Servizio civile universale 2023, pubblicato il bando

Pubblicato il bando per il servizio civile universale 2023, le domande possono essere presentate entro il 28 settembre a partire dal 20 luglio 2023. L’ordine di presentazione delle domande non ha alcuna rilevanza, quindi potrebbe essere opportuno attendere per verificare per quali progetti c’è un numero di candidati maggiore.

Servizio civile universale 2023: posti disponibili

Ogni anno i ragazzi di età compresa tra i 18 anni e il 28 anni hanno la possibilità di svolgere per 12 mesi il servizio civile, un modo per partecipare a progetti di natura sociale, rafforzare competenze, capacità di lavorare in team e avere un’esperienza da inserire nel proprio curriculum.

Quest’anno le domande di partecipazione possono essere inviate dal giorno 20 luglio 2023 e fino alle ore 14:00 del 28 settembre dello stesso anno, dal 28 dicembre coloro che sono stati selezionati potranno partecipare ai corsi.

Per il 2023 la selezione riguarderà:

  • 4.629 giovani tra i 18 e 28 anni;
  • da impiegare in 213 progetti;
  • afferenti a 76 programmi di intervento di Servizio civile universale;
  • da realizzarsi in Italia.

Come presentare la domanda per il servizio civile universale 2023

La domanda per poter partecipare al servizio civile universale 2023 deve essere presentata esclusivamente per via telematica all’indirizzo: https://domandaonline.serviziocivile.it Per poter presentare la domanda è necessario essere in possesso del codice Spid in modo da potersi identificare in modo univoco.

Ogni persona può presentare domanda per un solo progetto, quindi è necessario selezionarli tra quelli disponibili e scegliere quello che si ritiene essere maggiormente alla propria portata. Si può scegliere il proprio progetto nel sito ufficiale https://www.scelgoilserviziocivile.gov.it/cerca-il-progetto/ . È possibile anche verificare per ogni progetto quante domande sono state presentate fino a quel momento, questo può aiutare a capire su quale progetto ci sono maggiori opportunità di essere selezionati. Ricordiamo che coloro che decidono di aderire saranno convocati per sostenere un colloquio e solo successivamente per ogni singolo progetto sarà formata la graduatoria.

Coloro che saranno selezionati per 12 mesi riceveranno un importo di 507,30 euro mensili.

Facoltà di Medicina e Chirurgia, aumentano i posti disponibili

È sicuramente una notizia attesa da tanti studenti: dall’anno prossimo aumentano i posti disponibili per le iscrizioni alla facoltà di Medicina e Chirurgia. I posti in più saranno circa 4.000.

Numero chiuso Facoltà Medicina e Chirurgia, arrivano 4.000 posti in più

Il fatto che in Italia vi sia una carenza di medici è un dato di fatto di cui ci siamo resi conto soprattutto durante l’emergenza Covid, ma non solo, quotidianamente avvertiamo tale assenza quando ci rechiamo presso una struttura pubblica per una visita o addirittura in caso di ricovero. L’emergenza è dovuta al numero basso di laureati in Medicina, a sua volta provocato dal numero chiuso per le iscrizioni alla facoltà. A ciò si aggiunge la fuga dei cervelli determinata da condizioni di lavoro migliori all’estero. Una vera situazione di stallo da cui si tenta di uscire nei prossimi anni.

Il Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca) ha deciso di chiedere un aumento dei numeri disponibili per le iscrizioni alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Dal prossimo anno accademico (2024-2025) il MUR prevede la possibilità di arrivare a 19.944 posti così definiti: 17.942 in lingua italiana (679 extra Ue), 2002 in lingua inglese (657 extra Ue). Per l’anno accademico 2023-2024 i posti messi a disposizione sono stati 15.876 (14.740 posti in lingua italiana e in lingua inglese per i Paesi Ue, 1136 per i Paesi extra Ue). Vuol dire che ci saranno 4.000 posti in più.

Ricordiamo che gli studenti ammessi sono dislocati nelle varie sedi presenti in Italia e di conseguenza con un successivo decreto ministeriale saranno definiti i criteri di distribuzione dei nuovi posti disponibili.

