Riforma fiscale, Irpef a 3 scaglioni, Iva a zero e Ires: le novità

La riforma fiscale prevede tutta una serie di novità che passano dagli scaglioni Irpef all’addio di piccole imposte, passando dall’Iva zero, tutti i dettagli.

Riforma fiscale, gli scaglioni Irpef e Ires

Giovedì dovrebbe arrivare la riforma fiscale direttamente sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Tra le più importanti novità c’è quella delle aliquote Irpef ed Ires. Fin dalla campagna elettorale portata avanti dal Centro destra, si è sempre puntato alla flat tax per tutti. Attualmente si ricorda che è applicata a tutti i lavoratori autonomi. Ma l’idea è quella di estenderla anche ai lavoratori dipendenti. Questo sembra essere l’obiettivo finale, sempre e verranno rispettate le promesse fatte dal Governo Meloni.

Intanto però il passaggio verrà fatto in maniera graduale. Si parte con il passare da 4 scaglioni Irpef a solo 3. Le ipotesi ad ora sono due: 23%, 27% e 43% o 23%, 33% e 43%. Le risorse arriveranno dalla revisione delle agevolazioni, con una forfetizzazione in base ai redditi che lascerà però intatte quelle sui mutui e sulle spese sanitarie. Mentre per quanto riguarda l’Ires, si scenderà a sole due quote e l’eliminazione degli attuali crediti d’imposta sugli investimenti.

Riforma fiscale, l’Iva, Irap e tributo unico

Tra le altre novità c’è quella dell‘Iva zero solo sui beni di prima necessità. Si ricorda che già questo Governo Meloni è intervenuto nell’abbassamento dell’Iva su alcuni prodotti come i pannolini, gli assorbenti femminili e i prodotti per la cura e l’igiene dei più piccoli. Inoltre una delle misure per le imprese sarà il graduale superamento dell’Irap, a partire dalle piccole imprese.

Inoltre è possibile anche l’introduzione di un tributo unico. L’obiettivo è quello di eliminare l’imposta di bollo, ipotecaria e catastale, ma anche i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie che sarnno inglobate in una tassa unica. Anche in questo caso è opportuno inserire l’obbligo del pagamento con mezzi elettronici per accelerare i sistemi di riscossione.

Tutte le altre misure previste in tema fisco

Le  novità non finiscono qui. Innanzitutto l’idea è quella di eliminare definitivamente il ruolo. E quindi possibile accedere in maniera più semplice alla rateizzazione a 120 rate. Diciamo che l’obiettivo è proprio facilitare la riscossione dei crediti da parte dell’Erario piuttosto che renderli più complicati. Inoltre la delega propone anche l’esclusione della decadenza da benefici fiscali in caso di inadempimenti formali o di minore gravità. Inoltre il concordato preventivo è uno altro strumento che può ancora una volta facilitare i rapporti tra debitore e fisco.

 

 

 

 

 

Riforma del Fisco: tregua fiscale in arrivo per i mesi di agosto e dicembre

La bozza della riforma fiscale al vaglio del Consiglio dei Ministri promette grandi novità e tra queste vi è anche la sospensione di tutti i termini durante i mesi di agosto e dicembre, una vera tregua fiscale per tutti i contribuenti che non riceveranno in questo periodo comunicazioni, avvisi, atti dall’Agenzia delle Entrate.

Riforma fiscale: cosa prevede per la tregua fiscale?

Tra le misure previste all’interno della bozza di riforma fiscale vi è la revisione del calendario fiscale. Attualmente privati, ma soprattutto le aziende, vedono accumularsi scadenze su scadenze, adempimenti vari che rendono difficile la gestione dell’attività. Nei progetti del Governo vi è una semplificazione degli adempimenti e non solo, si parla anche di una vera e propria tregua fiscale nei mesi di agosto e dicembre. Si tratterebbe di una sorta di periodo franco in cui sono sospese le comunicazioni tra Fisco, cittadini e aziende al fine di aiutare i contribuenti a mettere in ordine di vari adempimenti senza eccessive pressioni.

In particolare dalla bozza emerge la sospensione per i mesi di agosto e dicembre dell’invio di comunicazioni, inviti, richieste di atti, documenti, registri.

