Aumento dei tassi di interesse, buone notizie per i risparmiatori

Si è detto più volte che l’aumento del costo del denaro attuato da un anno a questa parte dalla BCE sta mettendo in difficoltà chi vuole comprare casa, chi ha bisogno di un prestito e imprese che vogliono investire, ma c’è il rovescio della medaglia: i risparmiatori ricominciano ad avere piccole rendite grazie all’aumento dei tassi di interesse. Ecco cosa succede.

L’aumento dei tassi di interesse porta piccole rendite ai risparmiatori

C’è sempre l’altro lato della medaglia, gli italiani si confermano un popolo che ama avere la casa di proprietà, ma anche un popolo di risparmiatori. A dicembre del 2022 le famiglie avevano nei conti correnti risparmi per 1174 miliardi di euro, naturalmente l’inflazione toglie valore a questo denaro, nel senso che ha minore potere d’acquisto, ma l’aumento del costo del denaro porta a un aumento anche dei tassi di interesse corrisposti ai risparmiatori, anche ai più cauti.

Ad esempio su molti conti corrente oggi è possibile avere il 2% di interessi. Poco certo, ma il conto corrente è denaro liquido e fino a un anno fa gli interessi non si vedevano proprio. Crescono gli interessi anche sui conti deposito, cioè i conti utilizzati per avere piccoli risparmi, qui gli stessi variano dal 2% al 4%. Ad esempio Poste Italiane sul libretto Smart riconosce fino al 3% .

Poco, ma ricordiamo che si tratta di denaro non realmente investito. Crescono i tassi di interesse sui buoni ordinari di Poste Italiane, garantiti da Cassa Depositi e Prestiti, anche in questo caso si applica il 3%, ma scegliendo soluzioni diverse, cambiano i tassi, sono più alti. Ricordiamo che per i buoni di Poste Italiane vi è una tassazione agevolata degli interessi al 12,50%, anche questo dato deve far riflettere.

Scegliendo forme di investimento “più rischiose” i guadagni aumentano.

Ciò che si deve sottolineare è più che altro la differenza rispetto al passato, infatti, fino a pochi mesi fa si parlava di interessi su questi prodotti pari allo 0,006 o simili, cioè nulla e invece ora c’è un’inversione di tendenza al punto che può essere più conveniente rispetto all’investimento nel mattone. Ad esempio, si è visto che sono crollati gli investimenti per acquisto di immobili come forma di investimento (per locazioni).

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Investo in un appartamento o in buoni ordinari di Poste Italiane?

Facciamo una simulazione: ad oggi con 100.000 euro si può acquistare in periferia, al Sud, un piccolo appartamentino non ristrutturato ( da affittare a chi ha problemi a pagare un affitto alto).

Questo piccolo appartamentino per fruttare deve essere dato in locazione ad un prezzo molto basso, circa 300 euro mensili, da tassare almeno con la cedolare secca (10% canone concordato, 21% canone libero). Nell’arco dell’anno si percepiscono 3600 da tassare. Spettano però al proprietario le eventuali spese di manutenzione straordinaria, possono esservi problemi con la riscossione delle mensilità, nella maggior parte dei casi per la gestione del contratto serve l’aiuto di un commercialista, al termine del contratto può essere necessario per locare nuovamente spendere dei soldi per una piccola manutenzione. Guai nel caso in cui sia necessario uno sfratto.

La stessa somma se investita in buoni ordinari, cioè un investimento semplice, minimo, frutta 3.000 euro l’anno, per 20 anni, durata del buono ordinario. Naturalmente da tassare al 12,50%, ma nessuna preoccupazione, nessuna manutenzione da sostenere, nessun problema. Possibilità di smobilitare in brevissimo tempo l’investimento, per qualunque esigenza tra cui anche un altro investimento più fruttuoso. In poche parole la rendita è più bassa, ma non vi sono costi di alcun genere.

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Torna l’ora solare, ma quanto si risparmierebbe restando con l’ora legale?

Nella notte tra sabato e domenica torna l’ora solare e le lancette degli orologi dovranno essere spostate indietro di un’ora. Questo vuol dire un’ora in meno di luce perché la sera sarà buio prima. Quanto impatterà il ritorno dell’ora solare sulle tasche degli italiani soprattutto ora che i costi dei kW sono alle stelle?

