NFT: impatto ambientale e altri aspetti da considerare

In questi anni il fenomeno NFT è stato veramente molto rilevante. È legato alla tecnologia blockchain la quale, come sappiamo, è la madre delle criptovalute.

Grazie agli NFT viene creato un nuovo titolo di proprietà virtuale che riguarda da vicino oggetti da collezione sia digitali che reali. 

Infatti, non a caso una delle categorie più interessata in maniera concreta agli NFT è proprio quella degli appassionati di arte, la quale ha voluto approfondire l’argomento imparando in primo luogo come comprare NFT.

Sugli NFT tuttavia si è molto discusso per il loro impatto ambientale. Questo aspetto viene considerato problematico: ed ecco perché gli esperti hanno cercato diverse soluzioni e approcci con lo scopo di dare agli NFT un equilibrio significativo dal punto di vista energetico ed ambientale sia nel presente che nel futuro.

Molte persone si chiedono come si evolverà la tendenza di quelli che vengono definiti NFT verdi, cioè rispettosi dell’ambiente. 

Come tutto è cambiato

Gli NFT sono asset che vengono gestiti attraverso una rete blockchain: l’impatto ambientale che ha la loro creazione è legato soprattutto alla blockchain e all’algoritmo di consenso che essa usa per gestirli.

Però per fortuna il passaggio di Ethereum, che ricordiamo essere la blockchain principale utilizzata per gli NFT, all’algoritmo di consenso Proof of Stake, ha ridotto in maniera significativa il costo della loro creazione e commercio in termini energetici.

Questo particolare ha cambiato le carte in tavola nel senso che ormai l’affermazione che il mondo degli NFT sia dannoso per l’ambiente è esagerata proprio per questo cambiamento.

Per comprendere meglio la questione ci basti pensare che nella versione di Ethereum basata su PoW l’impronta stimata di un NFT era stimata in circa 38 kg di CO2, che equivale, prendendo come unità di misura l’impronta di carbonio, a circa 82,648 transazioni VISA.

Invece con il passaggio a PoS una singola transazione emette 0,02 kg di anidride carbonica pari a circa 44 transazioni Visa. La differenza è notevole e fa ben sperare per il futuro.

Differenze tra NFT e criptovalute

Bisogna ricordare ancora una volta che gli NFT, così come Ethereum, Bitcoin e tante altre criptovalute si basano sulla tecnologia blockchain.

Gli NFT sono però diversi dalle altre criptovalute le quali possono essere scambiate tra di loro, mentre i non-fungible token sono unici e sono da considerare come un’opera d’arte originale che non può essere riprodotta.

Un NFT inoltre può essere considerato una fonte di guadagno ma soprattutto uno strumento di marketing da parte delle aziende le quali spesso decidono di utilizzarli  anche come bonus innovativi.

Di sicuro nel corso del tempo gli NFT sono diventati sempre più accessibili a un grande numero di persone e molto probabilmente lo saranno sempre di più in futuro, soprattutto grazie alla nascita recente dei giochi.

Proprio per questo motivo l’aspetto relativo all’impatto ambientale ed energetico degli NFT non può essere sottovalutato.

Cancellazione cartelle esattoriali con il nuovo saldo e stralcio. Guida

La legge di bilancio 2023 all’articolo 45 regola lo stralcio delle cartelle esattoriali con carichi fino a 1000 euro. Per gli altri contribuenti invece c’è la definizione agevolata. Ecco chi potrà beneficiarne.

Cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 1000 euro: come funziona?

La bozza della legge di bilancio 2023 all’articolo 45 prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. La norma prevede che: “Sono automaticamente annullati, alla data del 31 gennaio 2023, i debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore della presente legge, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni”. Questo implica che il contribuente non dovrà fare nulla per far valere tale cancellazione.

La norma prevede inoltre che “L’agente della riscossione trasmette agli enti interessati, entro il 30 giugno 2023, l’elenco delle quote annullate su supporto magnetico, ovvero in via telematica”.