A dare l’annuncio durante la conferenza stampa di presentazione della bozza è stato proprio il vice ministro all’Economia Maurizio Leo.

Tregua fiscale: è già in vigore per il mese di agosto

In realtà la pausa estiva è già prevista nel decreto fiscale 193 del 2016, articolo 7 quater, comma 16 che sospende i termini di trasmissione dei documenti da 1° agosto al 4 settembre. Nella norma in oggetto restano però esclusi i termini relativi alle richieste effettuate durante le attività di accesso, ispezione e verifica, nonché delle procedure di rimborso ai fini dell’imposta sul valore aggiunto.

Nello stesso periodo è prevista anche una tregua per gli avvisi bonari, cioè le comunicazioni di irregolarità emerse durante i controlli automatici alle dichiarazioni. Negli ultimi anni inoltre l’Agenzia delle Entrate aveva sospeso l’invio di comunicazioni di irregolarità nel periodo compreso tra l’ultima settimana di luglio e la prima di settembre.

Di conseguenza la vera novità all’interno della riforma fiscale sarebbe la tregua fiscale prevista per il mese di dicembre.

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Riforma fiscale, presentata la bozza: Irpef, flat tax, Ires e agevolazioni

Istanze Interpello Agenzia delle Entrate a pagamento. Ultima novità

Secondo indiscrezioni pubblicate da diversi quotidiani, nella bozza della riforma fiscale in circolo sarebbe previsto il pagamento di un contributo per le istanze Interpello all’Agenzia delle Entrate. Ecco i possibili scenari.

Istanze Interpello a pagamento: l’ultima novità del governo Meloni

L’Agenzia delle Entrate negli ultimi anni ha implementato i servizi volti a fornire chiarimenti e delucidazioni ai contribuenti. Questo atteggiamento rientra nell’ottica di una maggiore collaborazione volta ad aumentare le entrate fiscali volontarie, quindi non frutto di riscossione forzata o contrasto all’evasione. Visti i dati sul forte calo dell’evasione fiscale la strategia potrebbe aver funzionato, ma sembra che ora si voglia fare un passo indietro e ridurre l’uso o abuso di questo strumento. Circola infatti la notizia, riportata da Open, che a breve i servizi di informazione e chiarimenti richiesti all’Agenzia delle Entrate potrebbero diventare a pagamento.

Nell’articolo 4 della bozza è previsto il pagamento di un contributo da versare per la presentazione delle istanze di interpello. Si tratta di uno dei servizi più importanti forniti dall’Agenzia delle Entrate, anche perché le risposte a interpello sono rese anonime e pubblicate in un’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate e quindi disponibili come informazioni, chiarimenti ufficiali, anche per tutti coloro che dovessero trovarsi in una situazione simile rispetto a quella presentata dal singolo contribuente.

Come sarà calcolato il contributo per le istanze di interpello e a cosa serve?

L’ammontare del contributo dovrebbe variare in base a due fattori:

  • soggetto che presenta l’interpello ( contribuente oppure professionista);
  • tipologia della domanda.

L’obiettivo di questa particolare tassa è quello di disincentivare il ricorso a pioggia alle istanze di Interpello. Nel solo 2022 infatti sono state presentare 18.000 istanze di Interpello. Tra le ipotesi allo studio vi è anche quella di ridurre l’accesso a questo strumento ai soli casi in cui non sia possibile ottenere un riscontro dell’Agenzia delle Entrate attraverso gli altri servizi messi a disposizione, ad esempio la chatbot.

In base a quanto emerge dalla bozza della riforma fiscale presentata, i fondi reperiti tramite il pagamento del contributo per la presentazione delle istanze di interpello dovrebbero essere destinati a sostenere i costi per la formazione del personale del Fisco.

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Ricordiamo che stiamo parlando esclusivamente della bozza delle riforma fiscale, di conseguenza non è detto che tali misure saranno realmente attivate.

Riforma fiscale, presentata la bozza: Irpef, flat tax, Ires e agevolazioni

È pronta la bozza della tanto attesa riforma fiscale, si compone di 4 parti per un totale di 21 articoli che andranno a riguardare tutti i contribuenti. Ecco cosa cambia.

