Ricetta elettronica, diventa definitiva per tutti i pazienti

La ricetta elettronica diventa definitiva per tutti i malati. E’ uno strumento che sembra piacere a tutti, sia i pazienti che i medici, giusta la decisione.

Ricetta elettronica, cos’è e perché piace a tutti?

Nel decreto milleproroghe 2023 è stato inserito, fino a dicembre 2024, la possibilità di utilizzare la ricetta elettronica. La ricetta elettronica, disciplinata dal Decreto interminesteriale del 2 novembre 2011, è uno strumento ormai di ampia diffusione. Permette infatti l’accesso alle prestazioni farmaceutiche e ambulatoriali del Servizio sanitario nazionale da parte dei cittadini.

Non solo, ha consentito, tra l’altro, di assicurare la circolarità delle prescrizioni farmaceutiche in regime convenzionale sull’intero territorio nazionale. Oggi un cittadino può recarsi in una farmacia di altra regione e ad avere diritto all’erogazione dei farmaci. E questo è uno dei motivi per cui piace la ricetta elettronica. Altro motivo è che arriva tramite mail, quindi i pazienti possono andare in farmacia, magari per ritirare la solita pillola della pressione, senza doversi recare dal medico. Risparmiando tempo, soldi e fine in attesa che quindi sono state annullate.

Le spiegazioni del Ministro Schillaci

Le parole del Ministro della salute, Orazio Schillaci,  spiegano perché la ricetta elettronica è diventata definitiva. “Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare“.

Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco – aggiunge il ministro – grazie a questa norma i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci. Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi. È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti”.

Superbonus 90% in declino, è crollo delle asservazioni

Il superbonus 90% è in declino, rispetto allo scorso anno. Sono sempre meno le richieste di accettazione dei bonus edilizi, ma cosa sta succedendo?

Superbonus 90% in declino, i numeri sono diminuiti

Il superbonus 90% sta perdendo il sul smalto, non attrae come negli anni scorsi. Le pratiche di superbonus registrare dall’Enea nel mese di aprile 2023 sono nettamente diminuite. Vanno così a confermare la nuova tendenza di non avere un grande numero di richieste presentate per l’accesso ai bonus edilizi.

Ad aprile, rispetto a marzo, le pratiche hanno riguardato circa 2mila condomini, mille edifici unifamiliari e 500 unità immobiliari autonome e con accesso indipendente. Numeri molti inferiori a quelli registrati un anno fa. Tra marzo  e aprile, il trend di crescita mensile è crollato da +18mila a +3mila nuove asseverazioni. Insomma a breve diremo addio al superbonus 90%? E’ probabile che sia così nel giro di pochi mesi.

Superbonus 90% in declino, quali sono le cause

Uno dei motivi è legato allo stop della cessione dei crediti e dello sconto in fattura.  I numeri dei crediti incagliati spaventano. E le imprese che non sono riusciti a rivendere i loro crediti, si trovano senza la loro liquidità. Nel frattempo sono sempre meno le imprese che concedono di effettuare i lavori, per la paura di non riuscire a gestire i loro crediti. Anche la piattaforma per la “compravendita” dei crediti derivanti dai bonus edilizi non sempre partire come dovrebbe.

Inoltre per le nuove operazioni 2023 alcune banche stanno lavorando per aumentare la capacità fiscale e poter quindi comprare nuovi crediti, anche dai privati. Ma sembra che questa via sia difficile da realizzare almeno nel breve termine. Gli stessi tecnici sembrano credere meno allo svolgimento del proprio lavoro nel settore del superbonus. In diminuzione anche il numero delle asseverazioni.

L’Asseverazione è un documento tecnico che solo un professionista tecnico abilitato, come un Geometra o un Architetto o un Ingegnere, può rilasciare. Il documento serve ad attestare la sussistenza di tutti i requisiti tecnici necessari per poter fruire dei bonus edilizi

Rimane la detrazione delle spese

A questo punto resta solo la possibilità di effettuare la detrazione d’imposta del costo delle spese sostenute. La detrazione può essere effettuata solo quindi con la Dichiarazione dei redditi. Fino al 31 dicembre 2024 il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione del 50% è di 96 mila euro per ciascuna unità immobiliare. Questo limite è annuale e riguarda il singolo immobile e le sue pertinenze unitariamente considerate.

Stop agli imballaggi superflui, addio alla pratica insalata in busta

Stop agli imballaggi superflui secondo le nuove direttive europee. Ecco come potrebbero cambiare le confezioni al supermercato, anche per l’insalata.

