Gli incentivi per l’apicoltura in uno dei settori dell’agricoltura più fragili

Le api sono le sentinelle ambientali, la loro presenza infatti è indice di una buona qualità dell’aria. La loro vita è però messa a rischio da un uso eccessivo di pesticidi e dall’inquinamento. Il rischio è di perdere la biodiversità garantita dalla loro capacità di impollinazione. Inoltre offrono un prodotto, il miele, ma non solo, di eccellenza per gusto e proprietà nutraceutiche, proprio per tali caratteristiche l’apicoltura viene particolarmente incentivata. L’Unione Europea, insieme ad altre istituzioni, come gli enti locali e lo Stato, mettono a disposizione incentivi per l’apicoltura. Ecco il quadro completo.

Gli incentivi per l’apicoltura dal MIPAAF

Gli incentivi per l’apicoltura sono contenuti nel bando MIPAAF 2022 (Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali). Gli obiettivi sono:

  • migliorare la qualità dei mieli e valorizzare sul mercato i prodotti che derivano dall’apicoltura (ricordiamo che il miele non è l’unico prodotto, ci sono anche la cera d’api e la pappa reale che hanno importanti proprietà);
  • difesa delle api dall’inquinamento ambientale che negli anni ha drasticamente ridotto il numero di alveari presenti in Italia;
  • monitoraggio della produzione e del mercato;
  • attività di ricerca volta a migliorare l’apicoltura e superare le criticità.

Possono accedere alle risorse enti pubblici, organizzazioni e privati che abbiano una comprovata esperienza in questo importante settore dell’agricoltura.

Aiuti all’apicoltura di Agea

Ulteriori incentivi all’apicoltura sono previsti da Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura). In questo caso sono previsti finanziamenti per:

  • assistenza tecnica e formazione professionale degli apicoltori;
  • lotta alla varroasi, si tratta di un acaro che danneggia le covate delle api e di conseguenza ne riduce drasticamente il numero vista la facilità con cui si propaga;
  • razionalizzazione della transumanza;
  • provvedimenti a sostegno dei laboratori di analisi;
  • misure di sostegno per il ripopolamento del patrimonio apicolo comunitario;
  • collaborazione con gli organismi specializzati per la realizzazione di programmi di ricerca.

La domanda per ottenere gli aiuti all’apicoltura di Agea deve essere presentata entro il 15 aprile di ogni anno alla Regione o Provincia nel cui territorio è ubicato l’allevamento di api. Può essere presentata da:

  • singoli allevatori o imprese che siano però in regola con la denuncia delle arnie;
  • organizzazioni, associazioni e unioni di apicoltori;
  • consorzi di tutela del settore apistico.

In base alla tipologia di lavoro per il quale si richiede il finanziamento, si può ottenere dal 50% fino al 100% di quanto effettivamente speso. Sarà l’Amministrazione a cui è stata presentata la domanda a stilare una graduatoria con indicati gli importi a cui hanno diritto i singoli soggetti che hanno presentato la domanda e i pagamenti sono erogati entro il 15 ottobre dell’anno in cui è stata presentata la domanda.

Bandi per incentivi all’apicoltura regionali

Ulteriori bandi per gli incentivi all’apicoltura sono previsti dalle Regioni, ad esempio la Regione Piemonte ha stanziato finanziamenti per apicoltori che abbiano almeno 52 alveari, il bando per accedere è aperto dal 1° agosto 2021 al 31 luglio 2022. In questo caso è possibile ottenere finanziamenti per l’acquisto di attrezzature per la lavorazione, conservazione e il confezionamento dei prodotti derivanti dall’apicoltura e macchine e attrezzature specifiche per favorire il nomadismo delle api.

La Regione Toscana invece ha istituito un bando per favorire la commercializzazione del miele rivolta esclusivamente agli apicoltori con partita IVA e che pratichino il nomadismo.

Questi sono solo alcuni bandi disponibili per aiuti all’apicoltura, rivolgendosi ad associazioni che si occupano di agricoltura sul proprio territorio è possibile conoscere tutte le opportunità che caratterizzano questo interessante settore. Naturalmente l’apicoltura è un settore dell’agricoltura, quindi coloro che professionalmente allevano api possono accedere anche a tutti gli altri incentivi e aiuti previsti per questo settore dell’economia. Proprio per questo vi invitiamo alla lettura di ulteriori approfondimenti:

Agricoltura 4.0: cos’è e gli incentivi per le aziende agricole

Strategia Farm To Fork: come cambieranno agricoltura e consumi

Banche delle terre agricole: uno strumento per trovare terreni incolti

In Italia è stato calcolato che sono disponibili circa 3,5 milioni di ettari di terreno coltivabili e non utilizzati per vari motivi, allo stesso tempo ci sono giovani e meno giovani, imprese già operanti nel settore agricolo, che vorrebbero avere dei terreni da coltivare. Le banche delle terre  agricole hanno l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta.

