Dal Po in giù Giannino non c’è più

di Davide PASSONI

Meno 11 giorni alla tornata elettorale che, si spera, potrà ridare forza e dignità all’Italia. L’osservatorio politico web di Infoiva torna a puntare i suoi occhi sui candidati premier alla luce delle query che, sul loro conto, fanno gli utenti del maggior motore di ricerca.

Oggi tocca di nuovo a Oscar Giannino. Avevamo lasciato un paio di settimane fa il leader di Fare per Fermare il Declino alle prese con una localizzazione geografica delle ricerche molto polarizzata verso il Nordest e il Nordovest, meno al Centro e inesistente al Sud. Bene, il dato che salta subito all’occhio dalla evoluzione delle query negli ultimi giorni è la sparizione anche di quel minimo interesse che c’era al Centro, sempre a favore del Nordest. Parafrasando uno slogan di dubbio gusto utilizzato qualche anno fa dai militanti della Lega Nord, “dal Po in giù Giannino non c’è più“.

Per quello che riguarda invece la “qualità” delle ricerche, nel caso di Giannino e del suo movimento resta sempre alta: grande attenzione al suo leader, al partito, al suo programma. Utile sottolineare che sia tra le ricerche più frequenti, sia tra le parole più ricercate nel periodo, al primo posto compare “fermare il declino“, mentre due settimane fa c’erano “fermare il declino” e “oscar giannino fare“. Segno, forse, che da movimento leaderistico, Fare si sta trasformando in movimento e basta. Anche se Giannino è accusato dai suoi detrattori di avere più ego che seguito, siamo certi che questa possibile trasformazione gli farebbe solo piacere. Ma vediamo nel dettaglio i dati rilevati nel periodo 7 gennaio-12 febbraio.

Ricerche più frequenti
fermare il declino
oscar giannino fare
blog oscar giannino
oscar giannino facebook
radio 24 giannino
radio 24
programma oscar giannino
oscar giannino partito
movimento oscar giannino
margherita brindisi

Parole più ricercate nel periodo
fermare il declino
manifesto oscar giannino
movimento oscar giannino
oscar giannino fare
oscar giannino partito
programma oscar giannino
sondaggi oscar giannino
oscar 2012
oscar giannino facebook

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Vigevano
Udine
Milano
Padova
Verona
Treviso
Parma
Bologna

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 40%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 60%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 0%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 0%

Nota di costume. All’ultimo posto tra le ricerche più frequenti fa il suo ingresso “margherita brindisi“, ossia la moglie di Oscar Giannino. Visto che la Pascale domina le ricerche su Berlusconi, vediamo se prima del 24 entreranno in classifica anche le anche le signore che si accompagnano agli altri candidati premier…

Caro Cav, datti una svegliata

di Davide PASSONI

Finisce la settimana e l’osservatorio politico di Infoiva chiude le sue analisi tornando a occuparsi di Silvio Berlusconi. Non ce ne voglia il Cavaliere, ma i trend di ricerca degli utenti del maggiore motore online che lo riguardano sono in assoluto i più piatti e ripetitivi del nostro panel di rilevazioni. Così come quattro settimane fa, così come due settimane fa, sempre le query relative a Francesca Pascale sono in testa ai trend di ricerca. Nessun interesse per il programma del Pdl, nemmeno le recenti uscite sull’Imu hanno avuto la capacità di smuovere il popolo dei motori di ricerca.

L’unico fenomeno di un certo interesse rilevato da un mese a questa parte è un certo livellamento nella geografia delle ricerce: Nordest, Nordovest, Centro e Sud stanno arrivando alle stesse percentuali di ricerca. Ecco i dati rilevati nel periodo 7-28 gennaio:

Ricerche più frequenti
berlusconi fidanzata
silvio berlusconi fidanzata
silvio berlusconi facebook
francesca pascale
monti mario
berlusconi silvio wikipedia
santoro berlusconi
età silvio berlusconi
silvio berlusconi santoro

Parole più ricercate nel periodo
berlusconi fidanzata
età silvio berlusconi
francesca pascale
santoro berlusconi
silvio berlusconi fidanzata
monti mario
berlusconi silvio wikipedia
silvio berlusconi facebook

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Vigevano
Milano
Cagliari
Padova
Bologna
Verona
Roma
Brescia
Bari
Firenze

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 20%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 30%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 30%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 20%

Caro Silvio, tra due settimane si vota. Se gli utenti sul web non cercano nulla riguardo al programma elettorale del Pdl, forse è il caso di darsi una svegliata. Comparire a ogni ora su ogni radio, tv, giornale potrebbe paradossalmente non bastare.

