Ecobonus auto, dal 23 gennaio aperta la piattaforma per le prenotazioni

Dal 23 gennaio 2024 riaperta la piattaforma per prenotare l’Ecobonus mobilità sostenibile contributi per l’acquisto di auto, motocicli, ciclomotori e vetture commerciali meno inquinanti. Ecco come fare.

Ecobonus auto, aperta la piattaforma per la prenotazione

Dalle ore 10:00 del 23 gennaio 2024 è aperta la piattaforma Invitalia per le prenotazioni dell’ecobonus auto. A rendere nota la notizia è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Possono ottenere l’ecobonus gli acquirenti dei mezzi a basso impatto ambientale che rottamano il vecchio veicolo altamente inquinante. Il concessionario deve prenotare l’incentivo e confermarlo entro 270 giorni.

Già al momento della prenotazione il concessionario deve inserire i dati dell’acquirente, questo implica che il concessionario non può prenotare veicoli senza prima avere l’acquirente a cui vendere il veicolo, l’obiettivo è evitare che vi siano speculazioni da parte di concessionari con una buona disponibilità economica che possono prenotare un numero abnorme di veicoli andando a ledere gli altri concessionari.

I fondi stanziati per il 2024 sono 610 milioni di euro ripartiti tra le varie tipologie di veicolo. La distribuzione può essere rimodulata con successivo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, per effetto dell’andamento del mercato e dell’evoluzione tecnologica, di conseguenza, in attesa delle modifiche, per il momento sono confermate la dote stanziata e la ripartizione fissate dal Dpcm del 6 aprile 2022.

Gli incentivi prevedono:

  • per le auto con emissioni inquinanti tra 0-20 g/km di CO2 (modelli fino a 35mila euro+Iva): 5mila euro con rottamazione e 3mila euro senza.
  • per auto nella categoria 21-60 g/km di CO2 (fino a 45 mila euro+Iva) possono andare 4mila euro con rottamazione e 2mila euro senza.
  • Infine, nella fascia 61-135 g/km di CO2 (fino a 35 mila euro+Iva): 2mila euro solo con rottamazione.

Novità in arrivo per l’ecobonus

Nel frattempo è stato reso noto che dovrebbe a breve arrivare un nuovo provvedimento, già nel mese di febbraio, con uno stanziamento di 900 milioni di euro o un miliardo. Nel nuovo provvedimento gli incentivi, sempre divisi per fascia dovrebbero essere però distribuiti anche in base a fasce di reddito con una maggiorazione del 25% per le persone fisiche con Isee inferiore a 30mila euro. Il nuovo incentivo dovrebbe inoltre essere a disposizione anche di persone giuridiche tra cui le società di noleggio, ma non i concessionari auto.

Per chi acquista senza rottamare il contributo sarà di 6mila euro nella fascia 0-20, 4mila nella 21-60 mentre non è previsto un bonus nella terza categoria di emissioni.

Il beneficio dovrebbe inoltre incrementare in base agli anni del veicolo da rottamare, in poche parole più è vecchio e inquina maggiore è il contributto che si può ottenere con l’acquisto del nuovo veicolo.

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Rottamazione quater, arriva la proroga dei termini?

Il 30 novembre è in scadenza la seconda rata della rottamazione quater, ma sembra prendere sempre più piede la possibilità di una proroga della scadenza.

Le scadenze della rottamazione quater

La prima rata della rottamazione quater è scaduta alla fine di ottobre, grazie alla tolleranza di 5 giorni è stato possibile pagarla fino al 6 novembre. Nonostante questo negli ultimi giorni vi sono stati problemi con la piattaforma, questo ha portato molti contribuenti a decadere dal beneficio.

La seconda scadenza è invece fissata al 30 novembre quindi un solo mese di distanza rispetto alla prima. Se a ciò si aggiunge che le prime due rate sono le più importanti perché devono coprire il 10% del debito fiscale, appare evidente che vi possono essere difficoltà per i contribuenti.

Proprio per questi motivi da diversi fronti vi sono richieste di proroghe della scadenza della seconda rata al 31 gennaio 2024. Inoltre vi è la richiesta di concedere a chi non è riuscito a pagare la prima rata di recuperare ed evitare la decadenza. Questi due provvedimenti potrebbero portare maggiori entrate nelle casse dello Stato.

Proroga rottamazione quater, arrivano richieste da più fronti

La richiesta di proroga della scadenza della seconda rata della rottamazione quater arriva dall’associazione dei commercialisti, ancora prima era stato Ezio Stellato, Presidente del Cesfi (Centro Studi sulla Fiscalità Internazionale) a proporre la proroga della scadenza al Mef.

Il Presidente ANC, Marco Cuchel ha sottolineato che il calendario fiscale deve essere revisionato perché le troppe scadenze concentrate in brevi lassi di tempo stanno mettendo in difficoltà professionisti, imprese e comuni cittadini.

