Riscaldamento autonomo o centralizzato: quale conviene?

La parola d’ordine per il 2022 è “risparmiare” soprattutto sui consumi elettrici e per il riscaldamentro. Proprio per questo sono in molti a chiedersi se sia più conveniente avere un riscaldamento autonomo o centralizzato, in realtà entrambe le forme hanno vantaggi e svantaggi economici. Vediamo cosa conviene di più.

Quali sono le caratteristiche del riscaldamento centralizzato e in quali casi conviene?

Il riscaldamento centralizzato è utilizzato nei condomini, prevede l’installazione di una caldaia di cui usufruiscono tutti gli inquilini, si tratta evidentemente di una caldaia di grosse dimensioni da allocare in appositi spazi. Il riscaldamento centralizzato prevede che i condomini si accordino sull’uso comune e in particolare orari di accensione e orari di spegnimento, impostazione della temperatura. Gli orari e la temperatura per il 2022 hanno in realtà i limiti previsti dalla legge anche in base alla fascia climatica, quindi c’è poco spazio di movimento.

Alcuni ritengono che il riscaldamento centralizzato di fatto porti un risparmio perché non è necessario per il proprietario curare la manutenzione ordinaria che deve essere almeno annuale e che assicura efficienza all’impianto. Questo è però valido solo in parte perché di fatto la caldaia centralizzata ha bisogno anch’essa di manutenzione e di conseguenza, pagando le spese condominiali, viene caricata anche questa spesa.

Tra i vantaggi del riscaldamento centralizzato vi è un minore impatto ambientale, infatti avere in funzione una sola caldaia centrale consente di avere minori emissioni rispetto al funzionamento a regime di più caldaie. Anche dal punto di vista estetico potrebbero esservi dei vantaggi con il sistema centralizzato.

Perché conviene il riscaldamento autonomo?

Il riscaldamento autonomo prevede che ogni unità immobiliare abbia una propria caldaia, la stessa è di dimensioni ridotte rispetto alla caldaia centralizzata. Naturalmente vi è un investimento iniziale importante, grazie però alle agevolazioni fiscali è possibile acquistare una caldaia a condensazione sfruttando gli incentivi fiscali che, senza Superbonus 110%, sono pari al 65%. Con una manutenzione costante è possibile mantenere l’impianto di riscaldamento autonomo efficiente e quindi ridurre i consumi, ma soprattutto è possibile rispettare i limiti orari e di temperatura previsti dalla legge, ma scegliendo in modo autonomo gli orari, ad esempio potrebbe far comodo accendere il riscaldamento a tarda sera e non nel pomeriggio, come accade con la maggior parte degli impianti centralizzati.

Con il riscaldamento autonomo è inoltre possibile scegliere anche di ridurre ulteriormente la temperatura impostata, insomma se vi sono particolari esigenze di risparmio, è importante gestire l’uso come meglio si crede, ad esempio anche passando del tempo in casa di parenti evitando di accendere il riscaldamento.

Ecco quanto fa risparmiare una valvola termostatica sui termosifoni, ma quanto costa?

L’aumento del costo dei combustibili per il riscaldamento, come metano, pellet, legna da ardere sta incutendo paura a tante famiglie, ma non è detto che si debba per forza passare un inverno al freddo, è possibile infatti adottare degli accorgimenti per risparmiare. Tra questi vi è l’uso della valvola termostatica.

Valvole termostatiche: quanto si può risparmiare?

L’adozione delle valvole termostatiche in Italia è obbligatorio dal mese di giugno 2017, ma mentre negli impianti di nuova costruzione l’inserimento è quasi automatico, non tutte le famiglie si sono adeguate a questo obbligo e questo perché troppi hanno considerato le valvole termostatiche un costo e non un modo per risparmiare energia. L’obiettivo di una valvola termostatica è regolare la temperatura nei singoli ambienti in base all’uso fatto degli stessi evitando così di riscaldare eccessivamente spazi poco usati o usati prevalentemente solo in alcune ore della giornata .

