Decontribuzione Sud: nuova proroga per imprese fino al 31 dicembre 2023

Continua anche per il 2023 la misura denominata Decontribuzione Sud che prevede una riduzione del 30% del costo dei contributi in favore delle aziende che assumono al Sud. Ecco i dettagli.

Arriva la proroga di Decontribuzione Sud per tutto il 2023

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato che la Commissione europea ha autorizzato anche per il 2023 l’applicazione della misura denominata Decontribuzione Sud e che mira ad agevolare le imprese del Meridione che decidono di assumere. L’obiettivo è rendere la misura strutturale. Deve sottolinearsi che la misura ha visto la luce per la prima volta nella legge di bilancio 2021 e prevede l’applicazione fino al 2029, ma l’Unione Europea provvede ad autorizzazioni solo temporanee, l’ultima in scadenza al 31 dicembre 2022.

La buona notizia è che la misura, non solo è stata prorogata al 30% fino al 31 dicembre 2023, ma non è stata considerata dall’Unione Europea un Aiuto di Stato, questo vuol dire che non rientra tra le misure da indicare nell’Autodichiarazione Aiuti di Stato e non contribuisce al raggiungimento delle soglie previste dalla relativa disciplina. Inoltre la decontribuizione non incide negativamente sulla maturazione del requisito pensionistico.

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Particolare soddisfazione è stata espressa non solo da Giorgia Meloni, ma anche dal Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto che ha sottolineato come questa possa essere considerata un’importante misura per le imprese del Sud che soffrono più delle altre la particolare congiuntura economica del periodo.

Cosa prevede Decontribuzione Sud

A questo punto è bene delimitare il campo di applicazione. Decontribuzione Sud è una misura in favore delle Regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Puglia, Calabria. Spetta per le assunzioni in tutti i settori, esclusi il settore agricolo e il lavoro domestico. Lo sgravio contributivo è del 30%, ma non si applica ai premi Inail e ai versamenti in favore dei vari fondi. Inoltre non possono usufruirne consorzi, enti ecclesiastici, IACP, fondazioni.

Con la Circolare 90 del mese di luglio 2022 l’Inps aveva invece provveduto a chiarire ulteriormente i requisiti necessari per poter ottenere l’agevolazione. La stessa infatti è riservata ad imprese che:

  • siano in regola con gli obblighi di contribuzione previdenziale secondo la normativa del Durc ( Documento Unico regolarità contributiva);
  • rispettino le norme fondamentali sulla sicurezza sul luogo di lavoro;
  • rispettino accordi e contratti collettivi.

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Resta infine da sottolineare che decontribuzione Sud è compatibile con altre forme di incentivo o aiuto, tranne nel caso in cui sia proprio la disciplina specifica a vietare il cumulo.

Agricoltura: sono sempre più numerose le coltivazioni tropicali in Italia

Il clima sta cambiando, con esso l’agricoltura, che soffre la siccità e l’aumento delle temperature. Proprio per questo si stanno avviando in Italia, soprattutto al Sud, molte coltivazioni tropicali. Di seguito quelle di maggiore successo.

Il clima si surriscalda? Arrivano le produzioni tropicali

Sfruttare al meglio le risorse che si hanno è un modo per proteggere l’ambiente, l’eccessiva siccità che in alcuni periodi dell’anno si prolunga per mesi sta mettendo a dura prova l’agricoltura e l’economia del Paese. A ciò si aggiungono le temperature che nel 2021 sono state in media di 2,18 gradi più elevate della media e il 2022 è stato già definito l’anno più caldo dall’inizio della serie storica. Proprio per questi motivi sono già molti gli agricoltori che stanno cambiando le loro produzioni puntando in tutto o in parte su produzioni di tipo tropicale.

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Che il processo di trasformazione della nostra agricoltura sia in atto è confermato da Coldiretti che sottolinea come in Italia siano presenti sempre più coltivazioni di tipo tropicale. Le Regioni che guidano questa innovazione sono Sicilia, Puglia e Calabria dove sempre di più si coltivano mango, avocado e banane.

