Bollo auto in scadenza, chi non deve pagarlo?

Il bollo auto, anche conosciuto come tassa di possesso, è un’imposta da versare annualmente da tutti i possessori di un veicolo a motore circolante su strada. I contribuenti non amano molto questa imposta proprio per questo cercano sempre qualche escamotage per evitare il pagamento oppure pagano in ritardo con applicazione di sanzioni. Per quest’anno ci sono però delle novità infatti alcuni possessori saranno esonerati dal versamento del bollo auto in scadenza. Ecco chi sono.

Bollo auto in scadenza, ecco chi può evitare di pagarlo, senza sanzioni

Viste le difficoltà che stanno affrontando cittadini e imprese colpite dall’alluvione in Emilia Romagna, la Giunta regionale ha concesso ai residenti la facoltà di pagare il bollo auto in ritardo senza sanzioni.

I nuovi termini sono per i bolli in scadenza al 30 aprile che dovevano essere pagati entro il 31 maggio, vi è proroga fino al 30 settembre 2023, ricordiamo però che tale giorno è festivo, di conseguenza la scadenza slitta al 2 ottobre 2023. Slitta al 30 settembre anche il pagamento previsto entro il 30 giugno 2023 per i bolli auto in scadenza al 31 maggio 2023.

Quali territori sono esonerati dal pagamento del bollo auto?

Purtroppo lo slittamento dei termini per il pagamento del bollo auto in scadenza senza sanzioni non interessa tutti, ma sono le zone colpite dall’alluvione recente. La misura interessa le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini in quanto territori colpiti dalle piogge anomale a partire dal 1° maggio 2023.

Ricordiamo che il bollo auto è tassa regionale, per questo la decisione di far slittare i termini è stata adottata dalla Giunta regionale, mentre le sospensioni di altre imposte sono state adottate a livello nazionale. Le altre misure di sostegno sono state adottate dal Governo con il decreto del 23 maggio e prevedono anche la sospensione dei pagamenti delle fatture energetiche, mutui e contributi per le imprese.

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Addio al Superbollo, il Governo vuole eliminare la tassa sulle auto di grossa cilindrata

Questa potrebbe essere la novità più rilevante del prossimo anno ed è prevista all’interno della riforma fiscale a cui il Governo sta lavorando. I contribuenti potrebbero infatti dire presto addio al Superbollo, la sovrattassa che molti italiani pagano sulle auto particolarmente inquinanti.

Addio al Superbollo, lo prevede la riforma fiscale

Partiamo dal presupposto che molto presto le auto inquinanti dovrebbero essere soppiantate da modelli a impatto ambientale ridotto, infatti il motore elettrico dovrà sostituire il motore endotermico e di conseguenza questa novità potrebbe essere semplicemente un anticipo verso un qualcosa che dovrebbe avvenire in modo naturale.

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Ad oggi è previsto che sulle auto che hanno una cilindrata superiore a 185 kW sia applicata un’ulteriore imposta pari a 20 euro per ogni kW in più rispetto al limite di 185. Il Superbollo si paga in contemporanea rispetto al pagamento del bollo auto.

Ad annunciare l’idea di eliminare il Superbollo è stato il vice-ministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo. Il Superbollo è stato introdotto per la prima volta dal Governo Monti nel decreto Salva-Italia e non è mai stato molto apprezzato dagli italiani. Sembra quindi arrivato ora il momento di dirgli addio, sebbene dal 2024.

Le micro-imposte che il Governo vuole cancellare

Il Superbollo non è l’unica imposta ad essere finita nel mirino del nuovo Esecutivo, infatti l’obiettivo da realizzare con la riforma fiscale è quello di semplificare il sistema andando ad eliminare quelle che si definiscono micro-tasse e di cui molti non comprendono la reale ratio. Ad esempio dovrebbe scomparire la tassa sugli intrattenimenti che si applica ad ogni tipologia di spettacolo, ma anche a slot machine, biliardino e qualunque altra forma di intrattenimento.