Riforma fiscale, riduzione delle imposte con revisione delle agevolazioni

L’obiettivo è ridurre la tassazione dei contribuenti e quindi diminuire la pressione fiscale, ma non solo, c’è anche lo scopo di semplificare il sistema. Ecco le principali misure della riforma fiscale.

La riduzione della pressione fiscale dovrebbe essere “finanziata” attraverso una riduzione delle agevolazioni fiscali in favore del contribuente, questo implica che per lo Stato il saldo non dovrebbe variare in modo considerevole, ne deriva che anche i servizi forniti ai cittadini non dovrebbero subire grosse variazioni, ma l’uso del condizionale è sempre d’obbligo.

Novità anche per le società che potranno avvalersi di una nuova Ires a due aliquote fiscali, inoltre per le imprese si va verso il superamento definitivo dell’Irap (imposta sui redditi delle attività produttive). Nella bozza è previsto anche l’addio all’imposta di bollo, ipotecaria e catastale, sia chiaro non scompariranno, ma tali tributi saranno riuniti in un tributo unico che dovrebbe essere più basso.

Per i redditi da fabbricati si procede all’applicazione della cedolare secca anche per gli immobili non a uso abitativo.

Riforma fiscale: arriva la flat tax per i lavoratori dipendenti

Nella bozza di riforma torna anche la flat tax per i dipendenti di cui si è molto parlato in campagna elettorale, la stessa prevede due termini temporali, per i redditi aggiuntivi, cioè flat tax incrementale, si applicherà già dal 2023, quindi aliquota fissa per i redditi aggiuntivi rispetto a quelli prodotti nell’anno precedente.

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Per l’avvio definitivo della flat tax per tutti i redditi da lavoro dipendente invece il termine previsto è fine legislatura. Di conseguenza la riduzione degli scaglioni Irpef a tre dovrebbe essere una misura temporanea e applicata quindi solo per il periodo dall’entrata in vigore della riforma fiscale fino all’entrata in vigore successiva della flat tax.

Attualmente sono in vigore quattro scaglioni:

  • 0-15.000 euro aliquota 23%;
  • 15.001-28.000 euro aliquota 25%;
  • 28.001 – 50.000 euro aliquota 35%;
  • oltre 50.001 euro aliquota 43%.

Con la riforma le due aliquote centrali dovrebbero essere accorpate con un risparmio di imposta per i redditi compresi tra 28.0001 euro e 50.000 euro.

Iva con aliquota Zero

Un’altra novità particolarmente interessante è l’applicazione dell’aliquota Iva zero per i beni di prima necessità. Secondo le stime Codacons questa sola misura dovrebbe portare al risparmio in media di 300 euro l’anno a famiglia, naturalmente molto dipenderà dal paniere di beni che effettivamente vengono inseriti all’interno del testo definitivo.

Tra le ipotesi vi è anche il federalismo fiscale che prevede il trasferimento dei gettiti Irpef e Iva verso la regione in cui effettivamente si è prodotto il reddito/ o di residenza del contribuente e in cui è avvenuto il consumo.

Ricordiamo che questa è solo una bozza e l’iter di approvazione della legge di delega per la riforma fiscale e infine il testo definitivo è piuttosto lungo.

Riforma fiscale: pronta la nuova bozza. Ecco cosa contiene

Dopo aver cestinato la riforma fiscale per la quale già era stata emanata la legge di delega, il Governo si appresta a presentare una nuova legge di delega per la riforma fiscale e a dare le prime indiscrezioni sui lavori in atto è il viceministro dell’Economia Maurizio Leo che, al Forum dei Commercialisti e degli Esperti Contabili a Milano, ha presentato i pilastri su cui si sta lavorando per la legge di delega.

Riforma fiscale: parole d’ordine semplificare e armonizzare

L’obiettivo principale della riforma fiscale sarà la semplificazione del quadro normativo. Il primo punto fermo sarà la revisione del diritto tributario in modo che le norme italiane siano armonizzate con quelle dell’Unione Europea e di diritto internazionale. Inoltre è necessario armonizzare la normativa anche con lo Statuto del contribuente.