Non si tratta di avventure alla cieca, ma di innovazioni che prendono spunto da studi condotti sul clima e che quindi hanno l’obiettivo di insistere con coltivazioni che sono adatte alle caratteristiche dei terreni e del clima. I segni di tropicalizzazione sono più evidenti in Sicilia dove la coltivazione di frutti tropicali ha raggiunto 900 mila tonnellate e comprende anche frutto della passione, lime e litchi che hanno sostituito in particolar modo le coltivazioni di agrumi.

Recupero dei terreni improduttivi e abbandonati per produzioni tropicali

Coldiretti dichiara che i coltivatori hanno puntato soprattutto al recupero dei terreni che erano rimasti incolti a causa proprio del clima sempre più vicino a quello tropicale. Insomma erano diventati improduttivi con le coltivazioni tipiche e allora si è pensato di fare di danno virtù. Il vantaggio è doppio perché, essendo coltivazioni tipiche per il clima che ormai si è creato, non c’è bisogno di creare artificialmente le condizioni, con risparmio quindi di risorse energetiche e idriche. L’idea di concentrarsi su coltivazioni tropicali in Italia è venuta a molti agricoltori anche perché gli italiani preferiscono mangiare frutta prodotta in Italia e non importata e di conseguenza stanno anche aumentando i consumi di questi prodotti.

Vorresti iniziare una coltivazione tropicale? In questo caso puoi leggere le nostre guide per gli aiuti spettanti a chi vuole investire in questo settore.

Se cerchi terre incolte da ottenere a prezzi equi, leggi: Banche delle terre agricole: uno strumento per trovare terreni incolti

Per i contributi invece, leggi: Agevolazioni per l’insediamento di giovani in agricoltura Ismea

Decontribuzione Sud: arriva la circolare operativa dell’INPS

La legge 178 del 30 dicembre 2020 all’articolo 1 commi da 161 a 168 ha previsto la decontribuzione per le aziende che assumono al Sud, sono esclusi i contratti di lavoro agricolo, lavoro domestico. L’Inps con la circolare 90 del 27 luglio 2022 ha dato indicazioni per la gestione degli adempimenti previdenziali connessi a tale esonero contributivo per il periodo da luglio 2022 a dicembre 2022.

A quanto ammonta l’agevolazione Decontribuzione Sud?

La legge 178 del 2020 prevede l’esonero contributivo in misure diverse nel tempo, in particolare:

– 30% fino al 31 dicembre 2025;
– 20% per gli anni 2026 e 2027;
– 10% per gli anni 2028 e 2029.

In quali regioni si applica?

Tale esonero si applica a Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. L’obiettivo di questa disciplina di favore è preservare l’occupazione delle imprese del Mezzogiorno in prospettiva pluriennale, tale esigenza, ribadisce la circolare 90 del 2022, diventa ancora più importante visti gli eventi socio-economici, tra cui la guerra in Ucraina, che stanno caratterizzando gli ultimi mesi.

Possono richiedere il beneficio economico i datori di lavoro anche non imprenditori che abbiano subito gli effetti negativi della guerra in Ucraina e che siano collocati nelle 8 regioni interessate. Ricordiamo che tra gli eventi connessi alla guerra ci sono i costi dell’energia.

Esclusione dei benefici Decontribuzione Sud

Oltre ad essere esclusi alcuni contratti di lavoro e in particolare lavoro domestico e nel settore agricolo, vi è l’esclusione dal beneficio della decontribuzione Sud per:

  • consorzi di bonifica;
  • enti pubblici economici;
  • istituti autonomi case popolari;
  • enti trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico, per effetto di procedimenti di privatizzazione;
  • ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato;
  • enti ecclesiastici;
  • enti morali;
  • consorzi industriali.

Sono inoltre escluse le imprese che operano nel settore finanziario e quelle sottoposte a sanzioni UE.

