Bonus edilizi per piccoli lavori e interventi oltre 10.000 euro: conviene la cessione dei crediti o la detrazione?

Per i piccoli interventi rientranti nei bonus edilizi o i lavori modesti ma di importo superiore ai 10 mila euro, conviene procedere con la cessione dei crediti di imposta o con la detrazione fiscale diretta? Le ultime novità relative ai bonus e ai superbonus edilizi, in particolare relative alle strette sulle cessioni dei crediti di imposta e alle asseverazioni e ai visti di conformità e di congruità delle spese sostenute per i lavori, farebbero propendere la scelta verso la detrazione fiscale.

Bonus su piccoli interventi edilizi: gli adempimenti per la cessione dei crediti di imposta

Analizzando quali interventi paghino il prezzo maggiore per le nuove strette dei decreti antifrodi, sono proprio i piccoli lavori (da distinguere da quelli entro i 10 mila euro o da quelli in edilizia libera). Per questi lavori, infatti, pur senza la necessità di ricorrere a grandi cantieri, il committente deve comunque sostenere i costi di asseverazione delle spese e di visti di conformità. Gli stessi adempimenti previsti per la cessione dei crediti di imposta o per lo sconto in fattura. Si tratta, anche se in proporzioni percentuali da calcolare rispetto all’entità degli interventi, di alcuni costi fissi dei quali il committente deve farsi carico.

Bonus edilizi, quando visti di conformità e asseverazioni di congruità delle spese sono sempre necessari

Questi costi potrebbero eliminare la convenienza di ricorrere alle opzioni di cessione dei crediti di imposta e dello sconto in fattura. Inoltre per alcuni bonus, come quello delle facciate, questi adempimenti sono sempre necessari, anche se si tratta di interventi ancora più piccoli. Ovvero di lavori entro i 10 mila euro o ricadenti in edilizia libera.

Bonus edilizi per piccoli interventi, conviene la detrazione fiscale diretta?

Nella scelta su come trarre vantaggi fiscali dall’esecuzione degli interventi ricadenti nei bonus edilizi, torna utile dunque valutare la convenienza della detrazione fiscale diretta. Normalmente i bonus prevedono il recupero del beneficio spalmandolo in dieci rate annuali. Ma la valutazione non deve escludere un altro parametro di valutazione, ovvero l’inflazione. Ad oggi, secondo gli ultimi andamenti, la percentuale di crescita dei prezzi è del 4,8% (dati di gennaio 2022 dell’Istat). E dunque risulta necessario calcolare quanto del vantaggio fiscale legato ai bonus edilizi viene sottratto dall’inflazione.

Detrazioni fiscali legate ai bonus edilizi: quanto è importante considerare l’inflazione?

La detrazione diretta di quanto spettante dai bonus sugli interventi edilizi può essere calcolata al netto dell’inflazione prodotta negli anni di recupero fiscale. Ad esempio, se un contribuente fa fare interventi edilizi per 8.000 euro nel 2022 rientranti nel bonus ristrutturazioni, la detrazione del 50% sarebbe di 4.000 euro. Questa detrazione dovrà essere spalmata nei 10 anni successivi, mediante una rata annuale di detrazione pari a 400 euro. Il primo anno di detrazione è quello successivo al periodo in cui sono stati svolti i lavori, ovvero il 2023.

Bonus edilizi e detrazioni fiscali: quanto si perde negli anni per l’inflazione?

A partire dalla dichiarazione dei redditi del 2023, quindi, immaginando un indice di inflazione costante al 4% all’anno, il valore effettivo del beneficio fiscale (dei 4.000 euro) scenderebbe a 3.250 euro. Ovvero nell’arco dei 10 anni il potere di acquisto del beneficio fiscale calcolato nel 2022 si riduce progressivamente di 4 punti percentuali per ogni anno. Con un’inflazione media annua del 2%, l’erosione del vantaggio fiscale si fermerebbe a 3.600 euro.

Bonus edilizi: inflazione e costi della cessione dei crediti di imposta non detraibili

Considerazioni e calcoli sull’inflazione entrano, pertanto, di diritto nella scelta di quale strumento avvalersi per spalmare il vantaggio fiscale dei bonus edilizi negli anni. Nel caso di cessione del credito di imposta a una banca, il prezzo applicato dall’istituto contiene già una voce di costo dell’inflazione stimata nel tempo. Ma il rischio di erosione del valore del bonus può essere, a fronte di un prezzo da pagare, scaricato su chi acquisisce il credito di imposta. Si tratta, in definitiva, di valutare l’erosione del vantaggio fiscale negli anni per l’inflazione con i costi applicati all’opzione di cessione del credito di imposta, alcuni dei quali non risultano detraibili.

Cessione crediti di imposta su bonus edilizi: quanto convengono dopo le modifiche?

Il mercato delle cessioni dei crediti di imposta e dello sconto in fattura può ripartire dopo lo stop delle scorse settimane, ma il rischio è quello dei maggiori costi a carico dei contribuenti. Il nuovo decreto legge numero 13 del 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio, infatti, rimescola ancora le regole sui trasferimenti dei crediti di imposta: le procedure, più complesse, possono riflettersi su quanto siano convenienti le operazioni di bonus e superbonus 110% in edilizia.

Come avverrà la cessione dei crediti di imposta sul bonus casa?

La cessione dei crediti di imposta sarà possibile per un numero massimo di tre trasferimenti. Due però dovranno essere effettuati coinvolgendo i soggetti controllati, ovvero le banche, le Poste Italiane, gli intermediari finanziari e le società bancarie. E per i professionisti che svolgono le asseverazioni pesano le nuove responsabilità con prevedibile scarico dei costi a carico dei contribuenti.

Cessione dei crediti di imposta, cosa cambia con il nuovo decreto sui bonus e superbonus edilizi?

