Fotovoltaico, i pannelli possono rovinarsi con la grandine? Cosa fare?

Gli eventi atmosferici delle settimane scorse hanno portato molte persone che avevano progettato di applicare pannelli fotovoltaici sui tetti a chiedersi se tale scelta fosse opportuna. La paura è che una violenta grandinata possa rompere la struttura dei pannelli o che il vento possa scoperchiare i tetti. In una intervista al Sole 24Ore ha risposto a questa domanda l’amministratore delegato di Elmac Solar – azienda di Brunello (Va) che si occupa di energia rinnovabile – Alessandro Villa.

Test sui pannelli fotovoltaici con grandine

Appare ovvio che la progettazione di un sistema fotovoltaico sia molto meticolosa perché, sebbene gli eventi atmosferici che hanno caratterizzato gli ultimi mesi siano abbastanza particolari ed eccezionali per le condizioni climatiche italiane, si tratta pur sempre di eventi astrattamente prevedibili e che di fatto si sono verificati.

Occorre quindi precisare che i pannelli solari prima di essere messi in vendita sono sottoposti a severi test proprio per verificare la resistenza a grandinate da considerare di tipo eccezionale. Le celle fotovoltaiche vere e proprie sono generalmente protette da una lastra di vetro temperato spessa almeno 3,2 millimetri. Trattandosi di vetro temperato è in grado di resistere a range di temperature estreme.

Il test standard prevede che siano sparati sul tetto a una velocità di 80 km orari dei granelli di grandine (creati artificialmente) di 25 mm.

Il problema sorge perché ciò che è accaduto in Veneto nelle settimane scorse, va oltre tale previsione, infatti i chicchi di grandine erano in media grandi come una pallina da tennis, pesavano qualche centinaio di grammi e soprattutto le raffiche di vento che hanno accompagnato la grandinata ha raggiunto i 120 km orari.

Sono state quindi disattese le previsioni dei test.

Cosa fare in caso di grandinata che ha colpito i pannelli fotovoltaici?

Questo implica che nel caso in cui si verifichi una grandinata di particolare intensità è bene controllare i propri pannelli fotovoltaici al fine di capire se vi sono stati danni e in caso contattare un tecnico per la riparazione degli elementi danneggiati.

Occorre prestare attenzione, infatti se il vetro temperato si rompe, anche con una semplice piccola lesione l’acqua potrebbe infiltrarsi nel circuito e danneggiarlo. Inoltre quando il vetro temperato è danneggiato diminuiscono anche le prestazioni dell’impianto.

Il consiglio per proteggersi dai danni economici che possono derivare da eventi atmosferici che danneggiano i pannelli fotovoltaici è di stipulare una polizza a copertura di tali rischi. Ricordiamo che questa particolare tipologia gode anche dei vantaggi delle detrazioni fiscali.

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Sistemi di accumulo: qual è la percentuale di credito di imposta riconosciuto?

La legge di bilancio 2022 ha previsto il riconoscimento di un credito di imposta per l’installazione di sistemi di accumulo collegati a impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Non era prevista una percentuale di credito di imposta riconosciuto, ma un fondo da ripartire in base all’ammontare delle domande presentate. Ora l’Agenzia delle Entrate ha reso nota tale percentuale e purtroppo è molto bassa rispetto alle previsioni.

Sistemi di accumulo: bassa la percentuale di credito riconosciuta

L’Agenzia delle Entrate con la determinazione del 6 aprile 2023 ha reso nota la percentuale di credito di imposta che è possibile far valere nella prossima dichiarazione dei redditi.

L’agevolazione fiscale viene riconosciuta a chi ha presentato una regolare domanda nel periodo compreso tra il 1° e il 31 marzo 2023. viene riconosciuta a coloro che hanno installato sistemi di accumulo integrati a impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022. La percentuale di credito di imposta riconosciuta è del 9,1514 per cento.

Il fondo stanziato per il credito di imposta per i sistemi di accumulo era di 3 milioni di euro, sono state presentate istanze per un valore complessivo dei lavori pari a 32.781.559 euro.

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Si può ottenere il bonus sistemi di accumulo per installazioni del 2023?

