Decreto fiscale con maxi rateizzazione e compensazione

Nuovo decreto fiscale in arrivo, tante le novità attese, come la rateizzazione dei debiti fiscali fino a 10 anni. La compensazione automatica dei crediti fino a 500 euro e velocizzazione degli adempimenti.

Rateizzazione fino a 120 rate per il debito fiscale, ecco come funzionerà

Il Fisco vuole essere sempre più vicino ai contribuenti cercando di agevolare i pagamenti in modo da favorire gli adempimenti spontanei. Proprio per questo motivo nello schema di decreto legislativo presentato, rientrante nella riforma fiscale, entra la rateizzazione fino a 120 rate dei debiti verso l’Erario. Attualmente il numero massimo di rate che si può ottenere è 72. In base a quanto si apprende per ottenere questa maxi rateazione è necessario dimostrare oggettive difficoltà nel pagamento. Il processo di estensione delle rate non sarà immediato, ma graduale. Rientra fra l’altro negli obiettivi fissati dall’articolo 18 della legge delega 111 del 2023.

La suddivisione degli importi in 120 rate, corrispondenti a 10 anni, sarà attutata entro il 2031. In base a quanto anticipato dal vice-ministro Maurizio Leo, per coloro che documentano la situazione di difficoltà economica in cui si trovano l’aumento della rateizzazione è immediata, mentre per coloro che richiamano tale difficoltà ma non offrono prove oggettive, la rateizzazione sarà aumentata nel corso di un biennio e comunque fino a un numero massimo di 108 rate mensili, quindi non 120.

Come già sottolineatto l’ampliamento dei termini di rateizzazione sarà applicato nel tempo, di conseguenza:

  • per le richieste presentate nel 2025 e 2026 si può ottenere un dilazionamento in 84 rate mensili;
  • per le richieste presentate nel 2027 e 2028 si ha un dilazionamentto fino a 96 rate mensili;
  • infine, per le richieste presentate nel 2029, 108 rate mensili.

Chi invece documenta lo stato di difficoltà può ottenere il dilazionamento fino a 10 anni indipendentemente dalla data di presentazione dell’istanza. In base alle dichiarazioni del vice-ministro Maurizio Leo per documentare lo stato di difficoltà si fa riferimento ” all’indice di liquidità e al rapporto tra debito da rateizzare e di quello residuo eventualmente già in rateizzazione e il valore della produzione”.

Altre novità nel decreto fiscale

Questa non è l’unica novità presente nella bozza del nuovo decreto legislativo. Le prime indiscrezioni trapelate confermano la possibilità di una compensazione automatica per importi fino a 500 euro.

Infine, tra le prime ipotesi vi è anche una velocizzazione dei controlli dell’Agenzia delle Entrate in 9 mesi.

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Rottamazione quater, se non posso pagare le rate conviene evitarla?

C’è tempo fino al 30 aprile 2023 per decidere se aderire alla rottamazione quater o meno e sono numerosi i contribuenti che si chiedono se tale scelta sia conveniente o se magari è meglio lasciar correre e attendere l’ eventuale prescrizione. I pareri in materia non sono unanimi nemmeno tra gli esperti della materia, ecco però qualche spunto.

Rottamazione quater in sintesi

La rottamazione quater permette di definire in modo agevolato e quindi senza il pagamento di sanzioni, interessi di mora e aggio, ma pagando esclusivamente il capitale, le spese di notifica e istruttorie. Il pagamento degli importi può avvenire anche a rate. Possono essere oggetto della rottamazione quater le cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022.

Il dubbio che assale molti riguarda le conseguenze che possono derivare dal mancato pagamento degli importi rateali, in particolare nel caso in cui si tratti di somme elevate.

