NFT: impatto ambientale e altri aspetti da considerare

In questi anni il fenomeno NFT è stato veramente molto rilevante. È legato alla tecnologia blockchain la quale, come sappiamo, è la madre delle criptovalute.

Grazie agli NFT viene creato un nuovo titolo di proprietà virtuale che riguarda da vicino oggetti da collezione sia digitali che reali. 

Infatti, non a caso una delle categorie più interessata in maniera concreta agli NFT è proprio quella degli appassionati di arte, la quale ha voluto approfondire l’argomento imparando in primo luogo come comprare NFT.

Sugli NFT tuttavia si è molto discusso per il loro impatto ambientale. Questo aspetto viene considerato problematico: ed ecco perché gli esperti hanno cercato diverse soluzioni e approcci con lo scopo di dare agli NFT un equilibrio significativo dal punto di vista energetico ed ambientale sia nel presente che nel futuro.

Molte persone si chiedono come si evolverà la tendenza di quelli che vengono definiti NFT verdi, cioè rispettosi dell’ambiente. 

Come tutto è cambiato

Gli NFT sono asset che vengono gestiti attraverso una rete blockchain: l’impatto ambientale che ha la loro creazione è legato soprattutto alla blockchain e all’algoritmo di consenso che essa usa per gestirli.

Però per fortuna il passaggio di Ethereum, che ricordiamo essere la blockchain principale utilizzata per gli NFT, all’algoritmo di consenso Proof of Stake, ha ridotto in maniera significativa il costo della loro creazione e commercio in termini energetici.

Questo particolare ha cambiato le carte in tavola nel senso che ormai l’affermazione che il mondo degli NFT sia dannoso per l’ambiente è esagerata proprio per questo cambiamento.

Per comprendere meglio la questione ci basti pensare che nella versione di Ethereum basata su PoW l’impronta stimata di un NFT era stimata in circa 38 kg di CO2, che equivale, prendendo come unità di misura l’impronta di carbonio, a circa 82,648 transazioni VISA.

Invece con il passaggio a PoS una singola transazione emette 0,02 kg di anidride carbonica pari a circa 44 transazioni Visa. La differenza è notevole e fa ben sperare per il futuro.

Differenze tra NFT e criptovalute

Bisogna ricordare ancora una volta che gli NFT, così come Ethereum, Bitcoin e tante altre criptovalute si basano sulla tecnologia blockchain.

Gli NFT sono però diversi dalle altre criptovalute le quali possono essere scambiate tra di loro, mentre i non-fungible token sono unici e sono da considerare come un’opera d’arte originale che non può essere riprodotta.

Un NFT inoltre può essere considerato una fonte di guadagno ma soprattutto uno strumento di marketing da parte delle aziende le quali spesso decidono di utilizzarli  anche come bonus innovativi.

Di sicuro nel corso del tempo gli NFT sono diventati sempre più accessibili a un grande numero di persone e molto probabilmente lo saranno sempre di più in futuro, soprattutto grazie alla nascita recente dei giochi.

Proprio per questo motivo l’aspetto relativo all’impatto ambientale ed energetico degli NFT non può essere sottovalutato.

Stipendi: aumento in arrivo da gennaio per 4 milioni di italiani. Chi ne beneficerà?

Il Governo Meloni con un emendamento alla manovra di bilancio ha confermato il taglio del cuneo fiscale del 2% introdotto dal governo Draghi, ma non solo, infatti lo ha aumentato di un punto percentuale e ha provveduto ad aumentare la soglia di reddito dei beneficiari. Da questa scelta consegue un aumento degli stipendi. Ecco a chi spetterà e a quanto ammonta.

Con la legge di bilancio in arrivo aumenti per 4 milioni di italiani

Con un emendamento alla legge di bilancio, il governo Meloni ha provveduto ad estendere il taglio del cuneo fiscale a carico del lavoratore del 3% ai redditi compresi tra 20 e 25.000 euro. Prima di questo intervento l’aumento del taglio del cuneo fiscale era per redditi fino a 20.000 euro. I beneficiari di questa estensione, secondo i calcoli effettuati, dovrebbero essere 4 milioni di contribuenti che dovrebbero avere dal mese di gennaio un aumento in busta paga di circa 38 euro. In totale in Italia i contribuenti che percepiscono un reddito fino a 25.000 euro sono 15,4 milioni di euro. I redditi compresi tra 25.001 e 35.000 euro potranno invece continuare a beneficiare del taglio del cuneo fiscale al 2%.

