Incentivi auto, da oggi è possibile prenotare i nuovi ecobonus

Si possono presentare a partire dalle ore 10 del 27 ottobre 2021, le prenotazioni per i nuovi incentivi per l’acquisto di auto meno inquinanti. Il rinnovo degli ecobonus sulle vetture è stato anticipato dalla nota del ministero dello Sviluppo Economico del 25 ottobre che informa, per l’appunto, la partenza dei nuovi incentivi a partire da oggi.  Si può inoltrare la richiesta degli incentivi sulla piattaforma predisposta sul portale ufficiale del ministero dello Sviluppo economico.

Rinnovo incentivi auto a basse emissioni, quante sono le risorse?

L’acquisto riguarda gli autoveicoli a basse emissioni di CO2. Le risorse complessive ammontano a 100 milioni di euro come stabilito dal decreto Fiscale. Gli interessati possono reperire il provvedimento, pubblicato nei giorni scorsi, sulla Gazzetta Ufficiale. Il rifinanziamento del fondo per l’acquisto di autovetture è, pertanto, aggiuntivo rispetto alle risorse già stanziate per l’anno in corso e, per alcune categorie, non ancora ultimate.

Incentivi acquisto auto 2021, ecobonus per le vetture a bassissima emissione

Il governo ha stanziato i primi 65 milioni di euro per l’acquisto di auto con emissioni comprese tra 0 e 60 g/km di CO2. L’importo dell’incentivo varia a seconda della fascia di emissione e dal fatto che il richiedente gli ecobonus abbia o meno una vettura da dare in rottamazione. Per la prima classe di incentivi, sono due le possibilità di ecobonus. La prima, da 0 a 20 g/km CO2, dà diritto a un contributo di 6000 euro in presenza di un’auto da rottamare. Senza rottamazione, l’incentivo scende a 4000 euro. Si tratta essenzialmente di veicoli elettrici.

Veicoli ibridi, quanto spetta di incentivo auto?

La seconda possibilità per classe di emissione, quella da 21 a 60 g/km CO2, dà diritto a un incentivo auto di 2500 euro in presenza di rottamazione. L’importo scende a 1500 euro senza rottamazione. Si tratta essenzialmente dei veicoli ibridi. Il contributo viene riconosciuto anche per gli acquisti di auto fatti in leasing.

Ecobonus massimo di 8000 euro per i veicoli commerciali dal 27 ottobre 2021

L’ecobonus massimo si può avere per l’acquisto di veicoli commerciali e speciali. Per questa categoria di veicoli, le risorse stanziate sono pari a 20 milioni di euro, dei quali 15 milioni riguardano solo i veicoli elettrici. L’incentivo sull’acquisto si differenzia in base alla massa totale a terra (Mtt) e all’alimentazione.

Incentivi auto a media emissione, ecco quali sono gli incentivi con rottamazione

Risorse per 10 milioni di euro sono riservati agli incentivi per l’acquisto di veicoli a media emissione. Si tratta di veicoli nuovi con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km CO2. Il contributo che si può ottenere è pari a 1500 euro. L’incentivo è riconosciuto solo con la rottamazione di una precedente auto.

Ecobonus per l’acquisto di auto usate, ecco quanto si può ottenere

Il governo ha stanziato 5 milioni di euro per gli incentivi relativi all’acquisto di auto usate a media emissione. In particolare, le auto da acquistare devono appartenere alla categoria M1, di classe Euro 6 e non inferiore, per emissioni fino a 160 g/km CO2. L’ecobonus riconosciuto può arrivare a 2000 euro: l’importo dipende dalla fascia di emissione.

Rottamazione auto per ottenere l’ecobonus per acquistare auto usate

Per ottenere l’incentivo è necessario rottamare una precedente auto. In particolare, l’auto da demolire deve avere data di immatricolazione prima del gennaio 2011. In alternativa l’auto da rottamare deve aver raggiunto i 10 anni nel periodo in cui viene richiesto l’incentivo.

Decreto fiscale, ecco tutte le novità: sicurezza sul lavoro, incentivi auto, cassa integrazione e cartelle

Arrivano le novità del decreto Fiscale approvato dal Consiglio dei ministri. Tra queste, la stretta sulle imprese che non rispettano la sicurezza sul lavoro, il rifinanziamento (parziale) degli incentivi sull’acquisto di un’auto, la cassa integrazione Covid, il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali e i fondi per il Reddito di cittadinanza.

Decreto fiscale e irregolarità sul lavoro: si abbassa la soglia di irregolari che dà luogo alla sospensione

Sulle imprese arriva la stretta in merito alla sicurezza sul lavoro. Infatti scende al 10% (dal 20%) il tetto degli addetti irregolari sui luoghi di lavoro che fa scattare la sospensione dell’attività. Il provvedimento prevede che non sia più necessaria la recidiva. In caso di violazione, scatta da subito la sospensione dell’attività. Il decreto rafforza anche le competenze dell’Ispettorato del lavoro: insieme alle aziende sanitarie del territorio dovranno intensificare la vigilanza del rispetto della norma. Si rafforzerà anche l’organico dell’Ispettorato: in arrivo concorsi per 1.024 nuovi posti oltre al bando di 1.122 in corso.

Aziende irregolari per a sicurezza: cosa fare per riprendere l’attività?

In caso di violazione del decreto Fiscale e della sospensione, l’azienda per riprendere l’attività dovrà ripristinare le condizioni regolari di svolgimento del lavoro. Si prevede anche il pagamento di una somma aggiuntiva. L’importo varia da 300 a 3000 euro per ogni lavoratore: vale la gravità della violazione. L’importo da pagare si moltiplica per due nel caso in cui l’azienda sia incorsa, nei 5 anni prima, già in un provvedimento di sospensione. Durante la sospensione, l’azienda non potrà avere contatti con la Pubblica amministrazione.