Le banche delle terre agricole

La prima cosa da chiarire è perché parliamo di banche dei terreni agricoli, la risposta è semplice: si parla al plurale perché in Italia sono attive diverse piattaforme che hanno l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta di terreni.

Banca delle terre agricole ISMEA: come funziona

La  “banca” più importante è sicuramente quella gestita da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), la particolare rilevanza è data dal fatto che si tratta di un ente pubblico economico che funziona in stretta correlazione con il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali. In questa sede ci sarà solo un breve excursus alle iniziative di ISMEA perché di fatto il bando è già in una fase avanzata. Il 9 giugno 2021 sul sito ISMEA sono iniziate le manifestazioni di interesse per i terreni presenti nella banca dati ISMEA. Il bando ha messo a disposizione 16 mila ettari di terreno dislocati in tutto il territorio nazionale, la maggior parte al Sud, in grado di sviluppare potenzialmente 624 aziende agricole.

La Banca Nazionale delle Terre Agricole ISMEA mette a disposizione terreni pronti per essere coltivati, insomma non devono essere ripristinati, riportati a coltura e di conseguenza sono in grado di produrre reddito fin da subito. Gli stessi sono venduti all’asta con una procedura semplice e trasparente. Per i giovani che vogliono iniziare a lavorare in agricoltura ci sono ulteriori agevolazioni, ad esempio piani di pagamenti trentennali. Per il lotto di terreni resi disponibili nell’anno 2021 le manifestazioni di interesse potevano essere presentate dal giorno 9 giugno al 7 settembre, mentre è in svolgimento la seconda fase che prevede l’analisi delle varie proposte. Si aprirà quindi la fase dell’assegnazione dei terreni e della stipula dei contratti.

Il bando della Banca Nazionale delle Terre Agricole è importante perché sicuramente sarà nuovamente presentato per il 2022 e offrirà nuove opportunità.

Terre AbbanDonate

Per chi non vuole attendere, un’altra possibilità di accedere a terreni agricoli è formulato dall’associazione Let Eat Be che ha realizzato il progetto Terre AbbanDonate il cui obiettivo è contrastare il fenomeno delle terre abbandonate, soprattutto quelle appartenenti a proprietari che hanno difficoltà ad occuparsene e a metterle in produzione e di conseguenza restano incolte. In questo caso i proprietari dei terreni lasciati senza colture vengono iscritti in un particolare catasto dei terreni che raccoglie questi appezzamenti, mentre coloro che hanno interesse a coltivare dei terreni sono inseriti nell’anagrafe dei coltivatori. Attraverso la piattaforma Terre AbbanDonate è possibile far incontrare proprietari e potenziali agricoltori che poi possono autonomamente stipulare il contratto.

Uno dei limiti di questa piattaforma è il fatto che sia di tipo locale, cioè il censimento dei terreni abbandonati riguarda solo quelli che sono localizzati nella zona del biellese.

Le banche delle terre regionali: Toscana, Liguria e Trentino

Il terzo progetto è invece la Banca della Terra organizzata dapprima dalla regione Toscana e in seguito anche in Trentino Alto Adige, con la speranza che presto possa diventare un progetto di tipo nazionale, naturalmente gestito dalle Regioni. Il primo progetto della banca della terra è della Regione Toscana nel 2012 e ha l’obiettivo di dare nuova vita ai terreni incolti e preferire la gestione da parte di cooperative e giovani agricoltori anche di nuova generazione, cioè persone che arrivano da altre storie e decidono di cambiare vita e quindi occuparsi di agricoltura. La piattaforma è accessibile da questo link https://www.regione.toscana.it/-/la-banca-della-terra

Banche dei terreni agricoli di altre Regioni

Il progetto approda in seguito presso la regione Liguria, in questo caso acquista il nome di Banca Regionale della Terra, BRT e ha l’obiettivo di accrescere la competitività delle aziende agricole attraverso il portare a coltura terreni abbandonati e il riordino fondiario. La normativa della Banca regionale della terra è nell’articolo 6 della legge regionale 4 del 2014, naturalmente della regione Liguria.

