Disponibile online il modello per l’opzione Iva dei contratti di locazione

Il modulo, disponibile online in questi giorni sul sito dell’Agenzia delle Entrate, come specificato dal “decreto liberalizzazioni” (Dl 1/2012) e dal “decreto sviluppo”(Dl 83/2012), vale per le locazioni già in corso alle date di entrata in vigore dei due provvedimenti, e consente di scegliere l’imponibilità Iva rispetto all’ordinario regime di esenzione.

I locatori interessati al modulo, scaricabile in formato pdf, possono scegliere di assoggettare a IVA i contratti di locazione destinati ad alloggi sociali e i contratti di locazione dei fabbricati abitativi effettuati da imprese costruttrici o di ripristino. L’opzione si può esercitare anche per i rapporti contrattuali in essere alla data di entrata in vigore dei decreti, portatori di una speciale deroga al generale principio di esenzione dall’imposta sul valore aggiunto per queste particolari tipologie contrattuali: 24 gennaio 2012 la scadenza per le locazioni destinate ad alloggi sociali e 26 giugno 2012 per le locazioni effettuate da imprese di costruzione e ripristino.

A marzo gli eco incentivi per l’acquisto di auto aziendali

Gli incentivi 2013 per l’acquisto di auto ecologiche previsti dal Decreto Sviluppo, destinati in particolare alle imprese, stanno per partire.

Agli eco-incentivi sono destinati 120 milioni di euro per il triennio 2013-2015 ma, invece che avviarsi già da gennaio, come si pensava, i contributi saranno disponibili dal mese di marzo.

Potranno beneficiarne imprese, professionisti e possessori di auto destinate a utilizzo pubblico, come taxi e car sharing, oltre che a noleggio e servizi di linea, se acquisteranno veicoli ad alimentazioni alternative (elettrici, ibridi, a metano, a biometano, a GPL, a biocombustibili, a idrogeno) con emissioni di anidride carbonica (CO2), allo scarico, non superiori a 120 g/km.

Nella maggior parte dei casi è prevista la rottamazione di un precedente veicolo posseduto.
Tutti i tipi di veicoli devono essere immatricolati fra il 2013 e il 2015.

Per il solo 2013 sono disponibili 40 milioni di euro, così ripartiti:

  • 35,5 milioni di euro per l’acquisto di veicoli destinati all’uso di terzi o utilizzati nell’esercizio di imprese, arti e professioni, da utilizzare esclusivamente come beni strumentali all’attività d’impresa. E’ obbligatoria la rottamazione di un corrispondente veicolo obsoleto. All’interno di questa somma, 7 milioni di euro sono destinati a veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 95 g/km, e 3,5 milioni di euro per veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50 g/km. Per l’attribuzione della restante quota, vale il tetto generale di 120 g/km.
  • 4,5 milioni vanno a tutte le categorie di acquirenti (anche privati) che acquistano veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 95 g/km. In questo caso non c’è necessità di rottamazione. Di questa somma, c’è una quota di 1,5 milioni di euro riservata all’acquisto di veicoli con emissioni non superiori a 50 g/km.

Per i veicoli acquistati nel 2013 e 2014, l’incentivo è pari al 20% del costo del veicolo con un tetto massimo che varia a seconda delle emissioni nel seguente modo:

  • 5mila euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50 g/km,
  • 4mila euro per emissioni di CO2 non superiori a 95 g/km,
  • 2mila euro per emissioni di CO2 non superiori a 120 g/km.

Nel 2015 il contributo scenderà al 15% del costo del veicolo, e i tetti massimi saranno i seguenti:

  • 3mila500 euro per emissioni non superiori a 50 g/km,
  • 3mila euro per emissioni non superiori a 95 g/km,
  • 1.800 euro per emissioni non superiori a 120 g/km.