Deve essere ricordato che l’agevolazione non  si riconosce per le installazioni del 2023, quindi di fatto solo pochi fortunati che hanno provveduto all’installazione nell’anno precedente possono avvalersi del beneficio fiscale.

Vi sono ultime possibilità per coloro che inseriscono l’installazione di sistemi di accumulo in altri interventi edilizi come il Superbonus.

Come utilizzare il credito di imposta?

Per verificare l’ammontare del credito di imposta riconosciuto, basta andare nel proprio cassetto fiscale identificandosi con la propria identità digitale. In base all’articolo 4 del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 6 maggio 2022, il credito di imposta è utilizzabile a partire dalla dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta in cui è avvenuta l’installazione.

Di conseguenza è possibile avvalersene nella dichiarazione 2023 relativa ai redditi 2022. La determinazione però precisa che l’eventuale eccedenza di credito di imposta rispetto alla propria capienza fiscale può essere portata in compensazione nei periodi di imposta successivi.

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Fotovoltaico, gli impianti rubano terreno alle colture, è bufera

Il fotovoltaico è sempre più il tema portante dell’economia. Le grandi multinazionali investono sui terreni, ma non si pensa agli effetti sull’agricoltura.

Fotovoltaico, le “allettanti” offerte economiche

Installare impianti fotovoltaici sembra essere diventata ovunque una priorità. Sui tetti delle case, nei tetti dei parcheggi, sui terreni, nelle panchine e pannelli da balcone, ovunque potrebbe diventare idoneo al fotovoltaico. E così sono sempre più numerose le “allettanti” offerte economiche che vengono proposte da multinazionali che vogliono affittare o comprare terreni agricoli.

Così molti proprietari terrieri stanno vendendo o affittando i propri terreni in cambio di una rendita. Le multinazionali istallano impianti fotovoltaici a terra per la produzione di energia green e guadagnare dalla sua vendita. Regioni come la Sicilia, a vocazione agricola, potrebbe diventare un’unica distesa blu e nera. Addio quindi al verde dei terreni agricoli coltivati o lasciati incolti per premettere agli animali di pascolare.

Fotovoltaico le rendite e le perdite

Un impianto fotovoltaico su terreno agricolo o industriale, con pannelli solari istallati a terra, può garantire una rendita annuale fino a 2000/4000 euro per ettaro. Questo spiega perché molti proprietari terreni e agricoltori stanno lasciando le terre a favore di questo tipo di attività. Quindi a fronte di guadagni “Green” per qualcuno, c’è anche chi registra delle perdite. Diminuendo lo spazio dedito alle colture, aumentano le perdite del settore. Uno degli effetti, che pochi stanno considerando, è che a risentirne saranno le colture, ma anche i prezzi dei prodotti.

Facendo due conti in questo momento in Italia, tra inflazione, clima torrido, se togliamo anche i terreni su cui coltivare, i prezzi dei prodotti agricoli potrebbero arrivare alle stelle. Quindi sui mercati, compreso la grande distribuzione, i prezzi di frutta e verdura potrebbero risentire anche di questo fattore. Come se non bastasse, se ci sono gli impianti a terra, dove potrebbero pascolare gli animali? Forse è meglio pensare anche a questi aspetti, oltre che al green.

Impianti a terra, sui tetti o eolico

Anche perché spesso nei grandi latifondi ci sono già dei capannoni adibiti alla raccolta, lavorazione o distribuzione dei prodotti che derivano dall’agricoltura o dall’allevamento. Ora, sarebbe più opportuno usare questi tetti e lasciare liberi i terreni. Ma dal punto di vista economico, gli impianti a terra sono molti più facili da gestire, anche in termini di costi e rendita. Ecco perché i terreni sono sempre più richiesti a discapito dell’agricoltura e dell’allevamento più impegnativi

Stessa cosa sta anche succedendo per il settore eolico. Sono tanti infatti i pali eolici che piano piano vengono istallati per produrre energia pulita. In Italia, la Sardegna è simbolo di questo evento, dove l’apertura all’eolico e gli accordi commerciali potrebbero trasformare la bellissima isola in un ammasso di pale eoliche, al costo di perdere le meraviglie di quella terra.

