Online il sito per l’Assegno Unico: le FAQ più importanti e casistiche

“Crescere un figlio è la sfida più bella, noi la sosteniamo” l’INPS annuncia in questo modo che è online il sito per l’Assegno Unico e Universale. Si tratta di un portale gestito dall’INPS dedicato in modo totale a questa importante misura che cambia il welfare italiano.

L’INPS annuncia: è online il sito per l’Assegno Unico e Universale

Il nuovo sito dell’INPS è disponibile all’indirizzo www.assegnounicoitalia.it L’INPS sottolinea che il nuovo sito affianca gli strumenti già disponibili, in particolare la comunicazione tramite web, spot radiofonici e social media e ha l’obiettivo di fornire un’informazione completa e dettagliata alle famiglie tenendo anche in considerazione i tanti dubbi e perplessità che gli italiani hanno mostrato.

Nel comunicato che annuncia la novità viene sottolineato che a partire dal mese di marzo cesseranno tutte le prestazioni precedentemente inserite in busta paga (ad esempio l’Assegno per il nucleo Familiare). Di conseguenza per avere continuità è essenziale presentare la domanda per l’Assegno Unico entro il 28 febbraio. In ogni caso, coloro che presenteranno l’istanza entro il 30 giugno 2022 riceveranno anche gli importi arretrati dal mese di marzo.

Ribadiamo che chi non presenta l’istanza entro il 30 giugno riceverà l’Assegno Unico solo dal mese successivo rispetto alla presentazione della domanda. La domanda può essere inoltrata anche senza allegare l’ISEE, ma si riceveranno gli importi minimi previsti per coloro che hanno un reddito ISEE superiore a 40.000 euro. Presentando l’ISEE in ritardo, cioè dopo il 28 febbraio, ma prima del 30 giugno 2022, si riceveranno comunque gli eventuali maggiori importi sotto forma di arretrati.

L’INPS ha raccolto le domande più frequenti poste nella pagina Facebook INPS per la Famiglia e ha dato risposta nel sito. Ecco una sintesi.

Domande frequenti

Perché si chiama Assegno Unico e Universale?

Il sito www.assegnounicoitalia.it ha l’obiettivo di fornire un’informazione dettagliata e completa. Sottolinea che l’assegno corrisposto è Universale in quanto corrisposto, anche se in misura minima, a tutte le famiglie con figli a carico, inoltre è Unico in quanto assorbe tutte le altre misure a favore della famiglia ( Bonus Mamma Domani, Bonus Bebè, Assegno Nucleo Familiare) restano invece in vigore il Bonus Nido e il Bonus Maternità dei Comuni.

Chi può accedere?

Possono percepire l’Assegno Unico tutte le famiglie con figli a carico a decorrere dal settimo mese di gravidanza fino al diciottesimo anno di età. Nel caso in cui siano presenti nel nucleo figli con età maggiore di 18 anni e non superiore a 21 anni e che seguano un percorso di formazione o studio (tra cui anche apprendistato e stage, tirocinio con reddito non superiore a 8.000 euro l’anno), svolgano il servizio civile universale oppure siano disoccupati ma iscritti al Centro per l’Impiego. Non vi sono limiti di età per i figli disabili.

Quando presentare la domanda?

La domanda può essere presentata a partire dal primo gennaio 2022. Non ci sono limiti temporali, nel senso che in qualunque momento dovessero maturare i requisiti si può presentare la domanda. Ad esempio alla costituzione di un nuovo nucleo familiare. I dati in variazione devono essere aggiornati.

Quanto si riceve?

E’ previsto un importo massimo di 175 euro per ogni figlio minorenne per ISEE non superiore a 15.000 euro. L’importo scende all’aumentare del’ISEE. Per i figli minorenni in nuclei con ISEE pari o superiore a 40.000 euro o senza ISEE l’importo previsto è 50 euro al mese. Sono inoltre previste maggiorazioni.

Per conoscere tutte le maggiorazioni previste leggi la guida: Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal d.lgs 230 del 2021

Per gli importi: Assegno Unico: qual è l’importo massimo che si può ricevere per un figlio

Come presentare la domanda?

La domanda può essere presentata attraverso il sito www.inps.it, accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS e cliccando sulla voce prestazioni e in seguito “Assegno Unico e Universale”.

In alternativa può essere presentata istanza attraverso il contact center INPS al numero verde 803164 rete fissa e 06164164 mobile . Infine, può essere presentata tramite patronati. Per compilare la domanda basta riempire i campi. Se vi sono figli disabili è bene prestare attenzione all’indicazione del grado di disabilità. La compilazione è intuitiva, proprio per questo sono numerose le famiglie che hanno optato per tale soluzione (¾ delle domande pervenute).

Nella compilazione della domanda deve essere indicato il codice IBAN del richiedente. I figli maggiorenni possono richiedere in modo autonomo l’Assegno Unico indicando per l’accredito un codice IBAN di conto a loro intestato.

L’assegno Unico concorre a determinare la base imponibile?

No. Di conseguenza gli importi non saranno tassati ai fini IRPEF.

Posso chiedere l’Assegno Unico in gravidanza?

No. l’Assegno Unico può essere percepito dal settimo mese di gravidanza, ma la domanda deve essere presentata dopo la nascita, all’attribuzione del codice fiscale. Naturalmente saranno pagati anche gli importi maturati dal settimo mese di gravidanza.

Chi percepisce il reddito di cittadinanza può ricevere l’Assegno Unico?

Sì. In questo caso non è neanche necessario presentare la domanda. L’Assegno Unico viene automaticamente riconosciuto e accreditato ai percettori di reddito di cittadinanza.

Chi ha fatto domanda per l’Assegno Temporaneo potrà continuare a percepirlo?

L’Assegno Temporaneo viene pagato dall’INPS per i mesi di gennaio e febbraio 2022, da marzo 2022 c’è l’avvicendamento con l’Assegno Unico, ma Attenzione: deve essere presentata la domanda entro il 28 febbraio per avere la certezza della continuità.

Come si riceve l’importo dell’Assegno Unico?

L’importo dell’Assegno Unico si può ricevere su conto corrente bancario o postale, libretto postale, conto corrente estero area SEPA, carta prepagata con IBAN. Il conto deve essere intestato o cointestato al richiedente. L’importo dell’Assegno Unico non può essere accreditato di un conto intestato a persona diversa rispetto al richiedente. Inoltre deve coincidere il codice fiscale indicato alla propria banca e il codice fiscale del richiedente l’assegno.