Decreto fiscale, le novità per gli incentivi auto

Cifre ben più modeste rispetto al 2021 sono state riservate dal decreto Fiscale sugli incentivi auto. Infatti l’ecobonus è stato rifinanziato di soli 100 milioni di euro dei quali:

  • 65 milioni andranno all’acquisto di nuove vetture a basso impatto ambientale, da 0 a 60 g/km di CO2. Si tratta, in buona sostanza, dei modelli plug in (ibridi) e delle auto elettriche;
  • 10 milioni di euro andranno alle auto mediamente impattanti per l’ambiente (da 61 a 135 g/km). Rientrano in questa categoria le vetture ibridi semplici e vari modelli Euro 6 a benzina e a gasolio;
  • per le auto usate il decreto Fiscale destina 5 milioni di euro.

Proroga Cassa integrazione Covid nel decreto Fiscale: da 9 a 13 settimane fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Fiscale del governo prevede anche il rifinanziamento della Cassa integrazione Covid. La proroga è di 13 settimane per:

  • le piccole imprese del terziario;
  • il commercio;
  • gli artigiani;
  • grande distribuzione;
  • giornalisti.

Le 13 settimane vanno utilizzate dal 1° ottobre scorso al 31 dicembre 2021. Devono essere già state utilizzate tutte le precedenti 28 settimane di proroga della Cassa integrazione Covid. Proroga di 9 settimane, invece, per i settori tessili, dell’abbigliamento e delle calzature. L’utilizzo delle settimane deve avvenire sempre nel periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2021 e devono essere state utilizzate le 17 settimane concesse precedentemente. La proroga della Cig Covid ha un costo di 878,4 milioni di euro.

Cartelle esattoriali, più tempo per pagarle

Altri 5 mesi (150 giorni) vengono concessi per il pagamento delle cartelle notificate dall’agente pubblico della riscossione. La notifica deve essere avvenuta dal 1° settembre 2021 fino al 31 dicembre 2021. Benefici anche per non perdere i vantaggi della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Infatti, si possono saldare le rate del 2020 non ancora versate entro la scadenza del 30 novembre in un unico pagamento insieme alle rate rientranti nella pace fiscale di quest’anno. Inoltre, il piano di rateizzazione non decade per i contribuenti che hanno dilazionato i debiti con richiesta prima dell’8 marzo 2020.

Decreto Fiscale, rifinanziato il congedo parentale delle famiglie

Il decreto Fiscale procede anche al rifinanziamento dei congedi parentali al 50% delle famiglie. Il congedo va a favore sia dei lavoratori dipendenti che autonomi genitori di figli fino a 14 anni. I lavoratori possono assentarsi da lavoro per i casi di sospensione dell’attività educativa e didattica del figlio. La durata della sospensione può essere per tutta per una parte dell’infezione o per la quarantena che sia stata disposta dalle autorità sanitarie. Per i figli da 14 a 16 anni di età il congedo non è retribuito. Rifinanziato anche il fondo dell’Inps per la malattia dei lavoratori posti in quarantena.

Nuovo patent box rafforzato per le imprese dal decreto Fiscale

Va in pensione il vecchio patent box e il decreto Fiscale introduce e rafforza la deducibilità di quello nuovo. Nel provvedimento del governo si prevede la deduzione rafforzata del 90% relativa ai costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo. I costi deducibili, anche ai fini dell’Irap, devono essere stati sostenuti per:

  • software coperti da copyright;
  • marchi di impresa;
  • brevetti industriali;
  • modelli, disegni, formule delle imprese nello svolgimento della propria attività.

Le imprese che hanno in corso procedure con il vecchio patent box possono richiedere di accedere al più vantaggioso nuovo strumento.

Decreto Fiscale, 200 milioni al Reddito di cittadinanza

Dal decreto Fiscale arriva anche il rifinanziamento per 200 milioni del Reddito di cittadinanza. Salvaguardati anche 100 mila posti di lavoro di somministrati assunti con contratto a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro. Si tratta di lavoratori mandati a tempo determinato presso le imprese utilizzatrici. Il provvedimento cancella la scadenza del 31 dicembre 2021 per i 24 mesi della missione stessa.

Incentivi auto rimasti per il 2021 solo per usato ed emissioni 61-135 g/km, in arrivo i bonus 2022

Fino alla fine del 2021 gli incentivi auto rimasti riguardano solo i modelli più tradizionali. Ovvero le vetture con emissioni di CO2 comprese tra 61 e 135 g/km. Sono andati esauriti i fondi per i modelli ibridi plug in e per le auto elettriche. Rimangono a disposizione anche gli incentivi sulle vetture usate. Intanto sono arrivate le prime cifre per gli incentivi del 2022: i dettagli sono nella bozza del decreto fiscale all’esame in queste settimane del Consiglio dei ministri.

Quali incentivi auto sono rimasti per il 2021?

Chi voglia usufruire degli incentivi per le auto a bassa emissione di CO2 dovrà attendere il 2022. Infatti, gli incentivi sulle vetture fino a 60 g/km sono andati esauriti. Rimangono ancora da terminare i fondi per gli incentivi relativi alle auto con emissioni di CO2 tra 61 e 135 g/km. Si tratta di auto nuove che potranno essere acquistate entro il 31 dicembre 2021, salvo esaurimento anticipato delle risorse.

