Eni: avanti con lo shale oil

Passo avanti importante da parte di Eni nell’ambito della ricerca dello shale oil, petrolio che si ricava con le nuove tecniche di trivellazione, che frantumano l’argilla per raccogliere il greggio conservato nelle rocce.

La società del cane a sei zampe, infatti, ha firmato un accordo con Quicksilver Resources per valutare, esplorare e sviluppare congiuntamente giacimenti di shale oil negli Stati Uniti.
Nello specifico, Eni parteciperà con la quota del 50%, investendo fino a 52 milioni di dollari, in un’area di 21.246 ettari detenuta da Quicksilver nella Leon Valley, in Texas.

Da Washington, l’ad del gruppo, Paolo Scaroni, ha voluto laciare un messaggio affinché l’Europa non chiuda a priori le porte allo shale, il gas scisto, perché “è inaccettabile” che continui a pagare l’energia il triplo di quello che pagano gli americani.

A proposito di shale gas, l’argomento è stato di stretta attualità a Bruxelles, dove si trovava Flavio Zanonato, invitato ad un convegno: era trapelata la notizia che il ministro avesse dato il via libera all’estrazione di shale gas in alcune aree in Italia.

Ma subito Zanonato ha voluto dare la sua secca smentita: “Come stabilito dalla Strategia Energetica Nazionale e come affermato dal ministro stesso in Parlamento, non è mai stato preso in considerazione“.
Ed ha poi aggiunto: “E’ necessario rilanciare la produzione nazionale di oil&gas tradizionale“.

Vera MORETTI

Cavalli alla conquista di Miami

Miami segnerà l’esordio di Roberto Cavalli nella ristorazione al di là dell’Oceano.
Ocean Drive, infatti, vedrà sorgere il primo ristorante americano firmato dallo stilista, che ha intenzione, dunque, di esportare negli USA non solo le sue creazioni fashion, ma anche l’arte culinaria che maggiormente contraddistingue il Made in Italy.

I turisti, durante le loro camminate notturne sulla celebre via che si affaccia sull’Oceano Atlantico, presto si imbatteranno nel Cavalli Restaurant & Lounge, che aprirà i battenti il prossimo 15 novembre, anche se l’inaugurazione ufficiale è prevista all’inizio di dicembre in concomitanza con l’Art Basel Miami Beach 2013.

A festeggiare la “prima volta” di Roberto Cavalli sarà un party esclusivo, costellato da vip che potranno entrare solo se in possesso dell’invito, poiché si tratterà di una serata riservatissima e molto chic.

Il Cavalli Restaurant & Lounge, comunque, ha già un record al suo attivo: la palazzina che lo ospita, in puro stile Art Deco, vanta la più ampia terrazza di South Beach, che saprà donare ai fortunati invitati una vista e un’atmosfera spettacolari.

Ma non è tutto, perché, anche all’interno, le sorprese non mancheranno.
La superficie totale, di 550 metri, è tutta firmata Cavalli, a cominciare dai tavoli fino ai pavimenti, cuscini e carta da parati compresi

In un ristorante, però, ciò che conta è la cucina, ma sembra che anche quest’aspetto è stato curato nei minimi particolari, e tutto sembra sia stato pensato per esaltare al meglio l’eccellenza italiana.
Lo stilista toscano, infatti, ha deciso di spaziare nell’arte culinaria italiana a 360 gradi, con particolare riguardo alla Toscana, sua terra d’origine.

La carta dei vini, inoltre, sembra piena di sorprese, con la proposta dell’etichetta Tenuta degli Dei, firmata dallo stesso Cavalli e appartenente all’azienda agricola di famiglia.

Accanto al ristorante, poi, ecco il Lounge Bar, destinato a diventare uno dei locali di maggior richiamo della zona, nonché punto di riferimento per l’organizzazione di party, fashion show ed eventi mondani, dei quali Miami certo non scarseggia.
Ci sarà musica, sotto la regia di alcuni dei alcuni dei migliori artisti del campo, poi ancora cocktail speciali dove non potrà mancare ovviamente la Roberto Cavalli Vodka.

Ecco le parole che ha usato Roberto Cavalli nel presentare la sua nuova creatura: “Il piacere di ascoltare buona musica, accompagnata da buon cibo, piacevole compagnia e un ambiente elegante e sofisticato. Questa è la filosofia del Cavalli Restaurant & Lounge. Ho voluto trasmettere tutta la mia passione per la bellezza e la sensualità unendole in un progetto hospitality a Miami“.

