Esenzione bollo auto per disabilità: quando spetta e procedura

Il bollo auto è una delle imposte più odiate dagli italiani, ci sono però dei casi in cui lo stesso non deve essere versato, è infatti in vigore l’esenzione per disabilità. Ecco in quali casi spetta e quali sono limiti e condizioni per potersene avvalere.

A chi spetta l’esenzione per disabilità dal bollo auto?

Le agevolazioni per disabilità nel settore auto sono riconosciute a persone:

  • non vedenti (artt 2, 3 e 4 della legge 138 del 2001);
  • sordi ( articolo 1, comma 2, legge 381 del 1970);
  • con disabilità psichica o mentale titolari dell’indennità di accompagnamento ( articolo 3 comma 3 della legge 104 del 1992);
  • con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni ( articolo 3, comma 3, legge 104 del 1992);
  • con ridotte o impedite capacità motorie ( articolo 8, comma 7, legge 388 del 2000).

Naturalmente per potersi avvalere dell’esenzione bollo auto è necessario che l’invalidità sia riconosciuta da una commissione medica che certifica la tipologia di disabilità e la percentuale di invalidità.

L’esenzione spetta sia nel caso in cui il veicolo sia intestato al disabile, sia nel caso in cui sia intestato a una persona a cui il disabile è fiscalmente a carico. Deve però essere sottolineato che spetta su un solo veicolo, quindi se vi è una doppia intestazione, l’esenzione dal bollo può essere fatta valere solo su uno.

Per quali veicoli spetta l’esenzione bollo auto per disabilità?

L’esenzione bollo auto spetta per autovetture, veicoli per il trasporto promiscuo, autoveicoli specifici, autocaravan, motocarrozzette, motoveicoli per il trasporto promiscuo, motoveicoli per trasporti specifici.

In base alla normativa sono previsti limiti di cilindrata, infatti possono ottenere l’esenzione bollo auto per disabilità solo veicoli con cilindrata:

  • fino a 2000 centimetri cubici se a benzina o ibridi;
  • fino a 2800 centimetri cubici se diesel o ibridi;
  • di potenza non superiore a 150 kW se con motore elettrico.

Come fruire dell’esenzione

Per potersi avvalere dell’esenzione è necessario effettuare la comunicazione della disabilità una sola volta, in particolare il primo anno è necessario presentare all’ufficio competente la documentazione che certifica la disabilità. La documentazione può essere consegnata a mano oppure con raccomandata A/R. È bene però prestare attenzione al rispetto dei termini, infatti la documentazione deve essere consegnata almeno 90 giorni prima rispetto alla scadenza del bollo auto. Deve inoltre essere indicata la targa del veicolo per il quale si intende usufruire dell’agevolazione.

Gli uffici trasmettono quindi gli atti all’anagrafe tributaria per l’inserimento tra i soggetti beneficiari dell’esenzione bollo per disabilità e danno notizia agli interessati dell’inserimento o del mancato inserimento nel caso in cui vi siano motivi ostativi.

Leggi anche: Bollo auto non pagato: ecco la sanatoria che tutti aspettavano

Invalidità, l’elenco completo di tutte le agevolazioni fiscali che spettano

La disabilità porta con se una serie di agevolazioni fiscali che spettano alla persona o al nucleo familiare in cui vive, un elenco può aiuta a scoprirle.

Disabilità, le agevolazioni per figli a carico

Avere un figlio disabile in casa può comportare una serie di spese proprio relative alle visite specialistiche o cure che sono a carico della famiglia. Tuttavia per ogni figlio con disabilità fiscalmente a carico, spettano alcune detrazioni Irpef:

  • 1.620 euro, se il figlio ha un’età inferiore a tre anni;
  • 1.350 euro, se il figlio ha un’età pari o superiore a tre anni.

Mentre con più di tre figli a carico la detrazione aumenta di 200 euro per ciascun figlio a partire dal primo. Inoltre le detrazioni figli a carico sono concesse in funzione del reddito complessivo posseduto nel periodo d’imposta. Tuttavia l’importo delle detrazioni diminuisce all’aumentare del reddito. Ma si annulla totalmente nel caso di un reddito complessivo maggiore a 95 mila euro.

Disabilità, gli altri aiuti previsti

Esistono delle agevolazioni anche l’acquisto di veicoli che servono agli spostamenti dei disabili. In caso di acquisto si ha diritto ad una detrazione Irpef del 19% della spesa sostenuta. Inoltre per l’Iva, questa scende la 4%, invece che al 22%. Tutti i mezzi che servono al trasporto del disabile godono dell’esenzione del pagamento del bollo auto, e anche l’esenzione dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà.

Mentre per l’acquisto di sussidi tecnici e informatici è possibile avere una detrazione dell’Irpef del 19% sulla spesa sostenuta. Anche in questo caso l’iva è agevolata al 4%. Previste anche detrazioni delle spese di acquisto e di mantenimento del cane guida per i disabili non vedenti. Infine detrazione irpef al 19% delle spese sostenute per i servizi di interpretariato dei sordi.