Stop agli imballaggi superflui, ciao ciao insalata in busta

Apri, un filo d’oli e gusta è questa l’insalata in busta per chi ha poco tempo. Uno dei prodotti più pratici da mettere in tavola, ma che ben presto potrebbe scomparire. Il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi rischia di danneggiare i consumatori, secondo Coldiretti. Infatti a breve potremmo vedere cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, oltre che alle confezioni di pomodorini, arance in rete e cestini di fragole e ciliegie.

La normativa, così come formulata, imporrebbe l’addio alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chili, giudicate superflue. Secondo l’organizzazione che rappresenta i coltivatori diretti, sorgerebbero problemi “dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori”. 

Stop agli imballaggi superflui, le ragione europee

Tutti d’accordo sul fatto che occorre riciclare e ridurre gli sprechi di plastica e carta. Ma le nuove norme sono molto restringenti, tanto che molte associazioni di categoria non sono d’accordo. Ma le regione europee sono moto chiare. Si punta alla limitazione degli imballatti eccessivi e la determinazione di etichette chiare. C’è chi sostiene che invece potrebbe essere una scelta che porta a nuove opportunità commerciali. In particolare per le piccole imprese che ridurranno la necessità di materiali vergini, aumenteranno la capacità di riciclaggio dell’Europa rendendola anche meno dipendente da risorse primarie e da fornitori esterni; metteranno il settore degli imballaggi sulla buona strada per conseguire la neutralità climatica entro il 2050.

Gli effetti sull’economia italiana

Secondo Condiretti invece gli effetti non sarebbero positivi. Per quanto riguarda il settore del vino, queste imprese saranno penalizzate. Dal primo gennaio 2030, inoltre, il 10% delle bevande alcoliche immesse sul mercato dovrà utilizzare imballaggi inseriti in sistemi di riuso e dal primo gennaio 2040 tale soglia dovrà salire al 25%. Per i vini, a eccezione degli spumanti, è prevista una soglia del 5% a partire dal primo gennaio 2030 che salirà al 15% entro il primo gennaio 2040.

Infine  “I prodotti di quarta gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani, con il pericolo di ridurne il consumo, già calato dell’8% per la frutta e del 10% per gli ortaggi nel 2022, con un impatto pericoloso sulla salute”, sottolinea ancora Coldiretti.

Anche Codacons è di parere contrario. Non trovare più nei supermercati le confezioni monouso di insalata o di frutta danneggerebbe in particolare alcune categorie di consumatori, come i single o le coppie senza figli. Si tratta di coloro che acquistano piccole quantità che consentono di gestire meglio la spesa settimanale e ridurre gli sprechi di cibo in casa.

Imu e comodato d’uso, come ottenere lo sconto?

È d’uso che i genitori concedano ai figli l’uso dei loro beni immobili affinché li usino senza pagare alcun canone di affitto. Gli stessi saranno poi devoluti con la successione legittima o testamentaria. Questo comportamento frequente viene definito comodato d’uso gratuito, si tratta di un atto valido anche se non registrato, ma la registrazione consente di ottenere dei benefici, in particolare lo sconto Imu.

Ecco come fare.

Il comodato d’uso consente di avere lo sconto Imu

Scade il 16 giugno 2023 l’acconto Imu per le seconde case, ma nel caso in cui la stessa sia data in uso a un parente in linea retta (genitore-figlio) l’art. 1, comma 747 della legge 160/2019 stabilisce che la base imponibile dell’IMU è ridotta del 50 %, per le abitazioni concesse in concesse in comodato d’uso ai parenti in linea retta.

Per ottenere lo sconto devono verificarsi ulteriori condizioni, oltre la registrazione del contratto, cioè:

  • il comodante abbia in Italia solo l’immobile concesso in comodato; oltre a questo, può tuttavia possedere un altro immobile adibito a propria abitazione principale, ad eccezione delle unità abitative classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9
  • il comodante inoltre deve dimorare abitualmente nello stesso comune in cui si trova l’immobile concesso in comodato.

Al sussistere di tali condizioni, sull’immobile concesso in comodato, che in teoria dovrebbe fungere da seconda casa, vi è una riduzione dell’Imu del 50%. Tale riduzione continua a trovare applicazione anche nel caso in cui in seguito a morte del comodatario, la stessa sia abitata dal coniuge del comodatario.