I tempi sembrano abbastanza stretti per poter procedere e andrebbero anche a discapito di chi ormai ha effettuato il versamento facendo affidamento sulla iniziale scaletta dei pagamenti. Il viceministro Maurizio Leo ha però sottolineato di essere favorevole alla modifica del calendario fiscale, “calibrando meglio i tempi in modo da rendere più agevole il rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuente”.

Ricordiamo che per chi non riesce a seguire il piano dei pagamenti vi è la possibilità di modificarlo attraverso il servizio ContiTu che permette di scegliere quali cartelle esattoriali pagare e per quali optare per la decadenza.

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Rateizzazione o rottamazione, quale procedimento è meglio scegliere?

Rateizzazione o rottamazione sono due procedimenti diversi. Ma molti contribuenti si trovano in difficoltà per capire qual’è la soluzione migliore per loro.

Rateizzazione o rottamazione, la tregua fiscale

All’interno dei provvedimenti per la tregua fiscale, promossa dal Governo Meloni, esistono due provvedimenti: la rottamazione e la rateizzazione delle cartelle esattoriali. L’art.1, commi da 231 a 252 della legge n. 197/2022 ha introdotto la definizione agevolata dei carichi affidati all’Agenzia entrate riscossione dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022. 

È prevista la possibilità di pagare l’importo dovuto a titolo di Definizione agevolata:

  • in un’unica soluzione, entro il 31 luglio 2023;
  • oppure, con la rateizzazione, in un numero massimo di 18 rate (5 anni) consecutive, di cui le prime due con scadenza il 31 luglio e il 30 novembre 2023. Le restanti 16 rate, ripartite nei successivi 4 anni, andranno saldate il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024. La prima e la seconda rata saranno pari al 10% delle somme complessivamente dovute a titolo di Definizione agevolata, le restanti rate invece saranno di pari importo. Il pagamento rateizzato prevede l’applicazione degli interessi al tasso del 2 per cento annuo, a decorrere dal 1° agosto 2023.

Mentre la rottamazione si differenziano dalla rateizzazione ordinaria perché il debito viene abbattuto da sconti su sanzioni e interessi. Per la rottamazione ci sono interessi del 2% per chi sceglie la rateizzazione (il contribuente può pagare pure in unica soluzione entro il 31 luglio 2023). Infine è previsto lo stralcio delle cartelle fino a mille euro. Si ricorda che la domanda di adesione va presentata entro il 30 aprile 2023, presso l’Agenzia delle entrate riscossione.

Rateizzazione o rottamazione cosa conviene?

Una volta accertato che un contribuente ha un debito deve pagarlo se vuole mettersi in regole. Grazie alla rottamazione i contribuenti possono sfruttare un percorso di rateizzazione e un procedimento di sconto su interessi e sanzioni. Con la rateizzazione ordinaria il periodo di dilazione è maggiore, ma senza sconti. La riduzione delle sanzioni e degli intessi dovrebbe essere trai fattori principali della scelta, mentre il piano rateale sempre essere migliore per la rateizzazione.

Con la rottamazione le rate sono trimestrali, di cui due da pagare a luglio e a novembre 2023. Ogni rata è pari al 10% del debito complessivo. Le altre rate (16 per l’esattezza) ogni febbraio, maggio, luglio e novembre dal 2024 al 2027. Mentre con la rateizzazione, soprattutto per grandi debiti, le rate diventano fino a 120. Ovviamente l’importo è minore rispetto a quello della rottamazione. Quindi conviene in caso di debiti importanti.

Resta anche da dire che la rottamazione non è obbligatoria. Una persona può infatti decidere quali cartelle avviare alla procedura e quali no. Perché magari preferisce fare un ricorso in quelle di cui ha certezza di poter vincere. Anche se tra costi di avvocato e giurisprudenza da dover affrontare e rottamazione, forse la seconda scelta è comunque la migliore.

Incentivi auto ecologiche: dal 2 novembre partono le prenotazioni

Dal 2 novembre 2022 alle ore 10:00 sarà possibile accedere alla piattaforma per prenotare l’acquisto del proprio veicolo ecologico. Gli i Incentivi auto ecologiche arrivano fino a 7.000 euro per chi ha un reddito inferiore a 30.000 euro.

Indicazioni operative per fruire degli incentivi auto ecologiche

Il 4 ottobre 2022 è stato pubblicato il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri con le indicazioni operative per poter fruire del bonus auto ecologiche. A meno di un mese da tale pubblicazione, il Ministero per lo Sviluppo Economico ha comunicato che la piattaforma per le prenotazioni sarà aperta a partire dal 2 novembre 2022 alle ore 10:00 sul sito https://ecobonus.mise.gov.it/area-rivenditori .

