La start up bolognese #x-party, partita da feste, arriva a fiere ed eventi corporate

Spesso in Italia i giovani vengono visti sotto la lente sbagliata. Ormai siamo abituati a vederli in contesti formativi, mentre fanno zigzag tra lauree triennali, magistrali, dottorati e master per riuscire finalmente ad approcciare un mondo del lavoro con sempre più pretese. C’è però chi decide di andare in controtendenza, al grido di “ora o mai più”. Qualcuno crede fermamente nella propria vision imprenditoriale, ed ha ancora voglia di mettersi in gioco. Ne sono l’esempio i ragazzi di #x-party, un gruppo composto da giovani poco più che ventenni che sta facendo grandi cose sul territorio di Bologna. 

Partiti da “Syncro”, il loro primo evento svolto in collaborazione con O2 Oxigen ed Alchimia, ora puntano a dire la loro anche in ambito corporate e fieristico, andando a stringere rapporti commerciali con solide realtà del settore che ne hanno saputo riconoscere il potenziale. 

Questi ragazzi si occupano della gestione di eventi su piccola, media e larga scala, curandoli a 360°. Ciò che li contraddistingue dagli altri competitor è la loro rete informatica, resa modulare e personalizzabile in base alle esigenze del singolo cliente: grazie a essa si possono infatti occupare di luci, audio, video, effettistica, gestione ospiti e molto altro.

Il vero fruitore di #x-party è il cliente

Tolta la parte “burocratica” è l’avventore il vero fruitore di questi servizi. Giochi di luci, effettistica, interazione con l’ambiente circostante sono solo alcune delle particolarità che vi renderanno parte del contesto. Immaginate di voler usufruire del servizio bar ad un festival: sicuramente invitante, la fila un po’ meno. Con i servizi di #x-party, potrete ordinare dal vostro telefono tramite la comoda app e recarvi a ritirare il prodotto solo una volta pronto, avvisati dall’apposita notifica! Niente più code al bar mentre suona la band preferita.

E se voglio una foto con i miei cari mentre ascoltiamo il nostro artista del cuore? Addio fotografi dispersi per l’ambiente, basterà recarsi a uno dei totem fotografici sparsi nella zona, per poter scattare una foto. “Eh si, e se è buio?” nessun timore, sempre utilizzando l’app di cui sopra, alcune luci del locale dirigeranno il loro fascio di luce direttamente verso di voi, permettendovi anche di sceglierne il colore!

Questi ragazzi hanno già all’attivo uno storico di eventi in club e luoghi pubblici. La nuova frontiera? Fiere ed eventi corporate, dove si cominciano già a vedere dei risultati concreti.

Con #x-party, la soluzione sarà sempre ideale per il contesto in cui è pensata.

Non ci resta che augurare il meglio a questi giovani imprenditori!

Bitcoin e halving: il valore della scarsità

Le criptovalute, così come le risorse fisiche, determinano il loro valore grazie al rapporto tra domanda e offerta. Al contrario delle valute come Euro e Dollaro, però, non esiste alcun organo o banca centrale che ne regoli l’emissione e quindi l’inflazione. Per questo è importante che vi sia un sistema predeterminato che riduca periodicamente la quantità di Bitcoin prodotti come ricompensa per la validazione dei blocchi della blockchain.

Per capire meglio questo fenomeno dobbiamo addentrarci meglio all’interno del concetto di risorsa digitale, il valore di questa criptovaluta non è legato a nessun tipo di risorsa ed è deciso dal mercato. Per mantenere regolare l’inflazione di coin, nel codice con cui è stato programmato Bitcoin è incluso il sistema dell’halving.

Cos’è l’halving nello specifico?

Iniziamo con il dare una prima informazione precisa, l’ultimo Bitcoin verrà creato  nel 2140. Com’è possibile dare una fine a qualcosa che è completamente digitale? Grazie agli smart contract, software che regolano sia il mining che l’halving da quando Bitcoin è nato e all’infinito, poiché il funzionamento di questa blockchain è immutabile. Così, dimezzando di volta in volta il risultato del mining della criptovaluta si arriverà al punto oltre al quale non sarà più possibile produrre Bitcoin.