Con il nuovo provvedimento si dà l’addio alle cessione illimitata dei crediti di imposta sui bonus e superbonus edilizi. I bonus sulla casa prevedono regole più stringenti sia sulla circolazione della “moneta fiscale” dei superbonus, che su altri bonus edilizi ordinari, come l’ecobonus del 50% o del 65%, il bonus ristrutturazione del 50% e il bonus facciate del 60%. Tutti i professionisti tecnici che rilasciano i visti e le asseverazioni sono obbligati all’assicurazione.

Bonus e superbonus edilizi, il peso dei costi di professionisti tecnici

Per l’utilizzo dell’opzione della cessione del credito di imposta o per lo sconto in fattura, è richiesta l’asseverazione di congruità dei prezzi. L’obbligo vale sia per il superbonus 110% che per gli altri bonus edilizi ordinari. Le novità introdotte dal decreto legge numero 13 del 2022 avranno un impatto anche sui contribuenti o cliente che decideranno di far fare interventi di ristrutturazioni. Con il rafforzamento delle pene legate ai reati dei professionisti tecnici incaricati di redigere la documentazione di asseverazione dei costi, (multa da 50 mila a 100 mila euro, reclusione dai 2 ai 5 anni in caso di dati falsi o di omissioni rilevanti), è facile che i costi per i contribuenti tendino a salire.

Detrazioni delle spese per bonus e superbonus solo entro i limiti massimi

Il rispetto della congruità dei costi va a colpire non solo il superbonus 110%, ma anche i bonus casa ordinari. L’ultimo provvedimento del governo ha stabilito che debbano utilizzarsi i nuovi prezzi massimi delle 34 tipologie di lavori in elenco, dalle caldaie alle finestre, dalle coibentazioni alle pompe di calore. Chi maggiormente rischia di vedersi penalizzato dalle ultime novità del decreto sono i contribuenti che facciano svolgere lavori con bonus ordinari che non rientrino nel superbonus 110%.

Esempio di costi dei bonus casa in caso di cessione dei crediti di imposta

Infatti, se un contribuente decide di avvalersi del bonus ristrutturazione al 50% per la sistemazione di una casa e del cambio delle finestre con l’ecobonus del 50% per una spesa totale di 75 mila euro, le detrazioni spettanti prima degli ultimi interventi legislativi erano di 37.500 euro. Il credito di imposta poteva essere ceduto a qualsiasi soggetto e la burocrazia era limitata. Con gli ultimi provvedimenti sono necessari il visto di conformità e l’asseverazione di congruità delle spese. E la cessione dei crediti di imposta, dopo il primo passaggio, può essere fatta solo verso soggetti in ambito controllato, ovvero le banche, le assicurazioni, le Poste Italiane e gli altri intermediari finanziari vigilati.

Cessione dei crediti di imposta, è necessaria l’assicurazione: in cosa consiste?

Inoltre, le ultime novità legislative hanno introdotto l’obbligo di assicurazione con massimale corrispondente ai costi di tutti i lavori attestati. Con un conseguente incremento dei costi. Se la detrazione fiscale, nell’esempio riportato, era di importo pari a 37.500 euro, con le novità i costi scendono. Perché la cessione verso le banche potrebbe far calare il vantaggio fiscale a circa 30 mila euro. Si tratta del costo applicato anche in precedenza, ma il credito poteva essere fatto circolare verso tutti i soggetti negoziandone il vantaggio. Ma a questa perdita di detrazione fiscale devono aggiungersi anche gli ulteriori costi dell’asseverazione di congruità e del visto di conformità dei costi. Questi ultimi costi sono detraibili, ma comportano un esborso iniziale.

Quali crediti di imposta potrebbero essere pagati di meno in caso di cessione?

Inoltre, non è da escludersi che nel nuovo mercato di circolazione della moneta fiscale, degli operatori possano decidere di applicare prezzi di acquisto dei crediti di imposta più al ribasso. Si potrebbe pensare, ad esempio, a un prezzo minore sui crediti di imposta che abbiano meno cessioni residue consentite o una durata più lunga. In più dovrà essere valutato, intervento su intervento, l’impatto del nuovo prezziario del ministero per la Transizione ecologica (Mite). Le 34 voci di costi sono da rispettare nei nuovi limiti massimo di costo.

Cessione dei crediti di imposta su bonus edilizi: codice identificativo e tre operazioni

In arrivo novità sulle cessioni dei crediti di imposta relative ai bonus e ai superbonus edilizi dal decreto “Frodi” che andrà a correggere la stretta operata dal decreto “Sostegni ter”. Si riapre alla cessione dei crediti di imposta con tre operazioni e codice identificativo. Ma c’è bisogno dell’intervento della banca per il secondo e il terzo trasferimento. Il provvedimento prevede anche nuove sanzioni penali per i tecnici asseveratori che effettuino false documentazioni.

Quali novità sono in arrivo sullo sconto in fattura e sulla cessione dei crediti di imposta con il decreto ‘Frodi’?

Le operazioni di cessioni dei crediti di imposta sui superbonus e bonus edilizi, con il nuovo decreto in arrivo, potrebbero arrivare a tre. Due delle operazioni di cessione dovranno avvenire in ambito controllato. Dal 1° maggio 2022, inoltre, si prevede l’alt alle operazioni parziali di cessione dei crediti. Le operazioni di trasferimento dei crediti di imposta con il nuovo provvedimento avvengono con la prima e le eventuali seconda e terza operazione di trasferimento.

Sconto in fattura e cessione dei crediti di imposta sui bonus edilizi con la prima operazione di trasferimento

Con la prima cessione del credito di imposta sugli interventi rientranti nei bonus edilizi si dà accesso alle detrazioni fiscali. Ovvero, dopo la realizzazione dei lavori che danno il via alle detrazioni, rimane possibile procedere con lo sconto in fattura e un successivo trasferimento dei crediti di imposta. In alternativa, si può procedere con la sola cessione diretta del credito di imposta a qualsiasi soggetto. Non vi è, dunque, limitazione sulla prima scelta dell’opzione, ovvero sconto in fattura e cessione del credito di imposta. Fino alla prima operazione di cessione, lo schema di scelta delle opzioni delle detrazioni fiscali è uguale a quanto prevede il decreto “Sostegni ter”.