Se l’incentivo è condizionato dalla rottamazione di un precedente veicolo ci sono ulteriori paletti.
Il veicolo rottamato deve essere:

  • della stessa tipologia di quello acquistato (es.: veicolo commerciale con veicolo commerciale),
  • immatricolato da oltre dieci anni rispetto al nuovo,
  • di proprietà dell’acquirente (o familiare/convivente) da almeno 12 mesi; nel caso di locazione finanziaria del veicolo nuovo, il vecchio deve essere intestato da almeno 12 mesi al soggetto utilizzatore del veicolo o ad un familiare convivente.

La richiesta del contributo non è a carico dell’acquirente ma del concessionario, che si occuperà di corrispondere direttamente la somma mediante compensazione con il prezzo di acquisto.

Il venditore sa se le risorse sono ancora disponibili, e non esaurite, grazie alla piattaforma elettronica messa a disposizione sul sito dedicato agli incentivi. Inserisce i dati del veicolo e dell’acquirente: se le risorse sono disponibili, la piattaforma fornisce risposta positiva ed emette ricevuta di prenotazione.
La consegna del veicolo deve avvenire entro 90 giorni dalla prenotazione, pena il mancato riconoscimento del contributo statale.
Il concessionario sarà poi rimborsato dall’impresa costruttrice, che a sua volta recupera i soldi attraverso un credito d’imposta.

Vera MORETTI

Il Veneto dice NO alle Srl semplificate

Srl semplificate a chi? Non nel Veneto, che ha il triste primato di Regione d’Italia tra le meno attive sul profilo dell’apertura delle società a responsabilità limitata con il capitale simbolico di un euro.

Treviso è la città con più neoimprese nate sotto i decreti di liberalizzazione e sviluppo, ma le sue 64 unità sono nulla rispetto alle colleghe romane, ben 120 le Srl a capitale ridotto cui si aggiungono le 346 semplificate, e a quelle napoletane, 51 Srl a capitale ridotto, 202 semplificate.

A ruota viene Verona: nella città di Giulietta e Romeo sono 38 le srl semplificate relative agli under 35; 14 quelle a capitale ridotto, aperte agli over 35. Di queste, poi, 35 sono state registrate alla Camera di Commercio provinciale ma risultano ancora prive della dichiarazione di inizio attività.

Rispetto a questo dato poco incoraggiante, Marco Brunelli, responsabile dello sportello della Camera di Commercio di Verona che ha esattamente il compito di aiutare gli aspiranti imprenditori a realizzare la loro idea di impresa, ha dichiarato: “Le intenzioni con cui erano state fatte queste norme erano buone, ma non sufficienti. Le agevolazioni previste dal decreto aiutano coloro che già hanno i mezzi e le risorse per aprire un’impresa. Infatti viene facilitata la costituzione sia dal punto di vista burocratico, nella compilazione e nella trasmissione delle pratiche, sia dal punto di vista economico: mediamente costituire una srl costa 2 mila euro, mentre con queste normative è sufficiente il capitale simbolico di un euro. Ma le difficoltà e i costi di gestione restano gli stessi“.

In pratica, le buone intenzioni degli aspiranti giovani imprenditori veneti ci sono e sono tante, a giudicare il numero di richieste e di informazioni poste alla CCIAA o agli altri enti aperti ad hoc (come il Saf, il Servizi amministrativi fiscali, ossia il Caf Imprese della Cisl), ma la spesa, che resta comunque alta per sopperire ai costi di un investimento di questo tipo, scoraggia i più al punto che, prosegue Brunelli: “Si stanno facendo comunque passi avanti […] oltre a questi incentivi ci sono anche quelli a favore delle start up innovative“.

Solo il tempo ci dirà chi ha fatto lo scatto in avanti più interessante e produttivo.

 

Paola PERFETTI

 

Dal DL Sviluppo agevolazioni alle startup

Via libera alle startup innovative da parte del Decreto Sviluppo che, fresco di approvazione in Parlamento, ha deciso di agevolare l’accesso, da parte delle startup, agli incentivi per l’assunzione di personale qualificato.