Il risparmio che si può ottenere dipende dall’uso che viene fatto delle valvole termostatiche, ma può arrivare a circa il 20%, inserendo questa piccola accortezza all’interno di una serie di accorgimenti volti al risparmio energetico, la differenza in bolletta si fa sentire.

Perché la valvola termostatica fa risparmiare?

La valvola termostatica consente di risparmiare regolando la temperatura nei vari ambienti. Ad esempio se al mattino in casa resta solo una persona perché magari lavora in smart working, mentre i figli sono a scuola, ha poco senso avere i termosifoni nelle camere dei ragazzi aperti del tutto, si possono impostare a un regime minimo e quindi concentrare il riscaldamento sull’unica zona della casa utilizzata, ad esempio l’ufficio.

La valvola termostatica consente anche di scegliere la temperatura ideale in base all’ambiente, ad esempio si consiglia di impostare la temperatura della cucina a 18°C questo perché si tratta di un ambiente che tendenzialmente tende ad essere già caldo, la zona living invece non dovrebbe superare i 19°C.

L’obiettivo della valvola termostatica è regolare il flusso di liquido riscaldante nei termosifoni in modo da regolare anche l’esercizio del bruciatore che può essere una caldaia a condensazione, ma anche una stufa a pellet o un bruciatore a biomassa.

Quanto costa una valvola termostatica?

Questa la domanda che molti si stanno ponendo, dipende molto dal modello che si vuole installare. Il modello più semplice costa circa 10-20 euro e funziona in modo discreto. Chi vuole una valvola termostatica di maggiore precisione nella regolazione della temperatura, può scegliere un modello digitale il cui prezzo in media è di 50-60 euro.

Chi invece vuole una valvola termostatica smart, cioè che può essere comandata a distanza con l’uso di uno smartphone dovrà essere disposto a spendere anche 100 euro per ogni valvola.

Leggi anche: Come risparmiare in bolletta, piccoli accorgimenti che fanno la differenza

Cappotto termico, tutte le agevolazioni e il risparmio una volta montato

Molti ormai sanno di cosa si tratta quando si parla di cappotto termico, visto il suo largo utilizzo. Per cappotto termico, si intende quella tecnica che coibenta una casa, un edificio o un immobile in genere. Coibentare significa isolare e nello specifico l’isolamento a cappotto si fa installando diversi materiali sulle pareti di casa che aiutano a non disperdere il calore della casa verso l’esterno o al contrario, a non far salire il caldo dall’esterno all’interno.

La soluzione ideale per tenere sempre alla giusta temperatura la casa. Montare questi pannelli sulle pareti esterne della casa (ma ormai esistono anche cappotti interni), ha delle agevolazioni fiscali di non poco conto. Rientrando anche in una materia molto cara alle istituzioni, cioè il risparmio energetico, evidente che il montaggio di questi pannelli venga agevolato fiscalmente e con incentivi.

Un vantaggio non indifferente ma che non è l’unico. Agli incentivi che si possono sfruttare nel montare i pannelli vanno aggiunti i vantaggi dopo averli montati, cioè il risparmio energetico che si realizza.

Cappotto termico, tutte le agevolazioni

Istallare il cappotto termico su una parete la isola rispetto al clima esterno. Il montaggio e l’acquisto di questi pannelli che vengono messi sulla parete, possono dare diritto alle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente.

È stato il Decreto Rilancio, cioè il DL n° 34 del 2020 a introdurre le detrazioni Irpef ed Ires per chi decide di istallare i pannelli termici su un edificio. Come dicevamo, parliamo di un lavoro che è indirizzato verso le problematiche ambientali e energetiche. Per questo rientra nell’ecobonus, con possibilità di recuperare il 110% . Un lavoro che mira alla riqualificazione energetica di un immobile e pertanto, agevolato fiscalmente.

Nello specifico l’articolo n° 119 del DL n° 34/2020, prevede che è possibile portare in detrazione dalle imposte sui redditi, le spese relative agli interventi di isolamento termico che riguardano le superfici dell’involucro della casa, sia verticali che orizzontali. Per poter godere dell’agevolazione il cappotto deve andare ad interessare il 25% della superficie lorda della casa, quella che è esposta al disperdere energia.