La normativa infatti prevede la possibilità di rateizzare gli importi in 18 rate distribuite in 5 anni. Aderendo al pagamento rateale almeno il 10% delle somme devono essere versate nelle prime due rate in scadenza al 31 luglio 2023 e al 30 novembre 2023. In caso di mancata ottemperanza si decade dal beneficio della rottamazione quater. Proprio per questo chi ha difficoltà economiche esprime dubbi sulla convenienza dell’adesione.

Presentare più istanze di rottamazione quater per ridurre il rischio di decadenza

La prima cosa da ricordare è che la rottamazione quater consente di presentare più istanze per carichi pendenti diversi, in questo modo è possibile ridurre il rischio di decadenza, infatti gli importi delle singole rate sarà minore e si potrà decidere di portare avanti solo i piani di rientro che effettivamente si possono sostenere, lasciandone decadere solo una parte.

Decadenza non preclude l’ulteriore richiesta di rateizzazione

A parte questo suggerimento, occorre ricordare che nella rottamazione quater vi è una differenza rispetto alla rottamazione ter. Nel precedente intervento di pace fiscale era previsto che in caso di mancato pagamento di una rata o ritardo nel versamento si verificava la decadenza dal beneficio e le somme restanti dovevano essere pagate in unica soluzione. Il comma 14 dell’articolo 3 del DL 119/2018 stabiliva infatti che in caso di decadenza “b) il pagamento non può essere rateizzato e sensi dell’articolo 19 del DPR 29 settembre 1973 n. 602.

La norma attuale, comma 244 dell’art. 1 della legge di bilancio 2023, prevede invece che in caso di mancato, insufficiente, ritardato pagamento delle rate, le somme già incassate sono detratte dal debito intero, mentre le somme rimanenti possono essere nuovamente oggetto di accordo di rateizzo ex articolo 19 D.P.R. 602/1973 in quanto la norma espressamente non lo vieta.

Ricordiamo che nella rottamazione quater possono essere fatte rientrare anche le rate della rottamazione ter da cui i contribuenti erano decaduti.

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Riforma del Fisco: tregua fiscale in arrivo per i mesi di agosto e dicembre

Rateizzazione o rottamazione, quale procedimento è meglio scegliere?

Rateizzazione o rottamazione sono due procedimenti diversi. Ma molti contribuenti si trovano in difficoltà per capire qual’è la soluzione migliore per loro.

Rateizzazione o rottamazione, la tregua fiscale

All’interno dei provvedimenti per la tregua fiscale, promossa dal Governo Meloni, esistono due provvedimenti: la rottamazione e la rateizzazione delle cartelle esattoriali. L’art.1, commi da 231 a 252 della legge n. 197/2022 ha introdotto la definizione agevolata dei carichi affidati all’Agenzia entrate riscossione dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022. 

È prevista la possibilità di pagare l’importo dovuto a titolo di Definizione agevolata:

  • in un’unica soluzione, entro il 31 luglio 2023;
  • oppure, con la rateizzazione, in un numero massimo di 18 rate (5 anni) consecutive, di cui le prime due con scadenza il 31 luglio e il 30 novembre 2023. Le restanti 16 rate, ripartite nei successivi 4 anni, andranno saldate il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024. La prima e la seconda rata saranno pari al 10% delle somme complessivamente dovute a titolo di Definizione agevolata, le restanti rate invece saranno di pari importo. Il pagamento rateizzato prevede l’applicazione degli interessi al tasso del 2 per cento annuo, a decorrere dal 1° agosto 2023.

Mentre la rottamazione si differenziano dalla rateizzazione ordinaria perché il debito viene abbattuto da sconti su sanzioni e interessi. Per la rottamazione ci sono interessi del 2% per chi sceglie la rateizzazione (il contribuente può pagare pure in unica soluzione entro il 31 luglio 2023). Infine è previsto lo stralcio delle cartelle fino a mille euro. Si ricorda che la domanda di adesione va presentata entro il 30 aprile 2023, presso l’Agenzia delle entrate riscossione.

Rateizzazione o rottamazione cosa conviene?