Chi può usufruire degli incentivi sulle auto meno inquinanti?

Per poter usufruire degli incentivi sulle auto meno inquinanti, fino al 2021 solo per la classe media di emissioni da 61 a 135 g/km e auto usate, è necessario in ogni caso la rottamazione di una vecchia vettura. Più nello specifico, per l’acquisto di una vettura nuova è necessario rottamare un’auto da Euro zero a Euro 5. Per l’acquisto di un’auto usata, invece, è necessario che la vettura da rottamare abbia almeno 10 anni e debba essere intestata a chi richiede l’incentivo da almeno 12 mesi. Si può utilizzare, per la rottamazione, anche l’auto intestata a un familiare convivente.

Quanto spetta di incentivo auto dando una vettura in rottamazione?

Gli incentivi per l’acquisto di un’auto variano a secondo di auto nuova o di una usata. Per l’acquisto di una vettura nuova è previsto l’incentivo di 1500 euro di contributo dello Stato più 1000 euro di sconto del venditore. Il contributo del concessionario è comunque necessario, altrimenti non si ha diritto all’incentivo statale. Il prezzo dell’auto non deve superare i 40 mila euro, considerando anche gli optional e il pacco batterie, quando necessario. Dal tetto dei 40 mila euro deve essere esclusa l’Iva e la messa su strada, ovvero i costi di immatricolazione, l’Ipt e il trasporto. L’auto nuova deve corrispondere allo standard Euro 6.

Incentivi sulle auto usate, quanto spetta?

Per quanto concerne gli incentivi sulle auto usate, l’importo dell’incentivo varia in base alle emissioni di CO2. Nel dettaglio:

  • per l’acquisto di auto usate da zero a 60 g/km l’incentivo è di 2 mila euro. Si tratta di auto che si trovano difficilmente corrispondenti alle elettriche o alle ibride plug in;
  • le auto da 61 a 90 g/km permettono un incentivo di 1000 euro;
  • 750 euro per le auto da 91 a 160 g/km.

Ulteriori requisiti dell’auto usata da acquistare corrispondono al prezzo, non superiore ai 25 mila euro, la classe di emissione (sempre Euro 6, senza distinzioni tra le varie categorie 6A, 6B, 6C, 6D e 6D Temp) e il non aver avuto già incentivi sulla stessa vettura da acquistare, ovvero precedenti ecobonus ottenuti sul nuovo.

Incentivi acquisto auto del 2022: le novità della bozza del decreto Fiscale

Emergono già le novità sugli incentivi per l’acquisto di auto nuove e usate del 2022. Le risorse che il governo dovrà stanziare a tal proposito e le varie modalità saranno riportate dal decreto della Legge fiscale. Nella bozza delle misure che compongono lo stesso decreto, sono state iscritte risorse per 300 milioni di euro totali. Di questi, 200 milioni dovrebbero andare all’acquisto di auto nuove e meno inquinanti, corrispondenti alla fascia da zero a 60 g/km. Si tratta, in pratica, delle auto elettriche ed ibride plug in.

Quali incentivi per acquistare auto Euro 6 nel 2022?

Altri 30 milioni di euro dovrebbero andare alla fascia di auto da 61 a 135 g/km. Si tratta delle auto ibride semplici e le auto Euro 6 a benzina e a gasolio. Ulteriori 60 milioni dovrebbero andare ai veicoli commerciali e 10 milioni alle vetture usate. Tuttavia, il pacchetto delle misure è ancora in discussione e non è escluso che le risorse possano essere ridimensionate, nella globalità, a 150-250 milioni di euro.

Ecobonus: da oggi 28 settembre è possibile richiederli al Mise

Ecobonus sbloccati ed incentivi finalmente richiedibili per l’acquisto di un auto usata. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Ecobonus: dalle ore 10 di oggi possibilità di prenotazione

Sono finalmente stati sboccati i fondi per la rottamazione di vecchie auto a fronte dell’acquisto di una nuova, ma usata. E da così da oggi 28 settembre sarà possibile procedere con le prenotazioni. A spiegarlo è il Mise proprio sul suo sito, attraverso un comunicato del 25 settembre. A partire dalla ore 10 di oggi, i concessionari potranno accedere sulla piattaforma ecobonus.mise.gov.it ed inserire le prenotazioni degli incentivi per l’acquisto di veicoli di categoria M1 usati a basse emissioni. Si ricorda che non è un Click day. Tuttavia i fondi messi a disposizione sono 40 milioni di euro per l’acquisto di un veicolo usato di classe euro non inferiore a 6, con un prezzo risultante dalle quotazioni medie di mercato non superiore a 25.000 euro e con emissioni comprese tra 0-160 g/km CO2.

Il valore del contributo

Il contributo viene riconosciuto solo con rottamazione e si differenza a seconda delle fascia di emissione del veicolo usato che si acquista:
  • 0-60: 2000 euro;
  • 61-90: 1000 euro;
  • 91-160: 750 euro.
Attenzione però perché il veicolo rottamato dovrà essere della stessa categoria di quello acquistato. Inoltre deve essere immatricolato da almeno 10 anni e intestato da almeno un anno all’acquirente o ad un familiare convivente.

Ecobonus: tutto ciò che deve essere rispettato

Oltre a quanto già detto in merito agli ecobonus  auto alla classe euro inferiore a 6, l’acquisto dovrà avere un presso d’acquisto risultante dalle quotazione medie di mercato. Inoltre il valore non deve essere superiore a 25 mila euro ed il mezzo dovrà avere emissioni non superiori ai 16 grammi per Km di CO2. Pertanto da domani tutti i concessionari potranno cominciare a prenotarsi per accedere ai fondi. Infine l’operazione sarà fattibile fino al 31 dicembre 2021 oppure ad esaurimento fondi disponibili. Un nuovo incentivo importante per una mobilità sostenibile.