Ingroia, casco in testa all’assalto del web

di Davide PASSONI

L’osservatorio politico “web oriented” di Infoiva torna a puntare l’occhio su uno dei candidati premier alle prossime politiche che ha un gran da fare a sgomitare, per non finire cannibalizzato dai big: Antonio Ingroia.

Il magistrato palermitano, alla guida della sua Rivoluzione Civile, nonostante sia oggettivamente più indietro dei big nei sondaggi, sta cominciando a giocare un ruolo importante nel panorama delle alleanze post voto, oltre che come possibile “guastafeste” in alcune regioni chiave. Esattamente quello che succede anche con il movimento di Giannino e che sta ancora premiando Ingroia nelle ricerche degli utenti del maggiore motore della rete.

Se, infatti, una decina di giorni fa le parole più ricercate e le ricerche più frequenti erano molto precise e puntuali su movimento e programma ma, ancora, pesava la vicenda “Guatemala” tra gli utenti del web, ora il Guatemala è sparito, lasciando spazio a query puntuali e di alto valore. Tra le quali si rafforza “ingroia sondaggi”: segno che a qualcuno interessa capire quali sono le reali prospettive di Rivoluzione Civile. Ecco i dati rilevati nel periodo 7-28 gennaio:

Ricerche più frequenti
rivoluzione civile
ingroia rivoluzione
antonio ingroia
rivoluzione civile ingroia
ingroia lista
ingroia programma
movimento ingroia
candidati ingroia
sondaggi
ingroia sondaggi

Parole più ricercate nel periodo
candidati ingroia
ingroia candidato
ingroia lista
ingroia liste
ingroia programma
ingroia rivoluzione
ingroia sondaggi
io so ingroia
movimento ingroia
rivoluzione civile

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Vigevano
Cagliari
Pisa
Palermo
Pescara
Roma
Genova
Bologna
Firenze
Catania

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 10%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 10%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 30%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 50%

Come si vede, dunque, la web-situazione di Ingroia tende al bello stabile. E il movimento del magistrato guadagna quote di interesse al Sud a scapito del Centro, mentre al Nord continua a non sedurre. La sicilianità paga, ma anche si paga…

Il Grillo canta a Mezzogiorno

di Davide PASSONI

L’osservatorio politico di Infoiva torna a frugare tra i trend di ricerca degli utenti del maggiore motore della rete, relativamente ai candidati premier alle prossime politiche di fine febbraio. Oggi torniamo da quello che non è un candidato premier, ma che, essendo figlio del web, trova su internet habitat e consensi: Beppe Grillo.

Avevamo visto un paio di settimane fa come il comico ligure fosse premiato dalle ricerce in termini di qualità e precisione delle stesse. A oggi il trend è confermato: “beppe grillo blog” e “blog” continuano a essere le query più frequenti, mentre tra le parole più ricercate irrompono quelle relativa allo Tsunami Tour, il tour elettorale di Grillo partito a metà gennaio. “Beppe grillo tsunami”, “tsunami”, “tsunami tour”, “beppe grillo 2013” e “tour beppe grillo” è infatti la top 5 dei termini più ricercati, a conferma del fatto che la fonte primaria di informazioni sul Movimento 5 Stelle e sul suo leader è la rete. Ecco i dati rilevati nel periodo 7 gennaio – 4 febbraio:

Ricerche più frequenti
beppe grillo blog
blog
fatto
beppe grillo facebook
il fatto
fatto quotidiano
il fatto quotidiano
5 stelle
beppe grillo youtube
movimento 5 stelle