Dal punto di vista oggettivo la decontribuzione Sud non si applica ai premi e contributi Inail, inoltre non si applica per i versamenti ai fondi per il TFR e ai fondi interprofessionali.

Decontribuzione Sud e contratto di somministrazione di lavoro

Il beneficio viene riconosciuto anche nel caso in cui trattasi di contratto di somministrazione di lavoro, in questo caso se l’agenzia di somministrazione ha sede in una regione diversa rispetto a quelle ammesse al beneficio, l’esenzione viene applicata comunque se la sede effettiva di lavoro si trova in una delle regioni ammesse al beneficio. L’agevolazione viene comunque concessa tenendo in considerazione i limiti previsti per gli aiuti di Stato.

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Prestazioni pensionistiche

L’Inps precisa nella circolare che, in seguito all’applicazione di questa misura, resta comunque fermo il computo delle prestazioni pensionistiche per il lavoratore, cioè non vi è una perdita per il lavoratore sull’ammontare di pensione maturata.

Istruzioni operative

La circolare dell’Inps sulla Decontribuzione Sud detta anche le modalità operative per ottenere tale agevolazione per i mesi intercorrenti da luglio 2022 al 31 dicembre 2022. Nel flusso Uniemens dovranno esporre per i lavoratori per i quali spetta l’agevolazione:

  • elemento <Imponibile> e elemento <Contributo> della sezione <DenunciaIndividuale>. In particolare, nell’elemento <Contributo> deve essere indicata la contribuzione piena calcolata sull’imponibile previdenziale del mese.

Per esporre il beneficio la procedura è:

andare alla sezione <DenunciaIndividuale>, <DatiRetributivi>, nell’elemento <InfoAggcausaliContrib> i seguenti elementi:
– nell’elemento <CodiceCausale> dovrà essere inserito il valore “DESU”, avente il significato di “Esonero per assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato Articolo 1, commi da 161 a 168, della legge 30 dicembre 2020, n. 178”;

– nell’elemento <IdentMotivoUtilizzoCausale> dovrà essere indicato il valore “N”. Per quanto concerne le agenzie di somministrazione, relativamente alla posizione dei lavoratori assunti per essere impegnati presso l’impresa utilizzatrice (posizione contributiva contraddistinta dal CSC 7.07.08 e dal CA 9A), dovrà essere concatenato alla data di assunzione, il numero di matricola dell’azienda utilizzatrice, nel seguente formato AAAAMMGGMMMMMMMMMM (18 caratteri; ad esempio: 202106091234567890) o, in sua mancanza, il codice fiscale;

– nell’elemento <AnnoMeseRif> dovrà essere indicato l’Anno Mese di riferimento del conguaglio;

– nell’elemento <ImportoAnnoMeseRif> dovrà essere indicato l’importo conguagliato, relativo alla specifica competenza.

Per coloro che non riuscissero ad adeguare i sistemi entro il mese di luglio, il beneficio riguardante il mese di luglio potrà essere esposto nei successivi (agosto, settembre e ottobre 2022). per il mese arretrato deve essere compilata la sezione “InfoAggcausaliContrib” .

Puoi scaricare la circolare 90 dell’Inps qui Circolare_numero_90_del_27-07-2022

 

 

Alluvione in Sicilia: nuove date per le prove del concorso Ripam

Il maltempo degli ultimi giorni ha messo in ginocchio la Sicilia e a farne le spese sono stati in tanti e tra questi i partecipanti al concorso indetto dal Ministero del Lavoro per 1541 posti a tempo indeterminato che sono state annullate, a detta di molti, in ritardo. Ecco le nuove date per le prove dei concorsi spostate in seguito all’alluvione in Sicilia.