Confrontandolo con il funzionamento di altre criptovalute sul mercato, possiamo vedere come l’halving sia un fenomeno tipico di Bitcoin. Questa soluzione è stata pensata dal programmatore e inventore della criptovaluta, Satoshi Nakamoto, per evitare che un’eccessiva e brusca emissione di monete ne causasse l’iperinflazione e quindi la svalutazione. In pratica, l’halving prevede una progressiva e periodica riduzione del numero di Bitcoin pagati a coloro che verificano la validità delle transazioni sulla rete, ossia i miner. L’intento di questo meccanismo è di mantenere progressivamente scarsa l’offerta in modo che il prezzo sia sostenuto da una domanda costante.

Ogni quanto si verifica un halving di Bitcoin?

Così come determinato nel whitepaper di Bitcoin, avviene un halving ogni quattro anni ed è così fin dalla creazione della moneta. In questo modo si mira a ridurre drasticamente, di volta in volta, l’immissione all’interno del mercato di BTC

L’evento è permesso dall’algoritmo, non può essere bloccato, ed è completamente automatico. Tenendo conto di questo viene spontaneo chiedersi: qual è il numero massimo di Bitcoin che potranno essere immessi nel mercato? La risposta è semplice ovvero 21 milioni.

Quanti halving si presenteranno nella storia di Bitcoin?

All’inizio della sua storia Bitcoin premiava i miner con 50 criptomonete per ogni blocco creato, oggi ovviamente non è così proprio per via del fenomeno dell’halving. Conoscendo questo è importante allora chiedersi quanti eventi sono stati pensati per questa blockchain? Sono 32 gli eventi di halving o dimezzamento che interesseranno la criptovaluta.

Il prossimo evento halving quando avvererà?

Ogni evento halving dimezza la quantità di Bitcoin emessi. Per chi è interessato a questa moneta digitale è allora opportuno scoprire quali sono stati gli eventi già avvenuti e quando si presenteranno i prossimi:

  • Nel 2012 la quantità di Bitcoin emessa è scesa dall’iniziale ricompensa di 50 criptomonete a 25;
  • Nel 2016 si è scesi da 25 a 12,5 BTC dati in ricompensa ai miner;
  • Nel 2020 la quantità di valuta digitale creata è scesa da 12,5 a 6,25 Bitcoin.

Seguendo questo schema è facile comprendere quando avverrà il prossimo evento di halving ovvero nel 2024 quando il numero di BTC emessi per ogni blocco scenderà a 3,125. 

Non è possibile avere una data precisa ma solo una stima, questo perché l’halving della moneta è programmato in base all’altezza del blocco della catena e non su di una data precisa. Tenendo conto che l’halving avviene precisamente ogni 210.000 blocchi è certo che il prossimo dimezzamento avverrà al 840.000 blocco ed è per questo che probabilmente si verificherà tra i mesi di febbraio e giugno 2024.

5 consigli per risparmiare sul conto corrente nel 2023

I costi che dobbiamo sostenere sono già parecchi, tra bollette, carburante, spesa alimentare e via dicendo. Nell’ultimo anno purtroppo i prezzi sono aumentati in modo significativo e l’obiettivo di molti italiani, attualmente, è quello di risparmiare il più possibile. Partiamo dunque da qualcosa di irrinunciabile, che tutti noi abbiamo, ma che prevede spesso dei costi piuttosto elevati: il conto corrente. Scegliere quello giusto può far risparmiare moltissimo e oggi vedremo insieme alcuni consigli utili per riuscirci. 

#1 Scegliere un conto corrente online

Innanzitutto, al giorno d’oggi aprire un conto online piuttosto che quello tradizionale è la prima cosa da fare per risparmiare e abbattere il più possibile i costi. Le banche che operano esclusivamente in rete come Banca Widiba sono infatti decisamente più convenienti e offrono vantaggi  da non sottovalutare. Naturalmente, non basta aprire un conto corrente online per avere la certezza di risparmiare: bisogna valutare le condizioni e le varie commissioni applicate dalla banca. In generale però optando per questa alternativa si può risparmiare in modo significativo. 