Saranno revisionati i vari testi unici in modo da arrivare a un nuovo codice tributario più semplice e lineare. Secondo quanto affermato ci sarà una riforma anche degli interpelli, strumento molto utilizzato dai contribuenti per avere delucidazioni precise su determinate questioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Riforma delle accise e delle aliquote Irpef

Secondo le dichiarazioni vi è l’intenzione di rivedere il sistema delle accise, ad oggi noi italiani conosciamo soprattutto, per il loro peso, le accise sui carburanti, ma non sono le sole che effettivamente versiamo, si tratta di imposte inglobate nel prezzo di vari prodotti, rappresentano entrate certe per lo Stato, ma un esborso spesso considerato eccessivo dai contribuenti.

Un altro obiettivo è semplificare le date degli adempimenti, oggi gli italiani si vedono costretti a fare dei veri e propri calendari con decine di scadenze ogni mese e il rischio di dimenticare qualche adempimento e avere sanzioni. Semplificare gli adempimenti vuol dire consentire anche il risparmio visto che dovrebbero scendere le spese sostenute per la gestione degli aspetti fiscali e tributari.

Per quanto riguarda l’Irpef l’obiettivo è ridurre le aliquote a tre e “addolcire” il sistema, implicherà forse l’eliminazione delle aliquote più alte?

Tra le semplificazioni che potrebbero essere adottate vi è il concordato preventivo biennale per le piccole imprese e semplificazione della riscossione e del contenzioso tributario.

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Il testo della riforma fiscale dovrebbe essere in aula già agli inizi di marzo 2023.

Aliquote Iva: le novità che ci aspettano tra delega fiscale e Unione Europea

Le delega fiscale e la direttiva UE 2022/542 sembrano andare in un’unica direzione nel programma di riordino delle aliquote Iva e potrebbero esservi stravolgimenti non da poco perché sembra si vada ad agire soprattutto sulle aliquote ridotte che saranno funzionali, cioè volte a incentivare scelte ecologiche, digitalizzazione e politiche sociali.

A che punto è l’Italia con la riforma fiscale?

Sappiamo che in Italia è in programma un deciso cambio di rotta per quanto riguarda il sistema fiscale, questo attraverso la delega fiscale che si propone una semplificazione del sistema e una riorganizzazione. Una parte delle norme della delega fiscale è già in vigore come la revisione delle aliquote Irpef , la semplificazione dell’Ires e il cammino verso l’abolizione dell’Irap. Sono ancora allo studio la revisione dell’Iva e la riforma del catasto che sta creando non pochi problemi al Governo.

Per quanto riguarda l’Iva, i lavori si stanno concentrando sulle aliquote e sembra che vadano di pari passo con la direttiva UE 2022/542, i due progetti infatti si sovrappongono per oggetto e per tempistiche. Il perimetro entro il quale si muovono le due “manovre” sono: digitalizzazione, eco-sostenibilità e politiche sociali.

L’obiettivo è aiutare nella fruizione di determinati beni attenuando il loro carico Iva e allo stesso tempo contrastare l’evasione fiscale riducendo il vantaggio che aliquote molto elevate possono portare agli evasori ( come ad esempio avviene nel campo dell’edilizia).

L’obiettivo dell’Unione Europea è arrivare ad un sistema di applicazione Iva che sia uniforme nel territorio dell’Unione Europea, non vengono determinate a livello europeo le aliquote, ma sono date delle indicazioni affinché attraverso la modulazione delle stesse si possano raggiungere finalità ritenute “meritevoli” dall’Unione stessa.

I tempi previsti dall’Unione Europea per l’armonizzazione delle aliquote Iva

La direttiva UE impone comunque agli Stati delle linee guida e tempi stretti, infatti entro il 7 luglio 2022 i Paesi Membri devono comunicare le aliquote ridotte applicate e che fuoriescono dall’ambito di quelle previste dall’allegato alla direttiva. Entro il 7 ottobre 2023 i Paesi devono invece provvedere all’adozione dei provvedimenti con cui si dispongono le nuove aliquote ridotte.

Entro il primo luglio 2025 la Commissione Europea presenterà al Consiglio un elenco che indichi per ogni Paese le aliquote ridotte applicate.

Riforma delle aliquote Iva: cosa prevede la delega fiscale?