 

Ecobonus al via dal 28 settembre 2021 per le auto usate: incentivi fino a 2000 euro

Al via dal 28 settembre 2021 le prenotazioni per l’ecobonus sulle auto usate. La dote stabilita dal governo è di 40 milioni di euro per un incentivo individuale che può variare da 750 a 2000 euro. L’orario di inizio delle prenotazioni è alle 10 del mattino di martedì prossimo. Ciò significa che i concessionari potranno accedere alla piattaforma messa a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico (all’interno del portale ministeriale) per inserire le prenotazioni degli incentivi.

Ecobonus 2021, quale auto bisogna rottamare per avere l’incentivo?

La categoria delle auto usate acquistabili è la M-1 a basse emissioni. L’incentivo funziona con la rottamazione di una vecchia vettura, intestata da almeno 12 mesi all’acquirente o a un suo familiare convivente. La vettura deve essere immatricolata in data anteriore al 1° gennaio 2011. Se immatricolata in data successiva, deve compiere dieci anni entro il 31 dicembre 2021.

Chi può richiedere l’ecobonus per acquistare un’auto usata?

Possono richiedere l’incentivo per comprare un’auto usata solo le persone fisiche che procedano con l’acquisto sul territorio italiano. La vettura da acquistare non deve essere inferiore a Euro 6 con emissioni CO2 non superiore ai 160 g/km. Il prezzo dell’auto da acquistare non deve superare i 25 mila euro in base alle quotazioni medie del mercato.

Incentivo ecobonus auto usate, immatricolazione

L’auto usata da acquistare deve essere stata immatricolata per la prima volta in Italia. Inoltre, non è possibile richiedere l’ecobonus per auto che già abbiano ricevuto incentivi per precedenti misure incluse nelle leggi di Bilancio del 2019 e del 2021. Inoltre, l’auto da rottamare deve essere della medesima categoria di quella da acquistare.

Quanto spetta di incentivo per l’ecobonus auto usate?

Il contributo viene riconosciuto solo con la rottamazione della propria auto, purché rispetti i vincoli di immatricolazione. Possedendo, dunque, un’auto da rottamare, l’entità dell’incentivo ecobonus sulle auto usate varia a seconda delle emissioni della vettura da comprare. Nel dettaglio:

  • per auto da acquistare da 0 a 60 g/km CO2 spetta l’incentivo più alto, ovvero 2 mila euro;
  • per vetture da 61 a 90 g/km CO2 l’incentivo ecobonus scende a mille euro;
  • le auto con emissioni da 91 a 160 g/km CO2 permettono l’incentivo minimo di 750 euro.

Come si applica l’incentivo sull’acquisto di auto usate?

Lo sconto sull’acquisto di un’auto usata (sotto forma di incentivo ecobonus) è applicato direttamente dal concessionario. Infatti, il venditore riconosce lo sconto sul prezzo di acquisto dell’auto per poi recuperare l’entità dell’incentivo sotto forma di credito di imposta. Per recuperare l’incentivo, il concessionario deve presentare il modello F24 in via telematica.

Fino a quando è valido l’ecobonus sulle auto usate?

L’incentivo ecobonus sulle auto usate è previsto dalla legge di conversione del decreto Sostegni bis. Si può accedere agli incentivi entro e non oltre il 31 dicembre 2021. Tuttavia, il decreto stabilisce che il beneficio è vincolato alla disponibilità delle risorse. Ciò significa che la dote di 40 milioni di euro messa a disposizione per le sole auto usate, a fronte di un contributo medio stimabile a 1000 euro, potrebbe rivelarsi esigua. Tuttavia non è escluso che il governo proceda con un rafforzamento delle risorse.

 

 

Ecobonus 50% e 65%: quali interventi rientrano?

Soprattutto di recente, si parla tanto di detrazione fiscale al 110%, il Superbonus che riguarda i lavori di riqualificazione energetica degli immobili. Tuttavia, restano da prendere in grande considerazione gli altri ecobonus minori che consentono detrazioni fiscali, rispettivamente del 50% e del 60%.

Cos’è l’Ecobonus 2021

Più in generale, l’Ecobonus 2021 consiste in detrazioni fiscali concesse ai fini IRPEF con riferimento ad interventi edili e impiantistici volti alla riduzione dei consumi energetici all’interno di immobili preesistenti. Non vi è alcun dubbio che l’introduzione da parte del governo di quanto appena accennato, sia rivolto alla ripresa del settore edile in Italia e di tutto il suo indotto. Ma l’altra finalità da non sottovalutare concerne il superamento dell’uso di combustibili fossili a vantaggio di fonti energetiche rinnovabili.

I beneficiari degli Ecobonus sono le persone fisiche, i contribuenti che a seconda del lavoro di riqualificazione energetica, possono ricevere un ritorno in detrazione pari al 50%, 65% e 110%. Per un momento, tralasciamo quella più conveniente, per concentrarci sulle detrazioni IRPEF pari al 50% e al 65% in relazioni alle tipologie di intervento effettuate sull’edificio preesistente, che hanno il vantaggio di una maggiore ottenibilità rispetto a quella del 110%.

E’ importante precisare, che su tutti i tipi di bonus si può optare per lo sconto in fattura, la cessione del credito o l’utilizzo della dichiarazione dei redditi.