A quanto ammonta l’aumento degli stipendi?

In realtà gli aumenti reali dipenderanno molto dalla reale situazione del singolo contribuente, infatti un lavoratore con un reddito lordo di 12.000 euro, potrà avere un aumento mensile di circa 21 euro netti in più al mese. Chi ha uno stipendio lordo di 15.000 euro potrà invece ricevere 27 euro in più al mese in busta paga. Solo chi ha un reddito lordo di 35.000 euro potrà invece ricevere un aumento di 38 euro netti al mese.

Si tratta di piccole somme che vanno comunque a cumularsi al reddito ai fini Irpef e quindi sottoposte a tassazione.

Leggi anche: Professioni più richieste nel 2023 per scegliere la formazione giusta

Fotovoltaico arriva la svolta con un semplice “foglietto”

Il fotovoltaico è uno dei settori in cui si concentrano gli studi per la produzione di energia elettrica, anche per le case. Ecco l’ultima invenzione proposta.

Fotovoltaico, naturale e perenne

Il settore del fotovoltaico è in continua crescita. Si punta principalmente a questa fonte di energia rinnovabile in quanto illimitata, e naturale. Il sole esiste per tutti, e per questo motivo si pensa che possa essere davvero la migliore sostituzione al petrolio. Anche perché i prezzi del petrolio risentono molto delle variazioni economiche ed in questi ultimi mesi, insieme al gas, hanno avuto un andamento poco costante.

Così gli studi su come produrre energia grazie al sole sono sempre in continua evoluzione. Tanto che sono stati già immessi sul mercato, oltre ai classici pannelli fotovoltaici, anche le tegole fotovoltaiche o i pannelli da istallare sul proprio balcone di casa. Ma per fortuna, gli studi e la ricerca, anche sugli accumulatori di energia non si fermano. E questo è un bene, perché solo attraverso il progresso e lo studio si possono avere delle scelte che rispettano l’ambiente.

Fotovoltaico, il “Foglietto” è la nuova invenzione

L’ultima invenzione in campo di fotovoltaico è un “foglietto” frutto degli studi del Massachusetts Institute of Technology di Boston. Si tratta di un pannello solare sottile quanto un capello e che va semplicemente srotolato su qualsiasi superficie per trasformare un tetto normale in uno fotovoltaico. Non solo: un chilogrammo del materiale di cui è composto sviluppa 18 volte più potenza rispetto a quella dei pannelli solari tradizionali – e tra l’altro ha un peso specifico cento volte inferiore.

Un’importante scoperta soprattutto anche legata al peso. Ebbene molti tetti, ad oggi, non riescono a sopportare il peso dei classici pannelli in silicio. In genere un modulo standard da 165 x 100 cm ha un peso di circa 16-19 Kg per metro quadro. Quindi per un impianto di almeno 3 Kwh è un peso importante che il tetto deve sostenere. Mentre con questa soluzione si potrebbero elettrificare tutti i tipi di tetti, senza alcun pericolo.

Tutti gli usi che potrebbe avere il “foglietto”

Il pannello solare così costruito non servirebbe solo per i tetti. Ma potrebbe essere impiegato come veri e propri tappeti fotovoltaici in tutte le superfici utili esposte al sole durante il giorno. Ad esempio, nei parcheggi, sulle barche, sulle tende, negli spazi utilizzati per imprese e attività commerciali, terrazzi e giardini.

Al Mit per la realizzazione del foglio hanno utilizzato uno strato di parylene, hanno poi stampato diversi strati di celle solari composte da nanofili d’argento e un altro conduttore. Infine hanno seso uno strato di colla sui bordi per tenere tutto insieme. Ma di sicuro stanno già lavorando a grandi soluzioni per l’utilizzo della nuova scoperta.

 

 

 

Morte del proprietario dopo la firma del preliminare, che cosa succede?

Morte del proprietario dopo la firma del preliminare può succedere e non è nemmeno così infrequente come si pensa. Ma cosa succede quando avviene?

Morte del proprietario, cos’è il preliminare?

