amministrazione, sottoscritto accordo con la Colap

Sempre nell’ambito dei rapporti e delle opportunità di incarichi ai liberi professionisti, il ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta ha sottoscritto nella giornata del 27 ottobre il protocollo di intesa con la Colap. L’accordo mira a integrare il Portale del reclutamento della Pubblica amministrazione con le libere associazioni professionali ordinistiche e non che vantano, al loro interno, l’iscrizione di oltre 200 coordinamenti professionale per un totale di oltre 300 mila iscritti.

Portale InPa per il reclutamento nella Pubblica amministrazione

Novità, particolare, arrivano per il portale InPA per il reclutamento nella Pubblica amministrazione. Il sito allargherà il numero degli iscritti al fine di individuare le professionalità e le alte specializzazioni nelle procedure indette dagli enti per realizzare i progetti del Pnrr. L’accordo raggiunto con il presidente del Colap, Emiliana Alessandrucci, permetterà agli iscritti che manifestino la disponibilità a lavorare per la Pubblica amministrazione di avere la possibilità di ricevere un incarico. L’assunzione può avvenire sia come liberi professionisti, sia con contratti a termine, normalmente della durata dai 3 ai 5 anni.

Cosa devono fare i professionisti per essere selezionati per incarichi nella Pubblica amministrazione?

Con l’accordo raggiunto ieri, i curriculum dei professionisti iscritti al Colap verranno inseriti nella banca dati del portale InPa. Attraverso il sistema i professionisti potranno avere la possibilità di sottoscrivere un contratto o come lavoratori dipendenti o come professionisti, per le pubbliche amministrazioni. Il ministro per la Funzione pubblica individua in centinaia di migliaia le possibilità di incarichi da parte della Pubblica amministrazione nei prossimi anni.

Pensione integrativa: firmato accordo col Fondo Perseo Sirio, dipendenti pubblici iscritti anche con il silenzio assenso

Previdenza complementare con silenzio assenso per i dipendenti della pubblico impiego assunti dopo il 1° gennaio. È stato firmato nella giornata del 16 settembre 2021 l’accordo per l’adesione al fondo Perseo Sirio a favore dei dipendenti della Pubblica amministrazione. L’intesa permette ai neoassunti a tempo indeterminato a partire dal 2019 di poter beneficiare dell’adesione alla previdenza complementare. Sono esclusi dalla possibilità di adesione al fondo i dipendenti che abbiano beneficiato di progressioni di carriera o che continuino a mantenere il previgente regime di Trattamento di fine servizio.

Pubblica amministrazione, chi può aderire alla previdenza complementare Perseo Sirio

L’accordo definisce la regolamentazione riguardante le modalità di espressione delle volontà di adesione al fondo di previdenza complementare Perseo Sirio. In tutto, solo nel 2019, i nuovi assunti sono stati circa 64 mila. Si tratta di personale immesso a partire dal 2 gennaio 2019. Oltre all’assunzione, per aderire al fondo, è necessario che l’amministrazione pubblica per la quale si lavora abbia aderito al fondo stesso. Si tratta del personale delle Regioni, degli enti locali, del Servizio sanitario nazionale, dei ministeri, della Presidenza del Consiglio dei ministri, delle Agenzie fiscali, degli Enti pubblici non economici, delle Università e Ricerca, del Cnel e dell’Enac.

Chi rimane escluso dal fondo pensione Perseo Sirio

Rimane escluso dall’adesione al Fondo Perseo Sirio chi:

  • ha beneficiato di progressioni di carriera;
  • il personale che continua a mantenere il regime di Trattamento di fine servizio (Tfs) per la continuità del rapporto previdenziale;
  • chi è già iscritto al fondo per precedenti rapporti di lavoro.

Dipendenti del pubblico impiego, come si aderisce al fondo Perseo Sirio

Per aderire al Fondo Perseo Sirio, i dipendenti del pubblico impiego hanno due modalità. La prima consiste manifestando esplicitamente la volontà di adesione, anche attraverso il sito web, nelle forme e con le modalità consuete. La parte innovativa dell’accordo sottoscritta nella giornata del 16 settembre 2021 riguarda il silenzio assenso. Pertanto, all’atto dell’assunzione, il lavoratore riceve l’informativa dall’amministrazione sulle modalità di adesione. Nell’informativa, che deve essere menzionata nel contratto individuale, deve essere presente il riferimento al silenzio assenso.