Una volta accertato che un contribuente ha un debito deve pagarlo se vuole mettersi in regole. Grazie alla rottamazione i contribuenti possono sfruttare un percorso di rateizzazione e un procedimento di sconto su interessi e sanzioni. Con la rateizzazione ordinaria il periodo di dilazione è maggiore, ma senza sconti. La riduzione delle sanzioni e degli intessi dovrebbe essere trai fattori principali della scelta, mentre il piano rateale sempre essere migliore per la rateizzazione.

Con la rottamazione le rate sono trimestrali, di cui due da pagare a luglio e a novembre 2023. Ogni rata è pari al 10% del debito complessivo. Le altre rate (16 per l’esattezza) ogni febbraio, maggio, luglio e novembre dal 2024 al 2027. Mentre con la rateizzazione, soprattutto per grandi debiti, le rate diventano fino a 120. Ovviamente l’importo è minore rispetto a quello della rottamazione. Quindi conviene in caso di debiti importanti.

Resta anche da dire che la rottamazione non è obbligatoria. Una persona può infatti decidere quali cartelle avviare alla procedura e quali no. Perché magari preferisce fare un ricorso in quelle di cui ha certezza di poter vincere. Anche se tra costi di avvocato e giurisprudenza da dover affrontare e rottamazione, forse la seconda scelta è comunque la migliore.

Agenzia Entrate e Riscossione: attivo il nuovo sito. Le novità per i contribuenti

Con un comunicato del 15 dicembre l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che il sito è stato cambiato, niente paura quindi se provando a navigare trovate un’interfaccia nuova, non siete finiti in un sito fake dell’Agenzia delle Entrate, semplicemente ha cambiato vestito.

Nuovo sito Agenzia Entrate e Riscossione: interfaccia utente fruibile

L’obiettivo dell’Agenzia delle Entrate è rendere il sito sempre più fruibile, infatti negli ultimi anni sono state aumentate le attività che i contribuenti possono svolgere autonomamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, entrando nella propria pagina personale, questo al fine di rendere più snello il rapporto tra l’Agenzia delle Entrate e Riscossione e il contribuente.

Questo snellimento è aumentato anche grazie all’implementazione dei servizi di assistenza forniti online al contribuente, la possibilità di scaricare le dichiarazioni precompilate e di modificarle autonomamente, senza quindi il bisogno del commercialista e dalla possibilità di prenotare online il proprio appuntamento presso la sede territoriale competente e presso lo sportello specifico per le varie esigenze che possono palesarsi. Tutto questo ha richiesto però una revisione anche del sito che vuole essere sempre più fruibile.

Descrizione nuovo sito Agenzia delle Entrate e Riscossione

Nel menù principale del sito https://www.agenziaentrateriscossione.gov.it/it/ ora è possibile scegliere tra vari profili: Cittadini;

  • imprese;
  • professionisti;
  • intermediari;
  • enti creditori.

Sul sito è quindi possibile accedere alla propria area personale con le proprie credenziali Spid, Cie e Cns, qui sono effettuabili diverse operazioni, ad esempio verificare la propria posizione nei confronti del fisco e compiere operazioni. Entrando invece nel box Focus si ottengono news direttamente dall’Agenzia delle Entrate e soprattutto aggiornamenti normativi inerenti l’area fisco.

Di particolare rilevanza è l’area servizi dalla quale il contribuente in modo autonomo può compiere molteplici operazioni come:

  • inviare una richiesta di rateizzazione e richiedere i moduli per le rate;
  • sospendere la riscossione;
  • attivare il servizio “se mi scordo” che consente di ricevere un sms o un’email per ricordare le scadenze dei pagamenti;
  • prenotare un appuntamento allo sportello online;
  • prenotare un appuntamento allo sportello territoriale;
  • delegare un intermediario;
  • verificare la propria posizione nei riguardi del fisco.