#2 Approfittare dei conti correnti azzerabili

Al giorno d’oggi vale sicuramente la pena approfittare dei conti correnti con canone azzerabile, come quello che viene offerto da Banca Widiba. Di cosa si tratta? Semplice: parliamo di conti che prevedono un canone mensile, ma che possono diventare estremamente più convenienti ad alcune condizioni specifiche. Nel caso di Banca Widiba, ad esempio, è possibile ridurre o azzerare completamente  il canone del conto aprendolo  prima del compimento dei 30 anni , scegliendo di accreditarvi lo stipendio, mantenendo  una determinata soglia di patrimonio o investendo in  risparmio gestito e amministrato. 

#3 Fare attenzione ai prelievi dagli sportelli ATM

Per risparmiare il più possibile sul conto corrente è importante anche prestare attenzione quando si preleva da uno sportello ATM del territorio. Quasi tutte le banche infatti prevedono delle commissioni, che però in alcuni casi si azzerano. Banca Widiba, per fare un esempio, offre la possibilità ai propri correntisti di prelevare da qualsiasi sportello ATM presente sul territorio italiano senza commissioni, a patto che l’importo sia superiore ai 100 euro. Questo è un dettaglio importante, che vale la pena conoscere per evitare spese extra inutili. 

#4 Controllare periodicamente l’estratto conto

È buona norma controllare periodicamente il proprio estratto conto, per essere sicuri che sia tutto regolare e che non siano stati effettuati pagamenti o prelievi dei quali si ignora la natura. È vero che se si apre un conto corrente presso una banca seria e affidabile è difficile rimanere coinvolti in truffe o in altre brutte situazioni, ma le precauzioni non sono mai troppe. Coloro che hanno scelto di affidarsi a una banca online, tra l’altro, hanno la possibilità di controllare il proprio conto corrente in qualsiasi momento e in modo estremamente semplice. Basta aprire l’apposita applicazione sullo smartphone e dare un’occhiata ai movimenti, senza la necessità di recarsi presso uno sportello fisico. 

#5 Mantenersi sempre aggiornati

Infine, per evitare brutte sorprese, conviene mantenersi sempre aggiornati. Le eventuali modifiche unilaterali del contratto effettuate dalla banca vanno lette, perché potrebbero essere svantaggiose per i clienti.

Pellet | Cartelle esattoriali | Pensioni: tutte le novità della settimana

La preoccupazione degli italiani, ormai si focalizza sull’arrivo del prossimo freddo e sull’impatto che gli aumenti delle materie prime avranno sull’economia domestica con l’accensione dei riscaldamenti. A questo si aggiunge anche la ripresa dell’invio delle lettere di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate dopo la pausa estiva.

Senza contare che l’argomento caldo fino a fine anno sarà sicuramente quello legato alle pensioni. Il cambio di governo con le elezioni del 25 settembre, infatti, preoccupa non poco visto che non è possibile prevedere cosa accadrà senza sapere chi governerà il Paese. E ovviamente la riforma pensioni e rimandata all’anno prossimo mentre per quest’anno l’unica cosa che ci possiamo aspettare è un intervento “tappabuchi” nella Legga di Bilancio.

Pellet, metano o gasolio, con cosa ci scalderemo quest’inverno?

Fino allo scorso anno il modo più economico per riscaldare la casa era senza dubbio con il pellet: con 5 euro si comprava un sacchetto da 15 kg che permetteva di riscaldarsi per diversi giorni. Ma l’aumento delle materie prima ha portato il prezzo di questo combustibile a salire in modo vertiginoso e a raddoppiare addirittura.  In questo articolo Pellet, metano e gasolio: quanto ci costerà in più il riscaldamento quest’anno? abbiamo esaminato proprio l’aumento dei prezzi per le diverse tipologie di alimentazione del riscaldamento.

Per approfondire, in ogni caso, consigliamo la lettura dei seguenti articoli che trattano a fondo il problema riscaldamenti:

Pellet: perché il prezzo è così alto? Speculazione o aumento dei costi?