Ora legale e risparmio energetico in Europa

Il passaggio dall’ora legale all’ora solare ci sarà nella notte tra il 29 ottobre e il 30 ottobre, sarà necessario spostare l’orologio indietro di un’ora. Questo vuol dire che sarà possibile godersi un’ora in più nel letto al mattino, ma di fatto la sera sarà buio molto prima e di conseguenza si avrà la necessità di accendere la luce. Fortunatamente il cambio orario ci sarà in un periodo festivo in cui gli italiani avranno l’opportunità di abituarsi al nuovo orario senza troppi traumi, ma di fatto questa scelta peserà sulla bolletta energetica.

L’ora legale infatti entra nella nostra quotidianità proprio per risparmiare energia. In passato il passaggio dall’ora legale a quella solare avveniva l’ultima domenica di settembre, ci fu quindi il posticipo proprio per aumentare i benefici sui consumi energetici.

Nel frattempo il Parlamento europeo ha deciso di lasciare agli Stati Membri la libertà di decidere quale orario applicare e rimuovere l’obbligatorietà dell’alternanza. Inoltre, entro la fine del 2021 i Paesi avrebbero dovuto scegliere quale orario applicare durante tutto l’arco dell’anno, di fatto però questa scelta non è stata fatta da nessuno e l’alternanza continua ad esservi.

Quanto si risparmia con l’ora solare?

I dati disponibili derivano da uno studio di Terna. Da questo emerge che l’Italia nei sette mesi in cui è stata in vigore l’ora legale ha risparmiato 420 milioni di chilowattora corrispondenti, visti i prezzi di mercato attuali, ben 190 milioni di euro.

Secondo i dati del Centro Studi di Conflavoro Pmi basati sui consumi del 2021 resi disponibili da Terna, se l’Italia mantenesse l’ora legale per tutto il 2023, i risparmi potrebbero arrivare a 2,7 miliardi di euro.

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Come risparmiare sulla spesa: alcuni metodi pratici

In tempo di rincari economici, di uscita dalla crisi pandemica e nel pieno tunnel della guerra, vediamo alcuni consigli pratici su come risparmiare sulla spesa.

Risparmiare sulla spesa: vediamo come fare

Vediamo alcuni pratici consigli su come approcciare ad una spesa vantaggiosa.

Uno dei migliori modi per risparmiare sulla spesa è quello di resistere alle strategie messe in campo dai supermercati, che ovviamente hanno lo scopo di farti acquistare il più possibile e sicuramente più del necessario, proponendo offerte su svariati prodotti, di cui nemmeno, probabilmente ne avremmo necessità. Sarà capitato a molti, ad esempio, di entrare in un negozio solo per comprare una cosa e poi uscire con un carrello anche pieno.

Tante persone hanno l’abitudine di fare una corposa spesa una volta alla settimana od addirittura una volta ogni due settimane. Una strategia che quasi mai consente di risparmiare. È invece consigliabile, se possibile, andare spesso al supermercato e fare una piccola spesa acquistando i prodotti necessari.

Usare un budget fisso per la spesa

Un consiglio utile per risparmiare sulla spesa, può essere quello di usare un budget prefissato. Vediamo in che modo:

  • Tenere traccia delle proprie spese mensili per sapere esattamente come si spende;
  • Separare i costi variabili da quelli fissi (per esempio le spese non negoziabili come l’affitto sono fisse, mentre ci sono uscite negoziabili come quelle per i generi alimentari);
  • Decidere quanto mettere da parte ogni mese risparmiando sui tuoi costi variabili;
  • Mettere a punto un proprio budget valutando i tuoi progressi e fare eventuali aggiustamenti in base ai traguardi raggiunti.

Facciamo un piccolo esempio su come si può stabilire un budget fisso per la spesa.

Utilizziamo delle cifre come riferimento, già solo spendendo 100 € anziché 110 € per la spesa settimanale, si risparmiano 40 € al mese. E alla fine dell’anno si ottiene un risparmio di 480 € in più!

Fare una lista della spesa

In base al budget prefissato, sarà possibile ridurre i costi sulla spesa in molti modi differenti. Di seguito vediamo come creare una lista della spesa a prova di risparmio.

1. Cucinare piatti semplici

Per ottenere un risparmio efficace, la parola chiave è: semplicità. Molto spesso preparare una ricetta complessa significa consumare tutto il proprio budget settimanale per acquistare una serie di ingredienti per un solo pasto. Se si vuole iniziare a risparmiare soldi sulla spesa, occorre scegliere ricette semplici ma gustose, che richiedano al massimo cinque ingredienti.

Se si programmano i piatti da cucinare durante la settimana, come un menù personale, sarà ancora meglio. Scegliendo magari ricette con alcuni ingredienti in comune. Questo farà risparmiare sul lungo periodo perché comprare in grandi quantità generalmente è più vantaggioso. Quindi è bene usare tutto ciò che si compra, anche in più piatti.