Infine, nel sito è presente l’area modulistica in cui è possibile scaricare i principali moduli da utilizzare per regolare i propri rapporti con il Fisco. Ad esempio andando nell’area dedicata al fermo amministrativo è possibile scaricare il modulo per la richiesta di annullamento preavviso del fermo amministrativo su un bene strumentale o su un bene in uso a un disabile, oppure il modulo per l’istanza di notifica a mezzo pec.

Cartelle esattoriali, è in dirittura d’arrivo la rottamazione quater

Martedì potrebbe giurare il nuovo Governo e già ci sono molte indiscrezioni sui provvedimenti che saranno adottati fin da subito, tra questi, oltre ad interventi volti ad affrontare il caro bollette, vi è la pace fiscale con la rottamazione Quater. Continuano a trapelare informazioni circa i dettagli del provvedimento che potrebbe portare a sanare numerose cartelle esattoriali.

Rottamazioen quater: saranno comprese anche le cartelle esattoriali rottamate e decadute?

La rottamazione quater è il cavallo di battaglia della Lega da ormai molto tempo. Gli ostacoli da superare sono di tipo economico, infatti è necessario fare in modo che non vengano meno le entrate fiscali necessarie a fornire i vari servizi pubblici. Nonostante questo, è molto probabile che un qualche intervento vi sarà al fine di evitare di aggravare la situazione già compromessa di molte famiglie e imprese. In base alle indiscrezioni rese note dal quotidiano di Confindustria, Il Sole 24Ore, sembra che la nuova pace fiscale includa anche le cartelle esattoriali decadute dai precedenti provvedimenti.

Sono numerosi infatti i soggetti che a causa della pandemia non sono riusciti a far fronte al pagamento della rottamazione ter e di conseguenza sono decaduti. A questo proposito ricordiamo che il 30 novembre, con termine ultimo di pagamento il 5 dicembre, scade l’ultima rata della rottamazione ter.

Rottamazione quater fino ai carichi fiscali di giugno 2022

La rottamazione quater quindi sarebbe un vero e proprio maxi condono fiscale e dovrebbe riguardare i carichi fiscali affidati alla riscossione fino a giugno 2022, quindi fino a pochi mesi fa.

In questa prospettiva, non ancora confermata, la nuova pace fiscale andrebbe a ricomprendere anche molti debiti fiscali maturati con l’emergere della crisi energetica.

Tra le ipotesi allo studio c’è anche uno sconto su sanzioni e interessi che dovrebbe portare a una riduzione fino al 5%, come forfait, mentre resterebbe dovuto il pagamento del debito iniziale.

Infine, il piano dei versamenti potrebbe essere portato a una rateizzazione fino a 10 anni, un termine su cui molti hanno però dei dubbi perché metterebbe in difficoltà le casse dello Stato. Proprio per questo l’ipotesi più credibile è che il piano di rateizzazione possa scendere a 5 anni.

Video-chiamata con il Fisco: servizio attivo in 15 regioni. Cosa si può fare

L’Agenzia delle Entrate ha ormai iniziato da tempo un percorso volto ad avvicinare il contribuente e facilitare le operazioni, tra gli strumenti che si stanno diffondendo c’è anche la video-chiamata che è già disponibile in 15 regioni d’Italia.

Video-chiamata con l’Agenzia delle Entrate: Regioni interessate

Sappiamo che l’Agenzia delle Entrate pur essendo un organo centrale si compone di diverse diramazioni territoriali e purtroppo non sempre le stesse riescono a camminare di pari passo, ecco perché le varie novità introdotte non sempre funzionano in tutte le Regioni allo stesso modo. Proprio per questo il servizio di video-chiamata purtroppo ancora non è attivo in tutta Italia.

Il servizio sperimentale è stato introdotto in autunno ed è diventato ora una realtà in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Valle d’ Aosta e Veneto, nelle province autonome di Trento e Bolzano e in alcune direzioni territoriali della provincia di Roma, Milano e Brescia.