Differenze fotovoltaico e solare termico: non sono la stessa cosa

Con la direttiva Case Green che sta preoccupando milioni di italiani sono in tanti a cercare soluzioni per migliorare le prestazioni energetiche dei propri edifici, magari anche risparmiando in bolletta. I pannelli solari sono una delle soluzioni più apprezzate, ma molti non sanno che i quelli per l’impianto termico e per l’impianto fotovoltaico non sono uguali, inoltre non hanno le stesse funzioni. Ecco cosa sapere.

Solare termico e fotovoltaico: a cosa servono?

Solare termico e fotovoltaico sono due tecnologie differenti e complementari, una serve per la produzione di acqua calda, l’altra per la produzione di energia elettrica, cambia di conseguenza anche la struttura dei pannelli anche se ad un occhio non esperto possono sembrare del tutto simili.

I pannelli solari termici usano l’irradiamento solare per riscaldare l’acqua, la stessa può essere ad uso sanitario, l’acqua dei bagni e della cucina, oppure può essere l’acqua dell’impianto di riscaldamento. Naturalmente la possibilità di produrre acqua calda a sufficienza per entrambi gli usi dipende da diversi fattori, ad esempio il fabbisogno, la quantità di pannelli solari installati e l’esposizione degli stessi. In una giornata nuvolosa può essere difficile raggiungere lo scopo.

I pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica convertono le radiazioni solari in energia elettrica. Ognuno di noi ha visto almeno una volta un lampione della pubblica illuminazione con un pannello solare, oppure luci per esterni alimentate da piccoli pannelli, il principio è lo stesso, anche se un impianto fotovoltaico è più complesso rispetto a questi semplici sistemi.

Differenze solare termico e fotovoltaico

Le differenze tra i due impianti sono anche di potenza: 1 m² di pannello solare può scaldare a 45-60 °C tra i 40 e i 300 litri d’acqua in un giorno, a seconda dell’efficienza, per avere un impianto fotovoltaico in grado di produrre energia a sufficienza è necessario invece occupare una maggiore superficie e soprattutto può essere un investimento di particolare importanza grazie ai sistemi di accumulo di energia.

Questi consentono di immagazzinare l’energia prodotta e non consumata nell’immediato e di conseguenza la stessa potrà essere sfruttata nelle ore notturne, quando la luce solare è assente e nelle giornate grigie e piovose. Dal punto di vista economico questa scelta può portare all’autosufficienza, anche in edifici con consumi importanti, ad esempio se sono state installate colonnine di ricarica auto.

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In vantaggi del fotovoltaico sono numerosi, infatti oltre al risparmio economico e al basso impatto ambientale di questo impianto che sfrutta fonti rinnovabili e non produce CO2, consente anche di sottrarsi alle oscillazioni di mercato che caratterizzano il settore energetico e che spesso sono legate non al valore intrinseco dell’energia, ma ad eventi socio-politici. Inoltre il fotovoltaico aumenta il valore della casa.

Rispetto al solare termico, il fotovoltaico consente di avere una maggiore autonomia, infatti non ci sono sistemi di accumulo per il solare termico. Generalmente l’autonomia nella produzione di acqua calda si attesta al 50%. Naturalmente anche in questo caso il valore dell’immobile aumenta e si riduce l’inquinamento ambientale.

Manutenzione degli impianti

Entrambe le tipologie di impianto hanno naturalmente bisogno di manutenzione. Per il fotovoltaico è bene ogni anno provvedere a:

  • verifica dell’isolamento dell’impianto;
  • verifica del corretto funzionamento dell’inverter;
  • pulizia dei pannelli solari.

Per il solare termico è necessario verificare:

  • pulizia dei collettori;
  • verifica integrità dell’impianto;
  • verifica del fluido termoconvettore.

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Fotovoltaico, su quali tetti sarà possibile installarlo?

Il fotovoltaico è l’energia rinnovabile del futuro e anche le singole città stanno muovendo verso questo sistema di produzione energetica.

Fotovoltaico, un progetto da apripista

Non passa giorno che non affronti il tema del fotovoltaico e soprattutto la possibilità di istallazione sui tetti delle case. In un’economia mondiale che si muove sempre più verso il green è importante attivare delle iniziative che spingono verso questa strada. Tra divieti di produzione di auto benzina e diesel, energie alternative e nuove invenzioni finalmente sembra che tutti gli stati vogliano migliorare il rispetto verso l’unico pianeta che abbiamo. Anche in vista della direttiva casa green dell’Europa che vuole gli immobili di classe energetica almeno D, entro il 2030.