Chi può usufruire delle detrazioni Ecobonus al 50% o al 65%

I contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito sulle persone fisiche (IRPEF), residenti o non residenti, nel territorio dello Stato, su prima e seconda casa ed anche i titolari di reddito di impresa.

Ma possono beneficiare dell’agevolazione non solo i proprietari dell’immobile, ad esempio:

  • Le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni e i nudi proprietari;
  • Titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
  • Contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali). I titolari di reddito d’impresa possono fruire della detrazione solo con riferimento ai fabbricati strumentali che utilizzano nell’esercizio della loro attività imprenditoriale (Risoluzione n. 340/E/2008 dell’Agenzia delle Entrate).
  • Locatari (affittuari) o comodatari;
  • Gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
  • Associazioni tra professionisti;
  • Gli istituti autonomi per le case popolari e le cooperative di abitazione a proprietà indivisa;

Sono inoltre ammessi a fruire della detrazione, purché sostengano le spese per la realizzazione degli interventi e questi non siano effettuati su immobili strumentali all’attività d’impresa:

  • Il familiare convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, componente dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado);
  • Il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato (Risoluzione n. 64/E/2016 dell’Agenzia delle Entrate).

Poiché, abbiamo intenzione di staccarci da tutto ciò che concerne l’Ecobonus 110, di cui abbiamo ampiamente parlato anche nei seguenti articoli, scopriamo quali sono gli interventi detraibili al 50% o al 65% per l’ecobonus.

Lavori detraibili al 50% per l’ecobonus

Si può ottenere la detrazione IRPEF al 50%, tra l’altro, per questi tipi di interventi:

  • Acquisto e messa in opera di finestre comprensive di infissi e di schermature solari, porte esterne, portoncini;
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto, senza la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti;
  • acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, sino ad un limite massimo detraibile di 30.000 euro.

Interventi detraibili al 65% per l’ecobonus

Il rimborso del 65% dei costi sostenuti può essere richiesto per i seguenti lavori:

  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro;
  • sostituzione integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con generatori d’aria calda a condensazione;
  • acquisto e messa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un limite massimo detraibile di 100.000 euro, a condizione che gli interventi producano un risparmio di energia primaria pari almeno al 20%;
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione;
  • sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione realizzato;
  • sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore, dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
  • acquisto, installazione e posa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative;
  • riqualificazione energetica di edifici esistenti, che ottengono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori riportati nel decreto del ministro dello Sviluppo economico dell’11 marzo 2008, così come modificato dal decreto 26 gennaio 2010;
  • interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti muri, coperture e pavimenti;
  • installazione di impianto pannelli solare termico per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università;
  • building automation.

Da sottolineare, che se se l’intervento riguarda il cappotto termico e la coibentazione del tetto di un condominio l’aliquota passa dal 70 all’85%.

Detrazione ecobonus: quando è necessaria la pratica ENEA?

Per l’ecobonus, chi vuole accedere alle detrazioni fiscali ha l’obbligo di presentare apposita comunicazione all’Enea. Ma tale adempimento è dovuto solo quando gli interventi, di tipo edilizio e tecnologico, sono finalizzati sia all’accesso alle detrazioni fiscali del 50%, sia al risparmio energetico e/o all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili.

Quindi, nell’ambito del bonus ristrutturazioni, in base al tipo di intervento realizzato non sempre è necessaria la pratica da presentare all’ENEA. Inoltre, con la risoluzione numero 46/E del 2019, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, seppur sia obbligatoria, la comunicazione omessa o tardiva della pratica ENEA non comporta la perdita del diritto alle detrazioni fiscali.

Quando è necessaria la pratica ENEA per la detrazione ecobonus e quando invece no

Per quanto detto, quindi, è necessaria la pratica ENEA per la detrazione ecobonus quando le opere di ristrutturazione comportano un risparmio o un incremento dell’efficienza energetica. Dagli elettrodomestici ai cappotti termici, e passando per le caldaie, per gli impianti fotovoltaici, per i teleriscaldamento e per gli impianti a biomassa. Ma anche per serramenti e infissi, scaldacqua a pompa di calore, condizionatori, micro-cogeneratori, sistemi ibridi e, tra gli altri, pure i generatori di aria calda a condensazione.

Su quando invece la pratica ENEA non è richiesta, e quindi non è obbligatoria, possiamo semplificare dicendo che tale obbligo non è previsto quando i lavori effettuati rientrano tra le opere murarie. Per esempio, il rifacimento del bagno, la sostituzione delle porte interne, la tinteggiatura delle pareti e l’installazione di allarmi. Ma anche la demolizione di muri portanti, la realizzazione di tramezzi e di divisori e, tra l’altro, pure il rifacimento dell’impianto elettrico.

Pratica online ENEA, cosa c’è da sapere per una corretta compilazione

Per la presentazione della pratica ecobonus, il sito Internet di riferimento è proprio quello dell’ENEA dove è presente un’apposita piattaforma accessibile tramite registrazione. La compilazione, rispetto al passato, è decisamente più intuitiva, ma oltre ad avere un minimo di dimestichezza con il web è utile anche conoscere quelli che sono i termini tecnici legati all’energetica.

Dopo aver inserito i dati anagrafici e quelli dell’immobile, infatti, la piattaforma online ENEA chiede di selezionare il tipo di intervento associato all’ecobonus. Proprio in base al tipo di intervento sarà richiesto l’inserimento di alcuni parametri, ovverosia di valori che sono diversi tra loro. Per esempio, la trasmittanza per gli infissi ed il rendimento per le caldaie.