Seconda e terza operazione di cessione del credito di imposta sui superbonus edilizi: quando si può fare?

Il nuovo decreto “Frodi” attua dei cambiamenti in merito alla seconda e alla terza cessione del credito di imposta sugli interventi rientranti nei bonus edilizi. Infatti, dopo la prima operazione di cessione, i trasferimenti successivi sono possibili solo in ambito controllato. Ovvero, il credito di imposta può essere trasferito per altre due volte, ma solo se interveniente come soggetto la banca o gli altri intermediari finanziari elencati nell’articolo 106 del Testo unico bancario (Tub). Sono ammesse operazioni anche a favore dei gruppi bancari o delle assicurazioni.

Cessione dei crediti di imposta sui bonus edilizi con codice identificativo: cosa significa?

L’ulteriore novità relativa alla cessione dei crediti di imposta sugli interventi edilizi riguarda il codice identificativo. A partire dal 1° maggio 2022, infatti, una volta che si comunica la prima operazione di trasferimento del credito, il credito stesso non potrà essere spacchettato e trasferito in maniera parziale. Per evitare lo spacchettamento, al credito di imposta verrà assegnato un codice identificativo univoco. Procedendo in questo modo, i soggetti che volessero ricostruire la storia dei passaggi del credito di imposta tra le varie operazioni potranno farlo ricomponendo la catena dei trasferimenti avvenuti.

Cessione dei crediti di imposta: in arrivo nuove sanzioni penali per i tecnici asseveratori

Con il nuovo provvedimento del governo, oltre alla disciplina della cessione dei crediti di imposta e dello sconto in fattura sulle operazioni dei bonus e superbonus edilizi, sono in arrivo anche nuove sanzioni penali per i tecnici professionisti che provvedono alle documentazioni di asseverazione dei lavori. Si tratta di una nuova sanzione penale, con multa che va da 50 mila euro a 100 mila euro e la reclusione da 2 a 5 anni, per i tecnici professionisti che emettano false attestazioni e documentazioni inerenti le detrazioni fiscali. Il nuovo reato riguarda, nello specifico, tutti i visti legati ai bonus sulla casa.

Quali reati sono previsti per i tecnici professionisti che procedono con le asseverazioni delle spese dei bonus edilizi?

Il nuovo reato riguarderà le asseverazioni dei tecnici professionisti per i lavori di:

  • efficientamento energetico;
  • visti di conformità e congruità delle spese relative agli interventi;
  • le asseverazioni sulla efficacia della messa in sicurezza degli edifici in chiave antisismica.

Le sanzioni penali verranno applicate sia in ambito del superbonus 110% che su tutti gli altri bonus, anche minori, relativi agli interventi sulla casa.

Credito di imposta bonus edilizi: come fare prima, seconda e terza cessione?

Riparte il mercato delle cessioni del credito di imposta e dello sconto in fattura legati al superbonus 110% e bonus edilizi. Il Banco Bpm risulta già operativo alle operazioni dopo la sospensione dettata dalle nuove disposizioni del decreto “Sostegni ter”. AnchePoste Italiane e Cassa depositi e prestiti stanno per mettersi nuovamente al lavoro. La nuova operatività delle operazioni di cessione del credito e dello sconto in fattura arriva dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri dei provvedimenti che rivedono le norme del decreto di gennaio.

Bonus e superbonus casa, ecco le novità per la cessione del credito di imposta e sconto in fattura

Proprio con le nuove regole del governo in merito alla cessione dei crediti di imposta e alla corretta applicazione dello sconto in fattura sui bonus e superbonus edilizi, è possibile realizzare la prima cessione, la seconda e la terza. Si tratta di tre passaggi che ampliano la circolazione della “moneta fiscale” anche se con delle limitazioni ben precise rispetto a quanto avveniva fino al 16 febbraio scorso. La prima cessione diventa operativa dopo la realizzazione degli interventi rientranti nel superbonus 110% e dei bonus e la maturazione della detrazione.

Quando si può cedere più volte il credito di imposta sui superbonus e bonus casa?

In prima battuta rimane possibile beneficiare delle agevolazioni fiscali in edilizia con lo sconto in fattura. Lo sconto determina una successiva cessione del credito di imposta maturato. Questo ultimo passaggio si può fare a qualsiasi soggetto, senza che vi siano particolari limiti. La prima cessione del credito di imposta rimane, pertanto, libera. La stretta può avvenire in caso di secondo e di terzo passaggio. Infatti, in seconda battuta, ovvero per i trasferimenti susseguenti, la cessione si può fare solo in un ambito controllato. E, pertanto, la seconda e la terza cessione del credito di imposta può avvenire solo a favore delle banche e degli intermediari finanziari elencati dall’articolo 106 del Testo Unico Bancario (Tub). Sono compresi nell’elenco anche i gruppi bancari e le assicurazioni.

Bonus casa, no alle cessioni parziali e pene più severe ai tecnici che fanno le asseverazioni

Una novità sulle cessioni dei crediti di imposta sui bonus e sui superbonus edilizi partirà per le operazioni a decorrenza del 1° maggio 2022. Il provvedimento prevede che, una volta comunicata la prima operazione di cessione del credito di imposta, il credito stesso non potrà essere spacchettato attraverso il trasferimento parziale. Per garantire l’interezza dell’operazione, al credito verrà attribuito un codice identificativo univoco che servirà a identificarlo. Infine, pene più severe sono previste per i tecnici abilitati che effettuano le asseverazioni relative ai bonus edilizi. Nel caso in cui forniscano false informazioni sul visto da apporre, è prevista la reclusione da 2 a 5 anni. La norma punta soprattutto a punire le false asseverazioni relative alle effettive realizzazioni degli interventi che beneficiano dei bonus casa.

Bonus barriere architettoniche al via, si può fare la cessione del credito di imposta?