A chi viene erogato l’importo in caso di nomina del tutore?

Al tutore nell’interesse del beneficiario.

Devono essere allegati documenti nella presentazione della domanda?

No, devono essere solo indicati i dati del nucleo familiare, se presenti soggetti con disabilità, dati per l’accredito e consenso al trattamento dei dati personali.

Come viene pagato l’assegno in caso di genitori separati/divorziati?

In questo caso può essere pagato a uno solo dei genitori, oppure è possibile richiedere l’assegno ripartito. Per info: Assegno Unico Ripartito: come richiederlo seguendo le indicazioni INPS

Se il richiedente sceglie di ricevere il 100% dell’importo, l’altro genitore convivente deve dare conferma?

No, non è necessario che l’altro genitore (sposato, convivente o separato) dia conferma. Il richiedente in sede di inoltro deve semplicemente dichiarare di essere d’accordo con l’altro genitore. Però in un secondo momento l’altro genitore può presentare a sua volta domanda per poter percepire una quota. In questo caso accede sul sito INPS con le credenziali personali, ma va alla sezione “Completa le domande presentate dall’altro genitore”.

Chi ha l’affido esclusivo come può percepire il 100% dell’Assegno Unico?

Il genitore unico affidatario deve barrare la voce” “genitore affidatario”. L’altro genitore non potrà modificare la domanda.

Cosa succede in caso di affido condiviso?

In questo caso l’assegno Unico può essere pagato al 50% a ciascuno dei genitori.

Percepisco l’Assegno Nucleo Familiare anche per il coniuge, cosa succede?

L’Assegno per il Nucleo Familiare relativamente al coniuge a carico continuerà ad essere corrisposto, così come sono riconosciute le detrazioni per coniuge a carico e per figli che hanno superato i 21 anni di età e sono a carico.

Cosa succede in caso di errori nella compilazione della domanda?

Gli errori possono essere corretti. Per la procedura segui la guida: Assegno Unico: come correggere la domanda in caso di errori

Cosa succede se uno dei genitori è cittadino straniero e quindi non è in possesso del codice fiscale?

La domanda viene inoltrata dal genitore con cittadinanza italiana e codice fiscale. Deve essere indicato il codice fiscale del figlio (figli). E’ necessario selezionare prima la voce: “il nucleo familiare del figlio comprende un solo dei due genitori”, di seguito: motivazione (a) “genitore unico” la casistica “altro genitore cittadino straniero senza codice fiscale”. Al verificarsi di tale caso è esclusa la possibilità di avere assegno ripartito al 50%.

Cosa succede se il figlio diventa maggiorenne o compie la maggiore età nel mese di competenza?

In questo caso la mensilità viene comunque pagata per intero. Ad esempio, se compie gli anni il 7 marzo 2022, il mese di marzo comunque si avrà l’Assegno Unico. Nel caso in cui la domanda dovesse essere presentata successivamente al compimento della maggiore età, si potranno  richiedere gli arretrati per i mesi in cui avrebbe dovuto percepire l’assegno. Ad esempio chi compie gli anni a marzo 2022, ma presenta al domanda ad aprile, con diritto a ottenere gli arretrati, potrà richiedere comunque il pagamento di marzo.

Cosa succede se i coniugi sposati hanno residenza diversa?

In questo caso non ci sono ostacoli, comunque il richiedente percepirà l’Assegno Unico, intero o ripartito.

La maggiorazione per genitori entrambi titolari di reddito da lavoro si può avere anche se uno dei due lavora all’estero?

Sì, a condizione che paghi le imposte sul reddito in Italia.

Il figlio maggiorenne disabile non a carico può ricevere l’Assegno Unico?

Il figlio maggiorenne, non a carico, non presente nel nucleo familiare, potrebbe comunque essere nella condizione di essere attratto nell’ISEE dei genitori. Affinché ciò si verifichi è necessario che abbia un’età inferiore a 26 anni, non sia sposato e non abbia figli propri.

Quali sono gli stati della domanda?

Gli stati possibili che compariranno all’utente successivamente all’inoltro possono essere:

Accolta: la domanda è regolare e risulta messa in pagamento;

Respinta (evidentemente per qualche motivo non è stata accolta);

Decaduta;

Rinunciata;

In evidenza alla sede: vuol dire che è necessario integrare l’istruttoria rivolgendosi alla sede di competenza territoriale;

In evidenza al cittadino: la domanda deve essere integrata dal cittadino.

Spese sostenute per i figli, chiarimenti AdE su detrazioni e deduzioni anche con l’assegno unico

Sulle spese sostenute per i figli è intervenuta l’Agenzia delle entrate per gli opportuni chiarimenti in merito alle deduzioni e alle detrazioni. I chiarimenti si sono resi necessari per l’avvicinarsi dell’introduzione dell’assegno unico. Nel dettaglio, nel 2022 rimangono le deduzioni e le detrazioni sulle spese sostenute per i figli. Di conseguenza devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi gli oneri per i figli under 21 a carico.

Chiarimenti Agenzia delle entrate sulle deduzioni e detrazioni per i figli a carico

Il chiarimento dell’Agenzia delle entrate riguarda i genitori dei figli fino a 20 anni e 364 giorni (under 21) fiscalmente a carico. Si potrà continuare a fruire delle detrazioni e delle deduzioni per le spese sostenute nel loro interesse. Anche se non si potrà più beneficiare delle detrazioni inerenti per i figli. Il chiarimento si è reso necessario per l’interpretazione delle detrazioni per i figli a carico inserite nel decreto legislativo numero 230 del 2021. Si tratta del provvedimento di legge che ha introdotto l’assegno unico per i figli.

Assegno unico per i figli, cosa avviene per le spese dal 1° gennaio 2022 su detrazioni e deduzioni?

Il che significa che dal 1° marzo 2022 i sostituti di imposta non dovranno più riconoscere nella busta paga le detrazioni spettanti per i figli fino a 21 anni di età. Tali detrazioni verranno già incorporate nell’assegno unico per i figli. Tuttavia, i genitori potranno continuare a fruire delle deduzioni e delle detrazioni per le spese sostenute a favore dei figli a carico. Inoltre, ai genitori andrà riconosciuto anche il regime fiscale agevolato dei servizi e dei beni del welfare aziendale. È quanto prevede il comma 2, dell’articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir).

Spese detraibili e deducibili per i figli, come deve comportarsi il sostituto di imposta per la busta paga?