Così Genova si candida a essere città apripista di un nuovo modo di censimento del proprio territorio. Si tratta del progetto Future City map, cha ha come obiettivo trovare tetti che possano ospitare pannelli fotovoltaici. Lo scopo è di aumentare il numero delle istallazioni dal 4% attuale al 15% previsto entro il 2025. Un accordo che nasce grazie al supporto di City Green Light che gestisce il servizio di illuminazione pubblica e l’apporto di Wesii leader europeo nel settore del telerilevamento aereo multispettrale applicato a tematiche green.

L’idea utile per altre città

Attraverso l’innovazione tecnologica ed un servizio di programmazione sarà possibile quindi mappare tutti i tetti delle città. Se questa attività venisse applicata anche in altre città, presto avremo la possibilità di avere più pannelli solari di quanto sia prevedibili. Non solo si tratta anche di uno strumento importante per conoscere il territorio da parte delle amministrazioni, che di solito non effettuano questo tipo di servizio cognitivo.

Infatti, il telerilevamento è la nuova frontiera per affrontare in modo sistematico le prossime sfide legate a risparmio energetico, sviluppo energie rinnovabili, comunità energetiche. Nessuno esclude la possibilità, per le varie città, di trovare una combinazione con altre fonti di energia rinnovabile per migliorare l’efficienza energetica anche degli edifici comunali.

Su quali tetti è possibile istallare i pannelli fotovoltaici?

I pannelli fotovoltaici vengono istallati sui tetti delle case, condomini, capannoni o edifici comunali. Una posizione privilegiata perché maggiormente esposta ai raggi solari. La condizione migliore è l’esposizione a sud, per aumentare l’efficienza del pannello. In media, per installare 1 kW – circa 4 pannelli – di impianto fotovoltaico su classico tetto a falde servono 6-7 mq di superficie libera. Su tetto piano, invece, lo spazio necessario è di 9-10 mq perché bisogna tenere conto dei supporti per inclinare i pannelli. Non si esclude comunque il Governo possa scendere in campo con incentivi volti alla maggiore istallazione di questi pannelli.

 

 

Fotovoltaico ed energie rinnovabili, tutte le novità del settore

Fotovoltaico ed energie rinnovabili sono dei temi che stanno riscuotendo sempre maggiore successo, proprio per trovare una soluzione diversa alle bollette.

Fotovoltaico ed energie rinnovabili, per risparmiare sulle bollette

L’interesse per il fotovoltaico e per le energie sta crescendo a causa di due fattori. Il primo è molto legato al continuo aumento delle bollette dell’energia elettrica. Quindi sono molti coloro che si stanno informando per l’istallazione di impianti fotovoltaici o alternativi proprio per cercare di fare un investimento iniziale e un risparmio lungo nel tempo. Mentre l’altro motivo è legato alla direttiva dell’Unione Europea sulle case green che contiene l’obbligo, entro il 2030, di avere case con classe energetica almeno D.

Il bonus fotovoltaico potrebbe essere a breve disponibile, insieme alle indicazioni da parte dell’Agenzia delle entrate. È certo che l’ammontare complessivo stanziato nella Legge di Bilancio si aggira attorno ai 3 milioni di euro. Sarà poi compito dell’Agenzia delle entrate valutare le istanze ricevute ai fini della ripartizione delle quote di rimborso.

Fotovoltaico ed energie rinnovabili, le spese ammissibili

Per avere diritto al bonus energie rinnovabili 2023 occorre essere in possesso di una serie di requisiti che riguardano le spese sostenute e la tipologia di impianti istallati. Per quanto riguarda le spese sostenute, queste devono essere state fatte tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2022. 

Spese documentate attraverso il pagamento con mezzi tracciabili devono riguardare gli impianti e i sistemi di accumulo integrati. Come ad esempio quelli relativi agli impianti fotovoltaici, ma anche che riguardano tutte le fonti di energia rinnovabili in generale. Quindi anche per chi si occupa di produrre energia dal vento o similari per uso domestico, possono usufruire del bonus.

Come richiedere il bonus?