Spese sanitarie, assistenza ed abbattimento delle barriere architettoniche

L’abbattimento delle barriere architettoniche è un elemento fondamentale per i disabili, perché gli permettono di accedere in luoghi che altrimenti non potrebbero. Per questo motivo sono interamente detraibili le spese sostenute per la realizzazione degli interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Le spese mediche sono un altro capito che grava molto sulle famiglie. Tuttavia per aiutare nei costi da sostenere esiste la deduzione dal reddito complessivo dell’intero importo delle spese mediche generiche e di assistenza specifica. In particolare, in merito all’assistenza personale sono previsti:

  • la deduzione dal reddito complessivo degli oneri contributivi fino ad una massimo di 1.549,37, versati per gli addetti ai servizi domestici e all’assistenza personale e familiare;
  • la detrazione Irpef del 19% delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale, da calcolare su un importo massimo di 2100 euro.

Tuttavia tutte le detrazioni nello specifico possono essere consultabili anche sul sito dell’Agenzia delle entrate.

 

 

Invalidità civile: come presentare la domanda e tempi di attesa per la visita

L’invalidità civile viene riconosciuta a coloro che hanno una disabilità e permette di accedere ad agevolazioni, contributi economici e tutele di varia natura in base al grado di disabilità. Scopriamo ora qual è l’iter da sostenere per poter accedere a questo beneficio.

Come presentare la domanda per l’invalidità civile?

La richiesta di riconoscimento dell’invalidità civile può avere input dalla persona che dovrebbe beneficiarne, in caso di minore da parte del genitore o del tutore, il secondo può dare l’input anche nel caso di soggetto interdetto, infine dal curatore per la persona inabilitata.

Per poter presentare la domanda è necessario recarsi dal medico curante che deve compilare il certificato online, lo stesso deve indicare i dati anagrafici del paziente e la patologia (o le patologie) per la quale si richiede l’invalidità civile e naturalmente deve indicarne la diagnosi. Il medico in questa fase deve indicare i codici nosologici internazionali (ICD-9). Deve inoltre indicare se si è in presenza di patologie stabilizzate o di gravità tale da dare diritto alla non rivedibilità. Infine, deve indicare se il paziente è affetto da patologia oncologica.

Al termine dell’inoltro viene rilasciata una ricevuta con codice univoco del certificato della procedura attivata. Il medico deve stampare tale ricevuta e consegnarla all’interessato che dovrà poi presentarla alla commissione medico competente al momento delle visita, insieme all’attestato di trasmissione (che deve consegnare sempre il medico al termine della fase di inoltro della domanda) e l’eventuale certificato di non trasportabilità con richiesta di visita a domicilio.

Inoltro della domanda sul sito INPS

Terminata questa prima fase, il richiedente il beneficio deve inoltrare all’INPS, entro 90 giorni, la domanda di riconoscimento dell’invalidità civile. Questa operazione deve essere compiuta telematicamente, può essere fatta personalmente o avvalendosi di patronati o enti abilitati, come le associazioni di categoria. Durante la fase di compilazione della domanda è necessario prestare attenzione, la stessa infatti deve essere completata in ogni sua parte, ma soprattutto deve essere indicato in modo esatto il numero del certificato rilasciato dal medico, cioè il codice univoco di cui abbiamo parlato in precedenza, in questo modo l’INPS abbina l’inoltro fatto dal medico alla domanda presentata dall’interessato e ha una documentazione completa.

L’interessato deve indicare i suoi dati anagrafici con codice fiscale, nome, cognome, luogo di nascita, data di nascita, indirizzo di residenza, deve indicare se si trova ricoverato in una struttura e l’indirizzo e-mail per ricevere eventuali comunicazioni dall’INPS, oltre al recapito telefonico. Terminato l’inoltro, l’interessato in ogni momento accedendo alla propria pagina personale sul sito dell’INPS, in questo caso è necessario identificarsi con SPID, CIE o CNS, è possibile controllare in ogni momento lo stato della domanda. Al termine dell’inoltro, l’INPS invia una ricevuta con indicato il numero di protocollo e la data dell’inoltro.

La visita della Commissione

A questo punto l’INPS trasmette la domanda all’ASL competente per territorio che generalmente entro 30 giorni dovrebbe comunicare la data prevista per la visita. In base alla normativa prevista, nel caso in cui il paziente sia portatore di patologia oncologica la visita deve essere fissata nell’arco di 15 giorni (legge 80 del 2006, articolo 6).

L’invito alla visita viene inviato con posta raccomandata oppure con posta elettronica, inoltre sul sito dell’INPS nella propria pagina è sempre possibile controllare la data prevista per la visita. Nell’invito sono indicati anche i documenti da portare.

Nel caso in cui il paziente non sia trasportabile, il medico curante, almeno 5 giorni prima rispetto a quello in cui è fissata la visita, deve inoltrare il certificato medico di richiesta di visita domiciliare. Il presidente della Commissione Medica deve quindi pronunciarsi sulla non trasportabilità e dare comunicazione della data in cui è prevista la visita domiciliare e l’orario. Nel caso in cui invece ritenesse non sussistenti i motivi di non trasportabilità dovrà indicare una nuova data per la visita ambulatoriale.

Cosa succede se non mi presento alla visita per l’invalidità civile?

In caso di assenza ingiustificata, la Commissione provvederà a fissare un nuovo appuntamento e a comunicarlo. Al verificarsi di due assenze consecutive, la domanda si intende rinunciata e quindi sarà necessario riprendere nuovamente l’iter dall’inizio.

Come è formata la Commissione ASL?