Definizione agevolata per altre cartelle esattoriali

L’articolo 46 del disegno di legge di bilancio 2023 definisce invece gli importi diversi da quelli compresi nell’articolo 45 e affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

In questo caso viene applicata la definizione agevolata con la possibilità di estinguere il debito fiscale senza il pagamento delle somme previste a titolo di interessi e di sanzioni, ma versando esclusivamente le imposte e il rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento. Per il versamento degli importi è possibile procedere a un unico versamento entro il 31 luglio 2023 oppure chiedere la rateizzazione degli importi fino a un massimo di 18 rate, la prima e la seconda di queste devono però corrispondere al 10% complessivamente dovute, le rimanenti di minore importo uguale per ogni mese. Le scadenze saranno:

  • 31 luglio;
  • 30 novembre 2023;
  • 28 febbraio;
  • 31 maggio;
  • 31 luglio;
  • 30 novembre di ciascun anno fino a completare il pagamento.

In caso di pagamento rateale dal 1° agosto 2023 sugli importi sono caricati interessi legali pari al 2%.

I contribuenti che vogliono addivenire alla definizione agevolata, devono farne richiesta all’agente di riscossione entro il 30 aprile 2023.

Per conoscere in sintesi tutte le misure approvate con il disegno di legge di bilancio 2023, leggi l’articolo:

Manovra finanziaria: tutte le misure in breve, sigarette, carburanti, benzina, pace fiscale

 

 

Zucchero, potrebbe diventare a breve un bene di lusso

Lo zucchero non guasta bevanda, ma a breve potrebbe diventare un bene di lusso, ecco cosa sta succedendo al mercato delle materie prime.

Zucchero, boom del prezzo

Lo zucchero è uno dei prodotti più consumati dagli italiani. Per addolcire il caffè, preparare dolci, è davvero consumato in grandi quantità. Ma c’è anche una sorpresa amara a dire la verità. Purtroppo i prezzi dello zucchero bianco hanno cominciato a crescere già a fine 2021. Ma negli ultimi tre mesi ha registrato rincari pari al 38%. Insomma al supermercato un pacco di zucchero può arrivare anche a costare il doppio dello scorso anno.

Del resto anche pollame, pane, olio di semi, riso, legumi, frutta e verdure continuano a crescere, pesando gravemente sulle tasche degli italiani. Spesso gli effetti negati ricadono proprio su quelle famiglie che stanno maggiormente soffrendo a causa del caro bollette e della benzina che ha ripreso a crescere.

Zucchero, ma perché aumenta il suo prezzo?

Sono molteplici i fattori che stanno portando a questa situazione. In particolare alcuni sono legati proprio all’aumento del prezzo del petrolio a barile. Ci sono molti mercati importanti che stanno risentendo del conflitto tra Russia ed Ucraina. Ad esempio il petrolio che è aumentato nelle ultime settimane, complica i costi di trasporto merci su camion. A ciò si deve aggiungere anche il costo dell’energia soprattutto per la lavorazione e raffinazione della materia prima.

Altro fattore è che la canna, la barbabietola possono essere raffinate al fine di ottenere due beni necessari: lo zucchero e l’etanolo. Non molti sanno che l’etanolo viene utilizzato come biocarburante. Viene miscelato alla benzina per accresce l’efficacia dell’utilizzo della benzina. Inoltre così si contengono le emissioni di monossido di carbonio. Quindi il mercato dello zucchero è legato a quello dell’etanolo.

Riduzione delle produzioni in tutto il mondo

Sono anche diminuite le produzioni di zucchero in Paesi come il Brasile. Il costo di produzione, dovuto alle crisi energetica, è più altro del profitto pertanto molte aziende hanno chiuso. Ma la produzione internazionale è diminuita ovunque, anche in Cina a causa dei problemi climatici. Ora se i principali produttori rimasti destineranno una parte sempre maggiore del raccolto per la produzione di etanolo, aumenterà sempre di più il prezzo dello zucchero.

E questo si ribalta sulle spese delle famiglie che utilizzano lo zucchero solo come dolcificante. Ecco spiegato perché il prezzo dello zucchero è destinato a continuare ad aumentare. Forse sarebbe il caso di farne un pò di scorta, almeno per cercare di risparmiare sulla spesa.