Tra le micro-imposte destinate a sparire vi è anche la tassa sulla laurea che si paga al momento dell’immatricolazioni e dell’iscrizione ai vari anni universitari. Sia chiaro, non scompaiono le tasse universitarie, ma semplicemente una piccola quota.

Rottamazione quater: cosa succede a multe stradali e bollo auto?

La legge di bilancio 2023 prevede diversi provvedimenti di pace fiscale, tra questi due sono i principali: la rottamazione quater e lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, molti si stanno però chiedendo se questi provvedimenti riguardano anche le multe stradali e il bollo auto.

Stralcio e rottamazione quater

Per capire quali cartelle esattoriali rientrano nei benefici dello stralcio e della rottamazione quater è necessario fare una premessa. Le misure di pace fiscale previste nella legge di bilancio 2023 si applicano in modo automatico alle cartelle esattoriali provenienti dalle agenzie fiscali e degli enti pubblici previdenziali. Per gli atti provenienti da altri soggetti è, invece, necessario che questi comunichino entro il termine del 30 aprile (prorogato con il decreto Milleproroghe) la volontà di aderire allo stralcio e alla rottamazione quater.

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Bollo auto non pagato: rientra nella rottamazione quater e nello stralcio delle cartelle?

Per quanto riguarda i bolli auto dobbiamo ricordare che si tratta di un tributo regionale, ma riscosso dallo Stato, proprio tale figura ambivalente sta portando difficoltà interpretative, infatti se il bollo auto si considera un tributo erariale si applicano le norme previste per le cartelle esattoriali emesse dalle agenzie fiscali e di conseguenza:

  • le cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 di importo fino a 1.000 euro sono soggette allo stralcio automatico;
  • per le cartelle esattoriali superiori a 1.000 euro affidate all’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 e per quelle di qualunque importo fino al 30 giugno 2022, si applica la definizione agevolata della rottamazione quater che consente di liberarsi del debito fiscale versando, anche a rate, gli importi del capitale, spese di notifica e riscossione. Escluse quindi le sanzioni e gli interessi di mora.

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Nonostante vi siano perplessità da parte dei giuristi, la Corte Costituzionale ha più volte sottolineato che il tributo ha natura erariale e di conseguenza dovrebbero essere senza dubbio applicate le norme previste per la tregua fiscale.

Multe stradali: attenzione non tutte rientrano nella pace fiscale

Abbiamo visto che la tesi prevalente è che il bollo auto, sebbene sia diretto alle Regioni, debba essere considerato un tributo erariale. Diversa è invece la natura delle multe stradali. In questo caso, come stabilito nella legge di bilancio 2023, al fine di non mettere i Comuni in difficoltà economiche, è previsto che siano proprio questi a dover deliberare se aderire o meno ai provvedimenti di tregua fiscale e di conseguenza se debbano essere applicate le norme sullo stralcio e sulla rottamazione quater oppure, se si debba provvedere al pagamento.

In particolare Comuni, Province e Regioni entro il 30 aprile 2023 ( termine prorogato con il decreto Milleproroghe) dovranno deliberare e quindi comunicare all’Agenzia Entrate e Riscossione se hanno intenzione di aderire alle misure di pace fiscale. Per lo stralcio (cartelle di importo inferiore a 1.000 euro) è previsto che nel caso in cui l’ente non aderisca, ci sia comunque lo stralcio delle somme aggiuntive rispetto al capitale (interessi, sanzioni e aggio). Nel caso in cui l’infrazione sia stata accertata da Carabinieri, Polizia o altri agenti statali, scatta lo stralcio automatico anche della sanzione. Di conseguenza, lo stralcio non si applica nel caso in cui le multe siano state emesse dalla Polizia Locale.

Per la rottamazione quater invece vi è la stessa applicazione prevista per le cartelle provenienti da agenzie fiscali ed enti previdenziali, in questo caso l’ente (Comune, Regione, Provincia) potrà riscuotere la somma capitale, spese di notifica e riscossione.

