Mutuo under 36: ripartono le agevolazioni, ma occorre affrettarsi

Buone notizie per i giovani che vogliono acquistare casa: presentato un emendamento al decreto Aiuti Ter che consente di salvaguardare solo per il mese di dicembre 2022 il tasso di interesse per il mutuo under 36. Ecco cosa prevede.

Mutuo under 36: sta per arrivare lo scudo

Nel mese di maggio 2022 il governo Draghi aveva introdotto agevolazioni rivolte ai giovani under 36 che volevano acquistare casa. Le stesse erano riservate a giovani con un reddito inferiore a 40.000 euro. Le agevolazioni prevedono un tasso di interesse calmierato che non può essere superiore al Tegm, il tasso effettivo globale medio che è pubblicato ogni tre mesi dal TesoroA ciò si aggiunge la garanzia dello Stato sull’80% delle somme riconosciute.

Nel momento in cui i tassi di interesse hanno iniziato a crescere con i primi aumenti del costo del denaro decisi dalla BCE, il sistema si è inceppato perché le banche hanno smesso di offrire i mutui a tasso agevolato previsto per gli under 36. Questo è avvenuto perché il tasso di scambio interbancario di fatto era più alto del tasso che le banche potevano praticare offrendo le garanzie under 36 previste dalla normativa. Di conseguenza gli intermediari finanziari per non operare in perdita non consentivano ai giovani di accedere ai benefici visti.

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Nel frattempo il governo Draghi aveva iniziato a lavorare a una soluzione al problema, il nuovo Governo ha poi recepito il testo in segno di continuità e si è quindi arrivati all’emendamento inserito ora nel decreto Aiuti Ter.

Il nuovo emendamento prevede uno scudo che molto probabilmente sarà attivato dal primo di dicembre e la cui durata sarà però limitata al solo mese di dicembre, infatti i benefici previsti per il mutuo under 36 comunque erano in scadenza al 31 dicembre. Sciuramente si tratat di una soluzione limitata perché di fatto per molti mesi molti giovani non hanno potuto usufruire di questa importante agevolazione.

Flat tax per regime forfetario a 85.000 o a 100.000 euro. Ipotesi del nuovo Governo

Nel prosieguo dei lavori per la scrittura della legge di bilancio 2023 emergono ulteriori dettagli, tra questi prendono sempre più piede le ipotesi della estensione della flat tax, o tassa piatta, per coloro che optano per il regime forfetario, ma la stessa è inferiore alle aspettative.

Flat Tax: ancora molti i nodi da sciogliere

I lavori per la scrittura della legge di bilancio proseguono e naturalmente ci sono indiscrezioni forse rilasciate anche per testare il polso, tra queste le più rilevanti riguardano la riforma del sistema pensionistico e la flat tax che appare essere sempre meno rivoluzionaria rispetto a quanto ipotizzato all’inizio. In campagna elettorale si era parlato di una flat tax per tutti, senza però fare i conti con le difficoltà economiche che anche le Casse dello Stato potrebbero dover sostenere. Nelle settimane scorse invece si è delineato un provvedimento più blando con flat tax incrementale, inizialmente pensata sulla differenza tra il reddito dell’anno precedente e il reddito corrente e in seguito delineata come flat tax incrementale con parametro determinato dal reddito medio degli ultimi tre anni.

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Per le partite Iva si era invece ipotizzato un allargamento della platea dei potenziali aderenti al regime forfetario fino a ricavi e compensi compresi nel limite di 100.000 euro. Dalle indiscrezioni sembra invece che si stia lavorando esclusivamente a una flat tax allargata per ricavi e compensi massimi fino a 85.000 euro. Non mancano le polemiche soprattutto ora che con inflazione alle stelle e reddito nominale che sta leggermente crescendo sono numerosi i lavoratori e i pensionati che pur non avendo un aumento di reddito reale, rischiano di dover pagare un’aliquota più alta a causa del drenaggio fiscale.

La exit tax dal regime forfetario

C’è però anche un’altra ipotesi allo studio, infatti il caro bollette rappresenta ad oggi il problema principale. Quelle del gas dovrebbero scendere già dalla prossima fatturazione, ma è stato già detto che probabilmente sarà un ribasso temporaneo e che per la restante parte dell’inverno le tariffe ricominceranno a salire. Questo vuol dire che le risorse devono essere concentrate su questo problema e potrebbe non esserci spazio per una riduzione delle tasse come quella che arriverebbe da una eventuale flat tax.