2. Programma settimanale dei pasti con una lista della spesa in linea con il budget

Per fare bene con la spesa con un budget prefissato, è essenziale pianificare i propri pasti in anticipo. Prima di andare a fare la spesa, come detto è bene assicurarsi di sapere esattamente cosa mangerai durante la settimana, così avrai una chiara idea di quanto spendere già prima di entrare in negozio. Questo andrà a ridurre l’eventualità di andare fuori budget e potrai sfoderare la tua creatività in cucina con nuovi piatti da realizzare ogni settimana.

3. Una lista vegetariana a prova economica

Non è soltanto un consiglio animalista, ecologista e salutista, ma mangiare vegetariano può essere anche utile per il portafogli.

Vediamo cosa potrebbe comprendere una lista in linea con il budget per una sana dieta vegetariana o vegana, spendendo al massimo 22 € a settimana:

  • Riso 1,50 €
  • Frutta e verdura fresca 7 €
  • Due confezioni di creme spalmabili 2,50 €
  • Avena 1 €
  • Quattro lattine di legumi (ad es., ceci, fagioli) 3,50 €
  • Pane 2 €
  • Tofu affumicato 2,50 €
  • Latte d’avena 2 €

Questi, dunque erano alcuni pratici consigli per risparmiare sulla spesa e ottimizzare i costi sia settimanali, ma soprattutto alla fine del mese sul proprio bilancio.

 

Prezzi degli aerei in aumento: cosa ci attende nel 2022

Sarà un’ estate all’insegna dei rincari quella che ci attende, in tal senso anche viaggiare sarà qualcosa da ponderare bene, per le proprie tasche. I prezzi degli aerei sembrano destinati ad un forte aumento. Scopriamo cosa ci attende, nella nostra guida.

Allarme prezzi aerei 2022: cosa accade

Nonostante, pian piano si stia tornando ad una tanto attesa normalità, in vista dell’uscita dal tunnel della Pandemia, ci sarà ancora da stare attenti alle possibilità per viaggiare, soprattutto in aereo.

Anche i voli low cost sembrano finire nel mirino di una impennata di prezzi.

Infatti, il motivo dei rincari degli aerei va ricercata nell’aumento del prezzo del carburante, che dopo gli automobilisti va a toccare anche il mercato dei voli.

A rendere l’allarme è Linus Benjamin Bauer, fondatore e amministratore delegato della società di consulenza Bauer Aviation Advisory, secondo cui i prezzi delle tariffe aeree aumenteranno ogni mese del 6%, con una media per i voli internazionali del 4% fino al prossimo mese di agosto.

Da una parte, dunque, troviamo il caro carburante che sta creando problemi a moltissimi settori, d’ altra parte anche la crescita della domanda dopo l’allentamento delle misure e delle regole di ingresso nei paesi potrebbe portare ad un aumento dei prezzi dopo due anni di tariffe basse date dalla carenza di passeggeri.

Un po’ come se adesso le compagnie aeree sentissero l’esigenza di recuperare i capitali perduti in due anni di Pandemia, sfruttando la voglia di viaggiare degli utenti.

Cosa c’è ancora da sapere sull’aumento prezzi

Stando, invece all’International Air Transport Association, il carburante per gli aerei è aumentato del 4% tra gennaio e febbraio e del 57% rispetto allo scorso 2021. Le compagnie aeree, quindi, possono o alzare i prezzi dei biglietti o reggere le stesse tariffe riducendo, però, il proprio profitto.

Anche lo scorso anno, durante il periodo di piena pandemia, quando le tariffe dei biglietti aerei erano ridotte ai minimi prezzi si era già preventivato che prezzi simili non sarebbero durati ancora a lungo.

Come detto, la situazione non si prospetta rosea nemmeno per le compagnie di volo low cost.

L’estate 2022 non sarà economica per il costo dei viaggi e ancor più dei voli aerei che incrementeranno il costo per tratta continentale di 9 o 10 euro e di 60 euro per quelle intercontinentali.

Per Ryanair, ad esempio, il rincaro è del 10%, anche se le compagnie mirerebbero a tornare ai livelli di pre-pandemia. Carsten Spohr, invece del gruppo Lufthansa, ha parlato ultimamente di un intero sistema che porta il consumatore a spendere di più, comprese le spese aeroportuali e quelle relative ai costi per il personale.