Bollo auto non pagato: ecco la sanatoria che tutti aspettavano

Negli anni molte persone hanno accumulato vecchi importi di bollo auto che poi non sono più riusciti a pagare e tra fermi amministrativi, cartelle e sanzioni spesso gli importi sono aumentati, ma per loro è in arrivo un’importante novità, infatti molte cartelle per bollo auto non pagato potranno godere di una sanatoria.

Nella legge di bilancio 2023 lo stralcio delle cartelle esattoriali per bollo auto non pagato

Come quasi tutti ormai sappiamo, la legge di bilancio 2023, se dovesse arrivare ad approvazione nella formulazione presentata alle Camere, cosa molto probabile visti anche i tempi ristretti, porterebbe importanti novità per tutti i contribuenti che hanno conti in sospeso con il Fisco. Le novità, anche se in misura diversa, andranno a riguardare tutti i rapporti con il Fisco, ma particolare attenzione merita l’articolo 46 che permette di avere lo stralcio di molte cartelle esattoriali e tra queste ricadono proprio quelle relative al bollo auto, tassa odiata da quasi tutti al punto che più volte ne è stato auspicato il superamento.

Per un quadro completo sulle misure fiscali previste dalla legge di bilancio 2023, leggi:

Liti tributarie pendenti nella legge di bilancio 2023: sconti per la chiusura

Regolarizzare errori delle dichiarazioni senza sanzioni con legge di bilancio 2023

Quali debiti sono esclusi dalla nuova “pace fiscale”?

Bollo auto: quali non dovranno più essere pagati?

L’articolo 46 della legge di bilancio 2023 prevede la cancellazione delle cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015. Oltre al limite temporale, è previsto anche un limite economico, infatti potranno essere cancellate le cartelle esattoriali fino a un importo massimo di 1.000 euro. La ratio di questo limite è dato dal fatto che la riscossione coattiva di queste cartelle ha un costo maggiore rispetto al valore, inoltre molte sono praticamente inesigibili. Rientrano in questa ipotesi quindi piccole cartelle che nella maggior parte dei casi hanno ad oggetto proprio debiti fiscali derivanti dal mancato pagamento del bollo auto.

Questo implica che se sono arrivate a casa cartelle esattoriali relative a bollo auto ricadenti in questo lasso di tempo, è bene aspettare prima di pagare perché con una probabilità molto elevata dal 1° gennaio 2023 saranno cancellate.

Bollo auto, le Regioni in cui non è obbligatorio pagarlo

Il bollo auto è una tassa automobilistica che non piace proprio algi automobilisti. Si paga una volta l’anno, ma in alcune Regioni non sarà più obbligatoria.

Bollo auto, cos’è?

Il bollo auto non è altro che una tassa automobilistica gestita dalle Regioni e dalle Province Autonome di Bolzano e Trento. Fanno eccezione le Regioni di Friuli Venezia Giulia e Sardegna per le quali la tassa è gestita dall’Agenzia delle entrate. Sono obbligati al pagamento del bollo tutto coloro che alla scadenza del termine utile per il pagamento, risultano essere proprietari del veicolo al pubblico registro automobilistico.

A partire dal 1 gennaio 2020, in caso di veicolo con contratto di noleggio a lungo termine senza conducente, sono tenuti al pagamento della tassa automobilistica coloro che, alla scadenza del termine utile per il pagamento, risultano essere utilizzatori del veicolo stesso. Sul sito dell’Aci è possibile calcolare il pagamento della tassa annuale da versare. In pochi secondi è possibile visualizzare il risultato tramite una semplice tabella che riporta i dettagli del veicolo, scadenza per il pagamento e l’importo del bollo.