Vera MORETTI

Successo per l’Ospitalità Made in Italy

I riflettori si sono spenti, ma si continuerà a parlare a lungo della fiera dell’Ospitalità appena conclusasi alla Fiera di Milano.

I segnali ricevuti, infatti, sono tanti e in gran parte positivi, anche grazie alle presenze massicce di espositori e visitatori professionali, contati questi ultimi in 133mila presenze, con un incemento del 7% rispetto alla passata edizione.
Host 2013, dunque, il salone biennale dedicato all’industria dell’ospitalità professionale, ha avuto ampio successo, ma ha anche consacrato la leadership mondiale del Made in Italy nel settore Ho.re.ca.

Le presenze che hanno conosciuto na maggior crescita sono quelle provenienti dall’estero, che hanno registrato in molti casi trend in crescita a due cifre. Quasi quattro visitatori su dieci arrivavano da oltreconfine e complessivamente Host 2013 ha messo a segno un più 21% sul 2011.
Ad aumentare sono stati soprattutto le presenze provenienti dalla Germania (+ 14%), dagli Stati Uniti, che hanno fatto segnare un +28%, dal Giappone (+24%), dalla Russia (+ 64%) per finire con gli Emirati Arabi Uniti che hanno segnato un +141%.

In FieraMilano erano presenti 1.700 espositori (+6,5%) di cui quasi un terzo proveniente dall’estero (+16,5%). Con molte new entry, aziende provenienti da Bahrain, Israele, Kenya, Romania, Singapore, Slovacchia, Ungheria, Taiwan, Venezuela e Vietnam.

Tra le iniziative maggiormente apprezzate, l’agenda Expo matching program, un sistema che agevola l’incontro tra domanda e offerta: nei cinque giorni sono stati organizzati oltre 38mila appuntamenti B2B tra produttori, fornitori e network della distribuzione.

Molti anche gli appuntamenti con seminari, workshop, presentazioni di chef pluristellati ed esibizioni di maestri tra cui quelli della Federazione italiana di pasticceria gelateria cioccolateria che in collaborazione con l’Equipe eccellenze italiane hanno mostrato monumentali creazioni.

Appuntamento alla prossima edizione di Host che si svolgerà dal 23 al 27 ottobre 2015, in occasione dell’Esposizione Universale di Milano.

Vera MORETTI

Parte da Milano l’aereo del lusso

Il lusso Made in Italy piace sempre di più all’estero.
Sono molti, infatti, i marchi italiani che aprono store e showroom all’altro capo del mondo e, nella maggior parte dei casi, si tratta di successi annunciati.

Per far conoscere ancora meglio i prodotti del Belpaese, è nato un progetto che farà volare, letteralmente, il Made in italy nelle principali piazze del lusso a livello mondiale.
Alcune delle principali realtà del lusso nostrano, infatti, decolleranno a bordo di un aereo appositamente allestito, e prenderanno parte ad un tour che, in 45 giorni, le porterà a toccare il suolo di paesi come Dubai, Abu Dhabi, Qatar, Oman, Russia, Cina, Corea, Hong Kong, Giappone, India, Brasile e Stati Uniti

Il progetto si chiama Italian Luxury in the World (ILW) ed è stato ideato da Andrea Radic e Daniele Biagi, concepito come “una nuova forma di promozione delle nostre eccellenze nel mondo”, per usare le parole dello stesso Radic, promotore dell’iniziativa.

Saranno ben 100 le aziende italiane che saliranno a bordo di questo specialissimo aereo, appartenenti ai settori più disparati, dalla moda al cibo, senza disdegnare il design. I primi ad aver sposato l’iniziativa, finanziata esclusivamente da privati, sono stati lo studio legale internazionale Baker & McKanzie e il fondo di investimenti milanese Scm (Solutions capital management.

Tra i brand del lusso che hanno già detto sì, ci sono il gruppo di distillati Nonino, l’argentiere Ganci e lo studio internazionale di architettura Karim Azzab, anche se l’iniziativa ha incuriosito molti, a cominciare da Mario Boselli, presidente della Camera di Commercio della Moda, fino ai vertici di Federlegno Arredo e di Confindustria.