Proprio per questo sembra ci sia allo studio l’ipotesi della introduzione di una exit tax, si tratterebbe di una tassa di accompagnamento all’uscita dalla flat tax per coloro che hanno superato i requisiti reddituali per la permanenza nel regime di favore, cioè che hanno maturato ricavi e compensi superiori a 65.000 euro. Per la exit tax si ipotizza un’aliquota che salirebbe dal 15% attuale al 20%.

Gas scende il bolletta, ma la tregua durerà poco secondo Arera

Il costo del gas, come quello dell’elettricità, sta mettendo a dura prova le famiglie e le imprese. Ma arriva il comunicato Arera di una tregua, i dettagli.

 Gas, scende la bolletta, ma solo per ottobre

Buone notizie sul mercato del gas, almeno per il mese di ottobre 2022. Infatti la bolletta del gas scende del 12,9% a ottobre per gli italiani in regime di mercato tutelato. Si ricorda che i servizi di tutela sono quelli di fornitura di energia elettrica e gas naturale con condizioni economiche e contrattuali definite dall’Autorità destinati ai clienti finali di piccole dimensioni che non abbiano ancora scelto un venditore nel mercato libero.

Il calo sulla bolletta arriva da un comunicato dell’Arera che fissa le tariffe dell’energia. Ecco che quindi le famiglie potrebbero ricevere la bolletta con una riduzione del 13% circa rispetto al terzo trimestre del 2022. Il tutto deriva dal nuovo sistema di calcolo delle tariffe che non prevede più un aggiornamento trimestrale, ma mensile.

La buona notizia non durerà per molto

La buona notizia però sarà solo una piccolissima tregua. Infatti il presidente di Arera, Stefano Besseghini, avverte: “Le bollette saliranno del 20-25% fra novembre e gennaio, per il 2023 l’andamento sarà piatto”. Ma per il mese di ottobre il prezzo della materia prima gas, per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è fissato in 78,05 euro la megawattora, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante il mese appena trascorso.

Inoltre si ricorda che come previsto dal decreto Aiuti bis, per tutto il quarto trimestre Arera ha azzerato gli oneri generali di sistema anche per il settore del gas. Inoltre l’Iva sul gas è stata ridotta al valore del 5%. Infine sempre lo stesso decreto ha confermato, fino a fine anno, il bonus sociale sia per il gas che per l’energia. Bonus energia che riguarda le famiglie che hanno un Isee fino a 15 mila euro, ma che sale a 20 mila per le famiglie numerose.

Quindi dobbiamo aspettarci un piccolo respiro per la prossima bolletta, ma purtroppo una pausa troppo breve, visto che l’importo delle bollette dovrebbe subito aumentare a dicembre e l’anno prossimo. Almeno che nella prossima manovra finanziaria non ci siano misure capaci di alleggerire la situazione.

 

Mini eolico portatile, l’energia in casa sfruttando il vento

Il mini eolico portatile potrebbe essere un’altra soluzione per risparmiare in bolletta, del resto qualsiasi  alternativa per risparmiare è da considerare.

Mini eolico portatile, di cosa si tratta?

Sole, vento, qualsiasi altra fonte rinnovabile per risparmiare sulla bolletta dell’energia è interessante. Proprio perché il caro energia di questi mesi ha stressato molto le famiglie italiane. Così ecco la novità che arriva da alcuni scienziati di Singapore. Si tratta del mini eolico a basto che promette performance importanti. Infatti sembra capace di catture le brezze leggere e di trasformarle in energia. Le pale eoliche sono in grado proprio di muoversi anche con il vento di bassa intensità.

Anche le dimensioni sono contenute e questo potrebbe permettere  anche agli edifici residenziali di rendersi indipendenti. Quindi istallato magari sul balcone di casa, come nel caso del fotovoltaico da balcone,  potrebbe contribuire a produrre energia utile per ogni appartamento. E a dire il vero che l’ambiente ne può trovare giovamento, riducendo l’inquinamento nella produzione.

Mini eolico portatile, cosa cambia rispetto alle classe pale?