Come registrare online, da casa, il contratto di comodato

Ricordiamo che ora è possibile registrare comodamente da casa, con la procedura online messa a disposizione dell’Agenzia delle entrate, il comodato d’uso. La funzionalità da usare è il Rap (Registrazione atto privato). La procedura consente di allegare in formato Tif (e/o Tiff e Pdf/A) la copia dell’atto da registrare, firmata dalle parti, ed eventuali altri documenti. Appena ricevuti tali documenti, il sistema calcola le imposte da versare (di registro e bollo) e permette di versarle direttamente dalla piattaforma attraverso il proprio codice Iban.

Leggi anche: Imu 2023, tutti gli sconti previsti e chi saranno i beneficiari

Fondi Pmi Cultura: dal giorno 11 maggio aperte le istanze

Dal giorno 11 maggio 2023 le PMI ( piccole medie imprese) che operano nel settore cultura possono proporre domanda per accedere al Fondo di 20 milioni di euro stanziato in loro favore. Ecco chi può accedere e quali progetti sono finanziabili con i Fondi Pmi Cultura.

A chi sono rivolti i fondi PMI Cultura?

L’obiettivo dei Fondi PMI per le imprese del settore cultura sono volti a “Promuovere l’innovazione e l’eco-design inclusivo, anche in termini di economia circolare e orientare il pubblico verso comportamenti più responsabili nei confronti dell’ambiente e del clima”

Sono rivolti a :

  • piccole e medie imprese;
  • enti del terzo settore;
  • organizzazioni ed enti no profit.

Tali soggetti devono essere impeganti nel settore cultura e devono in particolare occuparsi di:

  • musica;
  • settore audio visivo e audio (cinema, televisione, video-giochi, software e multimedia);
  • moda;
  • architettura e design;
  • arti visive ( tra cui fotografia, spettacoli dal vivo e festival);
  • patrimonio culturale materiale e immateriale (tra cui archivi, musei e biblioteche);
  • artigianato artistico; editoria, libri e letteratura;
  • Area interdisciplinare.

Quali progetti sono finanziabili con il Fondo PMI cultura?

Tali soggetti possono accedere ai fondi previsti per la realizzazione di progetti:

  • di ecodesign e sensibilizzazione verso le tematiche ambientali;
  • ideazione di strumenti e soluzioni per la realizzazione di eventi, attività e servizi culturali a basso impatto ambientale;
  • redazione e attuazione di piani di sviluppo di governance e di misurazione degli impatti ambientali, ivi compresi programmi di efficienza energetica;
  • realizzazione di progetti culturali con una forte componente didattica ed educativa rivolta a tematiche ambientali;
  • sviluppo e prototipazione sperimentale, finalizzate all’ecodesign dei prodotti e al recupero, riuso, riciclo di prodotti.

Come presentare la domanda per accedere ai Fondi PMI Cultura?

Le domande per accedere al fondo devono essere presentate tramite la piattaforma Invitalia. Le domande possono essere presentate dalle ore 12 del giorno 11 maggio 2023 fino al giorno 12 luglio 2023 alle ore 18:00.

Saranno acquisite e analizzate, otterranno i fondi in base al merito del progetto presentato. Proprio per questo motivo è bene fare particolare attenzione alla presentazione del progetto in modo che possa risultare particolarmente accattivante, ben strutturato, realizzabile. Si ricorda che trattasi di fondi a titolo perduto e di conseguenza i soldi non devono essere restituiti.

Ipoteca e pignoramento, come si possono cancellare?

Ipoteca e pignoramento sono davvero un problema per il contribuente. Anche in sede di trasferimento di un immobile ipotecato, occorre cancellarla.

Ipoteca e pignoramento, un debito non pagato

Sia l’ipoteca che il pignoramento arrivano a seguito di un debito non pagato del contribuente. L’ipoteca su uno o più immobili scatta se il debito iscritto a ruolo è maggiore del tetto di 20 mila euro. Per quanto riguarda i limiti di pignorabilità di pensioni e stipendio è di un decimo se lo stipendio o la pensione sono inferiori a 2.500 euro. Mentre di un settimo se l’importo è compreso tra 2.500 e 5 mila euro.

Mentre per pignoramento si intende un’ingiunzione che un ufficiale giudiziario fa nei confronti di un debitore. In particolare sottrae, a garanzia di un credito, il bene indicato ed oggetto di espropriazione e i suoi frutti. Il debitore così non può godere del bene fino a quando non avrà estinto il proprio debito. In ogni caso si è prima ricevuta una cartella esattoriale che non è stata pagata e su quel debito occorre prendere provvedimenti.