Parole più ricercate nel periodo
beppe grillo tsunami
tsunami
tsunami tour
beppe grillo 2013
tour beppe grillo
beppe grillo omicidio
programma beppe grillo
movimento 5 stelle
sondaggi
5 stelle

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Rimini
Ancona
Pisa
Perugia
Modena
Genova
Udine
Parma
Pescara
Cagliari

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 10%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 10%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 60%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 20%

Il trend interessante riguarda però la distribuzione geografica delle ricerche. Se due settimane fa dal Sud non c’era praticamente interesse per Grillo e il suo movimento, oggi siamo a un 20% di ricerche, ottenuto dimezzando le percentuali del Nordest e del Nordovest. Forse perché alcune delle prime tappe dello Tsunami Tour sono state in Meridione, o forse perché il comico comincia a far breccia nei cuori del Sud?

Dal Nordovest grattacapi per Bersani

di Davide SCHIOPPA

Meno di un mese alle elezioni politiche e il web continua a darci interessanti indicazioni sugli umori degli utenti del maggior motore di ricerca della rete. L’osservatorio politico web oriented di Infoiva oggi torna a occuparsi delle ricerche che gli utenti compiono sui candidati premier alla tornata elettorale di fine febbraio. Ci occupiamo ancora di Pierluigi Bersani, lasciato 10 giorni fa alle prese con il fantasma fastidioso di Matteo Renzi, quasi onnipresente nelle query effettuate sul segretario del Pd.

Renzi che, lo dobbiamo dire, ancora è presente a insidiare Bersani, ma le query degli utenti si fanno adesso un po’ più puntuali. Se, nelle ricerche più frequenti, la classifica è poco mossa – con il significativo ingresso della query “programma bersani” nella top 10 – tra le parole più ricercate lo scossone su Renzi è stato più significativo: in testa c’è la coppia “monti bersani”, che nemmeno era in classifica 10 giorni fa, seguita da “programma bersani”, che scala due posizioni ai danni proprio di “renzi”. Potere delle vere, presunte, possibili, impossibili alleanze tra i partite dei due leader. Ma ecco, nel dettaglio, i dati rilevati nel periodo 7-28 gennaio:

Ricerche più frequenti
bersani renzi
renzi
legge bersani
bersani pierluigi
primarie
pd bersani
bersani primarie
pd
samuele bersani
programma bersani

Parole più ricercate nel periodo
monti bersani
programma bersani
bersani renzi
renzi
monti
berlusconi bersani
berlusconi
primarie
bersani primarie
pd bersani

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Perugia
Firenze
Pisa
Bologna
Parma
Cagliari
Modena
Cosenza
Roma
Genova

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 0%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 40%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 60%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 0%

Per chiudere, un dato significativo: la polarizzazione dell’interesse per Bersani e il suo programma al Nordest e al Centro. Se già 10 giorni fa al Sud importava poco o nulla del Pd e del suo segretario, ora anche il Nordovest industriale e operaio snobba Bersani. Saranno anche solo query, ma non è un bel segnale per il leader della sinistra italiana…

Befera: il Redditometro tutela gli onesti

Ormai sembra l’unico rimasto a difendere il redditometro. Parliamo del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, il quale è ormai il padre adottivo di questo strumento fiscale, abbandonato alla nascita dai genitori biologici e mai desiderato da chi è venuto dopo di loro.

Befera è infatti tornato a parlare dello strumento di accertamento fiscale durante l’edizione 2013 di Telefisco, annuale convegno online dedicato alle tematiche fiscali. “Il redditometro – ha detto Befera – sarà uno strumento che permetterà un doppio confronto con il contribuente“. “Gli accertamenti delle Entrate – ha continuato – sono attività unilaterali. Dopodiché si apre un dibattito con il contribuente, che può dimostrare se quanto abbiamo noi valutato non è corretto. Il contribuente può portarci documenti aggiuntivi, e in quella fase di contradditorio si può arrivare a una modifica, anche in autotutela, o alla cancellazione dell’accertamento. Con la particolarità che in questo caso l’incontro avviene due volte, una prima del procedimento e un’altra dopo l’accertamento vero e proprio“.