Possono richiedere il bonus energia sono le persone fisiche e non quelle giuridiche come le aziende. La persona fisica dovrà richiedere il bonus con l’accredito nella dichiarazione dei redditi. Inoltre si ricorda che da quest’anno con il nuovo modello 730 sarà possibile compilare tutti gli spazi dedicati ai bonus energetici e non solo.

La richiesta del bonus non sarà un click-day, ma la scadenza pr quest’anno è datata 31 marzo 2023. Una volta superata tale data, ogni richiesta potrebbe anche non essere accolta. Già entro il 21 marzo, ovvero a dieci giorni dalla scadenza della procedura di domanda, l’Agenzia delle Entrate pubblicherà un provvedimento con il quale renderà nota la prima stima riguardante l’effettiva percentuale del bonus utilizzabile per ogni richiesta, difficilmente intorno al 100%.

Bonus reddito energetico: cos’è, a chi spetta e come ottenerlo

Uno degli obiettivi del Pnrr è la transizione ecologica che vede il suo principale perno nell’efficientamento energetico e nella realizzazione di sistemi di produzione di energia elettrica che rendano le abitazioni autonome. Naturalmente gli impianti di autoproduzione, come il fotovoltaico oppure il mini-eolico hanno un costo e non tutte le famiglie sono in grado di sostenerlo, per aiutare le famiglie nasce quindi il reddito energetico, cioè un particolare contributo a fondo perduto.

Reddito energetico: cos’ è e a quanto ammonta?

Il reddito energetico è un incentivo il cui importo varia da 6.000 e 8.500 euro, l’obiettivo di questa misura è duplice, da un lato aiutare le famiglie bisognose a installare sistemi che consentano di ridurre i consumi energetici e di conseguenza le bollette, da un altro lato mira a ridurre l’inquinamento ambientale attraverso l’uso di fonti rinnovabili a zero emissioni.

Il bonus può essere sfruttato per:

  • l’installazione di impianti fotovoltaici di potenza non inferiore a 1,8 kW e in grado di produrre almeno 1.200 kwh;
  • installazione di impianti solari termici;
  • impianti microeolici;
  • installazione sistemi di accumulo.

Il 20% dell’importo può essere utilizzato per l’installazione di sistemi per la produzione di acqua calda, ma gli stessi devono comunque essere necessariamente abbinati a sistemi di produzione di energia elettrica. L’importo massimo di 8.500 euro può essere erogato nel caso in cui i beneficiari siano dei condomini.

Chi può richiedere il bonus reddito energetico?

La disciplina prevede la possibilità di ottenere questa particolare agevolazione nel caso in cui il richiedente abbia un reddito Isee inferiore a 20.000 euro.

Possono beneficiare della misura i proprietari degli immobili e gli usufruttuari.

I bandi per il reddito energetico sono di tipo regionale/comunale, sono quindi le regioni e i comuni ad istituire i fondi, i soggetti interessati devono quindi presentare istanza e si procederà alla redazione di una graduatoria. Gli ammessi al beneficio devono stipulare un contratto con GSE per lo “scambio sul posto” di energia prodotta dagli impianti. Gli utenti che realizzano impianti (fotovoltaico e mini-eolico) per l’autoproduzione di energia devono però impegnarsi a cedere alla regione i crediti maturati verso il GSE. La regione a sua volta può investire le risorse in nuovi bandi per il reddito energetico.

Attualmente le regioni che hanno curato i bandi per il reddito energetico sono Sardegna e Puglia, ma a breve vi dovrebbe essere un incremento.

Il beneficio del reddito energetico non può essere cumulato con altre agevolazioni sullo stesso sistema di efficientamento. In poche parole chi sfrutta altre agevolazioni per la realizzazione di un impianto fotovoltaico non può ottenere il reddito energetico.

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Fotovoltaico arriva la svolta con un semplice “foglietto”

Il fotovoltaico è uno dei settori in cui si concentrano gli studi per la produzione di energia elettrica, anche per le case. Ecco l’ultima invenzione proposta.

Fotovoltaico, naturale e perenne

Il settore del fotovoltaico è in continua crescita. Si punta principalmente a questa fonte di energia rinnovabile in quanto illimitata, e naturale. Il sole esiste per tutti, e per questo motivo si pensa che possa essere davvero la migliore sostituzione al petrolio. Anche perché i prezzi del petrolio risentono molto delle variazioni economiche ed in questi ultimi mesi, insieme al gas, hanno avuto un andamento poco costante.