Bollo auto, i soggetti che sono esonerati

Il bollo auto è una tassa onerosa, anche se ci sono stati casi di rimborso contro il caro vita. Ci sono anche i casi in cui è possibile richiedere un rimborso parziale. Ad esempio quando prima si paga il bollo e dopo si rottama un’automobile. E’ previsto un parziale rimborso del bollo già versato per la “vecchia” vettura. Non implica il motivo in cui si è cambiato l’auto, questo non è importante.

Mentre ci sono soggetti che ne sono esenti come i disabili, il loro accompagnatore o familiari, a patto che nessuno sià già stato esonerato. Inoltre sono esonerati a non pagare il bollo auto tutti i proprietari di auto d’epoca che sono state immatricolate da oltre 30 anni. Per tutti gli altri è sempre obbligatorio versare la tassa suddetta se non si vuole vedere la targa della propria auto cancellata dal PRA e, di conseguenza, dalla circolazione stradale consentita.

I paradisi fiscali in Italia

Ci sono Regioni in cui il bollo auto non si paga più E’ il caso della provincia di Bolzano. Qui è possibile non pagare per 3 anni il bollo auto, se la propria auto è GPL, elettrica oppure ibrida. Ma anche nelle regioni di Lombardia, Piemonte e Campania non si paga la tassa se si acquista una macchina ibrida o elettrica. Una scelta che piano piano potrebbe anche interessare altre Regioni, soprattutto in vista di una svolta sempre iù green del nostro Paese.

 

 

 

Novità bollo auto, arriva il rimborso, ecco tutti i casi previsti

Novità bollo auto arriva per alcuni casi il rimborso direttamente al contribuente. Di seguito tutte le novità e come funziona il rimborso.

Novità bollo auto, una misura contro il caro vita

Avere un’automobili è sempre una spesa non leggera per le famiglie. Al di là’ delle spese di acquisto, la manutenzione e le tasse non sono certo indifferenti. Revisione, bollo, assicurazione sono spese da sostere, sempre e comunque. A questo occorre aggiungere che la benzina è davvero arrivata a costi insostenibili. Quindi gestire una vettura non è semplice, figuriamoci in quelle famiglie, dove per necessità ve ne sono più di una. E non devono succedere incidenti, altrimenti è guerra con le assicurazioni.

A causa della pandemia le date di scadenza erano state prorogate per permettere un pò di respiro ai contribuenti. Tuttavia nel 2022 si ritorna a pagare il bollo auto con le scadenze classiche. La tassa automobilista si paga entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello della scadenza del bollo precedente. Ad esempio se il bollo auto è stato pagato a giugno 2021, quest’anno deve essere pagato entro il 31 luglio 2022.

Novità bollo auto, la possibilità del rimborso

La possibilità del rimborso viene gestita dall’Aci. L’Automobile Club d’Italia è un ente pubblico non economico della Repubblica Italiana. Autofinanziato e con funzioni di promozione controllo e indirizzo normativo del settore automobilistico. E’ l’Aci che controlla i pagamenti effettuati e a cui chiedere il rimborso dove previsto.

Possono richiedere il rimborso del bollo i soggetti che:

  • hanno pagato il bollo due volte;
  • hanno pagato il bollo in una cifra più alta rispetto a quella spettante.

In entrambi i casi è possibile chiedere immediatamente il rimborso da parte dell’Aci, così come spiegato anche nel sito dell’ente stesso.

I rimborsi parziali da parte dell’Aci

Ci sono anche i casi in cui è possibile richiedere un rimborso parziale. Ad esempio quando prima si paga il bollo e dopo si rottama un’automobile. E’ previsto un parziale rimborso del bollo già versato per la “vecchia” vettura. Non implica il motivo in cui si è cambiato l’auto, questo non è importante.

Ultimo caso di rimborso è quello legato alla legge 104. Infatti se dopo aver pagato il bollo dell’auto dovessero scattare situazioni tali da rientrare nell’alveo di quello che prevede la preziosa legge 104. Ecco che per il bollo pagato ci sarà un prezioso risarcimento. Tutti i risarcimenti del bollo si richiedono all’Aci attraverso l’apposito area dedicata sul sito dell’ente.