Pellet: quanto costa? Conviene o è preferibile il metano?

Stufe a pellet a rischio: mancano componenti per la produzione

Cartelle esattoriali, quando non si pagano?

Da settembre l’Agenzia delle Entrate riprenderà l’invio degli avvisi bonari e delle lettere di accertamento. Gli italiani, quindi, in attesa di una eventuale Rottamazione quarter , devono fare i conti anche con il pagamento delle cartelle esattoriali.

In questo articolo Cartelle esattoriali: quali non si pagano più? abbiamo spiegato quando è possibile non pagarle più esaminando a fondo la normativa. Inoltre abbiamo approfondito anche il tema degli obblighi degli eredi per le cartelle esattoriali del defunto nell’articolo: Cartelle esattoriali non pagate dal defunto: ricadono su vedova ed eredi?

Pensioni 2023 ed anticipo

Il tema che suscita, però, maggior preoccupazione per i lavoratori è quello legato alla previdenza. La riforma delle pensioni è ferma al palo e ormai sono diversi anni che si rimanda una decisione strutturale che possa modificare e attenuare le rigidità della riforma Monti Fornero. Si procede, anno dopo anno, con proroghe e misure sperimentali destinate a scadere dopo poco tempo. Quello che occorre, invece, è una misura strutturale che permetta ai lavoratori di accedere alla pensione e di programmare l’uscita dal lavoro con un certo anticipo.

Una delle misure che certamente non verrà mutata dall’intervento di fine anno è sicuramente la RITA di cui abbiamo parlato nell’articolo: Pensione a 57 e 62 anni anche nel 2023, la misura non è a rischio.

 

 

Riduzione assegno di mantenimento all’ex coniuge: come sapere se percepisce pensione?

Per chi versa l’assegno di mantenimento è determinante conoscere la situazione reddituale dell’ex coniuge. Se, ad esempio, la moglie ha sempre lavorato ma prima del divorzio era disoccupata, l’accesso alla pensione della donna potrebbe determinare la fine dell’obbligo di mantenimento da parte dell’ex marito. In caso di cambiamento dei redditi percepiti, infatti, può essere richiesta la revisione delle condizioni di mantenimento (diminuzione o revoca dell’assegno). E allora come fare a sapere se l’ex coniuge percepisce la pensione? Si può consultare l’archivio dell’Inps per capire se la situazione reddituale dell’altro è mutata? O esistono altri modi?

In questo articolo non solo spiegheremo come richiedere l’accesso all’archivio dell’Inps con le pensioni di tutti i cittadini per capire se l’ex coniuge la percepisce, ma forniremo anche indicazioni su come capire la situazione reddituale senza autorizzazione del tribunale.

Archivio delle pensioni: chi può accedere?

L’Inps, come ogni altro ente previdenziale, ha un archivio in cui sono registrati tutti i nomi dei beneficiari delle prestazioni previdenziali e assistenziali che eroga. Ovviamente, un privato cittadino non può consultarlo liberamente. Ma questo archivio è collegato all’Anagrafe Tributaria (il database che l’Agenzia delle Entrate utilizza per risalire ai redditi dei contribuenti) alla quale, nel rispetto di determinate condizioni, può accedere chiunque.

Per farlo, però, è necessario seguire un preciso iter poiché dall’Anagrafe tributaria non emergerà solo la pensione percepita dall’ex coniuge ma anche tutti i redditi che percepisce a qualsiasi titolo (eventuali redditi da locazioni, eventuali redditi da lavoro, collaborazioni, ecc…). E non tutti, indistintamente, possono accedere all’Anagrafe tributaria. Per i privati l’accesso è previsto solo in determinati casi che sono:

  • necessità di recuperare un credito attestato da una sentenza, una cambiale, un assegno o un decreto ingiuntivo;
  • necessità di accertare il reddito dell’ex coniuge per il riconoscimento o la revisione dell’assegno di mantenimento.

Anagrafe tributaria: come fare se si vanta un credito?