Le semplificazioni che riguardano queste imprese sono rivolte all’assunzione a tempo indeterminato di personale qualificato, fino ad un massimo di 200mila euro annui per ogni azienda richiedente.
Tale sgravio è applicabile anche ai contratti di apprendistato ed è concesso prioritariamente alle startup, ma vi rientrano anche le aziende colpite da sisma nello scorso maggio.

Le procedure burocratiche sono più snelle, grazie alla possibilità di ricorrere ad un’istanza semplificata che va a sostituire la certificazione del revisore dei conti.
Inoltre, l’iter è esente da imposta di bollo e diritti di segreteria in genere dovuti per l’iscrizione al registro delle imprese ed agevolazioni sono previste anche per amministratori, dipendenti o collaboratori remunerati attraverso strumenti finanziari.

E’ stata anche prevista una deroga alla Riforma del Lavoro inerente ai contratti a tempo determinato. Quando si tratta di startup, infatti, i contratti a termine, anche dopo 3 anni, sono prorogabili di un ulteriore anno previo rinnovo presso la Direzione provinciale del Lavoro e non viene richiesta la pausa obbligatoria tra un contratto e l’altro.

Ovviamente, tali benefici hanno valore solo fino a quando si rientra nella denominazione di startup innovativa, dopodiché decadono. Ciò avviene dopo quattro anni nel caso di nuove imprese e in tempi più limitati nel caso delle imprese già esistenti al momento dell’entrata in vigore della legge.

In questo secondo caso, perciò, l’impresa deve tener conto delle scadenze di:

  • quattro anni se era stata costituita entro i due anni precedenti dall’entrata in vigore della legge,
  • tre anni (quindi non può fare eventuali rinnovi oltre i 36 mesi) se era stata costituita entro i tre anni precedenti,
  • due anni se era stata costituita nei quattro anni precedenti.

I contratti di lavoro delle start up applicano i minimi tabellari previsti dai CCNL del settore di riferimento, a cui possono aggiungere una parte variabile collegata alla produttività ai risultati.
I contratti nazionali, e anche la contrattazione di secondo livello, possono prevedere minimi tabellari specifici per le start up, criteri di definizione per la parte variabile, regole particolari per la gestione del rapporto di lavoro.

Questa parte è rimasta invariata rispetto al Dl del Governo e prevede:

  • estensione di 12 mesi della possibilità di ripianare le perdite che superano un terzo del capitale, posticipata al secondo esercizio successivo,
  • deroghe al codice civile in materia di categorie di quote societarie delle srl: possono essere previsti diritti partecipativi differenti, quote senza diritto di voto o con diritto di voto non proporzionale,
  • le quote delle start up innovative in forma di Srl possono essere oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari.

Anche la sezione dedicata a chi investe in una startup innovativa è rimasta invariata:

  • dal 2013 al 2015 detrazione Irpef del 19% sulle somme investite in start up innovative, l’investimento massimo detraibile è di 500mila euro per periodo d’imposta e deve essere mantenuto per almeno due anni;
  • dal 2013 al 2015, se l’investitore è una società, non concorre alla formazione del reddito d’impresa il 20% della somma investita, investimento massimo, 1,8 milioni di euro per periodo d’imposta, da tenere per almeno due anni, l’agevolazione non si applica alle società di gestione del risparmio;
  • sconti più alti per investimenti in start up a vocazione sociale e per quelle ad alto valore tecnologico del settore energetico.

Parte importante è data dal crowdfunding attraverso portali online. A questo proposito, sono state redatte le regole per la gestione delle piattaforme online per la raccolta di capitali, riservata a imprese di investimento e banche autorizzate con specifici requisiti, e le modalità di raccolta.

Preso atto che la startup è una “società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione“, per essere considerata tale deve avere alcuni fondamentali requisiti:

  • I soci, persone fisiche, detengono al momento della costituzione e per i successivi 24 mesi, la maggioranza delle quote o azioni
  • L’attività non deve essere stata avviata da più di quattro anni.
  • L’impresa deve avere sede in Italia.
  • Il valore della produzione annua non deve essere superiore a 5 milioni di euro a partire dal secondo anno di attività.
  • L’azienda non deve distribuire utili.
  • L’oggetto prevalente deve rientrare tra: sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
  • Non deve essere costituita da fusione, scissione societaria, cessione di azienda o di ramo di azienda.