Sito internet per aderire al Fondo Perseo Sirio

Il link per l’iscrizione al fondo è presente nell’informativa. Sul portale è possibile consultare le informazioni previste dai regolamenti Covip e accedere alla modulistica per aderire volontariamente. Inoltre, le amministrazioni devono rendere disponibili i moduli per la “non adesione”. Nei sei mesi successivi all’assunzione, se il dipendente pubblico non ha manifestato alcuna volontà (e non ha ancora firmato nemmeno il modulo della “non adesione”), viene iscritto automaticamente al Fondo a decorrere dal primo giorno del mese susseguente alla scadenza dei sei mesi di tempo.

L’adesione con silenzio assenso al fondo di pensione integrativa

Le amministrazioni, trascorsi i sei mesi dall’assunzione, entro il giorno 10 del mese successivo, comunicano al fondo i nominativi dei lavoratori iscritti con la modalità silenzio assenso, ovvero i dipendenti che non abbiano fatto adesione volontaria e non abbiano espresso la propria “non adesione” tramite gli appositi moduli. Entro 30 giorni dalla comunicazione ricevuta dall’amministrazione, il Fondo comunica al dipendente l’adesione mediante silenzio assenso. Nella comunicazione, il fondo specifica:

  • l’avvenuta adesione e la relativa data di decorrenza dell’iscrizione;
  • i flussi finanziari attivati e quelli attivabili;
  • il comparto destinatario del flusso di finanziamento al quale il lavoratore ha aderito col silenzio assenso;
  • la documentazione contenente il Regolamento Covip;
  • le modalità di recesso.

Recesso dei dipendenti pubblici dal Fondo di pensione complementare

I dipendenti del pubblico impiego che sono stati iscritti al Fondo Perseo Sirio con il silenzio assenso hanno 30 giorni di tempo dalla comunicazione di adesione per esercitare il diritto di recesso. Infatti, entro il giorno 10 del mese dalla comunicazione di adesione, il fondo invia alle amministrazione i nominativi dei dipendenti che hanno esercitato il diritto di recesso nel mese precedente. Il recesso è indispensabile per non attivare i flussi finanziari relativi al fondo di pensione complementare.

Pubblica amministrazione, adesione con silenzio assenso al fondo pensione integrativa

Per i dipendenti del pubblico impiego che sono stati iscritti al fondo pensione con il silenzio assenso e non hanno esercitato diritto di recesso nei termini stabiliti – ovvero entro un mese dall’avvenuta iscrizione – l’amministrazione di appartenenza inizierà a versare i contributi datoriali e il contributo a carico del lavoratore entro il secondo mese susseguente di comunicazione dell’adesione. Dall’attivazione del flusso dei contributi, l’amministrazione di appartenenza attiva le comunicazione all’ente previdenziale Inps.

Esempio di lavoratore assunto nella Pa e adesione al fondo previdenziale complementare

Un lavoratore assunto in una pubblica amministrazione il 1° dicembre 2021, ad esempio, nello stesso giorno riceve informativa del Fondo Perseo Sirio. Il 31 maggio 2022 scadono i sei mesi decorsi i quali, in caso di silenzio e di mancata domanda di “non adesione”, il lavoratore risulta iscritto. L’iscrizione al fondo, dunque, avrà luogo il giorno 1° giugno 2022. Entro il 10 luglio 2022 il fondo invia comunicazione all’amministrazione degli iscritti con silenzio assenso. Il lavoratore ha tempo fino al 9 agosto 2022 per esercitare il diritto di recesso. Il 10 settembre successivo il fondo comunica all’amministrazione l’elenco degli iscritti “consolidati”. Infine, entro il 30 novembre l’amministrazione attiva il flusso contributivo e le comunicazioni all’Inps.