 

Ancora incentivi per le auto, ma con una novità molto importante 

Dal momento che il settore auto in Italia sta virando decisamente verso la mobilità sostenibile delle auto elettriche, è evidente che ci sia bisogno di introdurre sempre più incentivi a sostegno delle persone che vorrebbero cambiare auto. Il costo delle auto elettriche ancora piuttosto proibitivo, impone questo genere di aiuto. E sono anche i costruttori di auto a richiedere sostegno da parte dello Stato per lanciare una volta per tutte il mercato e per aprire alla mobilità green. Il futuro è ormai tracciato perché le auto a basso impatto ambientale sono quelle con cui dal 2035 gioco forza tutti i cittadini, anche italiani, dovranno fare i conti. E questi incentivi sono presenti nella normativa vigente, anzi, il governo ha deciso di implementarli ed estenderli sia come importo che come platea di potenziali beneficiari. 

Fino a 7.500 euro di incentivi per auto elettriche 

Tempo fa fu il colosso dell’Industria automobilistica, cioè Stellantis, con il suo amministratore delegato Carlos Tavares a chiedere al governo una mano per dare man forte alla transizione elettrica. Una mano che oltre a prevedere fondi statali per dotare le fabbriche di strumenti adatti alle nuove auto, doveva mettere anche su anche degli incentivi per l’acquisto delle nuove auto. È inevitabile che la clientela deve essere spronata ad acquistare, e la soluzione non poteva che essere una vasta dote di incentivi per l’acquisto. Il governo ha recepito il messaggio, introducendo incentivi che però si sono dimostrati subito insufficienti. Dopo il pressing del Ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, adesso gli incentivi che già da maggio sono partiti, vengono potenziati. Proprio su proposta di Giorgetti infatti, nuovi incentivi o potenziamento dei precedenti sono diventati realtà.  Offrendo la possibilità non solo alle persone fisiche ma anche a quelle giuridiche di accedere a questo genere di iniziative. 

Come funzionano i nuovi incentivi 

Le auto elettriche al 100%, le cosiddette full electric sono quelle oggetto del restyling del governo. Si tratta delle auto che hanno il più basso impatto ambientale tra tutte quelle oggi sul mercato. Auto che come fascia di emissione di CO2 per km vanno da 0 a 20 grammi. E su queste auto gli incentivi aumentano di un buon 50%. In pratica chi decide di acquistare un’auto di questo genere, con rottamazione, può godere di incentivi. Aiuti che possono arrivare fino alla non indifferente soglia dei 7500 euro. Ma salendo l’incentivo per questo genere di auto virtuose a livello ambientale, salgono inevitabilmente anche gli incentivi per le auto comprese nelle fasce più alte come inquinamento. 

Occhio a ISEE e requisiti per godere a pieno degli incentivi
 

Dal momento che si parla di incentivi per chi effettivamente un’auto di ultima generazione stenta a potersi permettere, occorreva fare una precisazione. Era evidente che ci voleva un collegamento con la situazione reddituale e patrimoniale dei potenziali acquirenti. È così che hanno deciso di concedere l’incentivo massimo collegandolo all’ISEE della famiglia del potenziale richiedente. La soglia di ISEE da non superare per poter godere dell’incentivo massimo è fissata a 30.000 euro. Naturalmente va detto che l’incentivo è appannaggio di quanti, oltre ad acquistare un veicolo di ultima generazione ne rottama uno più obsoleto. È tale possibilità finisce con l’essere estesa anche alle persone giuridiche. Di fatto allargando il campo anche alle auto che possono essere cedute con quel particolare contratto che è il noleggio a lungo termine. Per quest’ultimo spaccato della società l’agevolazione può essere utilizzata solo ad una condizione. Solo se il noleggio a lungo termine viene mantenuto attivo per una durata minima di 12 mesi. 

Con licenza media e 1.400 euro di stipendio ecco il concorso magazzinieri ospedale

Inevitabilmente vista la grave crisi economica ed occupazionale di questi ultimi mesi, parlare di opportunità di lavoro è una cosa molto rara ma che resta importante. Infatti in giro alcune occasioni per lavorare ce ne sono. Per esempio oggi parliamo di una possibilità di lavorare come magazziniere in ospedale con un nuovo concorso pubblico le cui domande scadranno il prossimo 29 agosto. Un’occasione piuttosto allettante per potenziali aspiranti magazziniere in ospedale, anche perché da quando si legge nel bando i requisiti di accesso non sono così limitativi o proibitivi.