Il sostituto di imposta deve, pertanto, computare le detrazioni per le spese sostenute per i figli per i primi due mesi del 2022 (ovvero gennaio e febbraio). Per i restanti mesi dell’anno, ovvero a partire dal 1° marzo 2022, è necessario applicare quanto prevede l’articolo 10 del decreto legislativo numero 230 del 2021 che ha introdotto l’assegno unico per i figli. Pertanto, per gennaio e febbraio 2022 si devono computare le detrazioni spettanti per le spese sostenute per i figli secondo quanto prevede l’articolo 12 del Tuir, salvo il conguaglio di fine anno o il termine del rapporto sulla base del reddito complessivo.

Detrazioni e deduzione, cosa avviene per i figli non fiscalmente a carico?

Inoltre, “ai fini delle disposizioni fiscali che fanno riferimento alle persone indicate nel presente articolo, anche richiamando le condizioni ivi previste, i figli per i quali non spetta la detrazione ai sensi della lettera c) del comma 1 sono considerati al pari dei figli per i quali spetta tale detrazione”. In altre parole, per i figli fino a 21 anni che rispettano i criteri stabiliti dal comma 2 dell’articolo 12 (risultanti, pertanto, fiscalmente a carico), anche se non spettano più le detrazioni per figli a carico, continuano a spettare le detrazioni e le deduzioni previste per oneri e spese sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico di cui all’articolo 12 del Tuir. Per i figli di età inferiore ai 21 anni, anche se non fiscalmente a carico, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui all’articolo 51, comma 2, del Tuir in tema di welfare.

Assegno unico per i figli, due regimi di calcolo fiscale per il 2022

Per il 2022, anno di transizione per l’introduzione dell’assegno unico per i figli, i sostituti di imposta dovranno applicare pertanto due regimi di calcolo relativi al calcolo delle detrazioni per i figli a carico. I due regimi dovranno essere calcolati rispettivamente per il periodo fino al 28 febbraio 2022 e per quello successivo, ovvero a partire dal 1° marzo 2022. Il primo regime fa riferimento all’articolo 12 del Testo unico delle imposte sui redditi; il secondo periodo all’articolo 10 del decreto legislativo numero 230 del 2021. Saranno da formulare due differenti conguagli.

Partite Iva forfettarie, vantaggi elevati con l’assegno unico per i figli

Al debutto dell’assegno unico per i figli si stimano le condizioni e gli effetti con i maggiori vantaggi riscontrati per chi abbia la partita Iva a regime forfettario. Infatti, i lavoratori autonomi fino a 65 mila euro di reddito annuo, che in passato non avevano diritto alle detrazioni, con l’assegno universale potranno beneficiare di un vantaggio annuo per i figli a carico.

Assegno unico per i figli, come sostituisce nel 2022 i vecchi bonus e le detrazioni Irpef?

I vantaggi dell’assegno unico per i figli dipenderanno dall’importo dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). I precedenti bonus per i figli (bebè, mamma) e le varie detrazioni Irpef e gli assegni per i nuclei familiari verranno assorbiti dall’assegno unico. L’Isee, calcolato sia sul reddito prodotto che sul patrimonio, diventa il parametro di riferimento e prende il posto del reddito. Il passaggio comporta cambiamenti nella fruizione dei benefici e delle detrazioni. In primis per le partite Iva a regime forfettario che, fino al 2022, non avevano avuto accesso alle detrazioni Irpef.

Assegno unico per i figli, cosa avviene per le famiglie con partita Iva a regime forfettario?

I forfettari, infatti, avranno i benefici più evidenti dall’introduzione dell’assegno unico per i figli. Si tratta delle persone fisiche titolari di partita Iva a regime forfettari, con compensi e ricavi che non superano i 65 mila euro all’anno. Per una famiglia con due coniugi lavoratori autonomi con partita Iva a regime forfettaria e un figlio minorenne, il reddito di 35 mila euro prodotto da ciascun coniuge fino al 2021 non dava luogo né a detrazioni per il figlio a carico e nemmeno all’Assegno per il nucleo familiare annuo (Anf).

Partite Iva a regime forfettario, quali vantaggi dall’assegno unico per i figli?

In questa situazione, i due coniugi partite Iva a regime forfettario non avevano alcun vantaggio annuo per i figli a carico. Con l’introduzione dell’assegno unico per i figli e un Isee pari a 30 mila euro, alla famiglia spetta l’assegno unico mensile per il figlio a carico pari a 112 euro. Il vantaggio annuo con l’assegno unico è di 1.344 euro.

Assegno unico universale con Isee oltre i 40 mila euro o redditi bassi e patrimonio alto

Le famiglie che superano i 40 mila euro di Isee annuale avranno comunque il beneficio, anche se in misura minore. In tal caso, l’assegno unico per i figli sarà di 50 euro al mese per ogni figlio a carico. A perderci dal sistema dell’assegno unico saranno invece coloro che hanno redditi medi e bassi ma si ritrovano un Isee di oltre 40 mila euro. In quanto indicatore anche della situazione patrimoniale, e non solo reddituale, chi riceve in eredità un immobile consistente potrebbe vedersi abbassare l’assegno per i figli rispetto al precedente sistema delle detrazioni Irpef.

Assegno unico per i figli, la perdita per le famiglie con Isee oltre i 40 mila euro

Il superamento della soglia di Isee dei 40 mila euro di certo fa perdere qualcosa alle famiglie rispetto al vecchio sistema delle detrazioni Irpef. Infatti, in una famiglia di due coniugi con redditi da lavoro rispettivamente di 28 mila euro e di 8 mila euro, un Isee oltre i 40 mila euro e un figlio a carico di 3 ani, la detrazione spettante con il vecchio sistema determinava un importo:

  • di 860 euro all’anno di detrazioni per il figlio a carico;
  • un assegno per il nucleo familiare annuo (Anf) di 547 euro.

Il vantaggio annuo per la detrazione dei figli a carico era dunque di 860 euro. Con l’assegno unico per i figli del 2022, al superamento della soglia dei 40 mila euro di Isee si percepiscono 50 euro mensili di assegno unico per i figli. Il vantaggio annuo, dunque, si ferma a 600 euro.

Assegno unico con figli maggiorenni che non lavorano, non cercano lavoro e non studiano

Peraltro, i vantaggi dell’assegno unico per i figli si annullano se il figlio a carico è maggiorenne ricada in una delle situazioni elencate:

  • non frequenti un corso di formazione scolastica, universitaria oppure professionale;
  • non abbia un reddito da lavoro complessivo inferiore agli 8 mila euro all’anno;
  • non svolga un tirocinio;
  • sia disoccupato ma non cerchi un lavoro presso il centro pubblico per l’impiego.