 

5 anni di bollo auto gratis: a chi spetta

Ottenere 5 anni di bollo auto a titolo gratuito, vediamo come bisogna fare e chi può ottenere questo tipo di esenzione, nella nostra rapida guida sull’argomento.

Bollo auto gratis per 5 anni: come funziona

Si tratta, dunque di una lunga esenzione che permette di non pagare la tassa di possesso del veicolo, per un tempo di 5 anni.

Prima di andare a vedere a chi potrebbe spettare questa esenzione dal pagamento della tassa di possesso del veicolo, vediamo qualcosa altro da sapere in merito alla tassa del bollo auto.

Va comunque considerato che questo regalo si ottiene a patto di acquistare un’auto a zero o comunque a basse emissioni di anidride carbonica.

Va considerato, infatti, che i 5 anni di bollo auto gratis possono essere concessi al proprietario del veicolo quando la vettura è 100% ad alimentazione elettrica. Ed in alcuni casi pure quando la nuova vettura acquistata è ad alimentazione ibrida. Vediamo di seguito cosa sapere ancora di più sulla questione.

Ma quanto costa il bollo auto?

Il costo del bollo auto, sia chiaro, dipende da diversi fattori e pertanto va calcolato singolarmente.

Il suo costo dipende infatti da diversi fattori che elenchiamo, in breve di seguito:

  • Potenza motore (valutata in kW)
  • Classe ambientale veicolo
  • Regione di residenza

Nello specifico, per calcolare l’importo del bollo occorre moltiplicare i kW per l’importo indicato a seconda della classe ambientale del veicolo. Un importo che varia se si superano o meno i 100 Kw di potenza.

Vediamo, di seguito un elenco nel dettaglio:

  • I veicoli di classe ambientale Euro 0 fino a 100 kW pagano 3 euro a kw e 4,50 euro per ogni kw oltre i 100;
  • I veicoli di classe ambientale Euro 1 fino a 100 kW pagano 2,9 euro a kw e 4,35 euro per ogni kw oltre i 100;
  • I veicoli di classe ambientale Euro 2 fino a 100 kW pagano 2,8 euro a kw e 4,20 euro per ogni kw oltre i 100;
  • I veicoli di classe ambientale Euro 3 fino a 100 kW pagano 2,7 euro a kw e 4,05 euro per ogni kw oltre i 100;
  • I veicoli di classe ambientale Euro 4, Euro 5 e Euro 6 fino a 100 kW pagano 2,58 euro a kw e 3,87 euro per ogni kw oltre i 100.

Nel prossimo paragrafo andiamo a vedere chi può ottenere l’ agognata esenzione del bollo auto gratis, per un periodo di 5 anni di tempo.

Bollo auto gratis per 5 anni: a chi spetta l’esenzione

Dunque, nello specifico, per capire chi può ottenere i 5 anni di bollo auto gratis basterà semplicemente andare online ed accedere al sito Internet della propria regione. Quindi, nella sezione web relativa al bollo dove sono elencati tutti i casi di esenzione ed anche quelli di riduzione dell’importo dovuto per la tassa di possesso.

Inoltre, va aggiunto che al superamento dei 5 anni di bollo auto gratis, alcune regioni pongono da pagare, per le vetture a basse emissioni, un importo ridotto per la tassa di possesso. A differenza di quella standard dovuta, invece, per le motorizzazioni che sono più inquinanti.

A conclusione del nostro approfondimento, va detto che i suddetti 5 anni di bollo auto gratis, si trasformano addirittura in un’esenzione permanente per quanto riguarda il pagamento della tassa di possesso in alcuni casi. Questo è possibile ad esempio in Lombardia. Qui, infatti, per le auto che sono state immatricolate a partire dall’1 gennaio 2019, il bollo auto non si paga mai per vetture le vetture elettriche o ad idrogeno.