Ipoteca e pignoramento, cosa fare?

Se il debito non può essere oggetto di rateizzazione o rottamazione, si può sempre cercare di saldarlo e chiedere l’annullamento del provvedimento. Ad esempio se il debito è inferiore a 120 mila euro, l’immobile di proprietà non può essere messo all’asta. Ma l’esattore può iscrivere ipoteca se il debito è superiore a 20 mila euro.

Invece se il debito supera i 20 mila euro, si può pagare la parte necessaria a far scendere il debito al di sotto di tale cifra per poi richiedere la cancellazione dell’ipoteca. Anche perché il l’Agenzia delle entrate riscossione, non può rifiutare pagamenti parziali.

Altro modo per cancellare l’ipoteca ed il pignoramento è avviare una procedura di sovraindebitamento. L’avvocato dovrà rivolgersi ad un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) il quale redigerà un piano di pagamento per l’uscita definitiva dal debito attraverso, per chi può permetterselo, un pagamento parziale. Sarà poi il giudice a valutare la situazione e deciderà se il programma dell’OCC è adeguato.

La cancellazione semplificata dell’ipoteca

La cancellazione semplificata d’ipoteca è un procedimento che riguarda le ipoteche iscritte a garanzia di mutui e finanziamenti, anche non fondiari, concessi da chi esercita attività bancaria e finanziaria e da enti di previdenza obbligatoria ai loro dipendenti e iscritti.

Per richiedere la cancellazione semplificata di un’ipoteca, il creditore deve inviare, con modalità telematica, una comunicazione di avvenuta estinzione del debito al competente ufficio dell‘Agenzia – Reparto Servizi di pubblicità immobiliare. L’utilizzo del servizio è subordinato alla preventiva abilitazione al servizio presentazione documenti.

Il Conservatore riceve e controlla la “comunicazione di estinzione dell’obbligazione”, la inserisce nel “registro delle comunicazioni”, verifica la mancata comunicazione della “permanenza” dell’ipoteca nei 30 giorni dall’estinzione dell’obbligazione e, entro il giorno successivo, cancella d’ufficio l’ipoteca, senza spese.

 

 

Modello 730 precompilato, da oggi avvio alla presentazione

Il Modello 730 precompilato può essere presentato già da oggi 11 Maggio 2023. Vediamo tutti i dettagli sulla compilazione ed invio della dichiarazione.

Modello 730 precompilato, da oggi l’invio

Da oggi, giovedì 11 maggio 2023, è possibile l’invio del modello 730 precompilato. Potranno farlo tutti i contribuenti che accederanno con le proprie credenziali nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate. Si ricorda che la propria dichiarazione dei redditi può anche ssere modificata, qualora qualche dato non sia corretto.

Infatti l’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei contribuenti una dichiarazione dei redditi precompilata e prevede l’inserimento di diverse spese. Tra queste sono indicate:

  • le spese sanitarie e quelle universitarie anche per i propri figli;
  • i premi assicurativi;
  • le spese funebri sostenute per un proprio caro;
  • i contributi previdenziali;
  • i bonifici per interventi di strutturazione edilizia e di riqualificazione energetica.

Attraverso le proprie credenziali si può accettare online il modello 730 precompilato senza apportare alcuna modifica. Oppure si possono apportare delle modifiche. Ma in questo caso occorre esibire le ricevute che attestano ulteriori oneri detraibili e deducibile. Oltre al 730 è disponibile anche il modello Redditi persone fisiche precompilato.

I controlli sulla dichiarazione dei redditi

Come spiegato dalla stessa Agenzia delle entrate, chi accetterà ed invierà il Modello 730 così come proposto dal Fisco, non subirà alcun tipo di controllo sulla dichiarazione. Mentre se il contribuente apporterà delle modifiche, in modo diretto, o tramite sostituto d’imposta, potrebbe essere sottoposto a controllo formale.

Il controllo non sarà effettuato sui dati relativi agli oneri, forniti da soggetti terzi, indicati nella dichiarazione precompilata, che non risultano modificati. Ma effettuabile per gli oneri forniti dai soggetti terzi che risultano modificati rispetto alla dichiarazione precompilata, limitatamente ai documenti che hanno determinato la modifica.

I controlli possono riguardare anche  i dati presentati mediante la Certificazione unica (CU). Il modello deve essere utilizzato per comunicare telematicamente all’Agenzia delle entrate i dati fiscali relativi alle ritenute effettuate nell’anno 2022. I sostituti d’imposta utilizzano tale certificazione per attestare i redditi di lavoro dipendente e assimilati, i redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi nonché i corrispettivi derivanti dai contratti di affitti brevi.