Fino ad oggi siamo abituati a vedere le grandi pale, poste su zone particolarmente ventose, che hanno bisogno proprio del vento per muoversi. Mentre la rivoluzione asiatica sta proprio nella capacità di funzionare con piccole correnti d’aria. Ma non solo, il costo è contenuto, nonostante sia costruito con materiale molto resistente. Si parla di resina epossidica cioè polimer i termoindurente con reazione a freddo. Il formulato è normalmente costituito da una resina base (componente A) e da un indurente (componente B), i quali, miscelati accuratamente nel rapporto d’uso indicato dal produttore, solidificano, dando origine ad uno strato vetrificato lucido.

Tuttavia siamo ancora in una forma iniziale della nuova invenzione. Infatti se si calcola l’esposizione ai venti di velocità di due metri al secondo, sarà quindi in grado di produrre 3 Volt e generare 290 microwatt. Quindi sicuramente non è in grado, almeno in questo momento, di sostituire la bolletta della luce, ma  la strada deve essere ancora perfezionata.

Manutenzione e rispetto dell’ambiente

Il mini eolico portatile funge anche da potenziale alternativa alle batterie agli ioni di litio più piccole, In merito alla manutenzione, sembra che non ci siano grandi operazioni da fare, anche perché non utilizza metalli pensanti che se non smaltiti correttamente possono causare danni ambientali.

Quindi l’invenzione deve essere potenziata, ma già offre la possibilità di accendere 40 led con una velocità di vento pari a 4 metri al secondo. Il vento, come il sole, sono a disposizione di tutti, pertanto non mancheranno ulteriori perfezionamenti di questa invenzione.

 

 

 

 

Lavorare dividendo il costo delle bollette, ecco come fare

Lavorare dividendo il costo delle bollette è l’idea di molti professionisti che hanno trovato un modo per dividere i costi delle bollette, ecco come fare.

Lavorare insieme, la nuova idea dei professionisti

La proroga fino al 31 dicembre dello smart working ha fatto in modo che molti lavoratori continuassero a lavorare da casa. Tuttavia non tutti sono contenti, perché i costi delle bollette appesantiscono il bilancio familiare. Non solo, l’esperienza del Covid, ha evidenziato come lavorare da soli in casa, crea dei problemi proprio di socializzazione. Il lavoratore se da una parte può concentrarsi meglio, dall’altro però tende ad isolarsi ed aver bisogno di comunicare con altre persone durante la giornata.

Quindi per risolvere ad entrambi i problemi, molti professionisti hanno deciso di lavorare in coworking. Si tratta di un’attività lavorativa caratterizzata dalla compresenza in uno spazio fisico condiviso di più liberi professionisti che collaborano tra di loro, mettendo reciprocamente a disposizione le proprie competenze specifiche condividendo le spese.

Lavorare insieme per diminuire i costi

Lavorare insieme prevede la possibilità di avere un unico grande ambiente con tante postazioni di lavoro. Ognuno paga una quota per l’affitto della propria postazione. In media si tratta di circa 20-25 euro al giorno, ma che permettono di mettere da parte tutti i soldi, in modo da pagare al fine mese le bollette, senza pesare troppo sulle bollette di casa. Inoltre spesso c’è la possibilità di creare un ambiente dimanico, in cui lo scambio di idee e di conoscenze è all’ordine del giorno.

Non solo, dal lavorare insieme nascono anche diversi vantaggi come la possibilità di abbattere i costi di avviamento di un’attività personale o aumentare il brand reputation del proprio business. Tuttavia lavorare insieme è una scelta molto seguita da liberi professionisti nei settori tecnologici e dei media. E’ possibile anche lavorare per aziende diverse, ma con pochi soldi si evita di pagare i costi fissi di un ufficio fisico.

Coworking, la scelta ideale

Il coworking è uno stile lavorativo che implica la condivisione con altre persone di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un’attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d’ufficio, coloro che sono in coworking solitamente non sono impiegati nella stessa organizzazione.

Inoltre all’interno degli spazi tutte le postazioni sono già attrezzate, basta solo portare il portatile. A disposizione c’è  tutto quello che serve a lavorare pur non essendo chiusi in casa, magari socializzando. Poi tutti gli altri costi sono condivisi, uscendo da casa, ma senza gravare sui costi della famiglia.

 

Concorso Polizia di Stato 1381 allievi: pubblicata la graduatoria. Link

Disponibile dal giorno 4 novembre 2022 la graduatoria del concorso per titoli ed esami del concorso Polizia di Stato volto al reclutamento di 1381 allievi.