Nel caso si vanti un credito attestato, per poter accedere alla consultazione dell’archivio dell’Anagrafe tributaria è necessario prima presentare al debitore un atto di precetto (una sorta di sollecito al pagamento delle somme dovute) e solo dopo presentare istanza al tribunale per ottenere l’autorizzazione alla consultazione dell’archivio Inps dell’Anagrafe tributaria.

Ottenuta l’autorizzazione dal tribunale a eseguire l’indagine all’interno dell’archivio dell’Inps è l’ufficiale giudiziario che ricerca, in modalità telematica tutte le informazioni rilevanti e tutti i crediti che è possibile pignorare, compresa la pensione. Al termine dell’esplorazione, poi, l’ufficiale giudiziario stilerà un verbale in cui indicherà quali sono tutte le banche dati che ha interrogato e quali sono stati i risultati della ricerca. In questo modo, non sicuramente facile, si può sapere se l’ex coniuge percepisce la pensione.

C’è sempre il diritto di consultare le dichiarazioni dei redditi dell’ex coniuge?

Nella maggior parte dei casi l’indagine viene svolta dall’ex coniuge per sapere se ci sono redditi con i quali chiedere, magari, la revisione dell’assegno di mantenimento. Per procedere con la richiesta di revisione, infatti, è necessario rivolgersi al tribunale e agire in causa ed è sempre meglio farlo quando si hanno prove tangibili in mano (l’ex coniuge percepisce una pensione, ad esempio, che prima non percepiva, ha trovato un lavoro oppure ha ottenuto un aumento di stipendio).

E’ possibile conoscere tutti i redditi dell’ex coniuge senza la necessità di richiedere autorizzazioni e in modo legale. È bene sapere che spiare i redditi dell’ex coniuge non richiede autorizzazioni. Per poter consultare l’archivio del Fisco basta avere un giustificativo meritevole di tutela e nel caso di specie la motivazione è proprio la revisione dell’assegno di mantenimento.

Per avere una riduzione o un aumento dell’assegno di mantenimento, infatti, l’interessato può rivolgersi all’Agenzia delle Entrate, che gestisce l’Anagrafe Tributaria, per richiedere una visione dei redditi dell’ex coniuge. E sapere, in questo modo, anche se percepisce la pensione.

In un primo momento per avere l’accesso veniva richiesta all’ex coniuge l’autorizzazione del tribunale che, però, la rilasciava solo una volta avviata la causa per la revisione dell’assegno di mantenimento. Diverse sentenze del Tar del Lazio, del Tar della Campania, del Tar della Puglia e del Tar della Lombardia però, hanno preso un orientamento diverso stabilendo il diritto della persona separata o divorziata (o in procinto di farlo) di richiedere all’Agenzia delle Entrate la visione della dichiarazione dei redditi dell’ex coniuge per poter avviare una causa di revisione dell’assegno di mantenimento.

Come sapere se l’ex coniuge percepisce la pensione

Non è necessario ottenere l’autorizzazione del giudice per verificare i redditi dell’ex coniuge e l’interessato può richiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate di avere accesso alle sue dichiarazioni dei redditi. Il nuovo processo amministrativo, infatti, sancisce un vero e proprio diritto di accesso agli atti amministrati per chi ha un interesse quantificato a visionarli.

Presentata la domanda all’Agenzia delle Entrate si dovrà attendere un tempo massimo di 30 giorni entro i quali l’AdE dovrebbe fornire una risposta. In assenza di un responso o in caso di rigetto della domanda ci si dovrà rivolgere al Tar per presentare ricorso contro il silenzio dell’Agenzia delle Entrate o contro il suo diniego.

Società unipersonale a socio unico: cosa comporta?

La Srl unipersonale  è un particolare tipo di società in cui vi è un solo socio amministratore e anche se i capitali per la creazione della società giungono da diverse parti siano, in ogni caso, riconducibili alla stessa persona. Si tratta di un caso abbastanza anomalo nel panorama giuridico anche se non di rado scelto dagli impenditori, visto che offre il pieno controllo dell’azienda e al tempo stesso limita i rischi. Ma quali sono le responsabilità del socio unico di una società unipersonale? In questo articolo andremo a vedere quali sono gli obblighi e relative responsabilità dell’unico socio  ed in quali casi i creditori possono rifarsi sul suo patrimonio personale.