Cosa si può fare durante la video-chiamata con il Fisco?

Il servizio di video-chiamata nell’ottica della semplificazione fiscale  ha la funzione di sportello online, di conseguenza possono essere svolte le stesse operazioni che normalmente si svolgono presso lo sportello fisico. Si possono richiedere informazioni, si può avere assistenza per una determinata pratica, si possono richiedere rateizzazioni, sospensioni e rimborsi dei pagamenti, naturalmente nei casi in cui tali benefici siano ammissibili. La piattaforma per la video-chiamata con l’Agenzia delle Entrate consente lo scambio di documentazione anche con firma digitale e nel corso dell’appuntamento in video-chiamata possono essere utilizzati modelli in formato pdf editabili. Tutto questo facilita la comunicazione.

La videochiamata con il Fisco ha l’obiettivo di facilitare i rapporti con l’Agenzia e di evitare le lunghe file, con questo semplice strumento si può evitare di chiedere il permesso al lavoro per recarsi agli sportelli, oppure di stravolgere comunque le proprie giornate per poter parlare con un operatore. Al fine di rendere il servizio ancora più agevole è però necessario prenotare la video-chiamata. Ecco come fare.

Come prenotare l’appuntamento online con l’Agenzia delle Entrate

La prima cosa da fare è collegarsi al sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it e andare alla sezione trova sportello e prenota. Arrivati a questo punto gli abitanti delle regioni che consentono la video-chiamata possono scegliere di prenotare un appuntamento allo sportello o a distanza. Fatta questa scelta si può entrare nell’area personale inserendo il codice SPID o CIE e prenotare tra gli orari e i giorni disponibili quello in cui si è interessati a svolgere la video-chiamata. Il sistema consente di prenotare fino a 4 giorni lavorativi successivi rispetto a quello in cui viene effettuata la prenotazione.

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Terminata la prenotazione, l’Agenzia delle Entrate invia una email in cui sono riassunte le caratteristiche principali della prenotazione, cioè orario, giorno, la tipologia di appuntamento e soprattutto le istruzioni per avviare la video-chiamata.

Il collegamento dovrà essere avviato nel giorno e nell’ora scelti accedendo all’area riservata del sito attraverso le proprie credenziali e andando alla sezione “Consulta la tua agenda appuntamenti”, si può così avviare il collegamento. Il ritardo massimo concesso nel collegamento è di 10 minuti. Si consiglia l’uso di una connessione stabile. La video-chaimata con il fisco può essere effettuata con tablet, smartphone, computer.

Ricordiamo che attraverso gli altri servizi online messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate è comunque possibile richiedere rateizzazioni dei pagamenti, presentare un’istanza di sospensione legale della riscossione, verificare la propria posizione debitoria, procedere al pagamento di cartelle e avvisi.

Cartelle, ecco tutte le scadenze dei pagamenti della rottamazione ter

Cambia ancora il calendario per i pagamenti delle rate delle cartelle esattoriali dopo la rimessione dei termini per la pace fiscale. Giovedì 17 marzo 2022 c’è stato il primo passaggio al Senato del decreto “Sostegni ter” in attesa dell’ultima approvazione alla Camera prevista entro fine mese. Con il provvedimento, 532 mila contribuenti decaduti dalle due sanatorie, ovvero dalla rottamazione ter e dal saldo e stralcio, saranno riammessi a pagare le rate dovute. Ovvero quelle che dovevano essere pagate entro il 2020 e il 2021, prorogate a causa dell’emergenza sanitaria.

Cartelle esattoriali, entro il 31 marzo 2022 l’ultima notifica per i pagamenti a 180 giorni

Da quest’ultimo decreto, il calendario per i pagamenti delle rate decadute risulta completamente stravolto. Il nuovo decreto va a integrarsi con i pagamenti delle cartelle esattoriali degli ultimi provvedimenti approvati. E, pertanto, entro il 31 marzo 2022 potranno essere notificate ai contribuenti le ultime cartelle esattoriali da pagare entro la scadenza di 180 giorni e non entro i consueti 60 giorni di tempo.