Basta la licenza media e lo stipendio è abbastanza buono

Un concorso allettante quindi, soprattutto perché aperto ad una vasta platea di potenziale aspiranti. Infatti è un concorso per magazziniere in ospedale, per il quale i candidati potrebbero ottenere uno stipendio da 1.400 euro al mese. Inoltre per la partecipazione pare serva soltanto la licenza media. Come dicevamo in premessa le domande scadono il prossimo 29 agosto. Quindi occorre fare presto per poter partecipare a questa gara che apre le porte ad un lavoro come magazziniere.

Tutti i requisiti richiesti per il concorso da magazziniere in ospedale

Come si legge direttamente dal bando ufficiale dell’iniziativa, i requisiti specifici richiesti per gli aspiranti magazzinieri in ospedale sono:
  • Cittadinanza italiana, o cittadinanza di uno dei Paesi dell’Unione Europea o extracomunitari titolari del diritto di soggiorno, del diritto di soggiorno permanente, del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;
  • Status di rifugiato politico o di diritto allo status di protezione sussidiaria;
  • Idoneità psico fisica alle mansioni da svolgere;
  • Licenza media;
  • Esperienza quinquennale come magazziniere sia in ditte private che nel Pubblico Impiego;
  • Abilitazione all’utilizzo di muletti, carrelli semoventi o carrelli elevatori;
  • Godimento dei diritti civili e politici;
  • Diritto di voto;
  • Assenza di divieti a lavorare nelle Pubbliche Amministrazioni;
  • Assenza di condanne penali o procedimenti in corso.

Altre informazioni utili sul bando tra magazziniere

Il bando è stato indetto dagli ospedali Galliera della Liguria. I posti disponibili sono 2. Come dicevamo lo stipendio sarà da 1.400 euro al mese. Inoltre l’assunzione sarà a tempo indeterminato. Il concorso pubblico rivolto alla copertura a tempo indeterminato di 2 magazzinieri prevede infatti l’assunzione sotto il profilo di Operatore Tecnico Specializzato o Magazziniere. L’inquadramento sarà in categoria B con livello economico BS. L’assegnazione dei due vincitori del concorso sarà presso la “S.C. Economale Alberghiero e Logistica, nell’ambito del Dipartimento Giuridico Economico dell’Ente”, come viene riportato testualmente sul sito dove gli interessati dovranno collegarsi per bando e procedura di candidatura.

Come candidarsi al concorso

La procedura di presentazione della domanda potrà essere effettuata solo telematicamente. Tale procedura è sempre aperta e resterà tale per tutte le 24 ore di ciascun giorno fino alla scadenza del bando. Il sito di riferimento è quello degli ospedali Galliera, nello specifico al link  https://www.galliera.it//bandi/bandi-di-concorso. 
Sul sito come già detto, è presente il bando con tutte le informazioni utili alla partecipazione al concorso. Per partecipare occorrerà la previa registrazione sul sito. Infatti sul sito è aperta l’area “iscrizioni on line concorsi”. Naturalmente per accedere in assenza di registrazione occorrono gli strumenti assai diffusi di accesso ai servizi telematici delle Pubbliche Amministrazioni, quindi Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), Carta nazionale dei servizi (CNS) o Carta di identità elettronica (CIE).

Nuovo bonus da 500 euro invalidi e badanti, domande a partire dal 2 agosto

Non sono pochi gli italiani alle prese con problemi di disabilità o con familiari disabili all’interno del proprio nucleo familiare. Ci sono leggi e normative che offrono sostegno a questo genere di famiglie a tal punto che le misure loro dedicate sono davvero tante. Soprattutto per i disabili gravi ovvero quelli col 100% di invalidità assegnata, oltre al sostegno economico ci sono benefici che prevedono anche la tutela di una assistente. E in questo campo che è ci sono alcune misure poco note ma che possono tornare utili facendo prendere al disabile dei soldi utili a munirsi per esempio di una badante.