La Commissione ASL è una Commissione Medica Integrata composta da un medico specializzato in medicina legale e ulteriori due medici, di cui uno specializzato in medicina del lavoro. La Commissione è inoltre integrata da un medico INPS e un sanitario in rappresentanza dell’Associazione nazionale dei mutilati ed invalidi civili (ANMIC). Alla visita il “paziente” può farsi assistere da un medico di sua fiducia, nella maggior parte dei casi si predilige un professionista specializzato in medicina legale.

La percentuale di invalidità si calcola tenendo in considerazione le “tabelle dell’invalidità civile” contenute nel Decreto del Ministero della Sanità del 5 Febbraio 1992. Queste indicano per ogni patologia un diverso punteggio, inoltre per ogni patologia sono previsti diversi gradi di gravità che danno luogo a un punteggio diverso.

Al termine della visita la commissione redige il verbale con esito della visita, codici delle patologie, eventuale rivedibilità.

Occorre ricordare che l’INPS con il Messaggio 926 del 2022 ha reso operativo le nuove regole per la visita per l’invalidità civile con la possibilità di ottenere riscontro alla prima istanza e in fase di revisione con i soli documenti allegati.

Per conoscere il dettaglio delle nuove norme, leggi l’articolo: Invalidità civile: nuove procedure per le visite di prima istanza e di revisione

Legge 104: le novità e agevolazioni previste nella legge di bilancio 2022

La legge 104 del 1992 prevede numerose agevolazioni per i disabili, le stesse sono state implementate con la legge di bilancio 2022. Vediamo le novità apportate dal Governo Draghi.

Cos’è la legge 104 del 1992?

La legge è rubricata “legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” prevede agevolazioni di varia natura per le persone colpite da handicap di fisico e/o psichico. Possono beneficiarne coloro che hanno una disabilità riconosciuta ai sensi dell’articolo 3 comma 1 e comma 3, cioè persone con lieve grado di disabilità e con disabilità grave. Naturalmente le agevolazioni sono diverse in base al grado di disabilità e alla tipologia dello stesso.

Per conoscere le patologie che consentono di accedere ai benefici della legge 104, si può leggere l’articolo: Patologie legge 104 del 1992: quali sono riconosciute?

Le novità nella legge di bilancio 2022 per i disabili

Fin da ora anticipiamo che in fondo all’articolo saranno inseriti approfondimenti che in questa sede non è opportuno fare, ci concentriamo infatti solo sulle novità previste dalla legge di bilancio 2022 per non essere dispersivi. La prima cosa da sottolineare è che questa prevede un sostanzioso aumento degli importi destinati al Fondo per la disabilità che quest’anno riceverà 300 milioni di euro, 100 milioni in più rispetto all’anno precedente. Questo consentirà di ampliare le tutele previste per le famiglie, implementare i servizi territoriali e dare nuovi sussidi alle famiglie.

Oltre a questa misura, che può essere definita generica, ci sono ulteriori misure da definire specifiche. Queste sono:

Bonus di 670 euro destinato al pagamento delle utenze e quindi per contrastare il caro bollette. A differenza del bonus sociale legato al reddito, questo non prevede requisiti reddituali, ma solo il riconoscimento della disabilità.

Coloro che hanno un certificato di disabilità possono inoltre ricevere un Bonus INPS da 1.000 euro  che viene erogato nel caso in cui nel 2021 il disabile si sia assentato dal lavoro per più di un mese. Tale misura è diretta ai lavoratori del settore privato  aventi diritto all’assicurazione economica di malattia presso l’INPS, impossibilitati ad usufruire dello smart working.

Il Bonus di 1.000 euro è rivolto a lavoratori con disabilità grave ( articolo 3 comma 3) oppure in possesso di certificazione attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita. Il bonus di 1.000 euro non concorre alla formazione del reddito imponibile. Per poter ottenere il bonus è necessario presentare la domanda (ancora non è possibile farlo), il fondo stanziato per questa misura è di 5000 di euro. La competenza è dell’INPS.

Approfondimenti

Agevolazioni riconosciute con legge 104, articolo 3 comma 1

Agevolazioni legge 104 per disabile e familiari

Assistenza saltuaria legge 104: i beneficiari possono essere 2?

Congedo straordinario legge 104: a chi spetta e come richiederlo

Congedo straordinario legge 104: dopo cosa resta per assistere i disabili?

 

Disability Card: dal 22 febbraio è possibile richiederla. La Guida dell’INPS

Dal 22 febbraio 2022 è possibile inoltrare la domanda per ottenere la Disability Card o Carta Europea della Disabilità (CED). L’INPS con il messaggio 853 del 2022 ha provveduto a delineare una guida per poterla richiedere.

Cos’è la Disability Card?

La Disability Card è una tessera digitale che consente di accedere in maniera facilitata ai servizi riservati ai disabili, ciò è possibile perché contiene tutti i dati del disabile all’interno di un QRCode, si tratta quindi di una card personale. Dal 22 febbraio la Disability Card sostituirà in modo graduale tutti i certificati cartacei. Questo vuol dire che il disabile in caso di visite di controllo, oppure per accedere a servizi riservati non dovrà portare con sé tutta la documentazione, ma potrà utilizzare la card. La stessa è valida anche nei Paesi dell’Unione Europea.