Se la pratica online ENEA da compilare e da trasmettere prevede per l’accesso alle detrazioni fiscali più beneficiari, allora occorrerà barrare dalla piattaforma la voce ‘Richiesta anche per conto di altri‘. Anche per questo, prima di procedere con la pratica, è fondamentale avere sempre tutti i documenti a portata di mano. Dai documenti di identità alle fatture di installazione e di fornitura, e passando per la dichiarazione asseverata del tecnico abilitato. Ma anche i dati dell’immobile, dalla visura alla planimetria catastale.

Infine, ricordiamo che la pratica online ENEA, quando questa è prevista come obbligatoria, deve essere compilata e trasmessa entro tre mesi. Ovverosia, entro e non oltre 90 giorni dalla chiusura dei lavori o, se previsto, dal collaudo delle opere realizzate.

Superbonus 110%, come utilizzare la detrazione fiscale nel caso di immobile a uso promiscuo?

Il superbonus 110% può essere utilizzato dalle persone fisiche che svolgono attività di impresa, di arte o di professioni. Gli interventi, per rientrare nella misura, devono essere inerenti a immobili appartenenti all’ambito “privatistico”. Risultano esclusi, pertanto:

  • gli interventi fatti su immobili strumentali alle attività di impresa o di arte o di professioni;
  • i lavori sulle unità immobiliari che costituiscono l’oggetto dell’attività;
  • gli interventi sui beni patrimoniali di proprietà dell’impresa.

Si possono fare lavori in regime di superbonus 110% se nell’immobile si svolge attività lavorativa?

Tuttavia, gli interventi in regime di superbonus 110% possono essere ammessi anche su unità immobiliari a uso promiscuo, e dunque utilizzate anche per l’esercizio dell’arte, della professione oppure di attività di tipo commerciale. Sul punto è intervenuta l’Agenzia delle entrate con la circolare numero 19/E del 2020, stabilendo che, “nell’ipotesi di unità immobiliare residenziale adibita promiscuamente anche all’esercizio dell’arte o della professione ovvero di attività commerciale (occasionale o abituale), la detrazione è calcolata sul 50 per cento delle spese sostenute”.

Interventi antisismici del superbonus e del sismabonus

La stessa detrazione si applica anche per le unità immobiliari residenziali adibite promiscuamente anche ad attività di arte e professioni per interventi rientranti nel sismabonus. Si tratta, dunque, degli interventi antisismici previsti dai commi 1 bis e 1 septies, dell’articolo 16, del decreto legge numero 63 del 2013. La stessa detrazione è prevista anche per le spese fatte dal 1° luglio 2020 inerenti a lavori antisismici rientranti nel superbonus 110%. Infine, rientrano nella stessa disciplina gli interventi di riqualificazione energetica rientranti nell’ecobonus, ovvero previsti dall’articolo 14 del decreto legge numero 63 del 2013.

Uso promiscuo e superbonus 110%: un caso pratico delle detrazioni

Si può fare un esempio pratico di come debba essere utilizzata la detrazione fiscale prevista dal superbonus 110% nel caso di immobile a uso promiscuo. Si ipotizzi che l’abitazione, non di lusso, sia usata promiscuamente da un professionista anche come sede di ufficio e si eseguano lavori agevolati per 100.000 euro, sostenuti per la metà dal professionista e per l’altra metà dal coniuge convivente. In tal caso, il professionista può detrarre 27.500 euro in cinque anni come previsto dalla detrazione del 110% ridotta al 50% per l’uso promiscuo dell’immobile.

Chiarimenti Agenzia delle entrate su superbonus 110% per immobile a suo promiscuo

Il caso dell’applicazione della detrazione fiscale del superbonus 110% è stato trattato anche dall’Agenzia delle entrate che ha fornito i dovuti chiarimenti. È vero che si tratta di interventi di riqualificazione energetica e di recupero del patrimonio edilizio. Tuttavia i lavori sono eseguiti su immobili residenziali adibiti in maniera promiscua all’esercizio di professioni, di arti o di attività. Pertanto, la legge ammette l’accesso al superbonus 110%, ma per entrambe le quote, quella a uso lavorativo e quella abitativa, applica una riduzione della detrazione del 50%.

Come viene suddivisa la detrazione fiscale del superbonus 110% tra quota di abitazione e parte della sede lavorativa?

Al pari, dunque, anche il coniuge convivente può detrarre la stessa cifra di 27.500 euro in cinque anni come detrazione del superbonus 110% sul costo degli interventi fatti effettuare. Pertanto, il coniuge deve attenersi alla limitazione del 50% calcolata sul costo sostenuto per i lavori. La motivazione risiede nel fatto che si tratta sempre di interventi realizzati su un’unità abitativa utilizzata in modo promiscuo.

 

Superbonus 110%, chi può accedere all’agevolazione fiscale: persone fisiche e condòmini

Le persone fisiche e i condòmini non persone fisiche accedono alle agevolazioni fiscali del superbonus 110%. Sono esclusi dalle singole unità immobiliari, pertanto, le imprese, le società e i professionisti. Non sono richiesti requisiti particolari per le spese sulle parti comuni che possono riguardare, invece, sia le imprese che i professionisti.