I contributi previsti sono:

  • importo massimo di 6.000 euro, innalzato a 7.500 euro nel caso di rottamazione dei veicoli inquinanti, per l’acquisto di un veicolo con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/km CO2 (elettrico). Gli incentivi sono riconosciuti a fronte dell’acquisto di un veicolo con prezzo di listino ufficiale del costruttore non superiore a 35.000 euro, Iva esclusa;
  • ammontare massimo di 3.000 euro, aumentato fino a 6.000 euro in caso di rottamazione di un veicolo vecchio, per l’acquisto di un veicolo con emissioni comprese nella fascia 21-60 g/km CO2. Si tratta di veicoli con motore ibrido, diesel o benzina, ma di nuova generazione. Il prezzo di listino dei veicoli agevolabili non deve essere in questo caso superiore a 45.000 euro, Iva esclusa.

Requisiti per la rottamazione

Questi sono gli importi per gli incentivi auto ecologiche previsti per soggetti appartenenti a nucleo familiare con reddito inferiore a 30.000 euro, in caso di reddito superiore i contributi visti sono dimezzati. L’obiettivo è favorire il rinnovamento del parco auto circolante in Italia andando ad eliminare soprattutto i veicoli maggiormente inquinanti generalmente in possesso di coloro che hanno minore capacità economica.

L’incentivo per la rottamazione si riconosce a fronte della consegna al concessionario di un veicolo omologato alle classi comprese tra euro 0 ed Euro 4. Affinché possa essere riconosciuto tale contributo, l’auto da rottamare deve essere intestata da almeno 12 mesi al soggetto che intende intestare il nuovo veicolo.

Ricordiamo che il fondo disponibile per il 2022 è di 650 milioni di euro.

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Cartelle, ecco entro quando va pagata la rata della rottamazione ter di febbraio 2022

Si potrà pagare entro il 7 marzo 2022 la rata della rottamazione ter in scadenza al 28 febbraio prossimo. La scadenza è valida per i soggetti che abbiano rispettato la maxi scadenza dello scorso 14 dicembre. A fare chiarezza sulla scadenza ultima del pagamento della rata è la sezione Riscossione dell’Agenzia delle entrate (Ader). Il pagamento della prossima scadenza è importante per poter continuare a mantenere il piano di rateizzazione del debito residuo.

Quando scade la prossima rata della rottamazione ter per le cartelle esattoriali?

La scadenza del 28 febbraio 2022, con termine ultimo di pagamento al 7 marzo prossimo, è valido per i soggetti che abbiano rispettato il termine di pagamento del 14 dicembre 2021. Tale scadenza si riferiva alle rate di rottamazione che, in origine, erano in scadenza negli anni 2020 e 2021. La scadenza ultima del 7 marzo deriva dal periodo di tolleranza dei 5 giorni. Il 7 marzo è il primo giorno lavorativo susseguente al 5 marzo.

Cosa succede se non si paga in tempo la rata della cartella della rottamazione ter?

In caso di mancato pagamento, anche parziale, oppure di ritardo superiore alla data ultima di scadenza del 7 marzo della rottamazione ter, il debitore incorre in varie situazioni penalizzanti. In primo luogo, si ricompone il debito originario con l’aggravio degli interessi di mora e delle sanzioni. Al debito va, naturalmente, sottratto l’importo già versato. In secondo luogo, si perde il piano di rateazione dell’importo residuo da pagare. E, inoltre, l’agente della riscossione può legittimamente esercitare le azioni esecutive nei confronti del soggetto debitore.

Si può procedere con una nuova rateazione delle rate da pagare nella rottamazione ter?

Diversamente da quanto disponeva il comma 3 bis dell’articolo 68 del decreto legge numero 18 del 2020, non è ammessa alcuna possibilità di stabilire un nuovo piano di rateazione delle rate della rottamazione ter nel caso in cui si salti una sola delle scadenze previste. L’articolo 68, invece, prevedeva la possibilità di poter stabilire un nuovo piano di rateazione dell’importo residuo ma limitatamente alle decadenze verificatesi entro il 31 dicembre del 2019.

Mancato pagamento delle rate della rottamazione ter, i casi di pignoramento, fermo veicoli e preavvisi

Nel caso di mancato pagamento delle rate della rottamazione ter, oltre alla caduta del piano di rateazione, l’agente della riscossione può procedere con il pignoramento. In tal caso, il soggetto riceve una intimazione a pagare le somme dovute entro i cinque giorni successivi. Non vi è alcun atto di intimazione e preavviso per quanto riguarda il fermo dei veicoli o l’ipoteca.

Cartelle esattoriali, quali sono le prossime rate della rottamazione ter?

Superata la scadenza del 28 febbraio (con termine ultimo al 7 marzo 2022), i prossimi termini per il pagamento delle rate della rottamazione ter sono fissati al:

  • 31 maggio 2022;
  • 31 luglio 2022;
  • 30 novembre 2022.