Pubblicata la graduatoria del concorso Polizia di Stato 1188 allievi

La Direzione Centrale per gli Affari Generali e le Politiche del Personale della Polizia di Stato ha comunicato che nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il giorno 4 novembre 2022 sarà pubblicato il decreto di approvazione della graduatoria del concorso per titoli ed esami volto al reclutamento di 1381 Allievi Agenti della Polizia di Stato, indetto con decreto del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza del 16 maggio 2022.

Sono in molti ad attendere questa notizia, infatti la vittoria del concorso apre le porte al mondo del lavoro per oltre 1.000 ragazzi che hanno dovuto affrontare prove culturali e prove fisiche, inoltre hanno dovuto affrontare importanti test psico attitudinali.

Il decreto contiene la graduatoria di merito e della dichiarazione dei vincitori del concorso pubblico. Seguiranno quindi le procedure per l’inserimento dei ragazzi nelle varie sedi.

Come prendere visione della graduatoria concorso Polizia di Stato 1381 allievi?

Per visionare la graduatoria è possibile collegarsi al sito istituzionale della Polizia di Stato seguendo il link https://www.poliziadistato.it/articolo/1375d00a4c052d27179714394

Nella pagina sono presenti annunci relativi a diversi concorsi, basterà cliccare sul concorso di proprio interesse, quindi “Concorso Pubblico per Titoli ed esami per il reclutamento di 1388 allievi Polizia di Stato” per poter prendere visione della graduatoria e cercare quindi il proprio nominativo.

Nel frattempo ricordiamo che sono in corso le procedure di selezione per il successivo bando pubblicato il 4 ottobre. Per avere informazioni è possibile leggere l’articolo: Concorso Allievi Polizia di Stato aperto ai civili 1188 post. Scarica il bando

 

 

 

Manovra finanziaria, le misure per le famiglie e le imprese

La manovra finanziaria sarà uno dei primi impegni economici che dovrà affrontare il Governo Meloni. Ecco alcune misure su cui si sta già lavorando.

Manovra finanziaria, il primo consiglio economico

Si è tenuto il primo consiglio economico del neo Governo Meloni ai fini di definire i contorni della manovra finanziaria. Un grande primo passo per indicare quelle che saranno le misure per le imprese e per le famiglie. Sul tavolo c’è la nota di aggiornamento al Def, documento di economia e finanza. Che dovrebbe prevedere una crescita nazionale dello 0,6% per il 2023. Mentre l’indebitamento sarà portato al 4,5%, peggio delle previsioni dello scorso anno.

In realtà a conti fatti potrebbero sbloccarsi circa 21 miliardi, di cui 15 miliardi dovrebbero essere destinati a famiglie ed imprese che stanno facendo i conti con il caro energia. Tuttavia ulteriori somme potrebbero venire dagli extra gettiti delle imprese dell’energia e dai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea e ancora non spesi, circa 3-4 miliardi.

Manovra finanziaria, reddito di cittadinanza e superbonus

Altri fondi potrebbero arrivare da una rimodulazione del reddito e pensione di cittadinanza e dal superbonus per l’edilizia. Il reddito di cittadinanza 2023 sembra esserci, ma con importi e requisiti differenti. Una delle nuove regole è semplice: se non si accetta il primo impiego proposto si perderà il diritto al sussidio. Invece ad oggi, il percettore del reddito può rifiutare fino a tre volte l’offerta di lavoro, differenziata anche per distanza dal proprio domicilio.

Mentre il rimborso per coloro che effettuano lavori di miglioramento energetico potrebbe cambiare. Infatti il superbonus 110% dovrebbe scendere al 90% per gli appartamenti. La detrazione verrà inoltre ripristinata, alla stessa percentuale, per le abitazioni unifamiliari, le cosiddette villette: ma solo se usate come prima casa da proprietari che rientrano in una soglia di reddito, calcolata in base al quoziente familiare.

Alcune possibili misure per le imprese

Tra le misure per le imprese sembra essere sempre più realista la possibilità di una creazione di una struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese. Lo scopo è quello di semplificare le procedure di investimento. Questo perché a volte le imprese restano impigliate tra le maglie della burocrazia e delle carte da presentare.