Società unipersonale, per quali tipi di aziende è possibile?

Inizialmente previsto solo per la Srl unipersonale, la previsione dell’unico socio è stata estesa anche alla Società per azioni (Spa) nel 2003 con la riforma del diritto societario. In entrambi i casi non si tratta di nuove tipologie societarie ma della possibilità di costituzione di una società di capitali con un unico socio che può essere una persona fisica o una società.

La possibilità del socio unico è ammessa anche per Srls (Società a responsabilità limitata semplificata ), ma in questo caso il socio unico deve essere per forza una persona fisica.

Un qualsiasi soggetto giuridico, quindi, può decidere di costituire unilateralmente una Srl o un Spa. La società unipersonale, tra l’altro, può verificarsi sia in fase di costituzione ma anche in una fase successiva e questo significa, quindi, che un socio unico può anche acquistare una società già esistente.

Quali obblighi per l’unico socio?

Uno degli obblighi per il socio unico è quello di fare espressa menzione del fatto che esiste un solo socio sia negli atti ufficiali della società che nella sua corrispondenza. La regola in questione è contenuta nel codice civile.

Un altro obbligo che compete al socio unico di una società per azioni o di una società a responsabilità limitata è quello di comunicare tempestivamente al registro delle imprese l’eventuale cambio del socio unico. In questo caso la comunicazione deve contenere le generalità del nuovo socio unico.

Nel caso, invece, se la società, nel cambio, avrà più amministratori gli stessi dovranno provvedere a rendere pubblica la ricostituzione o la costituzione con pluralità di soci, secondo quanto stabilito dal codice civile.

Altro obbligo in capo al socio unico è quello della doppia contribuzione INPS. Il socio amministratore che presta la propria opera nella società sarà tenuto al pagamento dei contributi fissi INPS in qualità di socio lavoratore e all’onere della contribuzione quale amministratore versando all’INPS in applicazione dell’aliquota prevista risultate dal compenso percepito.

Capitale sociale, quali obblighi?

In caso di società unipersonale diversi obblighi riguardano anche il capitale sociale. All’atto di costituzione, infatti, in caso di unico socio il capitale sociale in denaro deve essere versato interamente e non dilazionato. Nel caso, invece, che una società con pluralità di soci venga trasformata in società a socio unico, quest’ultimo sarà tenuto a versare gli eventuali decimi (o dilazioni) rimasti nel termine ultimo di 90 giorni dalla trasformazione.

Qualsiasi contratto tra società e socio unico, inoltre, dovrà essere trascritta nel libro delle decisioni degli amministratori, così come qualsiasi operazione a favore del socio unico. Se manca la trascrizione sul libro delle decisioni dei soci non sarà possibile opporre ai creditore tali operazioni.

Quali sono le responsabilità del socio unico?

Il socio unico di una società unipersonale ha diverse responsabilità che spaziano dalle responsabilità economiche a quelle in relazione di reati.

L’amministratore unico di una Srl o un Spa unipersonale risponde illimitatamente anche con il patrimonio persona per gli eventuali debiti contratti dall’azienda se:

  • la società era insolvente
  • non sono stati adempiuti gli obblighi di conferimento
  • non sono stati rispettati gli obblighi di informazione a tersi sull’esistenza dell’unico socio.

In uno di questi casi gli eventuali creditori possono agire sul patrimonio persona del socio unico se, dopo aver tentato di pignorare i beni societari o quando gli stessi sono stati fortemente limati dalle pretese di altri creditori.

Ma le responsabilità del socio unico  non sono solo sul piano economico. Deve rispondere, infatti, anche di eventuali reati nei casi di illeciti penali, che ricadono su chi ha commesso materialmente l’atto. Ad esempio reati di evasione fiscale, truffe ai danni dello Stato o falsi in bilancio. A firmare gli atti della società, infatti, è sempre l’amministratore e solitamente, in caso di pluralità dei soci è proprio l’amministratore a fare da parafulmine legale ai soci. L’amministratore è sempre responsabile anche in caso di mancato controllo che, appunto, implica partecipazione al reato.