Alluvione in Sicilia: la conta dei danni

Strade allagate in poche ore grazie a piogge ininterrotte che hanno fatto cadere sulla Sicilia la stessa quantità di pioggia che solitamente precipita in un anno. La zona più colpita è quella del catanese e proprio a Catania ci sono state due vittime e un disperso. Deve inoltre essere sottolineato che capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha dichiarato che nonostante la tregua di queste ore, è atteso un ulteriore peggioramento delle condizioni meteo per le prossime giornate. Lo stesso è dovuto all’area di bassa pressione che si è creata sullo Ionio e che coinvolge anche la regione Calabria. Secondo le previsioni potrebbe trasformarsi in un piccolo ciclone mediterraneo, anche chiamato Medicane (MEDiterranean HurriCANE), che potrebbe coinvolgere le province di Catania, Ragusa e Siracusa. Il picco del maltempo dovrebbe essere raggiunto tra giovedì 28 ottobre 2021 e venerdì 29.

Concorso Unico Ripam Lavoro: annullamento prove concorsuali del 27 ottobre in Sicilia

Nel frattempo si contano i danni del maltempo dei giorni passati e tra gli effetti vi è stato l’annullamento delle prove concorsuali per il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, INL e INAIL. Il Formez (associazione in house alla Presidenza del Consiglio – Dipartimento della Funzione Pubblica ed alle Amministrazioni associate) ha annullato le prove del Concorso Unico Ripam Lavoro che dovevano tenersi il 27 ottobre 2021 nelle sedi di Catania e Siracusa. Non ci sono comunicazioni relative alle date successive, cioè per il giorno 28 e 29 ottobre, questo nonostante ci sia appunto una nuova allerta meteo. L’allerta deve riternersi attendibile  ed è disposta la chiusura di tutti gli uffici regionali della città e della provincia di Catania, mentre resteranno regolarmente in funzione quelli della Protezione Civile, presidi ospedalieri, strutture sanitarie, uffici del Genio Civile e ispettorato Ripartimentale Foreste.

Le prove Concorso Unico Ripam Lavoro del 27 ottobre si svolgeranno il giorno giovedì 4 novembre 2021.

Naturalmente non sono mancate polemiche, infatti il deputato Miceli del PD ha sottolineato che la decisione del Formez appare tardiva: per giorni coloro che dovevano svolgere le prove hanno viaggiato per la regione in condizioni pessime con strade piene di fango. Oltre che tardiva la scelta appare anche poco prudente, infatti chi doveva svolgere le prove il giorno 27 ha ricevuto solo il 26 a tarda ora (ore 20:00 sul sito del Formez) la notizia dell’annullamento, magari era già in viaggio e aveva prenotato stanze d’albergo per trovarsi in orario nelle sedi. Inoltre appare poco opportuno non aver annullato contemporaneamente anche quelle dei giorni 28 e 29 visto che c’è ancora rischio.

 

Ultimo aggiornamento ore 18:00

Dal sito Riqualificazione Formez è possibile accedere all’ultimo comunicato ufficiale: causa maltempo sono state sospese anche le prove del concorso Unico Ripam Lavoro dei giorni 28 e 29 ottobre 2021 da svolgersi presso le sedi di Catania e Siracusa. Le prove saranno svolte rispettivamente il giorno venerdì 5 novembre 2021 e lunedì 8 novembre 2021.

In aumento gli imprenditori agroalimentari under 35

I giovani under 35 stanno tornando alle origini, e più precisamente alla terra, poiché sono sempre più attratti dai suoi prodotti, simbolo della dieta Mediterranea ma soprattutto del Made in Italy che piace di più all’estero.

Un’analisi effettuata da Unioncamere-Infocamere conferma che, a fine giugno 2017, sono state registrate 57mila imprese agricole e dell’industria alimentare guidate da under 35, in aumento rispetto all’anno scorso del 6,8%.

Si tratta di un dato importante non solo per i giovani, che intuiscono le potenzialità del settore, ma per il comparto intero, in questo periodo particolarmente sofferente e in perdita, rispetto a giugno 2016, di 2.481 unità.
Il ritorno alla terra dei giovani, dunque, arriva a rappresentare ben il 7% del sistema produttivo impegnato in questo settore.