Per i viaggiatori, quindi, il ritorno a viaggiare potrebbe risultare piuttosto caro per i prossimi mesi. E il ritorno alla libertà e normalità, di voler volare e assaporare il mondo, potrebbe avere un sapore molto salato.

Questo dunque è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito all’ estate dispendiosa che può attendere chi decide di mettersi in volo, con il rischio di far decollare il proprio portafogli, per riassaporare la libera voglia di viaggiare.

 

Come risparmiare con una spesa vegana

In tempi in cui occorre risparmiare, anche per fare la spesa, andiamo in questa rapida guida ad occuparci degli amici vegani che hanno intenzione di combinare una dieta equilibrata, ecologista ed economica. Vediamo, dunque, come risparmiare con una spesa vegana.

Spesa vegana: consigli utili per un buon carrello

Abbiamo visto che in questo periodo il problema dei rincari è costante e occorre non solo badare a risparmiare sulla spesa in bolletta

Anche risparmiare nella spesa di tutti i giorni è diventato un compito piuttosto importante. Vediamo, in tal senso alcuni rapidi consigli per poter ottenere un risparmio sulla spesa, attenendosi ad un menù vegano.

Vediamo, innanzitutto quali possono essere, in tal senso, quegli ingredienti da mettere nel carrello per una buona spesa vegana.

Se è la vostra prima volta che fate spesa vegana, comprate: un kg di farina di ceci (pratici per fare le frittate), uno di manitoba e uno di farina integrale. Mezzo chilo di farina di riso integrale e farina di mais. Poi 1 kg di riso integrale, mezzo di grano saraceno e di cous cous integrale.

Dopodiché, non può mai mancare una confezione di riso e una confezione di pasta integrale. Qualche cereale, come ad esempio miglio e farro. Dunque, per completezza andate sui legumi e prendete una confezione di lenticchie, una di ceci e una di fagioli secchi.

Una volta visti alcuni dei più richiesti e tipici dei prodotti per una spesa vegana, vediamo come fare attenzione e risparmiare sulla spesa.

Risparmiare sulla spesa

E’ sempre bene includere nella lista della spesa, frutta e verdura che siano fresche, di stagione e di qualità. Si tratta di quegli alimenti che non possono mancare nel vostro carrello. Attenzione alla stagionalità dei prodotti e alla loro freschezza. Il vostro menu dovrà quindi basarsi su ciò che è disponibile al mercato e variare di conseguenza.

Se è vero che comprare alcuni prodotti specifici può essere più costoso per chi cerca esclusivamente prodotti vegani, è anche vero che dal lato opposto della medaglia, mangiare ingredienti naturali può aiutare a regolare anche gli equilibri del portafoglio, se ponderati bene.

Ad esempio, quando diamo un occhio agli scontrini della spesa ci accorgeremo che il totale spesso aumenta perché acquistiamo cibi confezionati già pronti: come insalata in busta, legumi in scatola precotti o surgelati, seitan in panetti, torte confezionate. Comprando invece la materia prima grezza, lavando l’insalata in casa, lessando i legumi secchi, e facendo le torte in casa, il risparmio è garantito!

Comprare biologico conviene?

Un altro quesito che ci si pone, per una spesa vegana è se acquistare o meno cibo bio.

Possiamo dire che molto spesso acquistare prodotti biologici può incidere in maniera consistente sulla spesa.

In realtà, la scelta del bio non è solo prerogativa vegana, ma riguarda tutti, qualunque tipo di alimentazione si decida di seguire.

In generale, per contenere le spese, ma essere sicuri di portare in tavola prodotti di qualità, una regola può essere quella di acquistare solo alcune cose biologiche. Per esempio, possiamo preferire i prodotti biologici per frutta e verdura con bucce sottili e acquistare prodotti da agricoltura tradizionale per quelli con una buccia spessa (che consentono di preservare meglio l’interno dall’uso di eventuali pesticidi e sostanze chimiche).

Ad ogni modo, è sempre bene leggere le etichette dei prodotti. Anche in questo caso, acquistare da produttori locali può tornare utile: anche se i prodotti non saranno certificati biologici, in molti casi saranno ugualmente sani e genuini, oltre che meno cari.

Inoltre, non va dimenticato che una dieta vegetariana e vegana di per sé elimina uno dei costi che incidono di più sulla spesa alimentare quotidiana: ovvero quello per l’acqusito di alimenti tra i più cari, come carne e pesce. Gli ingredienti dei piatti vegan sono, in realtà, mediamente meno costosi di quelli basati sul consumo di carne. Se entriamo in quest’ottica, possiamo anche decidere di “reinvestire” quanto risparmiato, per esempio, acquistando più spesso prodotti bio, anche se un po’ più cari della media.