L’Italia in un certo senso sta riducendo i tempi e questo perché si è formata una congiuntura positiva tra i tempi e la delega fiscale ormai già attiva. La stessa prevede ;

  • razionalizzazione del numero e dei livelli delle aliquote;
  • revisione dei modelli di distribuzione delle aliquote.

Si dovrebbe provvedere a ridurre l’aliquota per i beni che hanno un minore impatto ecologico andando quindi ad agevolarne l’acquisto.

Aliquote ridotte dovrebbero essere applicate anche all’edilizia abitativa rivolta alle fasce di reddito più basse.

Sebbene l’Unione Europea abbia tra gli obiettivi della modulazione Iva anche la diffusione di una maggiore digitalizzazione, sembra che l’Italia non abbia ancora accolto tale spunto, ma dobbiamo ricordare che rispetto al crono-programma dell’Unione Europea prima visto, l’Italia può dirsi avanti. Non sono quindi escluse novità anche in tale ambito.

Questo potrebbe voler dire una riduzione dell’aliquota Iva applicata su beni di largo consumo come Pc, tablet, smartphone e tutti gli accessori che generalmente sono utilizzati per il lavoro e che sono necessari alla fruizione dei servizi digitalizzati, come può essere la possibilità di ottenere i certificati anagrafici online oppure effettuare online il cambio di residenza.

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Partita Iva, ecco tutte le novità in arrivo con la legge delega fiscale

In arrivo numerose novità per le partite Iva dalla legge delega di riforma fiscale. È stato infatti depositato un pacchetto di emendamenti alla legge delega che prevede, tra le varie novità, anche la mensilizzazione degli acconti e la riduzione progressiva della ritenuta di acconto. Il tutto al fine di riformare il metodo di calcolo delle imposte da versare delle partite Iva e dei lavoratori autonomi.

Legge delega di riforma fiscale: a che punto è l’approvazione?

Ad oggi, sono 27 gli emendamenti presentati alla legge delega di riforma fiscale. A questi si aggiunge anche l’emendamento relativo al catasto. Sugli emendamenti si concentrerà dunque il lavoro delle Commissioni parlamentari in vista dell’accordo della maggioranza parlamentare. A essere revisionati, in particolare, saranno gli articoli 2 di riforma Irpef e superamento del sistema duale, e l’articolo 6 relativo alla riforma del catasto.

Legge delega di riforma fiscale: tutte le novità delle partite Iva

L’elenco degli emendamenti presentati nella legge delega di riforma fiscale per le partite Iva e i lavoratori autonomi prevede, nel dettaglio:

  • l’eliminazione del sistema duale di tassazione;
  • l’exit tax per 2 anni per le partite Iva che superino il tetto dei 65 mila euro;
  • l’introduzione del principio dell’equità orizzontale;
  • il ribasso dell’Irpef per i redditi medi e bassi;
  • l’avvio del sistema di rimborso tramite cashback fiscale per le spese sanitarie;
  • l’abolizione dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) per gli studi associati, le società di persone e le società di professionisti;
  • la riforma del catasto con l’introduzione dei valori del mercato con allentamento del valore patrimoniale;
  • l’armonizzazione delle tasse sul risparmio;
  • i controlli fiscali mediante l’utilizzo di algoritmi.

Quali altre novità sono previste per le partite Iva dalla legge delega di riforma fiscale?

Sono previste inoltre, altre novità dalla legge delega di riforma fiscale per le partite Iva. In particolare:

  • l’allargamento degli adempimenti da effettuare per via telematica;
  • l’integrazione delle banche dati fiscali;
  • la revisione delle sanzioni amministrative che saranno improntate sulla proporzionalità e sulla gradualità;
  • la mensilizzazione, da adottare in via progressiva, degli acconti e dei saldi;
  • il ribasso della ritenuta di acconto;
  • la garanzia del rispetto dell’autonomia tributaria a favore degli enti territoriali;
  • la revisione dei costi indeducibili, in via parziale o totale, dell’Ires;
  • la destinazione di una parte delle imposte del contribuente al suo comune di residenza;
  • la revisione periodica della legislazione tributaria codificata.