Quando si vedranno gli effetti dell’aumento dei posti disponibili nella facoltà di Medicina e Chirurgia?

Gli effetti di questa scelta sulla salute dei cittadini e sui servizi potranno iniziare a vedersi tra circa 4-5 anni, ma sarà relativo, infatti occorre tenere in considerazione che molti medici attualmente a lavoro dovrebbero già essere in pensione e che non sono collocati a riposo per il semplice fatto che non si sa come sostituirli. Questo vuol dire che nei prossimi anni, per un effetto del tutto naturale, aumenterà ancora di più il fabbisogno di personale medico. In tale situazione i 4.000 potenziali laureati in più potranno solo in minima parte tamponare i problemi che attualmente l’Italia sta attraversando da questo punto di vista.

C’è chi auspica anche l’eliminazione del numero chiuso nella Facoltà di Medicina e Chirurgia, anche questa potrebbe essere un’opportunità per avere un numero maggiore di laureati, diventerebbe però difficile organizzare la didattica vista la particolarità della facoltà di medicina.

Assunzioni Agenzia delle Entrate, disponibili 11.000 posti

Continua la polemica, a distanza… ma non troppo, tra il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, e Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture che nei giorni scorsi si è lasciato andare ad affermazioni che sottindendevano un rapporto vessatorio del Fisco nei confronti dei contribuenti e nelle dichiarazioni di Ernesto Maria Ruffini spuntano i nuovi piani assunzionali: nei prossimi anni saranno assunti 11.000 funzionari.

Agenzia delle Entrate, saranno assunte 11.000 persone

Ernesto Maria Ruffini ha sottolineato nei giorni passati che l‘azione antievasione dell’Agenzia procede a gonfie vele e il 2022 è stato un anno record, ribadisce che il Fisco non ha un comportamento vessatorio, ma mira a far realizzare le entrate fiscali necessarie a mantenere welfare, servizi, amministrazione e un provvedimento di pace fiscale avrebbe il solo obiettivo di demoralizzare i contribuenti onesti che pagano sempre le imposte che sono la maggioranza.

Tra le dichiarazioni fatte vi è anche quella relativa alle assunzioni che nei prossimi anni dovrebbero essere 11.000. In realtà a breve sono attesi i nuovi bandi, largamente annunciati dalla fine del 2022, ma ad oggi ancora nulla. La settimana scorsa vi era stato un avviso relativo ai vicini bandi in uscita ed è data per certa la seconda metà dell’anno 2023 per la pubblicazione. Ricordiamo che in base alle nuove norme per i concorsi non è più obbligatoria la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma solo sul sito InPa, di conseguenza è bene monitorare proprio tale sito.

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Agenzia delle Entrate sotto organico, lotta all’evasione incrementata con le vicine assunzioni

Ernesto Maria Ruffini ha sottolineato che il personale attualmente a disposizione dell’Agenzia delle Entrate è insufficiente ad affrontare la mole di lavoro richiesta agli uffici dell’amministrazione finanziaria soprattutto ora che si affronta la sfida della digitalizzazione dei servizi. Proprio per questo è essenziale aumentare il personale a disposizione dell’AdE.

Il piano straordinario di 11.000 assunzioni entro il 2024 è già approvato dalla legge di Bilancio 2023. Ciò dovrebbe portare ad una maggiore efficienza e a servizi migliori e se nel 2022 con un Agenzia sotto organico il recupero da evasione è stato record, si ipotizza che nei prossimi anni si potrà lavorare ancora meglio e di conseguenza non ha senso parlare di una nuova pace fiscale.

Le assunzioni non riguarderanno solo funzionari del settore economico-giuridico, ma anche addetti al patrimonio immobiliare, risorse umane, logistica.

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Firmato il nuovo contratto scuola, aumenti per tutti

Dopo lunghe trattative sono arrivati gli aumenti per il settore scuola, gli stessi derivano da un accordo tra Aran e i sindacati, manca però la firma di UIL che ha definito inaccettabili gli aumenti previsti nel nuovo contratto scuola. Si deve ricordare che stiamo parlando del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto istruzione, università e ricerca 2019/21. L’accordo riguarda 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenenti ai settori scuola e Afam (inclusi gli 850mila insegnanti, e 77.255 lavoratori dei settori università ed enti di ricerca (esclusi i docenti).