Dopodiché, Befera ha tranquillizzato gli imprenditori ricordando come il redditometro è finalizzato agli accertamenti sulle persone fisiche e non sulle imprese: “Con il redditometro faremo 30-35mila controlli quest’anno, dicendo addio ai controlli basati su moltiplicatori e valori catastali e concentrandoci sulle spese reali effettivamente sostenute“. Il direttore delle Entrate ha anche annunciato che la circolare applicativa sul redditometro arriverà nel giro di un paio di mesi.

Poi la stoccata, piuttosto seccata, a mass media e opinione pubblica: “La lotta all’evasione in Italia è difficile. Ogni volta che si tenta di fare un passo avanti si scatenano polemiche di tutti i tipi. L’anno scorso di questi tempi c’era la spettacolarizzazione delle operazioni sul territorio, come quelle a Cortina, e allora ci chiedevano di fare l’incrocio di banche dati. Ora l’abbiamo fatto, con il redditometro, e si sono scatenate altre proteste. Il redditometro non è altro che un incrocio di banche dati e riguarda un numero limitato di soggetti responsabili di un’evasione sfacciata“.

Torna, dunque l’aggettivo “sfacciata” riferito all’evasione nel vocabolario beferiano. E torna di nuovo, ascoltando le sue parole, la sensazione di “uomo solo al comando” nella lotta ai mariuoli. Sarà che tutti i leader politici sono impegnati in campagna elettorale e a promettere improbabili tagli di tasse, ma il contrasto all’evasione sembra essere rimasto ormai affare di pochi.

Lista Monti: il Prof ci ha visto lungo…

di Davide PASSONI

Poco mosso. Se stessimo parlando di bollettino dei mari, questa sarebbe la fotografia della situazione del premier Mario Monti alla luce delle ricerche che gli utenti di internet fanno, riguardo a lui e al suo programma, sul maggiore motore di ricerca.

Due settimane fa l’osservatorio politico di Infoiva aveva analizzato i trend di ricerca relativi al Professore, ancora fresco della sua discesa in campo per le prossime elezioni politiche. Lo avevamo trovato ben posizionato nell’orbita dei social network, visto che aveva scoperto le potenzialità di Facebook e Twitter. Ecco, oggi lo ritroviamo inchiodato lì, all’uccellino e al libro delle facce; il che non è un male, visto l’uso che dei due social fa Monti, ma quello che è davvero cambiato è l’ingresso, tanto tra le ricerche più frequenti quanto tra le parole più ricercate, dei termini “lista mario monti” e “lista monti”. Segno che la mossa del Professore di candidare nomi noti – con relative polemiche – ha pagato. Ma ecco, nel dettaglio, i dati rilevati nel periodo 7-28 gennaio:

Ricerche più frequenti
monti facebook
twitter monti
mario monti facebook
mario monti twitter
agenda monti
agenda mario monti
silvio berlusconi
lista mario monti
lista monti
mario monti massoneria

Parole più ricercate nel periodo
agenda mario monti
agenda monti
lista mario monti
lista monti
mario monti twitter
twitter monti
silvio berlusconi
berlusconi
mario monti facebook
monti facebook

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Cagliari
Verona
Treviso
Pisa
Salerno
Milano
Genova
Roma
Brescia
Pescara

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 20%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 50%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 20%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 10%

Interessante notare come, rispetto a due settimane fa, si sia risvegliato l’interesse per Monti nel Nord Italia (l’area Nielsen 1 era allo 0% nella precedente rilevazione) e come Cagliari e Verona continuino a essere i capoluoghi più interessati al Prof. Ah, e il voyeurismo è duro a morire: ricerche sui rapporti tra Monti e i massoni continuano a resistere. Anche se, visti i fatti di questi giorni, agli elettori interessano forse di più i rapporti con i banchieri che con i muratori…

Redditometro, i dubbi di tributaristi e artigiani

di Davide PASSONI

Come c’era da aspettarsi, non sono mancate le prese di posizione contro il redditometro da diverse associazioni professionali e di categoria. Quando non si tratta di veri e propri attacchi, ci si trova comunque di fronte a perplessità o, quantomeno, a inviti alla cautela.