Questo, dunque è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere, per pratici consigli su una spesa vegana al risparmio. Non vi resta che mettere mano alla lista della spesa e recarvi col carrello al supermercato.

Come risparmiare soldi ogni giorno

Siamo in un periodo in cui la crisi economica causata dalla Pandemia inizia a scontrarsi con quella causata dalla guerra in Ucraina. In questa rapida guida vedremo alcuni pratici consigli su come risparmiare soldi ogni giorno per superare il periodo critico.

Risparmiare soldi ogni giorno: consigli utili

Dunque, è bene sapere che un piano per risparmiare soldi è necessario, ma non è l’unica cosa importante per veder migliorare la propria economia domestica.

Il primo step da fare per iniziare a risparmiare di più è monitorare nel dettaglio le spese.

Pertanto, sarebbe molto utile dedicare almeno 2 o 3 mesi ad annotare assolutamente tutte le spese in un foglio di calcolo excel sul computer.

Pianificazione e priorità dei risparmi

Per molte persone, andare a cena una volta alla settimana è necessario, per altri può essere sciocco, così come andare in una palestra costosa piuttosto che in una piccola palestra sotto casa.

Se tutte le spese sono considerate una priorità, sarà impossibile risparmiare, quindi occorre stabilire quali spese si è disposti a tagliare se necessario.

Anche acquistare spesso cibo da asporto (ed in pandemia questa attività è aumentata notevolmente) può contribuire agli aumenti delle spese, anziché cucinare qualcosa in casa.

Questo tipo di controllo applicato a diverse tipologie di spese può fare la differenza e far risparmiare centinaia di euro.

Per acquistare, invece, televisori, computer o anche per andare in vacanza, un tempo lo si pianificava risparmiando finché non si avevano i soldi per farlo, cosa che oggi non sempre avviene.

Prima, le persone che non avevano soldi per andare in vacanza semplicemente non ci andavano, risparmiando quella spesa, forse recuperando l’anno successivo il mancato periodo vacanziero.

Al giorno d’oggi, invece chi non può andare in vacanza non ha problemi a richiedere un prestito, fatto che non solo implica spendere soldi che non ha, ma comporta anche oneri per interessi giganteschi.

Un prestito bancario come può gravare?

Vediamo, in questo paragrafo come può gravare quello che alla prima occhiata risulta un vero e proprio aiuto: il prestito bancario.

Ad esempio, per poter acquistare un’auto che costa 10.000 euro e ci si rivolge a una banca per richiedere un prestito, ottenendo le seguenti condizioni, che rappresentano una media di mercato.

  • Prestito richiesto € 10.000
  • Periodo di restituzione 60 mesi
  • Canone mensile € 200
  • Assicurazione obbligatoria sul pagamento e spese di apertura
  • TAEG: 7,02% – TAN: 5,95% (fisso nel tempo)
  • Importo totale da pagare alla banca € 11.826

Da questo rapido calcolo si evince che, acquistare un’auto da 10.000 euro con un prestito a condizioni non particolarmente negative rispetto a quanto si trova sul mercato costa 11.826 euro, il 18% in più.

In questo caso, la cosa più logica e prudente, potrebbe essere quella di trascorrere un periodo di 50 mesi risparmiando 200 euro prima di acquistare l’auto, invece di passare 60 mesi a ripagarla a causa degli interessi sul prestito.

Creare un budget familiare

Un altro modo per risparmiare denaro è quello di stabilire un budget mensile da poter spendere.

Se il proprio stipendio è di 1.000 euro ad esempio, e l’affitto di casa è di 500 euro, sarà necessario stabilire un tetto massimo di spesa da rispettare a fine mese.

Quindi, tra bollette e spese utili alla casa, occorrerà stabilire che, ad esempio 900 euro sarà il massimo di spese effettuabili. Quindi, ridurre al minimo – o azzerare – le spese per cose extra, per sfizi o comodità non richieste.

Nel corso dei mesi, quella 100 euro tenuta da parte potrà costituire un piccolo tesoretto.

Come ottimizzare e risparmiare sul caffè

Anche il caffè rappresenta una spesa quotidiana, ancor più per chi ne è dipendente.

Poniamo ad esempio che un caffè al bar ci costi 1 €. Bevendo 2 caffè al giorno, spendiamo 2 € al giorno,  addirittura 730 € all’anno.

Prendere un caffè al bar significa spendere quasi un mese di stipendio ogni anno per il caffè.