Quali aumenti sono previsti nel nuovo contratto scuola?

Gli aumenti nel settore scuola riguarderanno tutti coloro che sono impeganti nel settore istruzione anche se in misura diversa, infatti si prevede un aumento medio mensile per il personale Ata di 96,72 euro. Per i docenti l’aumento è più elevato e ammonta in media a 124,40 euro. Infine, per il personale dirigente l’aumento media sfiora i 200 euro, si tratta di 197,50 euro al mese. Non è questa l’unica novità del nuovo contratto di lavoro del settore scuola, infatti sono regolamentate anche le attività in smart working.

Il ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo ha sottolineato che il nuovo contratto rappresenta un passo fondamentale per il miglioramento delle condizioni di lavoro di coloro che sono impegnati nella Pubblica Istruzione.

Il nodo principale restano i fondi, infatti il ministro ha sottolineato che proseguono gli incontri con il ministro Giorgetti per capire se possono esservi ulteriori risorse da destinare al settore.

Perché arrivano critiche agli aumenti?

La risposta è semplice, a conti fatti gli insegnanti e il personale scuola nella busta paga riceveranno molto meno rispetto a quanto sbandierato, infatti dalle somme sopra esposte deve essere scorporato quanto già percepito con l’aumento di sette mesi fa. Facendo due calcoli gli insegnanti all’atto pratico riceveranno in media circa 26 euro in più. Per gli Ata l’aumento reale è di 20 euro in più.

A ciò si aggiunge anche un incremento del 10% delle retribuzioni delle ore aggiuntive per i docenti.

Secondo Gianna Fracassi, segretaria della Flc Cgil stiamo parlando di “un aumento stipendiale medio tra i diversi settori che oscilla tra il 5% e il 7%”.

Queste non sono le uniche novità, infatti sono previste maggiori tutele per i precari della scuola con la possibilità di ottenere permessi per 3 giorni mensili per motivi personali e familiari retribuiti, in passato chi aveva il contratto da precario poteva avere permessi ma non retribuiti.

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Concorsi pubblici, entrano in vigore le nuove norme

Entrano in vigore il 14 luglio 2023 le nuove norme sui concorsi pubblici approvate con Decreto del presidente della repubblica numero 82 del 16 giugno 2023, l’obiettivo è velocizzare le procedure di assunzione e migliorare trasparenza ed efficienza.

Bando concorsi pubblici, addio pubblicazione in Gazzetta Ufficiale

La prima grande novità riguarda la pubblicazione dei bandi di concorso che ora potrà avvenire anche per gli enti locali attraverso il Portale InPA. Nel bando deve essere ben chiaro il termine di scadenza per la presentazione della domanda che comunque non può essere inferiore a 10 giorni e superiore a 30.

Le domande di partecipazione devono essere presentate esclusivamente attraverso il portale InPa. Ne consegue che per poter partecipare ad un concorso/inviare la domanda è assolutamente necessario avere un codice di identità digitale, Cie o Spid. Nel bando devono essere ben chiare anche le norme inerenti le prove da superare, tra cui vi deve essere sempre la verifica della conoscenza di almeno una lingua straniera. Devono essere rese note le modalità di attribuzione dei punteggi e il punteggio minimo richiesto per poter accedere alle varie fasi, i titoli preferenziali e i punteggi ad essi attribuiti.

Devono essere indicati i titoli che danno luogo a preferenza o precedenza nell’assunzione, le percentuali dei posti riservati.

Tra le novità apportate vi è anche la modifica dei termini di validità delle graduatorie approvate che passano da 18 mesi a 24 mesi. Saranno però considerati idonei solo coloro che entrano nel 20% dei posti successivi rispetto a quelli banditi. L’obiettivo è garantire una migliore selezione del personale.

Norme sull’ammissione ai concorsi pubblici

La partecipazione ai concorsi non può essere sottoposta a limiti di età salve deroghe specifiche dettate dai regolamenti delle singole amministrazioni. Possono ora partecipare ai concorsi pubblici, oltre a coloroc he hanno la cittadinazna italiana, oanche le persone titolari dello status di rifugiato e i cittadini dell’UE con diritto di soggiorno o permesso di soggiorno UE di lungo periodo.

