Cartelle fiscali, imprese, pensioni e scuola: tutte le novità in arrivo con la legge di Bilancio 2022

Dopo il via libera finale al Senato, domani 23 dicembre arriverà alla Camera il disegno di legge di Bilancio 2022 con il voto di fiducia atteso per il 28 dicembre.  Tante le novità sulle cartelle fiscali, tasse, imprese, pensioni e scuola attese all’approvazione. Gli ultimi emendamenti hanno portato novità su vari con lo stop all’Iva per il Terzo settore fino al 2024 e il prolungamento dello stop alla tassa sui tavolini degli esercizi commerciali.

Cartelle esattoriali, più tempo per pagarle: 180 giorni per quelle notificate fino a marzo 2022

Ci sarà più tempo per pagare le cartelle esattoriali notificate dal 1° settembre 2021 al 31 marzo 2022. Il termine per il pagamento slitta a 180 giorni dai 150 previsti dal decreto legge numero 146 del 2021 (decreto Fisco-lavoro). Congelata fino a fine marzo prossimo anche la tassa sui tavolini. La novità riguarda bar, ristoranti e anche commercianti ambulanti. Il governo è andato incontro alle categorie danneggiate dalle chiusure dovute all’emergenza Covid. Fino al 2024 non verrà applicata l’Iva al Terzo settore. Il relativo emendamento sterilizza, dunque, per due anni la norma che sottopone all’Iva associazioni e società del Terzo settore.

Piani di risparmio e scuola: le novità per il 2022

La legge di Bilancio 2022 porterà benefici per i Piani individuali di risparmio (Pir). L’attuale misura assegna il credito di imposta ai piani di risparmio costituiti a partire dal 1° gennaio scorso per gli investimenti effettuati durante tutto l’anno in corso. Le modifiche attese dalla legge di Bilancio 2022 prevedono che tra gli investimenti che generano i crediti di imposta siano inclusi anche quelli del prossimo anno. Si abbassa la percentuale del credito di imposta che passa dal 20% al 10% sugli investimenti. Il beneficio può essere utilizzato entro 15 anni (e non più 10). Sulla scuola le novità più importanti riguardano gli esami di terza media e di maturità: si prevedono delle prove “light” in ragione delle difficoltà dettate dall’emergenza sanitaria. Spetterà al ministero dell’istruzione adottare le relative misure per valutare l’apprendimento degli esaminandi.

Finanziamenti agli enti locali: soldi a Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Torino e Città metropolitane

Sul fronte degli enti locali sono previsti aiuti a specifiche città. Il governo stanzierà 2,68 miliardi di euro nei prossimi 20 anni a favore di Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Torino e Città metropolitane per coprire i disavanzi maggiori di 70 euro per abitante. A Napoli andranno i maggiori finanziamenti (1,3 miliardi di euro). Il calcolo sulle città beneficiare è fatto sui dati del 2020. Si tratta di una misura di risanamento dei bilanci delle città sottoposta al patto tra il Presidente del Consiglio e i relativi sindaci. L’accordo arriverà a febbraio. Ma le città che beneficeranno dei finanziamenti dovranno procedere con più tagli e maggiori tasse, tra le quali anche l’Irpef oltre il limite dello 0,8%.

Emergenza abitativa, non ci sarà il fondo per gli sfratti ma arriva quello sugli immobili occupati abusivamente

Non ci sarà il fondo che avrebbe indennizzato (del 50% sul canone di locazione) i proprietari di immobili danneggiati dalle misure di emergenza adottate durante la pandemia che impedivano lo sfratto. Tuttavia, 10 milioni di euro verranno stanziati per indennizzare i proprietari che non possono utilizzare i propri immobili residenziali perché occupati abusivamente.

Pensioni, gli edili possono uscire con 32 anni di contributi a 63 anni

Novità per le pensioni, in particolare per la misura dell’anticipo pensionistico Ape sociale. Gli edili potranno beneficiare dell’uscita agevolata a 63 anni con 32 anni di contributi (rispetto ai 36 richiesti per tutte le altre categorie di lavoratori impiegati in mansioni gravose). Ammessi tra i gravosi anche i ceramisti.

Imprese, più difficile licenziare ma sale l’importo del Microcredito

Novità sono attese anche per la cessazione dell’attività delle imprese di almeno 250 dipendenti e che intendano chiudere uno stabilimento con non meno di 50 dipendenti. Le imprese dovranno comunicare ai sindacati, alle regioni interessate, ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico e all’Anpal entro 60 giorni un piano per evitare ricadute ai dipendenti. Enti e ministeri avranno 30 giorni per il tavolo e decidere sul piano presentato dall’azienda. In caso di mancata comunicazione per iscritto, l’azienda potrà subire una multa di 3.282 euro per ogni dipendente. A favore delle imprese arrivano buone notizie sul Microcredito: le società a responsabilità limitata potranno beneficiare della misura. Il finanziamento è stato elevato da 40 mila euro a 75 mila.