Partite Iva, le novità in arrivo sulla revisione dell’Irpef

Sulla revisione dell’Irpef delle partite Iva con obiettivo di rispetto del criterio di progressività, le novità in arrivo consistono:

  • nel considerare le modalità di versamento dell’Ipef degli imprenditori individuali, dei lavoratori autonomi e dei lavoratori ai quali si applicano gli Indicatori sintetici di affidabilità fiscale;
  • nel mantenimento del meccanismo attuale di calcolo dei saldi e degli acconti;
  • nella revisione del carico fiscale con la mensilizzazione in via progressiva degli acconti e dei saldi stessi;
  • nell’abbassamento della ritenuta di acconto.

In cosa consiste nella pratica la riforma dell’Ipef delle partite Iva per saldi e acconti?

Le novità sull’Irpef delle partite Iva e dei lavoratori autonomi potrebbero consentire, già a decorrere dal 2022, di far pagare la metà delle imposte a novembre rateizzate nell’anno susseguente. Inoltre, a decorrere dal prossimo 1° gennaio, si procederebbe alla riduzione del 20% della ritenuta di acconto versata dalle partite Iva e dai lavoratori autonomi. Siffatto meccanismo andrebbe ancora ampliato affinché possano essere tutelati i redditi medi e bassi dei lavoratori autonomi. A tal proposito, è previsto dalla legge delega fiscale la progressiva diminuzione delle aliquote medie dei redditi più bassi.

Detrazioni e deduzione delle partite Iva nella legge delega fiscali: quali sono le novità in arrivo?

Ulteriori novità sono in arrivo per le partite Iva e per i lavoratori autonomi dalla legge di delega fiscale per quanto concerne le detrazioni e le deduzioni. La revisione dei due istituti, infatti, saranno oggetto di trasformazioni che metteranno al primo posto le detrazioni spettanti per le spese sanitarie e sociale. Si punterà, per l’acquisto di beni e servizi rientranti nel paniere delle spese sociali e sanitarie, al rimborso immediato attraverso l’utilizzo di piattaforme telematiche che consentano l’accredito diretto del 19%.

Legge delega fiscale, in arrivo il cashback sulle spese socio-sanitarie con rimborso immediato del 19%

Pertanto, tali piattaforme di cashback fiscale consentiranno al contribuente di poter ottenere il rimborso immediato del 19% di detrazione. Il meccanismo prevede il trasferimento dello sconto sull’Iban comunicato dal contribuente tramite l’applicazione IO. Un meccanismo, dunque, che riproduce quello già sperimentato tra la fine del 2020 e il 2021 del Cashback di Stato.

Regime forfetario: si punta sulla easy tax con uscita graduale

Si prevede una primavera molto calda sul fronte della Riforma Fiscale.  I vari partiti sono al lavoro per determinare i contenuti di quella che dovrebbe essere una riforma epocale e ridisegnare l’intero sistema fiscale. A creare malumori c’è anche il regime forfetario.  Archiviata l’ipotesi di una flat tax fino a 100.000 euro si lavora di una easy tax (tassa facile) che dovrebbe aiutare, agevolare, il passaggio dal regime forfetario al regime ordinario.

Regime forfetario: allo studio diverse ipotesi per l’uscita dal regime agevolato

Il regime forfetario prevede una tassazione al 15% per coloro che aderiscono e un calcolo delle spese effettuato applicando un criterio forfettario che abbiamo già visto nell’articolo Coefficienti di redditività nel regime forfetario: quali sono?

Il regime forfetario può essere scelto da coloro che hanno ricavi e compensi non superiori a 65.000 euro nell’arco dell’anno di esercizio. Superata tale soglia si va in automatico al regime ordinario che però prevede un’aliquota Irpef del 41% (con possibilità di dedurre le spese con il metodo analitico e quindi una base imponibile anche inferiore). Sono in molti però a ritenere questo passaggio eccessivamente brusco. Proprio per questo si sta lavorando a soluzioni intermedie che possano consentire un passaggio morbido tra il regime forfetario e il regime ordinario. La prima ipotesi, poi scartata, è quella di innalzare la soglia per il regime forfetario a 100.00 euro, proposta portata avanti dal leader della Lega Matteo Salvini. Spunta quindi la easy tax.

Cosa prevede la easy tax per il regime forfetario?