Il preliminare di vendita è un accordo tra le parti in cui si obbligato reciprocamente a concludere in un determinato tempo il contratto definitivo. Ciò vuol dire che entrambi hanno degli obblighi ai fini di procedere nel caso del settore immobiliare alla compravendita di una casa ad esempio. Inoltre il preliminare è la base per il contratto definitivo, quindi contiene tutte le “regole” per il passaggio definitivo di proprietà.

Il contratto preliminare di compravendita deve essere registrato entro 30 giorni dalla sottoscrizione. Per la registrazione sono dovute:

  • l’imposta di registro di 200 euro, indipendentemente dal prezzo della compravendita;
  • l’imposta di bollo, nella misura di 16 euro ogni 4 facciate e comunque ogni 100 righe.

Quando il preliminare prevede un pagamento, è dovuta, inoltre, l’imposta di registro proporzionale pari:

  • allo 0,50% delle somme previste a titolo di caparra confirmatoria
  • al 3% delle somme previste a titolo di acconto sul prezzo di vendita

Morte del proprietario, intervengono gli eredi?

Nel momento in cui il proprietario ha firmato un contratto preliminare, ma perde la vita, il contratto rimane comunque valido. Pertanto tutti i suoi beni passano gli eredi. I quali accettando l’eredità, accettano tutti i rapporti attivi e passivi che facevano capo al proprietario, compreso il contratto di compravendita. Quindi gli eredi, dopo aver fatto la regolare successione, dovranno procedere alla conclusione del contratto definitivo.

Anche perché il preliminare è a tutti gli effetti un contratto perfetto. Quindi il promittente venditore o il suo erede, se non adempiono a quanto scritto in preliminare devono rispondere alla responsabilità contrattuale. Per questo motivo spesso gli eredi, dopo la successione, provvedono alla vendita del bene nei confronti del compratore. E si dà esecuzione e conclusione della compravendita come se lo avesse fatto il proprietario iniziale del bene.

Cosa succedere se l’erede si rifiuta?

Se l’erede rifiuta l’eredità in toto, non ha nessun obbligo nei confronti del potenziale acquirente. Mentre se si oppone alla sola compravendita la situazione è diversa. Infatti il promittente acquirente può agire in giudizio ex art.2932 c.c. per ottenere l’esecuzione in forma specifica dell’obbligo per l’appunto di concludere il contratto definitivo. Oppure per richiedere il risarcimento per il mancato guadagno sempre per colpa del rifiuto. Quindi in sintesi, in caso di morte del proprietario venditore l’obbligo di stipulare il contratto definitivo si trasferisce in capo all’erede, che dovrà concludere il contratto definitivo.

 

 

 

 

 

SiBonus, la piattaforma per chi vuole cedere i propri crediti di imposta

Infocamere, società delle Camere di Commercio per l’innovazione digitale, mette a disposizione delle imprese e dei privati la piattaforma SiBonus che consente la compravendita di crediti di imposta maturati. Ecco come funziona e chi può accedere.

Perché nasce SiBonus, la piattaforma per la compravendita dei crediti di imposta?

Sappiamo che molte agevolazioni sono riconosciute alle imprese e ai privati sotto forma di crediti di imposta. Può però capitare che rispetto ai crediti di imposta maturati vi sia incapienza, cioè che questi siano superiori rispetto alle imposte che si possono scontare. Generalmente i crediti di imposta possono essere scontati anche in più anni, ma in molti casi le imprese hanno bisogno di liquidità e quindi avere dei crediti bloccati può risultare poco agevole o comunque può creare difficoltà economiche. Proprio per questo motivo nasce la piattaforma SiBonus. Si tratta di un vero e proprio marketplace che consente la compravendita di crediti di imposta.

La piattaforma SiBonus è raggiungibile dal sito SiBonus.infocamere.it , il servizio è accessibile a tutte le imprese e ad enti privati che abbiano un codice di identità digitale come Spid, Cie, Cns. L’obiettivo è facilitare l’incontro tra venditori e acquirenti dei crediti di imposta alle migliori condizioni. Inoltre il trasferimento tramite piattaforma è sicuro e trasparente. Tra i crediti che possono essere oggetto di scambio ci sono anche quelli relativi a Sismabonus, Bonus facciate e altri bonus collegati ad agevolazioni in edilizia.

Come funziona la piattaforma  SiBonus?