Bonus acqua e tv, confermati i contributi

Confermato il bonus acqua fino a tutto il 2023. Il beneficio consiste in un credito di imposto del 50% si costi sostenuti per acquistare e installare sistemi di mineralizzazione, filtraggio, aggiunta di anidride carbonica e raffreddamento. Altri 68 milioni di euro arriveranno per il bonus tv e per l’acquisto del decoder. I pensionati con almeno 70 anni e non più di 20 mila euro di Isee potranno ricevere a casa da Poste Italiane un nuovo decoder gratuitamente del prezzo limite di 30 euro.

Cartelle esattoriali, si possono pagare entro 180 giorni per quelle notificate al 31 marzo 2022

Arrivano novità dalla correzione del disegno di legge di Bilancio 2022 sulle cartelle esattoriali. Il termine di 180 giorni per pagarle si riferirà alle notifiche che i contribuenti riceveranno fino al 31 marzo 2022 e non più fino al 31 dicembre 2021. Si amplia pertanto l’arco temporale per usufruire dei benefici del Fisco. Altre misure contenute nella legge di Bilancio vanno a modificare la tassa sui tavolini, gli aiuti ai piccoli proprietari e l’Imu applicata agli immobili dei pensionati residenti all’estero.

Cartelle esattoriali: i 180 giorni per pagare valgono per quelle notificate entro marzo 2022

Arriva dunque l’estensione di tre mesi sulle notifiche delle cartelle esattoriali da pagare entro 180 giorni. La misura comprende pertanto le cartelle notificate a partire dal 1° settembre 2021 fino al 31 marzo 2022. Inizialmente il termine della notifica era fissato al 31 dicembre 2021. L’estensione delle notifiche va a rafforzare anche il maggior tempo per procedere con il pagamento. Precedentemente i giorni per pagare erano 150, rispetto alle modifiche apportate che fanno slittare a 180 giorni l’adempimento.  A conti fatti, il termine per il pagamento delle ultime cartelle notificate a marzo prossimo slitterà fino alla fine di settembre 2022.

Altre misure fiscali dalla legge di Bilancio 2022: esenzione tassa sui tavolini fino a marzo

Altre tre modifiche sono in arrivo dalla legge di Bilancio 2022. In primis, la proroga dell’esenzione della tassa sui tavolini con un nuovo termine fissato a marzo 2022. Si tratta dunque della possibilità di non pagare il canone unico patrimoniale (Cup), l’ex tassa Tosap o Cosap. La misura andrà a vantaggio dei bar, dei ristoranti e degli ambulanti.

Contributi per gli affitti persi per gli sfratti bloccati ai piccoli proprietari di immobili

Si va verso l’aiuto ai piccoli proprietari di immobili che abbiano subito perdite per il blocco degli sfratti determinata da uno dei decreti legge per l’emergenza Covid. L’aiuto verrà garantito dal Fondo di solidarietà per i piccoli proprietari che avrà una dote di 10 milioni di euro per tutto il prossimo anno. La misura prevede l’erogazione di un contributo pari al 50% del canone. Il limite massimo per proprietario all’anno del contributo sarà di 6.400 euro. Il contributo dovrà essere rapportato ai mesi di sospensione fino a un massimo di 16.

Imu 2022 su immobili di pensionati residenti all’estero: cala l’aliquota al 10%

Dovrebbe arrivare per il 2022 anche il calo dell’Imu per i pensionati italiani che siano resistenti all’estero e che possiedano un immobile in Italia, purché non locato. L’emendamento va a beneficio dei pensionati che abbiano un trattamento previdenziale maturato in regime di convenzione internazionale. La dote della misura è fissata in 3 milioni di euro.

Cartelle esattoriali, 6 mesi per pagare: a fine 2021 scadono i benefici sulle dilazioni

Saranno concessi 180 giorni per pagare le cartelle esattoriali che sono arrivate ai contribuenti a partire dal 1° settembre 2021 o che arriveranno entro il 31 dicembre prossimo. Si tratta della principale novità della legge di conversione del decreto fisco lavoro (decreto legge numero 146 del 2021) che ha allungato di ulteriori 30 giorni i termini per il pagamento delle cartelle (da 150 a 180 giorni). Inoltre, dal giorno in cui è entrato in vigore il decreto, non sarà più possibile presentare ricorso contro gli estratti di ruolo.

Elevazione dei termini per pagare le cartelle esattoriali da 60 a 180 giorni

Durante il periodo concesso per il pagamento delle cartelle esattoriali (i 180 giorni dalla notifica della cartella stessa), non maturano gli interessi di mora. Non possono essere altresì portate avanti azioni cautelari o esecutive da parte dell’Agenzia delle entrate. Entro fine anno scade, invece, il beneficio che aumentava da cinque a dieci le rate non pagate per la decadenza del beneficio della rateazione.