Per conoscere i dettagli della Disability Card leggi l’articolo: Disability Card: dal 2022 servizi più agili per i disabili

Cosa serve per presentare la domanda per ottenere la Disability Card?

Per poter presentare la domanda in primo luogo è necessario avere un’identità digitale, tre sono le modalità per poter accedere ai servizi INPS: CIE 3.0, SPID e CNS. Dopo essere entrati nella propria pagina personale, sarà possibile verificare che nella stessa sono già presenti i propri dati anagrafici. Il Messaggio 853 sottolinea quindi che è necessario semplicemente allegare una fotografia del disabile a colori in formato tessera. Naturalmente è bene procurarsi una foto in formato digitale in modo che sia più semplice allegare la stessa. Inoltre deve essere indicato l’indirizzo del recapito dell’avente diritto, se questo è diverso rispetto a quello di residenza già presente negli archivi dell’INPS e verificabile nella propria scheda anagrafica presente già sul sito dell’INPS.

Il richiedente deve quindi dichiarare ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, di essere in possesso dei verbali cartacei (antecedenti al 2010) oppure di sentenze o decreti di omologa a seguito di contenzioso giudiziario da cui si possa evincere che effettivamente l’invalidità è stata riconosciuta.

Nel Messaggio 853 dell’INPS viene chiarito che a breve il servizio sarà implementato e che di conseguenza sarà possibile anche allegare tale documentazione. In ogni caso, se la stessa è oggetto di autodichiarazione ai sensi del DPR 445 del 2000 sono comunque possibili verifiche, con tutte le conseguenze che possono derivare in caso di dichiarazioni mendaci.

Nel caso in cui si tratti di minori disabili, la domanda deve essere presentata per conto del minore da chi esercita la responsabilità genitoriale o la funzione di tutore o dall’amministratore di sostegno. Nel caso di minori in affido, la domanda deve essere presentata dagli affidatari.  In tali casi devono essere utilizzate le credenziali digitali del minore oppure si può usare la delega dell’identità digitale.

Per saperne di più leggi l’articolo: Delega INPS per l’accesso ai servizi online: guida per farla online

Altri modi per presentare la domanda

L’INPS sottolinea che oltre ad essere presentata in modo autonomo dal disabile, la domanda può essere inoltrata anche attraverso le associazioni rappresentative delle persone con disabilità. In questo caso si accede al servizio con le credenziali SPID dell’operatore dell’associazione che deve obbligatoriamente indicare di avere delega per la presentazione dell’istanza.

Le associazioni a cui è possibile rivolgersi sono:

  • ANMIC: Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili
  • ENS: Ente Nazionale Sordi
  • UIC: Unione Italiana Ciechi
  • ANFFAS: Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale

Chi può presentare la domanda per ottenere la Disability Card?

  • Invalidi civili minorenni;
  • invalidi civili maggiorenni con invalidità certificata superiore al 67%;
  • cittadini con indennità di accompagnamento;
  • cittadini con certificazione ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
  • sordi civili;
  • ciechi civili;
  • invalidi e inabili ai sensi della legge 12 giugno 1984, n. 222;
  • invalidi sul lavoro con invalidità certificata maggiore del 35%;
  • invalidi sul lavoro con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa o con menomazioni all’integrità psicofisica;
  • inabili alle mansioni;
  • cittadini titolari di trattamenti di privilegio ordinari e di guerra.

Una volta inoltrata la domanda, l’INPS procede alle verifiche del caso, inerenti l’effettiva validità della certificazione di invalidità e la veridicità delle dichiarazioni, e in seguito incarica, tramite un gestore, il Poligrafico Zecca dello Stato per la stampa della Disability Card e provvede quindi alla consegna della stessa.

 

Contributo per genitori con figli con disabilità: via alle domande. Guida

L’INPS con il messaggio 471 del 2022, pubblicato il 31 gennaio 2022, rende noto che dal primo febbraio è possibile inoltrare le domande per ottenere il contributo per genitori con figli con disabilità che siano monoreddito oppure non abbiano reddito.

Contributo per genitori con figli con disabilità: dal 1° febbraio via libera alle domande

Il contributo per famiglie con disabili è previsto dall’articolo 1, commi 365 e 366, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di Bilancio 2021) ed è rivolto ai nuclei familiari in cui sia presente una persona con una percentuale di invalidità riconosciuta almeno del 60%. Tale beneficio è rivolto però alle famiglie con disabili che si trovano in particolari condizioni di reddito, cioè con genitore disoccupato oppure famiglia monoreddito che percepisca un reddito inferiore a 8.145 euro annuali se lavoratore dipendente e 4.800 euro se autonomo. Viene naturalmente riconosciuto anche alle famiglie in cui sia presente un unico genitore.

Affinché si possa ottenere questo aiuto sono però necessari anche ulteriori requisiti, in particolare il genitore che presenta la domanda deve:

  • essere residente in Italia;
  • avere un ISEE di valore non superiore a 3.000 euro (abbiamo quindi il doppio requisito, reddito e ISEE);
  • avere uno o più figli a carico con una disabilità non inferiore al 60%. Si considera come figlio a carico colui che, se inferiore a 24 anni ha un reddito non superiore a 4.000 euro e se di età superiore a 24 anni ha un reddito non superiore a 2.840,51 euro. Ricordiamo che coloro che hanno ottenuto il riconoscimeto della disabilità possono comunque lavorare e di conseguenza avere un reddito.