Rate scadute nel 2020, entro il 30 aprile 2022 la nuova dilazione ed entro il 2 maggio 2022 il pagamento delle rate della rottamazione ter e saldo e stralcio

Ai fini dei pagamenti delle rate già scadute, è da cerchiare in rosso sul calendario la data del 30 aprile 2022. Infatti, entro questa scadenza dovranno essere rimodulate le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio originariamente in scadenza entro il 2020. Si tratta della rateizzazione intercorsa anteriormente alla sospensione della riscossione per l’emergenza sanitaria della prima ondata di Covid. I contribuenti potranno dunque richiedere una nuova dilazione delle rate mancanti. Il termine per il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo è stralcio del 2020 è fissato al 2 maggio 2022 dal momento che il 30 aprile capiterà di sabato e il 1° maggio è una giornata festiva.

Scadenza del 29 giugno 2022 per il pagamento delle cartelle notificate al 31 dicembre 2021

la scadenza successiva per i pagamenti delle rate scadete è fissata al 29 giugno 2022. Entro questa data, infatti, andranno pagate le cartelle notificate al 31 dicembre 2021. Si tratta degli effetti dovuti al posticipo dei pagamenti a 180 giorni dalla ricezione delle cartelle esattoriali. La scadenza successiva da cerchiare in rosso è quella del 1° agosto 2022. Entro tale data andranno pagate le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio originariamente in scadenza nell’anno 2021. Il termine del 1° agosto è stato spostato dal 31 luglio 2022 che capita di domenica.

Cartelle esattoriali, le scadenze del 27 settembre e del 30 novembre 2022

Il 27 settembre 2022 sarà l’ultimo giorno utile per pagare le ultime cartelle notificate entro il 31 marzo 2022 con scadenza a 180 giorni. I sei mesi di tempo per pagare le cartelle dunque terminano in questa data. Infatti, per le cartelle notificate a partire dal 1° aprile 2022 il termine di pagamento ritorna ai consueti 60 giorni. Infine, il 30 novembre 2022 è l’ultimo giorno per pagare le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio per quelle originariamente in scadenza nel 2022. Entro questa data, pertanto, andranno pagate tutte le rate dovute nell’anno in corso.

Rate scadute, si può richiedere una nuova dilazione: ecco come

Le rate scadute e decadute e da versare all’agente della riscossione possono essere oggetto di una nuova dilazione. È quanto prevede il decreto “Milleproroghe” in merito alla riapertura, fino al 30 aprile 2022, della possibilità di chiedere un nuovo piano di rientro, con nuove rate, per quelle che risultavano decadute alla data dell’8 marzo 2020. Secondo quanto prevede il decreto, non è necessario versare in anticipo le rate già scadute.

Rate decadute, bisogna saldare i debiti non pagati per ottenere la nuova dilazione?

La possibilità di dilazionare ulteriormente le rate già scadute con l’agende della riscossione rientra nella normativa emergenziale. Il decreto “Milleproroghe” ha quindi “bypassato” quanto prevede il decreto del Presidente della Repubblica numero 602 del 1973 che, all’articolo 19, stabilisce che nel caso in cui la rateazione decada, non si possa più dilazionare in seconda battuta il debito residuo. A meno che non si paghi prima il totale delle rate scadute.

Rate decadute all’8 marzo 2020, cosa fare?

Il decreto legge numero 137 del 2020, all’articolo 13 decies, aveva già bypassato questa norma, in riferimento alle rate decadute alla data dell’8 marzo 2020. Questa data è quella di entrata in vigore della sospensione dei pagamenti previsti dal decreto legge numero 18 del 2020, secondo quanto specifica l’articolo 68.