Con il precedente sistema, sul reddito imponibile del coniuge con 28 mila euro di reddito da lavoro veniva applicata la detrazione per il figlio di 690 euro; tale detrazione si perde con l’assegno unico per i figli per le famiglie che si trovino nelle situazioni sopra elencate. Pertanto, alle famiglie non spetterà l’assegno unico per i figli che non studino, che non lavorino o che non stiano cercando un impiego.

Assegno universale per i figli con redditi rientranti nella no tax area e Isee fino a 15 mila euro

Di certo, ad avvantaggiarsi del nuovo sistema dell’assegno unico per i figli sono le famiglie con redditi rientranti nella no tax area con un figlio a carico minorenne. Più genericamente, si può uniformare la situazione delle famiglie con redditi prodotti entro i 15 mila euro, al netto degli oneri contributivi. A questo livello di reddito, la detrazione spettante con il precedente sistema delle detrazioni con un figlio a carico era di 741 euro. L’assegno per il nucleo familiare annuo (Anf), invece, era di 1.644 euro.

Isee fino a 15 mila euro, i vantaggi dell’assegno unico per i figli

Per chi nel 2022 dichiari un Isee fino a 15 mila euro, l’assegno unico familiare al mese è di 205 euro per un figlio a carico. Si percepirà anche il conguaglio mensile dell’assegno per il nucleo familiare annuo (Anf) pari a 7 euro. Il vantaggio con l’assegno unico ammonterà a 2.460 euro.

Assegno Unico: allarme INPS mancano il 70% delle domande

Mancano pochi giorni per inoltrare la domanda per l’Assegno Unico e Universale e riceverlo nel mese di marzo (primo mese utile), ma secondo i dati resi noti dall’INPS mancano oltre 5 milioni di domande, circa il 70% di quelle attese. Presentando la domanda dopo il 28 febbraio si riceverà l’Assegno Unico nel mese successivo a quello della presentazione.

Domande inoltrate per l’Assegno Unico, mancano oltre 5 milioni di contribuenti

Nel mese di gennaio, il primo in cui era possibile inoltrare la domanda per accedere all’Assegno Unico, le domande presentate sono state oltre un milione. Per il mese di febbraio c’erano migliori attese, infatti si pensava che l’inoltro delle domande potesse avere un picco. Così non è stato. L’INPS ha reso noto che al 18 febbraio, a 10 giorni dalla scadenza prevista per ottenere l’Assegno Unico a metà marzo 2022, cioè il primo pagamento, le domande presentate sono solo 2,2 milioni. L’INPS ha invece calcolato una platea di 7,5 milioni di beneficiari.

Cosa succede se la domanda per l’Assegno Unico viene presentata in ritardo?

Occorre ricordare che se la domanda viene presentata entro il mese di giugno 2022 si potranno ricevere gli arretrati da marzo. Di conseguenza non si perdono somme, ma è evidente che non si potrà ricevere l’importo previsto già nel mese di marzo e, viste le difficoltà che gli italiani stanno affrontando, sembra abbastanza strano che le domande siano così poche.

E’ bene ricordare che l’istanza può essere presentata sul sito dell’INPS, oppure recandosi presso un patronato. L’INPS ha reso noto che la maggior parte delle famiglie che hanno già presentato l’istanza, lo ha fatto online in modo autonomo, solo ¼ delle stesse sono state presentate con intermediari (patronati). Questo vuol dire che la procedura è abbastanza semplice.

E’ possibile proporre la domanda anche senza ISEE, in questo caso si ricevono gli importi minimi e presentando l’ISEE entro il mese di giugno si potranno recuperare le eventuali maggiori somme a cui si ha diritto. Coloro che presenteranno la domanda dal 1° luglio, non potranno ricevere gli arretrati, inoltre presentando l’ISEE dopo il primo luglio non si riceveranno gli arretrati delle maggiori somme a cui si avrebbe diritto presentando fin da ora l’ISEE.

La domanda può essere presentata anche da lavoratori autonomi e partite IVA, inoltre per i figli maggiorenni che hanno meno di 21 anni e seguono un percorso di studio o formazione, possono presentare autonomamente la domanda e ricevere gli importi sul conto corrente personale, quindi non nel conto dei genitori.

L’Assegno Unico per figli a carico può essere richiesto dal settimo mese di gravidanza. Per i nati entro il 28 febbraio è possibile accedere al Bonus Mamma Domani

Come proporre la domanda per l’Assegno Unico

Per proporre la domanda sul sito INPS è necessario collegarsi al sito www.inps.it  e accedere con le proprie credenziali. Occorre avere un codice SPID, oppure CIE o CNS. Una volta effettuato l’accesso, è necessario andare alla Voce “Assegno Unico e Universale” e compilare i moduli con i propri dati anagrafici e quelli del nucleo familiare. Si allega l’ISEE se lo stesso è già disponibile si può procedere anche con la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica). E’ necessario indicare il codice IBAN su cui saranno versati gli importi direttamente dall’INPS. In alternativa, è  presentare domanda contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o 06 164.164 (da rete mobile a pagamento)

Per avere tutte le informazioni necessarie per presentare la domanda leggi gli approfondimenti:

Assegno Unico: arriva il simulatore dell’INPS per aiutare le famiglie

Assegno Unico: nuova circolare dell’INPS con chiarimenti. 9 febbraio

Inoltre potrebbero risultare interessanti gli approfondimenti

Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal d.lgs 230 del 2021

Assegno Unico: come correggere la domanda in caso di errori

Qual è l’importo massimo che si può ricevere per un figlio?

Assegno Unico: qual è l’importo massimo che si può ricevere per un figlio?

L’Assegno Unico Universale può raggiungere importi molto alti soprattutto per le famiglie numerose e per quelle che hanno un ISEE inferiore alla soglia base, cioè 15.000 euro. Molti però si chiedono: ci sono limiti agli importi che si possono ricevere? Qual è l’importo massimo per ogni figlio?

Assegno Unico: scopri l’importo massimo per un figlio maggiorenne

La prima risposta è negativa, cioè non ci sono limiti o tetti massimi agli importi per l’Assegno Unico. L’importo dipende dalle condizione familiare del singolo nucleo familiare. La difficoltà nel calcolare i limiti è data dal fatto che la normativa prevede maggiorazioni, ad esempio per famiglie numerose, per disabilità, giovani mamme. Si proverà comunque a determinare un importo massimo tenendo in considerazione la possibilità che una famiglia possa ritrovarsi nella situazione ideale per ricevere gli importi massimi.