Tornano a 5 le rate non pagate per la perdita del beneficio della rateazione

L’elevazione del numero delle rate da 5 a 10 era prevista dalle norme emergenziali per la Covid. Resta invariato, invece, il termine di 60 giorni per presentare ricorso contro le cartelle ricevute. Tale termine non è riferibile ai ricorsi contro i ruoli e le cartelle notificate attraverso il rilascio degli estratti di ruolo. Per queste ultime non sarà possibile presentare ricorso secondo quanto prevede la modifica dell’articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica numero 602 del 1973.

Quali ricorsi sono ammessi per le cartelle esattoriali?

Il ricorso contro le cartelle esattoriali, secondo la modifica dell’articolo 12, è possibile solo per le cartelle notificate erroneamente e nel momento in cui il contribuente possa dimostrare i pregiudizi disciplinati dalla legge. Ovvero, la partecipazione alle gare e la perdita dei benefici dalla Pubblica amministrazione. Restano tuttavia necessari ulteriori chiarimenti sulla norma per la tutela degli interessi dei contribuenti.

Cartelle, più tempo per pagare: al 9 dicembre rottamazione ter, 180 giorni per quelle di fine 2021

Arrivano le attese proroghe per i pagamenti delle cartelle esattoriali, delle rate scadute della rottamazione ter e saldo e stralcio e per l’Irap da restituire dal decreto Fisco Lavoro approvato nel pomeriggio del 30 novembre. Il provvedimento è stato emanato dopo l’approvazione del Senato al termine di scontri nella maggioranza. I contribuenti avranno qualche giorno per saldare i debiti con il Fisco rispetto ai vari pagamenti fissati tutti nella giornata di ieri.

Rottamazione ter e saldo e stralcio, si possono pagare le rate entro il 9 dicembre 2021

La mini-proroga delle rate non pagate della rottamazione ter e del saldo e stralcio è arrivata. Entro il 9 dicembre prossimo andranno pagate le 8 rate della rottamazione ter e le 4 rate del saldo e stralcio. Il termine massimo per saldare può arrivare al 14 dicembre per via dei 5 giorni di tolleranza massima. Non c’è stato, tuttavia, il rinvio al 2022 come termine ultimo per il pagamento.

Cartelle esattoriali ricevute tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021: cambiano i termini

Più giorni per pagare le cartelle esattoriale già notificate a partire dal 1° settembre 2021 o che arriveranno entro il 31 dicembre prossimo. La scadenza fissata dal decreto Fisco Lavoro viene prorogata ulteriormente, passando dai 150 giorni del provvedimento originario a 180 giorni. Trenta giorni in più per pagare a partire dalla data della notifica.

Avvisi bonari: la scadenza è al 16 dicembre 2021

Il decreto Fisco Lavoro fissa, poi, al 16 dicembre 2021 la data ultima per pagare gli avvisi bonari. Si tratta dei pagamenti che erano stati sospesi durante la prima ondata della pandemia da Covid-19, ovvero dall’8 marzo 2020 al 31 maggio 2020, e che dovevano essere saldati entro il 16 settembre 2020.

Irap, restituzione sanzioni e interessi primavera 2020: scadenza 1° gennaio 2022

Un mese in più di tempo, anche se la comunicazione è arrivata oltre la scadenza del 30 novembre 2021, per la restituzione delle sanzioni e degli interessi dell’Irap delle imprese. Si tratta di saldi che non erano stati versati durante la prima ondata della pandemia da Covid-19 e relativi al superamento del plafond di aiuti di Stato messo in campo proprio per contrastare le prime crisi derivanti dallo stop alle attività. Il termine per il pagamento passa dunque dal 30 novembre 2021 al 1° gennaio 2022.

Cartelle da pagare al 30 novembre, potrebbe arrivare la proroga della scadenza

Per le cartelle fiscali, l’Irap e gli avvisi bonari potrebbero allungarsi i tempi per il pagamento previsto per il 30 novembre 2021. Ma non si tratterebbe di tempi lunghi per i pagamenti: per le cartelle non si andrebbe oltre la scadenza del 9 dicembre 2021, con una proroga massima fino al 14 dicembre per i 5 giorni di tolleranza. Saranno in tutto 62 gli adempimenti fiscali con la scadenza fissata all’ultimo giorno di novembre 2021. Tra oggi e domani potrebbe arrivare la risposta del Senato e del governo su nuove proroghe di fine anno.

Cartelle esattoriali da pagare entro il 30 novembre 2021

Nel caso in cui il governo dovesse decidere per nuove scadenze, dovrebbe arrivare un comunicato legge dal momento che le nuove disposizioni entrerebbero in vigore soltanto successivamente alla scadenza del 30 novembre. In ogni modo, le cartelle esattoriali da pagare entro la prossima scadenza riguardano le 8 rate della rottamazione ter relative al 2020 e al 2021 e le quattro rate del saldo e stralcio. L’ipotesi che si è fatta è quella di una mini-proroga: scadenza posticipata al 9 dicembre con termine massimo di pagamento al 14 dicembre 2021 comprendendo i 5 giorni di tolleranza fissati dalla legge.