Rate decadute al giorno 8 marzo 2020, riaperte le richieste dei nuovi piani di dilazione entro il 30 aprile 2022

Tuttavia, lo stesso articolo specificava che era necessario trasmettere la domanda della nuova rateazione entro la fine del 2021. Il decreto “Milleproroghe”, dunque, ha riaperto i termini per la domanda del nuovo piano di rateazione da presentare entro il 30 aprile 2022. In altre parole, i debitori che si trovino nella condizione di non aver saldato il debito dovuto, possono chiedere una nuova rateazione, senza dover procedere con il pagamento delle rate rimate non pagate in precedenza.

Nuovo piano di rateazione, quante rate non pagate determinano la decadenza del piano?

Va chiarito, inoltre, che alle rateazioni andrà applicata la norma ordinaria. La regola, infatti, prevede la decadenza del piano di rateazione nel caso in cui non si provveda a pagare 5 rate complessive. La riduzione delle rate non pagate, dalle originarie 10, proviene dall’articolo 13 decies del decreto legge numero 137 del 2020 per le domande inviate entro il 31 dicembre 2021. Lo stesso decreto “Milleproroghe” richiama il decreto 137 del 2020 solo per la possibilità di dilazionare il debito residuo, senza apportare modifiche al nuovo impianto delle cinque rate non pagate.

Quote scadute e nuove opportunità concesse alle rate rimanenti fino al 30 aprile 2022

Pertanto, anche i piani rateali riguardanti le dilazioni dei debiti residui alla data dell’8 marzo 2020 rientrano nella disciplina delle decadenza con cinque quote non pagate. Oltre al versamento delle cinque rate, la decadenza avviene anche in presenza delle difficoltà di pagamento di un debito che superi il limite dei 60 mila euro. Per questi debiti, pertanto, viene abbandonato il tetto dei 100 mila euro previsto in precedenza.

Rottamazione ter e altre sanatorie scadute, le condizioni per richiedere il nuovo piano di rientro delle rate

Inoltre, il decreto legge numero 18 del 2020 prevede, in via eccezionale, che i debitori decaduti dalla rottamazione ter possano chiedere la nuova dilazione del totale rimasto da pagare. La stessa agevolazione può applicarsi anche ad altre rottamazioni agevolate precedenti. La nuova dilazione può essere ammessa purché la decadenza della sanatoria sia già avvenuta al 31 dicembre del 2019. Con ulteriori sanatorie precedenti, si può osservare la scadenza del 30 aprile 2022 per richiedere un nuovo piano di rateazione.

Come pagare a rate le tasse da controllo automatizzato o formale

La pretesa fiscale e tributaria in Italia, da parte dell’Agenzia delle Entrate, passa sempre attraverso le attività di verifica, di controllo e di ispezione che spesso sono peraltro molto lunghe e complesse. In particolare, le attività di controllo più comuni sono quelle che rientrano tra i controlli automatizzati e tra i controlli formali.

A seguito di questi controlli il contribuente può ricevere un avviso di pagamento di maggiori tasse e/o imposte per le quali, in ogni caso, c’è la possibilità di dilazione. Vediamo allora, nel dettaglio, come andare a pagare a rate le tasse da controllo automatizzato o da controllo formale da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Pagare a rate le tasse da controllo automatizzato o da controllo formale, ecco come fare

Nel dettaglio, il numero delle rate per andare a pagare a rate le tasse da controllo automatizzato o da controllo formale dipende dall’importo dovuto all’erario. Fino alla soglia dei 5.000 euro, infatti, il dovuto si può andare a frazionare in massimo 8 rate trimestrali aventi pari importo. Mentre sopra la soglia dei 5.000 euro la dilazione prevede il frazionamento del debito fiscale da saldare in un numero massimo di ben 20 rate trimestrali aventi sempre pari importo.

