INT chiede studi di settore solo per fini statistici

Nella sua consueta lettera di buon anno, inviata al Ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan, al Vice Ministro Enrico Morando ed al Direttore dell’ Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini, Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi ha voluto affrontare subito una questione importante ed urgente.

L’attenzione del presidente di INT si è focalizzata sugli studi di settore, che, secondo lui, dovrebbero, per l’anno 2017, essere inviati a imprese e lavoratori autonomi sono per fini statistici, senza nessun’altra finalità.

Queste le parole di Alemanno: “Preso atto del rinvio dell’applicazione degli indici sintetici di affidabilità e dell’applicazione degli studi di settore, condividendo la volontà di applicare i nuovi parametri premiali (ISA) per tutti i contribuenti e non solo per una parte come precedentemente previsto, atteso che gli ISA andranno comunque a sostituire gli studi di settore che, evidentemente, non riescono più a rappresentare la realtà economica e produttiva di imprese e lavoratori autonomi e che pertanto non possono essere di supporto ad eventuali accertamenti, sono a richiedere che, per l’anno 2017, siano inviati solo ai fini statistici e non per la determinazione di ricavi, poiché come predetto non riescono più, tanto meno in periodi di crisi, a delineare ricavi realistici. Ciò evidentemente rappresenterebbe un vero atto di compliance da parte della P.A. e di rispetto delle imprese e dei lavoratori autonomi, ai quali era stato annunciato l’abbandono degli studi di settore e l’introduzione di strumenti di compliance quali gli ISA”.

Trattandosi di un argomento per lui cruciale, Alemanno si è dunque raccomandato affinché, anche in vista dello scioglimento delle Camere, il Ministero dell’Economia e delle Finanze rimanga dello stesso avviso: “Mi auguro che il Ministro Padoan accolga questa richiesta e che emani un decreto in tal senso, in caso contrario, ripresenteremo la richiesta al prossimo titolare del Dicastero dell’economia. Comunque sarebbe un bell’atto, finale o iniziale che sia, nei confronti dei contribuenti”.

Vera MORETTI

MEF e INT al lavoro per gli indici di affidabilità fiscale

Ha avuto luogo a Roma una riunione relativa alla presentazione dell’elenco delle attività economiche interessate dalla fase di elaborazione degli indici di affidabilità fiscale per il 2017, e all’aggiornamento sulle attività di elaborazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale ISA, che rappresentano gli ex studi di settore, convocata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Commissione Esperti per gli Studi di Settore.

L’Istituto Nazionale Tributaristi era presente con il Vice Presidente Vicario Giorgio Del Ghingaro, membro della Commissione, che ha voluto evidenziare due aspetti davvero innovativi, come la finalità premiante degli indici e la possibilità di analizzare i contenuti di banche dati.
Queste le sue parole in merito: “E’ da apprezzare lo sforzo dell’Amministrazione Finanziaria, di trasformare il rapporto col contribuente da coercitivo e sanzionatorio a collaborante e premiante. L’evoluzione dallo studio di settore all’ISA, ci auguriamo permetta un cambiamento culturale, nei rapporti fisco-imprese-professionisti, nell’ottica di un miglioramento dei servizi offerti, con l’incrocio delle banche dati non fiscali e con la valorizzazione del sistema premiante, vera novità dell’ISA”.

Riccardo Alemanno, Presidente nazionale INT, ha voluto dal canto suo garantire il proprio impegno a collaborare nell’ambito dei lavori della Commissione e ovviamente nei rapporti con Agenzia delle Entrate e MEF: “Mi auguro che, al di là della capacità di meglio analizzare le varie attività d’impresa o di lavoro autonomo e della premialità, gli indici di affidabilità comportino per i contribuenti e gli intermediari fiscali, che li assistono, una effettiva semplificazione rispetto agli studi di settore, la cui compilazione ha creato non poche problematiche per reperire dati che in molti casi erano ininfluenti sul risultato dell’elaborato. Confido pertanto nei vertici e nei tecnici del MEF e dell’Agenzia delle Entrate affinché la semplificazione di tale adempimento si concretizzi effettivamente, parallelamente alla volontà di premiare i contribuenti virtuosi”.