Irap, ipotesi di slittamento della scadenza al 31 gennaio 2022

La proroga del versamento dell’Irap dovuto al 30 novembre 2021 potrebbe riguardare le imprese che hanno superato i tetti degli aiuti di Stato. Lo slittamento della scadenza è contenuto in un emendamento al decreto Fisco e lavoro presentato da Forza Italia. La scadenza per il pagamento dell’Irap potrebbe dunque essere posticipata al 31 gennaio 2022.

Avvisi bonari, nuova scadenza al 16 dicembre 2021

Un emendamento al decreto Fisco Lavoro riguarda anche gli avvisi bonari che erano in scadenza dall’8 marzo al 31 maggio 2020, proprio nel pieno della prima ondata della pandemia. Si potrebbe arrivare alla nuova scadenza del 16 dicembre 2021 nella quale si dovranno pagare, in un’unica rata e senza interessi e sanzioni, le somme richieste per i controlli formali sulle dichiarazioni dei redditi. L’alternativa è pagare quanto dovuto in quattro rate mensili, da versare ogni 16 del mese.

 

 

Cartelle esattoriali: il termine dei 150 giorni vale solo per l’Agenzia delle entrate, non per l’Inps

L’Inps è intervenuta nella giornata del 25 novembre 2021 in merito ai termini di pagamento degli avvisi di addebito. Per le proprie cartelle, la scadenza non risulta estesa. Pertanto, il beneficio della proroga dei termini di pagamento degli avvisi esattoriali a 150 giorni dal ricevimento vale solo per l’agente della riscossione.

Nuova circolare Inps numero 4131 del 2021 sui posticipo del pagamento delle cartelle da 60 a 150 giorni

L’Inps stessa ha fornito una precisazione sui termini di pagamento degli avvisi con il messaggio numero 4131 del 2021. L’Istituto previdenziale fa riferimento a quanto contenuto nell’articolo 2 del decreto legge numero 146 del 2021. Secondo l’articolo, per le cartelle esattoriali ricevute dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021, il termine per pagare passa dai consueti 60 giorni a 150 giorni. Il termine decorre dalla data di notifica della cartella stessa. Il pagamento posticipato è previsto senza l’addebito di somme somme aggiuntive. Prima dei 150 giorni, “l’Agente della riscossione non potrà dare corso all’attività di recupero del debito iscritto a ruolo”.

Cartelle Inps, esclusione dell’applicabilità dell’articolo 2 del decreto legge numero 146 del 2021

Lo stesso Istituto previdenziale precisa che ha richiesto il parere del ministero dell’Economia e delle Finanze e di quello del Lavoro circa la corretta applicazione della norma. Nella richiesta ai due ministeri, l’Inps ha sottolineato l’assenza di riferimento all’Istituto previdenziale stesso nella formulazione dell’articolo 2 del decreto legge 146 del 2021. L’esclusione delle somme dovute all’Inps dalla proroga del pagamento a 150 giorni è stato confermato da entrambi i ministeri.

Inps conferma che i propri avvisi di pagamento devono essere saldati entro 60 giorni

“Ne consegue – si legge nel messaggio dell’Inps – che per gli avvisi di addebito di cui all’articolo 30 del decreto legge numero 78 del 2010 resta fermo il termine di 60 giorni dalla notifica per il pagamento di quanto richiesto nel medesimo avviso”. Pertanto, come chiarito dall’Inps, la disposizione contenuta nel decreto legge 146 del 2021 deve essere riferita unicamente all’attività di notifica relativa alle cartelle di pagamento emesse dall’agente della riscossione.

 

Cartelle esattoriali, quali vanno pagate entro il 30 novembre 2021?

Il decreto Fiscale numero 146 del 2021 ha messo ordine ai pagamenti delle cartelle esattoriali dei contribuenti con la scadenza entro il 30 novembre 2021 di quelle insolute. Ma è necessario verificare quali siano esattamente i termini e a quali cartelle si deve far riferimento con il versamento. La norma riguarda anche i mancati pagamenti nei termini della rottamazione ter (i cosiddetti “rottamati decaduti”).

Cartelle, scadenza del 30 novembre 2021 per le rate non pagate nel 2020 e 2021

Proprio l’articolo 1 del decreto Fiscale disciplina la rimessione in termini per la rottamazione ter e il saldo e stralcio. La norma, nel dettaglio, è a vantaggio dei contribuenti che non abbiano rispettato i termini per i pagamenti delle rate secondo il calendario di dilazione dettato dal decreto “Sostegni bis” (il decreto legge numero 73 del 2021).