Anche Giuliano Pisapia ha mostrato il suo assenso al progetto, poiché considera ILW “una bellissima iniziativa, che permetterà di portare nel mondo, oltre che un messaggio di innovazione, anche quello che Milano ha da offrire, per attirare investimenti in Italia in un momento in cui ce n’è un gran bisogno”.

Vera MORETTI

Trend positivo per i poli tecnologici laziali

Da uno studio condotto dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo è emerso che i poli tecnologici del Lazio godono di ottima salute.
Nel primo trimestre 2013, infatti, l`export dei poli tecnologici laziali ha registrato un incremento del 29,3%, risultato nettamente superiore alle realtà hi-tech nazionali (+7%).

Il settore farmaceutico, che ha registrato +37,6%, fa da traino a tutto il comparto, tanto da essere l’unica realtà del territorio ad aver chiuso il trimestre in positivo.
Il polo laziale ha confermato il suo primato nei confronti delle altre realtà farmaceutiche monitorate (polo milanese, polo toscano e polo campano), registrando un trend di crescita particolarmente intenso negli ultimi trimestri.

Anche l`ICT romano ha chiuso il primo trimestre 2013 in positivo (+3,7%), dopo la performance negativa del 2012, mentre il polo aereonautico registra un -44%.

A salvare l’intero settore è l’esportazione, sempre più forte, in netto contrasto con la domanda interna, che rischia di mettere a repentaglio le ottime performance ottenute dal commercio estero.

Tra i Paesi maggiormente interessati dall’export ci sono i mercati avanzati, verso cui gli scambi sono aumentati del 32%, con Belgio, Giappone e Stati Uniti in pole position.
Crescita in doppia cifra, anche se più contenuta (+17,2%), per i nuovi mercati, come Cina e Singapore.

Chiude in leggero calo l`export del distretto della ceramica di Civita Castellana (- 0,2%) dove nei primi tre mesi dell`anno si è registrata una crescita dell`export verso Regno Unito, Germania, Polonia, Svizzera, Austria e Russia.

Vera MORETTI

Crisi per le calzature italiane

Le calzature italiane, famose ed apprezzate in tutto il mondo per qualità e tradizione artigiana, stanno attraversando un periodo di “sofferenza”.
A mancare non è certo la creatività, né il pregio, che ancora rappresentano i simboli del lusso Made in Italy. Ciò che scarseggia sono i soldi, sempre meno nelle tasche dei potenziali acquirenti, a causa di una crisi ormai senza fine.

Per questo motivo, il settore ha registrato, nel periodo gennaio-aprile 2013, un calo degli ordini dello 0,9%, determinato da una flessione dell’8,7% della domanda interna, bilanciata solo in parte dal +3,6% dell’export.

Meglio in trasferta piuttosto che in casa? A quanto pare sì, come i dati diffusi da Assocalzaturifici hanno dimostrato.
Fra i paesi esteri che hanno sostenuto la domanda ci sono gli Stati Uniti (+42,2%), clienti affezionati ai prodotti Made in Italy, ma soprattutto i Paesi emergenti, tra i quali spiccano Russia (+49,2%), Giappone (+34,8%), ma soprattutto Cina e Hong Kong (+70,8%).

Nonostante queste percentuali siano in forte salita, il 2012 non è stato un anno positivo per il comparto calzaturiero, poiché ben 250 imprese sono state costrette a chiudere, a danno di 1.700 addetti.
Peggio sta andando l’anno in corso, poiché nei primi tre mesi del 2013 sono andati persi quasi altri 1.000 addetti e 83 calzaturifici, quasi uno al giorno.

Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici, ha dichiarato: “Il dato dei consumi interni pone con forza la necessità di rilanciare la crescita nel nostro Paese. Le ricette le diciamo da tempo, così come le ripete Confindustria: l’alleggerimento della pressione fiscale eccessiva, a cui oggi si corre il rischio di dover aggiungere la fiscalità locale; l’iniezione di liquidità nel sistema, che seppure è presente non si trasmette alle imprese e ai cittadini; infine la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, che oggi è una priorità perché il mondo è globalizzato e corre veloce“.

Vera MORETTI

Un ponte tra Napoli e la Silicon Valley

C’è attesa a Napoli per la tappa del Mind the Bridge Job Creator Tour 2013, che arriverà nella città partenopea il prossimo 25 giugno.
Presso PICO, il Palazzo dell’Innovazione e della Conoscenza, in quell’occasione verranno presentati i migliori progetti di business campani.