Quando si parla di cappotto termico, tutte le agevolazioni, è inevitabile fare riferimento alle detrazioni, ma come al solito sono limitate. Il tetto massimo di spesa che è possibile detrarre è 60.000 euro ad immobile. L’ammortamento di questa spesa può avvenire in 5 rate annuali di pari importo, cioè per 5 dichiarazioni dei redditi consecutive. Le spese oggetto della detrazione sono tutte quelle che i contribuenti hanno sostenuto tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.

Come alternativa alla detrazione c’è la possibilità ci sconto immediato in fattura o cessione dl credito fiscale.

Il risparmio energetico è garantito dal cappotto termico

L’isolamento a cappotto o cappotto termico, garantisce dalla dispersione di calore in inverno e dalla dispersione di aria fresca in estate. Inevitabile parlare di risparmio di energia elettrica per i condizionatori d’aria, o di gas metano per il riscaldamento.

Il cappotto quindi, torna utile sia in estate che in inverno, garantendo alla famiglie o alle imprese, il risparmio sulle bollette che mai come adesso è argomento caldissimo.

Con l’aumento di energia elettrica e gas, pagare di meno sulle bollette è una aspirazione di molti italiani. Grazie al cappotto termico è possibile ridurre sensibilmente i consumi sia dei sistemi di riscaldamento che dei sistemi di raffreddamento. Perfino uno dei maggiori siti di comparazione ha messo in evidenza cosa significa a livello di risparmio, montare il cappotto termico sul muro di casa.

In media, circa il 20% è il risparmio stimato in materia di luce e gas.  Il cappotto quindi può ottimizzare i consumi, ma non solo. Stando agli addetti del settore immobiliare, un edificio con il cappotto aumenta il valore dell’edificio stesso. Il 20% prima citato è un ottimo viatico di risparmio quindi. In pratica, una famiglia che spende 2.000 euro all’anno per il riscaldamento, arriverebbe a risparmiarne anche 800.

Superbonus 110% anche per sostituzione caldaie: istruzioni

Un contribuente può aderire al superbonus 100% per la sostituzione della caldaia? La risposta è affermativa purché questo intervento rientri tra quelli di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale già esistenti. In tal caso, le detrazioni e i vantaggi fiscali previsti dal superbonus e dall’ecobonus prevedono che l’impianto di riscaldamento sia funzionante o riattivabile con un intervento di manutenzione (anche di tipo straordinario).

Cosa si intende per impianto di riscaldamento?

Tuttavia, è importante precisare cosa si intenda per impianto di riscaldamento. Una caldaia come una stufa a legna o a pellet, ad esempio, possono rientrare tra gli interventi all’impianto di riscaldamento e dunque essere soggetti a sostituzione e a beneficio del superbonus?

Quali sono gli impianti di riscaldamento rientranti nel superbonus 110%?

Diventa necessario, dunque, riprendere la definizione che fa il comma 1 dell’articolo 2 del decreto legislativo numero 192 del 19 agosto 2005, poi modificato dal decreto legislativo numero 48 del 10 giugno 2020. Secondo l’articolo, si intende per termico l'”impianto tecnologico fisso destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, o destinato alla sola produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione, accumulo e utilizzazione del calore, nonché gli organi di regolazione e di controllo eventualmente combinato con impianti di ventilazione”.

Quali impianti di riscaldamento sono esclusi dal superbonus?

Tra gli impianti esclusi dall’essere considerati come riscaldamento rientrano quelli “termici dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unità immobiliari a uso residenziale e assimilate”. Ciò comporta che l’impianto di riscaldamento, così definito, sia presente nell’immobile oggetto di intervento. Il campo di applicazione del superbonus è stato ampliato dal più recente decreto legislativo del 10 giugno 2020. Secondo la nuova normativa, anche gli impianti termici, le stufe a legna o a pellet, i caminetti e i termocamini, purché fissi, si possono definire “impianti di riscaldamento”.

