Bonus vendita prodotti sfusi alimentari e detergenti: guida alla domanda

Sono partite il 23 novembre 2021 le domande per poter ottenere fino a 5.000 euro per la vendita di prodotti sfusi o alla spina, può trattarsi di alimentari o detergenti venduti senza imballaggi di carta, cartone o plastica. A gestire il Bonus è Invitalia. Ecco i requisiti e la guida alla domanda.

Iter legislativo per bonus vendita prodotti alla spina

Il decreto Clima (decreto legge del 14 ottobre 2019) prevede incentivi per i commercianti che contribuiscono all’abbattimento del consumo di plastiche e materiali inquinanti per imballaggi per alimenti e detergenti. Questa normativa è rimasta però in sospeso per molto tempo, fino a quando, il 22 settembre, il Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) non emana il decreto attuativo. La pubblicazione in Gazzetta però c’è solo un mese dopo, cioè il 23 ottobre 2021. La presentazione delle domande per aderire è invece partita il 23 novembre 2021 e ci sono 60 giorni di tempo per poter accedere, ecco la procedura per poter ottenere tutti i benefici.

Requisiti: quali soggetti possono ottenere il Bonus vendita prodotti sfusi?

Il bonus vendita prodotti alla spina mira a premiare tutti i negozi che predispongono all’interno dei locali degli spazi dedicati alla vendita di prodotti alla spina, può trattarsi di detergenti e alimentari. Possono inoltre ottenere il beneficio anche attività commerciali di nuova apertura e dedicati esclusivamente alla vendita di prodotti alla spina. Si tratta quindi di prodotti senza confezioni, ogni cliente di conseguenza deve avere i propri contenitori per i detersivi, ad esempio quello per i piatti, la lavatrice, ammorbidente, contenitori per pasta, legumi e altri alimentari venduti a misura. In particolare possono usufruirne:

  • negozi di vicinato;
  • media e grande distribuzione.

La copertura prevista per questo particolare aiuto è di 40 milioni di euro ed ogni commerciante può avere un bonus vendita prodotti sfusi o alla spina di valore massimo 5.000 euro. Le domande sono vagliate in ordine cronologico di arrivo.

Gli aiuti ricevuti sono a fondo perduto, quindi non vanno restituiti, devono essere computati all’interno nella fascia degli aiuti de minimis e quindi concorrono anche a determinare l’ammontare massimo di essi che si può ottenere.

Per saperne di più sugli aiuti del minimis, leggi l’articolo: Aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli

Naturalmente il bonus vendita prodotti sfusi è legato a spese sostenute. La copertura è di 20 milioni per le spese sostenute nel 2020 (domande scadono il 23 gennaio 2022) e 20 milioni per le spese sostenute nel 2021 (domande scadono 2022).

Come presentare la domanda per il bonus vendita prodotti alla spina?

La domanda deve essere presentata tramite il portale https://padigitale.invitalia.it/. Naturalmente la spesa deve essere documentata, può trattarsi di spese sostenute per l’adeguamento dei locali o comunque necessarie per creare lo spazio diretto alla vendita di prodotti sfusi, acquisto di attrezzature e attività di comunicazione/informazione e formazione.

Per poter presentare l’istanza è necessario avere uno SPID, a questo punto occorre compilare i vari campi della domanda, lo stesso comprende anche il codice IBAN che è quindi necessario avere a portata di mano. Nei documenti da caricare c’è anche l’attestazione delle spese, questa deve essere sottoscritta da un dottore commercialista, revisore contabile, oppure presidente di un collegio sindacale.

La domanda dopo essere stata completata deve essere scaricata, stampata, firmata e ricaricata con firma.

Il consiglio per non commettere errori è di scaricare il manuale e leggerlo attentamente prima di procedere alla compilazione dei vari campi. Deve anche essere sottolineato che la compilazione può essere interrotta e ripresa in un secondo momento senza perdere i dati già immessi. Qui è possibile scaricare il Manuale Utente

Superamento periodo di comporto: cosa accade?

Oggi andremo a vedere, nella nostra rapida, essenziale ed esaustiva guida, cosa accade quando si supera il periodo di comporto sul posto di lavoro. Ma anche e soprattutto cosa si intende, quando si parla di periodo di comporto. Scopriamolo assieme, nei prossimi paragrafi.

Periodo di comporto: cosa accade se si supera

E’ passato un bel po’ di tempo di assenza dal lavoro per malattia e non prevedete di rientrare in tempi brevi? Avete timore di perdere il posto di lavoro e vi domandate se e quando potreste correre il serio rischio di essere licenziati? Quali conseguenze ha la scadenza del periodo di comporto?

Innanzitutto, chiariamo esattamente quando si parla di periodo di comporto a cosa si fa riferimento?

Il periodo di comporto corrisponde al numero massimo di assenze per malattia che possono essere effettuate dal lavoratore. Se questo periodo viene superato, il datore di lavoro può procedere al licenziamento, a meno che il contratto collettivo non abbia in previsione l’aspettativa non retribuita.