Inoltre, è indispensabile che l’impresa possieda almeno uno dei seguenti requisiti:

  • Spese in ricerca e sviluppo uguali o superiori al 20% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione.
  • Almeno un terzo della forza lavoro complessiva formata da personale con dottorato di ricerca o in possesso di laurea con almeno tre anni di ricerca certificata in Italia o all’estero.
  • Impresa titolare, licenziataria o anche depositaria di almeno una privativa industriale relativa a un’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa.

Le spese ammesse sono:

  • relative allo sviluppo pre-competitivo e competitivo, come sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan,
  • servizi di incubazione forniti da incubatori certificati,
  • costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori,
  • spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso.

Sono invece escluse le spese per l’acquisto di immobili e per l’affitto.

Le stesse norme sono previste per le startup sociali, che si occupano di assistenza sociale, assistenza sanitaria, assistenza socio-sanitaria, educazione, istruzione e formazione, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, valorizzazione del patrimonio culturale, turismo sociale, formazione universitaria e post-universitaria, ricerca ed erogazione di servizi culturali, formazione extra-scolastica, servizi strumentali alle imprese sociali resi da enti composti in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

Inoltre, sono previste agevolazioni anche per l’incubatore di start-up innovative certificato, definito come una società di capitali che “offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative“.

Vera MORETTI

Corsa contro il tempo in parlamento

Se fino a ieri si pensava che il Governo riuscisse a “mangiare il panettone” e che avesse tempo fino a metà gennaio per portare a termine ed approvare definitivamente i tanti provvedimenti in sospeso, oggi questa certezza non c’è più.

Lo scioglimento delle Camere, infatti potrebbe avvenire anche prima di Natale e, se ciò accadesse davvero, gli appuntamenti fissati in agenda concordati con Pdl, Pd e Udc con il presidente della Repubblica diverrebbero serratissimi, e forse irrealizzabili nella loro interezza.

Vediamo nel dettaglio tutti i provvedimenti che sono ancora in stand-by:

  • Legge stabilità: la vecchia finanziaria ha la priorità assoluta che, però, stando al vecchio calendario, dovrebbe approdare in Senato solo il 18 per essere approvata in settimana e quindi passare negli ultimi giorni dell’anno (il 27) di nuovo alla Camera per il via libera finale. I 1500 emendamenti presentati in questi giorni non dovrebbero rappresentare un problema eccessivo, ma essendo questo l’unico provvedimento “blindato” dovrà farsi carico di alcune questioni rimaste aperte. Come prima cosa dovrà dare una risposta alla questione dei 260 mila precari della pubblica amministrazione i cui contratti scadono a fine anno, di seguito verranno rifinanziati gli ammortizzatori in deroga, e trasferita tutta l’Imu ai comuni. Poi andrà riformulata la Tobin tax, previste nuove misure a favore dei terremotati dell’Emilia e sulle cartelle pazze.
  • Lavoro e catene neve: Il Pdl vuole che sia rivista la riforma Fornero, e che, precisamente, vengano cancellate le norme che riducono la flessibilità in entrata. E poi, per evitare di toccare il decreto sviluppo si dovrebbe correggere la norma che introduce l’obbligo per tutti dei pneumatici da neve, come pure lo scivolo verso la pensione concesso ai manager e la deroga alla precedenza nelle assunzioni assicurata ai lavoratori in mobilità, come chiede a gran voce il Pd.
  • Decreto Ilva: tale decreto, che ha disposto il dissequestro degli impianti di Taranto e ripristinato la possibilità di continuare l’attività produttiva ed al tempo stesso avviare il risanamento del sito produttivo, dovrebbe essere un’altra provvedimento prioritario, anche se rischia di essere eliminato dall‘agenda.
  • Pareggio bilancio: il ddl verrà votato oggi alla Camera e poi passerà al Senato. Assieme al dl Stabilità è l’unico menzionato nella nota in cui Mario Monti annuncia le sue dimissioni.
  • Decreto sviluppo: massima urgenza per il decreto, perché deve assolutamente essere convertito in legge entro il 18 dicembre, pena la decadenza. Il Senato lo ha approvato nei giorni scorsi, ora la Camera ha appena sei giorni utili per ratificarlo.
  • Taglio province: il ddl 188 è ora arenato in commissione al Senato, già molto depotenziato e bloccato da veri contrapposti. Dovrebbe arrivare il aula martedì e poi passare al Senato. Scade il 15 gennaio.
  • Riforma elettorale: in teoria è atteso in aula per oggi, anche se venerdì non erano stati esclusi possibili, ulteriori ritocchi.
  • Delega fiscale: già approvata alla Camera, ora si trova ferma in Commissione finanze del Senato dopo che l’aula durante la sessione di bilancio l’ha rispedita indietro. Scarsissime possibilità di approvazione, anche per la contrarietà del governo ad alcune modifiche introdotte.
  • Ddl semplificazione: alcune misure potrebbero essere recuperate dalla legge di stabilità.
  • Salva infrazioni Ue: dopo che è stato approvato dal Senato giovedì scorso, c’è la possibilità che venga salvato insieme alla legge di stabilità