Per tutto il 2022 sarà possibile utilizzare il bonus barriere architettoniche. La misura, attesa al debutto nei prossimi giorni, permette la detrazione fiscale del 75% degli interventi effettuati per l’eliminazione degli ostacoli fisici che causano disagi per la mobilità. In questi giorni, l’Agenzia delle entrate è intervenuta per aggiornare le specifiche inerenti i lavori sulle parti comuni degli edifici. Inoltre, l’agevolazione fiscale consente di utilizzare la cessione del credito di imposta come opzione alternativa alla detrazione diretta. L’attesa è per le nuove disposizioni su come potrà essere esercitata la scelta.

Eliminazione delle barriere architettoniche, quali sono i lavori ammessi?

Con il provvedimento dell’Agenzia delle entrate numero 46900 del 2022 sono state adottate nuove interpretazioni tecniche per inviare la comunicazione relativa alla detrazione del 75% del bonus barriere architettoniche. I relativi lavori consentiranno il vantaggio fiscale per tutto il 2022. Il bonus può essere utilizzato a partire dal 24 febbraio 2022 per:

  • eliminare gli ostacoli fisici che causano disagio alla mobilità di chiunque, specificatamente per chi ha capacità motorie ridotte o impedimenti sia temporanei che definitivi;
  • abbattere gli ostacoli che impediscono o limitano a chiunque l’utilizzo di parti, di attrezzature e di componenti in modo comodo e sicuro;
  • sopperire all’assenza di segnalazioni e accorgimenti per orientarsi e riconoscere i luoghi e le situazioni di pericolo. Questo elemento si riferisce sia nel caso di non vedenti, ipovedenti o sordi, che per chiunque.

Quali altri lavori sono possibili con il bonus barriere architettoniche?

Oltre agli interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, con il bonus è possibile fare favori di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità abitative funzionali a eliminare le barriere architettoniche. Se si sostituisce l’impianto, il bonus spetta per le spese inerenti lo smaltimento e la bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito. Devono essere rispettati, inoltre, i requisiti elencati dal decreto del ministro dei Lavori pubblici numero 236 del 14 giugno 1989 relativi all’accessibilità degli edifici.

Bonus barriere architettoniche, si può utilizzare la cessione del credito di imposta?

Con il bonus barriere architettoniche si può esercitare l’opzione della cessione del credito di imposta. L’attesa è per l’emendamento al decreto “Milleproroghe” che potrebbe consentire fino a tre passaggi nell’operazione di cessione del credito stesso. In alternativa si può richiedere lo sconto in fattura al fornitore per i pagamenti effettuati entro la fine dell’anno.

Bonus barriere architettoniche, quando si può utilizzare il superbonus 110%? Le ipotesi dei condomini

Il bonus barriere architettoniche si può utilizzare anche come superbonus 110%. In tal caso, e fino a tutto il 2023, viene riconosciuta la detrazione fiscale del 110% ma è necessario che il lavoro di eliminazione degli ostacoli rientri tra gli interventi trainati del condominio. Risulta, in ogni modo, necessario che i lavori vengano effettuati sulle parti comuni del condominio nel caso di deliberazioni di ulteriori interventi:

  • cappotto termico;
  • sostituzione impianto di climatizzazione invernale;
  • lavori per la sicurezza antisismica;
  • interventi a favore degli ultra 65enni (decreto legge numero 34 del 2020).

Comprare casa con i bonus e superbonus antisismici: come fare?

Con i bonus edilizi si può non solo far eseguire degli interventi per la riduzione del rischio sismico, ma acquistare anche delle unità immobiliari. Oltre al bonus ristrutturazioni, infatti, si possono ottenere benefici fiscali anche con i bonus che prevedono la messa in sicurezza antisismica per acquistare una casa. L’agevolazione è sfruttabile fino al 2024 nel caso del bonus; fino a fine 2022 per il superbonus. E, come per gli interventi, anche nei casi di acquisto di una unità immobiliare con i bonus e superbonus antisismici, oltre alla detrazione dell’Irpef, il vantaggio fiscale può essere ottenuto anche dallo sconto in fattura o dalla cessione dei crediti di imposta. Due, in chiave di antisismica, sono nel dettaglio le misure con le quali procedere con l’acquisto di una casa: il bonus e il superbonus 110% per l’acquisto di unità immobiliare antisismica.

Bonus antisismico per acquisto di una casa: che cos’è?

Il bonus antisismico per svolgere lavori di messa in sicurezza da eventi sismici è un’agevolazione fiscale che può essere sfruttata fino al 31 dicembre 2024. L’agevolazione fiscale può essere utilizzata anche per acquistare una unità immobiliare. Il vantaggio fiscale è previsto dal comma 1 septies, dell’articolo 16, del decreto legge numero 63 del 2013. La detrazione fiscale, da sfruttare in cinque anni, è pari al 75% del prezzo di acquisto di una casa fino al massimo del vantaggio fiscale di 96 mila euro. Per acquistare una unità immobiliare è necessario che l’edificio sia stato ricostruito dopo la totale demolizione di un precedente immobile, qualunque sia la precedente tipologia.

Caratteristiche dell’unità immobiliare per beneficiare del bonus antisismico per acquistare una casa

L’intervento in chiave antisismica deve essere stato effettuato a partire dal 1° gennaio 2017 per poter sfruttare il bonus antisismico anche per l’acquisto della casa. L’ambito territoriale dell’immobile deve essere classificato nella zona sismica 1, 2 o 3. Risulta necessario, in ogni caso, che l’acquisto della casa deve essere effettuato entro i 30 mesi susseguenti dal termine degli interventi. E, comunque, l’acquisto deve essere effettuato entro il 31 dicembre 2024.

Acquisto casa con il bonus antisismico, come applicare la detrazione fiscale sul prezzo di acquisto?

La detrazione fiscale sull’acquisto di una casa con i bonus antisismici deve essere ripartita per i 5 anni successivi. Il calcolo dell’aliquota di detrazione fiscale dipende dal numero delle classi di riduzione del rischio sismico derivanti dai lavori di ricostruzione dell’immobile. Si distinguono infatti le percentuali del:

  • 75% del prezzo di acquisto dell’unità abitativa se la riduzione del rischio sismico è stato di una classe;
  • dell’85% del prezzo con il quale si acquista se la riduzioni delle classi è stata di almeno due;
  • in entrambi i casi, il limite della detrazione non può eccedere i 96 mila euro.