Ora, vediamo cosa accade nello specifico del superamento del periodo, attraverso il prossimo paragrafo.

Periodo di comporto, superato: è licenziamento?

Come detto, il rischio di incorrere nel licenziamento, una volta superato il periodo di comporto è piuttosto evidente.

Il licenziamento, però, non è un fattore esclusivamente automatico. Anzi, lo si può evitare grazie ad alcuni accorgimenti, che convertono l’assenza per malattia in altri motivi legittimi.

Come fare, dunque ad evitare che il superamento del limite del periodo di comporto vada a sfociare in un licenziamento?

La domanda più annosa legata alla questione è, quindi, come fare in tal caso ad evitare il licenziamento?

Per poter evitare, quindi, che il periodo di comporto si compia interamente, qualora il contratto lo consente, il lavoratore può far interrompere il suo decorso chiedendo le ferie già maturate o mettendosi in aspettativa non retribuita. Questa istanza deve essere scritta e deve essere presentata prima della scadenza del periodo di comporto. Il datore di lavoro non è obbligato ad aderire a tali richieste, anche se deve valutarle attentamente per bilanciare le esigenze aziendali con l’interesse del lavoratore.

E’ dunque il ricorso all’aspettativa che può scongiurare il licenziamento dal posto di lavoro, quando si supera il periodo di comporto. Come detto sopra, inoltre, il dipendente può richiedere la fruizione delle ferie: usufruendo delle ferie residue, difatti, il termine del periodo tutelato viene in automatico spostato in avanti.

Va aggiunto, tra l’altro che molti contratti collettivi prevedono, a via di tutela dei lavoratori in tali situazioni, la conservazione del posto di lavoro se il dipendente si pone in aspettativa prima del decorso del termine di comporto. In tali casi, il datore di lavoro non ha la discrezionalità e non può negare l’accoglimento della richiesta.

Dunque, in definitiva, questo è quanto vi fosse di più utile, essenziale e necessario da sapere in merito alla questione di superamento del periodo di comporto sul proprio posto di lavoro. Ora, non vi resta che tornare al lavoro e tenere il più integro possibile, anche per la vostra salute, il fatidico periodo di comporto.

Investire comprando case all’asta, tutti i vantaggi e i consigli

Investire comprando case all’asta potrebbe essere ancora un modo di guadagnare sugli immobili. Una panoramica tra i possibili vantaggi

Investire comprando case all’asta, alcune considerazioni

Comprare casa all’asta è un modo molto originale di diventare proprietari di un immobile. Tuttavia si parla delle aste giudiziarie che permettono al potenziale acquirente un risparmio assicurato sul prezzo di acquisto. Una percentuale di guadagno che può arrivare anche al 30% sul valore pieno del bene.

Dunque è bene precisare che un’asta giudiziaria è una particolare attività processuale che si tiene presso l’ufficio aste giudiziarie nelle sedi dei tribunali delle varie città dove sono ubicati gli immobili. Attraverso il giudice dell’esecuzione immobiliare o di un fallimento, si dispone la vendita forzata di uno o più immobili del fallito o dell’esecutato. Lo scopo è quello di ottenere una liquidità con la quale saranno soddisfatti, in tutto o in parte, i creditori intervenuti nel processo. Il processo di esecuzione è regolato dagli articoli dal 474 al 631 del codice di procedura civile.

Investire comprando casa all’asta, ecco quando conviene

Comprare alle aste giudiziarie è conveniente fino a quando permette di prendere un immobile ad un prezzo decisamente ribassato e di rivenderlo al suo valore di mercato. Anche se non è sempre così semplice. Questo perché a volte può capitare che l’immobile in oggetto ha bisogno di alcuni lavori di manutenzione. In questo caso è sempre meglio fare un rapporto tra le condizioni reali dell’immobile e le spese sostenute per il suo ripristino.

Tuttavia la possibilità di rivendere al prezzo di mercato potrebbe appunto garantire un guadagno sulla stessa operazione. Ma non è sempre detto, perché un forte ribasso del prezzo potrebbe essere dovuto a problemi che gravano sull’immobile. Ad esempio debiti pendenti con il condominio o con l’Agenzia delle entrate oppure inquilini che non vogliono andarsene, per cui poi seguono degli altri atti da eseguire. Quindi anche questo è un aspetto da valutare bene prima di avanzare delle offerte.