Vera MORETTI

Pubblicato l’elenco degli studi di settore 2016

E’ partito l’accesso alla disciplina premiale per gli studi di settore del periodo d’imposta 2016.
L’Agenzia delle Entrate, con un provvedimento del direttore datato 23 maggio, ha quindi pubblicato l’elenco dei 155 studi che permettono di accedere alla disciplina di favore introdotta dal decreto Salva Italia e che quest’anno rappresentano l’80% del totale.

Anche per il periodo d’imposta 2016 il regime premiale si applica agli studi per i quali risultano approvati indicatori di coerenza economica riferibili ad almeno 4 diverse tipologie tra: efficienza e produttività del fattore lavoro; efficienza e produttività del fattore capitale; efficienza di gestione delle scorte; redditività; struttura. In alternativa, gli indicatori devono essere riferibili a tre delle tipologie indicate sopra e, contemporaneamente, prevedere l’indicatore “Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti”.

Al regime premiale sono ammessi i contribuenti “virtuosi” che dichiarano ricavi o compensi pari o superiori a quelli risultanti dall’applicazione degli studi di settore, anche per adeguamento, che hanno regolarmente assolto gli obblighi di comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi e che risultano coerenti con gli specifici indicatori previsti dai decreti di approvazione dello studio di settore o degli studi di settore applicabili.

I soggetti ammessi al regime premiale possono beneficiare dell’esclusione dagli accertamenti analitico-presuntivi, della riduzione di un anno dei termini di decadenza per l’attività di accertamento effettuata ai fini delle imposte dirette e dell’Iva e la limitazione della possibilità di accertamento sintetico del reddito complessivo.

Vera MORETTI

Agenzia delle Entrate comunica le anomalie degli studi di settore

L’Agenzia delle Entrate ha informato gli interessati di anomalie riscontrate negli studi di settore con le seguenti modalità: relativamente al triennio di imposta 2013-2015 i 147mila contribuenti sono avvisati o tramite Pec, se non ha nessun intermediario che se ne occupa, oppure con messaggio personalizzato nell’area autenticata più un sms, se è abilitato ai servizi telematici delle Entrate.

Se però il contribuente ha scelto di ricorrere ad un intermediario, le comunicazioni sono trasmesse via Entratel all’intermediario stesso.

In più, nell’ipotesi di chiarimenti, i contribuenti o gli intermediari possono utilizzare l’apposito software “Comunicazioni anomalie 2017”, disponibile nella sezione “Studi di settore” del sito delle Entrate.
L’identificazione delle anomalie è avvenuta attraverso l’elaborazione di una specifica tecnica realizzata con il supporto della Sose Spa.

Andando nel dettaglio, per il 2017 sono stati trovati 70 casi diversi di anomalie e la maggior parte di questi riguarda le imprese che hanno dichiarato dati discordanti in tema di esistenze iniziali e rimanenze finali; altre invece riguardano i professionisti, come quelli che non hanno dichiarato i beni strumentali che stanno ammortizzando; i rimanenti, entrambe le tipologie di redditi.

Inoltre sono state confermate le ipotesi di esclusione dalla selezione, come coloro che al momento dell’elaborazione della comunicazione hanno cessato l’attività, chiuso la partita Iva o sono falliti oppure deceduti; o ancora i contribuenti che hanno barrato, in uno dei periodi d’imposta interessati, la voce V03 “Applicazione del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità nel periodo d’imposta precedente” del “Quadro V – Ulteriori dati specifici” del modello studi di settore.

Vera MORETTI

Studi di settore al capolinea

Forse i liberi professionisti potranno dire addio agli odiati e invisi studi di settore.
Sembra, infatti, che questi verranno “rottamati” e definitivamente eliminati dal prossimo anno.

Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, ha dichiarato in proposito: “Per molti sarà la fine di un incubo anche se sarà necessario monitorare questo periodo di transizione con grande attenzione. I nuovi indicatori di affidabilità fiscale che sostituiranno gli studi di settore dovranno garantire una riduzione delle tasse e una maggiore semplificazione nei rapporti con il fisco. Altrimenti, questa novità servirà a poco. Per questo è determinante che nella fase di gestazione di questi indicatori siano coinvolte le associazioni di categoria dei lavoratori autonomi, che meglio di chiunque altro conoscono le specificità e le caratteristiche fiscali di queste attività imprenditoriali”.