Come calcolare la detrazione fiscale nel caso di bonus antisismico e acquisto di una nuova unità immobiliare?

Per procedere a calcolare quanto stetti di detrazione fiscale nel caso di unità immobiliare ricostruita con il bonus antisismico, è necessario procedere come segue:

  • se il prezzo di acquisto è stato di 400 mila euro, il limite sul quale effettuare la detrazione è di 96 mila euro;
  • su 96 mila euro si applica il 75% se la riduzione del rischio è stata pari a una classe. E, dunque, la detrazione fiscale è pari a 72 mila euro;
  • nel caso in cui la riduzione di classi di rischio è pari a due, si applica l’85% per una detrazione fiscale pari a 81.600 euro.

Superbonus per acquistare una casa, come fare?

Oltre al bonus antisismico, per l’acquisto di una casa si può beneficiare anche del superbonus. Anche in questo caso, l’entità della detrazione fiscale dipende dalla riduzione delle classi di rischio sismico ottenuta con l’intervento. L’acquisto di una casa, che non sia di categoria A/1, A8 e A/9, nel caso del superbonus può generare una detrazione fiscale del 110%. Il superbonus per l’acquisto di unità immobiliari successivo agli interventi in super sisma bonus 110% sono disciplinati dal comma 1 septies, dell’articolo 16, del decreto legge numero 63 del 2013 e dal comma 4, dell’articolo 119, del decreto legge numero 34 del 2020.

Superbonus 110% per acquistare casa, cosa si può acquistare?

Nel caso di immobili che abbiano ricevuto interventi in super sisma bonus, si può procedere con l’acquisto, nel limite di due unità immobiliari, purché siano a destinazione abitativa. L’acquisto e la fine dei lavori in superbonus deve avvenire entro il 30 giugno 2020. Si può ottenere una proroga di questa scadenza (entro il 31 dicembre 2022) nel caso in cui entro il 30 giugno 2022 sia stato effettuato almeno il 30% dell’intervento complessivo. Risulta necessario, come confermato dall’Agenzia delle entrate nell’interpello numero 57 del 2022, che l’atto di acquisto dell’immobile oggetto di lavori sia stipulato entro la fine di giugno 2022.

Super sisma bonus 110%, a quali condizioni si può acquistare un immobile a destinazione abitativa?

Per poter beneficiare del 110% di detrazione fiscale su un immobile a uso abitativo oggetto di interventi in super sisma bonus è necessario che:

  • l’intervento di riduzione del rischio sia stato effettuato nelle zone sismiche 1, 2 o 3;
  • i lavori abbiano prodotto la demolizione dell’intero edificio, qualunque sia la sua natura;
  • dopo la demolizione l’edificio sia stato ricostruito, anche con incremento volumetrico, purché la ricostruzione sia avvenuta dopo il 1° gennaio 2017 da imprese di costruzione e di ristrutturazioni.

Come calcolare la detrazione fiscale nel caso di superbonus 110% per interventi antisismici?

La detrazione massima, anche in caso di acquisto di una unità immobiliare abitativa con superbonus antisismico, è pari al 110%. Ciò significa che, nel caso di prezzo di acquisto pari a 400 mila euro, la detrazione massima ottenibile (sul limite di 96 mila euro) è pari a 105.600 euro. In alternativa, si può sfruttare il vantaggio fiscale mediante cessione del credito di imposta o sconto in fattura.

Sconto in fattura, come si applica nel caso del superbonus 110 con interventi antisismici?

Nel caso di sconto in fattura per l’acquisto di una casa interessata da interventi in superbonus 110% per la riduzione del rischio sismico, l’impresa che vende procede con uno sconto sul prezzo dovuto fino all’importo corrispondente all’entità della detrazione stessa. L’impresa venditrice poi potrà procedere con il recupero dello sconto in fattura mediante il credito di imposta. L’importo del credito è pari alla detrazione spettante. Il soggetto (anche banche e altri intermediari finanziari) che riceve il credito successivamente può, a sua volta, procedere con una ulteriore cessione.

Cessione del credito di imposta nel caso del superbonus 110%

La seconda opzione in alternativa alla detrazione fiscale per il soggetto che acquista una casa con il superbonus 110% è la cessione del credito di imposta. In tal caso, chi acquista casa può effettuare la cessione del credito (di importo pari alla detrazione spettante) al venditore, alle persone fisiche (anche lavoratori autonomi, di impresa, società ed enti), alle banche e agli altri istituti di intermediazione finanziaria.

Visti e asseverazioni nel caso di acquisto di una casa con bonus antisismici e superbonus 110%

Per quanto attiene ai visti e agli asseverazioni nel caso di acquisto di una casa con il bonus antisismico o il superbonus 110%, è necessario considerare che:

  • in entrambi i casi, non sussiste l’obbligo di pagare tramite bonifico;
  • è necessaria l’asseverazione fatta da un professionista abilitata riguardo l’efficacia dell’intervento e la riduzione del rischio sismico delle classi corrispondenti. L’asseverazione deve essere allegata al titolo edilizio;
  • occorre il progetto degli interventi di riduzione del rischio sismico;
  • il collaudatore e il direttore dei lavori devono procedere con l’attestazione di conformità degli interventi del progetto.

Bonus barriere architettoniche 2022: scopri come avere il 75% delle spese

Importanti novità dalla Legge di Bilancio 2022: è possibile accedere al bonus barriere architettoniche 2022 anche senza eseguire altri lavori edili. Ecco tutte le novità.

Bonus barriere architettoniche 2022: di cosa si tratta?