Come dimostra l’Istituto Nazionale Tributaristi il cui presidente, Riccardo Alemanno, sottolinea come “ogni strumento che possa fare emergere imponibile sottratto a tassazione è da accogliere positivamente, quindi anche la nuova versione del cosiddetto redditometro può essere estremamente utile nella lotta all’evasione fiscale“.

Chiarito ciò, Alemanno mette in guardia dalle inevitabili difficoltà applicative del nuovo strumento informatico, soprattutto laddove viene richiesto al contribuente di documentare spese ed investimenti, di giustificare tutte le forme di reddito o comunque di entrate di denaro. “Senza volere entrare nel merito dal punto di vista giuridico, uno strumento che sicuramente burocratizzerà la vita delle famiglie, ma il cui fine, ovvero fare emergere i redditi non dichiarati, è sicuramente condivisibile anche per il mantenimento e possibilmente dell’incremento degli aiuti al welfare“.

Naturalmente, secondo Alemanno, un giudizio ponderato potrà essere dato solo avere provato, nel concreto e con casi reali il nuovo strumento di controllo. Ai cittadini dovrà essere dato un congruo periodo di tempo per recuperare i documenti giustificativi di investimenti, reddito e spesa. “Inoltre sarà fondamentale il ruolo delle banche dati delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici nonché degli istituti di credito: la loro capacità di incrociare dati e documenti potrebbe sollevare il contribuente dal presentare documentazione già in loro possesso, cosa che nel recente passato ha invece incontrato grosse problematiche“.

Insomma uno strumento che “se serve a colpire chi possiede beni di lusso ed ha un alto tenore di vita ma dichiara redditi bassi, senza fornirne giustificazione, ben venga; se invece si tramuterà in una sorta di controllo della vita delle persone e delle famiglie, allora vorrebbe dire che se ne è sbagliato l’uso“.

Anche la Cgia di Mestre ha recentemente sollevato qualche perplessità sugli esiti che il redditometro dovrebbe originare. Secondo l’associazione mestrina, che ha analizzato con attenzione la “Relazione Tecnica” al DL n° 78/2010 del 31 maggio 2010, che ha dato origine al nuovo redditometro, con la sua applicazione l’erario dovrebbe incassare nel 2013 quasi 815 milioni di euro: 100 milioni grazie all’attività accertativa e altri 715 circa per mezzo della dissuasione che provocherà nei confronti dei contribuenti. Insomma, come direbbero gli americani… peanuts, noccioline, a confronto con le cifre vere dell’evasione in Italia.

Ci rendiamo conto che stiamo parlando di effetti economici sulle entrate poco più che marginali – ha infatti tuonato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre –? Con l’applicazione del Redditometro abbiamo gettato nel panico milioni di famiglie italiane per nulla. Sia chiaro: io spero che il redditometro stani gli evasori totali, colpisca chi le tasse non le paga, ma se le previsioni di incasso sono queste, concentrate per la stragrande maggioranza sull’autotassazione, il pericolo che il redditometro tradisca le aspettative è molto probabile“. E avanti così…

A Giannino l’Oscar degli utenti web. Ma non al Sud

di Davide PASSONI

Cari lettori, Infoiva continua il suo tour pre-elettorale tra gli umori del web relativamente ai candidati premier alle prossime politiche di fine febbraio. Lo fa, come sempre, “annusando” i trend di ricerca sul maggiore motore della rete, per scoprire se, quanto e come la gente si informa online su coloro che, tra poco meno di un mese, avranno nelle mani le sorti del Paese.

Torniamo a occuparci oggi di Oscar Giannino. Lo avevamo lasciato due settimane fa con dei trend di ricerca di tutto rispetto: specifici, ben focalizzati, lontani da tutto ciò che non è sano interesse per la politica. Ebbene, lo ritroviamo ancora solidamente ancorato alle ricerche più nitide, segno che il personaggio e il suo programma continuano a interessare gli utenti del web.

Qualche movimento in più si registra nell’elenco delle città dove maggiormente si cercano informazioni sul candidato Giannino, mentre la ricerca per aree geografiche continua a polarizzarsi in maniera solida verso il Nord-Est. ma vediamo nel dettaglio i dati rilevati nel periodo 7-28 gennaio.