  • L’importo massimo per un figlio minorenne è di 175 euro;
  • A questo importo, se la madre ha meno di 21 anni, si aggiungono ulteriori 20 euro;
  • Un’ulteriore maggiorazione di 30 euro è prevista se entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro.

In questo caso possiamo avere un unico figlio di madre giovane ed entrambi i genitori lavoratori che può ottenere 225 euro.

Quanto può ricevere una famiglia con 3 figli?

Facciamo il caso che la famiglia abbia 3 figli e che abbia un ISEE inferiore a 15.000 euro. In questo caso per il terzo figlio spetta la maggiorazione di 85 euro. Questa maggiorazione si applica per ogni figlio successivo al secondo, quindi nella situazione ideale di prima si ha per il terzo figlio un assegno di:

  • 175 euro (base);
  • 85 euro (maggiorazione terzo figlio)
  • 30 euro (perché entrambi i genitori lavorano)
  • 20 euro (perché la madre ha meno di 21 anni, è un po’ difficile che si verifichino tutte queste condizioni, ma non impossibile).

Il totale per il terzo figlio sarebbe di 310 euro.

Però siamo nell’ipotesi del terzo figlio e di conseguenza dobbiamo sommare gli assegni visti per i primi due, cioè 225 x 2 con risultato 450 euro per i primi due figli. Questa famiglia in totale potrebbe percepire 760 euro al mese.

Quanto può ricevere una famiglia con 4 figli?

Se la temeraria famiglia avesse 4 figli, tutti minorenni, e ISEE non superiore a 15.000 euro, verrebbe applicata anche una maggiorazione forfettaria di 100 euro per le famiglie numerose. In questo ipotetico caso abbiamo

  • 225 x 2= 450 euro
  • 310 x 2= 620 euro
  • e ulteriori 100 euro. Si tratterebbe di 1.170 euro.

C’è però da dire che difficilmente in Italia una donna partorisce 4 figli prima dei 21 anni, questo implica che generalmente in questa condizione c’è la maggiorazione dei 20 euro per figlio dedicata alle giovani mamme. Potrebbe anche verificarsi il caso del parto plurigemellare.

A quanto ammonta l’Assegno Unico in presenza di figli disabili?

Gli importi cambiano anche in presenza di figli disabili, infatti anche per questi ci sono delle maggiorazioni, ad esempio per un figlio disabile non autosufficiente c’è una maggiorazione di 105 euro, 95 euro se disabile grave, 85 per disabilità media.

Questo implica che, ad esempio, per un unico figlio disabile si può ottenere:

  • importo base: 175 euro;
  • maggiorazione disabilità: 105 euro;
  • maggiorazione per genitori entrambi titolari di reddito da lavoro: 30 euro;
  • maggiorazione per madre under 21: 20 euro.

In questo caso si potrebbe arrivare per un unico figlio a un importo 330 euro mensili. A cui potrebbero sommarsi gli importi previsti per gli altri figli.

Ora tutti ci chiediamo: ma l’Assegno Unico concorre a determinare il reddito imponibile? Fortunatamente la risposta è NO, quindi con concorrerà a determinare la base imponibile ai fini IRPEF. In poche parole gli importi non sono tassati.

Ricorda che sul sito INPS è possibile accedere al simulatore, ecco il link https://servizi2.inps.it/servizi/AssegnoUnicoFigli/Simulatore

Per conoscere tutte le maggiorazioni applicabili, leggi l’articolo Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal d.lgs 230 del 2021.

Se invece pensi di aver commesso degli errori nella compilazione della domanda puoi correggerla. Scopri come: Assegno Unico: come correggere la domanda in caso di errori.

Assegno Unico: come correggere la domanda in caso di errori

Hai compilato la domanda per percepire l’Assegno Unico, ma ti sei accorto solo dopo di avere sbagliato a inserire dei dati? In questo caso nessuna paura, infatti l’INPS ha reso note le modalità per correggere gli errori nella domanda per l’Assegno Unico e Universale. Ecco come fare.

Come correggere gli errori nella compilazione della domanda per l’Assegno Unico?

L’Assegno Unico potrà essere percepito dal mese di marzo 2022, le domande potevano però essere inoltrate già dal mese di gennaio 2022. Naturalmente molte famiglie si sono precipitate, ma nel tempo l’INPS ha fornito informazioni e delucidazioni e di conseguenza sono in tanti ad essersi accorti di avere commesso degli errori nella compilazione delle varie parti della domanda. Per venire incontro alle esigenze delle famiglie che si trovano in questa condizione, l’INPS ha indicato come procedere alla correzione della domanda per l’Assegno Unico.

La procedura è molto semplice, naturalmente è necessario avere a portata di mano il proprio codice per l’identificazione digitale, quindi SPID, CIE o CNS, una volta entrati nel sito dell’INPS, è necessario accedere al servizio “Assegno unico e universale per i figli a carico” .

Dopo aver effettuato l’accesso, è necessario cliccare sulla voce “Rinuncia” e scegliere come motivazione “errore di compilazione”.

A questo proposito occorre però prestare attenzione a NON CLICCARE alla voce “RINUNCIA ALLA PRESTAZIONE”.

Una volta optato per la rinuncia, si deve procedere a inoltrare nuovamente la domanda facendo attenzione a non commettere nuovamente errori ( gli stessi o diversi).

In alternativa è possibile contattare il contact center INPS al numero verde 803.164, questo è gratuito da rete fissa. Se non c’è disponibilità di rete fissa, si può chiamare dal mobile al numero 06 164 164. In questo caso sarà applicata la tariffa prevista dal gestore telefonico. Infine, è possibile recarsi presso un patronato – CAF e chiedere la modifica dei dati immessi.

Prima di procedere alle modifiche consigliamo la lettura degli approfondimenti:

Assegno Unico: nuova circolare INPS con chiarimenti. 9 febbraio

Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal decreto legislativo 230 del 2021

Ultime informazioni

Ricordiamo che la maggiorazione per ISEE fino a 25.000 euro non può essere richiesta senza inserire l’ISEE nella domanda. Inoltre, chi percepisce il Reddito di Cittadinanza non deve presentare istanza per l’Assegno Unico e Universale, questo viene corrisposto automaticamente dall’INPS per tali soggetti. Infine, ancora non è stato definitivamente chiarito dall’INPS se gli italiani residenti all’estero possono percepire l’Assegno Unico, si attendono deludicazioni su questo punto dall’Istituto.