Nuovo bonus bici, monopattini e abbonamento trasporto: domande dal 13 aprile

Ormai pronte le regole per far ripartire il bonus mobilità sostenibile che permetterà di fruire di un credito di imposta per l’acquisto di mezzi di trasporto sostenibili, come ad esempio biciclette, anche elettriche,  monopattini elettrici, e-bike, abbonamenti al trasporto pubblico ecc..

Il provvedimento, firmato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate definisce quali saranno criteri e modalità per poter fruire del bonus che è stato previsto dal DL Rilancio. Approvato anche il modello di domanda che potrà essere inviato dai contribuenti a partire dal 13 aprile 2022 e fino al 13 maggio.

Il credito di imposta massimo riconosciuto è pari a 750 euro e spetterà a chi ha sostenuto una (o anche più di una) delle spese sopra indicate nel periodo compreso tra il 1 agosto 2020 ed il 31 dicembre 2020.

Per maggiori informazioni vi rimandiamo alla lettura dell’approfondimento: Bonus mobilità monopattini e bici, fino a 750 euro di rimborso: ecco per chi

Contributi a fondo perduto nel DL Ristori 2022: indennizzi, bonus e nuovi ristori

Indiscrezioni vogliono che a breve potrebbe essere pronto un nuovo Decreto Sostegni 2022 con aiuti e ristori per le imprese maggiormente colpite dalla pandemia di COVID che, ormai, ci accompagna da 2 anni. Contributi a fondo perduto, quindi, destinati a coloro che sono stati maggiormente colpiti dalle restrizioni di dicembre e gennaio ma anche rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in costanza di lavoro (o di quarantena indennizzata).

Il Decreto, tra le altre cose dovrebbe prevedere anche misure concrete che vadano a contrastare l’aumento delle bollette dell’energia e del gas con nuove moratorie sui prestiti bancari.

Fondo perduto per le attività penalizzate

Contributi a fondo perduto che potrebbero, quindi, essere erogati dal governo a tutte quelle attività che sono state maggiormente colpite della restrizioni COVID e, quindi, turismo, eventi, ristorazione e discoteche.

La veloce diffusione della variante Omicron ha costretto il governo a varare, nelle scorse settimane, nuove restrizioni per tentare di arginare i contagi. Queste misure hanno avuto un impatto innegabile su alcuni comparti economici. Basti pensare alle discoteche, agli alberghi, al settore turistico in generale. Ma rassicuriamo queste categorie di imprenditori e di lavoratori. L’Esecutivo è pronto a intervenire, in tempi brevi, per approvare un piano ristori che vada, in modo preciso, a risarcire coloro che hanno subito i maggiori danni.” afferma Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie.

La fetta più grossa delle coperture stanziate, quindi, spetterà al turismo, ma anche alle discoteche.  A causa della pioggia di cancellazioni registrata dopo l’entrata in vigore delle nuove restrizioni, ma anche a causa della paura di nuovi contagi, le urgenze si registrano al momento anche per tuor operator e agenzie di viaggio e per la filiera del turismo in montagna.

Per approfondimenti vi rimandiamo alla lettura dell’articolo: Fondo perduto partite IVA, l’effetto collaterale che pochi conoscono

Pensione prima dei 60 anni è possibile, le 3 vie

Non è vero che per andare in pensione bisogna attendere per forza i 67 anni. In alcuni casi il pensionamento è possibile anche prima dei 60 anni. Ma in questo caso è necessario aver iniziato a lavorare molto presto perchè laddove non c’è un’età avanzata serve almeno un buon numero di anni di contributi. In questo articolo vedremo quali sono le 3 vie per un pensionamento prima dei 60 anni.

Pensione prima dei 60 anni, le donne hanno una strada in più

Le donne nel pensionamento anticipato sono favorite, avendo un’alternativa in più offerta dall’opzione donna. Il regime sperimentale permette il pensionamento a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per quelle autonome che hanno maturato almeno 35 anni di contributi. Entrambi i requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2021 e per la decorrenza della pensione è necessario attendere una finestra di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.