Non possono essere assunti coloro che siano stati escludi dall’elettorato politico attivo non siano in possesso del godimento dei diritti civili e politici o siano stati destituiti o dispensati dal pubblico impiego.

Modalità di svolgimento dei concorsi pubblici

Per quanto riguarda le modalità di svolgimento dei concorsi, le amministrazioni possono scegliere tra concorso per esami, concorso per titoli ed esami, e corso-concorso, la procedura dovrà comunque avere una durata massima di 6 mesi.

Al fine di rispettare tali termini , per la copertura di posizioni non apicali è possibile non prevedere la prova orale, quindi potranno esservi concorsi basati solo su prova scritta. Questa deve essere affrontata con strumenti digitali. Quando è prevista la prova orale, la stessa deve essere svolta in aule aperte al pubblico, in questo modo è possibile assicurare la massima trasparenza delle procedure. Particolare attenzione deve essere rivolta a quanti soffrono di disturbi DSA.

Nelle nuove procedure concorsuali deve essere data importanza anche alla rappresentanza di genere. L’Amministrazione deve indicare nel bamdo la percentuale di rappresentatività dei generi e nel caso in cui la stessa sia inferiore al 30% a parità di titoli e meriti deve essere data preferenza all’assunzione del genere meno rappresentato.

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Concorso 1.650 allievi Polizia di Stato, requisiti e scadenze

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando per il concorso 1.650 allievi Polizia di Stato. Ecco i termini per la presentazione della domanda e i requisiti per partecipare.

Requisiti per partecipare al concorso 1.650 allievi Polizia di Stato

Possono partecipare al concorso coloro che hanno compiuto il 18° anno di età e non superato il 26°anno, limite elevato di tre anni in relazione all’effettivo periodo di servizio militare prestato. Oltre al requisito anagrafico, vi sono ulteriori requisiti generalmente richiesti per partecipare a concorsi pubblici, in particolare godimento dei diritti civili e politici, cittadinanza italiana, diploma di scuola secondaria superiore che consente l’iscrizione a un corso universitario, efficienza fisica, idoneità fisica e psichica, idoneità attitudinale all’espletamento dei compiti previsti per il ruolo. Inoltre occorre avere i requisiti morali ed etici generalmente richiesti per partecipare ai concorsi.

Come presentare la domanda

La domanda di partecipazione deve essere presentata esclusivamente per via telematica attraverso il sito www.inpa.gov.it o attraverso il sito https://concorsionline.poliziadistato.it

Per poter presentare la propria candidatura è necessario accedere al modulo da compilare online attraverso l’uso di un codice di identità digitale, in particolare codice Spid, Cie. Nel presentare la domanda è necessario indicare anche un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), di conseguenza è bene munirsi prima di iniziare la procedura. Inoltre è necessario indicare anche un indirizzo di posta elettronica ordinaria.

Il bando è stato pubblicato il giorno 11 luglio 2023 da questa data iniziano a decorrere i 30 giorni previsti per la presentazione della domanda.

Fasi del concorso 1.650 allievi Polizia di Stato

Il concorso per 1.650 allievi agenti Polizia di Stato prevede diverse prove da superare, si tratta di:

  • prova d’esame scritta (si tratterà di un questionario a risposta multipla o a risposta sintetica);
  • accertamenti dell’efficienza fisica;
  • accertamento dell’idoneità psico-fisica;
  • accertamento dell’idoneità attitudinale.

Per la prima prova si deve sottolineare che almeno 20 giorni prima della data prevista per la prova viene pubblicata la banca dati, cioè le domande che potranno essere estratte e che saranno oggetto di prova. Il diario delle prove sarà pubblicato il 3 novembre 2023 ( il termine è indicato nel bando, ma è bene controllare perché spesso questi termini slittano).

I primi 3.300 candidati che hanno superato la prova scritta (anche pari punteggio) potranno accedere alla successiva prova.