I quattro passi da fare prima di partecipare all’asta

Per non incorrere in spiacevoli svantaggi o superiori costi, possiamo indicare alcuni passi da fare prima di partecipare ad un’asta giudiziaria. Possiamo riassumere tutto in quattro utili step:

  1. Leggere l’annuncio. Esistono molti siti specializzati, riviste e quotidiani che pubblicano gli annunci immobiliari. Questi contengono già tutte le caratteristiche dell’asta stessa e qualche informazione sull’immobile oggetto di asta. Quando e dove si terrà e presso quale sezione o ufficio. Inoltre sono anche indicati i modi di partecipazione con la modalità di o senza incanto;
  2. Valutazione delle carte. Sono dei documenti tecnici nelle mani del curatore d’asta che definiscono tutte le caratteristiche tecniche dell’immobile oggetto di interesse. Tra questi rientrano le visure catastali, le planimetrie, la stima dell’immobile, la valutazione da parte di un tecnico abilitato, vincoli, abusi edilizi e iscrizioni. Pertanto è sempre meglio portare con se un esperto che legga con attenzione tutti i documenti;
  3. Visitare l’immobile. Per rendersi conto delle reali condizioni del fabbricato o della struttura è possibile andare a vedere la casa. Anche perché così ci si può rendere conto non solo degli eventuali lavori di ristrutturazione da fare, ma ance se la casa è libera oppure occupata dai proprietari o da possibili inquilini. In questo caso va da capire se già sia stato fatto l’atto di espulsione.
  4. Fare una consulenza finanziaria. Ebbene è possibile comprare casa all’asta chiedendo l’intervento di un istituto bancario. Questo perché di solito il pagamento va effettuato entro 60 o 90 giorni dalla data dell’asta. Quindi prima dell’asta è bene andare presso la propria banca di fiducia e mettersi d’accordo per un eventuale mutuo. Ci sono banche che offrono anche mutui specifici per questo tipo di compravendite.

Comprare all’asta per affittare, come procedere

Conviene comprare casa per affittarla quando può rendere almeno il 5% lordo all’anno ed è situata in una posizione ad alta richiesta di affitti. Inoltre, l’affitto non coincide con il principio di abitazione principale facendo perdere di fatto importanti sgravi quali quelli sugli interessi passivi del mutuo.

Pertanto la locazione immobiliare deve essere valutata anche in caso di asta. Facciamo un breve calcolo per chiarire il concetto. Occorre comprare un immobile all’asta che abbia un prezzo che possa garantire almeno una redditività minima del 5% lordo annuale.

Ad esempio si immagini di comprare casa e di affittarla in modo sicuro, anche ricorrendo ad assicurazioni sulle locazioni. Canone mensile paria 600 euro mensili, che per una anno danno un reddito pari a 7.200 euro. A cui però si devono togliere tasse quali cedolare secca, o irpef, costi di manutenzione interni o condominiali. Per calcolare la redditività lorda al 5% basta calcolare:

(Canone annuo x 100)/5 ovvero = 144.000€ che è l’investimento massimo da fare in base al canone che puoi ottenere. Questa somma dovrà contenere quindi:

  • il costo di acquisto anche all’asta;
  • le spese relative all’atto notarile;
  • imposta di registro, ipoteche e catastali;
  • i costi relativi all’accensione del mutuo e gli interessi passivi;
  • le eventuali ristrutturazioni;
  • gli adeguamenti degli impianti

Pertanto investire comprando casa all’asta potrebbe il modo migliore per comprare un immobile ad un prezzo che già di per sè ha un prezzo ribassato. Quindi potrebbe essere un’ottima soluzione da applicare. Anche se si consiglia sempre di farsi aiutare da un agente immobiliare o altro esperto del settore. Così si può per valutare le condizioni di acquisto e di successiva locazione.

 

Accordo politico sul Fisco, manca solo l’ok di Draghi

L’accordo politico sulle aliquote del fisco pare sia stato raggiunto. Ma a mancare è lo sta bene del premier Draghi. Tutti i dettagli contenuti nell’accordo.

Accordo politico sul fisco, diminuiscono le aliquote Irpef

Accordo politico raggiunto sul fisco e in particolare su Irpef ed Irap. Un accordo raggiunto dopo un lungo tavolo di trattative tra il ministro dell’economia, Daniele Franco, e i rappresentanti dei vari partiti politici.  L’intesa comune sembra portare sulla strada della riduzione da 5 a 4 delle aliquote Irpef. Ma anche la cancellazione della quota del 41% con il taglio di 3 punti di quella al 38% che dunque passa al 35%.

A riferirlo è il Viceministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto: “Questo è l’accordo politico, ora Franco ne deve parlare con Draghi, noi con i nostri partiti e poi dobbiamo rivederci”. Pertanto si attende l’esito del colloquio tra i due e la decisione finale del Governo.

Variazioni anche per l’Irap

L’Irap è l’acronimo di imposta regionale sulle attività produttive. Dunque è un’imposta che qualsiasi persona, impresa, società o ente che abbia un fatturato è tenuto a versare. Tuttavia il 90% del suo gettito entra nella casse regionali con lo scopo di finanziare il fondo sanitario nazionale.

Sarebbe stato previsto l’intervento del così detto taglio verticale, e cioè l’abolizione della tassa per ditte individuali, autonomi e start up. Si tratta di un primo passo strutturale, che potrebbe non interessare solo il 2022. Anche se secondo i primi calcoli il risparmio del 2022 potrebbe avvicinarsi al miliardo, ma parte dei fondi dovrebbe andare  a coprire per intero il taglio dell’Irap.

Accordo politico sul fisco, come procede la legge di bilancio?