 

Ecobonus moto e scooter, elettrici e ibridi: ripartiti gli incentivi, sconto fino al 40%

Sono ripartiti dal 13 gennaio 2022 gli ecobonus sulle moto e sugli scooter elettrici e ibridi. Lo sconto finale sul prezzo di acquisto di un motoveicolo nuovo può essere del 30% e del 40% a seconda della rottamazione, che non è obbligatoria. Per il 2022 sono stati stanziati 20 milioni di euro. I finanziamenti saranno di 150 milioni di euro fino al 2026. Lo stanziamento prevede risorse per 20 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2023 e di 30 milioni di euro per ogni anno dal 2024 al 2026.

Incentivi moto e scooter elettrici e ibridi 2022, quante risorse a disposizione?

Dalle ore 10 del 13 gennaio 2022 sono partiti gli ecobonus per l’acquisto di una moto o di uno scooter elettrici o ibridi. Le risorse stanziate dal governo nella legge di Bilancio per il 2022 sono pari a 20 milioni di euro per l’anno in corso. Nelle prime 24 ore dall’inizio della domanda dell’ecobonus sono stati già 630 mila euro. L’ecobonus è la misura promossa dal ministero per lo Sviluppo Economico che offre contributi per acquistare i veicoli a ridotte emissioni, secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio 2019 e dalle susseguenti modifiche normative.

Contributi moto e scooter 2022, chi può presentare domanda?

Il contributo per le moto e gli scooter elettrici e ibridi possono essere richiesti da chi acquisterà un mezzo a due ruote entro il 2026. Le categorie alle quali prestare attenzione nell’acquisto del mezzo sono L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e ed L7e. Si tratta di ciclomotori, di motocicli, inclusi i sidecar e i tricicli, e i quadricicli. In quest’ultima categoria sono inclusi sia i motoveicoli leggeri che quelli ordinari. Per tutte le categorie non vi sono limiti di potenza.

Ecobonus moto e scooter, quali sono le modalità di erogazione dell’incentivo?

La modalità di erogazione dell’ecobonus sulle moto e sugli scooter avviene anno per anno. Per il 2022 sono stati stanziati 20 milioni di euro. Se le risorse dovessero esaurirsi, si dovrebbe aspettare il ripristino automatico. La partenza dei prossimi 20 milioni di euro è prevista per gennaio del 2023. Dunque le risorse vanno a esaurirsi anno per anno. Potrebbe capitare che la legge di Bilancio 2023 modifichi il bonus oppure destini maggiori finanziamenti. Non è comunque da escludersi che, nel caso in cui dovessero andare esaurite le risorse del 2022, il governo non rifinanzi la misura prima del termine dell’anno.

Incentivi acquisto moto e scooter 2022, quanto vale lo sconto?

Ottimi gli incentivi rientranti nelle risorse per l’acquisto di una moto o di uno scooter elettrico o ibrido nuovi. Il bonus va a detrazione del prezzo di acquista in misura percentuale. Lo sconto è del 30% nel caso in cui si proceda con l’acquisto senza un mezzo da rottamare. L’incentivo sale al 40% nel caso in cui all’acquisto risulta contestuale la rottamazione. Per le due percentuali è previsto un limite massimo del contributo: 3 mila euro per gli acquisti senza rottamazione; 4 mila euro per gli acquisti con rottamazione.

Quali sono i mezzi che si possono rottamare per acquistare una moto o scooter con gli ecobonus?

Se si ha a disposizione una moto o uno scooter da rottamare, è necessario verificare il possesso di determinati requisiti. Innanzitutto i mezzi da rottamare devono essere della categoria L. Inoltre, il motoveicolo da rottamare deve risultare delle classi di emissioni pari a Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3. Risultano esclusi dagli incentivi sulla rottamazione i modelli più recenti e meno inquinanti.

Ecobonus moto e scooter, come si presenta la domanda per l0 sconto sull’acquisto?

L’incentivo sulle moto e sugli scooter elettrici e ibridi viene riconosciuto direttamente dal rivenditore nel momento dell’acquisto. La procedura prevede dunque la prenotazione del contributo da parte del rivenditore una volta firmato il contratto. La prenotazione deve essere effettuata sulla piattaforma del ministero per lo Sviluppo Economico (ecobonus. mise.gov.it). La somma prenotata come incentivo va a scalare in tempo reale le risorse rimaste disponibili dal fondo dei 20 milioni di euro e visibili sulla piattaforma stessa.

 

 

Rottamazione ter, calendario legge Fiscale: le rate scadute vanno pagate entro il 30 novembre

Nuovi termini per i pagamenti delle cartelle esattoriali arrivano dal decreto Fiscale del governo, anche per quanto attiene alla rottamazione ter. Si allunga a 150 giorni la nuova scadenza di pagamento degli importi contenuti nelle cartelle ricevute dai contribuenti tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021. Il termine inizia a decorrere dal giorno di notifica della cartella stessa. Ma ulteriori termini di pagamento riguardano anche la rimessione delle somme del 2020 e del 2021 della rottamazione ter.