Vera MORETTI

Sta arrivando il Decreto Sviluppo bis

Dovrebbe essere approvato dal Senato il prossimo 18 dicembre il Decreto Sviluppo bis, ovvero il ddl che prevede, tra gli altri, provvedimenti riguardanti project bond, pmi, contratti pubblici e di rete.
Le questioni più spinose sono ancora quelle relative a start-up e azienda digitale.

Vediamo nel dettaglio quali sono le principali novità approvate in commissione:

  • Pmi: il 25% dei fondi destinati ai grandi progetti di ricerca e innovazione vengono destinati a prodotti o servizi innovativi delle pmi, anche in forma associata.
  • Professionisti: giallo su un emendamento che li esclude dalla compensazione dei crediti con la PA per mancanza di copertura; confermato poi l’obbligo di accettare pagamenti in moneta elettronica dal 2014.
  • Contratti di rete: possono partecipare ai contratti pubblici anche queste forme di aggregazioni fra imprese.
  • Appalti: dal primo gennaio 2013, la pubblicità legale dei bandi sarà a carico delle imprese e non delle stazioni appaltanti, con spese rimborsate alla stazione appaltante dall’aggiudicatario dei lavori entro 60 giorni.
  • Turismo: prevista la presentazione di un piano governativo di durata almeno quinquennale.
  • Project bond: l’ultima formulazione prevede che siano finanziabili attraverso questo strumento obbligazionario solo le infrastrutture di nuova realizzazione, mentre sono escluse le opere già avviate.
  • Infrastrutture: resta a 500 milioni il tetto per le opere destinatarie del credito d’imposta, dal momento che è stata respinta l’ipotesi di finanziare le opere sopra i 100 milioni.

Vera MORETTI

Architetti critici con la Commissione Industria del Senato

Il Consiglio Nazionale degli Architetti ha accolto con parole dure la bocciatura in Commissione Industria del Senato dell’estensione ai professionisti delle misure su certificazione e compensazione dei crediti con Enti locali, Regioni ed Enti Sanitari.

Questa decisione è stata considerata come una mancanza di sfiducia nei confronti dei professionisti, che non sono stati ammessi alla compensazione dei crediti con la P.A. “Si tratta – se confermata anche dall’Aula – di una decisione molto grave perché, oltre ad essere ostaggi di una Pubblica Amministrazione che impiega anche due anni per approvare un progetto, lo siamo anche della sua insolvenza, magari dopo aver avuto accesso ai fondi comunitari proprio grazie al nostro lavoro”.

La nota del Consiglio continua denunciando, oltre i ritardi nei pagamenti delle P.A., anche il problema dell’accesso al credito, che si aggiunge al “pesante tributo che i 150 mila architetti stanno pagando all’attuale situazione economica: si trovano ad operare in un mercato della progettazione enormemente contratto, sceso negli ultimi anni di oltre il 30% e che riflette le gravi difficoltà in cui versa l’edilizia”.