Entro quando vanno pagate le rate della rottamazione ter e saldo e stralcio del 2020 e 2021?

A questi debitori, che non abbiano eseguito i versamenti delle rate del 2020 e del 2021 della “Pace fiscale”, si può evitare la decadenza pagando entro il 30 novembre 2021 tutte le rimanenti rate. Al termine di novembre, pertanto, si sommano sia le rate che erano in scadenza nel 2020 che le rate a saldo del 2021 sospese per l’emergenza sanitaria.

Fisco, alla scadenza del 30 novembre 2021 vanno pagate cartelle, Ipef, Irap, Ires e contributi previdenziali

La scadenza delle cartelle fiscali, alla quale il decreto offre un periodo di tolleranza che da calendario è fissato al 6 dicembre 2021, è la stessa di altri adempimenti. Infatti, al 30 novembre è fissato anche il pagamento dell’acconto delle imposte dirette, Irpef, Irap e Ires. Alla stessa data scadono altresì le imposte sostitutive e gli adempimenti legati ai contributi previdenziali. In caso di difficoltà di liquidità, i contribuenti non potranno procedere a dilazionare ulteriormente il debito residuo (le rate rimanenti) delle cartelle oltre la scadenza del 30 novembre.

Cartelle ricevute dal 1° settembre al 31 dicembre 2021: 150 giorni per pagare

Il decreto Fiscale disciplina anche l’estensione dei termini di pagamento per le nuove cartelle esattoriali. Si tratta degli avvisi di pagamento che i contribuenti hanno ricevuto a partire dal 1° settembre 2021 o che potrebbero ricevere entro la fine dell’anno. Rispetto all’ordinaria normativa, i termini per il pagamento sono stati allungati dal decreto. Dunque, anziché i consueti 60 giorni di tempo dalla notifica, i contribuenti possono pagare entro 150 giorni. Resta invariato il termine per presentare ricorso. Infatti, l’impugnativa può avvenire entro il consueto periodo di 60 giorni.

Pagamento rate esattoriali in essere all’8 marzo 2020: come procedere con il versamento?

Più complessa è la disciplina all’articolo 3 del decreto legge numero 146 del 2021. La norma riguarda l’estensione della rateazione per i piani di dilazione. Nell’articolo si fa riferimento alle cartelle in essere al giorno 8 marzo 2020 con la previsione di due situazioni. La prima situazione è quella di allungare il termine di decadenza a 18 rate non pagate, rispetto alle 10 precedentemente previste. La seconda riguarda i contribuenti che alla scadenza del 30 settembre 2021 non hanno provveduto ai pagamenti di quanto dovuto. A fine settembre era previsto il versamento minimo di nove rate, più quella di settembre, per non incorrere nella decadenza del piano di rateazione.

Fisco, pagamenti entro il 2 novembre 2021: vanno versate almeno tre rate

Pertanto, per le cartelle in essere al giorno 8 marzo 2020, la decadenza del piano di rateazione viene determinato dal mancato versamento di 18 rate, anziché di dieci, anche non consecutive. A questi contribuenti il decreto consente di regolarizzare i propri versamenti pagando il nuovo minimo di rate per non incorrere nella decadenza entro il 31 ottobre 2021. Non considerando il 31 ottobre (domenica) e lunedì 1° novembre per la festività , il termine ultimo per il pagamento slitta al 2 novembre 2021.

Quali rate e cartelle i contribuenti devono pagare entro il 2 novembre 2021?

Entro domani 2 novembre 2021, pertanto, i contribuenti dovranno pagare il numero minimo di rate sospese di tutte quelle in scadenza durante l’emergenza sanitaria. Pertanto, i contribuenti che non abbiano effettuato dei pagamenti, potranno farlo nel numero minimo di tre rate. Si tratta di una rata in scadenza pregressa più le rate corrispondenti ai mesi di settembre e di ottobre 2021.

Rottamazione ter, calendario legge Fiscale: le rate scadute vanno pagate entro il 30 novembre

Nuovi termini per i pagamenti delle cartelle esattoriali arrivano dal decreto Fiscale del governo, anche per quanto attiene alla rottamazione ter. Si allunga a 150 giorni la nuova scadenza di pagamento degli importi contenuti nelle cartelle ricevute dai contribuenti tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021. Il termine inizia a decorrere dal giorno di notifica della cartella stessa. Ma ulteriori termini di pagamento riguardano anche la rimessione delle somme del 2020 e del 2021 della rottamazione ter.

Cartelle esattoriali ricevute tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021: ci sono 150 giorni per pagare

In merito alla tempistica del decreto legge Fiscale sulle nuove cartelle che i contribuenti hanno ricevuto a partire dal 1° settembre scorso o che riceveranno entro il 31 dicembre 2021, il termine per il pagamento viene elevato a 150 giorni anziché i consueti 60 giorni. Sia gli interessi di mora che le azioni di recupero coattivo come il pignoramento o il fermo dei veicoli dovranno osservare, altresì, questo termine. Per la presentazione del ricorso contro il provvedimento dell’Agenzia delle entrate il termine rimane fissato a 60 giorni.