Nel 2015 il progetto parte anche in Trentino Alto Adige, la legge di riferimento è la legge 15 del 2015 e ha l’obiettivo di contemperare le esigenze di chi vuole avviare nuove imprese e limitare il fenomeno dell’abbandono delle terre.

In Campania la bancha dei terreni agricoli è stata istituita con la legge Regionale n. 10 del 31 marzo 2017 articolo 1, commi 63,64,65 e 66.  L’obiettivo è censire e assegnare agli agricoltori, in particolare i giovani che vogliono iniziare a lavorare in questo settore, le terre abbandonate. L’inventario dei terreni disponibili è tenuto dalla Direzione Generale delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Cosa sono i terreni incolti?

In base alla disciplina delle banche delle terre devono essere considerate incolte le aree che non sono state utilizzate per almeno 3 annate agrarie. I terreni possono essere segnalati anche dai consorzi di miglioramento fondiario, da liberi professionisti che si occupano di materia agraria e da organizzazioni professionali agricole. Quando i terreni sono di proprietà di privati è comunque necessario il loro assenso per poter procedere e i contratti possono essere di concessione, affitto e compravendita.

Chi decide di iniziare un’attività nell’agricoltura può ottenere incentivi e aiuti, leggi gli articoli dedicati:

Agricoltura: credito di imposta per chi acquista macchinari 

Credito per il Mezzogiorno per l’agricoltura: come funziona

Tassazione delle aziende agricole: il regime delle imposte sul reddito

 

In Toscana, un premio per le imprese innovative

Il Consiglio della Regione Toscana ha presentato il Premio Innovazione Toscana, che vuole valorizzare, incoraggiare e sostenere le startup innovative, attive nella ricerca e nell’innovazione tecnologica e digitale, specialmente se condotte da giovani.

Antonio Mazzeo, consigliere regionale nonché promotore dell’iniziativa, ha così presentato il progetto: “L’abbiamo voluto con forza in Ufficio di presidenza, mettiamo a disposizione 100mila euro, ricavati dai risparmi sui costi della politica realizzati in questi anni, in cui abbiamo tagliato il bilancio del Consiglio regionale di più di due milioni di euro. In più, abbiamo previsto un riconoscimento speciale per i ragazzi più giovani, per progettualità che auspichiamo possano essere fatte anche nelle scuole. Vogliamo mettere in risalto le eccellenze e la qualità dei nostri territori, le nostre ricercatrici e i nostri ricercatori, attrarre i migliori talenti e non lasciarli andar via. Speriamo che ci sia una larga partecipazione, soprattutto da parte delle aziende più giovani”.

Obiettivo di questa iniziativa, che prevede un premio di 15mila euro per il primo classificato e 5mila per il secondo, per ogni sezione, è ovviamente far emergere progetti imprenditoriali di successo, che si siano adoperati per rafforzare le filiere locali, riuscendo a coniugare ricerca, innovazione e risultati economici.

Per iscriversi c’è tempo fino al 5 novembre, dopodiché i progetti verranno sottoposti ad una commissione che avrà il compito di selezionare i vincitori.

Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, ha aggiunto: “Credo molto nel made in Tuscany, come credo nel made in Italy, nel genio, nella capacità di adeguare il nostro patrimonio produttivo con significativi modelli di innovazione. Dall’informatica alla robotica, a tanti altri settori, la Toscana sta dimostrando di essere in grado di realizzare beni e prodotti che modificano il nostro stile di vita e riescono a sfidare il mercato e la concorrenza. Noi vogliamo incoraggiare le imprese a seguire questa strada”.

Vera MORETTI

Coldiretti chiede credito accessibile per le imprese agricole

che, il 15 giugno, si è conclusa la possibilità di presentare la Domanda Unica Pac 2017, che ha riguardato gli imprenditori agricoli della Toscana, e non solo, il sistema servizi di Coldiretti ha subito messo a disposizione la struttura CreditAgri Italia, per offrire alle imprese agricole che hanno presentato la Domanda Unica lo strumento dell’anticipo PAC per soddisfare, almeno in parte, le esigenze di credito a breve.
Ciò significa che le imprese potranno beneficiare dell’anticipazione annuale, biennale, triennale o quadriennale, riservata ai piccoli agricoltori, del premio senza dover attendere l’erogazione da parte di Artea.