Invece, per quanto riguarda le auto ibride si ottiene un corposissimo sconto del 50% per i primi cinque anni.

Questo, dunque, è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito alla possibilità di bollo auto gratis per 5 anni.

Auto con targa estera: dal 21 marzo si può circolare anche in Italia

Dal 21 marzo 2022 circolare in Italia con un’auto con targa estera è del tutto lecito, basta registrare il veicolo e avere a bordo un documento. Ecco i dettagli di questa importante novità.

La normativa che consente di circolare con auto con targa estera

Con l’entrata in vigore della Legge n. 238 del 23 dicembre 2021, che modifica l’articolo 93 del Codice della Strada, dal 21 marzo 2022 le auto estere che circolano in Italia devono essere registrate nel REVE, si tratta del Pubblico Registro dei Veicoli Esteri, ma non vi è obbligo di reimmatricolare il veicolo in Italia. Ecco a quali condizioni si può avere questa agevolazione.

Andando nel dettaglio, tutti i veicoli immatricolati all’estero che circolano in Italia devono essere registrati al REVE. Sono sottoposti a tale vincolo:

  • tutti i cittadini italiani e stranieri che siano residenti in Italia e dispongono a vario titolo di veicoli intestati a persone fisiche o giuridiche che abbiano residenza in uno Stato Estero per almeno 30 giorni nell’anno solare. L’utilizzo deve essere comprovato da un documento, ad esempio può trattarsi di un contratto di comodato d’uso, leasing, noleggio. In tale documento deve essere indicata la data di inizio del contratto e il termine finale.
  • Veicoli immatricolati all’estero che siano di proprietà di persone che svolgono attività lavorativa in uno stato limitrofo, si tratta dei frontalieri.

Nel primo caso l’obbligo di registrazione del veicolo ricade in capo all’utilizzatore del veicolo, nel secondo caso invece spetta al proprietario. La registrazione nel REVE deve essere effettuata presso lo sportello degli uffici del PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Oppure presso le sedi ACI o le Agenzie Pratiche Auto.

Si ricava da ciò che se proprietario e utilizzatore si trovano in due Stati diversi, ad esempio nel caso in cui l’auto sia di proprietà di una società che si occupa di noleggio auto, si può circolare con targa estera. L’importante è che l’utilizzatore abbia a bordo un documento che attesti il titolo attraverso il quale può utilizzare il veicolo. Se l’utilizzo ha una durata superiore a 30 giorni, è necessario anche procedere alla registrazione nel REVE. Di fatto si può però circolare con targa estera.

Perché nasce la norma che autorizza a circolare in Italia con targhe estere?

L’obiettivo di questa norma è far fronte alle difficoltà che stanno avendo le aziende che si occupano di noleggio e car sharing, queste infatti faticano ad avere una flotta auto adeguata a causa della crisi dei microchip che sta drasticamente riducendo la produzione di auto. Si sta quindi offrendo loro la possibilità di far entrare in Italia veicoli immatricolati all’estero, magari in Paesi che hanno minori afflussi di turisti nella stagione estiva.

Cosa succede in caso di multe?

Sia chiaro, le multe devono essere pagate, saranno recapitate all’indirizzo dell’utilizzatore e di conseguenza dovranno essere pagate da lui.

Quali sono i vantaggi per i proprietari di auto con targa estera?

Per i veicoli con targhe estere utilizzati in Italia non è necessario procedere al pagamento dell’IPT, Imposta Provinciale di Trascrizione. Non sono tenute al pagamento del Bollo Auto e dell’eventuale Superbollo. Molti potrebbero essere tentati dal vendere anche veicola già intestati a loro a proprietà o società che sono all’estero, re-immatricolarli lì e poi farli rientrare in comodato. Evitando così il Superbollo e le altre imposte.