La prova di efficienza fisica comprende corsa, salto in alto e piegamenti sulle braccia. Per tutti i dettagli il consiglio è di leggere il bando, da questo infatti si possono reperire anche le informazioni inerenti gli esami diagnostici e i certificati da consegnare prima delle prove fisiche.

Ricordiamo che costituiscono cause di inidoneità per l’assunzione in Polizia di Stato le alterazioni volontarie dell’aspetto esteriore dei candidati, come i tatuaggi e le alterazioni permanenti dell’aspetto fisico che non siano dovute a motivi sanitari che siano visibili in tutto o in parte dall’uniforme indossata.

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Fino a poco tempo fa in pochi conoscevano la società Deloitte, erano soprattutto i tecnici a saperne l’importanza. A un certo punto inizia la crescita e la stessa è talmente importante che la società si appresta ad assumere ulteriori 4.500 unità di personale, ecco in quali ruoli.

Chi è Deloitte?

Deloitte è una società a vocazione globale che offre a banche e aziende servizi di consulenze e revisione. In Italia è diventata importante perché fa da supporto alle banche e imprese che vogliono effettuare operazioni di cessione del credito con la certezza di riuscire a riscuotere i crediti stessi in quanto certificati.

Ciò che ha portato Deloitte alla ribalta della cronaca è stata la richiesta di video sui lavori effettuati per il Superbonus, in questo modo si offre la certezza alle banche e agli altri intermediari autorizzati a intervenire nelle operazioni di cessione che non vi sono truffe. Non è un caso che Deloitte a livello globale faccia parte delle Big Four, cioè le 4 società più importanti al mondo nel settore delle consulenze e revisione.

Leggi anche: Cessione del credito Superbonus 110%: serve il video dei lavori

Dove assume Deloitte?

Il Ceo (per Italia, Grecia e Malta) di Deloitte, Pompei, ha annunciato che dal 2019 ad oggi il fatturato di Deloitte è cresciuto del 75%. Gli utili dell’ultimo anno sono cresciuti del 23% a ciò si aggiunge un raddoppio del personale.

Per il 2023 si prevede un’ulteriore crescita ed è proprio per questo motivo che sono previste ulteriori 4.500 assunzioni nei prossimi 12 mesi. La missione dichiarata è quella di aiutare l’Italia a crescere e accompagnarla nella transizione digitale ed ecologica. Per il solo 2023 sono previste 450 assunzioni a Bari, quindi una zona in cui la disoccupazione è piuttosto elevata.

I professionisti saranno impegnati nel progetto Next Hub, rivolto a talenti, laureate e laureati, diplomate e diplomati, che abbiano voglia di contribuire alla trasformazione digitale del nostro Paese. Altri progetti riguardano partnership importanti con l’Università Federico II di Napoli, il Policlinico Agostino Gemelli, il progetto Cortina 2026.

In Italia le sedi di Deloitte distribuite in modo omogeneo sono 25.

Come lavorare con Deloitte?

Per il reclutamento del personale Deloitte ha intrapreso un’importante partnership con l’Università LUM, in questo caso si prevedono percorsi mirati di studio e inserimento in azienda. I percorsi di formazione sono:

  • laurea triennale in Economia e Organizzazione aziendale;
  • Ingegneria gestionale;
  • Economia e Management;
  • Master in Contabilità e sistemi operativi.

Per chi ha già questi titoli è possibile inviare il proprio curriculum nella sezione “lavora con noi” di Deloitte, è inoltre possibile rispondere ad annunci su Linkedin. Infine, c’è la possibilità di “segnalazione” alle Risorse Umane da parte di chi già lavora per Deloitte.

Per quanto riguarda le retribuzioni, il contratto di stage prevede un rimborso di 800 euro mensili, ma un neo-laureato entra con un contratto da Junior Consultant (neolaureato): dai 24.000€ ai 30.000€. Naturalmente nel tempo le remunerazioni aumentano.

Lavorare in Deloitte vuol dire entrare in una grande azienda che offre importanti opportunità di crescita personale.