Specifichiamo ora che la easy tax, proposta dal M5S, non è stata approvata, ma semplicemente proposta e di conseguenza non è una certezza. Vediamo come dovrebbe funzionare. La proposta prevede che al primo anno dall’uscita dai requisiti del regime forfetario, si applichi un’aliquota del 20% . Per poter avere questa agevolazione è però necessario che i compensi e ricavi dichiarati siano almeno pari a quelli del primo anno di attività e non superiori del 10%.

Al secondo anno dal superamento della soglia per il regime forfetario si applicherà la easy tax del 20% se l’incremento ulteriore di ricavi e compensi non supera il 10%. Infine, dal terzo anno si applica l’aliquota ordinaria. Ricordiamo che attualmente è possibile rientrare nel regime forfetario appena si ripresentano le condizioni previste per l’applicazione di questo regime di favore, quindi se si rientra nei 65.000 euro.

L’obiettivo è evitare la strage di partite Iva che si è vista negli anni precedenti caratterizzati anche dalla crisi economica dovuta alla crisi pandemica.

Tra le altre ipotesi allo studio del Governo per la legge di delega fiscale c’è il cashback fiscale, ma anche su questo ci sono molti malumori ed è stato sottolineato che l’emendamento è tecnicamente errato in quanto non sono indicati gli oneri a carico dello stato che potrebbero derivarne.

Fattura elettronica allargata a tutti, in arrivo la riforma nella legge delega fiscale

La fattura elettronica allargata a tutti, anche ai contribuenti e alle partite Iva a regime forfettario che finora ne erano esenti. È quanto ci si aspetta dalla legge delega fiscale che ha già l’ok del governo. L’emendamento che prevede l’allargamento della fattura elettronica rientra in un pacchetto di provvedimenti che hanno come obiettivo quello di combattere l’evasione fiscale. Infatti, oltre all’obbligo di fattura elettronica per tutti, vi rientrano altre misure come:

  • l’obbligo di memorizzazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri;
  • l’utilizzo pieno dei dati dell’anagrafe tributaria;
  • lo scambio dei dati e il pieno utilizzo da parte delle banche delle informazioni fiscali, economiche e patrimoniali in collaborazione con la Pubblica amministrazione.

Obbligo di fatturazione elettronica esteso a tutti, anche alle partite Iva forfettarie: ecco le novità di oggi

Sono questi alcuni dei provvedimenti contenuti negli emendamenti sui quali il governo ha dato già l’ok nella legge fiscale. L’allargamento della fattura elettronica anche alle partite Iva a regime forfettario e a tutti i soggetti che attualmente ne sono esentati è atteso al voto di approvazione che potrebbe arrivare alla Camera il 28 marzo prossimo. Nello specifico emendamento che riguarda l’obbligo di fattura elettronica a tutti si fa riferimento agli obiettivi di riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale.

Quali altri provvedimenti sono attesi oltre all’obbligo di fattura elettronica per tutti?

Nella stessa direzione di contrasto all’evasione fiscale vanno gli altri provvedimenti della legge fiscale relativi alla trasmissione giornaliera dei corrispettivi; all’obbligo di memorizzare elettronicamente i corrispettivi stessi ; al pieno utilizzo dei dati dei contribuenti da parte delle banche in collaborazione con la Pubblica amministrazione. Il relativo emendamento ammette dunque lo scambio dei dati tra le banche e la Pa. I dati sono quelli economici, finanziari e patrimoniali che convergono nei sistemi informativi dell’anagrafe tributaria. Inoltre, il provvedimento prevede misure che comportino la prevenzione della reiterazione nel tempo dei comportamenti evasivi.

Fattura elettronica estesa a tutti, Bitonci: ‘È necessario affrontare tempi importanti come la riduzione delle tasse’

Sugli emendamenti alla legge fiscale che allargherebbero il perimetro di applicazione della fattura elettronica, si sono espressi Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli. “Risulta necessario prendersi tutto il tempo che serve per esaminare gli emendamenti – hanno affermato i due responsabili fiscali della Lega – Ma occorre affrontare temi importanti come il ridurre le tasse e le semplificazioni fiscali”. Accanto al pacchetto che prevede l’allargamento della fattura elettronica a tutti, infatti, è in arrivo venerdì prossimo anche un altro pacchetto di misure dove si affronteranno le aperture sulla flat tax e sul cashback fiscale. Ma anche la revisione del sistema delle deduzioni e delle detrazione, nonché dei regimi speciali dei prelievi.