Modello 730 precompilato, la correzione dopo l’invio

L’annullamento è possibile una sola volta fino al 20 giugno per il 730 e il modello Redditi correttivo al 730 già inviato con o senza F24. Mentre l’ultimo giorno utile per annullare tramite l’applicativo web il modello Redditi e i modelli Rpf correttivi del modello Redditi già inviato con F24, è il 26 giugno. Infine, l‘ultimo giorno utile per annullare tramite l’applicativo web il modello Redditi (e i modelli Rpf correttivi ad esso collegati) inviato senza modello F24 è il 27 settembre.

Affitti universitari, quali sono le città più care? La classifica

In questi giorni si sente frequentemente parlare di affitti per universitari sempre più alti, l’allarme è partito da Milano, città dove una studentessa del Politecnico come protesta ha piantato una tenda di fronte alla facoltà. La protesta si è poi allargata a Roma, ma quali sono le città universitarie italiane in cui i costi dell’affitto sono più alti?

Affitti universitari: Milano e Bologna le città più care

Quando si sceglie il proprio percorso universitario, non sempre si possono avere in considerazione solo le proprie aspirazioni e i sogni del futuro, purtroppo si deve pensare anche all’aspetto economico e un fattore che può fare la differenza è il costo dell’affitto, soprattutto nel caso in cui si decide di frequentare una facoltà in cui seguire le lezioni in modo assiduo è essenziale.

Le difficoltà che incontrano le famiglie stanno emergendo negli ultimi giorni e riguardano le spese per l’affitto, Roma e Milano sono le città in cui le proteste sono più marcate, ma quali sono i costi degli affitti nelle città universitarie?

A Milano l’affitto di una stanza singola in condizioni non ottimali si aggira in media intorno ai 628 euro al mese. Prezzo cresciuto dell’11% in un solo anno.

La seconda città più cara è Bologna, in questo caso il costo mensile medio per l’affitto di una stanza per studenti universitari è di 467 euro, segue Roma 452 euro.

Città universitarie in fascia media

Tra le città universitarie più care ci sono poi Firenze, Venezia, Modena e Verona che registrano una media di 400 euro mensili.

Padova, Brescia e Napoli registrano invece un canone di affitto medio di 380 euro, anche in questo caso si possono sottolineare aumenti negli ultimi sei mesi di circa l’11%, ma nonostante questo i prezzi restano non particolarmente alti rispetto ad altre città.

Bari, Palermo e Ferrara fanno invece registrare prezzi per l’affitto in media di 367 euro.

Deve però essere ricordato che le spese sostenute per le spese per gli universitari possono essere portate in detrazione con la dichiarazione dei redditi.

Leggi anche: Detrazione affitto studenti fuori sede nel 730/2023: requisiti e istruzioni

Naturalmente le proteste non cessano, gli studenti chiedono un intervento del Governo per aumentare i posti letto disponibili presso gli alloggi universitari in modo che sia realmente garantito il diritto allo studio per tutti e al fine di evitare le speculazioni che spesso caratterizzano questo settore. Sempre più frequentemente infatti gli immobili destinati ad accogliere gli studenti, sebbene abbiano canoni di affitto alti, sono anche fatiscenti.

Immobili INPS all’asta, tutto quello da sapere per partecipare

Immobili INPS all’asta è possibile acquistarne uno seguendo la procedura prevista. Tutte le informazioni necessarie per poter partecipare.

Immobili INPS all’asta, il punto della situazione

Comprare un immobile attraverso un’asta è davvero una delle manie degli ultimi anni. Acquistare casa all’asta può essere una soluzione per chi vuole comprare un immobile, perché spesso si può avere da un prezzo inferiore rispetto alla media del mercato. Le case all’asta costano poco principalmente per due ragioni: l’obiettivo della vendita non è guadagnare ma estinguere il debito dell’esecutatoad ogni asta deserta il giudice può ribassare la base d’asta. Tuttavia spesso sono immobili che derivano da fallimenti, persone che non sono state più capaci di pagare il mutuo e tanti altri motivi.

Ma anche l’Inps offre all’asta la piena proprietà di unità immobiliari residenziali, non residenziali e secondarie non pertinenziali libere facenti parte del programma di dismissione degli immobili. Sempre sul sito dell’Inps è possibile consultare l’elenco degli immobili disponibili. A tutti è assegnato un bando ed è possibile anche prendere visione delle unità in asta. Per prenotarsi occorre farlo sul seguente sito: https://inps.romeogestioni.com/aste/prenota

Immobili INPS all’asta, come partecipare?