In particolare, questa situazione si ritorce sui giovani, spesso costretti ad abbandonare la professione a causa del debito di 500 milioni di euro che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti degli architetti.

Vera MORETTI

Meglio giovani o precari?

 

IERI

No alle intercettazioni su Napolitano: la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso di Giorgio Napolitano contro la Procura di Palermo sul caso delle intercettazioni tra il Quirinale e l’ex ministro Nicola Mancino, le cui utenze erano sotto controllo su mandato dei giudici di Palermo per le indagini sulla trattativa Stato-mafia. “Non spettava alla Procura valutare la rilevanza” ha dichiarato la Corte Costituzionale: le intercettazioni dovranno essere immediatamente distrutte.

Decreto spiagge: il decreto legge Sviluppo approvato ieri dalla commissione Industria del Senato, che approderà oggi in Senato per il voto di fiducia, dopo il rinvio della discussione sulla Legge Elettorale, prevede una proroga di 5 anni per le gare in programma a partire dal primo gennaio del 2016. I relatori Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd) avevano chiesto al Governo una proroga di 30 anni delle concessioni balneari.

Tredicesime a rischio: tredicesime a rischio per le piccole e medie imprese, messe sotto torchio da calo delle vendite, stretta creditizia e pressione fiscale in aumento. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre ”la stretta creditizia ha lasciato senza soldi le Pmi e, tra il fitto numero di impegni finanziari e di scadenze fiscali previste per il mese di dicembre, sono a rischio i pagamenti delle tredicesime”.

Ashton Kutcher come Steve Jobs: è attesissimo al Sundance Film Festival, che si svolgerà a Toronto dal 17 al 27 gennaio, il film ‘jOBS’, il biopic sulla vita dell’ingegnere dei sogni con protagonista l’ex di Demi Moore. La pellicola sarà presentata in anteprima (fuori concorso) a chiusura del festival, mentre c’è grande attesa sulla seconda trasposizione cinematografica (e un po’ agiografica) della vita del creatore della Apple: si tratta del film tratto dalla monumentale biografia di Walter Isaacson, e che porterà la firma dello sceneggiatore premio Oscar Aaron Sorkin, che aveva già lavorato a The Social Network, la pellicola che racconta la nascita di Facebook.

OGGI

Meglio giovani o precari?: sono in tutto 260mila, così divisi: 130mila nella scuola, 115mila nella sanità e enti locali e 15mila nelle amministrazioni centrali. Sono i precari della pubblica amministrazione, “un problema che si è accumulato nel corso degli anni ed è legato anche al blocco del turn over” a detta del Ministro Patroni Griffi. In un’audizione alla Camera il Ministro della Funzione Pubblica ha dichiarato che “non si può pensare alla stabilizzazione di massa di questo personale” perchè “altrimenti si avrebbe un blocco delle assunzioni di giovani per molti anni”. Meglio giovani o precari? Perchè c’è ancora davvero la possibilità di scegliere?

Decreto Sviluppo in Senato: slitta ancora la discussione sulla nuova Legge Elettorale. Il Senato prenderà in esame quest’oggi il Decreto Sviluppo, sul quale il Governo potrebbe chiedere già oggi il voto di fiducia. Tra le novità l’introduzione di un credito di imposta su Ires e Irap ai soggetti privati che partecipano alla costruzione di reti di nuova generazione (Ngn), per quanto concerne il settore delle telecomunicazioni, mentre è ancora da discutere l’emendamento che conferisce al Tesoro la definizione delle disposizioni per la vendita di immobili appartenenti ad enti previdenziali pubblici e casse private.