Sostituzione impianti climatizzazione invernale: requisiti edifici

Il tipo di intervento, di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, può essere ammesso su unità abitative:

  1. unifamiliare;
  2. unità immobiliare all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendente. Diventa indispensabile che l’unità abbia uno o più accessi autonomi all’esterno.

La sostituzione della caldaia deve produrre un risparmio energetico

Condizione necessaria per accedere al superbonus 110% è che gli interventi sulle caldaie producano un risparmio energetico testimoniato dal miglioramento di due classi energetiche dell’edificio o di una classe se l’immobile è già in classe A3. Il risultato deve essere certificato con APE prima e dopo l’intervento. A queste condizioni, la sostituzione della caldaia rientra tra gli interventi che producono i benefici fiscali del superbonus 110%.

Superbonus caldaia, parti comuni dell’edificio e unità immobiliari indipendenti

Le condizioni per usufruire del superbonus nel caso della caldaia sono riportate nel comma 1 dell’articolo 119 del decreto legge numero 34 del 2020. Infatti, secondo quanto prevede il decreto “Rilancio”, per la sostituzione della caldaia, le detrazioni fiscali si applicano nella misura del 110% sulle spese sostenute e documentate a carico del contribuente, con scadenza fissata al 30 giugno 2022 in due casi:

  • sia per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali esistenti nelle parti comuni degli edifici;
  • sia per gli impianti esistenti negli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti.

Superbonus 110% in condominio con impianti di riscaldamento indipendenti

Varie sono le possibilità di utilizzare il superbonus 110%. Ad esempio, può usufruire del superbonus per la sostituzione della caldaia un condominio con impianti di riscaldamento indipendenti? La risposta è affermativa. La detrazione del 110% in cinque anni, in questo caso è possibile se l’intervento è abbinato a uno di quelli “trainanti”. In particolare, dovrà essere congiunto all’isolamento termico per più del 25% della superficie disperdente. L’intervento resta ancorato alla condizione che debba garantire almeno due categorie di classe energetica dell’edificio superiori.

Interventi caldaia in superbonus anche se si è già sostituita con l’ecobonus?

Recentemente l’Agenzia delle entrate ha fornito indicazioni sulle varie possibilità di sostituzione della caldaia. Nel caso in cui si sia già beneficiato in precedenza dell’ecobonus per la sostituzione della caldaia, è possibile un nuovo intervento con superbonus 110%? La risposta è affermativa in assenza di specifiche preclusioni da parte della normativa. Il tutto fermo restante eventuali controlli per utilizzi distorti della normativa sul superbonus 110%.

Sostituzione caldaia e pompa di calore multisplit in regime di superbonus 110%

Ulteriore quesito al quale ha risposto l’Agenzia delle entrate riguarda l’ammissibilità al superbonus 110% di interventi di sostituzione dell’impianto di riscaldamento esistente costituito da una caldaia e una pompa di calore multisplit. In questo caso è necessario rifarsi alla definizione di “impianto termico” indicata dal comma 1, lettera 1-tricies, dell’articolo 2 del decreto legislativo numero 192 del 2005. Inoltre, come condizione essenziale, l’impianto termico deve essere provvisto dal libretto di impianto per la climatizzazione. Quest’ultimo requisito è previsto dal decreto ministeriale numero 10 del febbraio 2014. Soddisfacendo tutti e due gli articoli, ed essendo in possesso dei parametri indicati dal decreto “Rilancio”, l’intervento è ammissibile al superbonus.

 

Riscaldamento: soluzioni ecologiche per risparmiare

Oggi andremo a verificare diverse soluzioni ecologiche per risparmiare, nel novero della ecosostenibilità per le nuove tecnologie termiche. Una rapida guida, dunque, per le nuove frontiere del riscaldamento.

Riscaldamento economico, come attuarlo

Va subito detto che non c’è, dalla notte dei tempi, un riscaldamento più economico della legna. Accendere un camino con della legna da ardere è da sempre il sistema più pratico ed economico, soprattutto per chi vive in montagna o in campagna. Ma, per le nuove frontiere della ecosostenibilità e, soprattutto per chi non possiede un camino, quali possono essere i sistemi più economici di riscaldamento?