A quanto ammonta il contributo per famiglie con disabili?

L’ammontare del contributo dipende dal numero di figli con disabilità presenti in famiglia. Nel caso in cui ci sia un solo figlio disabile l’importo è di 150 euro al mese. Se in famiglia ci sono due disabili l’importo è di 300 euro, per famiglie con più di due disabili, si potranno percepire 500 euro mensili.

Come si può notare la percentuale di disabilità che permette di maturare il diritto a percepire il contributo per genitori con figli con disabilità è del 60%, cioè molto più bassa rispetto a quella richiesta per poter accedere all’indennità di invalidità.

Questo beneficio può essere cumulato con altri strumenti del welfare, ad esempio è compatibile con la percezione del reddito di cittadinanza. Un altro dettaglio molto rilevante è dato dal fatto che le domande possono essere presentate dal primo febbraio 2022, ma in realtà il contributo per famiglie con disabili è previsto per il triennio 2021-2023, quindi una volta inoltrata la domanda, seguendo la procedura che a breve vedremo, si potranno ottenere anche gli arretrati del 2021 e dei primi mesi del 2022. Questa operazione può essere eseguita spuntando semplicemente la voce “Dichiaro di voler presentare domanda anche per l’anno 2021”.

Come inoltrare la domanda?

La prima cosa da fare è collegarsi al sito dell’INPS e accedere con le proprie credenziali, cioè SPID, CIE o CNS. A questo punto è necessario andare alla voce “Prestazioni e servizi”. Da qui si deve raggiungere la voce “Contributo genitori con figli con disabilità”. Per poter inoltrare a domanda è necessario inserire i dati del figlio disabile per il quale si chiede il contributo in favore di famiglie con disabili e monoreddito o monoparentale e il codice IBAN dove effettuare l’accredito. La domanda deve essere presentata una volta l’anno e quest’anno deve essere presentata anche per ricevere gli arretrati maturati dal 1° gennaio 2022.

La domanda può essere inoltrata anche attraverso i patronati, gli stessi entrano nella pagina INPS e possono accedere alla piattaforma per l’inoltro attraverso la voce “Portale dei Patronati” .

Una volta inoltrata la domanda, la ricevuta della stessa è disponibile alla voce “Ricevute e provvedimenti” con il relativo numero di protocollo. Si dovrà quindi attendere l’esito dell’istruttoria. L’INPS fa sapere che ci sarà una seconda comunicazioen avente ad oggetto le modalità di riscossione degli importi e degli arretrati.

Congedo straordinario legge 104: dopo cosa resta per assistere i disabili?

Chi ha un familiare disabile sa quanto possa essere difficile e dispendioso prendersene cura, al punto che in alcuni casi può essere necessario anche lasciare il lavoro per occuparsene. Negli articoli precedenti abbiamo visto che per accudire un parente disabile è possibile avvalersi del congedo straordinario legge 104, che può però essere fruito da un solo parente per ogni disabile, ma una volta terminato il periodo fruibile di congedo straordinario legge 104, cosa resta per assistere i disabili? Cerchiamo di fare luce.

Dopo il congedo straordinario legge 104 c’è l’aspettativa

Il congedo straordinario legge 104 appare molto vantaggioso infatti consente di astenersi dal lavoro per 24 mesi, anche frazionati, e di ottenere comunque la retribuzione, ma due anni non sempre bastano per prendersi cura di un parente non autosufficiente e di conseguenza può essere necessario utilizzare altri permessi. Questa è la situazione in cui purtroppo spesso si trovano i genitori, costretti per tutta la vita ad assistere un figlio nato con disabilità.

La prima possibilità è data dall’aspettativa, questa può essere richiesta per gravi motivi personali tra cui assistenza parenti e affini entro il 3° grado. Anche l’aspettativa ha una durata massima di due anni ma, a differenza del congedo straordinario, non è retribuita. Una volta accettata la richiesta da parte del datore di lavoro, si ha semplicemente il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di due anni con diritto alla conservazione del posto di lavoro.

Se vuoi saperne di più sull’aspettativa, sui casi in cui è possibile richiederla e quando la stessa viene retribuita, leggi l’approfondimento: Lavoro: quando si può chiedere l’aspettativa retribuita e non retribuita.

Permessi retribuiti Legge 104

Chi deve assistere un parente che ha disabilità che permette di accedere ai benefici della Legge 104 ha inoltre un’altra possibilità. Si tratta dei permessi retribuiti Legge 104. Gli stessi possono essere fruiti per un periodo massimo di 3 giorni mensili.

I permessi retribuiti sono riconosciuti in favore di:

  • genitori, anche adottivi e affidatari;
  • coniuge, convivente, parte dell’unione civile;
  • parenti e affini entro il 2° grado;
  • parenti e affini entro il 3° grado ma solo nel caso in cui il coniuge o convivente del soggetto disabile abbia compiuto 65 anni oppure si trovi in una condizione di salute incompatibile con il prendersi cura di un’altra persona.

Il datore di lavoro non può rifiutare tali permessi, può solamente chiedere al lavoratore di “prenotare” tali giorni, ma solo nel caso in cui la tipologia di disabilità consenta di programmare la fruizione dei permessi retribuiti.