Via le domande per il bonus da 500 euro al mese

Evidentemente è una misura che negli ultimi anni ha funzionato bene dal momento che si è deciso di prorogarla anche nel 2022. Parliamo del bonus badanti da 500 euro al mese che è appena ripartito. Infatti si potranno presentare le domande per il beneficio a partire da oggi 2 agosto 2022. Al fine di garantire l’assistenza per gli invalidi in condizioni di gravità assoluta, la regione Liguria ha deciso di tornare a offrire un contributo da 500 euro al mese per 12 mesi a chi presenta richiesta e rientra nei requisti previsti.

Il bonus  nel dettaglio e cosa conoscere

Parte da oggi 2 agosto la possibilità di presentare domanda per richiedere ed ottenere fino a 500 euro al mese per chi ha bisogno dell’assistenza di una badante. Si tratta della riproposizione di un bonus che ormai in Liguria si ripete da due anni punto infatti con l’avvio delle distanze, siamo al terzo anno di utilizzo di questo incentivo. La dotazione della misura è pari a 1,4 milioni di euro per il 2022. L’aggiunta regionale della Liguria infatti ha riavviato le domande per gli interessati. Se il trend delle domande resterà quello degli ultimi due anni, saranno circa 1.700 le famiglie interessate da questo provvedimento.

I requisiti per il bonus badanti da 500 euro

Naturalmente essendo un contributo a carattere regionale, serve che il disabile che presenta richiesta sia residente in un Comune del territorio della Regione. Naturalmente non basta solo essere residenti in Liguria, perché occorre anche che il disabile non sia ricoverato presso una struttura sanitaria. Infatti il bonus mira a consentire al disabile di restare al proprio domicilio e farsi assistere a casa. Naturalmente bisogna anche essere invalidi al 100%, riconosciuti tali e con questa gravità dalle competenti commissioni mediche delle ASL. L’ISEE Inoltre non deve essere superiore a 35.000 euro e parliamo naturalmente dell’ISEE socio sanitario. La corresponsione del bonus però è limitata ad un adempimento da parte dei richiedenti. Infatti una volta assegnato il bonus, il diretto interessato deve mantenere fede all’impegno di assunzione di una badante, o autonomamente, o per il tramite delle tante agenzie di fornitura di questo genere di lavoratrici, spalmate sul territorio della Regione.

Come presentare domanda per la nuova stagione della misura

Come negli ultimi due anni, anche per il 2022 sarà La Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico , cioè la FI.L.S.E. S.P.A. l’ente che gestirà l’iniziativa. Infatti sarà collegandosi al sito dell’ente che gli interessati potranno presentare domanda. L’iniziativa è fino ad esaurimento risorse per cui la celerità è necessaria. Per le domande presentate entro il 30 settembre infatti, l’ente dovrebbe produrre una prima graduatoria con le assegnazioni. Solo nel caso di fondi sufficienti si passerà ad erogare il bonus anche a chi ha presentato domanda dopo il 30 settembre. In questo caso quindi, l’ente emanerà una seconda graduatoria dei potenziali aventi diritto. Se le risorse saranno insufficienti, non è azzardato considerare attendibile l’ipotesi di un bonus che non arriverà a 500 euro al mese.

Dal reddito di cittadinanza al reddito di resilienza, cosa cambia?

Che sia stata forse la misura più discussa da diversi anni a questa parte lo dimostrano i fatti. Parliamo naturalmente del reddito di cittadinanza misura che il governo Conte 1 ha introdotto con l’obbiettivo di  contrastare le situazioni di povertà. Nata come misura idonea al ricollocamento lavorativo e sociale dei beneficiari, col tempo il reddito di cittadinanza si è dimostrato una misura sostanzialmente simile ad un autentico sussidio e basta. A dimostrazione di tutto ciò, il fatto che molti partiti politici e molti tecnici vorrebbero, se non cancellarlo del tutto, quantomeno rivisitarlo. E si cercano vie alternative alla misura, dal momento che il contrasto alla povertà è una esigenza che nessuno può negare.

Il reddito di cittadinanza, cosa ha funzionato e cosa no

Il reddito di cittadinanza consta in un beneficio economico mensile erogato dall’INPS ai beneficiari mediante una carta di credito vera e propria. I soldi caricati sulla card RDC possono essere prelevati in contanti solo in minima parte. Il resto va speso per beni di prima necessità, farmaci e bollette per le utenze domestiche. Limitazioni queste, nate per evitare che ci fossero persone che si approfittavano della misura, finendo con il richiederla senza averne la necessità.