Cambiano le date del pagamento delle rate scadute

Cambia anche il calendario e le modalità di pagamento delle rate della rottamazione ter. Entro il 30 novembre 2021 devono essere pagate tutte le rate scadute. Ovvero le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio risultanti dalle definizioni agevolate con l’Agenzia di riscossione. Dette rate originariamente erano già in scadenza nel 2020 o nel 2021. Il termine ultimo era corrispondente alla rata di luglio del 2021.

Nuovo calendario per il pagamento delle rate originarie del 2020 e 2021 e già scadute

Più nel dettaglio, le rottamazioni originariamente stabilite nell’anno 2020 e 2021 erano state rimodulate dal decreto Sostegni bis nei seguenti termini:

  • rate di febbraio e marzo 2020 in pagamento entro il 2 agosto 2021;
  • rata di maggio 2020 in pagamento entro il 31 agosto 2021;
  • rata di luglio 2020 in pagamento entro il 30 novembre 2021;
  • rata di novembre 2020 in pagamento entro il 2 novembre (considerando festivi il 31 ottobre e il 1° novembre);
  • rate in scadenza nel 2021 in pagamento entro il 30 novembre 2021.

La scadenza ultima per le rate scadute del 2020 e 2021 è stato posticipato al 30 novembre 2021

Per effetto del decreto Fiscale, tutte le rate di cui sopra scadute e riguardanti le scadenze del 2020 e del 2021 dovranno essere saldate entro la scadenza del 30 novembre 2021. Sono tollerati fino a 5 giorni di ritardo oltre questa data. Il termine ultimo è dunque il 6 dicembre 2021, considerando i giorni festivi. In caso di mancato pagamento, anche solo di una rata, e anche in caso di ritardo, si va incontro alla caducazione della sanatoria. In tal caso, il debito si ripristina dall’inizio includendo anche gli interessi di mora e le sanzioni.

Rate non pagate dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021: decadenza piano rateazione

Novità arrivano anche per le rate da saldare risultanti da dilazioni pendenti alla data dell’8 marzo 2020 nel caso in cui molte delle quali non siano state pagate. Considerando che tra il giorno 8 marzo 2020 e il 31 agosto 2021 il numero di rate è pari a 18, l’Agenzia delle entrate aveva stabilito che il mancato pagamento di 10 di queste rate avrebbe determinato la decadenza del piano di rateazione.

Pagamento delle rate in sospeso entro settembre 2021: soglia di decadenza elevata a 18 mesi

Il contribuente avrebbe potuto pagare le rate non pagate entro settembre 2021. E dunque, con il pagamento di 9 rate già scadute più quella di settembre, il debitore avrebbe potuto saldare le somme in sospeso. In tal modo, avrebbe ripreso a pagare mensilmente secondo l’originario piano delle rate. Date le difficoltà del saldo, il decreto Fiscale ha previsto dei benefici per i pagamenti in sospeso. Innanzitutto la soglia di decadenza del piano rate è elevato a 18 mesi.

Pagamenti delle rate dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021

Inoltre, il decreto fiscale ha stabilito che per il pagamento delle rate sospese c’è tempo fino al 31 ottobre 2021. Entro fine ottobre, dunque, i contribuenti devono saldare tutte le dilazioni pendenti dal giorno 8 marzo 2020 al 31 agosto 2021.

Rottamazione cartelle sospese, entro il 31 ottobre è sufficiente pagare 3 rate

Calcoli alla mano, per rientrare nel piano di rateazione originario e saldare le rate mese per mese, i contribuenti potrebbero saldare entro il 31 ottobre 2021 tre rate, includendo anche quelle di settembre e di ottobre. In questo modo, considerando la causa di decadenza del piano delle rate elevato a 18 mesi, i contribuenti potrebbero riprendere a pagare secondo il loro piano originario di saldo.

Cartelle esattoriali, nuova scadenza per chi riceve gli avvisi di pagamento

Tra le novità in arrivo con il decreto legge Fiscale ci sarà l’introduzione di un nuovo calendario per le cartelle esattoriali. Cambieranno le date per la rottamazione e i versamenti legati alle cartelle stesse. Ci sarà più tempo per pagare: dai 60 giorni si passerà a 150 giorni. Le cartelle sono quelle relative al periodo dal 1° settembre al 31 dicembre 2021.

Quali cartelle esattoriali rientrano tra le novità del decreto Fiscale?

Le nuove scadenze per il pagamento delle cartelle esattoriali con la proroga dei 150 giorni riguardano le cartelle ricevute nei mesi da settembre a dicembre 2021. La proroga della scadenza riguarda anche la decorrenza degli interessi di mora e dell’avvio della procedura di pignoramento. Per il ricorso, invece, sono previsti 60 giorni dalla data di ricezione della cartella esattoriale.