Nel frattempo continua l’iter della legge di bilancio in Parlamento. Infatti è previsto per mercoledì l’avvio dei lavori sulla delega fiscale in commissione con una novità. Marattin infatti parla di una riforma degli scaglioni di reddito che passano a tre aliquote, invece che quattro, come discusso finora.

Inoltre è iniziato il voto in Commissione agli emendamenti del DL fisco al Senato. Il testo è atteso in aula per martedì 30 novembre. Il governo propone la proroga delle cartelle al 9 dicembre. Ma se da una parte i partiti politici hanno trovato un accordo, sembrano non siano dello stesso avviso le parti sociali, che attendono di essere convocate per dire la loro sul tema.

 

Mutui in crescita nel 2021, ecco i migliori tassi fissi e variabili a novembre

Aumenta la richiesta di mutui nel secondo trimestre del 2021. A fare da traino alla richiesta di finanziamento anche i vantaggi legati alla prima casa assegnati dal decreto Sostegni bis ai giovani under 36. Nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021 le famiglie italiano hanno potuto usufruire di 16 miliardi e 600 milioni di finanziamenti legati all’acquisto della casa.

Di quanto sono cresciute le richieste dei mutui nel secondo trimestre del 2021?

La crescita della richiesta dei mutui ha segnato pertanto un +39,9% stando alle elaborazioni del gruppo Tecnocasa sui dai della Banca d’Italia. Dato che rafforza la crescita dei primi sei mesi del 2021, con un aumento della richiesta dei mutui del 46,5%. In discesa del 6,8%, invece, la surroga e la sostituzione dei mutui già contratti.

Mercato in crescita per i mutui: buono l’impatto del decreto Sostegni bis sulla prima casa

L’andamento di crescita dei mutui è confermata anche dall’Osservatorio dei Mutuionline. A fine ottobre 2021 la crescita della richiesta dei mutui è andata di pari passo con quella per l’acquisto della prima casa. È stato così per il 59,8% delle richieste. Nello stesso periodo del 2020, la crescita dei mutui legati all’acquisto della prima casa si era fermata al 42,6%.

Richiesta dei mutui 2021: una domanda su due è per la prima casa

Ancora più accentuati i dati sulle richieste di mutuo per la prima casa nei mesi di luglio, agosto e settembre 2021. Il 68,6% dei mutui è stato erogato per l’acquisto della prima casa, il 72,4% nel solo mese di ottobre. Si hanno anche i dati delle erogazioni effettive dei mutui del 2021. Fino ad ora, quasi un mutuo su due è stato erogato per l’acquisto della prima casa (il 47,2%, rispetto al 36,2% del 2020).

Crescono le richieste di mutui a tasso fisso

I mutui con tassi fissi fanno segnare una maggiore richiesta. Con costi bassi del finanziamento per l’acquisto della casa, il 90% delle richieste di mutuo è per quello a tasso fisso. È stato così nel 2020 e il dato è stato confermato anche nel corso del 2021. Nel 2020 il tasso medio fisso sui mutui a 20 anni era dello 0,13%: nel 2021 c’è stata una risalita del tasso fisso alla percentuale media dello 0,54%. Risultano piuttosto stabili i tassi variabili dei mutui: a gennaio erano mediamente dello 0,75%, a ottobre sono risultati dello 0,76%.

Quali sono i mutui a tasso fisso più convenienti a novembre 2021?

Vediamo quali sono le offerte sui mutui più convenienti considerando i suggerimenti presenti su Mutuionline. Il riscontro prevede la richiesta di un mutuo a fine novembre nella città di Milano, di un impiegato di 35 anni per acquistare una prima casa. L’importo del mutuo è di 140 mila euro, il valore della casa è di 200 mila euro e la durata del finanziamento è di 20 anni.

Miglior mutuo con il tasso fisso per l’acquisto della prima casa

Il miglior mutuo per tasso fisso è risultato essere Credem con il tasso fisso dello 0,67% e una rata mensile di 623 euro (Taeg dello 0,94%). Al secondo posto Crédit Agricole con il tasso dello 0,77% e la rata di 630 euro (Taeg dello 0,97%). Al terzo Banco Bpm “Mutuo giovani green” con tasso fisso dello 0,88% e rata di 636 euro (Taeg dello 0,97%). Al quarto posto Bnl Bnp Paribas con tasso fisso dello 0,80%, rata di 631 euro e Taeg dello 0,97%. Infine Banca Carige con il tasso fisso dello 0,85%, rata mensile di 635 euro e Taeg dell’1,02%.

Mutuo più conveniente con il tasso variabile per l’acquisto della prima casa

Il tasso variabile più basso sul mutuo a tasso fisso per l’acquisto della prima casa è risultato essere quello di Intesa Sanpaolo “Mutuo giovani” dello 0,30% (Taeg dello 0,39%) e una rata mensile di 601 euro. Al secondo posto Banco Bpm “Mutuo giovani green” con il tasso variabile dello 0,48% (Taeg 0,56%) e la rata mensile di 612 euro. Al terzo posto troviamo Crédit Agricole Italia con un tasso variabile dello 0,44% (Taeg dello 0,63%) e una rata di 609 euro. Al quarto posto Credem con il tasso variabile dello 0,37% (Taeg dello 0,64%) e una rata mensile di 605 euro. Infine Webank con “Mutuo green”, tasso variabile dello 0,58% (Taeg dello 0,64%) e rata mensile di 618 euro.