La maggior parte dei sistemi di riscaldamento attuali si basano su fonti energetiche non rinnovabili e poco compatibili con l’ambiente. E’ da qui che nasce l’esigenza di trovare soluzioni alternative, in un mondo che ha necessità di farsi sempre più ecologico. Fino a poco tempo fa, di fatto, le costruzioni non si basavano su criteri di risparmio energetico anzi. Viene calcolato infatti che circa un 8% di emissioni di diossido di carbonio è attribuibile alle abitazioni, per un totale di 1300 kg di CO2 per abitazione all’anno.

Tuttavia, esistono sistemi innovativi eco sostenibili, come i quadri a parete riscaldanti, i quali consumano meno dei tradizionali metodi di climatizzazione. Essi sono ecologici e riscaldano in meno di due minuti spazi anche di 25 metri quadri.

Come funzionano i quadri a parete?

Ovviamente, non stiamo parlando di quadri, intesi come opere pittoriche da appendere alle proprie pareti di casa. Sebbene diano un senso di accoglienza e di caloroso dècor stilistico all’ambiente casalingo, non potranno mai diffondere riscaldamento nella nostra dimora. A meno che non usassimo i suddetti quadri come combustibile da ardere, ma non sarebbero certo ecosostenibili e sarebbe anche uno sgradevole insulto all’arte, anche fossero dei dipinti di modesta qualità.

Di cosa si parla, quindi con quadri a parete per il riscaldamento?

In pratica, raggi infrarossi irraggiando direttamente su cose e persone, oltre a generare un clima piacevolmente riscaldante, controllano con attenzione il livello di vapore acqueo e in questo modo contribuiscono a rendere l’aria dell’ambiente ideale anche per chi soffre di particolari problemi di tipo respiratorio. Non è altro che un sistema che scalda direttamente persone e oggetti tramite l’uso di onde ad infrarossi che si diffondono nell’aria e vengono assorbite dai corpi solidi presenti nel locale.

Pannelli solari e fotovoltaici

Un’altra soluzione ecosostenibile, per permettere di riscaldare l’ambiente domestico sono i pannelli solari e i fotovoltaici. Ma quali sono le differenze tra le due opzioni?

dunque, mentre i pannelli solari termici sfruttano i raggi solari per scaldare l’acqua destinata a uso sanitario o/e all’impianto di riscaldamento, diversamente i pannelli fotovoltaici convertono le radiazioni solari in energia elettrica per poter alimentare gli apparecchi domestici.

Va, dunque chiarito che con l’uso dei pannelli fotovoltaici si risparmia, prima di tutto, sull’energia che si genera in automatico. Pertanto, ogni chilowattora di elettricità che viene autoprodotta è un chilowattora sottratto alla bolletta elettrica. Quindi, un discreto risparmio in bolletta energetica.

Quali sono i sistemi di riscaldamento più ecologici?

In definitiva, possiamo dunque stilare un piccolo rendiconto su quali siano effettivamente i sistemi di riscaldamento più ecosostenibili, attualmente in circolazione.

Possiamo ben dire che le stufe a pellet, i collettori solari e le pompe di calore altamente efficienti nonché gli impianti di teleriscaldamento sono tra i sistemi più ecologici e rispettosi del clima. Se, inoltre si va a considera la loro durata di vita, quindi la propria resistenza, spesso questi sistemi non generano costi aggiuntivi o addirittura consentono di risparmiare sui costi.

Ovviamente, per scegliere il sistema di riscaldamento più adeguato alla propria casa, occorre verificare anche che la stessa sia ben predisposta a quel determinato utilizzo, evitando dunque dispersione di calore e di energia in maniera poco adeguata.

Dunque, con largo anticipo sull’inverno che verrà, per chi non avesse ancora provveduto ad un sistema di riscaldamento adeguato per la propria casa, non resta che prendere appunti e prepararsi ad aggiornare la propria alcova domestica ad un riscaldamento economico ed ecologico, al passo con i tempi.