Invio delle cartelle esattoriale dopo il periodo di sospensione Covid

La misura contenuta nel decreto Fiscale approvato il 15 ottobre nel Consiglio dei ministri relativa alle cartelle esattoriali deriva dal blocco di riscossione delle stesse imposto dall’articolo 68 del decreto legge numero 18 del 2020. La sospensione infatti disponeva che a partire dall’8 marzo 2020 l’agente della riscossione non potesse notificare cartelle di pagamento e di intraprendere azioni volte al recupero delle somme. Pertanto, l’Agenzia delle entrate, durante il periodo di sospensione, non ha potuto notificare, tra gli altri, anche le ipoteche, gli atti di pignoramento e i preavvisi di fermo dei veicoli.

Pagamento cartelle esattoriali ricevute dal 1° settembre 2021

La sospensione della notifica delle cartelle esattoriali è terminata il 31 agosto 2021. Ciò significa che, a partire dal 1° settembre scorso, l’Agenzia delle entrate ha potuto nuovamente inviare avvisi di riscossione nonostante le permanenti difficoltà dei contribuenti. Da qui l’intervento del governo nell’adeguare il ripristino delle operazioni di riscossione con scadenze meno rigide. Intervento che è arrivato nel decreto Fiscale di venerdì scorso.

Cosa impone il decreto Fiscale sulla riscossione delle cartelle esattoriali?

Sulle cartelle esattoriali, nel dettaglio della norma, l’articolo 2 del decreto Fiscale impone che la scadenza del pagamento sia posticipata fino a 150 giorni rispetto limite dei 60 giorni. Pertanto i contribuenti hanno fino a 5 mesi dall’arrivo della cartella notificata tra il 1° settembre e il 31 dicembre prossimo per procedere con il pagamento. Diversamente, chi ha già provveduto al pagamento della somma indicata nella cartella ricevuta, non può richiedere alcun rimborso. Si tratta, infatti, di importi che i contribuenti devono comunque versare.

Cartelle esattoriali, da quando iniziano a decorrere gli interessi di mora?

In virtù del nuovo decreto cambia anche il meccanismo di calcolo degli interessi di mora per il mancato pagamento. La norma generale, infatti, fissa a 60 giorni la decorrenza degli interessi. Con il decreto Fiscale, invece, gli interessi inizieranno a decorrere solo dopo i 150 giorni concessi dal governo per il pagamento di quanto dovuto e indicato nella cartella esattoriale. Per effetto della norma, inoltre, prima dei cinque mesi non potranno partire nemmeno le azioni volte al pignoramento dei beni (recupero coattivo di quanto dovuto dal contribuente). Prima dei 150 giorni non potranno partire, pertanto, neppure le azioni esecutive.

Decreto fiscale: cosa avviene per il fermo dei veicoli e l’ipoteca?

Il decreto fiscale non menziona gli strumenti cautelari dell’ipoteca e del fermo dei veicoli. Tuttavia, l’interpretazione della norma porta a ritenere che la proroga dei pagamenti dei contribuenti a 150 giorni dalla ricezione dell’avviso sia da estendersi anche a questi due casi. Con un’attenzione maggiore sui termini di presentazione del ricorso. Infatti, se il termine di pagamento slitta da 60 a 150 giorni, quello per la presentazione del ricorso deve avvenire entro i consueti 60 giorni dalla ricezione dell’avviso. Infine, il decreto Fiscale non si applica per le ingiunzioni di versamento degli enti regionali e comunali. Per il pagamento agli enti territoriali il limite, infatti, rimane sempre a 60 giorni dal giorno della ricezione dell’avviso di pagamento.

Decreto fiscale, ecco tutte le novità: sicurezza sul lavoro, incentivi auto, cassa integrazione e cartelle

Arrivano le novità del decreto Fiscale approvato dal Consiglio dei ministri. Tra queste, la stretta sulle imprese che non rispettano la sicurezza sul lavoro, il rifinanziamento (parziale) degli incentivi sull’acquisto di un’auto, la cassa integrazione Covid, il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali e i fondi per il Reddito di cittadinanza.

Decreto fiscale e irregolarità sul lavoro: si abbassa la soglia di irregolari che dà luogo alla sospensione

Sulle imprese arriva la stretta in merito alla sicurezza sul lavoro. Infatti scende al 10% (dal 20%) il tetto degli addetti irregolari sui luoghi di lavoro che fa scattare la sospensione dell’attività. Il provvedimento prevede che non sia più necessaria la recidiva. In caso di violazione, scatta da subito la sospensione dell’attività. Il decreto rafforza anche le competenze dell’Ispettorato del lavoro: insieme alle aziende sanitarie del territorio dovranno intensificare la vigilanza del rispetto della norma. Si rafforzerà anche l’organico dell’Ispettorato: in arrivo concorsi per 1.024 nuovi posti oltre al bando di 1.122 in corso.