Per partecipare all’asta basta collegarsi al sito dell’Inps e verificare le varie opportunità. Tuttavia a maggio le nuove aste immobiliari Inps sono previste in tre momenti differenti: dal 9 al 12 maggio, dal 15 al 18 maggio e dal 22 al 26 maggio. È lo stesso Istituto nazionale di previdenza sociale a darne notizia, tramite il suo portale.

Per partecipare occorre presentare la propria offerta per l’asta senza incanto. Il notaio designato dall’Istituto Nazione di prevenzione sociale che provvederà a stilare una graduatoria delle offerte. Se ci sono delle proposte uguali, si passerà ad una fase all’asta con incanto, ovvero con la presentazione delle proprie offerte di rialzo. Gli immobili Inps saranno infatti venduti tramite Ran (Rete aste notarili), sistema informatico di gestione delle aste telematiche realizzato dal Consiglio nazionale del notariato.

Le migliori proposte per questo mese

Su molti siti dedicati alle aste immobiliari sono indicate tre importanti aste. Le migliori proposte per questo mese sono le seguenti:

  • Bergamo, Cremona, Milano, Mantova – bando 23001 – scadenza alle ore 17:00 dell’8 maggio 2023 – asta dal 9 al 12 maggio;
  • Padova, Rovigo, Treviso – bando 23002 – scadenza alle ore 17:00 del 12 maggio 2023 – asta dal 15 al 18 maggio;
  • Vicenza – bando 23003 – scadenza ore 17:00 del 19 maggio – asta dal 22 al 26 maggio.

Basta seguire il bando per conoscere tutte le indicazioni su come partecipare, la percentuale di caparra da depositare, il notaio designato e tutte le altre informazioni per aggiudicarsi uno degli immobili su detti.

Rottamazione quater, cosa succede dopo l’invio della domanda?

C’è tempo fino al 30 giugno 2023 per inoltrare istanza all’Agenzia delle entrate per aderire alla rottamazione quater, ma quali sono le successive tappe della procedura che consente di liberarsi dai carichi fiscali pendenti?

Comunicazione Agenzia delle entrate sugli esiti della Rottamazione quater

I termini per aderire alla Rottamazione quater sono stati prorogati e ora si può proporre istanza fino al 30 giugno 2023, ma cosa succede dopo?

In base a quanto stabilito entro il 30 settembre 2023 il contribuente riceverà una comunicazione da parte dell’Agenzia delle entrate avente ad oggetto l’accoglimento dell’istanza o il suo rigetto. In caso di accoglimento nella comunicazione sarà possibile trovare:

  • l’ammontare complessivo delle somme dovute (già sono state sottratte le somme che ricadono nello stralcio, cioè cartelle esattoriali di valore inferiore a 1000 euro affidate al’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015);
  • la scadenza dei pagamenti in base alla soluzione rateale indicata in fase di presentazione della domanda di adesione;
  • modulo precompilati per il pagamento;
  • indicazioni per l’eventuale domiciliazione dei pagamenti su conto corrente.

Nel caso in cui il provvedimento sia di diniego, lo stesso deve comunque essere motivato.

Le conseguenze dell’accoglimento dell’istanza per la Rottamazione quater

In seguito al provvedimento di accettazione dell’istanza di rottamazione quater si verificano ulteriori conseguenze. In particolare l’Agenzia delle entrate in merito alle cartelle che sono oggetto di agevolazione:

  • non potrà avviare procedure cautelari o esecutive;
  • non proseguirà in eventuali procedure cautelari ed esecutive già avviate;
  • resteranno invece in vigore eventuali fermi amministrativi, ciò in attesa del pagamento della prima rata, o rata unica, che produrrà l’effetto di sospensione del fermo è di cancellazione automatica dello stesso.

Nel caso in cui il provvedimento abbia ad oggetto anche oneri contributivi e previdenziali, l’accettazione dell’istanza produrrà il decadimento delle cause ostative al rilascio del Durc ( documento unico di regolarità contributiva).

Con l’accettazione sono inoltre sospesi i termini di decadenza e prescrizione e vengono meno gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti rateizzazioni.

Leggi anche: Rottamazione quater: tutte le nuove scadenze delle rate

Rottamazione quater: quali sono gli effetti sulle ganasce fiscali?