A primeggiare, sono le regioni del Sud, con la Sicilia in testa. Si tratta di più di 30mila imprenditori agroalimentari, l’8,1% del totale delle imprese del settore.
A contendersi le prime 10 posizioni della classifica delle province a maggior presenza di giovani imprenditori agroalimentari sono 8 realtà meridionali e due piemontesi. Sul podio, Bari, Salerno e Foggia, seguite da Nuoro. Al quinto posto Cuneo, che batte di un soffio Catania. Quindi, Cosenza, Sassari, Torino e Potenza.

Sul fronte opposto della classifica per numerosità di imprese under 35 del settore agroalimentare, Trieste, Gorizia, Prato, Rimini, Monza e Brianza, Lodi e Verbano Cusio Ossola, tutte realtà in cui queste attività non raggiungono il centinaio.

Nuoro, Crotone, Massa Carrara, seguite da Belluno, Verbano Cusio Ossola e Sondrio sono invece le province in cui le imprese under 35 “pesano” di più sul totale delle attività del settore. A Nuoro i giovani rappresentano addirittura il 16,5% degli imprenditori agroalimentari della provincia, a Crotone il 12,9%, a Massa Carrara il 12,7%.
Poco rappresentata la componente giovanile nel settore agroalimentare, invece, a Rimini, Ravenna e Ferrara, dove le imprese giovanili non raggiungono il 3% del totale dell’impresa agroalimentare locale.

E’ Sassari, infine, la regina della crescita delle aziende agroalimentare di under 35. Le 1.150 imprese giovanili del settore registrate a fine giugno sono oltre il 50% in più di un anno fa.
Sono 35 le province con saldo negativo rispetto al 2016, compreso tra il -13,5% di Monza e Brianza e il -0,1% di Agrigento.

Vera MORETTI

Finanziamenti in arrivo per le imprese siciliane

Sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale le quattro azioni del Po-Fesr per un totale i 170 milioni di euro di totale competenza dell’assessorato siciliano delle Attività Produttive, come confermato dall’assessore Mariella Lo Bello.

Con queste iniziative, le imprese siciliane potranno investire in innovazione e ricevere il giusto supporto nello sviluppo di nuove idee. Ciò, come conseguenza, porterà a nuove opportunità di occupazione e ovviamente nuove prospettive di crescita.
Con questo importante finanziamento, la Sicilia adesso ha gli strumenti per poter essere competitiva, e poter dire la sua anche a livello nazionale.

Vediamo con precisione di cosa si tratta:

  • Con l’Azione 1.1.5: “Sostegno all’avanzamento tecnologico delle imprese attraverso il finanziamento di linee pilota e azioni di validazione precoce dei prodotti e di dimostrazione su larga scala” la Regione “si pone l’obiettivo di finanziare progetti realizzati in partenariato tra imprese ed enti e strutture di ricerca, per lo sviluppo di prototipi e dimostratori, con applicazione a livello industriale delle tecnologie abilitanti chiave”.
  • Con l’Azione 3.5.1_01: “Aiuti alle imprese in fase di avviamento-bando a sportello in esenzione”, la Regione “intende sostenere i nuovi soggetti e le nuove idee favorendo la creazione di imprese e, quindi, un’occupazione stabile, che possano portare linfa e nuove prospettive al tessuto produttivo siciliano, incoraggiando così il talento imprenditoriale e l’interesse verso chi intraprende percorsi virtuosi e innovativi”.

Marianna Lo Bello ha inoltre aggiunto: “Ci attendiamo una grande partecipazione, così come rilevante è stato fin qui l’interesse mostrato dalle imprese siciliane, che possiedono eccellenza creatività e professionalità e che adesso potranno avere i necessari supporti per il decollo dell’economia e una crescita vera della nostra isola”.