Tuttavia non è escluso la possibilità di un decreto sblocca trivelle, che permetterà di estrarre il metano anche in zone fino ad ora escluse dalle attività di ricerca. Eppure si tratta di una misura che  potrebbe aiutare l’Italia verso l’autosufficienza ed un abbassamento dei costo delle bollette. Non ci resta che aspettare le scelte definitive del nuovo governo Meloni.

 

Bonus trasporti, richiedibile ancora tutti i mesi fino al 31 dicembre

Il bonus trasporti è ancora richiedibile fino al 31 dicembre, tutti i mesi, fino ad esaurimento delle risorse. Ecco come fare per richiederlo.

Bonus trasporti, è ancora richiedibile

Il bonus trasporti è stato uno degli aiuti più usato dagli italiani, circa più di un milione. Ma qualcuno non sa che è ancora richiedibile. Ciascun beneficiario può richiederlo entro il 31 dicembre 2022 o comunque fino ad esaurimento risorse. Gli interessati possono acquistare un abbonamento annuale con lo sconto di 60 euro.

Il decreto interministeriale 5/2022 del 29 luglio, ha dato attuazione al decreto aiuti, stabilendo all’articolo 2 che il buono è pari al 100 per cento della spesa da sostenere ed è riconosciuto, comunque nel limite massimo di valore in misura pari a 60 euro per ciascun beneficiario per l’acquisto, effettuato entro il 31 dicembre 2022, di un solo abbonamento annuale o mensile.

L’errore commesso da molti

Il bonus trasporti necessita di una precisazione. Inizialmente i più avevano pensato che il contributo fosse solo per gli abbonamenti annui e quindi richiedibile solo una volta. Quindi chiunque ha sottoscritto abbonamenti della durata di 12 mesi ne ha usufruito. Ma in realtà non è solo così. Infatti i 60 euro possono essere richiesti ed usati ogni mese, fino a dicembre, per comprare anche un abbonamento mensile.

Un errore che hanno commessi in molti, nonostante il sito del Governo, Ministero e politiche sociale porta questa spiegazione: “Bonus fino a 60 euro per l’acquisto di abbonamenti mensili, validi per più mesi, o annuali”. Quindi il bonus può essere richiesto anche più volte dallo stesso beneficiario. Ma se ne può richiedere solo uno al mese, e non all’anno come si pensava inizialmente. Per intenderci chi ha comprato un voucher ad ottobre, lo può richiedere anche per questo mese e per quello di dicembre.

Bonus trasporti, ultime precisazioni

Si ricorda che possono richiedere il bonus tutti coloro che hanno un reddito inferiore a 35 mila euro. Per richiedere il voucher è possibile accedere al portale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. https://www.bonustrasporti.lavoro.gov.it. Ma è necessario registrarsi con SPID o carte di identità elettronica per accedere al servizio.

Infine, il bonus deve essere utilizzato acquistando un abbonamento, entro il mese solare di emissione. Anche se lo stesso può iniziare la sua validità anche in un periodo successivo. Quindi c’è ancora la possibilità di usufruire del bonus trasporti questo mese ed il prossimo. Ma non si esclude la possibilità che possa essere rinnovato o che il Neo Governo trovi un valido sostituto.

Allarme mutui: a breve il tasso di interesse potrebbe salire vertiginosamente

L’allarme mutui arriva direttamente dalla Fabi, primo sindacato dei bancari in Italia, i tassi di interesse sui mutui sono già sopra il 4% e con il rialzo del costo del denaro di ulteriori 75 pb, si supererà il 5%.

La BCE e il costo del denaro: è allarme mutui

La BCE ha deciso la scorsa settimana di procedere a un nuovo aumento del costo del denaro di 75 punti base, questo porta in pochi mesi, da luglio 2022 a un costo del denaro del 2%. Naturalmente i tassi di interesse praticati dalle banche hanno come punto di partenza il costo del denaro deciso dalla BCE, ma di fatto devono essere aggiunti anche altri fattori, tra cui lo spread, cioè il guadagno della banca sui soldi concessi in prestito.

Quali sono i tassi di interesse mutui praticati oggi?

Per chi stipula oggi un contratto questo vuol dire avere un tasso fisso oggi compreso tra il 3,40% e il 4%, ma di fatto destinato in breve tempo ad aumentare. Chi lo ha stipulato anche solo qualche mese fa invece può ancora contare su un tasso di interesse più basso, addirittura chi lo ha stipulato in primavera rispetto a chi lo stipula oggi, può beneficiare di un importo della rata davvero ridotta.