 

Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal d.lgs 230 del 2021

Una delle più importanti novità per il 2022 è l’Assegno Unico che viene riconosciuto per ogni figlio fino a 18 anni di età e in alcuni casi fino a 21 anni di età. I primi importi saranno erogati dal mese di marzo 2022 e prevedono un assegno base e delle maggiorazioni a cui si accede in determinati casi. Vedremo ora tutte le maggiorazioni.

Schema Assegno Unico

L’Assegno Unico da marzo 2022 andrà a sostituire l’Assegno per il Nucleo Familiare, inoltre sostituirà altri strumenti di welfare legati alla condizione economica e familiare, ad esempio il Bonus Mamma Domani. Il suo importo dipende dal reddito ISEE, fino a 15.000 euro si riceve un importo base di 175 euro al mese per ogni figlio, tale importo si riduce gradualmente in base al reddito ISEE.

Di seguito un piccolo schema:

Reddito ISEE Figli fino a 18 anni Figli da 18 a 21 anni
Fino a 15.000 euro 175 euro 85 euro
Fino a 20.000 euro 150 euro 73 euro
Fino a 25.000 euro 125 euro 61 euro
Fino a 30.000 euro 100 euro 49 euro
Fino a 35.000 euro 75 euro 37 euro
Da 40.000 euro 50 euro 25 euro

Si deve precisare che questo schema è sintetico, nel senso che la legge istitutiva, decreto legislativo 230 del 2021, all’allegato Tabella A comprende uno schema dettagliato di tutti gli importi basati sul reddito con variazioni di centesimi, che naturalmente qui non possiamo riportare. In basso all’articolo, sarà allegata la Tabella A dove ognuno potrà trovare con precisione ( e tanta pazienza) quanto potrà ricevere. Per i figli disabili non è previsto il limite di età, inoltre questi fino a 21 anni possono percepire lo stesso importo previsto per i minori, mentre da 21 anni in poi ricevono gli importi previsti per gli altri figli da 18 a 21 anni di età. Solo una piccola nota: gli importi riconosciuti ai figli dai 18 ai 21 anni sono sempre dimezzati rispetto a quelli previsti per i figli da 0 a 18 anni.

Abbiamo visto gli importi base, ora vediamo le maggiorazioni che si applicano e che possono portare alle famiglie delle importanti entrate.

Assegno Unico e Maggiorazione transitoria

La prima maggiorazione di cui parliamo è quella transitoria, prevista solo per gli anni 2022, 2023 e 2024 e per i mesi di gennaio e febbraio 2025. Questa è riconosciuta solo ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 25.000 euro, l’obiettivo è evitare che questa fascia di reddito abbia delle perdite dovute al passaggio tra la vecchia e la nuova disciplina. Questa particolare maggiorazione, a differenza delle altre che tra poco vedremo, non è in misura fissa, ma viene determinata avendo in considerazione quanto percepito dalle famiglie con il vecchio sistema di calcolo del welfare.

Maggiorazioni famiglie numerose

L’altra importante maggiorazione riguarda le famiglie numerose. Per ogni figlio successivo al secondo le famiglie potranno percepire:

85 euro se il reddito ISEE è inferiore a 15.000 euro. Tale importo si riduce gradualmente all’aumentare del reddito ed è di 15 euro per le famiglie che hanno in ISEE superiore a 40.000 euro.

In caso di nucleo con 4 o più figli si aggiunge un’ulteriore maggiorazione forfettaria, quindi indipendente dal reddito e dal numero di figli di 100 euro. Ad esempio le famigle con 4 figli prendono 100 euro, con 6 figli comunque ricevono 100 euro. Tale maggiorazione è ulteriore alla precedente.

Maggiorazione disabilità

Delle maggiorazioni sono previste anche in presenza di figli disabili, in questo caso gli importi dipendono dall’età e dal grado di disabilità del figlio.

Figli disabili 0-18anni:

  • non autosufficienza: maggiorazione di 105 euro mensili
  • disabilità grave: 95 euro mensili;
  • disabilità media: 85 euro mensili.

Disabili 18-21 anni

Per ciascun figlio disabile di grado almeno medio viene applicata la maggiorazione di 80 euro mensili.

Disabili con più di 21 anni di età non si applicano maggiorazioni

Maggiorazioni giovani madri

Per madri con meno di 21 anni di età si applica una maggiorazione di 20 euro per ogni figlio.

Maggiorazioni famiglie con genitori entrambi titolari di reddito di lavoro

Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro (autonomo o dipendente) o redditi da pensione, ci sarà una maggiorazione per ogni figlio pari a 30 euro per redditi ISEE fino a 15.000 euro e che gradualmente si abbassa fino ad azzerarsi per redditi ISEE superiori a 40.000 euro.

Sono assimilati a reddito da lavoro autonomo i compensi dei giudici onorari di pace, dei vice-procuratori onorari e derivanti da prestazioni sportive professionali non occasionali.

Ricorda che sul sito INPS è possibile accedere al simulatore, ecco il link https://servizi2.inps.it/servizi/AssegnoUnicoFigli/Simulatore

Per ulteriori informazioni sull’Assegno Unico, leggi l’articolo: Assegno Unico: nuova circolare dell’INPS con chiarimenti. 9 febbraio

Per conoscere tutti gli importi in dettaglio puoi utilizzare la Tabella A del decreto legislativo 230 del 2021

Bonus Mamma Domani si può chiedere per nati entro il 28 febbraio 2022

Il Bonus Mamma Domani è anche conosciuto come Premio Nascita ed ha il valore di 800 euro, viene riconosciuto una tantum. Si tratta di una delle misure che con l’avvento dell’Assegno Unico verrà meno. L’Assegno Unico entra però definitivamente in vigore nel mese di marzo 2022 e proprio per questo l’INPS, nella circolare 23 del 9 febbraio 2022, ha chiarito i passaggi della staffetta tra Bonus Mamma Domani e Assegno Unico. Scopriamo chi ancora può richiederlo.

INPS: ecco chi può ancora chiedere il Bonus Mamma Domani

Il Bonus Mamma Domani può essere richiesto alla nascita oppure al momento del compimento del settimo mese di gravidanza. L’INPS nella circolare ha sottolineato che il Bonus potrà essere ancora fruito per i nati entro il 28 febbraio 2022.