 

Quando il superamento del periodo di comporto non giustifica il licenziamento?

Oggi andremo nel cuore dell’annosa questione del periodo di comporto che avvolge il mondo del lavoro. Quando il superamento di tale periodo può portare al licenziamento e quando esso non ne giustifica la possibilità. Scopriamolo assieme, in questa rapida guida.

Periodo di comporto, di cosa si tratta

E’ bene, prima di tutto, specificare di cosa si tratta, quando si parla di periodo di comporto.

Possiamo, molto brevemente dire che il periodo di comporto corrisponde al numero massimo di assenze per malattia che possono essere effettuate dal lavoratore. Se tale periodo viene superato, il datore di lavoro ha facoltà a procedere al licenziamento, a meno che il contratto collettivo non preveda l’aspettativa non retribuita.

Andiamo, di seguito, a vedere quando il periodo di comporto può sfociare nella massima pena (il licenziamento) e quando, invece tale superamento non giustifica il licenziamento.

Periodo di comporto: il licenziamento

Possiamo ben dire che per quanto riguarda l’ impugnazione del licenziamento in merito al superamento del periodo di comporto, grava sul datore di lavoro l’onere di allegare e di dover provare i fatti costitutivi del potere di recesso, mentre spetta al lavoratore la loro contestazione.

Quindi, ragion per cui, in difetto di specifica contestazione ovvero in assenza di una chiara e precisa presa di posizione del lavoratore sull’esistenza delle assenze per malattia incluse nel computo del comporto, queste risulteranno non controverse e, in quanto tali, non avranno necessariamente bisogno di prova.

A tal proposito, va dunque aggiunto che il licenziamento intimato per il perdurare delle assenze per malattia o per infortunio del lavoratore, ma prima del superamento del periodo massimo di comporto fissato dalla contrattazione collettiva o, in difetto, dagli usi o secondo equità, si rivela nullo per violazione della norma imperativa di cui all’art. 2110, comma 2, c.c.

Va aggiunto, a titolo informativo, che il licenziamento per superamento del periodo di comporto non è assimilabile ad un licenziamento disciplinare, bensì ad un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, causale di licenziamento cui si fa riferimento anche per le ipotesi di impossibilità della prestazione, riferibile alla persona del lavoratore, diverse dalla malattia.

In ultimo, ma non ultimo, va detto che solo e soltanto impropriamente, riguardo a tale licenziamento, si può parlare di contestazione delle assenze, non essendo necessaria la completa e minuta descrizione delle circostanze di fatto relative alla causale e trattandosi di eventi, quale l’assenza per malattia, di cui il lavoratore ha conoscenza diretta.

Periodo di comporto e licenziamento non giustificato

Restando nel merito della questione, possiamo dire che c’è un fattore che potrebbe non giustificare il licenziamento, in caso di periodo di comporto. Lo vediamo di seguito.

In caso di licenziamento per superamento del periodo di comporto, le assenze del lavoratore per malattia non giustificano il recesso del datore di lavoro ove l’infermità dipenda dalla nocività delle mansioni o dell’ambiente di lavoro che lo stesso datore di lavoro abbia omesso di prevenire o di eliminare, finendo per andare a violare l’obbligo di sicurezza di cui all’art. 2087 c.c.

Dunque, questo è quanto vi fosse di più utile, indispensabile e necessario, da sapere in merito alla questione legata alle panoramiche di licenziamento dal lavoro, dovuto al superamento del periodo di comporto e quando esso possa essere, invece non giustificato al recesso.

Finanziamenti imprese: il quadro completo dei fondi a disposizione del Pnrr

Oltre 40 miliardi di euro corrispondono alle risorse stanziate dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) a favore dei finanziamenti delle imprese. In tutto, secondo la ricostruzione delle linee programmatiche della Ragioneria Generale dello Stato, sono 27 gli ambiti di intervento a favore delle imprese, ognuna delle quali stanzia risorse a seconda delle missioni.

Struttura del Pnrr per grandi aree di intervento: 5 le ‘missioni’ per le imprese

Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è infatti strutturato per missioni. Si tratta di sei ambiti di intervento nei quali sono organizzate e strutturate le risposte alle sfide secondo grandi obiettivi e aree. Le missioni, a loro volta, sono organizzate in “cluster” che raggruppano singoli progetti coerenti tra loro. Interessanti per le imprese sono le prime 5 missioni del Pnrr, a esclusione della sesta relativa all’ambito della “Salute”.