Poniamo invece ad esempio, di bere il caffè in casa, con le nostre comode capsule del caffè.

Ogni capsula costa circa 0,40 €. In alcuni casi – di marche non proprio illustri – anche meno. Spenderemo circa 0,80 € al giorno, quindi 24€ al mese, 288€ all’anno.

Il conto scende molto rispetto al primo caso di caffè al bar, ma 288 euro all’anno per il caffè sono ancora tanti e anche in questo caso si potrebbe ottimizzare, con la canonica caffettiera, usando il caffè nelle confezioni.

Questi, dunque erano alcuni consigli utili per poter risparmiare soldi ogni giorno e non finire in brutte acque economiche, in tempi di crisi.

 

Libretti postali dormienti: partono le chiusure di Poste Italiane. Che fare?

Poste Italiane ha iniziato la chiusura dei libretti postali dormienti, ma qual è la procedura adottata, chi è interessato, come evitare che ciò accada e quali sono le prossime date previste per la chiusura dei conti?

Quali sono i libretti postali dormienti?

I libretti di risparmio postale sono un metodo di risparmio e di investimento sicuro, i tassi di interesse sono molto bassi, negli ultimi anni praticamente quasi nulli, allo stesso tempo le somme depositate e maturate sono garantite dallo Stato attraverso Cassa Depositi e Prestiti. Proprio a causa del basso tasso di interesse le somme sono considerate al pari del denaro liquido e non investimenti e di conseguenza sono sottoposte a imposta di bollo come il conto corrente.

Sono molte però le persone che dimenticano anche di avere questi strumenti e per Poste Italiane mantenerli in vita rappresenta un onere. Proprio per questo si è stabilita la chiusura dei conti dormienti. La prima cosa da capire è quali rapporti rientrano in tale categoria. Si tratta di libretti di risparmio postale “non movimentati dal titolare da più di 10 anni, non sottoposti a procedimenti o blocchi operativi che ne impediscano la movimentazione delle somme e che abbiano un saldo superiore a 100 euro.” Questa la definizione data proprio da Poste Italiane.

Procedura per la disattivazione dei libretti postali dormienti

La disattivazione dei libretti postali dormienti non è automatica, infatti il singolo intestatario che è in possesso di un libretto di risparmio dormiente almeno 180 prima della chiusura dello stesso riceve una comunicazione. Nei successivi 180 giorni può effettuare un’operazione sul libretto oppure inviare una comunicazione all’indirizzo del mittente in cui manifesta la volontà di non chiudere il rapporto.

Se l’utente non si attiva nei termini visti, le somme residue presenti sul libretto saranno devolute al fondo gestito da Consap, istituito ai sensi dell’art. 1, comma 343, della legge n. 266/2005 e disciplinato dal Regolamento di cui al D.P.R. 22 giugno 2007 n. 116 . Le somme devolute al fondo gestito da Consap sono recuperabili, ma in questo caso il risparmiatore deve fare apposita istanza appunto al fondo.

Dove trovo l’elenco dei libretti postali dormienti?

Non ricordi se hai un conto dormiente? In questo caso all’indirizzo https://buonielibretti.poste.it/prodotti/libretti-dormienti.html puoi trovare l’elenco dei libretti postali dormienti e quindi provvedere a chiuderlo chiedendo la liquidazione delle somme oppure a compiere un’operazione prima ancora di ricevere la comunicazione da Poste Italiane.

Negli elenchi divisi per data sono indicati l’ufficio postale emittente e il numero del libretto, per ragioni di privacy non sono indicati i nomi. Certamente per la persona interessata potrebbe essere difficile ritrovare il proprio libretto di risparmio postale, magari è rimasto in qualche scatolone del nonno.

Gli ultimi elenchi pubblicati riguardano chiusure attuate dal 20 ottobre 2022, il penultimo elenco le chiusure al 21 giugno 2022. Gli elenchi precedenti riguardano conti già chiusi.

Risparmi per i figli: oltre a Pac, libretti, buoni e polizze c’è anche la pensione integrativa

Gli italiani, tradizionalmente un popolo di risparmiatori, tendono anche a lasciare qualcosa per il futuro dei propri figli. E sono vari i modi per risparmiare delle cifre. Si va dai piani di accumulo alle polizze, dai libretti di risparmio ai buoni fruttiferi postali. C’è anche la possibilità di garantire una pensione integrativa aderendo alla previdenza complementare. Vediamo dei vari modi i vantaggi e gli svantaggi considerando anche il fattore tempo, decisamente ampio, e quello delle circostanze imprevedibili.