Naturalmente è necessario avere una formazione adeguata, ma anche doti personali di particolare spessore come Leadership, problem solving, talento, empatia e lavoro di squadra

Reddito di cittadinanza/inclusione, spuntano 10.000 posti di lavoro

Prende vita il nuovo progetto contro povertà ed emarginazione.  Arrivata la firma del protocollo tra Ministero del Lavoro, Anpal Servizi e il Consorzio Elis con 10.000 posti di lavoro, opportunità destinate a percettori di reddito di cittadinanza, reddito di inclusione e a rischio emarginazione.

10.000 posti di lavoro per percettori di reddito di cittadinanza/assegno di inclusione

Il nuovo Governo fin dall’insediamento ha avuto tra gli obiettivi quello di rivoluzionare il reddito di cittadinanza, attraverso una riduzione del numero dei percettori e soprattutto come misura ad esaurimento per coloro che sono abili al lavoro.

Il nuovo protocollo si inserisce proprio in questo progetto e mira a collocare nel mondo del lavoro gli occupabili andando quindi a ridurre i percettori del reddito di cittadinanza, misura a breve sostituita dal reddito di inclusione o assegno di inclusione.

Leggi anche: Dal Reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione, cosa cambia?

Contributi datori di lavoro per chi assume percettori assegno di inclusione

Il progetto può essere definito triangolare perché con diverse funzioni coinvolge 3 soggetti. In primo luogo c’è il Ministero del Lavoro che mette a disposizione delle aziende che aderiscono al progetto “Distretto Italia” i dati relativi alle politiche nazionali del lavoro, come il programma GOL, Piano Nazionale Giovani, Donne e lavoro e l’elenco dei soggetti occupabili di età compresa tra 18 e 59 anni di età.

Il Consorzio Elis invece si impegna a proporre alle persone segnalate percorsi di reinserimento nel mondo del lavoro e si occupa di individuare posizioni vacanti in cui collocare le persone a rischio emarginazione. Attraverso tale triangolazione si favorisce l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Settori in cui sono disponibili posti di lavoro

Attualmente, tenendo in considerazione le aziende che hanno aderito al progetto Distretto Italia, sono stati individuati già 10.000 posti di lavoro nei settori telecomunicazioni, energia, costruzioni e trasformazione digitale. Le imprese che partecipano al progetto sono impegnate nelle politiche di parità di genere e nell’inserimento dei NEET, cioè giovani non impegnati in percorso di studio, formazione o lavoro.

In base alle stime rese note dal Ministro del Lavoro, Marina Calderone, nei prossimi mesi si arriverà alla disponibilità di 1,5 milioni di posti di lavoro che consentiranno di dare opportunità concrete di carriera a giovani e meno giovani.

Per quanto riguarda i percorsi di formazione, saranno gratuiti e di durata compresa tra 5 e 20 settimane, mirano a fornire competenze da sfruttare nel mondo del lavoro in modo che vi sia una collocazione più soddisfacente.

Le aziende che decideranno di assumere potranno inoltre beneficiare degli incentivi per le assunzioni.

Leggi anche: Bonus assunzione donne, arrivano le istruzioni operative Inps

Poste Italiane assume, i profili ricercati e modalità di candidatura

Poste Italiane periodicamente avvia campagne di reclutamento del personale, ottime occasioni si stanno aprendo in questo periodo infatti è alla ricerca di 205 laureati, quindi non i classici porta lettere, ma opportunità di inserimento con un buon inquadramento contrattuale e possibilità di crescita. Ecco dove Poste Italiane assume e i profili ricercati.

Percorso per le assunzioni in Poste Italiane

Poste Italiane assume, in questo caso di tratta di laureati, le posizioni sono aperte in numerose Regioni e il candidato fin dall’invio del proprio curriculum può esprimere la propria preferenza.

Le modalità di candidatura sono particolarmente interessanti, infatti è previsto che il candidato invii il proprio curriculum con la candidatura. I profili più interessanti saranno ricontattati e invitati all’evento di Virtual Recruiting Day che si terrà online. Il processo per l’invio delle candidature è iniziato il 23 giugno 2023, giorno di pubblicazione del bando e sarà possibile presentare la domanda fino al giorno 4 settembre 2023 alle ore 23:59.