Naturalmente è una normale vendita, quindi chi vende deve indicare il valore del credito, ad esempio 10.000 euro e il prezzo a cui intende venderlo che ovviamente per essere appetibile deve essere più basso rispetto al valore che si può incassare, o meglio scontare, con il Fisco. Nel caso in cui in merito all’annuncio dovessero arrivare più proposte di acquisto, sarà il venditore a decidere a chi vendere il credito.

Il pagamento deve avvenire attraverso IConto S.r.l. (istituto di pagamento di proprietà di InfoCamere) . La procedura prevede che sia stipulato il contratto di cessione sottoscritto con firma digitale, l’acquirente versi nel conto da lui aperto presso IConto il prezzo pattuito. Il venditore attraverso il proprio cassetto fiscale trasferisce il credito all’acquirente. Infine, solo dopo l’effettiva cessione, il venditore avrà il corrispettivo che nel frattempo era fermo nel conto del compratore.

Nel caso in cui un venditore abbia più crediti di imposta, per ognuno di essi, o meglio per quelli che vuole cedere, deve generare un annuncio.

Ogni credito deve essere ceduto per intero, se il venditore ha già utilizzato una parte del credito scontabile in più annualità, deve comunque cedere l’intero residuo degli importi annuali.

Possono essere scambiati anche piccoli importi.

Vendere casa, si può prima dello scadere del mutuo

Vendere casa è sempre un momento che prevede tanti interrogativi. Soprattutto quando ancora c’è un muto in corso da dover finire di pagare.

Vendere casa, si può fare se si ha un mutuo?

Vendere casa è un momento importante, tanto come acquistarla. Ma è possibile farlo se c’è il mutuo? La risposta è abbastanza semplice ed è Si. Questo perché l’unico proprietario dell’immobile è solo il suo intestatario. Solo lui può disporne secondo le sue esigenze. Quindi se decide di vendere a terzi la propria casa, nessuno può vietarlo.

E’ anche vero che l’istituto di credito che ha concesso il mutuo, iscrive sull’immobile stesso una ipoteca. Questa serve solo a garantirsi che possa rientrare in possesso del denaro prestato e degli interessi ad esso connesso. Ipoteca che sarà la stessa banca a cancellare quando il mutuo sarà estinto.

Vendere casa, un caso particolare

Il Sig. D. ci propone il seguente quesito: “Vivo in un bivani nel centro di C. Quando l’ho preso aveva un buon prezzo e così ho richiesto un mutuo a 20 anni che mi hanno concesso. L’ho sempre pagato, ma nel frattempo mi sono sposato e nella mia famiglia si è arrivato anche il mio primo figlio. Adesso io e mio moglie vorremmo il secondo, lo spazio è davvero piccolo ed avrei bisogno di un nuovo appartamento. Il mio mutuo però non è ancora scaduto, posso vendere casa? Vorrei andare in banca, avendo le idee più chiare”.

Questo è uno dei casi più classici che accade in Italia. Un immobile diventa troppo piccolo e quindi occorre una casa più grande, ma cosa fare se c’è il mutuo? Si può vendere lo stesso, come abbiamo detto, ma ci sono più strade da seguire per risolvere il problema. Ma una cosa è certa il compratore si deve avvisare. Infatti quando si presentano i documenti, anche per essere valutati dal Notaio, occorre specificare la situazione in merito.

Come eliminare il mutuo prima della vendita?

Una delle strade è quella di andare presso la propria banca e, se si hanno le disponibilità finanziare, estinguere il mutuo e quindi liberare a tutti gli effetti l’immobile. Mentre un’altra ipotesi è quella che l’acquirente possa accollarsi il debito, ed entrare come nuovo debitore della banca, alle sue stesse condizioni. L’acquirente della casa consegnerà un assegno dell’importo pari alla somma rimanente del mutuo, comprendente anche eventuali penali, che verrà rilasciato alla banca che ha concesso il prestito, permettendo così di dichiarare estinta l’ipoteca.

Anche nel caso in cui il potenziale acquirente abbia bisogno di un mutuo può sempre richiederlo presso il proprio istituto. Quest’ultimo provvederà a dare alla banca creditrice la parte restante ai fini dell’estinzione del debito. Se dovesse eccedere denaro, rispetto al prezzo questo è dato al proprietario dell’immobile. Spesso sono le stesse banche a mettersi in contatto e procedere con questa modalità.