Le nuove elezioni e il futuro del reddito di cittadinanza

Adesso che ci accingiamo alle nuove elezioni politiche, l’argomento reddito di cittadinanza è tornato di stretta attualità a tal punto che si susseguono proposte di rettifica della misura o di sua sostituzione. Infatti nessuno dice che la misura va cancellata e basta, perché sarebbe come negare la situazione di povertà in cui molte famiglie versano. Piuttosto, si parla di correggerla o di trovare uno strumento diverso. Per esempio Giovanni Toti con il suo nuovo partito “Italia al centro”, propone il reddito di resilienza. Il termine, diventato comune per via del PNRR e del Recovery plan adesso diventa utile per le misure di contrasto alla povertà. Dal momento che resilienza significa di fatto resistere a situazioni avverse e di difficoltà, la nuova misura punta a correggere gli errori commessi con il reddito di cittadinanza che ha fallito da tutti i punti di vista per quanto riguarda le politiche attive sul lavoro.

Reddito di resilienza, di cosa si tratta?

La proposta del partito del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, dovrebbe funzionare in maniera diversa dal reddito di cittadinanza. Infatti offrirebbe soldi a chi oltre a versare in condizioni di povertà come per il reddito di cittadinanza,  intende avviare un’attività di lavoro autonomo. In pratica si offrirebbero soldi a chi dimostra l’intenzione di voler mettersi in proprio creando reddito per sé e per altri. Una misura che potrebbe essere commisurata, come importo, in base alla zona di residenza del beneficiario. In pratica offrirebbe più soldi a chi vive in zone dove fare impresa è più difficili per via delle difficoltà oggettive della stessa zona.

Tra antisemitismo e sport: proposta l’eliminazione del numero 88 dalle maglie dei calciatori

Inneggiare al nazismo e al fascismo come si sa è un reato perseguibile per legge. Si chiama apologia di reato quello che commettono quanti, in barba agli orrori del passato che fascismo e nazismo hanno provocato, oggi inneggiano a quel particolare è tremendo periodo storico. A più livelli l’antisemitismo è combattuto, proprio perché si tratta di uno dei periodi storici più terribili di cui si ha memoria. Proposte e interventi normativi che riguardano questo argomento, sono assai frequenti. Alcuni però sono assai particolari come per esempio questo che ha come promotrice Milena Santerini, che è la coordinatrice nazionale per la lotta dell’antisemitismo. La proposta della Santini è stata recapitata al Presidente del Consiglio dei ministri.

La proposta di cancellare il numero 88 dalle maglie dei calciatori

Sicuramente farà discutere perché da qualcuno verrà considerata forse esagerata, ma fatto sta che Milena Santerini, molto impegnata in materia di antisemitismo, ha prodotto una proposta alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Nello specifico si tratta di eliminare dalle maglie di calcio a tutti i livelli, il numero 88. Da quando sono sparite le numerazioni classiche sulla maglie delle squadre di calcio, i numenri utilizzati sono davvero molteplici. E nonostante in campo le quadre scendono in 11 calciatori, i numeri di maglia sono assai variabili. E non sono pochi i giocatori che hanno scelto come numero di maglia l’88. Un numero che evidentemente nasconde delle problematiche se Milena Santerini arriva a proporne l’eliminazione.

Perché nel mirino in fila proprio la maglia numero 88?

La coordinatrice del movimento contro l’antisemitismo ha chiesto che venga bloccato l’utilizzo della maglia numero 88 per i calciatori. Perché proprio la maglia numero 88? Perché questo numero pare abbia un collegamento molto stretto con il nazismo e con il gerarca Adolf Hitler. Come si legge sul sito tg24.it, il numero 88 esprime il saluto al leader nazista (heil Hitler). Per questo andrebbe tolto da dietro le maglie dei calciatori.