 

Addio al vecchio PIN INPS: dal 1° ottobre per accedere occorre lo SPID

Dal 1° ottobre 2021 il PIN INPS non può più essere utilizzato per accedere ai vari servizi del sito INPS. Ecco tutte le novità.

Il PIN INPS

Per aziende, privati e professionisti conoscere la propria posizione previdenziale, tenere sotto controllo i versamenti alla gestione separata INPS, richiedere prestazioni sociali e svolgere tutte le attività disponibili sul sito INPS, nel tempo è diventato sempre più semplice grazie alla possibilità di accedere alla propria pagina personale sul sito INPS attraverso l’uso del PIN e del codice fiscale. Il PIN è un codice identificativo e personale che consente di essere riconosciuti dal sistema e quindi di accedere alle varie funzioni. Dal 1° ottobre però tutto cambia, infatti non sarà più possibile accedere con il PIN INPS in proprio possesso, ma sarà necessario avere il codice SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).

Dal PIN INPS allo SPID

L’entrata in vigore dei nuovi sistemi di accesso è stata più volte rimandata per far in modo che le persone pian piano si adeguassero. Dal mese di ottobre 2020 a oggi è stato in vigore un sistema transitorio. Lo stesso prevede il rilascio del codice PIN (aggiornato automaticamente ogni 6 mesi) solo ai soggetti che già erano in possesso del codice PIN INPS alla data del 1° ottobre 2020, mentre per chi si registrava come nuovo utente, è già in vigore l’uso dello SPID.

Dal 1° ottobre 2021 invece tutti i codici PIN INPS saranno dismessi, questo vuol dire che non potranno più essere utilizzati per entrare sul sito INPS e controllare la propria pagina personale. Ciò è stato chiarito dalla circolare n° 95 del’INPS del 2 luglio 2021.  La stessa però prevedeva due passaggi importanti, infatti escludeva aziende e intermediari da tale proroga, per tali soggetti lo SPID in base a tale circolare doveva essere attivo già dal 1° settembre. Vi è stata però una modifica a tale disposizione, infatti l’INPS con il Messaggio n° 2926 del 25-08-2021 ha precisato che lo switch-off anche per aziende e intermediari viene fissato al 1° ottobre.

Per chi resta in vigore il codice PIN INPS

Deve essere sottolineato che la dismissione dei vecchi codici PIN INPS non vale per tutti e in particolare non si applica a coloro che in base alla normativa non possono ottenere il codice SPID. Si tratta di minori di 18 anni e degli extracomunitari che naturalmente potranno utilizzare il codice PIN solo per i servizi a loro dedicati.

Come ottenere il codice SPID

Ottenere il nuovo codice SPID, che consente di accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione, è molto semplice, infatti basta recarsi presso un ufficio postale o altro provider abilitato e si può ottenere gratuitamente. Per averlo è necessario avere con sé:

  • un documento di riconoscimento in corso di validità;
  • tessera sanitaria con codice fiscale;
  • il numero di telefono normalmente utilizzato;
  • l’indirizzo e-mail.

Non solo Poste Italiane fornisce il servizio, ma anche altri provider come Aruba, Infocert, IntesaId, Lepida, Namirial, Tim, Sielte, SpidItalia.  Alcuni provider per effettuare l’identificazione con webcam, quindi da casa, richiedono un piccolo contributo economico da versare tramite bonifico.

Pa: Italia ancora fanalino di coda dell’Europa

Nonostante gli sforzi profusi negli ultimi anni, ancora la nostra pubblica amministrazione lascia a desiderare, soprattutto quando si tratta di pagamenti alle imprese.
In Europa, infatti, i tempi di pagamento registrati in Italia sono tra i peggiori, poiché solo la Grecia viene dopo di noi, anche a causa di una crisi economica e finanziaria molto pesanti.

Per fare esempi concreti, se in Francia una fattura mediamente viene pagata in 57 giorni e in Spagna in 78, in Italia bisogna attenderne 95. Un abisso rispetto ai più virtuosi, che sono Germania 23 giorni, Regno unito 22, Finlandia 22.