Michele Misseri ritratta: “ho ucciso io Sarah, questo rimorso non lo posso più portare dentro di me” ritratta ancora una volta lo zio di Avetrana, Michele Misseri, nel corso di una deposizione in Corte d’Assise. Il suo difensore, l’avvocato Armando Amendolito, di fronte all’ennesimo coup de théatre di Zio Michele, ha deciso di rimettere il mandato. Sul contadino attualmente pende solo l’accusa di concorso in soppressione del cadavere, mentre per l’omicidio di Sarah Scazzi risulta imputata Sabrina Misseri, in carcere insieme alla madre Concetta Serrano.

Berlusconi e il ‘sogno’ Balotelli: niente vittoria per il suo Milan ieri sera a San Siro, battuto 0-1 dallo Zenit San Pietroburgo, ma che passa comunque il girone di Champions League, accedendo agli ottavi di finale. Ma il match, risultato a parte, ha rappresentato una ghiotta occasione per una conferenza stampa improvvisata dell’ex Premier Silvio Berlusconi: il Cavaliere prima avrebbe sciolto la riserva sulla sua candidatura, tanto chiaccherata – “Ho deciso, torno in campo e mi candido premier. Solo io posso farlo” – e in un secondo momento avrebbe sussurrato ai cronisti di aver messo gli occhi su Balotelli. Il giocatore del Manchester City pronto a volare tra le fila dei rossoneri? Il commento laconico di Berlusconi ha lasciato spazio a diverse teorie e scuole di pensiero: “Balotelli non è un sogno. Io non sogno mai” ha sentenziato il Cavaliere all’uscita da San Siro.

DOMANI

Europa League: quattro squadre italiane ancora in gara e grandi speranze per la Lazio di Petkovic di arrivare prima nel suo Girone. Domani a scendere in campo nell’ultimo turno prima dei sedicesimi di finale di Europa League Inter, Napoli, Lazio ed Udinese. Se per le prime tre la qualificazione è già sicura, l’Udinese purtroppo è già fuori dai giochi.  Seconde nel girone Inter e Napoli, mentre per la Lazio destino ancora da scrivere nel match di domani contro il Maribor, alle ore 21.05. Gli allievi di Petkovic hanno un solo punto di vantaggio sul Tottenham: in caso di pareggio contro il Maribor o di sconfitta del Tottenham i biancocelesti sarebbero primi in classifica.

#CINEMA1 Diana Vreeland: l’imperatrice della moda: “Non conta tanto il vestito che indossi, quanto la vita che conduci mentre lo indossi” amava dire la regina della moda, l’icona di stile e la penna più temuta e amata da stilisti e creativi del ‘900. A Diana Vreeland, la giornalista di moda che – se fosse ancora in vita – sarebbe in grado di far tremare dee dell’Olimpo dell’haute couture come Anna Wintour, è dedicato il documentario diretto da Lisa Immordino, nipote della Vreeland, che ha selezionato e ricomposto migliaia di foto, scatti, filmati di famiglia e interviste (a grandi dive come Lauren Bacall, Twiggy e Brigitte Bardot) per confezionare un racconto lungo quasi come una passerella, in cui sfilano, uno dopo l’altro, i successi e i ricordi di una regina del gusto e dello stile. La Vreeland aveva cominciato giovanissima come editor della rivista femminile Harper’s Bazaar negli anni ’30, prima di diventare redattrice capo di Vogue America all’inizio degli anni ’60. Dopo aver lasciato il comando di Vogue, Diane si era dedicata all’arte, ma sempre a modo suo, trasformando il Met di New York in un paradiso di stelle e icone di stile.

#CINEMA2 Grandi Speranze: torna al cinema il capolavoro di Charles Dickens nella versione di Mike Newell, il regista di Quattro matrimoni e un funerale: siamo in Inghilterra all’inizio dell’800, dove il giovane orfano Pip, che vive nelle campagne viene convocato nella residenza di una ricca dama, che vive al buio, affinchè giochi assieme a un’altra bambina: Estella. Divenuto adulto Pip viene inviato a Londra per istruirsi grazie alla donazione di un ignoto benefattore. Ed è qui che comincia la vera storia, tra vecchi amori e nuovi passioni.