Detrazioni risparmio energetico, un riassunto

Un argomento che interessa parecchie persone, imprenditori o cittadini qualunque, è quello delle detrazioni Irpef o Ires per le spese di efficientamento energetico degli edifici. Ricordiamo infatti che possono beneficiare delle detrazioni risparmio energetico, pari al 65% delle spese sostenute, i contribuenti, persone fisiche, società, professionisti, enti, imprese che effettuano interventi su edifici esistenti, su loro parti o su unità immobiliari di proprietà o in locazione in comodato d’uso.

Sono almeno 4 le grandi aree di lavori interessate dalle detrazioni risparmio energetico:

  • installazione di pannelli solari (detraibilità max. 60mila euro);
  • sostituzione impianti di climatizzazione invernale (caldaie, detraibilità max. 30mila euro);
  • miglioramento delle prestazioni termiche del cappotto e dell’involucro dell’edificio (detraibilità max. 60 mila euro);
  • riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’edificio (detraibilità max. 100mila euro).

Nello specifico, le spese agevolabili con le detrazioni risparmio energetico Irpef del 65% sono:

  • installazione di pannelli solari anche ad integrazione dell’impianto già esistente;
  • sostituzione o integrazione impianti con caldaie a condensazione o pompe di calore; installazione di caldaie a biomassa; schermature solari;
  • installazione di serramenti e infissi ad alta capacità isolante e coibentazione di pareti verticali, di solai e tetti;
  • ogni intervento utile affinché l’edificio raggiunga l’indice specifico di prestazione energetica, definito dalla certificazione di un perito, che consideri la forma, la funzione e l’ubicazione dell’edificio in questione.

Per maggiori informazioni sulle detrazioni risparmio energetico, cliccare qui.

L’Int aderisce a M’ illumino di meno

Anche quest’anno l’Istituto Nazionale Tributaristi (Int) parteciperà alla Giornata del Risparmio Energetico aderendo all’iniziativa M’ illumino di meno della trasmissione Caterpillar di Radio 2. L’Int darà come indicazione ai propri iscritti  quella di spegnere, alle ore 18 di venerdì 13 febbraio, i computer e le apparecchiature elettroniche dei propri studi. Un’azione simbolica che serve a ricordare l’importanza del risparmio energetico.

Il Presidente dell’Int, Riccardo Alemanno nella mail di adesione ha ringraziato autori e presentatori della trasmissione Caterpillar scrivendo: “Grazie per il Vostro lavoro, attraverso M’ illumino di meno ci costringete a riflettere su un problema spesso dimenticato o quantomeno snobbato“.

Alemanno, al quale – anche all’interno dell’Int – è stato evidenziato che sussistono molte problematiche da affrontare sia di carattere economico sia tributario-professionale e che forse i tributaristi hanno altro per la testa in questo periodo anziché M’ illumino di meno, ha così risposto: “Non dobbiamo permettere che i problemi, gravi e reali, legati alla crisi economica ed alla confusione fiscale, ci allontanino da altre problematiche come il risparmio energetico che riguardano tutti, nessuno escluso“.

Inoltre il Presidente dell’Int ha utilizzato, come ulteriore spunto di riflessione per M’ illumino di meno, la seguente frase di Piero Angela“Per affrontare seriamente la crisi energetica sembra ormai inevitabile ricorrere massicciamente alla fonte più abbondante di energia che esista, quella meno inquinante, meno costosa, più disponibile immediatamente: cioè il risparmio di energia…secondo certi calcoli, infatti, con il solo risparmio energetico si potrebbe ‘liberare’ tanta energia quanta ne producono da sole le centrali nucleari, e sarebbe quindi più conveniente investire soldi e sforzi nel campo del risparmio anziché in quello della produzione di energia”.

Vuoi lavorare nel settore del risparmio energetico? C’è una buona opportunità

Il risparmio energetico rappresenta, in questo momento, uno dei settori maggiormente in fermento, anche quando si tratta di opportunità di lavoro.
In questo caso, la richiesta è rivolta in particolare ad un addetto commerciale che abbia esperienza in questo ambito, disposto a lavorare per un’azienda di rilievo nazionale per quanto riguarda il risparmio energetico in edilizia e strumentazione scientifica.