Cartelle esattoriali ricevute tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021: ci sono 150 giorni per pagare

In merito alla tempistica del decreto legge Fiscale sulle nuove cartelle che i contribuenti hanno ricevuto a partire dal 1° settembre scorso o che riceveranno entro il 31 dicembre 2021, il termine per il pagamento viene elevato a 150 giorni anziché i consueti 60 giorni. Sia gli interessi di mora che le azioni di recupero coattivo come il pignoramento o il fermo dei veicoli dovranno osservare, altresì, questo termine. Per la presentazione del ricorso contro il provvedimento dell’Agenzia delle entrate il termine rimane fissato a 60 giorni.

Cambiano le date del pagamento delle rate scadute

Cambia anche il calendario e le modalità di pagamento delle rate della rottamazione ter. Entro il 30 novembre 2021 devono essere pagate tutte le rate scadute. Ovvero le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio risultanti dalle definizioni agevolate con l’Agenzia di riscossione. Dette rate originariamente erano già in scadenza nel 2020 o nel 2021. Il termine ultimo era corrispondente alla rata di luglio del 2021.

Nuovo calendario per il pagamento delle rate originarie del 2020 e 2021 e già scadute

Più nel dettaglio, le rottamazioni originariamente stabilite nell’anno 2020 e 2021 erano state rimodulate dal decreto Sostegni bis nei seguenti termini:

  • rate di febbraio e marzo 2020 in pagamento entro il 2 agosto 2021;
  • rata di maggio 2020 in pagamento entro il 31 agosto 2021;
  • rata di luglio 2020 in pagamento entro il 30 novembre 2021;
  • rata di novembre 2020 in pagamento entro il 2 novembre (considerando festivi il 31 ottobre e il 1° novembre);
  • rate in scadenza nel 2021 in pagamento entro il 30 novembre 2021.

La scadenza ultima per le rate scadute del 2020 e 2021 è stato posticipato al 30 novembre 2021

Per effetto del decreto Fiscale, tutte le rate di cui sopra scadute e riguardanti le scadenze del 2020 e del 2021 dovranno essere saldate entro la scadenza del 30 novembre 2021. Sono tollerati fino a 5 giorni di ritardo oltre questa data. Il termine ultimo è dunque il 6 dicembre 2021, considerando i giorni festivi. In caso di mancato pagamento, anche solo di una rata, e anche in caso di ritardo, si va incontro alla caducazione della sanatoria. In tal caso, il debito si ripristina dall’inizio includendo anche gli interessi di mora e le sanzioni.

Rate non pagate dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021: decadenza piano rateazione

Novità arrivano anche per le rate da saldare risultanti da dilazioni pendenti alla data dell’8 marzo 2020 nel caso in cui molte delle quali non siano state pagate. Considerando che tra il giorno 8 marzo 2020 e il 31 agosto 2021 il numero di rate è pari a 18, l’Agenzia delle entrate aveva stabilito che il mancato pagamento di 10 di queste rate avrebbe determinato la decadenza del piano di rateazione.

Pagamento delle rate in sospeso entro settembre 2021: soglia di decadenza elevata a 18 mesi

Il contribuente avrebbe potuto pagare le rate non pagate entro settembre 2021. E dunque, con il pagamento di 9 rate già scadute più quella di settembre, il debitore avrebbe potuto saldare le somme in sospeso. In tal modo, avrebbe ripreso a pagare mensilmente secondo l’originario piano delle rate. Date le difficoltà del saldo, il decreto Fiscale ha previsto dei benefici per i pagamenti in sospeso. Innanzitutto la soglia di decadenza del piano rate è elevato a 18 mesi.

Pagamenti delle rate dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021

Inoltre, il decreto fiscale ha stabilito che per il pagamento delle rate sospese c’è tempo fino al 31 ottobre 2021. Entro fine ottobre, dunque, i contribuenti devono saldare tutte le dilazioni pendenti dal giorno 8 marzo 2020 al 31 agosto 2021.

Rottamazione cartelle sospese, entro il 31 ottobre è sufficiente pagare 3 rate

Calcoli alla mano, per rientrare nel piano di rateazione originario e saldare le rate mese per mese, i contribuenti potrebbero saldare entro il 31 ottobre 2021 tre rate, includendo anche quelle di settembre e di ottobre. In questo modo, considerando la causa di decadenza del piano delle rate elevato a 18 mesi, i contribuenti potrebbero riprendere a pagare secondo il loro piano originario di saldo.