Aziende irregolari per a sicurezza: cosa fare per riprendere l’attività?

In caso di violazione del decreto Fiscale e della sospensione, l’azienda per riprendere l’attività dovrà ripristinare le condizioni regolari di svolgimento del lavoro. Si prevede anche il pagamento di una somma aggiuntiva. L’importo varia da 300 a 3000 euro per ogni lavoratore: vale la gravità della violazione. L’importo da pagare si moltiplica per due nel caso in cui l’azienda sia incorsa, nei 5 anni prima, già in un provvedimento di sospensione. Durante la sospensione, l’azienda non potrà avere contatti con la Pubblica amministrazione.

Decreto fiscale, le novità per gli incentivi auto

Cifre ben più modeste rispetto al 2021 sono state riservate dal decreto Fiscale sugli incentivi auto. Infatti l’ecobonus è stato rifinanziato di soli 100 milioni di euro dei quali:

  • 65 milioni andranno all’acquisto di nuove vetture a basso impatto ambientale, da 0 a 60 g/km di CO2. Si tratta, in buona sostanza, dei modelli plug in (ibridi) e delle auto elettriche;
  • 10 milioni di euro andranno alle auto mediamente impattanti per l’ambiente (da 61 a 135 g/km). Rientrano in questa categoria le vetture ibridi semplici e vari modelli Euro 6 a benzina e a gasolio;
  • per le auto usate il decreto Fiscale destina 5 milioni di euro.

Proroga Cassa integrazione Covid nel decreto Fiscale: da 9 a 13 settimane fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Fiscale del governo prevede anche il rifinanziamento della Cassa integrazione Covid. La proroga è di 13 settimane per:

  • le piccole imprese del terziario;
  • il commercio;
  • gli artigiani;
  • grande distribuzione;
  • giornalisti.

Le 13 settimane vanno utilizzate dal 1° ottobre scorso al 31 dicembre 2021. Devono essere già state utilizzate tutte le precedenti 28 settimane di proroga della Cassa integrazione Covid. Proroga di 9 settimane, invece, per i settori tessili, dell’abbigliamento e delle calzature. L’utilizzo delle settimane deve avvenire sempre nel periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2021 e devono essere state utilizzate le 17 settimane concesse precedentemente. La proroga della Cig Covid ha un costo di 878,4 milioni di euro.

Cartelle esattoriali, più tempo per pagarle

Altri 5 mesi (150 giorni) vengono concessi per il pagamento delle cartelle notificate dall’agente pubblico della riscossione. La notifica deve essere avvenuta dal 1° settembre 2021 fino al 31 dicembre 2021. Benefici anche per non perdere i vantaggi della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Infatti, si possono saldare le rate del 2020 non ancora versate entro la scadenza del 30 novembre in un unico pagamento insieme alle rate rientranti nella pace fiscale di quest’anno. Inoltre, il piano di rateizzazione non decade per i contribuenti che hanno dilazionato i debiti con richiesta prima dell’8 marzo 2020.

Decreto Fiscale, rifinanziato il congedo parentale delle famiglie

Il decreto Fiscale procede anche al rifinanziamento dei congedi parentali al 50% delle famiglie. Il congedo va a favore sia dei lavoratori dipendenti che autonomi genitori di figli fino a 14 anni. I lavoratori possono assentarsi da lavoro per i casi di sospensione dell’attività educativa e didattica del figlio. La durata della sospensione può essere per tutta per una parte dell’infezione o per la quarantena che sia stata disposta dalle autorità sanitarie. Per i figli da 14 a 16 anni di età il congedo non è retribuito. Rifinanziato anche il fondo dell’Inps per la malattia dei lavoratori posti in quarantena.

Nuovo patent box rafforzato per le imprese dal decreto Fiscale

Va in pensione il vecchio patent box e il decreto Fiscale introduce e rafforza la deducibilità di quello nuovo. Nel provvedimento del governo si prevede la deduzione rafforzata del 90% relativa ai costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo. I costi deducibili, anche ai fini dell’Irap, devono essere stati sostenuti per:

  • software coperti da copyright;
  • marchi di impresa;
  • brevetti industriali;
  • modelli, disegni, formule delle imprese nello svolgimento della propria attività.

Le imprese che hanno in corso procedure con il vecchio patent box possono richiedere di accedere al più vantaggioso nuovo strumento.

Decreto Fiscale, 200 milioni al Reddito di cittadinanza

Dal decreto Fiscale arriva anche il rifinanziamento per 200 milioni del Reddito di cittadinanza. Salvaguardati anche 100 mila posti di lavoro di somministrati assunti con contratto a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro. Si tratta di lavoratori mandati a tempo determinato presso le imprese utilizzatrici. Il provvedimento cancella la scadenza del 31 dicembre 2021 per i 24 mesi della missione stessa.