Tullio Marcelli, presidente regionale Coldiretti Toscana, ha dichiarato: “CreditAgri Italia, con la sottoscrizione di appositi accordi con alcune banche partner ha definito un modello operativo in grado di favorire l’erogazione delle anticipazioni a beneficio delle imprese agricole. I produttori interessati, relativamente alle componenti “pagamenti di base” e “greening”, potranno richiedere un finanziamento dell’80%, nel caso di anticipo annuale, ovvero del 70% nel caso di anticipo biennale e del 60% per l’anticipo triennale; il tutto a tassi di assoluto vantaggio ed in ogni caso non da sportello diretto. Si tratta di un modello messo in campo dalla nostra struttura dedicata la credito, ormai collaudato da diversi anni, che presenta indubbi vantaggi per le imprese agricole”.

Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana, ha aggiunto: “E’ per questo che Coldiretti attraverso CreditAgri Italia, viene incontro alle esigenze di liquidità e rende più semplice e conveniente l’accesso all’anticipazione. Quest’anno poi ci sono alcune novità con tempi di delibera più rapidi, la possibilità per le imprese che richiederanno un’anticipazione di importo non superiore a €.10.000, di non effettuare il versamento della quota di ammissione a socio ed una scontistica da applicare per altre richieste di garanzia, su operazioni ordinarie. E’ per questo che invitiamo gli imprenditori agricoli a rivolgersi ai nostri uffici presenti sul territorio”.

Vera MORETTI

Bando internazionalizzazione per le pmi toscane

Da ieri, e fino al 7 agosto, le imprese interessate possono inviare le domande che servono per accedere al bando promosso dalla Regione Toscana relativo all’internazionalizzazione.
Si tratta di un’iniziativa rivolta i particolare alle piccole e medie imprese, alle micro imprese e ai liberi professionisti, specialmente se attivi nel settore manifatturiero e nel comparto turistico, come previsto dalla linea d’azione 3.4.2 del Por Fesr 2014-2020.

Stefano Ciuoffo, assessore regionale alle attività produttive, ha dichiarato: “Degli 8,5 milioni di euro a disposizione, 7,5 sono destinati alle PMI del settore manifatturiero e 1 milione a quelle del settore turistico. Merita sottolineare che questo è il primo bando al quale possono accedere anche i liberi professionisti. Dobbiamo, con i mezzi e le risorse a disposizione, cercare di stimolare il sistema produttivo toscano ad aprirsi sempre di più verso i mercati globali e a presentarsi in questo contesto con le carte in regola per competere ad armi pari”.

Gli incentivi non sono fissi per tutti coloro che ne usufruiranno ma, anzi, variano a seconda del soggetto richiedente. Ad esempio, le micro, piccole e medie imprese è concesso un contributo che varia da un minimo di 10mila, 12mila 500 e 20 mila euro a un massimo di 150mila euro. I consorzi, società consortili e reti-soggetto, invece, possono ottenere da 35mila a 400mila euro.

Sono previsti contributi a fondo perduto fino al 50 per cento dell’investimento previsto dal progetto di internazionalizzazione. Le domande possono essere presentate online attraverso il sito di Sviluppo Toscana.

Vera MORETTI

In Maremma convention sulla Sicurezza di Confassociazioni

Il Parco Naturale della Maremma, tra le colline e il mare di Castiglione della Pescaia, ospiterà i prossimi 18 e 19 maggio la quinta convention annuale dell’A.N.CO.R.S. e la prima di Confassociazioni Sicurezza.
In questa occasione, si uniranno dunque i professionisti del settore che dialogheranno e si confronteranno per discutere tra loro per ed individuare le giuste strategie affinché la cultura della sicurezza venga divulgata, anche con metodi non convenzionali. Il fine ultimo rimane sempre quello di proteggere la vita delle persone, quindi fondamentale.