Cartelle esattoriali, nuova scadenza per chi riceve gli avvisi di pagamento

Tra le novità in arrivo con il decreto legge Fiscale ci sarà l’introduzione di un nuovo calendario per le cartelle esattoriali. Cambieranno le date per la rottamazione e i versamenti legati alle cartelle stesse. Ci sarà più tempo per pagare: dai 60 giorni si passerà a 150 giorni. Le cartelle sono quelle relative al periodo dal 1° settembre al 31 dicembre 2021.

Quali cartelle esattoriali rientrano tra le novità del decreto Fiscale?

Le nuove scadenze per il pagamento delle cartelle esattoriali con la proroga dei 150 giorni riguardano le cartelle ricevute nei mesi da settembre a dicembre 2021. La proroga della scadenza riguarda anche la decorrenza degli interessi di mora e dell’avvio della procedura di pignoramento. Per il ricorso, invece, sono previsti 60 giorni dalla data di ricezione della cartella esattoriale.

Invio delle cartelle esattoriale dopo il periodo di sospensione Covid

La misura contenuta nel decreto Fiscale approvato il 15 ottobre nel Consiglio dei ministri relativa alle cartelle esattoriali deriva dal blocco di riscossione delle stesse imposto dall’articolo 68 del decreto legge numero 18 del 2020. La sospensione infatti disponeva che a partire dall’8 marzo 2020 l’agente della riscossione non potesse notificare cartelle di pagamento e di intraprendere azioni volte al recupero delle somme. Pertanto, l’Agenzia delle entrate, durante il periodo di sospensione, non ha potuto notificare, tra gli altri, anche le ipoteche, gli atti di pignoramento e i preavvisi di fermo dei veicoli.

Pagamento cartelle esattoriali ricevute dal 1° settembre 2021

La sospensione della notifica delle cartelle esattoriali è terminata il 31 agosto 2021. Ciò significa che, a partire dal 1° settembre scorso, l’Agenzia delle entrate ha potuto nuovamente inviare avvisi di riscossione nonostante le permanenti difficoltà dei contribuenti. Da qui l’intervento del governo nell’adeguare il ripristino delle operazioni di riscossione con scadenze meno rigide. Intervento che è arrivato nel decreto Fiscale di venerdì scorso.

Cosa impone il decreto Fiscale sulla riscossione delle cartelle esattoriali?

Sulle cartelle esattoriali, nel dettaglio della norma, l’articolo 2 del decreto Fiscale impone che la scadenza del pagamento sia posticipata fino a 150 giorni rispetto limite dei 60 giorni. Pertanto i contribuenti hanno fino a 5 mesi dall’arrivo della cartella notificata tra il 1° settembre e il 31 dicembre prossimo per procedere con il pagamento. Diversamente, chi ha già provveduto al pagamento della somma indicata nella cartella ricevuta, non può richiedere alcun rimborso. Si tratta, infatti, di importi che i contribuenti devono comunque versare.

Cartelle esattoriali, da quando iniziano a decorrere gli interessi di mora?

In virtù del nuovo decreto cambia anche il meccanismo di calcolo degli interessi di mora per il mancato pagamento. La norma generale, infatti, fissa a 60 giorni la decorrenza degli interessi. Con il decreto Fiscale, invece, gli interessi inizieranno a decorrere solo dopo i 150 giorni concessi dal governo per il pagamento di quanto dovuto e indicato nella cartella esattoriale. Per effetto della norma, inoltre, prima dei cinque mesi non potranno partire nemmeno le azioni volte al pignoramento dei beni (recupero coattivo di quanto dovuto dal contribuente). Prima dei 150 giorni non potranno partire, pertanto, neppure le azioni esecutive.

Decreto fiscale: cosa avviene per il fermo dei veicoli e l’ipoteca?

Il decreto fiscale non menziona gli strumenti cautelari dell’ipoteca e del fermo dei veicoli. Tuttavia, l’interpretazione della norma porta a ritenere che la proroga dei pagamenti dei contribuenti a 150 giorni dalla ricezione dell’avviso sia da estendersi anche a questi due casi. Con un’attenzione maggiore sui termini di presentazione del ricorso. Infatti, se il termine di pagamento slitta da 60 a 150 giorni, quello per la presentazione del ricorso deve avvenire entro i consueti 60 giorni dalla ricezione dell’avviso. Infine, il decreto Fiscale non si applica per le ingiunzioni di versamento degli enti regionali e comunali. Per il pagamento agli enti territoriali il limite, infatti, rimane sempre a 60 giorni dal giorno della ricezione dell’avviso di pagamento.

Decreto fiscale, ecco tutte le novità: sicurezza sul lavoro, incentivi auto, cassa integrazione e cartelle

Arrivano le novità del decreto Fiscale approvato dal Consiglio dei ministri. Tra queste, la stretta sulle imprese che non rispettano la sicurezza sul lavoro, il rifinanziamento (parziale) degli incentivi sull’acquisto di un’auto, la cassa integrazione Covid, il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali e i fondi per il Reddito di cittadinanza.