Missione 1 del Pnrr per le imprese: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

La Missione 1 del Pnrr riguarda la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo. Per l’intera missione sono stati stanziati dal Pnrr 24,81 miliardi di euro. Nell’ambito della missione la parte più corposa è inerente la Transizione 4.0, con 13,38 miliardi di euro stanziati. A seguire 6,71 miliardi di euro sono stati disposti per le Reti ultraveloci (banda ultra larga e 5G); 1,79 miliardi per i Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche.

Pnrr, i fondi minori per la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese

Inoltre, per la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo del Pnrr, 1,20 miliardi sono stati stanziati per il rifinanziamento e la ridefinizione del Fondo 394/81 in gestione a cura del Simest; 750 milioni di euro per la competitività e resilienza delle filiere produttive; 500 milioni per l’ambito Caput Mundi Nge per grandi eventi turistici; 340 milioni per l’innovazione e la tecnologia della microelettronica; 110 milioni per l’Hub digitale del turismo; 30 milioni per gli investimenti nel Sistema della proprietà intellettuale.

Missione 2 di rivoluzione verde e transizione ecologica delle imprese nel Pnrr

La Missione 2 del Pnrr assegna alle imprese risorse per 5,15 miliardi di euro. Si tratta del macro obiettivo da raggiungere della rivoluzione verde e della transizione ecologica. La parte più cospicua dei fondi sono a favore del Parco Agricolare per 1,5 miliardi di euro, seguita dagli 800 milioni per lo Sviluppo della logistica per i settori agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, la floricoltura e il vivaismo.

Missione 2 Pnrr, le risorse minori destinate alle imprese di gestione rifiuti e meccanizzazione agricola

Un altro miliardo e mezzo andrà alla realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e per l’ammodernamento degli impianti già esistenti. A seguire, 600 milioni andranno ai progetti dell’economia circolare; 500 milioni all’Innovazione e alla meccanizzazione del settore agricolo e alimentare; 250 milioni per il supporto e start up e venture capital che risultino attivi nella transizione ecologica.

Missione 3 del Pnrr: gli investimenti per le imprese operanti nelle infrastrutture per la mobilità sostenibile

La missione 3 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza concerne gli investimenti per la mobilità sostenibile. In questo ambito, la digitalizzazione della catena logistica porterà all’assegnazione di fondi per 250 milioni di euro. Le risorse andranno a favore di imprese attive nei servizi di logistica attraverso contributi da assegnare per i servizi tecnologici.

Missione 4 del Pnrr: l’Istruzione e la Ricerca delle imprese

Corposa risulta essere nell’ambito dei finanziamenti alle imprese dal Pnrr la missione 4, relativa all’Istruzione e alla Ricerca. In tutto saranno 10,22 i miliardi di euro messi a disposizione dei due macrosettori che investono sia nell’Università, che nei centri di ricerca. Ma nei finanziamenti rientrano le imprese attive nei vari ambiti. Il cluster con maggiori risorse risulta quello del Fondo per il Programma nazionale della ricerca (Pnr) e per i Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin).

Imprese attive nella Ricerca e Istruzione, i finanziamenti in partenariato con soggetti pubblici

A favore delle imprese sono state stanziate risorse per 1,61 miliardi di euro per partecipare a partenariati per portare a termine progetti di ricerca con le Università e i centri di ricerca. Inoltre, 1,60 miliardi andranno al potenziamento delle strutture di ricerca e alla creazione di campioni nazionale in ambito di Ricerca e Sviluppo su determinati ambiti tecnologici.

Istruzione e Ricerca nella Missione 4 del Pnrr, quali finanziamenti per le imprese?

Sempre nell’ambito della Missione 4 del Pnrr, un miliardo e mezzo è destinato è destinato al Fondo Ipcei che è lo strumento agevolativo che supporta le attività svolte dai soggetti italiani coinvolti nella realizzazione degli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo. Ulteriori 1,3 miliardi di euro finanzieranno la creazione e il rafforzamento degli ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità.

Istruzione, i progetti relativi agli alloggi per gli studenti, start up e partenariati di Horizon Europe

A seguire, 950 milioni di euro andranno agli alloggi per gli studenti e alla riforma legislativa degli alloggi stessi; 600 milioni per introdurre dottorati innovativi che rispondano ai fabbisogni di innovazione delle realtà aziendali e alla promozione dei ricercatori da parte delle imprese. Altri 350 milioni di euro andranno al potenziamento dei centri di trasferimento tecnologico a favore delle imprese. Trecento milioni finanzieranno le start up e 200 i partenariati con il programma europeo “Horizon Europe“.

Missione 5 del Pnrr, fondi per le imprese a conduzione femminile

Nella Missione 5 del Pnrr al centro degli obiettivi si ritrova la creazione di imprese femminili. In tutto si tratta di 400 milioni di euro.

Cosa devono fare le imprese per ottenere i fondi del Pnrr?

Con la suddivisione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza in ambiti di intervento, l’attesa per le imprese è quella dell’uscita dei relativi bandi. Le imprese potranno concorrere all’assegnazione degli specifici fondi, a seconda anche dell’ambito di attività, anche concorrendo con con soggetti pubblici. In questa ottica, l’ambito che presenterà maggiori opportunità di divenire partner di soggetti pubblici è quello della Missione 4, relativo alla Ricerca e all’Istruzione.