Optando per la dilazione, la prima rata deve essere pagata entro un termine massimo di 30 giorni dal ricevimento della comunicazione da parte del Fisco. Termine che sale a 90 giorni per gli avvisi telematici.

Il modello di pagamento per saldare le rate è l’F24 dove occorre indicare, separatamente, l’importo della rata da pagare e gli interessi di rateazione utilizzando i corrispondenti codici tributo. Per il pagamento delle rate successive alla prima, inoltre, la scadenza coincide sempre con l’ultimo giorno di ciascun trimestre.

Quando il beneficio della rateazione decade e quando invece no

Al netto delle condizioni di lieve inadempimento, il beneficio della rateazione decade non pagando la prima rata entro i termini sopra indicati, ovverosia entro 30 oppure entro 90 giorni. Così come, per le rate successive, scatta la decadenza del beneficio non pagandole allo stesso modo entro i termini previsti. Quindi, sempre entro l’ultimo giorno di ciascun trimestre.

Con il lieve inadempimento, invece, il beneficio della rateazione non decade. Ovverosia, quando il ritardo relativo al pagamento della prima rata non supera i 7 giorni. Il lieve inadempimento, inoltre, scatta pure quando il versamento della rata non è completo. Ovverosia, risulta essere insufficiente per una frazione che non supera la soglia del 3% con un massimale che, in ogni caso, è in controvalore pari a 10.000 euro.

Caro bollette: ARERA comunica che sono operative le misure per le imprese

Nel comunicato stampa del 1° febbraio 2022 l’ARERA rende noto che le agevolazioni che il Governo ha previsto nel decreto Sostegni Ter per contrastare il caro bollette sono operative. Si tratta delle misure previste in favore delle medie e grandi imprese e vanno a sommarsi alle agevolazioni per i clienti domestici e le piccole imprese.

Azzeramento degli oneri generali di sistema per medie e grandi imprese

Il Decreto Sostegni Ter prevede l’azzeramento degli oneri di sistema per il primo trimestre 2022 in favore di medie e grandi imprese oltre i 16,5 kW di potenza. Tale misura è contenuta nell’articolo 14 del decreto legge 4 del 2022 e prevede l’azzeramento degli oneri generali di sistema per le imprese che impegnano una potenza pari o superiore a 16,5 kW.  L’agevolazione trova applicazione anche nel caso in cui la tensione sia sfruttata per illuminazione pubblica oppure per l’alimentazione di veicoli elettrici. La norma va ad estendere i benefici che erano stati in precedenza riconosciuti anche a famiglie e piccole imprese e di conseguenza per il primo trimestre 2022 è previsto un abbattimento generalizzato degli oneri di sistema.

Caro bollette: arriva il conguaglio per il mese di gennaio

L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) nel comunicato del primo febbraio ha reso noto che il provvedimento è già attivato e che per le imprese che hanno già ricevuto al fattura del mese di gennaio con l’applicazione dei costi degli oneri di sistema, otterranno il conguaglio di tali somme nella fattura successiva.

Inoltre ARERA ha reso noto che per i clienti il cui contratto non prevede il pagamento degli oneri generali (ASOS e ARIM), il venditore dovrà provvedere a una riduzione della spesa energetica calcolando la differenza tra quanto fatturato e quanto il cliente avrebbe fatturato con gli oneri di sistema poi azzerati.

Questa misura va ad aggiungersi alle altre già emanate per contrastare il caro bollette e in particolare la rateizzazione delle bollette energetiche, la riduzione al 5% dell’IVA sul gas metano per le bollette di gennaio, febbraio, marzo 2022, l’azzeramento degli oneri di sistema sul gas metano e infine il bonus bollette legato all’ISEE.

Per approfondimenti:

Bolletta energetica: dal 2022 parte la rateizzazione in 10 rate

Aumenti luce e gas: ecco le ultime novità sui rincari e azzeramento oneri