Tra i requisiti richiesti: buona cultura, esperienza in vendita di beni durevoli ma anche formazione tecnica elettronica o informatica.
Ciò che l’azienda offre: ambiente giovane e dinamico e buone provvigioni, nonché la possibilità di operare in un comparto in forte espansione.

Per saperne di più, Lavoro.org.

Domotecnica, il franchising del risparmio energetico

Come già abbiamo ribadito in precedenza, la crisi ha reso gli italiani più parsimoniosi, anche e soprattutto quando si tratta di risparmio energetico.

In quest’ottica, il franchising di oggi è quanto mai di attualità.
Si chiama Domotecnica Italiana e si occupa di risparmio energetico e, in particolare, di termoidraulica.
Ad oggi, gli affiliati sono 1.200, mentre 80 sono i partner fornitori, industriali e di servizio, per un giro d’affari complessivo di 600 milioni di euro.

Coloro che volessero diventare franchisee del marchio, dunque, intraprenderebbero una strada di sicuro successo, perché si unirebbero ad un Gruppo conosciuto per la sua professionalità e competenza.

Per conoscere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito di Domotecnica Italiana.

I casi in cui le autorimesse rientrano nelle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni

Le agevolazioni fiscali sul risparmio energetico e sulle ristrutturazioni edilizie si protrarranno fino al 30 giugno 2013, e questo, ormai, si sa.

Ma è possibile godere di tali agevolazioni per opere realizzate nelle autorimesse?
In particolare, si tratta del caso della sostituzione della saracinesca del garage con un serramento maggiormente coibentato, che potrebbe essere riconducibile ad un intervento per il risparmio energetico.
I proprietari che ricorrono a questa modifica generalmente hanno l’abitazione direttamente connessa al garage, con l’intento di ottenere una minore dispersione del calore e dunque beneficiarne anche per l’appartamento.

In questo caso la detrazione fiscale per il risparmio energetico è possibile solamente se nel garage è presente l’impianto di riscaldamento. Infatti questa detrazione è ammessa solo se l’intervento viene realizzato sull’involucro che delimita il volume riscaldato.

Se, invece, nel garage non c’è impianto di riscaldamento, l’intervento potrebbe rientrare nella detrazione per ristrutturazioni edilizie.
Se l’elemento viene sostituito con un altro con le medesime caratteristiche, l’intervento si configura come manutenzione ordinaria e pertanto è detraibile solo nel caso in cui avvenga su parti comuni. Questo avviene ad esempio se si sostituisce la saracinesca di un garage condominiale collettivo.
Se invece la sostituzione riguarda un garage privato, la detrazione non è possibile sostituendo l’elemento con un altro con medesime caratteristiche.
La detrazione, infatti, è valida solo se si tratta di interventi di sostituzione delle saracinesche che apportano innovazioni.
Le innovazioni possono essere di varia natura, ad esempio l’installazione di una saracinesca avente materiale differente (magari più robusto), una saracinesca elettrificata, oppure una saracinesca coibentata.

Nel caso di costruzione di una nuova autorimessa, l’agevolazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie è ammessa per gli interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali, anche di proprietà comune.
Si tratta di una delle eccezioni della detrazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie, poiché è l’unico caso in cui viene ammessa per nuove costruzioni.

Un ultimo caso che rientra nella detrazione è quello della costruzione di una saracinesca laddove il garage ne era sprovvisto, come previsto dall’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, trattandosi di un intervento che fa parte di quelli classificati come adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio di compimento di atti illeciti da parte di terzi, è assolutamente in linea con gli interventi che possono beneficiare della detrazione.

Sempre a proposito di interventi per delimitare il rischio, rientrano nella detrazione anche l’apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci o spioncini su una saracinesca esistente ed anche l’installazione nel garage di rilevatori di apertura, antifurto e relative centraline.

Vera MORETTI