Come richiedere all’Agenzia delle Entrate software “il tuo ISA”

In questa rapida ma esaustiva guida andiamo a scoprire come è possibile e con quale modalità richiedere all’Agenzia delle Entrate il software “il tuo ISA”. Scopriamolo assieme, nei prossimi paragrafi.

ISA, di cosa si tratta

Partiamo col precisare il termine ISA. Tale abbreviazione sta per “Indici Sintetici di Affidabilità” e l’Agenzia delle Entrate spiega in una pagina dedicata, di che cosa si tratta.

Stando proprio alla descrizione del sito, possiamo dire nel dettaglio, che tali indici sono indicatori che, misurando attraverso un metodo statistico- economico, dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta, forniscono una sintesi di valori tramite la quale sarà possibile verificare la normalità e la coerenza della gestione professionale o aziendale dei contribuenti . Il riscontro trasparente della correttezza dei comportamenti fiscali consentirà di individuare i contribuenti che, risultando “affidabili”, avranno accesso a significativi benefici premiali.

Di fatto l’Agenzia delle Entrate propone l’ISA 2021 come uno strumento per valutare il livello di affidabilità fiscale di imprese e liberi professionisti.

Va aggiunto che il modello ISA è stato concepito come vera e propria parte integrante del modello Redditi. Per la sua compilazione è sufficiente barrare la casella ISA presente sulla prima pagina del modello Redditi e seguire tutte le istruzioni presenti sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Andiamo di seguito, nei paragrafi che si succedono, a vedere la questione relativa al software “tuo ISA”.

Il software “il tuo ISA”, cosa è e come ottenerlo

Quando si parla di tale software, non si tratta altro che di un prodotto che consente il calcolo dell’indice sintetico di affidabilità fiscale per tutti gli ISA approvati.

Gli ISA sono degli indici messi a punto al fine di favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili, stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari da parte dei contribuenti esercenti attività di impresa, arti o professioni ed il rafforzamento della collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.

Caratteristiche del prodotto

Per poter operare correttamente con il prodotto il tuo ISA 2021 è strettamente necessario:

  • avere sull’hard disk circa 70 MB liberi
  • disporre dell’ambiente di run-time JAVA (versione 1.8), indispensabile per assicurare il corretto funzionamento del prodotto disponibile ai link di seguito indicati;
  • scaricare ed installare sul proprio personal computer l’applicazione ISA 2021 per l’elaborazione degli indici sintetici di affidabilità;

Andiamo a vedere, nel paragrafo successivo come ottenere il software in questione, ovvero “il tuo ISA”, per avviare la compilazione del modulo.

Come si può richiedere, quindi questo software all’ Agenzia delle Entrate?

Va detto che per ottenere il software e quindi poter compilare, attraverso un file XML il proprio ISA, non bisogna far altro che accedere al sito dell’ Agenzia delle Entrate.

Qui troverete, alla voce Indici Sintetici di Affidabilità – ISA 2021, una guida operativa in pdf per eseguire il prodotto e, successivamente i link per poter ottenere il software, in base al vostro sistema operativo, sia esso macintosh che Windows o Linux.

Dunque, alla fine della fiera, questo è quanto di più utile e necessario da sapere in merito alla modalità di scaricare il software “il tuo ISA”, per favorire la compilazione ISA, appunto, in vista della vostra contabilità fiscale.

Nuovo Portale per il Reclutamento in PA: oppurtunità per professionisti

Il 23 novembre 2021 il ministro Renato Brunetta ha presentato il nuovo portale per il reclutamento nella Pubblica Amministrazione. Lo stesso ha l’obiettivo di aiutare nel trovare circa 500.000- 600.000 professionisti impegnati nella realizzazione dei progetti legati alle risorse del PNRR. Ecco tutti i dettagli del portale per il reclutamento in PA.

Il fabbisogno per il reclutamento in PA

La prima cosa da sottolineare è che il piano assunzionale reso noto dal Ministro non è approvato dalle associazioni di settore, infatti  Unioncamere ha già dichiarato che per assicurare l’efficienza nella Pubblica Amministrazione, servirebbero almeno 700.000 unità di personale.

Il portale InPA è attivo già dal mese di agosto 2021, l’obiettivo è rendere edotti i professionisti interessati a lavorare con la Pubblica Amministrazione delle opportunità di lavoro presenti, quindi un collegamento ufficiale e veloce tra la Pubblica Amministrazione e chi invece vuole iniziare a lavorare in questo settore che può essere attraente per molti. L’annuncio del Ministro per la Pubblica Amministrazione è inerente la pubblicazione a breve di un bando per il reclutamento di 1000 persone che saranno occupate nelle Regioni in mansioni inerenti la semplificazione di procedure complesse.

Come funzionerà il portale per il reclutamento InPA?