Un’intera giornata verrà dedicata alla formazione imprenditoriale e sarà finalizzata alla ricerca e alla valorizzazione dei migliori talenti locali, che potranno anche ambire all’assegnazione di una delle tre borse di studio che prevedono la partecipazione alla Startup School di Mind the Bridge, a San Francisco.

L’evento avrà luogo nell’ambito dell’iniziativa “Unite the two Bays: dal Vesuvio a Silicon Valley e ritorno” promossa dall’Associazione Skillpoint, Campania Felix e Campania Innovazione.

Si tratta perciò di una ghiotta occasione per gli imprenditori campani, come ha anche sottolineato Marco Marinucci, direttore esecutivo di Mind the Bridge: “Con il nostro fondo stiamo facendo scouting dei migliori progetti dell’area del mediterraneo. C’è tantissimo talento e potenzialità di innovazione che richiede di essere strutturato e messo nelle condizioni di crescere. È quello che facciamo nel nostro programma di accelerazione a San Francisco: fare germogliare grandi imprese che mantengano però i centri di sviluppo e quindi l’occupazione nei posti in cui sono nati”.

Coloro che fossero interessati a partecipare, dovranno inviare i progetti entro il 14 giungo compilando la form sul sito ufficiale del’evento ed entro il 21 giugno saranno resi noti i nominativi dei prescelti.

Vera MORETTI

Il Prosciutto Toscano Dop trionfa negli USA

Parmacotto, già noto ed apprezzato in Italia, ha ora un celebre ammiratore anche a New York, grazie alla Salumeria Rosi, presente nella grande mela con un locale che si affaccia tra Madison Avenue e la 73esima Strada.

Ralph Gardner, giornalista del Wall Street Journal, nonché spietato recensore quando si tratta di food, arte e cultura, ha profuso parole di entusiasmo e apprezzamento per il pregiato Prosciutto Toscano: “Con una certa curiosità recentemente mi sono recato alla Salumeria Rosi – il nuovo locale che si trova tra Madison Avenue e la 73esima Strada – per provare l’ultimissima novità arrivata sul competitivo mercato del prosciutto italiano: il Prosciutto Toscano”.

Nessuna cattiva sorpresa ha colto l’esperienza di Gardner durante l’assaggio del Prosciutto Toscano Dop, prodotto dal Salumificio Piacenti del Gruppo Parmacotto, perché le parole usate dalla autorevole, ma anche temuta, penna del Wall Street Journal sono state tutte positive.
Una recensione, dunque, che ancora una volta testimonia la qualità dei cibi e dei prodotti al 100% Made in italy.

Dalla dettagliata descrizione del gusto particolare del prosciutto toscano, alle sensazioni e le suggestioni che il salume italiano ha risvegliato in lui, Gardner non ha lesinato complimenti, senza tralasciare lodi al sapiente lavoro dello chef Cesare Casella, partner delle “Salumeria Rosi Parmacotto” di New York (283 in Amsterdam Avenue e 903 in Madison Avenue).

Quello che per noi italiani è ormai un prodotto ben noto e utilizzato quasi quotidianamente, è per il mercato americano una vera e propria novità ma, considerando quanto scritto da Ralph Gardner, pare sia destinato ad essere conosciuto, ed apprezzato, da un’ampia fetta di clientela anche oltreoceano.

Si tratta, dunque, di un debutto in grande stile per il Gruppo Parmacotto, che è stato la prima azienda italiana ad avere ottenuto, grazie anche al prezioso supporto del Consorzio del Prosciutto Toscano, l’autorizzazione per l’esportazione del Prosciutto Toscano Dop negli Stati Uniti.
Ad ottenerla è stato il il Salumificio Piacenti di San Gimignano, controllato al 100% dal Gruppo Parmacotto.

Vera MORETTI

Vino Made in Italy stella dell’export

Il vino italiano piace sempre di più e si sta imponendo sui mercati internazionali.

Le esportazioni, infatti, hanno raggiunto il valore record di 4,7 miliardi di euro (+6% ), arrivando a superare addirittura, per il 2012, la spesa per il vino a livello nazionale.

La notizia è emersa da un’analisi della Coldiretti, sulla base di dati effettuati da Istat riguardanti il commercio estero.
Il prodotto che, più di tutti, ha fatto da traino all’export è, appunto, il vino, che si è classificato come il prodotto agroalimentare italiano maggiormente esportato nel 2012.