Decreto fiscale e irregolarità sul lavoro: si abbassa la soglia di irregolari che dà luogo alla sospensione

Sulle imprese arriva la stretta in merito alla sicurezza sul lavoro. Infatti scende al 10% (dal 20%) il tetto degli addetti irregolari sui luoghi di lavoro che fa scattare la sospensione dell’attività. Il provvedimento prevede che non sia più necessaria la recidiva. In caso di violazione, scatta da subito la sospensione dell’attività. Il decreto rafforza anche le competenze dell’Ispettorato del lavoro: insieme alle aziende sanitarie del territorio dovranno intensificare la vigilanza del rispetto della norma. Si rafforzerà anche l’organico dell’Ispettorato: in arrivo concorsi per 1.024 nuovi posti oltre al bando di 1.122 in corso.

Aziende irregolari per a sicurezza: cosa fare per riprendere l’attività?

In caso di violazione del decreto Fiscale e della sospensione, l’azienda per riprendere l’attività dovrà ripristinare le condizioni regolari di svolgimento del lavoro. Si prevede anche il pagamento di una somma aggiuntiva. L’importo varia da 300 a 3000 euro per ogni lavoratore: vale la gravità della violazione. L’importo da pagare si moltiplica per due nel caso in cui l’azienda sia incorsa, nei 5 anni prima, già in un provvedimento di sospensione. Durante la sospensione, l’azienda non potrà avere contatti con la Pubblica amministrazione.

Decreto fiscale, le novità per gli incentivi auto

Cifre ben più modeste rispetto al 2021 sono state riservate dal decreto Fiscale sugli incentivi auto. Infatti l’ecobonus è stato rifinanziato di soli 100 milioni di euro dei quali:

  • 65 milioni andranno all’acquisto di nuove vetture a basso impatto ambientale, da 0 a 60 g/km di CO2. Si tratta, in buona sostanza, dei modelli plug in (ibridi) e delle auto elettriche;
  • 10 milioni di euro andranno alle auto mediamente impattanti per l’ambiente (da 61 a 135 g/km). Rientrano in questa categoria le vetture ibridi semplici e vari modelli Euro 6 a benzina e a gasolio;
  • per le auto usate il decreto Fiscale destina 5 milioni di euro.

Proroga Cassa integrazione Covid nel decreto Fiscale: da 9 a 13 settimane fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Fiscale del governo prevede anche il rifinanziamento della Cassa integrazione Covid. La proroga è di 13 settimane per:

  • le piccole imprese del terziario;
  • il commercio;
  • gli artigiani;
  • grande distribuzione;
  • giornalisti.

Le 13 settimane vanno utilizzate dal 1° ottobre scorso al 31 dicembre 2021. Devono essere già state utilizzate tutte le precedenti 28 settimane di proroga della Cassa integrazione Covid. Proroga di 9 settimane, invece, per i settori tessili, dell’abbigliamento e delle calzature. L’utilizzo delle settimane deve avvenire sempre nel periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2021 e devono essere state utilizzate le 17 settimane concesse precedentemente. La proroga della Cig Covid ha un costo di 878,4 milioni di euro.

Cartelle esattoriali, più tempo per pagarle

Altri 5 mesi (150 giorni) vengono concessi per il pagamento delle cartelle notificate dall’agente pubblico della riscossione. La notifica deve essere avvenuta dal 1° settembre 2021 fino al 31 dicembre 2021. Benefici anche per non perdere i vantaggi della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Infatti, si possono saldare le rate del 2020 non ancora versate entro la scadenza del 30 novembre in un unico pagamento insieme alle rate rientranti nella pace fiscale di quest’anno. Inoltre, il piano di rateizzazione non decade per i contribuenti che hanno dilazionato i debiti con richiesta prima dell’8 marzo 2020.

Decreto Fiscale, rifinanziato il congedo parentale delle famiglie

Il decreto Fiscale procede anche al rifinanziamento dei congedi parentali al 50% delle famiglie. Il congedo va a favore sia dei lavoratori dipendenti che autonomi genitori di figli fino a 14 anni. I lavoratori possono assentarsi da lavoro per i casi di sospensione dell’attività educativa e didattica del figlio. La durata della sospensione può essere per tutta per una parte dell’infezione o per la quarantena che sia stata disposta dalle autorità sanitarie. Per i figli da 14 a 16 anni di età il congedo non è retribuito. Rifinanziato anche il fondo dell’Inps per la malattia dei lavoratori posti in quarantena.