Il portale InPA www.inpagov.it è diviso in due parti, in una sono comprese le normali procedure di selezione tramite concorso ordinario, solitamente i concorsi sono volti al reclutamento di personale a tempo indeterminato. Il Ministro Brunetta ha sottolineato durante la conferenza di presentazione che grazie allo Slocca Concorsi, le procedure svolte hanno una durata inferiore a 100 giorni, in media si tratta di 86 giorni. La seconda parte invece mira al reclutamento di personale impiegato nella realizzazione di progetti del PNRR, in questo caso la ricerca è diretta a professionisti esperti che avranno un contratto a tempo determinato e legato esclusivamente alla realizzazione del progetto stesso.

Nel sito è presente una sezione per la registrazione, una volta registrati si può compilare il proprio curriculum. Non solo, infatti sono stati creati dei collegamenti con piattaforme come LinkedIn e con associazioni di professionisti. Grazie all’insieme di questi 3 strumenti è possibile ad oggi contare un bacino di utenza di 5,6 milioni di curricula, mentre le persone iscritte direttamente tramite InPA sono 95.000. Si spera che l’utenza possa aumentare. Infatti sicuramente i 95.000 iscritti alla piattaforma sono interessati al lavoro in PA, mentre gli altri utenti degli ordini professionali o semplicemente iscritti a LinkedIn, non è detto siano interessati.

La registrazione e l’accesso al sito si può fare tramite l’uso di un codice di identità digitale, si può trattare di un codice:

  1. SPID;
  2. CIE;
  3. CNS.

Chi sono i professionisti reclutati per il PNRR

I professionisti ricercati al fine di dare attuazione al PNRR avranno un contratto a tempo determinato della durata massima di 5 anni. Dovranno collaborare con i vari enti ( la selezione pubblicata a breve per 1000 professionisti prevede il coinvolgimento della Regione, ma di fatto possono accedere anche i comuni che ottengono fondi e altri enti), svolgendo mansioni specifiche rispetto al loro percorso di formazione e di lavoro.

Si tratta solitamente di esperti di diritto, ingegneri, architetti, ma anche tecnici informatici. Gli interessati possono candidarsi ai vari progetti, allo stesso tempo le Pubbliche Amministrazioni possono effettuare delle ricerche all’interno del data base, scegliere dei professionisti e proporre dei contratti. Naturalmente non mancano dubbi sull’efficienza di tali meccanismi di reclutamento in PA.

Tra le novità presentate dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta lo scorso 23 novembre 2021 vi è la Linea Amica Digitale, si tratta di un servizio di raccordo tra Pubbliche Amministrazioni e cittadini, infatti le prime potranno ottenere supporto nella gestione del piano di attuazione del PNRR mentre i cittadini ottenere un punto di ascolto esprimere dubbi e perplessità. 

Se vuoi conoscere le linee guida per l’utilizzo del PNRR nella Pubblica Amministrazione, leggi l’articolo: PNRR Pubblica Amministrazione: procedure per il reclutamento in PA

Ristori enti Terzo settore, si può presentare domanda da lunedì 29 novembre

In arrivo i ristori per gli enti non profit. Si potrà presentare da lunedì 29 novembre 2021 la domanda per gli aiuti agli enti del Terzo settore (Ets). La piattaforma telematica per l’invio delle istanze sarà a disposizione fino all’11 dicembre.

Ristori agli enti non profit, il decreto interministeriale del 26 novembre 2021

Si tratta di risorse da destinare agli enti che ne faranno richiesta dal Fondo straordinario degli enti del Terzo settore. Il decreto interministeriale che ha fissato gli aiuti da ripartire è stato firmato nella giornata di ieri, venerdì 26 novembre. I ristori andranno a sostenere gli enti non profit che, per l’emergenza sanitaria ed economica conseguente alla Covid-19, abbiano dovuto interrompere le proprie attività istituzionali.

Ristori agli enti non profit, quante risorse?

In tutto saranno 230 milioni di euro da destinare agli enti del Terzo settore. Venti milioni andranno agli enti non commerciali che rientrano nelle attività socio-sanitarie e socio-assistenziali. I ristori verranno assegnati agli enti sulla base delle domande che verranno presentate, nei limiti delle risorse assegnate. Per gli enti che abbiano dichiarato entrate per oltre 100 mila euro, l’entità del ristoro verrà aumentata del 30%.

Quali enti non profit possono presentare domanda dei ristori?

Gli enti che possono presentare domanda sono:

  • le Onlus;
  • le organizzazioni di volontariato;
  • le associazioni di promozione sociale (Aps).

Ciascun ente deve risultare iscritta nei registri in data anteriore rispetto al 25 dicembre 2020.

Come presentare la domanda di ristori per gli enti non profit?

La domanda dei ristori potrà essere presentata dagli enti del Terzo settore dal 29 novembre a sabato 11 dicembre 2021. Per inoltrare l’istanza è necessario utilizzare la piattaforma dedicata sul portale Servizi lavoro “Ristori enti terzo settore“. Il ministero del Lavoro, a completamento delle domande, individuerà  sia gli enti che potranno beneficiare dei ristori che l’ammontare spettante a ciascuna associazione.