Infine se l’immobile è una seconda casa, è possibile venderla in qualsiasi momento. Se, invece, la propria intenzione è vendere la prima casa con mutuo e comprarne un’altra e l’immobile in questione è stato acquistato con il Bonus Prima Casa, la vendita non è consentita prima di 5 anni.

Le persone più ricche d’Italia: la curiosa classifica di Forbes

A fine anno tutti fanno i bilanci e così arriva anche qualche curiosa classifica, tra cui anche quella dedelle persone più ricche d’Italia, molti di noi non troveranno il loro nome, ma la curiosità tenta.

Chi sono le persone più ricche d’Italia?

A stilare la curiosa classifica è stata la rivista Forbes che ha sottolineato come nel 2022 ci siano 50 miliardari in Italia, solo 1 in più rispetto a un anno fa, 8 hanno perso il loro ruolo. È sceso però il patrimonio medio dei miliardari d’Italia, insomma la crisi si fa sentire anche per loro. Non guarderemo tutte le posizioni ma solo le prime 10.

Al decimo posto dei miliardari d’Italia c’è Patrizio Bertelli, Amministratore delegato del Gruppo Prada e marito di Miuccia Prada, il patrimonio dichiarato è di 4 miliardi di dollari.

Con lo stesso patrimonio di 4 miliardi si pone al nono posto, ma si tratta di un ex equo, Miuccia Prada, a conferma che il settore lusso in Italia genera ancora buoni guadagni.

All’ottavo posto della classifica con 4,1 miliardi di dollari di patrimonio stimato ci sono Augusto e Giorgio Perfetti giganti delle caramelle Perfetti Van Melle che controllano marchi come Mentos, Chupa Chups e Golia.

Settimo posto per Piero Lardi Ferrari dirigente dell’omonima azienda concentrata sulla produzione di auto di lusso. Il suo patrimonio è di 4,2 miliardi di euro.

Il sesto posto della classifica degli italiani più ricchi spetta a Giuseppe De Longhi proprietario del noto marchio di produzione elettrodomestici, in questo caso il patrimonio si aggira sui 4,4 miliardi di dollari.

La prima parte della classifica delle persone più ricche d’Italia

Il quinto posto spetta Massimiliana Landini Aleotti e famiglia che ha ereditato il colosso della casa farmaceutica Menarini da marito Alberto Aleotti e vanta un patrimonio di 5,4 miliardi di dollari. Vista la particolare classifica sottolineiamo che è la donna più ricca d’Italia.

Il quarto posto della classifica delle persone più ricche d’Italia è occupato da Silvio Berlusconi e famiglia con un patrimonio di 7,1 miliardi di dollari.

Il terzo posto è occupato un’altra volta da esponenti del mondo della moda e del lusso, si tratta di Giorgio Armani che ha un patrimonio stimato di 7,8 miliardi di euro.

Al secondo posto invece c’è la famiglia Del Vecchio proprietaria del marchio Luxottica conosciuto in tutto il mondo per la produzione di lenti da vista. Il patrimonio stimato è di 27,3 miliardi di dollari, stacca quindi il modo deciso il terzo in classifica.

Infine c’è il primo posto che spetta a chi della dolcezza ha fatto il suo marchio personale di fabbrica, si tratta di Giovanni Ferrero, proprietario della Ferrero che produce la nota Nutella. In questo caso il patrimonio stimato è di 36,2 miliardi di dollari.

Ultime curiosità: rientra tra i 50 più ricchi d’Italia anche Lina Tombolato, vedova di Ennio Doris scomparso pochi mesi fa e fondatore di Banca Mediolanum. Escono invece dalla classifica Emma e Antonio Marcegaglia e Andrea Della Valle di Tod’s.

Pellet 2023, la classifica dei migliori secondo Altroconsumo

Il pellet 2023 è la mania per il riscaldamento di questo inverno. Ma c’è chi ha stilato una classifica per i migliori, ecco cosa propone Altroconsumo.

Pellet 2023, i test eseguiti da Altroconsumo

Il pellet si ottiene comprimendo la segatura del legno. Di solito si tratta di piccoli cilindri di circa 6-8 mm di diametro. Tuttavia nell’ultimo anno il suo prezzo è praticamente raddoppiato, se non triplicato. Anche se a dire il vero ne esistono davvero di diverse varianti, proprio per cercare di risparmiare qualcosa in termini di costo. Esiste il pellet di nocciolino, di girasole, di canapa tanto per citarne qualcuno.