L’Italia è sorvegliata speciale già dal 2014, a quando risale la prima lettera ricevuta dalla Commissione Ue. In quel periodo, la Pa italiana pagava a 170 giorni beni e servizi e a 210 i lavori pubblici.
Ovviamente nel frattempo la situazione è migliorata, anche grazie alla riforma sulla pubblica amministrazione, ma ancora non basta, perché occorre arrivare a pagare entro 30 giorni per essere definiti a norma.

Per questo motivo, il Belpaese è stato deferito alla Corte di giustizia europea, poiché ci sono alcune pubbliche amministrazioni locali che pagano a 100 giorni, e questo non è più ammissibile.

Ad aggravare la situazione ci sono i Comuni di Scicli, nel ragusano, che a pagare una fattura ci mette mediamente poco meno di due anni, 658 giorni. E questo non vale solo coi fornitori, ma persino con le famiglie, seguito da Poggio Nativo (Rieti), con 508 giorni, Torrebruna (Chieti) con 445, Cerreto Sannita (Benevento) con 432. Sono 75 gli enti che dichiarano di pagare le fatture a oltre 200 giorni.

Secondo il Ministero del Tesoro si tratta di un deferimento che penalizza in toto le pubbliche amministrazioni, anche e soprattutto quelle che, invece, hanno saputo rimettersi in carreggiata e arrivare a risultati eccellenti anche confrontate con le virtuose a livello europeo.

Da una nota del Mef: “Nell’anno 2016 sono state registrate oltre 27 milioni di fatture per un importo totale pari a circa 138 miliardi di euro. In base alle informazioni fornite dagli enti, la piattaforma ha rilevato pagamenti relativi a circa 18,6 milioni di fatture, per un importo pari a 118,1 miliardi di euro, che corrisponde all’85% del totale ricevuto. I tempi medi di pagamento sono pari a 60 giorni, a 13 quelli di ritardo. Ritardo in diminuzione del 50% rispetto al 2015. Il tempo medio di pagamento effettivo del totale delle fatture è con ogni probabilità più lungo di quello registrato tra gli enti che comunicano i dati”.

Il problema che porta la Pa a pagare il ritardo è quasi sempre la mancanza di liquidità, anche se a volte dipende anche da inefficienze delle amministrazioni o da ritardi, ma anche i ricorsi ovviamente dilatano i tempi della giustizia civile.

Vera MORETTI

Gli sprechi delle PA continuano ad aumentare

La Pubblica Amministrazione continua ad accumulare sprechi e inefficienze, che ad oggi equivalgono ad una perdita di 29 miliardi.

A confermarlo, una indagine della CGIA, che ha anche affermato che si tratta di una situazione preoccupante.

A questo proposito, Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi della CGIA, ha dichiarato: “Nella legge di Bilancio del 2018 la gran parte dei 2,9 miliardi di euro di spending review si concentrerà sulla riprogrammazione di alcuni trasferimenti alle Ferrovie dello Stato e sul depotenziamento del fondo per le esigenze indifferibili. Insomma, ancora una volta si interverrà riducendo soprattutto i servizi ai cittadini, senza intaccare seriamente la spesa pubblica improduttiva”.

Analizzando i dati, se potessimo quantificare con precisione anche la spesa riconducibile ai falsi invalidi, a quella riferita a chi percepisce deduzioni/detrazioni fiscali non dovute o alla cattiva gestione del patrimonio immobiliare, molto probabilmente lo Stato, nel suo complesso, potrebbe risparmiare ancora tante altre risorse.

Renato Mason, segretario della CGIA, ha aggiunto: “Per pagare meno tasse è necessario che il Governo agisca sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica, tagliando sprechi, sperperi e inefficienze della macchina pubblica. Quanto è stato fatto in questi anni va nella direzione giusta, ma è ancora insufficiente”.

Inoltre, l’allarme cresce se si contano anche i dati del Fondo Monetario Internazionale. Questo ultimo, infatti, sostiene che se la nostra Amministrazione pubblica avesse in tutta Italia la stessa qualità nella scuola, nei trasporti, nella sanità, nella giustizia, registrati nei migliori territori del Paese, il nostro Pil aumenterebbe di 2 punti all’anno e porterebbe 30 miliardi di euro in più.

Vera MORETTI