Fino ad ora il Bonus barriere architettoniche per eliminare gli ostacoli alla libertà di movimento delle persone diversamente abili erano connessi all’uso di altri bonus edilizi, ad esempio il bonus ristrutturazioni o Super Bonus 110%. Dal 2022, e per ora solo per il 2022, è prevista la possibilità di usufruire di questa importante agevolazione anche senza effettuare altri lavori edili e quindi autonomamente.

A fare il punto su questa importante novità è la Guida sulle agevolazioni per le persone con disabilità dell’Agenzia delle Entrate.

A quanto ammonta il Bonus barriere architettoniche 2022?

L’agevolazione è pari al 75% dei costi sostenuti per l’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti. Le spese per poter essere portate in detrazione devono essere documentate ed effettuate tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022. Sono previsti però dei tetti di spesa:

  • 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o unità abitative inserite in edifici plurifamiliari, ma dotate di autonoma entrata dall’esterno e funzionalmente indipendenti (ad esempio le classiche villette a schiera);
  • 40.000 euro per ciascuna unità immobiliare appartenente a un edificio che comprenda da un minimo di 2 a un massimo di 8 unità;
  • 30.000 euro per ogni unità immobiliare appartenente a un edificio che comprenda più di 8 unità immobiliari.

L’Agenzia delle Entrate ha precisato che il bonus barriere architettoniche si riconosce anche per gli interventi di automazione funzionali all’abbattimento delle barriere architettoniche. Anche in questo caso si matura il diritto al bonus sia per interventi su unità immobiliari che su impianti degli edifici. Inoltre l’incentivo in questione può essere usufruito anche per sostenere il costo di smaltimento dei materiali di risulta degli impianti sostituiti.

Come usufruire del Bonus?

Per il bonus barriere architettoniche c’è la possibilità di usufruire delle classiche detrazioni IRPEF. L’ammontare della detrazione, pari al 75% del costo sostenuto nei limiti dei tetti di spesa massima vista, viene diviso in 5 rate annuali. L’ammontare dell’importo riconosciuto viene quindi portato in detrazione dall’IRPEF in 5 periodi di imposta.

Inoltre, come previsto anche per gli altri bonus riconosciuti in edilizia, è possibile optare per la cessione del credito ad altri soggetti o per lo sconto in fattura. Negli ultimi due casi c’è il vantaggio di poter usufruire dello sconto nell’anno stesso in cui c’è stato l’esborso.

Possono usufruire del beneficio fiscale i lavori eseguiti per eliminazione delle barriere elettroniche. Ad esempio ascensori, montacarichi. Si può usare il bonus anche per interventi che ricadono nell’ambito della legge 104 del 1992 e che mirano ad agevolare la libertà di movimento delle persone con disabilità grave, ad esempio interventi di robotica e mezzi di comunicazione.

Gli interventi devono garantire accessibilità, adattabilità e visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, quindi possono essere fatti anche presso “case popolari”.

I lavori possono essere eseguiti anche negli immobili in cui non siano presenti disabili.

Altre agevolazioni per l’eliminazione delle barriere architettoniche

Ricordiamo che il soggetto che esegue i lavori per l’eliminazione delle barriere architettoniche può utilizzare anche altre agevolazioni fiscali, ovviamente in alternativa. Chi sceglie di utilizzare il Superbonus 110%, che però deve portare al recupero di almeno due classi energetiche e deve prevedere i lavori trainanti, può inglobare i costi sostenuti nel Super Bonus 110%. Dal punto di vista economico può essere un notevole vantaggio.

Inoltre è possibile inserire l’abbattimento delle barriere architettoniche nel Bonus Ristrutturazioni al 50%.

L’Agenzia delle Entrate sottolinea che non è possibile usufruire contemporaneamente del Bonus barriere architettoniche al 75% e del 19% prevista per le spese sanitarie, insomma questi due benefici fiscali non sono cumulabili.

Per ulteriori informazioni leggi: Superbonus 110% per eliminazione barriere architettoniche senza disabili

Comprare casa con il bonus ristrutturazioni: come fare?

Acquistare casa con i bonus previsti per i lavori edilizi. Si può e, soprattutto, la scelta ricade su varie formule di detrazioni fiscali possibili. Ad esempio, per le case ristrutturate o messe in sicurezza antisismica, le agevolazioni sono possibili fino al 2024. E si può utilizzare anche la cessione del credito di imposta o lo sconto in fattura per sfruttare il vantaggio fiscale. I bonus edilizi, dunque, non sono utilizzabili solo per svolgere gli interventi di ristrutturazione necessari, ma possono finanziare anche le unità immobiliari.

Comprare casa con il bonus ristrutturazioni, cosa si può fare?

Il bonus ristrutturazioni può tornare utile anche per acquistare una casa. Si tratta di comprare un immobile abitativo che faccia parte di un edificio interamente interessato da interventi edilizi di recupero, di restauro, di ristrutturazione o di risanamento conservativo. L’agevolazione fiscale può essere sfruttata fino al 31 dicembre 2024 alle condizioni attuali, prima della riduzione della percentuale di detrazione spettante. Il beneficio fiscale può risultare maggiore rispetto a quello ordinario. Ovvero la detrazione, da ripartire nell’arco dei 10 anni, è pari al 50% anziché al 36%. Più alto è il limite di spesa che arriva a 96 mila euro anziché a 48 mila euro.

Bonus ristrutturazione per comprare una casa, ecco come fare

L’utilizzo del bonus per acquistare una unità immobiliare ristrutturata è prevista dal comma 3, dell’articolo 16 bis del Testo unico imposte sui redditi (Tuir). In particolare, la detrazione può arrivare al 50% del 25% del prezzo di acquisto, con il limite di 96 mila euro. Ad esempio, se il prezzo di acquisto di un immobile è di 400 mila euro, il 25% risulta 100 mila euro. La detrazione fiscale del 50% su 100 mila euro è pari a 50 mila euro che rappresenta il beneficio ottenibile su questa operazione di acquisto.

Quali sono le condizioni per utilizzare il bonus ristrutturazioni?