#CINEMA3 Scusa mi piace tuo padre: un cast che sembra soffiato a una serie tv della Fox e una trama che racconta una piccola favola tutta americana. Nel New Jersey, nel sobborgo di Orange Drive, una passione improvvisa tra la giovane primogenita della famiglia Ostroff,  Nina, fuggita nella grande metropoli ma tornata in provincia dopo una delusione amorosa Ostroff, la primogenita poco più che ventenne, che però dopo molto tempo torna a casa per il Ringraziamento a causa di una cocente delusione amorosa, e il più che maturo capofamiglia dei Walling, David, getta scompiglio nella piccola comunità bigotta di provincia. Eccezionale il cast: dal Hugh Laurie alla gossip girl Leighton Master (alias Blair), che in assenza del suo Chuck Bass mette gli occhi sul più maturo Doc House, all’eterno adolescente Adam Brody (vi ricordate il timido Seth Coen di OC?). L’equazione è presto fatta se si considera che la pellicola è anche l’esordio cinematografico del regista televisivo Julian Farino, autore di serie tv come Entourage, Big Love e Rome.

 

Alessia CASIRAGHI

L’Oua dice no all’obbligo di mediazione

La bocciatura sulla possible reintroduzione dell’obbligatorietà della mediazione è stata accolta con pine asoddisfazione dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua).

Questa possibilità era già stata accolta con pollice verso dalla Consulta dopo un ricorso presentato dall’Oua e da diversi ordini forensi.
Dall’Avvocatura si sostiene che questa decisione sia stata presa al fine di tutelare la decisione della Consulta ma anche per evitare il pericolo di privatizzazione della macchina giudiziaria.

Se la proposta fosse passata, a parere dell’Oua sarebbe stato difficile attuarla, soprattutto per la sua onerosità e per la mancanza di indipendenza delle camere di conciliazione private, per non parlare dell’inidoneità di gran parte dei mediatori, nonché della speculazione che si è scatenata nel settore e gli ostacoli all’accesso libero del cittadino alla giustizia.

Questo meccanismo, obbligatorio e costoso, unico in Europa, è, oltretutto, ancora sub judice della Corte di Giustizia Europea.
Per questi motivi l’Oua chiede di partire, piuttosto, dalle decisioni del Congresso Forense di Bari, appena conclusosi, per trovare soluzioni ragionevoli per implementare davvero una media-conciliazione volontaria e di qualità.

Vera MORETTI

Iva per cassa, ci siamo

Dopo tanto parlare, finalmente l’Iva per cassa è una realtà. Un regalo di Natale anticipato per professionistiimprese. Dall’1 dicembre infatti, queste categorie avranno la possibilità di versare l’Iva sulle fatture emesse non più in base alla data di emissione della fattura, ma a quella di pagamento.

Il provvedimento che istituisce l’Iva per cassa, contenuto nel decreto Sviluppo della scorsa estate, dovrebbe contribuire ad arginare il fenomeno dei pagamenti sempre più ritardati, che colpisce professionisti e piccole imprese, specialmente se di mezzo si trova la Pubblica Amministrazione.

Col regime in vigore fino al 30 novembre prossimo, i titolari di partita Iva devono versare al fisco l’Iva sulle fatture emesse, tenendo conto della loro data, anche se nel frattempo il pagamento non è ancora stato ricevuto. In sostanza devono anticipare allo Stato una somma che ancora era loro dovuta dal cliente e che, di fatto, ancora non era andata a reddito. Ora, invece, è possibile scegliere l’Iva per cassa ed effettuare i pagamenti in base alla data dell’incasso effettivo.

Se viene incassata solo una parte dell’importo della fattura, l’Iva va versata in proporzione: se si riceve in pagamento un terzo dell’importo della fattura, alla scadenza del pagamento sarò necessario versare solo un terzo dell’Iva dovuta per quella fattura. Se si sceglie l’Iva per cassa, lo stesso principio si applica anche agli acquisti effettuati: andrà dunque portata in detrazione l’Iva con riferimento alla data del pagamento effettivo e non a quello del documento d’acquisto.