Ovviamente questo anticipo così corposo ha un costo non indifferente visto che alle donne che scelgono questa misura è imposto il ricalcolo interamente contributivo della pensione.

Pensione prima dei 60 anni senza penalizzazioni

Ma non sempre il pensionamento prima dei 60 anni prevede penalizzazioni. per chi matura 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne bastano 41 anni e 10 mesi di contributi) è possibile l’uscita indipendentemente dall’età e con calcolo misto della pensione con l’anticipata ordinaria prevista dalla Legge Fornero.

Ovviamente per centrare questo tipo di pensionamento prima dei 60 anni è necessario aver iniziato prima della maggiore età.

Sempre per chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni vi è un altra via di uscita prima dei 60 anni dal mondo del lavoro rappresentata dalla quota 41 per lavoratori precoci. La misura richiede soltanto 41 anni di contributi ma per poterla cogliere è necessario appartenere ad uno dei profili di tutela individuati dalla normativa: disoccupati, caregiver, invalidi, usuranti e gravosi.

L’alternativa a queste forma di pensionamento è quella di attendere i 63 anni richiesti dall’Ape sociale, i 64 anni richiesti dalla quota 102 o, in ultima analisi, i 67 anni necessari per accedere alla pensione di vecchiaia.

Pensione a qualsiasi età per invalidi anche non gravi: ecco quando spetta

Sei invalido e non riesci più a svolgere il tuo lavoro? Fai fatica rispetto ai tuoi colleghi a portare a termine i tuoi compiti a causa della tua disabilità? Forse non lo sai ma puoi avere diritto all’assegno ordinario di invalidità, una prestazione che spetta sia continuando a lavorare sia decidendo di cessare l’attività lavorativa. Si tratta di una prestazione previdenziale calcolata sui contributi realmente versati al momento della presentazione della domanda della durata triennale che può essere rinnovata per 3 volte prima di diventare permanente. Vediamo come funziona e a chi spetta.

Assegno ordinario, la pensione indipendente dall’età

Gli unici requisiti richiesti per avere diritto all’assegno ordinario di invalidità sono: riduzione della capacità lavorativa a meno di due terzi ed almeno 5 anni di contributi versati, di cui almeno 3 nei 5 anni precedenti la presentazione della domanda.

Ma attenzione: non basta il 67% di invalidità per avere indiscutibilmente diritto all’assegno ordinario. Si parla, infatti, di riduzione della capacità lavorativa e non di percentuale di invalidità. Questo perchè l’assegno viene riconosciuto nello specifico sul grado di capacità di svolgere la propria mansione. Se, ad esempio, un lavoratore fa il muratore ha problemi a camminare, la sua disabilità pregiudica la sua capacità di svolgere il proprio lavoro, gli crea un handicap non indifferente visto che deve muoversi sulle impalcature. E proprio per questo si vedrà quasi sicuramente riconoscere l’assegno ordinario di invalidità.

Se la stessa patologia, però, ce l’ha un impiegato, un insegnante, una segretaria, ad esempio, la riduzione della capacità lavorativa non sarà la stessa visto che il non camminare bene o il fare fatica a camminare non pregiudica la propria professione.

L’assegno, quindi, viene riconosciuto sulla perdita della capacità lavorativa riferita al lavoro che si svolge e non in via generale come accade nel riconoscimento della percentuale di invalidità civile.

Spetta a qualsiasi età

Detto questo l’assegno ordinario di invalidità spetta a qualsiasi età, visto che i requisiti che richiede sono solo quello sanitario e quello contributivo. Per il titolare di AOI è possibile anche continuare a svolgere la propria attività lavorativa in full time, scegliere di svolgerla in part time o decidere di cessare l’attività lavorativa. Da tenere presente, però, che dopo il primo riconoscimento l’assegno ha una durata di soli 3 anni. Poi deve essere rinnovato e devono essere nuovamente verificate le condizioni sanitarie del richiedente. Solo dopo il terzo rinnovo l’assegno diventa definitivo e non ha più scadenza, fermo restando il diritto dell’INPS di procedere a visita di revisione se lo ritiene opportuno.