Così gli studi su come produrre energia grazie al sole sono sempre in continua evoluzione. Tanto che sono stati già immessi sul mercato, oltre ai classici pannelli fotovoltaici, anche le tegole fotovoltaiche o i pannelli da istallare sul proprio balcone di casa. Ma per fortuna, gli studi e la ricerca, anche sugli accumulatori di energia non si fermano. E questo è un bene, perché solo attraverso il progresso e lo studio si possono avere delle scelte che rispettano l’ambiente.

Fotovoltaico, il “Foglietto” è la nuova invenzione

L’ultima invenzione in campo di fotovoltaico è un “foglietto” frutto degli studi del Massachusetts Institute of Technology di Boston. Si tratta di un pannello solare sottile quanto un capello e che va semplicemente srotolato su qualsiasi superficie per trasformare un tetto normale in uno fotovoltaico. Non solo: un chilogrammo del materiale di cui è composto sviluppa 18 volte più potenza rispetto a quella dei pannelli solari tradizionali – e tra l’altro ha un peso specifico cento volte inferiore.

Un’importante scoperta soprattutto anche legata al peso. Ebbene molti tetti, ad oggi, non riescono a sopportare il peso dei classici pannelli in silicio. In genere un modulo standard da 165 x 100 cm ha un peso di circa 16-19 Kg per metro quadro. Quindi per un impianto di almeno 3 Kwh è un peso importante che il tetto deve sostenere. Mentre con questa soluzione si potrebbero elettrificare tutti i tipi di tetti, senza alcun pericolo.

Tutti gli usi che potrebbe avere il “foglietto”

Il pannello solare così costruito non servirebbe solo per i tetti. Ma potrebbe essere impiegato come veri e propri tappeti fotovoltaici in tutte le superfici utili esposte al sole durante il giorno. Ad esempio, nei parcheggi, sulle barche, sulle tende, negli spazi utilizzati per imprese e attività commerciali, terrazzi e giardini.

Al Mit per la realizzazione del foglio hanno utilizzato uno strato di parylene, hanno poi stampato diversi strati di celle solari composte da nanofili d’argento e un altro conduttore. Infine hanno seso uno strato di colla sui bordi per tenere tutto insieme. Ma di sicuro stanno già lavorando a grandi soluzioni per l’utilizzo della nuova scoperta.

 

 

 

Fotovoltaico, basta un fiore per avere l’energia elettrica in casa

Arriva il nuovo sistema fotovoltaico, che oltre ad essere utile, è simpatico da vedere. Ecco una nuova proposta da poco sul mercato, ma che promette bene.

Fotovoltaico, arriva un fiore per dare energia

Il fotovoltaico sembra essere la soluzione più efficace contro il caro bollette che attanaglia le tasche degli italiani. Ebbene, previsti ancora aumenti del gas del 5% e dell’elettricità, se il Governo non mette dei provvedimenti seri a disposizione, sarà sempre più difficile arrivare a fine mese. In questo clima di incertezza però molte imprese operanti nel fotovoltaico stanno provando a dare delle risposte, che permettano di creare energia, anche per chi ha poco spazio.

Ad esempio nei terrazzi condominiali a copertura dei tetti, spesso lo spazio non basta per tutti i condomini. Così sono nate delle piccole soluzioni come il fotovoltaico da balcone per cercare di accontentare anche chi vive in appartamento e di certo non ha lo spazio per l’istallazione di un impianto tradizionale. Ma non è tutto, il mercato sforna sempre delle novità, per tutti gli spazi e i portafogli.

Fotovoltaico, arriva dall’Austria “Smartflower”

E se a produrre energia elettrica fosse un fiore? E’ la trovata di un’impresa austriaca che offre l’unica soluzione solare al mondo che utilizza un design scultoreo all-in-one e una soluzione intelligente per la produzione di energia elettrica e sostenibile sia per privati che per le aziende. Quindi ne esistono di vari tipi e dimensioni, anche in base alla potenza richiesta.