La disciplina è in parte diversa per i genitori che si trovano nella condizione di dover assistere un figlio di età inferiore a 12 anni. In questo caso possono prolungare il congedo parentale fino a 3 anni, in alternativa per i primi tre anni di vita del bambino possono usufruire di due ore di permesso al giorno o 3 giorni al mese continuativi o frazionati.

Per i bambini di età superiore a 3 anni ma inferiore a 12 anni, i genitori possono chiedere il prolungamento del congedo parentale fino a 3 anni o 3 giorni al mese.

Donazione delle ferie e banca delle ore

Un’altra opportunità per assistere un parente disabile nel caso in cui non siano fruibili altre alternative, come il congedo straordinario legge 104 e aspettativa, e non si voglia perdere il lavoro è la donazione delle ferie da parte dei colleghi. Ovviamente siamo in un ambito molto delicato in cui tutto dipende dalla solidarietà dei propri colleghi. In questo caso l’ammontare dei giorni che si riescono a ottenere dipende dalla generosità dei colleghi, dal loro numero, ma anche dalla volontà del datore di lavoro che deve “aderire” a questo progetto di solidarietà.

Un’ulteriore alternativa, sebbene parziale, è accedere alla banca delle ore. La normativa prevede la possibilità per il lavoratore che deve svolgere delle ore di straordinario, di accumulare le stesse e utilizzarle sotto forma di permessi retribuiti. Potrebbe essere un modo per assistere un parente disabile. Ricordiamo che il numero massimo di ore di straordinario che è possibile svolgere in una settimana è 40 e alcuni CCNL possono arrivare a 48. Naturalmente lo straordinario deve essere richiesto dal datore di lavoro, non c’è la possibilità per il lavoratore di protrarre volontariamente la sua permanenza sul luogo di lavoro al fine di accumulare permessi. La banca delle ore è considerata uno strumento di welfare aziendale. Le ore possono essere fruite solitamente dal mese successivo rispetto a quando sono state maturate e deve essere dato al datore di lavoro un congruo preavviso prima di poterle utilizzare.

Per conoscere cosa prevede il congedo straordinario legge 104 leggi l’articolo: Congedo straordinario legge 104: a chi spetta e come richiederlo

Home Care Premium: il bonus per care givers dell’Inps: ultimi giorni

Entro il 31 gennaio 2022 può essere presentata la domanda per accedere all’Home Care Premium, si tratta di un assegno elargito dall’INPS ai disabili e finalizzato al rimborso di spese sostenute per l’assunzione di un assistente domiciliare. Ecco tutte le notizie.

Home Care Premium: cos’è?

Prendersi cura di un disabile non è semplice, richiede costanza, impegno e tanto sacrificio, purtroppo spesso questa attività viene svolta gratuitamente dai parenti che in alcuni casi sono anche costretti a lasciare il lavoro. Per mitigare in parte questo sacrificio, l’INPS mette a disposizione Home Care Premium, si tratta di una sorta di concorso che permette di ottenere un assegno mensile per un anno del valore massimo di 1.050 euro. Il progetto è riservato a dipendenti e pensionati pubblici che necessitano di assistenza al proprio domicilio per coniuge e parenti entro il primo grado. Si tratta di una misura sperimentale quindi in futuro ci potranno comunque essere delle modifiche/estensioni.

Il bonus care givers è riconosciuto per l’assistenza di un familiare disabile ai sensi della legge 104 del 1992. Solitamente il concorso viene bandito annualmente, per chi vuole accedere ora, la domanda deve essere presentata entro il 31 gennaio 2022. L’assegno viene riconosciuto per quest’anno a 30.000 persone quindi vi è un’ampia possibilità di rientrare.

Requisiti per accedere all’Home Care Premium

Per poter partecipare è necessario avere un ISEE in corso di validità, gli importi di cui si può beneficiare variano in base al valore ISEE  e naturalmente è necessaria la certificazione della disabilità.

Chi vuole beneficiare di questo assegno dell’INPS per l’assistenza domiciliare deve inoltrare la domanda dal sito INPS, da qui è necessario accedere attraverso le proprie credenziali, in particolare codice fiscale e SPID, oppure altro sistema di identificazione, come la CIE o CNS. Una volta entrati, si deve andare alla voce “Scelta Prestazione” e di seguito “Home Care Premium” e seguire le istruzioni per inoltrare la domanda. Al termine dell’inoltro viene rilasciato un numero di protocollo da conservare al fine di accedere nuovamente a tutte le informazioni inerenti la propria domanda.

In alternativa la domanda può essere presentata tramite il Contact Center 803164 gratuito da telefono fisso, oppure da telefono mobile al numero 06164164 , infine la domanda può essere presentata tramite patronato.

A quanto ammonta il bonus care givers dell’INPS?

Gli importi previsti dipendono da diversi fattori, cioè grado di disabilità, determinato in base alle patologie che possono ottenere il riconoscimento della disabilità, e ISEE. E’ previsto:

Per il grado di disabilità gravissima:

  • 1.050 euro al mese per ISEE fino a 8.000 euro;
  • 950 euro fino a 16.000 euro ISEE;
  • 850 euro fino a 24.000 euro ISEE;
  • 750 euro fino a 32.000 euro;
  • 650 euro al mese fino a 40.000 euro di valore ISEE ;
  • 550 euro al mese per redditi ISEE oltre 40.000 euro.