Superbonus 110% e differenza con le altre agevolazioni su lavori edilizi

Al di fuori del superbonus 110%, le detrazioni Irpef o Ires sui lavori edili standard, si applicano anche alle società e ai professionisti, oltre alle persone fisiche. Detti lavori, inoltre, riguardano tutti gli immobili e, per l’antisismico, tutti i contribuenti e tutte le costruzioni adibite ad abitazione e ad attività produttive. Per il superbonus 110%, invece, occorre far riferimento ai commi 9 e 10 dell’articolo 119 del decreto “Rilancio”, ovvero il numero 34 del 19 maggio 2020. In questi articoli sono indicati chi sono i beneficiari del superbonus 110%.

Chi può beneficiare del superbonus 110%?

Il comma 9 dell’articolo 119 del decreto 34 del 2020 specifica che le disposizioni relative alle agevolazioni fiscali del superbonus 110% si applicano “ai condòmini e alle persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, con riferimento agli interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche”. Inoltre, beneficiano del superbonus “le persone fisiche, al di fuori di attività di impresa, arti o professioni, su unità immobiliari”.

Gli altri soggetti ammessi al superbonus 110%

Rientrano nelle agevolazioni del superbonus anche gli istituti autonomi delle case popolari (IACP) e le cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Gli IACP e relativi enti aventi la medesima finalità possono beneficiare delle agevolazioni sugli immobili di loro proprietà, anche gestiti per conto dei comuni, adibiti a edilizia residenziale pubblica. Infine, tra i beneficiari rientrano anche le associazioni e società sportive dilettantistiche.

I condòmini tra i beneficiari del superbonus 110%: i requisiti

Tra i soggetti ammessi alle agevolazioni fiscali del superbonus 110% il decreto 34 del 2020 ha ammesso i condòmini. A questa tipologia di soggetti è riconosciuta la ripartizione della detrazione inerente le spese sulle parti comuni del condominio, in base alla suddivisione millesimale degli edifici oppure in relazione ai criteri determinati dall’assemblea condominiale.

Benefici del superbonus per le parti comuni del condominio

Per i condòmini non vi sono particolari requisiti sui lavori che interessano le parti comuni. Limitatamente alle parti comuni, però, possono concorrere al superbonus sia le persone fisiche che le imprese e i professionisti. Tra le imprese sono ammesse anche le società di persone e di capitali. Per chi possieda delle abitazioni nel condominio interessato dagli interventi agevolati dal superbonus, non è necessario che le unità corrispondano ad abitazione principale. E pertanto, sulle parti comuni degli immobili, i condòmini (sia come persone fisiche che come professionisti o imprese) possono godere dell’agevolazione fiscale sulle spese condominiali anche per un numero maggiore rispetto alle due unità.

Persone fisiche e benefici fiscali del superbonus 110%

L’altra grande categoria dei beneficiari del superbonus 110% è costituita dalle persone fisiche. Particolarmente ambiti risultano i lavori di ecobonus, di eliminazione delle barriere architettoniche, delle misure antisismiche, dei pannelli del fotovoltaico e delle colonnine di ricarica delle autovetture elettriche. Per tutte queste tipologie di lavori sono richiesti due requisiti alle persone fisiche:

  • il primo requisito è la residenza;
  • il secondo riguarda le categorie catastali per le quali vige l’esclusione delle unità A/9, A/1 e A/8.

Esclusioni del superbonus 110%

Le agevolazioni fiscali del superbonus 110% in merito alla categoria delle persone fisiche va a escludere le unità immobiliari possedute o detenute per l’attività professionale o imprenditoriale. Sono inclusi, invece, gli immobili posseduti per uso privato dalle persone fisiche, anche se hanno una posizione Iva professionale o imprenditoriale.

L’esclusione di immobili adibiti ad attività di impresa, arte o professione

Peraltro, l’esclusione dal superbonus di unità immobiliari non a uso privato è stato chiarito dall’Agenzia delle entrate nella circolare numero 24 dell’8 agosto del 2020. Tale esclusione opera sia nei riguardi di immobili e unità immobiliari strumentali alle attività di impresa, arte o professione, sia nel caso di immobili appartenenti all’impresa come edifici immobilizzati.

Superbonus 110% il limite delle due unità immobiliari

Il limite massimo delle due unità immobiliari per le agevolazioni del superbonus 110% sussiste direttamente per:

Le limitazioni indirette sulle colonnine di ricarica vetture elettriche e in ecobonus

La limitazione si applica indirettamente anche agli interventi per installare le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. Il che significa che il superbonus si applica solo se l’installazione avviene congiuntamente ad almeno uno degli interventi cosiddetti “trainanti”. Pertanto, lavori in ecobonus e sulle colonnine beneficiano del superbonus se fatti eseguire da persone fisiche, e non da  professionisti o imprenditori, per il limite massimo di due unità immobiliari. Queste ultime devono essere di tipo residenziale e ad esclusione delle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 per le unità immobiliari non aperte al pubblico.

Superbonus 110%, quando non si applica il limite delle due unità immobiliari?

Il limite delle due unità immobiliari non si applica innanzitutto sugli interventi antisismici e, in seconda battuta, sugli impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo. Dunque, le persone fisiche e i condòmini possono beneficiare del superbonus 110% per queste tipologie di interventi anche per più di due costruzioni adibite ad abitazione, purché ubicate nelle zone sismiche uno, due o tre, a prescindere dall’esecuzione di lavori cosiddetti “trainanti”. Pertanto, una volta fatto il lavoro antisismico con agevolazione del superbonus, si può far svolgere anche gli interventi per i pannelli fotovoltaici e dei sistemi di accumulo, sempre con l’agevolazione fiscale.

Interventi fiscalmente agevolati per le parti comuni di un edificio

Il limite delle due unità immobiliari non si applica anche per le parti comuni dell’edificio. Pertanto, una persona fisica che possieda più di due unità immobiliari di un unico edificio, può far svolgere gli interventi in regime di superbonus 110% sulle parti comuni. Tra gli interventi rientrano anche quelli inerenti all’ecobonus.