Tuttavia Altroconsumo ha stilato una classifica dei migliori pellet in commercio. Per testarlo è stato sottoposto ad un normale ciclo di combustione, dove sono stati accuratamente misurate le quantità di ceneri residue e la temperatura di fusione. In modo particolare è stato valutato il potere calorifico e le caratteristiche fisiche del prodotto.

Pellet 2023, tra stufe e prodotto finito

Nella classifica delle migliori stufe a pellet di Altroconsumo a 89 punti (qualità ottima) c’è la Freepooint Verve Airtight che risulta essere la migliore del Test. Il prezzo medio è di 995 euro. Di qualità sempre ottima ma con 83 punti, troviamo invece la Ravelli Dual 9. Costa in media duemila euro.

Ma qual’è il miglior combustibile? Per riconoscere un pellet di qualità occorre capire la sua categoria, che sono:

  • Classe A1: corrisponde alla qualità più elevata, caratterizzata da un contenuto di ceneri massimo pari allo 0,7%;
  • Classe A2: caratterizzata da un contenuto di ceneri minore o al massimo uguale all’1,2%;
  • e Classe B: per utilizzo non domestico, caratterizzata da un contenuto di ceneri massimo del 3,5%.

Altri dati oggetto del test sono la percentuale di umidità, che non deve essere superiore al 12% e inferiore all’8%. Altro elemento è la presenza o meno della certificazione  DIN Plus e la EN Plus che valuta anche la certificazione della filiera dalla produzione alla distribuzione. Infine è importante la qualità della materia prima e la percentuale di misure che resta a fine combustione.

Quali sono i prodotti migliori?

Guardando la classifica, al primo posto c’è Florian Woody, con Certificazione EN PLUS classe: A1Al secondo posto c’è Geminati euro, anche fornito di Certificazione EN PLUS classe: A1. Al terzo posto SCHWEIZ PRIMA SCELTA PLUS con lo stesso tipo di certificazione dei precedenti. 

Infine Altroconsumo ricorda che esistono alcune certificazioni ambientali e di sostenibilità, utili per individuare il pellet di legno prodotto secondo criteri e procedure attente al rispetto dell’ambiente, del patrimonio boschivo, degli ecosistemi di origine, degli habitat delle specie faunistiche e floreali dei luoghi di provenienza. Ma anche l’impiego di manodopera e lavoratori eticamente sostenibili.

 

 

 

Reddito di libertà 2023, rifinanziato il sussidio per le donne

Il reddito di libertà 2023 è rifinanziato dal Governo Meloni. Una scelta che tutte le donne oggetto di violenza meritano, ricordiamo quindi come funziona.

Reddito di libertà 2023, chi ne ha diritto?

Le donne hanno bisogno di maggiore tutela in tutto il mondo. Nel nostro Paese, nel 2022, ci sono state ben 104 vittime di femminicidio. Donne che perdono la vita per mano di chi diceva di amarle “alla follia”. E che spesso lasciano figli che da un giorno all’altro si trovano privi dell’amore materno e paterno, visto che di solito è proprio l’assassino. Un orrore che deve finire.

Ma per fortuna ci sono donne che riescono a capire subito il pericolo per la loro vita. E cercano di scappare o si rivolgo ai tanti centri anti violenza pronti ad aiutarle. Così è rifinanziato il reddito di libertà per tute le vittime di violenza con o senza figli minori che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali.

Inoltre possono usufruirne tutte le donne residenti nel territorio italiano che sono cittadine italiane, comunitarie o in possesso di regolare permesso di soggiorno. Ma che tutte coloro che sono straniere con lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.

Reddito di libertà 2023, quali spese compre?

Il reddito di libertà 2023 è un sussidio di 400 euro che viene riconosciuto mensilmente. Con il contributo percepito è possibile coprire le spese per assicurarsi l’autonomia abitativa. Quindi avere la possibilità di vivere in un’altra residenza rispetto a quella magari in comunione con il coniuge violento. Inoltre rientrano le spese relativa anche all’autonomia personale o per il percorso scolastico e formativo proprio e dei figli minorenni.