Luigi Ferrara, presidente di Confassociazioni Sicurezza nonché presidente nazionale di A.N.CO.R.S. ha dichiarato in proposito: “Ci piace pensare che quest’anno possiamo raggiungere un obiettivo importante: avere tutte i rappresentanti delle sedi presenti e tantissimi professionisti della sicurezza. Su scala nazionale contiamo circa settemila associati tra liberi professionisti e aziende, abbiamo circa140 sedi in Italia e sei sedi di rappresentanza all’estero, oltre ad essere firmatari di tre CCNL. Con questi numeri e soprattutto con lo spirito di condivisione e di partecipazione che ci caratterizza e che ci ha permesso di sposare fin dal primo momento la mission di CONFASSOCIAZIONI riassumibile nel suo hashtag #unitisivince crediamo che questa nostra due giorni toscana sia davvero coinvolgente, formante e di qualità. Le attività di aggiornamento professionali, dove cuore della discussione sarà il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e di spettacolo, si alterneranno con momenti ludici e di time building, con tante soprese e con ospiti d’eccezione, tra cui il Vice Presidente Nazionale di CONFASSOCIAZIONI, Franco Pagani. Infine cosa gratuita per i nostri professionisti, il rilascio di un attestato gratuito valido otto crediti formativi per l’aggiornamento di ASSP, RSPP, formatore/coordinatore della sicurezza”.

Vera MORETTI

Imprese innovative: ecco dove si trova la maggioranza

Per favorire la nascita di nuove startup, ma che siano innovative, in questo periodo vengono promossi interventi di agevolazione fiscale e semplificazione burocratica, sia a livello regionale sia a livello nazionale.
Si tratta in particolare di aziende che hanno come oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

A questo proposito, dal 2012 è stata aperta una sezione speciale del Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di Commercio riservata alle startup innovative. A fine 2016 risultavano iscritte 6.475 imprese.

Considerando questi numeri, a livello regionale le maggiori incidenze di nuove imprese con idee innovative si trovano in Trentino-Alto Adige (5,3% delle nuove imprese), Sardegna (5,0%), Toscana (4,9%) e Sicilia, Umbria e Veneto (tutte con il 4,6%).
Le regioni in cui si conta nel periodo esaminato un rapporto più elevato tra nuove imprese con idea innovativa e startup innovative sono Toscana (6,5 nuove imprese innovativa per ogni start up), Puglia (5,7), Sicilia (5,5), Campania (5,3), Basilicata e Calabria (4,9).
In particolare nel Mezzogiorno (5,3) è più elevato il peso relativo delle imprese innovative rispetto a quelle che transitano per il canale formale del registro delle startup.

Inoltre, l’orientamento all’innovazione del sistema imprenditoriale italiano si può rafforzare anche attraverso forme di trasmissione di asset di impresa che garantiscano la continuità aziendale e il mantenimento del know how di imprese orientate all’innovazione.
Se consideriamo che la propensione all’innovazione delle micro imprese è pari al 32,3% delle imprese attive, nell’ipotesi di scuola di una riduzione prudenziale dei due terzi del tasso di innovazione per le imprese nella fase conclusiva del ciclo di vita e avviate alla cessazione, si può stimare che, sempre nell’arco del periodo 2013-2016, siano cessate 146.504 imprese con potenziale di innovazione, pari a circa 22 volte le startup innovative per legge.

Vera MORETTI

Toscana sempre attenta a professionisti e giovani

Franco Pagani, vice presidente di Confassociazioni ha annunciato che sono state approvate le modifiche della Legge regionale Toscana 73/2008. Questo significa che la giunta presto delibererà per fare in modo che anche i professionisti possano avere accesso ai fondi destinati alle pmi.

Pagani, che è anche vice presidente della Commissione Regionale dei Soggetti Professionali, ha dichiarato: “La Toscana, come già aveva fatto in precedenza, continua ad essere un positivo paradigma per tutti gli altri legislatori regionali della nostra Italia, adottando interventi a bassissimo costo economico, ma dall’alto contenuto in termini di ricadute positive sul tessuto produttivo. Frutto di un grande lavoro di concertazione dell’intera commissione regionale, tale modifica legislativa, a parte leggere sfumature velocemente e unitamente risolte, ha trovato pieno riscontro nella giunta e poi in consiglio. Tanto che, nella sua forma attuale, la Legge 73/2008 dà un importante impulso alla sinergia interprofessionale e alla capacità strategica, tipica del mondo delle professioni intellettuali, nell’interagire con l’istituzione regionale”.

Sono stati sottolineati tre punti essenziali:

  • L’allineamento della legge alle novità intervenute con la Legge 4/2013, la quale ha regolamentato le professioni prive di proprie leggi istitutive e di relativo ordinamento;
  • Il miglioramento dell’assetto funzionale della commissione;
  • L’istituirsi di un osservatorio delle professioni intellettuali toscane con il riconoscimento dell’alto valore aggiunto in termini di innovazione, struttura e produzione di PIL.