La circolare chiarisce che il Bonus Mamma Domani potrà essere richiesto per:

  • nati entro 28 febbraio 2022, anche se nati prematuri;
  • può essere richiesto da coloro che entro il 31 dicembre 2021 hanno compiuto il settimo mese di gravidanza, può essere richiesto anche in caso di interruzione della gravidanza nell’ultimo bimestre;
  • adozioni e affidamenti perfezionati entro il 31 dicembre 2021.

La domanda per il Bonus Mamma Domani può essere inoltrata entro un anno dalla nascita o dall’adozione/affidamento, questo vuol dire che nel caso in cui il bimbo sia nato il 7 gennaio 2022, ci sarà tempo fino al 6 gennaio 2023. Questo implica che potrà essere richiesto anche se nel frattempo è in pieno vigore l’Assegno Unico.

Naturalmente può essere usufruito anche per tutti i nati nel 2021 per il quale ancora non è stato richiesto e non è intercorso un anno dalla nascita, adozione e affidamento.

Ulteriori chiarimenti

Fino al 28 febbraio resta in vigore anche l’assegno di natalità, questo è richiedibile entro 90 giorni dalla nascita, quindi i termini sono più brevi ed ha un importo variabile da 80 a 160 euro in base al reddito ISEE e viene corrisposto per 12 mesi. Se la domanda viene presentata dopo i 90 giorni dalla nascita, ma in questo caso non viene corrisposto per 12 mesi, ma dal mese di presentazione della domanda.

La circolare 23 del 9 febbraio dell’INPS prevede ulteriori chiarimenti sull’Assegno Unico e Universale, gli stessi sono sintetizzati nell’articolo: Assegno Unico: nuova circolare INPS con chiarimenti del 9 febbraio 2022.

Per una guida completa sul Bonus Mamma Domani, leggi l’approfondimento: Bonus Mamma Domani 2021: come presentare la domanda

Assegno Unico: nuova circolare dell’INPS con chiarimenti. 9 febbraio

A poche settimane dall’entrata in vigore dell’Assegno Unico e Universale, il primo marzo, e con domande già inoltrate, l’INPS fornisce nuovi chiarimenti sull’assegno unico e lo fa con la circolare 23 del 9 febbraio 2022.

Conguaglio per modello ISEE presentato in ritardo

L’importo dell’Assegno Unico sarà calcolato sul modello ISEE, nel caso in cui lo stesso non sia presentato l’importo viene concesso al minimo. Il conguaglio viene però concesso solo per le domande presentate entro il 30 giugno 2022, mentre per le domande presentate dal 1° luglio non sarà erogato il conguaglio.

Gli importi minimi erogati a coloro che non presentano l’ISEE, o hanno un reddito ISEE uguale o superiore a 40.000 euro, sono di 50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli di età compresa tra 18 e 21 anni. Chi presenta l’ISEE in ritardo, ma entro il 30 giugno, otterrà il conguaglio tra quanto corrisposto e quanto spettante, ma nel mese di gennaio/ febbraio dell’anno successivo, cioè del 2023. Il conguaglio sarà retroattivo e quindi a partire dal mese di marzo 2022, mentre chi presenta la domanda dal primo luglio con ISEE presentato successivamente non otterrà il conguaglio retroattivo. Ad esempio, se la domanda viene presentata il primo luglio senza ISEE si ottiene il minimo dal mese successivo alla presentazione. Nel caso in cui ad agosto presenti l’ISEE, sarà ricalcolata la somma ma senza alcuna retroattività.

Inesattezze, irregolarità, omissioni nella presentazione della dichiarazione ISEE

Inoltrata la domanda, l’INPS provvederà a erogare l’assegno unico in base a quanto dichiarato, ma effettuerà poi dei controlli, nel caso in cui dovesse riscontrare inesattezze, irregolarità, omissioni, provvederà a comunicarli al beneficiario.

Costui dovrà regolarizzare l’attestazione entro la fine dell’anno. Nel caso in cui non provveda nei termini, l’assegno unico sarà riportato al minimo, cioè gli stessi importi previsti per chi non presenta l’ISEE. Inoltre provvederà al recupero dei maggiori importi erogati.

Il beneficiario, avvisato delle irregolarità, inesattezze e omissioni dell’ISEE, potrà presentare documentazione che attesti la veridicità di quando dichiarato, presentare una nuova DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), oppure potrà rivolgersi al CAF, se questo aveva inoltrato la domanda, e chiedere la rettifica DSU. La rettifica potrà avere effetto retroattivo se l’irregolarità era causata da un errore del CAF.

I nonni possono ottenere l’Assegno Unico per i nipoti?

La circolare sottolinea che potranno accedere all’Assegno Unico anche i nonni nel caso in cui i minori risultino affidati a loro o in ipotesi di collocamento o accasamento etero familiare.

Assegno Unico per maggiorenni: condizioni

L’assegno viene riconosciuto ai figli fino ai 21 anni di età, ma a patto che dai 18 a 21 anni siano impegnati in un percorso di studi (liceo, istituti tecnici, università), formazione (percorso di formazione professionale Regionale), lavoro (tra cui contratti di apprendistato e tirocini che rispettino le linee guida di Governo e Regioni). In poche parole non viene riconosciuto ai NEET. Non vi sono limiti si età per i figli disabili a carico.

Il figlio maggiorenne riceve l’Assegno Unico solo se è a carico, cioè se fa parte dello stesso nucleo familiare del richiedente. I requisiti visti devono essere posseduti per tutta la durata del periodo in cui si beneficia dell’Assegno Unico, quindi se il figlio lascia gli studi, non ha più diritto alla prestazione.

Chiarimenti dell’INPS sui beneficiari: si può accedere con permesso di soggiorno

La circolare chiarisce che possono accedere all’Assegno Unico coloro che hanno:

  • cittadinanza italiana o Stato Membro dell’Unione Europea;
  • titolari di un diritto di soggiorno, o diritto di soggiorno permanente;
  • in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • titolare di permesso unico di lavoro;
  • titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca;

Negli ultimi due casi per poter usufruire dell’assegno unico è necessario che il permesso abbia una durata almeno superiore a 6 mesi.

La circolare chiarisce anche che tra i potenziali beneficiari ci sono:

  • apolidi, rifugiati politici, titolari di protezione internazionale equiparati a cittadini italiani;
  • titolari di carta blu (cioè lavoratori altamente qualificati)
  • i lavoratori di Marocco, Algeria e Tunisia per i quali gli accordi euro-mediterranei tra l’Unione europea e tali Paesi prevedono il generale diritto alla parità di trattamento con i cittadini europei;
  • lavoratori autonomi.