Flat tax, la Lega insiste sullo scivolo a 100 mila euro e sull’abolizione dell’Irap per gli studi associati

Proprio le partite Iva a regime forfettario e la flat tax sono oggetto di richieste di Massimo Bitonci per le misure di riforma fiscale del decreto in arrivo. Bitonci ha sottolineato infatti come sia necessario mantenere il limite di flat tax per le partite Iva a 65 mila euro ma inserire uno scivolo di 2 anni con aliquota del 20% per i contribuenti che superino la soglia massima di flat tax. Il meccanismo, in altre parole, permetterebbe alle partite Iva a regime forfettario che superano il limite dei ricavi e dei corrispettivi annui dei 65 mila euro, di non dover cambiare il regime di partita Iva come avviene oggi. Le nuove regole andrebbero a vantaggio di chi aderisce regime fiscalmente più conveniente della partita Iva forfettaria.

Flat tax, la Lega chiede la no tax area fino a 10 mila euro e l’allargamento dell’esenzione Irap

L’ampiezza della platea delle partite Iva forfettarie porta l’esponente della Lega a ribadire che la flat tax deve rimanere e deve essere rivista per lo scivolo fino ai 100 mila euro. I forfettari sono in numero di due milioni sulle 5 milioni di attività economiche. Quasi una nuova partita Iva su due (il 46%) viene aperta in regime di flat tax. “È un sistema semplice, a bassa tassazione e concorrenziale al sommerso. Abbiamo chiesto una no tax area fino a 10 mila euro e l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone”, ha concluso Massimo Bitonci.

 

Fattura elettronica: verso l’obbligo per tutte le partite Iva, anche forfettarie

Si va verso l’obbligo esteso a tutte le partite Iva della fattura elettronica, anche per ai forfettari. La novità arriva direttamente dall’Atto di indirizzo del ministero dell’Economia e delle Finanze per il triennio 2022-2024, dopo l’approvazione della Commissione europea e del Consiglio di dicembre scorso. Gli obiettivi sono quelli relativi alla lotta all’evasione e alla riforma fiscale, anche mediante i big data e le lettere di compliance.

Fattura elettronica, verso l’obbligo anche alle partite Iva a regime forfettario

In arrivo dunque la fattura elettronica per tutte le partite Iva. Il ministro dell’Economia Daniele Franco punta tutto sul potenziamento dello strumento della fattura elettronica con l’estensione agli autonomi del regime forfettario. L’obiettivo è quello di contrastare l’evasione fiscale e l’omessa fatturazione dei soggetti obbligati, rendendo di fatto obbligatoria l’emissione e la trasmissione telematica delle fatture anche alle partite Iva a regime forfettario. Da ultimo anche il potenziamento dell’incentivo a effettuare i pagamenti in modalità elettronica.

Fattura elettronica per tutte le partite Iva, maggiori controlli anti-evasione

L’allargamento dell’obbligo della fattura elettronica anche ai forfettari risponde alla necessità di avere a portata di mano i dati dei contribuenti per contrastare l’evasione fiscale, soprattutto dei soggetti a più elevato rischio di frode. Con la trasmissione telematica delle fatture, il Fisco potrà svolgere in maniera più capillare i controlli incrociati tra le varie operazioni e monitorare i relativi pagamenti, anche elettronici.

Fattura elettronica e lettere di compliance, per quali contribuenti?

I contribuenti potrebbero vedersi recapitare le cosiddette “lettere di compliance”. Si tratta di comunicazioni del Fisco nelle quali si invita a favorire il venir fuori delle basi imponibili per l’applicazione dell’Iva, delle imposte di bollo e di quelle dirette. In vista delle novità della riforma fiscale, il ministero punterà a rafforzare le infrastrutture telematiche e l’accesso alle banche dati. Riceveranno le lettere di compliance i contribuenti che verranno selezionati dagli algoritmi utilizzati per studiare i flussi dai dati delle fatture elettroniche generate e dei corrispettivi delle transazioni.