Tutto ciò porterebbe ad una serie di benefici, a cominciate dallo sviluppo di una rete a disposizione dell’intera collettività e un concreto sostegno per i giovani, i quali spesso vengono penalizzati dal mondo del lavoro.

Vera MORETTI

Agriturismi sempre al top

Il 2016 è stato sicuramente un anno positivo per gli agriturismi, che si fanno amare dagli italiani alla ricerca di vacanze all’insegna di romanticismo, enogastronomia e natura.
A stabilirlo, e a raccogliere un po’ di dati utili, è stato il portale Agriturismo.it, leader nel settore, che ha registrato un aumento dell’offerta su territorio nazionale del 3%, con un incremento della domanda del 7%.

Non sono aumentati, invece, i prezzi, poiché quasi l’80% dei proprietari o gestori di agriturismi ha dichiarato di aver mantenuto stabili i propri listini, con una media del costo del soggiorno a notte di 43 euro.

Ancora una volta è la Toscana a primeggiare, con un aumento dell’offerta (+8,4% nel 2015 secondo l’Istat), anche la domanda sale, e di molto (+31% in un anno). Considerando la richiesta di alloggio su scala nazionale, la regione arriva a raccogliere il 33,1% del totale.
Segue, anche se con un notevole distacco, l’Umbria, con una crescita del 46% e l’8,2% delle domande totali, e poi il Veneto, con il 6,4% delle richieste. Segue a ruota la Lombardia, che raccoglie il 5,6% dell’interesse.

Ma questo tipo di vacanza non è amato solo dagli italiani, perché, a dir la verità, gli stranieri apprezzano particolarmente ciò che un agriturismo può offrire, tanto da rappresentare il 26% di tutta la domanda. Mete preferite sono Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sardegna.

La durata media dei pernottamenti + rimasta stabile: sono 4,6, che diventano quasi una settimana in Sardegna (6,65) e nelle Marche (6,92 giorni). Sono vacanze letteralmente mordi e fuggi, invece, in Campania (3,08) e in Piemonte (3,22).

Considerando le province, prima in assoluto è Grosseto, che raccoglie da sola ben l’8,8% di tutta la domanda del 2016. La seguono Siena, con l’8,1%, e Perugia, con il 6,7%. Non mancano, però, province di montagna come Bolzano (3,3%) e destinazioni del Sud Italia, come Lecce (2,8%).

Veronica Mariani, fondatrice di Agriturismo.it, ha dichiarato in proposito: “L’ultimo Osservatorio sul Turismo del Politecnico di Milano rivela che il 58% dei proprietari di agriturismi ha stimato di chiudere il 2016 con una crescita del proprio fatturato. Si tratta, evidentemente, di un comparto del nostro sistema economico che gode di buona salute e che guarda al futuro con interesse. Dato che quasi l’80% delle loro attività di promozione ormai è online, ipotizziamo, per l’anno appena iniziato, un ulteriore ampliamento dell’utenza straniera, che usa sempre più il web per gestire viaggi e prenotazioni”.

Vera MORETTI

Imprese femminili in aumento in Toscana

Le donne imprenditrici sono sempre di più e a confermarlo sono le cifre, in costante aumento, soprattutto in alcune regioni italiane.

In Toscana, ad esempio, le aziende in rosa rappresentano un’importante e concreta risorsa per l’economia locale, tanto da aver registrato dati in crescita su tutto il territorio.
Ad oggi, le imprese femminili sono più di 93mila, con un aumento medio dell’1,5% ogni anno.

Ma quali sono i settori in cui le donne “spopolano” maggiormente?
Il settore dei servizi, del commercio e del turismo conta circa 1400 imprese femminili attive, che collocano la Toscana al quarto posto in Italia dopo Lazio, Lombardia e Veneto.

In queste stime, spiccano le imprese guidate da straniere, che sono il 61% del totale, con le giovani che però stanno registrando numeri da capogiro.

Andrea Sereni, presidente di Unioncamere Toscana, ha dichiarato in proposito: “In questi primi tre mesi dell’anno le iscrizioni di imprese rosa sono aumentate anche nel turismo e nell’artigianato, segno che la Toscana dispone di un habitat che, oltre ad offrire larghi margini di sviluppo, rappresenta una risorsa straordinaria ed una risposta concreta alle molte giovani donne, creative e intraprendenti, alla ricerca di opportunità occupazionali, anche in proprio“.

Vera MORETTI