Per poter essere beneficiari è però necessario, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera b del decreto legislativo istitutivo 230 del 2021, essere in Italia soggetti passivi delle imposte sul reddito delle persone fisiche, occorre cioè pagare le tasse in Italia. Occorre inoltre avere residenza e domicilio in Italia per tutta la durata del beneficio.

Il criterio della residenza almeno annuale e del contratto di lavoro a tempo determinato almeno semestrale sono alternativi, occorre quindi avere l’uno o l’altro requisiti. Per coloro che hanno un contratto di lavoro semestrale, l’INPS sottolinea che “dà diritto all’assegno per l’intero anno qualora il contratto di lavoro a tempo determinato sia in essere al momento della presentazione della domanda e abbia una durata di almeno sei mesi nell’anno di riferimento della domanda medesima.”

Tra i requisiti non è richiesta la convivenza tra genitore e figlio

La circolare precisa anche che non è necessaria la convivenza tra il genitore e il figlio beneficiario, infatti il diritto viene riconosciuto anche al genitore separato/divorziato o comunque non convivente con il figlio.

Nel corso dell’anno in presenza di nuovi nati o nuovi ingressi in famiglia possono essere integrate le domande già presentate, ricordiamo che l’assegno unico spetta dal settimo mese di gravidanza e non dalla nascita.

Importi e maggiorazioni

Per ISEE non superiore a 15.000 euro ( con ISEE maggiore, gli importi scendono) è previsto un importo 175 euro per ogni figlio minorenne. Per i figli successivi al secondo c’è una maggiorazione di 85 euro mensili. Un’ulteriore maggiorazione di 100 euro viene riconosciuta alle famiglie con 4 o più figli.

In caso di figli con handicap la maggiorazione è di 105 euro mensili in caso di non autosufficienza, 95 euro per disabilità grave, 85 per disabilità media.

Per i figli disabili maggiorenni fino a 21 anni la maggiorazione mensile è di 80 euro per una disabilità di grado almeno medio. Per figli di età superiore a 21 anni con disabilità di grado almeno medio, la maggiorazione è di 85 euro.

Se entrambi i genitori hanno un reddito da lavoro è prevista una maggiorazione di 30 euro per ogni figlio minore. A tale fine al reddito di lavoro sono parificati redditi da lavoro dipendente o assimilati nonché i redditi da pensione, i redditi da lavoro autonomo o d’impresa. Rilevano anche i redditi derivanti da prestazioni sportive non occasionali e indennità corrisposte ai giudici onorari di pace e ai viceprocuratori onorari.

Tutti gli importi visti si riferiscono a nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro, gli stessi diminuiscono all’aumentare del reddito.

Per coloro che hanno un reddito ISEE non superiore a 25.000 euro è prevista una maggiorazione transitoria per gli anni 2022, 2023 e 2024, questa serve a ridurre il gap tra quanto percepivano con il welfare fino al 2021 e quanto percepiranno ora. La maggiorazione sarà calcolata dall’INPS caso per caso, tenendo in considerazione soprattutto l’effettiva percezione con gli ANF nel 2021.

Alcuni esempi di calcolo dell’Assegno Unico e Universale

L’INPS nella circolare fornisce anche degli esempi tipo: famiglia con tre figli e due genitori che lavorano e ISEE non superiore a 15.000, riceverà:

  • 175 euro per ciascun figlio minore (525 euro);
  • 85 euro maggiorazione per il terzo figlio;
  • 30 euro di maggiorazione per ogni figlio in quanto entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro (90 euro).

Il totale è 700 euro.

La stessa famiglia con un reddito ISEE pari o superiore a 40.000 euro avrà gli importi minimi e quindi 165 euro.

Per ulteriori approfondimenti leggi: Assegno Unico ripartito: come richiederlo seguendo le indicazioni INPS

Assegno Unico: arriva il simulatore INPS per aiutare le famiglie

Maternità dei Comuni: aumentano gli importi e l’ISEE

L’assegno di maternità dei Comuni viene erogato alle donne disoccupate che quindi non possono accedere alla maternità INPS. Per il 2022 vi sono però importanti novità, infatti le somme che le donne possono percepire sono adeguate all’inflazione e di conseguenza sono aumentate. Aumenta anche la soglia di reddito ISEE per accedere al beneficio.

Nuovi importi per l’assegno di maternità dei Comuni

La novità è stata annunciata con un comunicato del Dipartimento per le Politiche della Famiglia e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 2022. La variazione è collegata all’aumento dell’inflazione e quindi degli indici ISTAT dei prezzi al consumo.

L’assegno di maternità dei Comuni, come quello previsto dall’INPS, viene riconosciuto per la nascita di figli, ma anche per affidi e adozioni. E’ stato introdotto dall’articolo 74 della legge 151 del 2001.

Si tratta di una misura assistenziale riconosciuta alle madri disoccupate e che non accedono ad altre misure previdenziali/assistenziali. Spetta per la stessa durata in cui viene corrisposta l’indennità di maternità per il congedo obbligatorio, quindi per un totale di 5 mesi. L’assegno viene fruito successivamente alla nascita del bambino o dall’ingresso del bambino in famiglia per affidi e adozioni. Per il 2022 ha un importo pari a un massimo di 354,73 euro mensili. Per il 2021 la misura prevista era 348,12 euro mensili. Possono presentare al domanda le famiglie che hanno un reddito ISEE non superiore a 17.747,58, per il 2021 il limite ISEE era di 17.416,66 euro. Si tratta quindi di piccoli aumenti.

Per poter accedere a tale assegno mensile la domanda deve essere presentata entro 6 mesi dall’evento, cioè dalla nascita, dall’affido, affidamento pre-adottivo o adozione. L’invio è telematico, ma per conoscere le modalità è necessario rivolgersi al proprio Comune.

Ultime note su assegni nuclei familiari numerosi

Il comunicato in oggetto prevede anche una modifica degli importi per gli assegni ai nuclei familiari numerosi. A questo proposito occorre però ricordare che tale misura sarà erogata solo per i mesi di gennaio e febbraio. Da marzo prende il via l’assegno unico che assorbe anche questa misura. Nel comunicato si sottolinea che tale assegno spetta alle famiglie con almeno 3 figli a carico e reddito ISEE non superiore a 8.955,58 euro. In tal caso l’importo mensile è di 147,90 euro.

Ricordiamo che il sostegno alla meternità è diverso in base alla categoria di appartenenza. Ecco alcuni approfondimenti.

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