Vera MORETTI

Imprese innovative: ecco dove si trova la maggioranza

Per favorire la nascita di nuove startup, ma che siano innovative, in questo periodo vengono promossi interventi di agevolazione fiscale e semplificazione burocratica, sia a livello regionale sia a livello nazionale.
Si tratta in particolare di aziende che hanno come oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

A questo proposito, dal 2012 è stata aperta una sezione speciale del Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di Commercio riservata alle startup innovative. A fine 2016 risultavano iscritte 6.475 imprese.

Considerando questi numeri, a livello regionale le maggiori incidenze di nuove imprese con idee innovative si trovano in Trentino-Alto Adige (5,3% delle nuove imprese), Sardegna (5,0%), Toscana (4,9%) e Sicilia, Umbria e Veneto (tutte con il 4,6%).
Le regioni in cui si conta nel periodo esaminato un rapporto più elevato tra nuove imprese con idea innovativa e startup innovative sono Toscana (6,5 nuove imprese innovativa per ogni start up), Puglia (5,7), Sicilia (5,5), Campania (5,3), Basilicata e Calabria (4,9).
In particolare nel Mezzogiorno (5,3) è più elevato il peso relativo delle imprese innovative rispetto a quelle che transitano per il canale formale del registro delle startup.

Inoltre, l’orientamento all’innovazione del sistema imprenditoriale italiano si può rafforzare anche attraverso forme di trasmissione di asset di impresa che garantiscano la continuità aziendale e il mantenimento del know how di imprese orientate all’innovazione.
Se consideriamo che la propensione all’innovazione delle micro imprese è pari al 32,3% delle imprese attive, nell’ipotesi di scuola di una riduzione prudenziale dei due terzi del tasso di innovazione per le imprese nella fase conclusiva del ciclo di vita e avviate alla cessazione, si può stimare che, sempre nell’arco del periodo 2013-2016, siano cessate 146.504 imprese con potenziale di innovazione, pari a circa 22 volte le startup innovative per legge.

Vera MORETTI

Unioncamere e il ministero dell’Interno contro la criminalità

Unioncamere e il Ministero dell’Interno hanno deciso di cooperare in modo stretto per combattere la criminalità. Nei giorni scorsi, infatti, Unioncamere ha sottoscritto un protocollo con l’Autorità di gestione del Programma Operativo Nazionale “Legalità” FESR-FSE 2014-2020 (PON Legalità) che prevede la collaborazione istituzionale tra i due soggetti firmatari, ovviamente finalizzata all’attuazione di alcuni interventi previsti dal PON Legalità.

Tra gli obiettivi, il più importante è quello di rafforzare le condizioni di legalità per i cittadini e le imprese, per dare così un nuovo impulso allo sviluppo economico e migliorare la coesione sociale delle regioni considerate meno sviluppate, ovvero Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Gli interventi previsti vogliono quindi in primo luogo favorire l’interoperabilità delle banche dati pubbliche, anche attraverso azioni finalizzate allo sviluppo di sistemi di analisi delle informazioni afferenti alle imprese a rischio di infiltrazione criminale e sistemi per l’anticontraffazione, la tutela del made in Italy e l’antiriciclaggio.

In secondo luogo, si pensa al rafforzamento delle competenze delle imprese sociali che gestiscono attività nei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Infine, si cercherà di giungere al miglioramento della trasparenza dei dati e delle informazioni in possesso della Pubblica Amministrazione e della diffusione degli stessi, nonché di collaborazione e compartecipazione di cittadini e stakeholder competenti nell’utilizzo di sistemi open data, sia, ad esempio, rispetto all’integrazione dei dati pubblicati che alla possibilità di proporre iniziative sulla gestione dei patrimoni confiscati, sul riutilizzo dei dati pubblici a fini di studi/ricerche e/o approfondimenti, e sul controllo sociale sui patrimoni stessi.

Vera MORETTI

Il Made in Italy alla conquista del Qatar

Dal 10 al 12 novembre si svolgerà, a Doha, il Qatar National Convention Center, che rappresenterà, per i brand di alta gamma italiani, una vera e propria vetrina per farsi conoscere ancora di più in Oriente.