In particolare, negli Stati Uniti il vino Made in Italy ha superato il tetto di un milione di euro, grazie ad un aumento del 6%.
Bottiglie tricolori superstar anche in Cina, dove si stanno aggiudicando una fetta sempre più consistente di mercato, pari al 17% in più rispetto al 2011, passando da 66 a 77 milioni.
Relativamente al mercato asiatico, però, Coldiretti afferma che non è solo la Cina ad amare particolarmente i prodotti nostrani.

La nota dolente, invece, arriva dal calo, nei consumi di vino, da parte di produttori storici come Francia e Spagna, ma anche in Italia le vendite sono diminuite.

Che sia valido, anche questa volta, il detto “Nemo propheta in patria”?

Vera MORETTI

Monitor dell’export dei distretti lombardi

Il Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha reso noto il monitoraggio effettuato sui distretti lombardi relativo al terzo trimestre 2012.

Ecco cosa è emerso:
Una leggera contrazione ha caratterizzato i distretti tradizionali, in particolare causata dal calo delle esportazioni a valori correnti (-1,5%), che va a sommarsi al calo (dell’1%) sperimentato nel 2° trimestre.
Grazie, però, ai dati positivi del primo trimestre, i primi 9 mesi dell’anno appena trascorso chiudono in crescita dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2011.

Se, invece, si considerano i singoli distretti, i risultati sono ancora piuttosto eterogenei.
La contrazione del 3° trimestre è imputabile alle performance dei primi 3 distretti per importanza del controvalore esportato: i metalli di Brescia (-3,1%), i rubinetti e pentolame di Lumezzane (-4,7%), la metalmeccanica di Lecco (-2,3%).
La filiera dei metalli, in particolare, ha sofferto del forte rallentamento dei consumi di acciaio a livello europeo.

Nonostante ciò, altri distretti a specializzazione meccanica hanno registrato ottimi risultati con l’export: un esempio lampante è quello delle macchine per la concia della pelle di Vigevano (+15,5% nel 3° trimestre) dove si sono superati i livelli di esportazione 2008.
Bene anche i tre distretti agroalimentari, che hanno superato i risultati dei primi 9 mesi del 2008, ma anche i due distretti legno e un paio di distretti del sistema moda/tessile, ovvero le calzature di Vigevano e il seta-tessile di Como, con esportazioni trainate dal segmento del lusso.

Meno buoni i dati dei distretti della gomma, ad iniziare dalla rinomata Rubber Valley bergamasca, che detiene ancora la leadership europea nel segmento, benché abbia registrato un calo nell’export.

Le esportazioni sono state fortemente penalizzate dai mercati maturi e da quelli emergenti.
Tra quelli consolidati, solo verso gli Stati Uniti i valori dell’export sono cresciuti, mentre tra gli outsiders le buone notizie arrivano dalla Turchia (esportazioni metalmeccaniche in primis, per via di un’industria locale in crescita), Cina (export metalmeccanico e di alta gamma: seta/tessile ma anche legno/arredo), Brasile (meccanica) e Arabia Saudita (segmento del lusso).

I poli tecnologici lombardi hanno registrato una contrazione del 3,6%, dovuta alle performance della filiera regionale dell’Ict (-14%), che sconta un ritardo di competitività.

Risultati positivi per il polo farmaceutico (+5%) e per quello aerospaziale (+9,9%), che ha fatto il suo ingresso nel nuovissimo Cluster tecnologico nazionale aerospaziale.
Ad agire da traino, per queste produzioni, i mercati maturi, soprattutto Francia e Stati Uniti.

I dati sugli ammortizzatori sociali attivati nei primi 11 mesi dell’anno mettono in luce un ritorno alla crescita della Cassa Ordinaria nei distretti tradizionali, che condiziona il monte ore autorizzate complessivo (77,6 milioni), in crescita del 3%.

La CIGO, legata a situazioni di crisi congiunturale, raggiunge un peso che sfiora il 50%.
In discesa il monte ore di Cassa Straordinaria, legato a situazioni di crisi strutturale ma che rimane elevato (peso del 35,5%, nei tradizionali).

In corrispondenza dei poli tecnologici il monte ore autorizzate CIG (5,9 milioni) decresce complessivamente del 20,3% nei primi 11 mesi 2012, grazie al calo della CIGS, che detiene tuttavia un peso prossimo al 67,1%.

Vera MORETTI