Dopo 18 anni, le partite Iva sottoposte agli studi di settore attivati dall’Amministrazione finanziaria sono state oltre 2,5 milioni. Di queste, 2,6 milioni di attività, pari al 73% del totale, sono risultate congrue, ovvero in grado di rispettare le richieste avanzate dall’Amministrazione finanziaria in materia di ricavi.
Ma, nonostante ciò, questi contribuenti, dopo aver assolto il loro compito, rimangono comunque nel mirino del fisco, perché ogni anno rischiano di subire un accertamento fiscale, sebbene per gli studi di settore risultino soggetti fedeli al fisco. Nel 2016, infatti, sono stati poco meno di 368.500 gli accertamenti in materia di Iva, Irap e imposte dirette che hanno interessato le imprese potenzialmente soggette agli studi di settore.

Ha aggiunto Renato Mason, segretario della CGIA: “Chi nel prossimo futuro rispetterà le disposizioni previste dagli indici di affidabilità fiscale non dovrà più essere sottoposto ad alcuna attività accertativa. Inoltre, bisognerà limitare al massimo il numero di controversie per togliere quell’ansia da fisco che, purtroppo, continua a investire molti piccoli imprenditori. Per questo sarà necessario introdurre un regime premiale a beneficio di coloro che sono in regola con le richieste dell’Amministrazione, così come era stato annunciato verso la seconda metà degli anni ’90 in sede di presentazione degli studi di settore che, in seguito, è stato clamorosamente disatteso”.

Negli anni gli studi di settore hanno garantito un grosso apporto di gettito alle casse del Stato. Dal 1998, anno della loro introduzione, al 2015 (ultimo dato disponibile), a fronte di 49,2 miliardi di euro di maggiori ricavi ottenuti attraverso l’adeguamento spontaneo in sede di dichiarazione dei redditi, questi si sono tradotti, secondo una stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA, in 19,6 miliardi di euro di tasse in più versate all’erario.

Ha concluso così Zabeo: “Certo è difficile stabilire quanti di questi soldi siano il frutto di una graduale emersione della base imponibile e quanti, invece, siano riconducibili a tasse aggiuntive che i contribuenti hanno pagato perché l’asticella dei ricavi imposta dagli studi di settore era troppo elevata. Molto probabilmente la verità sta nel mezzo. Per questo è necessario che i nuovi indicatori di affidabilità non ricalchino queste vecchie abitudini”.

Vera MORETTI

Revisione degli studi di settore

Ulteriori novità in vista per gli studi di settore. La scorsa settimana è arrivata la firma del direttore delle Entrate in calce al provvedimento che contiene l’elenco di 67 studi applicabili a partire dal periodo d’imposta 2016 che saranno oggetto di revisione da parte dell’Agenzia.

Dei 67 studi di settore per i quali è prevista una revisione globale, la maggior parte appartiene al settore del commercio (21), seguito da quello delle manifatture (20), dal settore dei servizi (19) e da quello attività professionali (7). Uno solo di questi studi, precisamente quello indicato dal codice WK01U (applicabile ai notai),sarà oggetto di revisione anticipata.

L’Agenzia sottolinea come la revisione programmata degli studi di settore abbia come obiettivo il mantenimento nel medio periodo della loro capacità di rappresentare più fedelmente possibile la realtà economica cui sono riferiti, come prevede la legge 146/1998.

Il testo di legge dispone infatti che gli studi di settore siano rivisti al massimo ogni tre anni dalla data della loro entrata in vigore o di quella della loro ultima revisione per mantenerne una certa attendibilità alla luce dell’evoluzione dell’economia reale.

Online il software Segnalazioni 2015

Abbiamo parlato ieri della pubblicazione sul sito dell’Agenzia delle Dogane della versione aggiornata del software Intr@web 2015. Oggi segnaliamo un’altra novità informatica, la disponibilità sul sito dell’Agenzia delle Entrate del software Segnalazioni 2015.