Per le auto estere la polizza di assicurazione viene rilasciata nel Paese di immatricolazione, questo vuol dire che si applicheranno le tariffe estere e non quelle italiane che sono notoriamente elevate. Le tariffe estere sono però basate sui costi dei sinistri esteri che sono più bassi, proprio per questo gli importi dei risarcimenti sono spesso irrisori e a pagarne le pene potrebbero essere automobilisti italiani che subiscono un sinistro con un veicolo immatricolato all’estero. Da ciò deriva che le province perderanno anche l’imposta provinciale sulla RCA. Viene meno anche il contributo al SSN previsto nella RCA.

Per l’erario statale un’altra perdita è relativa all’IVA, infatti l’auto viene immessa all’estero e di conseguenza l’Iva viene pagata nel Paese di acquisto, per gli acquirenti è un vantaggio perché spesso l’aliquota è più bassa rispetto a quella italiana, per lo Stato potrebbe essere una perdita.

Bollo auto 2022: la guida al calcolo della tassa e cosa cambia in base alla potenza

Il bollo auto, insieme al canone Rai e alle tasse sugli immobili (Imu e Tasi), è una delle imposte che più fa discutere. Il fatto che sia dovuta da tutti coloro che risultano intestatari di un veicolo nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA), e per ogni veicolo, la rende, contrariamente a quanto si pensa, una tassa di proprietà e non una tassa di circolazione. Anche perché da tempo è stato confermato come questa tassa sia dovuta a prescindere dall’uso o meno del veicolo. Il bollo si paga anche se non si circola con la propria auto. Tutti devono pagare la tassa quindi, ma pochi sanno calcolare quanto dovuto, o quanto meno, pochi sanno come si arriva all’importo da versare.

Il bollo auto negli ultimi tempi ha fatto sempre parlare di se

Del bollo auto si fa sempre un gran parlare. Si dice che andrebbe revocato, cancellato e abrogato. Qualcuno ci ha provato, ma l’operazione non è mai andata a buon fine anche per la natura stessa del bollo. Una tassa che è regolata a livello nazionale, ma gestita a 360 gradi dalle Regioni. Che nel bollo auto vedono una fonte di utile per le loro casse, di primaria importanza. Eliminare una entrata per gli enti locali non è certo cosa facile. Ultimamente sul bollo auto sono arrivate scadenze posticipate, rinvii e cancellazione di sanzioni e interessi.

L’emergenza Covid ha indotto il governo a varare provvedimenti di aiuto per le famiglie colpite dalle limitazioni per il Coronavirus. Tra questi provvedimenti, anche lo slittamento delle canoniche scadenze annuali del bollo. Inoltre, nelle ultime sanatorie dei debiti, come la rottamazione e il saldo e stralcio anche i bolli arretrati possono essere saldati in misura agevolata, con sconti su sanzioni e interessi. E sulle rate di questi provvedimenti sono state date altre proroghe a quelle già scadute. E anche la cancellazione automatica delle cartelle obsolete (quelle prima del 2010), al di sotto di 5.000 euro, ha riguardato il bollo auto. Per il bollo auto del 2022 nessuna novità però, nessuna proroga o scadenza posticipata.

Il calcolo del bollo auto, dove controllare quanto pagare

Collegandosi al sito “online.aci.it” si può calcolare on line il bollo dovuto. Si deve inserire il genere di veicolo (autoveicoli, motoveicoli, ciclomotori, minicar e rimorchi), la targa e la Regione di residenza ed il gioco  è fatto. Sul sito dell’Automobile Club Italia se il pagamento è dopo la scadenza, si riesce a calcolare anche la sanzione eventualmente dovuta. La stessa operazione può essere effettuata mediante il sito dell’Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it), collegandosi al quale si viene riportati tramite il tasto accedi al servizio, al sito Aci prima citato.