Libretti di risparmio, liberi o vincolati

Con i libretti di risparmio si possono depositare somme in banca oppure alla Posta. Si tratta di meccanismi di deposito utilizzati molto in passato per assicurare un futuro ai figli piccoli. L’apertura di un libretto di risparmio può essere libera, senza cioè che ci siano vincoli di tempo sui prelievi, oppure vincolata. In quest’ultimo caso, le somme depositate rimangono bloccate fino a una certa scadenza.

Vantaggi e svantaggi del libretto di risparmio postale o bancario

Il vantaggio di aprire un libretto di risparmio consente ai genitori o ai nonni di poter versare anche poco per volta e senza una cadenza prefissata. Attualmente i libretti possono essere considerati vantaggiosi perché non hanno costi né per l’apertura, né per la loro gestione. Tuttavia, i tassi di interessi attuali sono molto bassi. Pertanto, questo strumento non consente di ottenere un apprezzamento considerevole di quanto investito.

Buoni fruttiferi postali: interessi tassati al 12,50%

Un occhio di riguardo hanno i buoni fruttiferi postali, consistenti in titoli emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. La sottoscrizione dei buoni può avvenire presso la Posta oppure attraverso il sito o l’applicazione di Poste Italiane. Sottoscrivere i buoni fruttiferi postali non comporta spese, mentre gli interessi sono tassati al 12,50%. In ottica di un investimento per i figli, determinati buoni per i minori garantiscono il 100% del capitale. La maturazione degli interessi può arrivare fino a quando il minore non compia la maggiore età. Analogamente ai libretti di risparmio, oggi i buoni fruttiferi postali garantiscono rendimenti piuttosto modesti.

Polizze assicurative

Con le polizze assicurative è possibile risparmiare per i figli indicandoli come beneficiari. Sono varie le polizze che si possono sottoscrivere. Le polizze vita rivalutabili, ad esempio, o quelle del ramo I. Entrambe le tipologie permettono la rivalutazione del capitale assicurato ogni anno oppure la rendita ottenuta dall’investimento nelle gestioni separate. Entrambe le formule, inoltre, garantiscono la restituzione del capitale. Per collegare la polizza ai fondi comuni o a indici azionari è necessario investire nelle unit e nelle index linked o nelle polizze di ramo III.

I vantaggi di investire in polizze assicurative

Pur essendo prodotti più costosi rispetto ai buoni fruttiferi postali o ai libretti di risparmio, le polizze offrono determinati vantaggi. Innanzitutto sono forme di investimento del risparmio stesso, con copertura assicurativa. I premi pagati sono detraibili per il 19% fino al tetto di 530 euro. Ulteriori vantaggi sono l’impignorabilità e il fatto che non sono soggetti all’imposta di successione.

I Piani di accumulo del capitale (Pac): si versano piccole somme per volta

Per necessità di risparmio che assicurino anche un certo utilizzo degli strumenti finanziari è possibile investire nei piani di accumulo del capitale (Pac). Chi sottoscrive i piani può procedere periodicamente a versare quote di capitale. Il vantaggio principale risiede proprio nella possibilità di versamento. Si può procedere, infatti, a versare anche piccole somme periodicamente. La particolarità del “piano”, poi, aiuta a regolare le proprie spese per arrivare a mettere da parte le somme da versare.

Costi mediamente alti per i piani di accumulo del capitale

Rispetto alle altre opzioni che abbiamo visto, proprio per la particolarità di versare di volta in volta i costi possono risultare più alti. Soprattutto se si confronta lo strumento con l’investimento effettuato in un’unica soluzione. Tra i costi si segnalano quelli di apertura del piano di accumulo, i diritti fissi sui versamenti e gli oneri nel caso in cui si proceda con la chiusura in anticipo.

Adesione ai fondi pensione: è possibile la sottoscrizione a favore dei figli

Tra le formule di accumulo di risparmio a favore dei figli rientra sicuramente l’adesione ai fondi pensione per assicurare una previdenza integrativa futura. Si tratta, è evidente, di meccanismi di risparmio dalla lunga durata il cui obiettivo è quello di garantire un assegno di pensione più soddisfacente una volta che matureranno i requisiti per l’uscita dal lavoro. Per un genitore che voglia aderire ai fondi pensione, è possibile procedere con l’iscrizione alla previdenza complementare anche a favore dei figli a carico.