La proposta nello specifico

Secondo la proponente, anche se inconsapevole per molti, l’utilizzo di questa numerazione va contro la morale etica dello sport. Pertanto si suggerisce alle squadre di calcio, soprattutto quelle professionistiche e quindi molto seguite dagli appassionati, di non ammettere il numero tra quelli che i calciatori possono scegliere. Come si legge sul quotidiano di Napoli, Il Mattino, ad oggi il calciatore più popolare a indossare quel numero nella nostra Serie A è Mario Pasalic, calciatore dell’Atalanta. Lo scorso anno invece, anche il giovane centrocampista polacco del Verona, Mateusz Praszelik la indossava. Nel passato però l’88 è stato il numero di calciatori assai noti come gli italiani Gigi Buffon e Marco Borriello o il brasiliano Hernanes. E già allora le polemiche, soprattutto per Borriello furono aspre.

Lavoro nei campi, novità dalla Puglia per la tutela dei lavoratori della raccolta dei pomodori

Che il lavoro nei campi sia duro lo sanno anche i muri. Parliamo naturalmente di lavoro agricolo. E che proprio in questo periodo dell’anno sia ancora più duro è un evidenza che non può essere contestata. Il gran caldo di questi giorni, con la carenza di piogge e la siccità, rendono il lavoro nei campi una tra le attività lavorative più dure oggi esistenti. Le temperature di queste settimane oltre che danneggiare le coltivazioni, mettono a dura prova anche chi nei campi ci lavora ogni giorno. È naturale che in materia di lavoro agricolo siano necessarie delle attenzioni particolari oltre che a tutela delle produzioni anche a tutela dei lavoratori. E in questo scenario si incastona una novità normativa introdotta in Puglia proprio adesso che parte la raccolta dei pomodori per la salsa.

Il gran caldo e il lavoro nei campi, le difficoltà e le problematiche spesso invisibili

Dopo la raccolta del grano ecco la raccolta dei pomodori. Con una differenza sostanziale e di non poco conto. Infatti se il grano in linea di massima viene raccolto con mietitrebbie che oggi sono sempre più all’avanguardia e dotate di sistemi di aria condizionata anche al loro interno, con i pomodori la situazione diversa. Il pomodoro raccolto a mano dagli operai agricoli è una situazione che sta ormai da giorni in pieno svolgimento. Soprattutto in Puglia, dove la produzione di pomodoro è tra le principali attività agricole della Regione, l’attenzione è massima. Oggi non è raro imbattersi tra gli splendidi paesaggi della Regione, in campi di pomodori con dentro operai dediti alla raccolta. Stare nei campi con queste alte temperature mette a dura prova il fisico anche di persone che non hanno problematiche di salute. Figuriamoci chi invece, anche non essendone a conoscenza, ha problemi fisici. Per questo nel foggiano, si corre ai ripari, introducendo norme di salvaguardia e di tutela della salute degli addetti del settore.

L’intesa parte nel foggiano e mira a tutelare la salute dei lavoratori dei campi

Per la raccolta dei pomodori nel foggiano vengono impiegati circa 100.000 operai agricoli. Come si legge sul sito “l’immediato.net“, la raccolta dei pomodori incide al livello occupazionale per il 22% del totale delle giornate di lavoro agricolo svolte nella zona. E al riguardo va sottolineata una intesa trovata tra tutti i principali soggetti interessati, Coldiretti compresa. Un accordo che mira alla tutela dei lavoratori impiegati nei campi, oltre che alla tutela delle imprese che operano nel settore in maniera regolare.

Cosa è l’intesa Salva salute

L’intesa è stata ribattezzata subito “Salva salute”. Un nome che la dice lunga proprio perché prevede una serie di azioni volte alla prevenzione del rischio cardiovascolare di questi operai agricoli che sono costretti a lavorare a queste alte temperature nei campi. Ciò che balza gli occhi leggendo il protocollo d’intesa è che adesso tra visite mediche preventive e periodiche, si apre alla cosiddetta sorveglianza sanitaria degli operai agricoli stagionali. Sorveglianza sanitaria che sarà a carico delle Asl che apriranno un ambulatorio riservato proprio a questa tipologia di prevenzione.