Il fiore solare utilizza la robotica e l’automazione avanzata per tracciare in modo intelligente il sole. Sembra abbia la capacità di ottenere il 40% in più di energia, rispetto ai tradizionali sistemi solari a pannelli fissi. Inoltre, ogni giorno al tramonto, smartflower si ripiega e si pulisce per poi riaprirsi all’alba con i primi raggi solari. Da chiuso, misura 1,425 metri di base per 2,650 di altezza. Una volta aperto, si alza fino a 2,99 metri e il raggio dei “petali” arriva a 4,741 metri. Ogni “petalo-pannello” misura poco più di 1 metro.

Qual’é la potenza per uso domestico?

La potenza domestica si aggira intorno al 2.5Kw, che potrebbe sembrare poco, ma comunque ne esistono di diversi modelli. Sembra che il sistema sia molto semplice da istallare, circa un’ora e ad istallarlo in caso è un tecnico specializzato. Mentre per quanto riguarda i costi, è intorno ai 12 mila euro. Comunque il prezzo varia in relazione anche ad altri servizi aggiuntivi.

Ecco che sicuramente si potrebbe avere energia pulita e sostenibile avendo anche a disposizione molto meno spazio, rispetto a quello richiesto per un impianto fotovoltaico tradizionale. Ma esteticamente è anche più bello da vedere, perché è proprio un grande fiore formato da 12 petali. Ma il mercato del fotovoltaico è un continuo fermento, arriveranno presto altre novità.

 

 

Fotovoltaico, sempre più crescente l’utiizzo dei terreni agricoli

Il fotovoltaico potrebbe essere la svolta italiana per uscire dalla dipendenza energetica. E se non bastano i tetti dei fabbricati, ci sono i terreni da usare.

Fotovoltaico, l’obiettivo italiano

La crisi energetica ha fatto evidenziato come all’interno di tutta l’Unione Europea occorre una svolta per la produzione di energia pulita. Entro il 2023 l’Italia dovrà istallare circa 40 GW di impianti di produzione di energia elettrica provenienti da fonti rinnovabili. Ed il nostro Paese sembra concentrarsi sull’eolico e sul solare. E proprio il solare potrebbe essere la scelta italiana per uscire dalla dipendenza energetica nei confronti di altri paesi, come la Russia.

Per questo motivo sono nati una serie di aiuti come il bonus fotovoltaico. Possono beneficiarne tutti coloro che dal primo gennaio al 31 dicembre 2022 sosterranno spese per questo tipo di impianti. Si tratta di spese documentate per l’istallazione di sistemi di accumulo integrati in impianti di produzione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

Fotovoltaico, non bastano i tetti e arrivano i terreni

Siamo abituati a pensare agli impianti per il fotovoltaico montati sui tetti delle case, singole o condomini. Ma anche sui tetti di edifici istallati su immobili ad uso commerciale, nelle aziende o similari. Mentre una delle idee sempre più in uso è l’utilizzo di impianti a terra, proprio sui terreni che sono liberi e non utilizzati.

Questo permette di mettere a rendita anche dei terreni agricoli dismessi, anche attraverso la locazione. Il contratto di affitto di un terreno agricolo ha una durata di 30 anni con eventuale opzione fino ai 40 (5+5). Tuttavia il rapporto tra proprietario e investitore è regolato da un contratto preliminare. Cioè la promessa da parte della società di acquistare un diritto di superficie sul terreno solo ed esclusivamente con determinate condizioni.

I vantaggi dell’utilizzo dei terreni agricoli

L’uso dei terreni agricoli potrebbe essere una soluzione vincente. Quello più allettante è  incrementare il valore economico degli stessi terreni. Il proprietario ne guadagna una rendita proprio dal canone di locazione. E un terreno non utilizzato può quindi trovare una funzione. I prezzi di mercato per l’affitto dei terreni agricoli, secondo affittoterreno.com, di solitamente corrispondono a un importo che varia dai 2000€ ai 3500€ per ettaro all’anno. La variazione dipende da molteplici fattori, quali ad esempio la tipologia di terreno, la sua esposizione, la prossimità ad una cabina di tensione, l’estensione totale e l’idoneità dell’area al netto di vincoli e fasce di rispetto. Per i terreni industriali invece l’importo del canone di affitto varia dai 4500€ ai 6000€ per ettaro all’anno.