Bollo auto, quanto costa e quali le tariffe per kW

Per il bollo auto conta moto la Regione di residenza del diretto interessato al pagamento, cioè il contribuente. Esenzioni e riduzioni tariffarie sono decise dalle giunte regionali. Ma restano le regole fissate dallo Stato in materia di pagamento del bollo. Che è collegato alla potenza del veicolo espressa in KW e alle emissioni inquinanti. Per esempio, sui veicoli euro 0 si paga 3 euro a kW se la potenza del veicolo è fino a 100 kW, mentre si paga 4,50 euro a kW per veicoli di potenza superiore a 100 kW. È pari, rispettivamente 2,50 euro e 4,35 euro per i veicoli euro 1 sotto o sopra i 100 kW di potenza. Sempre con lo stesso meccanismo collegato alla potenza del veicolo, 2,80 euro e 4,20 euro per gli euro 2, 2,70 euro e 4,05 euro per gli euro 3, 2,58 euro e 3,87 euro a kW per veicoli euro 4 ed euro 5 ed euro 6.

Auto d’epoca o auto storica: guida al bollo auto

Avere una auto storica o d’epoca, oltre al livello affettivo offre pure alcuni vantaggi, tra cui quelli sul bollo auto. Qualcuno le chiama auto storiche, altri le chiamano auto d’epoca. Parliamo di auto piuttosto vecchie, datate nel tempo che possono avere una valenza collezionistica o storica, oltre ad avere un valore affettivo per il proprietario. Si tratta di auto che godono di alcuni vantaggi fiscali rispetto a tutte le altre auto. Uno di questi vantaggi riguarda il bollo auto.

Auto d’epoca ed auto storiche, importante capire le differenze

Per capire tutto questo dobbiamo tornare alla considerazione iniziale. Anche se sembrano la stessa cosa, anche se molti le confondono, auto d’epoca ed auto storiche sono due cose diverse. Ed anche sul nostro approfondimento di oggi, cioè sul bollo auto, queste differenze sono importanti.

L’auto storica o meglio, il veicolo storico, è quel veicolo che ha almeno 30 anni di età (dalla prima immatricolazione). Il veicolo d’epoca invece è quello che ha una età compresa tra i 20 ed i 30 anni.

Le differenze sono sostanziali anche sull’utilizzo che ne consegue, per questo veicolo.

Le auto d’epoca sono auto che possono liberamente circolare, anche se, essendo vecchie e sicuramente piuttosto inquinanti, devo sottostare alle comuni regole relative a ZTL, targhe alterne e blocchi come stabiliscono le regole da città a città.

Le auto storiche invece non possono circolare liberamente, se non previa autorizzazione delle autorità in concomitanza con mostre, raduni, fiere ed eventi simili.

Bollo auto d’epoca e auto storiche

Ricapitolando, in maniera sintetica possiamo definire come auto d’epoca quelle costruite da oltre vent’anni non utilizzate per lavoro impresa, arti o professioni. Le auto storiche invece sono auto con le stesse caratteristiche delle precedenti, sono che hanno 30 o più anni di vita.

Come detto, nonostante le Regioni abbiano piena autonomia decisionale in materia di bollo auto, cioè possono decidere se concedere o meno esenzioni, in Italia la linea generale utilizzata da quasi tutti questi Enti territoriali è la medesima. Il bollo auto è dovuto per intero sulle auto d’epoca, mentre per quelle ultra trentennali, esenzione completa. Ci sono delle eccezioni. In Emilia Romagna le auto d’epoca versano il bollo, ma a condizioni tariffarie agevolate. Sulle auto storiche la Regione Emilia Romagna invece le considera esenti, ma con annessa tassa di circolazione una tantum e forfettaria per chi dichiara di utilizzare il veicolo su strade pubbliche.

Stessa tassa di circolazione per i veicoli over 30 nel Lazio, dove però per le auto d’epoca il bollo è dovuto con riduzione del 10%, a condizione di essere iscritti ai pubblici Registri ASI o FMI. Per comprendere effettivamente la tassa da pagare quindi, meglio collegarsi al sito della propria Regione per verificare eventuali differenti regole a carattere territoriale rispetto a quelle nazionali.