Nuovo patent box rafforzato per le imprese dal decreto Fiscale

Va in pensione il vecchio patent box e il decreto Fiscale introduce e rafforza la deducibilità di quello nuovo. Nel provvedimento del governo si prevede la deduzione rafforzata del 90% relativa ai costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo. I costi deducibili, anche ai fini dell’Irap, devono essere stati sostenuti per:

  • software coperti da copyright;
  • marchi di impresa;
  • brevetti industriali;
  • modelli, disegni, formule delle imprese nello svolgimento della propria attività.

Le imprese che hanno in corso procedure con il vecchio patent box possono richiedere di accedere al più vantaggioso nuovo strumento.

Decreto Fiscale, 200 milioni al Reddito di cittadinanza

Dal decreto Fiscale arriva anche il rifinanziamento per 200 milioni del Reddito di cittadinanza. Salvaguardati anche 100 mila posti di lavoro di somministrati assunti con contratto a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro. Si tratta di lavoratori mandati a tempo determinato presso le imprese utilizzatrici. Il provvedimento cancella la scadenza del 31 dicembre 2021 per i 24 mesi della missione stessa.

Parte la rottamazione bis delle cartelle

Sono stati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, i modelli per aderire alla nuova stagione di regolarizzazione per il pagamento delle cartelle.
Si tratta di un provvedimento che prevede tre diverse tipologie: i ruoli emessi dal primo gennaio al 30 settembre, le cartelle per le quali era in atto una rateizzazione non versata, i pagamenti delle prime due rate della prima rottamazione.

In un comunicato si legge che: “Sul portale istituzionale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione sono disponibili il modello per presentare la domanda di adesione per i debiti affidati alla riscossione nei primi nove mesi di quest’anno e il modello destinato a quei contribuenti ai quali era stata rigettata l’adesione alla definizione agevolata (dl 193/2016), perché non in regola con i vecchi piani di rateizzazione in corso al 24 ottobre 2016, e intendono presentare una nuova domanda di adesione. Il decreto fiscale ora all’esame del Senato consente inoltre ai contribuenti che hanno aderito alla “prima definizione agevolata”, ma non hanno pagato la prima (o unica) rata di luglio né quella prevista a settembre 2017, di mettersi in regola entro il prossimo 30 novembre per essere riammessi ai benefici previsti dalla definizione agevolata”.

Tra le novità, ecco quali spiccano maggiormente:

LA ROTTAMAZIONE PER LE CARTELLE 2017: Riguarda i carichi affidati all’agente della riscossione dall’1 gennaio al 30 settembre 2017. Chi aderisce dovrà pagare l’importo residuo del debito senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. Per le multe stradali, invece, non si devono pagare gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge. Per aderire il contribuente deve presentare, entro il 15 maggio 2018, la propria richiesta di adesione compilando il modello DA-2017 disponibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate- Riscossione o presso i suoi sportelli. E’ possibile effettuale il pagamento in unica soluzione, prevista a luglio 2018, o a rate, fino ad un massimo di 5: oltre a luglio, nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2018, mentre la quinta rata è fissata a febbraio 2019. Entro il 31 marzo 2018 l’Agenzia delle entrate-Riscossione invierà al contribuente una comunicazione per posta ordinaria sulle somme che le sono state affidate entro il 30 settembre del 2017 e per le quali non risulta ancora notificata la relativa cartella di pagamento.

NUOVA CHANCE PER I “RESPINTI“: Hanno la possibilità di accedere nuovamente alla rottamazione anche i contribuenti che si sono visti respingere la domanda perché non erano in regola con il pagamento di tutte le rate scadute al 31 dicembre 2016 di una dilazione in corso al 24 ottobre 2016. I contribuenti interessati devono presentare, entro il 31 dicembre 2017, una nuova istanza di adesione alla definizione agevolata compilando il modello DA-R disponibile sul portale o presso gli sportelli dell’Agenzia della Riscossione. Il modello può essere inviato anche per posta certificata alla direzione regionale di riferimento. L’Agenzia rinvierà entro il 31 marzo una comunicazione con l’importo del debito non versato che dovrà essere pagato entro il 31 maggio. Poi entro il 31 luglio indicherà gli importi dovuti per la “rottamazione” da pagare in un massimo di tre rate di pari importo con scadenza settembre, ottobre e novembre 2018.

VERSAMENTI NON FATTI, PROROGA A NOVEMBRE: Arriva una ciambella di salvataggio per chi non ha pagato la prima rottamazione, come previsto. Se non si è versata la prima (o unica) rata prevista a luglio o quella di settembre 2017 (dl 193/2016 convertito con legge 225/2016), potrà mettersi in regola e quindi non perdere i benefici previsti dalla definizione agevolata, pagando quanto previsto entro il prossimo 30 novembre, senza oneri aggiuntivi e senza comunicazioni all’Agenzia delle entrate-Riscossione. Per pagare si devono utilizzare i bollettini ricevuti dall’agente della riscossione con la comunicazione delle somme dovute.

Vera MORETTI