Il bonus ristrutturazioni è a favore del proprietario dell’immobile, del nudo proprietario, dell’usufruttuario e del titolare di un altro diritto reale. Si possono far svolgere interventi sull’immobile purché comportino il restauro o il risanamento conservativo dell’edificio stesso. Il bonus ristrutturazione deve riguardare lavori svolti da imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare da far effettuare su tutto il fabbricato. Non c’è obbligo di utilizzare il bonifico per il pagamento. Se il prezzo dell’intervento viene pagato prima che i lavori siano terminati, la detrazione è possibile solo dall’anno di ultimazione e per i dieci anni successivi.

A quali condizioni si può acquistare casa con il bonus ristrutturazioni?

Comprare casa usufruendo dei vantaggi fiscali del bonus ristrutturazione si può fare su unità immobiliari di qualsiasi tipo. L’acquisto deve essere effettuato entro 18 mesi dal termine degli interventi di ristrutturazione e, in ogni modo, entro il 31 dicembre 2024. Per gli acquisti effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 la detrazione fiscale scende al 36% del 25% del costo di acquisto, fino al limite della detrazione di 48 mila euro.

Sconto in fattura per acquisto casa con il bonus ristrutturazioni

Al posto della detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi, il contribuente può scegliere le due alternative dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta. Ovvero, nel caso di sconto in fattura, si può ottenere un beneficio sul prezzo di vendita dovuto all’impresa venditrice fino a corrispondere l’entità della detrazione. In questo caso, l’impresa venditrice recupera l’importo concesso come sconto dal credito di imposta, per un importo pari alla detrazione spettante. La società venditrice può, a sua volta, cedere il credito di imposta mediante successiva operazione a favore di altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Cessione del credito di imposta nel caso di acquisto di immobile con bonus ristrutturazioni

Analogo discorso per la cessione del credito di imposta derivante dal prezzo di acquisto di un’unità immobiliare ristrutturata con il bonus edilizio. Nel dettaglio, la cessione del credito di imposta avviene per l’ammontare pari alla detrazione fiscale stessa. In tal caso, chi acquista l’immobile può, a sua volta, cedere il credito maturato a favore del venditore, di altre persone fisiche che esercitino anche attività di impresa, di società o enti, o di esercenti attività di lavoro autonomo. Il credito può essere ceduto anche a istituti di credito o a intermediari finanziari. In tutti questi casi, tuttavia, in ottemperanza al decreto legge “Sostegni ter”, chi riceve il credito di imposta non può più trasferire ulteriormente il credito stesso. La stretta, al momento, è attiva fino al 17 febbraio 2022, in attesa di ulteriori sviluppi della normativa.

Visti e asseverazioni di conformità e di congruità delle spese nel caso del bonus ristrutturazioni

Anche il bonus ristrutturazioni, come gli altri bonus e in applicazione del decreto “Antifrodi”, poi recepito dalla legge di Bilancio 2022, è soggetto ai visti di conformità delle spese e all’asseverazione di congruità delle stesse. In particolare, per i casi di sconto in fattura o di cessione del credito di imposta, il visto di conformità deve essere rilasciato da un professionista abilitato alla presentazione delle dichiarazioni fiscali. Per l’asseverazione della congruità delle spese è necessario, invece, il rilascio di un tecnico abilitato che certifichi le spese sostenute. Tuttavia, quando la detrazione corrisponde al prezzo di acquisto dell’unità immobiliare, l’asseverazione di congruità delle spese non è necessaria secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle entrate negli interpelli numero 190 del 2021, 556 del 2021 e 697 del 2021.

Superbonus 110% e bonus edilizi, più tempo per la comunicazione del credito di imposta

Ci sarà più tempo a disposizione per i beneficiari del credito di imposta per le operazioni relative alle spese del 2021. La proroga della cessione del credito di imposta al 16 febbraio 2022 non è infatti l’unica effettuata tra i bonus edilizi e il superbonus 110% in questi ultimi giorni. Slitta dal 16 marzo al 7 aprile 2022, infatti, anche il termine per la comunicazione all’Agenzia delle entrate dell’opzione scelta. Ovvero del credito di imposta o dello sconto in fattura. Lo slittamento consente ai contribuenti di avere più tempo anche ai fini della dichiarazione dei redditi 2022.

Slittamento comunicazione all’Agenzia delle entrate delle spese superbonus 110% del 2021: ecco in cosa consiste

In più, lo slittamento della comunicazione della cessione del credito di imposta per i lavori effettuati in superbonus 110% o in altri bonus edilizi per le spese del 2021 consente anche ai professionisti, ai tecnici che provvedono alle asseverazioni della congruità delle spese, agli amministratori di condominio di avere più tempo per ottemperare agli adempimenti. La scadenza del 7 aprile 2022 riguarda la comunicazione che deve essere effettuata all’Agenzia delle entrate della scelta dell’opzione con la quale avvalersi della detrazione fiscale. Come negli anni precedenti, la scadenza era stata fissata al 16 marzo 2022. Salvo poi procedere con lo slittamento dati gli aumentati adempimenti a carico dei contribuenti e dei professionisti derivanti dal decreto “Antifrodi”.

Dichiarazione redditi 2022 con spese relative al superbonus 110%: più tempo per la comunicazione

L’Agenzia delle entrate ha chiarito le novità relative allo slittamento della scadenza della comunicazione al 7 aprile 2022. Lo slittamento consente, peraltro, di avere più tempo a disposizione anche per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2022. I modelli precompilati della dichiarazione saranno disponibili dal prossimo 30 aprile. Di conseguenza, il contribuente avrà più giorni a disposizione per trasmettere la comunicazione all’Agenzia delle entrate riguardo alla cessione di credito di imposta o di sconto in fattura per le spese effettuate nel 2021.