Tutti i settori di eccellenza del Made in Italy verranno coinvolti, a cominciare dal food, fino al design, passando per turismo, cultura ed edilizia, tutti di profondo interesse in Qatar, come ha confermato lo sceicco Alì Bin Thamer Al Thani, promotore dell’esposizione con alcuni sponsor italiani.

L’iniziativa è stata presentata in Italia nel giugno scorso e sostenuta dai World Trade Center di Doha e di Milano, ma anche da aziende fortemente interessate ad un mercato improntato verso l’espansione come quello del Qatar, che ha in programma, da qui al 2030, una serie di investimenti multisettoriali.

Parlando di numeri, si tratta di ben 240 aziende italiane coinvolte, appartenenti a 18 diverse regioni, tra le quali quelle maggiormente rappresentate sono Lombardia, Sicilia, Piemonte, Lazio, Umbria e Veneto.

Tra gli espositori, ci sono sia grosse aziende quotate in Borsa, ma anche piccole imprese con prodotti esclusivi di alta qualità, e medie aziende con esperienze già consolidate di export.

Vera MORETTI

La crisi fa bene al mercato delle auto usate

La crisi del mercato dell’auto non accenna a calare, soprattutto per quanto riguarda le nuove immatricolazioni.

Il Centro Studi Promotor, infatti, ha confermato che, dal 2007 ad oggi, il numero di vetture nuove acquistate nel Belpaese è sceso del 47,7%.

La buona notizia arriva dal mercato dell’usato e del Km0, che, nonostante abbia dovuto fare i conto con una diminuzione delle richieste, ha saputo reggere la crisi con una perdita “solo” del 19%, ma che ora sta risalendo la china in maniera probabilmente definitiva.

La conferma di questo andamento arriva anche dal Centro Studi Continental di Reggio Emilia, secondo il quale il rapporto tra le vendite di auto usate e Km 0 e di veicoli nuovi è quasi del 2 a 1: 184 vetture usate vendute per ogni 100 automobili nuove.

Si tratta sicuramente di un dato sorprendente, che riguarda in particolare le regioni del Sud e delle isole, dove tradizionalmente i redditi sono più bassi rispetto a quelli delle regioni del Nord.
A rafforzare questa tesi, arrivano i dati del Molise, dove sono state vendute ben 462 auto usate per ogni cento vetture nuove.
A seguire, invece, compaiono la Campania, con 428 vetture usate vendute per ogni 100 nuove, la Puglia con 414, la Sicilia con 396, la Basilicata con 373, la Calabria con 352 e la Sardegna con 335.

A conferma di quanto appena sostenuto c’è anche il dato relativo alla Valle D’Aosta, una delle regioni più ricche d’Italia, dove c’è un rapporto di appena 114 auto usate per ogni 100 nuove.

Ma questa situazione ha anche un rovescio della medaglia, che riguarda l’eccesso di domanda. Il fermento che sta caratterizzando il mercato dell’usato non era previsto, o comunque non così tanto, ed ora diventa sempre più difficile accontentare le richieste, spesso relative ai veicoli di successo con chilometraggio compreso tra i 30.000 ed i 70.000 km.

Secondo il Centro Studi Promotor, negli ultimi anni si è assistito ad un generoso aumento delle quotazioni di mercato delle auto usate dotate di alimentazione a gas; infatti, secondo il 54% dei concessionari intervistati, al giorno d’oggi un’auto a metano o a gpl ha un valore di mercato superiore rispetto al corrispondente modello dotato di alimentazione a benzina o a gasolio, mentre il 23% dei rivenditori attribuisce alle auto a gas lo stesso valore di mercato dei medesimi modelli a gasolio e una quotazione leggermente più alta di quelli a benzina. In ultimo, solo il restante 23% dei salonisti ritiene che le auto alimentate a gas abbiano un valore di mercato inferiore rispetto a quelle a gasolio o a benzina.

Vera MORETTI