Per la disabilità grave gli importi sono:

  • 700 euro mensili con ISEE fino a 8.000 euro;
  • 600 euro mensili con ISEE fino a 16.000 euro;
  • 500 euro mensili con ISEE fino a 24.000 euro;
  • 300 euro mensili per redditi ISEE fino a 32.000 euro;
  • 100 euro mensili per ISEE fino a 40.000 euro;
  • 50 euro mensili nel caso in cui l’ISEE abbia un valore superiore a 40.000 euro.

Per la disabilità di grado medio:

  • 500 euro mensili con ISEE fino a 8.000 euro;
  • 400 euro mensili con ISEE fino a 16.000 euro;
  • 300 euro mensili con ISEE fino a 24.000 euro;
  • 100 euro mensili con ISEE fino a 32.000 euro.

Il beneficiario del bonus mensile Home Care Premium per poterne beneficiare dovrà comunque stipulare un contratto di lavoro in favore dell’assistente domiciliare e nei suoi confronti si qualifica come datore di lavoro.

L’assistente può essere anche un familiare del beneficiario, ma in questo caso l’erogazione della prestazione è subordinata all’accoglimento della domanda di assunzione da parte dell’INPS.

A ciascun beneficiario potranno inoltre essere destinate risorse integrative in relazione al bisogno assistenziale del singolo.

 

Congedo straordinario legge 104: a chi spetta e come richiederlo

Il congedo straordinario legge 104 è un particolare periodo di aspettativa retribuita della durata di 24 mesi che può essere richiesto da familiari di persone con disabilità ai sensi della legge 104/92.

Chi può chiedere il congedo straordinario legge 104?

Il congedo straordinario legge 104 è disciplinato da D.lgs. 26.03.2001 n.151, art. 42 come modificato dal D.lgs. 119/2011 ed è riservato a lavoratori del settore privato e del settore pubblico. Affinché sia possibile avvalersene è necessario che nel verbale sia specificato che si tratta di “Persona con handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3, Legge 104/1992)” .

Si è detto che il congedo straordinario legge 104 spetta ai familiari, in realtà non è richiedibile in modo generico da essi, ma secondo in preciso ordine. Ora vedremo qual è.

Possono richiedere questa misura:

  • il coniuge convivente o parte dell’unione civile;
  • il padre o la madre della persona colpita da grave disabilità, naturalmente può trattarsi anche di figli adottivi, affidatari, figli nati in costanza di matrimonio o in assenza di matrimonio, insomma sono parificati tutti i figli. Il padre o la madre possono però richiedere di assistere solo se non ci sia un coniuge, ad esempio perché il soggetto colpito da patologia non sia mai stato sposato, oppure nel caso in cui il coniuge sia impossibilitato ad occuparsene, ad esempio perché gravemente malato;
  • uno dei figli conviventi della persona malata, in questo caso si deve comunque essere in una situazione di assenza di coniuge o parte dell’unione civile o sua impossibilità a occuparsene e in assenza è impossibilità ad occuparsene da parte dei genitori. Nel caso in cui il figlio non sia convivente al momento della richiesta deve comunque instaurare una convivenza con il genitore che ha bisogno di tutela.
  • fratelli e sorelle del soggetto colpito da disabilità, in questo caso l’assenza o impossibilità deve riguardare: coniuge convivente o parte dell’unione civile, genitori del disabile e figli conviventi del disabile;
  • un parente o affine entro in terzo grado, ma solo in assenza o impossibilità per gravi motivi di salute di uno dei soggetti già visti. Parenti e affini entro il terzo grado sono i nipoti, suoceri, generi, nuore, pronipoti, zii, bisnonni.

 

Come presentare la domanda per il congedo straordinario legge 104

Il congedo straordinario legge 104 prevede quindi una scala gerarchica ben precisa di soggetti che possono avvalersene per occuparsi del disabile grave. Non si può ottenere tale congedo nel caso in cui il disabile sia ricoverato presso strutture. Il congedo straordinario è pagato dal datore di lavoro e poi rimborsato a questi dall’INPS. Può essere goduto in maniera frazionata anche a giorni, ma in questo caso i festivi non sono calcolati nel computo.

La domanda per accedere al congedo straordinario legge 104 deve essere presentata telematicamente sul sito INPS attraverso la voce “Invio OnLine di Domande di Prestazioni a Sostegno del Reddito” . Può inoltre essere presentata attraverso il CAF o patronati, oppure attraverso il contact center al numero 803164 da telefono fisso (gratuito) e 06164164 (a pagamento secondo il proprio piano tariffario). I tempi per la lavorazione della domanda sono di circa 30 giorni, nel rispetto della legge n. 241/1990.

Una volta approvata l’istanza il lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro per 2 anni che possono essere goduti anche in modalità frazionata. Il lavoratore mantiene il diritto alla retribuzione avendo come riferimento lo stipendio dell’ultimo mese antecedente rispetto alla richiesta del congedo straordinario legge 104.

Il periodo di congedo non viene calcolato in riferimento alla maturazione delle ferie, tredicesima e TFR. Sono invece coperti da contributi figurativi e quindi sono validi al fine della maturazione del diritto alla pensione e al calcolo dell’assegno pensionistico. E’ previsto un tetto massimo di retribuzione per il congedo straordinario legge 104, questo viene determinato di anno in anno. Per il 2021 l’importo previsto era di 48.737 euro questa somma deve coprire sia il costo della contribuzione che quello della retribuzione, quindi possono esservi leggere ripercussioni per coloro che dovessero avere un “costo” ulteriore rispetto a tali somme.