Superbonus 110%, cos’è e come beneficiare della detrazione fiscale

Il superbonus 110% rappresenta un’agevolazione prevista per determinati lavori sugli immobili eseguiti tra il 1° luglio 2020 e il 30 giugno 2022. L’agevolazione della quale si può beneficiare consiste nella detrazione dell’imposta, pari al 110%, delle spese sostenute. La detrazione si può utilizzare per ridurre il carico delle imposte da versare negli anni successivi a quelli nei quali i lavori sono stati fatti.

Superbonus 110%, l’alternativa della cessione del credito o dello sconto in fattura

Oltre alla detrazione dell’imposta, e in alternativa, si può usufruire della cessione del credito oppure dello sconto in fattura. Le due possibilità si riferiscono alle spese sostenute durante il 2021 e il 2022. Tuttavia, per gli interventi non coperti dal superbonus 110%, è possibile beneficiare delle agevolazioni già presenti nella legislazione. Ci si riferisce, in particolare, agli ecobonus, al bonus facciate, al sismabonus e al bonus per le ristrutturazioni edilizie.

Modalità di fruizione del superbonus 110%: detrazione, sconto in fattura e cessione del credito

Il beneficiario ha, dunque, tre modalità di fruire del superbonus 110%. La prima consiste nell’accedere direttamente alla detrazione: il beneficiario paga l’interno importo dei lavori e riceve il 110% delle spese ammesse dilazionate in cinque anni. La seconda modalità è quella di ricevere direttamente uno sconto in fattura pari al 110% dell’importo dei lavori sostenuti. Sarà quindi chi realizza gli interventi a beneficiare nei 5 anni successivi della detrazione. Infine, con la cessione del credito a un terzo soggetto, che può essere anche un istituto finanziario o assicurativo, il beneficiario paga l’importo ridotto dei lavori di una quantità pari all’attualizzazione all’anno zero della quota ceduta. Sarà il soggetto terzo a beneficiare dei 5 anni di detrazione.

Edifici e soggetti ammessi al superbonus 110%

Sono ammessi alla misura del superbonus 110% gli edifici a uso residenziale, monofamiliari o condomini, e gli spogliatoi delle società sportive. Sono esclusi dalla misura le unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali  A/1, A/8 e A/9 non aperte al pubblico. I soggetti che possono beneficiare del superbonus sono nell’ordine:

  • le persone fisiche;
  • i condomini;
  • gli istituti autonomi delle case popolari o enti similari;
  • le cooperative di abitazioni a proprietà indivisa;
  • le organizzazioni non lucrative di utilità sociale;
  • le società sportive dilettantistiche;
  • le associazioni.

Interventi trainanti e trainati ammessi al superbonus 110%

Secondo quanto prevede l’articolo 119 del decreto legge numero 34 del 2020, il superbonus 110% spetta per gli interventi cosiddetti “trainanti” e “trainati”. Gli interventi trainanti sono quelli per i quali spetta direttamente la detrazione (o la cessione o lo sconto in fattura). Gli interventi trainati, invece, devono essere eseguiti congiuntamente agli interventi trainanti per poter dar luogo all’applicazione del superbonus. Pertanto, gli interventi trainanti vedono l’applicazione del superbonus per i lavori ad essi assoggettati, ma permettono, contestualmente, anche l’applicazione del superbonus per gli altri interventi che altrimenti rimarrebbero fuori dall’ambito di beneficio della misura.

Quali sono gli interventi trainanti del superbonus?

Gli interventi trainanti sono di tre tipologie:

  • l’isolamento termico degli edifici, altrimenti detto “cappotto”. La superficie opaca sulle quale effettuare l’intervento di isolamento termico deve essere di oltre il 25% la superficie disperdente. I materiali ammessi all’intervento devono essere sostenibili;
  • la sostituzione degli impianti invernali di climatizzazione;
  • gli interventi antisismici. Per questa tipologia di interventi è necessario far riferimento al sismabonus previsto dall’articolo 16 del decreto legge numero 63 del 2013.

Requisiti isolamento termico e sostituzione impianti climatizzazione per il superbonus 100%

Per beneficiare del superbonus 100%, gli interventi relativi all’isolamento termico e quelli per la sostituzione degli impianti di climatizzazione devono soddisfare due requisiti. Il primo è rappresentato dal rispetto dei requisiti tecnici elencati dal decreto ministeriale del 6 agosto 2020. Il secondo requisito da soddisfare consiste nel garantire il miglioramento di due classi energetiche dell’edificio o, nel caso in cui questo risultato non fosse possibile, la classe energetica più elevata. Tale risultato deve essere dimostrato dall’attestato di prestazione energetica ante e post intervento la cui redazione deve essere fatta da un tecnico abilitato. I requisiti del miglioramento termico non sono richiesti per gli interventi di adeguamento sismico.

Interventi trainati nel superbonus 110%

Il soggetto che realizzi un intervento trainante ha la possibilità di estendere il superbonus 110% anche agli interventi trainati o secondari. Ciò significa che se svolgesse solo interventi trainati non avrebbe diritto ad accedere ai benefici del superbonus. Gli interventi secondari sono di quattro categorie:

  • gli interventi di efficientamento energetico o ecobonus;
  • i lavori per l’installazione degli impianti solari fotovoltaici e i sistemi di accumulo integrati;
  • l’installazione delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici;
  • l’eliminazione delle barriere architettoniche.