Aumento delle spese? Le famiglie cambiano abitudini, ecco cosa tagliano

È davvero da troppi mesi ormai che la vita degli italiani è cambiata drasticamente per via degli aumenti del costo della vita. Tutto è aumentato, dalle bollette per le utenze domestiche di luce, acqua e gas, ai carburanti, dai beni di prima necessità e quindi anche da quelli alimentari, a quelli che possiamo definire hobby. E inevitabilmente sono cambiate le abitudini degli italiani. Infatti ciò che prima si poteva fare adesso per ovvie ragioni economiche non si può fare più. E gli italiani si stanno adeguando al cambiamento.

Per coprire le bollette cambiano le abitudini dei cittadini4

Non c’è momento di crisi in cui una persona non sceglie quali sono le priorità. Inevitabile che anche in questa fase di grave crisi economica partita ormai da oltre due anni con l’inizio della pandemia, gli italiani iniziano a tagliare il superfluo. L’aumento enorme delle bollette dell’energia elettrica, del gas metano e dell’acqua, impatta in maniera evidente sulle finanze di una famiglia. Stesso discorso i può fare anche per l’aumento del carburante che ha reso l’utilizzo della macchina un vero e proprio lusso. Se a questo aggiungiamo l’aumento del costo della vita anche per i beni di prima necessità, perché sono implementati i prezzi anche dei prodotti alimentari, è evidente che dove si può si stringe la cinghia. E le famiglie cambiano le loro classiche abitudini, eliminando il superfluo dal paniere delle spese mensili ed annuali.

Quali sono le spese che le famiglie adesso tagliano alla luce dell’aumento del costo della vita

Inevitabile che si parte dalle vacanze quando si parla di spese superflue. Molti storceranno il naso nel considerare le vacanze una cosa superflua. Infatti il meritato riposo dopo un anno di lavoro da molti era da sempre visto come una priorità. Oggi però alla luce di quello che abbiamo detto prima e quindi per la grave crisi economica, non sono pochi gli italiani che rinunceranno a questi periodi di relax per risparmiare soldi che serviranno per le esigenze primarie di un nucleo familiare. Anche gli hobby rientrano in questa categoria di spese superflue. È la Confcommercio per il tramite del suo ufficio statistico a mettere in luce questo aspetto della vita degli italiani a cui prima nessuno ci aveva pensato. Ormai sull’economia di un nucleo familiare le spese obbligatorie, cibo, bollente e carburante per esempio, incidono quasi per il 43%. Una percentuale enorme del budget complessivo annuale di una famiglia. E si taglia altrove.

I dati dell’allert di Confcommercio su aumento e crisi

Secondo la Confcommercio quindi il primo impatto di questo cambio di abitudini delle famiglie riguarda sicuramente le vacanze estive. Molte le famiglie che hanno già rinunciato al viaggio organizzato in tempi non sospetti. E molte altre ci stanno pensando in questi giorni, con le rinunce e le disdette che fioccano mai come in questa fase. Ma è inevitabile che il cambio di questa esigenza porti molto famiglie anche a rinunciare a hobby che prima facevano parte della quotidianità. Parliamo della palestra per esempio piuttosto che dello sport. Ma se gli hobby e il superfluo che possono essere le vacanze, sono un aspetto del problema, bisogna allargare il campo anche ad altro. Perché una crisi di questo tipo finirà necessariamente con l’incidere anche sulle spese che tanto superflue prima non erano.

Cambiano le necessità e si rinviano acquisti già programmati

Per esempio piuttosto che cambiare auto senza pensarci troppo, non sono poche le famiglie che hanno rimandato a tempi migliori questo acquisto. Si propende a sistemare la vecchia auto piuttosto che comperarne una nuova. Un discorso simile che si può fare per un televisore, un frigorifero, la lavatrice e così via. Figuriamoci chi aveva programmato di cambiare la cucina di casa, oppure di sistemare il box auto e così via. I risvolti della crisi saranno davvero cosa comune in molti settori. Questo perché incideranno molto proprio su tutto il tessuto economico globale della nazione, con le famiglie che andranno ad ingessare interi settori lavorativi che prima erano funzionali e funzionanti. Ma la preoccupazione di molti è che questa grave situazione tenderà sempre ad andare peggio. Soprattutto dal momento che se i soldi non circolano, anche in cose non propriamente di primaria necessità, le ricadute anche a livello occupazionale sugli addetti ai lavori di questi settori saranno enormi e continueranno a far aumentare questo stato di necessità della nazione.