Lavoratori che non possono richiedere il congedo straordinario legge 104

L’INPS sottolinea che non possono richiedere il congedo straordinario legge 104 alcune categorie di lavoratori, in particolare si tratta di:

  • lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari;
  • lavoratori a domicilio;
  • addetti ai agricoli giornalieri;
  • i lavoratori autonomi;
  • i lavoratori parasubordinati;
  • dipendenti con contratto di lavoro part-time verticale , durante le pause di sospensione contrattuale.

Il congedo straordinario è solo una delle misure di cui possono avvalersi i lavoratori che si trovano a dover far fronte a periodi “difficili”. Per conoscere gli altri strumenti disponibili si possono leggere gli approfondimenti:

Congedi per padri lavoratori e tutela della paternità: la disciplina

Lavoro: quando si può chiedere l’aspettativa retribuita e non retribuita

Assunzioni disabili: dal 2022 aumentano sanzioni per le aziende

Il Ministro Andrea Orlando con una nota pubblicata il 30 settembre 2021 ha provveduto ad adeguare gli importi delle sanzioni per la mancata comunicazione dei dati relativi alle assunzioni disabili e del contributo esonerativo per ogni disabile non assunto. Ecco le novità per le aziende.

Contributo per la quota di riserva: contributo esonerativo

La legge 12 marzo 1999 n° 68 si occupa del collocamento a lavoro dei disabili, la stessa prevede tutta una serie di tutele per chi si trova in una situazione di svantaggio e prevede delle soglie di riserva, cioè un numero minimo di dipendenti disabili che le aziende devono assumere. Le soglie sono:

  • 1 disabile per le aziende da 15 a 35 dipendenti;
  • 2 disabili per le aziende che hanno da 36 a 50 dipendenti;
  • per le aziende che hanno un numero di dipendenti superiore a 50, la percentuale di disabili è al 7%.

L’articolo 5 prevede però una quota di esonero, cioè alcune tipologie di aziende possono chiedere un esonero parziale del numero di dipendenti disabili da assumere. Questa agevolazione però non è generica, ma viene riconosciuta esclusivamente:

quando la tipologia di attività svolta all’interno dell’azienda è pericolosa, troppo faticosa o comunque presenta particolarità di svolgimento.

In questo caso però è previsto il versamento di un contributo esonerativo commisurato a ciascun soggetto non occupato e per ogni giorno di lavoro non prestato. Il contributo deve essere versato in favore del Fondo regionale per l’occupazione dei disabili. Attualmente il contributo ammonta a 30,64 euro per ogni lavoratore disabile non occupato. Il provvedimento del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando ha provveduto ad aumentare a 39,21 euro giornaliere per ogni disabile non assunto a partire dal primo gennaio 2022.

Assunzione disabili e sanzioni per il mancato inviso del prospetto informativo

Le novità però non finiscono qui, infatti l’articolo 13 della legge già citata prevede anche che le aziende entro il 31 gennaio di ogni anno debbano comunicare telematicamente al Servizio territorialmente competente un prospetto informativo in cui sono indicati:

  • il numero dei disabili complessivamente occupati;
  • il numero dei lavoratori computati nella quota di riserva;
  • l’ammontare del numero dei lavoratori da occupare tra i disabili.

I dati devono essere riferiti alla situazione dell’azienda del 31 dicembre dell’anno precedente, quindi entro il 31 gennaio 2022, deve essere inviato il prospetto relativo al 31 dicembre 2021.

Tale obbligo viene meno solo nel caso in cui non ci siano state modifiche in azienda circa l’obbligo di assunzioni disabili o sulla quota di riserva.

Se nell’arco di un anno solare ci sono posizioni scoperte per disabili, l’azienda è tenuta ad assumere per la copertura delle posizioni scoperte, cioè a regolarizzare la posizione entro 60 giorni dal momento in cui si verifica tale vacanza. In seguito alla nuova assunzione l’azienda non è tenuta a inviare un nuovo prospetto informativo.

L’articolo 13 prevede sanzioni per il mancato invio del prospetto informativo o invio in ritardo dello stesso. Le sanzioni attuali sono di 635,11, cui si sommano 30,76 euro per ogni giorno di ulteriore ritardo. Dal primo gennaio 2022 anche tali somme però variano e la sanzione per la mancata trasmissione o il ritardo della stessa sarà di 702,43 euro, mentre le sanzioni per l’ulteriore ritardo sarà di 34,02 euro per ogni giorno trascorso senza regolarizzare la posizione.

Calcolo delle sanzioni

Dal punto di vista pratico è bene fare qualche precisazione, ad esempio nel caso in cui rispetto al 31 gennaio maturi un giorno di ritardo l’importo sarà di 702,43+34,02, quindi l’importo minimo della sanzione è sempre di 736,45 euro.

Il Ministro Orlando nell’annuncio presente sul portare lavoro.org ha sottolineato che tali nuove sanzioni sono dovuti al fatto che erano ormai 11 anni che tali importi non venivano modificati.

Per i disabili ci sono ulteriori agevolazioni, se vuoi saperne di più leggi:

Bonus disabili: ecco il decreto attuativo per richiederlo