Vanno piuttosto male le cose per chi in passato aveva stipulato un mutuo a tasso variabile perché di fatto fino a pochi mesi fa il tasso era addirittura negativo, praticamente erodeva lo spread, mentre oggi paga poco meno del 3%, ma soprattutto vedrà a breve a rata ulteriormente salire. Ad esempio Credit Agricole propone un Taeg su mutuo a tasso variabile del 2,74%, la stessa banca sul mutuo a tasso fisso chiede il 3,73%. Bper banca propone invece un mutuo a tasso variabile con Taeg al 3,58%.

A ciò si aggiunge che la BCE ha annunciato un costante monitoraggio del costo del denaro al fine di contenere l’inflazione e la possibilità che già nelle prossime settimane ci possano essere ulteriore rialzi.

Surroga o rinegoziazione?

In questo clima possono avere beneficio solo coloro che hanno stipulato un mutuo con cap, cioè con un tetto all’aumento del tasso di interesse.

Chi invece ha un mutuo a tasso variabile e vuole sfuggire alla spada di Damocle del tasso di interesse in salita, può scegliere la rinegoziazione del mutuo o la surroga. La rinegoziazione prevede di concordare nuove condizioni con la stessa banca, mentre la surroga prevede il cambio della banca. All’inizio chi passa dal mutuo variabile al fisso dovrà però contare una rata più alta.

Superbonus e bonus edilizi: le ipotesi allo studio del Governo

Continuano gli approfondimenti per le modifiche più o meno strutturali al Superbonus 110% e allo studio c’è l’ipotesi della semplificazione dei bonus edilizi con accorpamento in un’unica agevolazione fiscale.

Superbonus e bonus edilizi: saranno accorpati?

Attualmente sono in vigore diverse misure per i bonus edilizi. Per la semplice ristrutturazione si può ottenere il 50%, per la ristrutturazione con efficientamento energetico si può ottenere la detrazione al 65%, per i lavori di efficientamento energetico che portano al recupero di almeno due classi energetiche c’è il 110%, ma solo per lavori trainanti e trainati, ormai sono escluse le villette e case unifamiliari ( compresi però interventi antisismici e eliminazione delle barriere architettoniche). Infine, c’è il bonus facciate che nel 2022 è stato portato al 60% (prima era al 90%). Naturalmente in questi anni tutti hanno provato ad ottenere il Superbonus 110%, sebbene le condizioni di cessione del credito nella realtà dei fatti non consentono di avere questa percentuale di detrazione.

Leggi anche: Superbonus 110%: condizioni  cessione del credito praticate dalle banche

L’esigenza attuale è quella di ridurre la spesa pubblica impegnata nel Superbonus 110% e negli altri bonus edilizi, ma di fatto anche semplificare la normativa. Il problema economico non è recente, infatti i fondi stanziati sono terminati già da mesi. Non ci sono quindi nuove approvazioni e il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni fin da subito ha ribadito che solo i progetti già iniziati avrebbero avuto copertura con le aliquote precedentemente fissate. Anche la semplificazione è una necessità impellente, infatti la disciplina iniziale era prevista nell’articolo 119 del decreto legge 34 del 2020, ma nel tempo questa ha avuto notevoli modifiche con il tentativo anche di evitare le truffe. La stratificazione normativa ha portato molta confusione anche agli addetti.

Come cambierà il Superbonus?

Di fatto il governo Meloni ha comunque annunciato che ci saranno modifiche, ecco le possibili strade:

  • Accorpamento di tutti i bonus edilizi in un’unica misura con percentuale ridotta ( si ipotizza tra il 70% e l’85%);
  • diversificazione del Superbonus tra prime e seconde case con aliquote differenziate, ma comunque non superiori all’80% in nessun caso);
  • un’ulteriore ipotesi allo studio è di restringere il campo di applicazione del Superbonus avendo in considerazione redditi e patrimoni dei richiedenti. Si ipotizza di utilizzare il quoziente familiare per la valutazione dei redditi che possono ottenere i benefici.

In ogni caso l’aliquota dovrebbe essere ridotta, insomma il Superbonus 110% sembra debba essere messo in cantina.