Deducibilità fiscale dell’adesione ai fondi pensione

Risulta scontato che una forma di pensione integrativa potrebbe rappresentare la soluzione tra le più redditizie e utili per il futuro dei propri figli. Ma non solo. Infatti, i contributi che si versano al fondo pensione beneficiano della deducibilità fiscale fino al limite di 5.164,57 euro per ogni anno di adesione. Inoltre, sul lato dei costi, tra le tipologie di fondi pensione più risparmiose si citano i fondi chiusi.

Previdenza complementare, vantaggi e svantaggi dell’adesione per i figli

In generale, aderire al fondo pensione comporta un investimento a lungo termine, con dei vincoli. Infatti i limiti sui quali è importante informarsi risiedono nel caso in cui si debba chiedere una parte del capitale accumulato in anticipo. Ma spesso sono previste agevolazioni per anticipi relativi a spese sanitarie o per l’acquisto della prima casa. Inoltre, l’adesione alla previdenza complementare può garantire la formula di pensione anticipata chiamata Rita che consente di ottenere la rendita molto prima rispetto alla maturazione dei requisiti per la pensione.

Crisi e famiglie, le strategie per resistere

Più vulnerabili e meno ricche. Le famiglie italiane si ritrovano ogni giorno a fare i conti con la crisi. Meno uscite – al cinema, al ristorante, nei locali – meno shopping e mete meno invidiabili per trascorrere le proprie vacanze. La conferma arriva anche dall’ultimo rapporto Istat 2012, diffuso in questi giorni, che registra come il potere d’acquisto delle famiglie italiane sia passato dai 130,2 miliardi del 2007, l’ultimo anno precrisi, ai 93,4 miliardi nel 2012.

Ma questa riduzione come ha inciso sulle abitudini quotidiane dei cittadini? Dove si cerca di risparmiare maggiormente? Infoiva ha scelto di chiedere ai diretti interessati, per capire come la crisi abbia influenzato stili di vita e tempo libero degli italiani. Che non si concedono più lussi, nemmeno quello ci credere che le riforme dell’attuale Governo possano davvero aiutarli a crescere. Ecco il video: vi riconoscete in queste storie?

Alessia CASIRAGHI

Il mattone resta l’investimento più sicuro

Il 2011 non è stato un anno facile per il mercato immobiliare italiano, anche se l’abitazione rimane per gli italiani una delle forme più sicure per investire i propri risparmi. E’ quanto emerge nell’ultimo studio di Tecnocasa sul mattone italiano e sulle previsioni per l’anno in corso.

“Mai, come in questo anno, potenziali acquirenti e venditori sono stati accumunati da un generale disorientamento causato dai numerosi interventi che si sono susseguiti per stabilizzare l’economia italiana” ha commentato Fabiana Megliola, responsabile dell’ufficio studi di Tecnocasa. Nonostante la crisi finanziaria c’è stato chi ha visto l’abitazione come forma di impiego del denaro sicuro. E allora chi ha potuto ha migliorato la propria abitazione, facendo un acquisto migliorativo; tanti genitori hanno aiutato i figli con i propri risparmi per consentire loro l’acquisto della prima casa; molte famiglie con una situazione economica ormai stabilizzata hanno pensato di acquistare una seconda casa in località turistiche. Compravendite, in calo del 2,2% nel 2011 Stando ai dati diffusi dall’Agenzia del territorio gli ultimi dati sulle compravendite residenziali hanno registrato una contrazione delle transazioni del 2,2% e l’anno si è chiuso con 598.224 scambi , lontani dai picchi del 2006, ma vicini ai volumi della fine degli anni ’90. L’analisi delle compravendite realizzate dalle agenzie del gruppo Tecnocasa evidenzia che il 78% di coloro che hanno acquistato la casa in questa seconda parte del 2011 si è indirizzata verso l’abitazione principale, a seguire quella ad uso investimento (16,8%) e poi la casa vacanza (5,2%).

Previsioni per il 2012 Dove andrà ora il mercato immobiliare e quanto durerà ancora questa correzione dei valori? Al momento è prematuro dare una risposta. In base ai nuovi dati raccolti sull’andamento del mercato immobiliare dell’anno 2011 l’ufficio studi di Tecnocasa rivede ancora al ribasso le previsioni immobiliari per il 2012. “Il contesto macroeconomico incerto rende difficile effettuare delle stime ma riteniamo che i prezzi nelle grandi città nel 2012 potranno avere un’oscillazione compresa tra -2% e 0%” indicano gli esperti aggiungendo che “le dinamiche immobiliari di queste realtà potrebbero essere migliori rispetto a quelle che si registreranno nelle realtà dell’hinterland, così come quelle del Nord e del Centro Italia rispetto al Sud Italia”.

Fonte: ansa.it