Le posizioni aperte si trovano in:

  • Lombardia;
  • Lazio;
  • Veneto;
  • Piemonte;
  • Friuli-Venezia Giulia;
  • Sardegna;
  • Toscana;
  • Liguria;
  • Emilia-Romagna.

Per chi fosse interessato vi è l’opportunità anche di importare direttamente il curriculum presente su Linkedin.

Poste Italiane assume: il candidato ideale

La posizione lavorativa da occupare sarà di consulente finanziario, di conseguenza sono preferite persone con laurea attinente al settore commerciale-finanziario. Il candidato ideale inoltre ha ottime doti comunicative ed è in grado di utilizzare i principali software informatici, tra cui il pacchetto Office con il quale pianifica ed organizza efficacemente le sue attività. Naturalmente non devono mancare entusiasmo e volontà di mettersi in gioco.

Si è detto che i candidati con un profilo ritenuto attinente saranno invitati all’evento online Virtual Recruiting Day. Al termine di questo inizierà il vero percorso di selezione. Terminato questo i candidati ritenuti migliori per le posizioni da ricoprire saranno assunti con un contratto da lavoratore dipendente e per loro inizierà un percorso di formazione e sviluppo personale.

Per chi è interessato a lavorare con una grande e solida azienda come Poste Italiane il consiglio è di visionare costantemente la pagina “lavora con noi” del sito di Poste Italiane.

Per chi è alla ricerca di un lavoro, ricordiamo che a breve dovrebbe essere pubblicato il bando per il concorso all’Agenzia delle entrate, inoltre si è in attesa del maxi concorsone per la Regione Campania.

Leggi anche: Concorso Agenzia delle Entrate per funzionari. Come prepararsi

Tra le novità vi sono anche le nuove modalità di svolgimento dei concrosi. Per saperne di più leggi:

Concorsi pubblici, con il decreto Pubblica Amministrazione salta l’orale

Trattamento di fine servizio (TFS), incostituzionale il pagamento differito

Il Trattamento di fine servizio (TFS) per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, corrispondente al Trattamento di fine rapporto per i lavoratori dipendenti del settore privato, viene erogato in modalità differita di almeno 2 anni e a rate. Questo differente trattamento ha generato il ricorso alla Corte Costituzionale da parte del sindacato Confsal-Unsa. La Corte Costituzionale nella sentenza 130 del 2023 ha ritenuto incostituzionale il trattamento differito. Ecco cosa può cambiare ora.

TFS (Trattamento di fine servizio) con pagamento ritardato

Quando la Corte Costituzionale sancisce l’incostituzionalità di determinate norme, il legislatore deve dare seguito a tali pronunce e quindi “sostituire” le norme tagliate.

Le norme attualmente in vigore prevedono che il TFS, trattamento di fine servizio per i dipendenti del settore pubblico, sia pagato dall’Inps:

  • entro 105 giorni se il rapporto è cessato per inabilità o decesso;
  • in caso di pensionamento per raggiunti limiti di età, pensione di vecchiaia o scadenza di contratto il pagamento avviene dopo 12 mesi, ma l’Inps può avere ulteriori 3 mesi di tempo;
  • in caso di pensione anticipata (ad esempio quota 103) il pagamento invece avviene dopo 24 mesi differibili a 27 mesi.

Corte Costituzionale, differire il pagamento è incostituzionale

Secondo la Corte costituzionale questo trattamento costituisce violazione delle norme sulla parità di trattamento tra lavoratori del settore privato e lavoratori del settore pubblico. Inoltre, siccome il TFS è una quota di retribuzione del lavoratore accantonata ed erogata al lavoratore in un momento di cambiamento in cui si può avere necessità di maggiori somme, il pagamento ritardato del trattamento di fine servizio contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione.

La Corte stabilisce però che il Parlamento deve adeguare la normativa e parificarla a quella prevista per il settore privato in modo graduale, tenendo in considerazione gli impegni economico finanziari del settore pubblico. Questo vuol dire che chi nei prossimi mesi andrà in pensione nel settore pubblico non potrà avvalersi immediatamente degli effetti di questa sentenza, ma dovrà attendere che il Parlamento modifichi le norme e che le stesse entrino in vigore.