Il sussidio è netto, cioè non è soggetto di pagamento di tasse ed imposte. Infine è compatibile con altre tipologie di aiuti di Stato. Tra questi ci sono: il reddito di cittadinanza, l’assegno al nucleo familiare, l’assegno universale, la cassa integrazione guadagni e la Naspi. Il Governo Meloni ha destinato un fondo di un milione e 850 mila euro a questa misura.

Come richiedere il sussidio

Oltre allo Stato, Comuni e Regioni stanziano somme proprio alla stessa misura. Ma la domanda si presenta al Comune di residenza entro il 31 dicembre 2023. A questo punto ci sarà da compilare un modulo con tutte le informazioni, anche per aver chiara la situazione da cui si tenta di uscire. Occorre indicare anche il proprio IBAN per l’accredito sul conto corrente.

Qualora la domanda venga accettata sarà l’INPS ad analizzare i dati e a provvedere al contributo, dopo aver avvista il Comune di residenza e l’interessata attraverso una comunicazione sulla mail o sul cellulare già indicati sul modulo di richiesta. Si tratta di piccoli passi verso una nuova libertà che tutte le donne oggetto di violenza hanno diritto di avere.

 

 

 

 

 

Professioni più richieste nel 2023 per scegliere la formazione giusta

L’Osservatorio Data Lab di Assolavoro ha provveduto a stilare la lista dei lavori più richiesti nel 2023, dividendo gli stessi tra quelli ad alto, medio e basso profilo. Ecco qualche spunto per chi vuole entrare nel mondo del lavoro nei prossimi mesi.

Professioni più richieste ad elevato profilo

Trovare un lavoro non è semplice, spesso non mancano le opportunità, ma vi sono difficoltà nell’incontro tra domanda e offerta e il quiet quitting non aiuta. Ecco qualche spunto per trovarlo più facilmente. Tra i lavori ad elevato profilo, le figure più richieste riguardano sicuramente il mondo digitale, infatti le aziende sono sempre più dotate di strutture interconnesse ed è essenziale la raccolta dei dati. A ciò si unisce che la pandemia ha accelerato la corsa verso il lavoro smart e di conseguenza è necessario mettere a punto un sistema di gestione delle risorse umane digitale. Le aziende cercano:

  • Data Analyst / Data Scientist / Cyber Security Analyst;
  • social media manager;
  • Java / C++ Developer ;
  • Sviluppatore Python;
  • Machine Learning / AI (intelligenza artificiale) Expert;
  • Digital Project Manager.

Non solo professioni “digitali”, ma anche tradizionali, infatti le aziende sono alla ricerca di consulenti legali, esperti contabili, architetti.

Professioni più richieste nel 2023 di medio profilo

Per quanto invece riguarda le professioni con livello di formazione medio le figure ricercate sono:

  • progettista di impianti elettrici;
  • agenti immobiliari e agenti commerciali;
  • responsabile controllo qualità;
  • geometra di cantiere;
  • assistenza clienti;
  • Call / Contact Center e Receptionist;
  • e-commerce specialist;
  • contabili e addetti alla tesoreria;
  • Tecnico Elettromeccanico – Meccatronico;
  • addetti uffici gare.

In questo caso c’è una minore ricerca di personale legato alle nuove tecnologie, spicca l’e-commerce specialist, figura essenziale con l’evoluzione dello shopping online.

Richieste di personale a basso profilo

Non mancano ricerche di personale anche con qualifiche basse, in questo caso si tratta soprattutto di persone capaci di effettuare lavori manuali, tra queste ci sono:

  • elettricisti industriali e civili;
  • manutentori termo-idraulici;
  • Operai edili specializzati;
  • responsabili di magazzino;
  • carrellisti con patentino;
  • Operatori Macchine Utensili Cnc / Fresatori e Tornitori;
  • saldatori a filo/ addetti ai robot di saldatura;
  • montatori meccanici.

Se stai cercando un lavoro puoi anche sfruttare queste opportunità:
Concorso allievi Guardia di Finanza: 1410 posti. Bando e materiale studio

Concorso funzionari Agenzia delle Entrate, disponibili 2500 posti

Italo Treno assume personale a bordo con varie mansioni

Maxi concorso per 5.000 assunzioni negli enti locali. Profili richiesti