Segnalazioni 2015 è il software con il quale i contribuenti possono segnalare all’Amministrazione finanziaria le proprie ragioni relativamente a situazioni di non coerenza, non congruità o non normalità che risultino dall’applicazione degli studi di settore per il periodo d’imposta 2014.

Sempre con Segnalazioni 2015 è possibile segnalare al fisco informazioni o precisazioni sull’indicazione in dichiarazione di cause di inapplicabilità o di esclusione dagli studi dagli studi di settore.

Per poter utilizzare Segnalazioni 2015 è necessario accedere all’area riservata Entratel/Fisconline, autenticandosi con le proprie credenziali; una volta nel sistema, selezionare Comunicare – Segnalazioni Studi di Settore/Unico 2015.

Studi di settore, ok alle specifiche tecniche

In questo mese di scadenze fiscali, arriva la notizia che sono state approvate dall’Agenzia delle Entrate le specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei modelli relativi alla comunicazione dei dati rilevanti per l’applicazione degli studi di settore per il periodo d’imposta 2014.

Tali dati sono parte integrante della dichiarazione dei redditi da presentare attraverso il modello Unico 2015. L’approvazione delle specifiche per gli studi di settore è avvenuta con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Conseguentemente, sono stati approvati i controlli di coerenza tra Unico 2015 e i modelli degli studi di settore e sono stati integrati quelli afferenti i parametri. Particolare attenzione, inoltre deve essere prestata nella compilazione di alcuni modelli relativi agli studi di settore, nei quali sono stati corretti dalle Entrate alcuni refusi della modulistica. Questi gli studi di settore interessati dalle correzioni: WM21C, WM27A, WD19U, VG53U, VG82U, VG95U, WK05U, mentre per le istruzioni gli studi UG99U, WG61C, WG61G, WG61H e WG61F.

Istituto Nazionale Tributaristi: bene proroga Unico 2015

L’ Istituto Nazionale Tributaristi (Int) ha accolto con favore e con un sospiro di sollievo la proroga al 6 luglio dei pagamenti collegati al modello Unico 2015 concessa dal ministero dell’Economia.

Come Istituto Nazionale Tributaristi avevamo chiesto il rinvio al 16 luglio per tutti i soggetti obbligati alla presentazione del modello Unico, ma comprendiamo le esigenze di cassa dello Stato ed accogliamo positivamente la proroga per i soggetti interessati direttamente o indirettamente dagli studi di settore e per i contribuenti minimi”, ha dichiarato il Presidente dell’ Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno.

Ora però – ha poi sottolineato Alemannobisogna riprogrammare a regime le date delle scadenze dei pagamenti da Unico, perché non è serio che ogni anno ci sia l’ansia da proroga. Inoltre, andrà fatta una seria riflessione sugli studi di settore, perché la complicazione collegata alla loro compilazione crea gravi difficoltà ai contribuenti ed agli intermediari fiscali che li assistono“.

Studi di settore, online la versione beta del software

Il software per gli studi di settore è pronto, almeno nella sua versione Beta. Si chiama Gerico 2015 ed disponibile in rete. Il software sugli studi di settore è necessario per calcolare la congruità della coerenza economica e dell’effetto dei correttivi “crisi” per gli studi di settore (204) applicabili per il periodo d’imposta 2014.

Il programma Gerico si può utilizzare entrando nel sito dell’Agenzia delle Entrate e cliccando, su questo link. Data la natura Beta di Gerico, le Entrate hanno predisposto un servizio di assistenza telefonica per le problematiche relative all’installazione e all’utilizzo del software per gli studi di settore: 800.279.107, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 14.

Per gli utenti più scafati, nella relativa sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate sono disponibili le istruzioni utili a guidare e indirizzare l’utente nella consultazione e nell’utilizzo del software.

È infine importante ricordare i valori che risulteranno dai calcoli del software per gli studi di settore relativamente alla stima dei ricavi/compensi comprensivi della normalità economica e alla coerenza dell’applicazione pubblicata, non sono ufficiali e quindi non possono essere utilizzati per predisporre la dichiarazione annuale relativa al 2014.