Ricerche più frequenti
fermare il declino
oscar giannino fare
oscar giannino facebook
movimento oscar giannino
oscar giannino partito
programma oscar giannino
radio 24
blog oscar giannino

Parole più ricercate nel periodo
oscar giannino fare
programma oscar giannino
oscar giannino facebook
oscar giannino partito
movimento oscar giannino
fermare il declino

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Vigevano
Bergamo
Bologna
Padova
Milano
Brescia
Verona
Firenze
Genova
Torino

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 40%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 50%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 10%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 0%

Proprio su quest’ultima parte, relativa alle ricerche per area, vale la pena soffermarsi. Continua, infatti, il disinteresse totale dell’utenza web del Sud per Giannino e il suo movimento. Che nel Mezzogiorno non abbiano intenzione di… “Fare per fermare il declino”?

Redditometro: come funziona

L’aura di strumento maledetto che il redditometro porta con sé, in realtà verrebbe meno se lo si guardasse nel dettaglio. In effetti, quando si pensa a strumenti di accertamento fiscale, si immaginano accrocchi bizantini, tabelle e tabelle con campi da compilare, dati da inserire, cifre da dedurre; modelli e strumenti fatti apposta per far inciampare il contribuente sulle minuzie così che… zac! l‘amministrazione tributaria gli bussa alla porta in men che non si dica.

Invece, tra i tanti dubbi e difetti, il redditometro 2013 almeno un pregio ce l’ha: è relativamente semplice nella compilazione e nel meccanismo di verifica. Intanto, consumi e tenori di vita sono confrontati sulle fonti di reddito dichiarate, senza controlli patrimoniali e bancari incrociati. Per fare ciò, sono state censite 100 voci di spesa critiche, divise in due gruppi: il primo riguarda spese fatte in Italia, dagli immobili, alle auto, dai movimenti di capitali alle utenze, dai mutui alla sanità privata alle ristrutturazioni. Il secondo si basa su dati forniti dal contribuente: in primis la dichiarazione dei redditi, dove hanno un peso importante le deduzioni. In merito ai consumi correnti sono utilizzati i dati Istat, ponderati in base al luogo e al tipo di famiglia esaminata.

Una volta compilato, il redditometro ha un margine di tolleranza del 20% tra reddito dichiarato e spese accertate: oltre questo limite, il fisco chiederà al contribuente spiegazioni. Se lo scostamento del 20% è inferiore ai 12mila euro l’anno, il controllo non sarà effettuato. Un bonus pensato per correggere gli errori dovuti all’applicazione delle medie Istat.

C’è poi la parte più “pittoresca”, del redditometro, quella dei cosiddetti “beni simbolici”. Il vecchio redditometro, tanti lo ricorderanno, chiedeva al contribuente notizie sulla proprietà di beni come barche, aerei, cavalli, che costituivano gli elementi per presumere e attribuire un reddito al contribuente. Adesso l’accertamento delle spese viene fatto su uno spettro più ampio di beni e su dati certi in possesso dell’Agenzia delle entrate, come la potenza delle auto, la lunghezza delle barche, i consumi elettrici.

Ma che cosa succede se si riscontra lo scostamento fatidico del 20% con superiore ai 12mila euro? Scatta la convocazione dell’Agenzia delle entrate che si diventa contraddittorio e poi accertamento fiscale se l’amministrazione tributaria non viene convinta dalle spiegazioni del contribuente. Quest’ultimo può difendersi dimostrando che il Fisco ha ricostruito le sue spese in modo errato o che i pagamenti “sospetti” sono stati effettuati da terzio o fatti grazie a risparmi accantonati. Attenzione: in questi ultimi due casi è necessario avere le pezze giustificative, negli altri casi no, dato che di molti di queste spese l’Agenzia delle Entrate ha già traccia. E se tutto questo non bastasse e il Fisco fosse certo delle proprie ragioni, il bollo di evasore arriva appiccicato dritto sulla schiena: insieme a una multa pari al 30% della quota in eccedenza. In bocca al lupo…