Nuovo bonus barriere architettoniche 2022, comunicazione cessione crediti dal 24 febbraio 2022

Ulteriore disciplina ha trovato anche il nuovo bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche con detrazione fiscale pari al 75%. Il bonus può essere utilizzato per tutto l’anno 2022 per agevolare le spese relative al superamento delle barriere architettoniche. Il direttore dell’Agenzia delle entrate, con il provvedimento dello scorso 3 febbraio, ha chiarito che anche per il bonus barriere architettoniche si può procedere con l’opzione della cessione dei crediti di imposta. Le regole del bonus barriere architettoniche sono state adeguate, pertanto, a quelle degli altri bonus edilizi.

Bonus barriere architettoniche, la comunicazione della cessione dei crediti di imposta o sconto in fattura dal 24 febbraio 2022

Come si legge nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, a partire dal 24 febbraio 2022 è possibile trasmettere la comunicazione all’Agenzia delle entrate della scelta dell’opzione di cessione dei crediti di imposta o di sconto in fattura. Le operazioni sono relative alle detrazioni spettanti per il bonus barriere architettoniche. Le specifiche tecniche e le modalità con le quali effettuare la comunicazione saranno oggetto di una nuova pubblicazione dell’Agenzia delle entrate sul proprio portale.

Credito di imposta superbonus e bonus edilizi, più giorni per cederlo

Più operazioni di cessione del credito di imposta o di sconto in fattura derivanti dalle agevolazioni fiscali legate al superbonus 110% e agli altri bonus edilizi. È quanto ha spiegato l’Agenzia delle entrate che è intervenuta nel merito della scadenza del periodo transitorio che sarebbe dovuto finire il 6 febbraio 2022. Ci saranno 10 giorni di tempo in più per la cessione dei crediti di imposta con le vecchie regole: si potrà fare una cessione del credito di imposta in più fino al 16 febbraio 2022, prima della stretta operata dal decreto “Sostegni ter”.

Cessione dei crediti di imposta da superbonus 110% e altri bonus edilizi: la proroga al 16 febbraio 2022

Ci saranno dunque dieci giorni in più per il periodo transitorio della cessione dei crediti di imposta. E le operazioni potranno essere fatte con la nuova piattaforma messa a disposizione dall’Agenzia delle entrate per la comunicazione della scelta dell’opzione, entrata in funzione dalla giornata di oggi, 4 febbraio 2022. A intervenire sulla proroga del vecchio regime di cessione dei crediti di imposta è stata la stessa Agenzia delle entrate nelle Faq pubblicate sul proprio portale.

Interventi edilizi con possibilità di beneficio fiscale: non serve l’asseverazione dei costi

Tra le novità elencate dall’Agenzia delle entrate anche la corretta applicazione della disciplina relativa alle asseverazioni dei lavori in edilizia libera e per gli interventi entro i 10 mila euro di importi. Per questi lavori non serve l’asseverazione della congruità dei costi, ma con la nuova piattaforma dell’Agenzia delle entrate è possibile procedere con la comunicazione della scelta dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta. L’assenza di asseverazione rientra tra gli obiettivi di semplificazione delle procedure per i piccoli lavori.

Interventi in edilizia libera o per importi fino a 10 mila euro: come fare la comunicazione?

La comunicazione della scelta della cessione dei crediti di imposta o dello sconto in fattura per gli interventi in edilizia libera (per interventi con importi fino a 10 mila euro dei lavori è facile prevederne il costo) segue una procedura specifica. Nel dettaglio, è previsto che si barri l’apposita casella del quadro A del modello. La scelta mira a indicare gli gli interventi in oggetti siano quelli classificati in edilizia libera ai sensi del Testo unico per l’edilizia (decreto del Presidente della Repubblica numero 380 del 2001) ma anche del decreto ministeriale del 2 marzo 2018.

Cessione credito di imposta superbonus 110% e bonus facciate: bisogna barrare la casella del quadro A?

La casella non deve essere barrata nel caso si tratti di interventi rientranti nel superbonus 110% e nel bonus facciate. Anche se classificabili come interventi in edilizia libera, la procedura per le due misure fiscali segue altre indicazioni.

Superbonus 110% e bonus facciate, come comunicare l’opzione della cessione del credito di imposta?

Per le cessioni del credito di imposta relativo agli interventi rientranti nei bonus maggiori (superbonus 110% e bonus facciate, ad esempio), il regime transitorio terminerà il giorno 16 febbraio 2022. I crediti di imposta potranno dunque essere comunicati all’Agenzia delle entrate entro tale termine, oltre al quale si potrà effettuare una sola e unica operazione ulteriore di cessione.

Quante cessioni può fare un contribuente sul credito di imposta nel superbonus 110%?

È il caso di un contribuente che abbia fatto una cessione del credito di imposta in superbonus 110% il giorno 28 gennaio scorso. Ovvero dopo l’entrata in vigore del decreto “Sostegni ter”. L’interessato potrà fare fare un’ulteriore cessione entro il 16 febbraio 2022, con comunicazione relativa all’Agenzia delle entrate.

Ulteriori chiarimenti per i bonus in arrivo: l’eliminazione delle barriere architettoniche

Vari chiarimenti sono arrivati dall’Agenzia delle entrate per gli altri bonus validi nel 2022. Per quello relativo all’eliminazione delle barriere architettoniche con il 75% di detrazione fiscale. Il bonus è valido per tutto il 2022. Dalle indicazioni fornite, si potranno comunicare i relativi interventi all’Agenzia delle entrate. A partire dal 24 febbraio prossimo, infatti, si potrà procedere in via telematica con la comunicazione dell’opzione di scelta per questi lavori. Ovvero con la scelta tra cessione del credito di imposta e sconto in fattura.

Dichiarazione dei redditi 2022 con spese relative al superbonus 110%: più tempo per la comunicazione

Ulteriore novità derivante dai chiarimenti dell’Agenzia delle entrate riguarda la dichiarazione dei redditi 2022. I relativi modelli precompilati saranno disponibili dal 30 aprile prossimo. Il contribuente avrà più giorni di tempo per trasmettere le comunicazioni all’Agenzia delle entrate di cessione di credito di imposta o di sconto in fattura. Le comunicazioni, infatti, dovranno essere inviate entro il 7 aprile prossimo e non più entro il 16 marzo 2022.